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AUSL RAVENNA Rassegna stampa del 13/8/2011 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE AUSL RAVENNA 13/08/2011 La Repubblica - Bologna Torna il morbillo sulla via Emilia la Regione: nuovo anno epidemico 6 13/08/2011 La Repubblica - Bologna Ticket, Lusenti assicura: in vigore entro agosto 7 13/08/2011 QN - La Nazione - Pisa UN'EMBOLIA polmonare che rischiava di far... 8 13/08/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Sequestrato un canile abusivo a San Zaccaria 9 13/08/2011 Gazzetta di Modena - Nazionale Torna l'allarme morbillo Sette casi nella nostra città 10 13/08/2011 Gazzetta di Reggio - Nazionale emilia-romagna Nessuno slittamento per i ticket... 11 13/08/2011 La Libertà Allarme morbillo in Emilia-Romagna, ma a Piacenza si segnalano pochi casi 12 13/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna "Precario ma sostanziale equilibrio delle gemelline" 13 13/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna E' tornato l'allarme morbillo 14 13/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna 'Occhio ai traffici illeciti' 15 13/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna RAVENNA - Se ne intendono di... 16 13/08/2011 La Voce di Romagna - Forli L'80% degli aspiranti infermieri è donna 17 13/08/2011 La Voce di Romagna - Forli Allevamento abusivo di pitbull 18 13/08/2011 La Voce di Romagna - Forli Torna a preoccupare il morbillo 19 12/08/2011 Corriere.it Torna il morbillo in Emilia-Romagna 20 SANITÀ NAZIONALE 13/08/2011 Corriere della Sera - NAZIONALE L'ospedale senza ossigeno Così morì Luis, nove anni 22 13/08/2011 Il Sole 24 Ore Le ricette mediche vanno online in gran parte delle regioni 23 13/08/2011 Il Sole 24 Ore Servizi agli anziani: servono più controlli 24 13/08/2011 Il Sole 24 Ore Stretta da 12 miliardi nel 2012 26 13/08/2011 La Repubblica - Firenze Slogature e piccole ferite crollano i tempi di attesa 28 13/08/2011 La Repubblica - Firenze Infermieri-medici in tutti i pronto soccorso 29 13/08/2011 La Repubblica - Firenze Inso costruirà maxi ospedale da 350 milioni 30 13/08/2011 La Repubblica - Napoli IL VECCHIO POLICLINICO E LA SUN 31 13/08/2011 La Repubblica - Roma Visite mediche e corsi ai detenuti ecco "Salute nelle carceri" 32 13/08/2011 La Repubblica - Bologna Bimbo cade dalla seggiovia al Corno soccorso con l'eliambulanza, è grave 33 13/08/2011 La Repubblica - Genova Bimbo precipitato dalla scogliera dopo l'incubo, l'ora della speranza 34 13/08/2011 La Stampa - NAZIONALE «Pago volentieri Ma così tocca sempre e solo agli stipendiati» 35 13/08/2011 Il Messaggero - Nazionale Schiaffo a Obama, giuria boccia la riforma sanitaria 36 13/08/2011 Il Messaggero - Nazionale Troppo sale nei piatti gli italiani battono tutti 37 13/08/2011 Avvenire - Nazionale l'ospedale di Choscal Si riducono i casi di colera a Port-au-Prince «Da 50 malati al giorno a 5 alla settimana» 39 13/08/2011 Avvenire - Nazionale Niente nascite a Domodossola 40 13/08/2011 Avvenire - Nazionale «Donate sangue, serve anche d'estate» 41 13/08/2011 Il Gazzettino - VENEZIA Nemmeno tutti i soldi del turismo potranno salvare la sanità veneziana 42 13/08/2011 Il Secolo XIX Il medico sotto accusa «Niente da dire a voi del Secolo» 43 13/08/2011 Il Secolo XIX Villa Scassi, processo al primario 44 AUSL RAVENNA 15 articoli 13/08/2011 La Repubblica - Bologna Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso/2 Sanità in allerta, in sei mesi segnalati 143 casi, 40 a Bologna Torna il morbillo sulla via Emilia la Regione: nuovo anno epidemico E' DI nuovo allarme morbillo in Emilia-Romagna: da gennaio a giugno le Ausl hanno segnalato 91 casi confermati, 19 probabili e altrettanti possibili (143 in tutto). «Il 2011 si conferma come un nuovo anno epidemico: il tasso di incidenza, calcolato sul primo semestre (2,9 casi per 100mila abitanti), ha già superato il valore soglia definito per l'eliminazione del morbillo pari a 0,1 casi l'anno per 100mila abitanti e dimostra la necessità di rafforzare l'impegno per la prevenzione». Lo spiega un report della Regione, pubblicato sul sito dell'Osservatorio epidemiologico dell'Istituto superiore di sanità. Il poco ambito primato del morbillo ce l'ha Bologna (40 segnalazioni, di cui 28 confermate, quattro probabili e cinque possibili), seguita da Reggio Emilia (22 segnalazioni, di cui 13 confermate, sette probabili e una possibile). Seguono Ravenna (18 segnalazioni, di cui 13 confermate e una possibile) e Parma (14 segnalazioni, di cui otto confermate, una probabile e due possibili). L'andamento temporale evidenzia anche quest'anno un picco in corrispondenza di marzo, inferiore a quelli registrati nel 2008 e 2010. Anche la curva di aprile e maggio presenta ancora valori elevati, mentre in leggero calo sono le segnalazioni relative a giugno. I più colpiti sono adolescenti e giovani-adulti: oltre metà dei malati hanno tra i 15 ei 34 anni. Numerosi, come sempre,i casi trai bambini. Pochi gli adulti sopra i 45 anni, nessun anziano contagiato. AUSL RAVENNA 6 13/08/2011 La Repubblica - Bologna Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ticket, Lusenti assicura: in vigore entro agosto Gli imprenditori: "Bene la fasce di reddito, ma andavano concordate" Nelle ultime riunioni si era ipotizzato un rinvio. La Regione nega slittamenti BEPPE PERSICHELLA E UNA corsa contro il tempo quella della Regione Emilia Romagna, intenzionata ad introdurre entro la fine di agosto i ticket su visite e medicine per le fasce di reddito dai 35 mila euro in su. Durante le ultime riunioni tecniche era stata infatti avanzata la possibilità di far slittare a metà settembre l'introduzione dei ticket, per risolvere alcuni problemi che riguardano in primo luogo la comunicazione ai cittadinie la produzione di circa tre milioni di moduli di autocertificazione del reddito. Ma ieri l'assessore regionale alla Sanità, Carlo Lusenti, ha ribadito l'intenzione di non perdere altro tempo. «Nessun slittamento sui nuovi ticket - ha spiegato l'assessore con una stringata nota scritta - entreranno in vigore entro il mese di agosto». Le istituzioni, e le aziende, aggiunge Lusenti, «stanno lavorando molto in questi giorni per attrezzarsi proprio al fine di evitare disagi ai cittadini». Ne è la dimostrazione la febbrile attività dei tecnici di Ausl e Cup che si sono incontrati anche ieri mattina e lo faranno ancora da qui in avanti. I nodi da sciogliere sono diversi. Quello più urgente riguarda la produzione dei moduli da inviare alle case degli emiliano romagnoli e che, una volta compilati e sottoposti alle farmacie, verranno scannerizzati per consentire il passaggio dal cartaceo al digitale. Un lavoraccio, quasi tutto in capo a Cup 2000, che dovrà aggiornarei software interessati. Ma saranno giorni difficili anche per i farmacisti, che controlleranno le autocertificazioni. «Non avendo precedenti è una situazione un po' complessa» ammette il presidente di Federfarma Bologna, Achille Toschi. «La categoria è preoccupata:questa novità potrebbe far peggiorare la qualità del servizio. Forse- ammette Toschiera meglio un ticket sulle prestazioni mediche e non sui farmaci». Dubbi che toccano anche le organizzazioni che siedono al Tavolo regionale dell'imprenditoria (Tri) che lamentano anche di non essere stati avvertiti per tempo. Pur giudicando positivamente i ticket, gli imprenditori temono l'inefficacia della decisione. «La scelta della Regione sui ticket rimodulati in base al reddito è condivisibile» osserva il coordinatore del Tavolo, Roberto Manzoni. Tuttavia le organizzazioni economiche «avrebbero preferito condividere questa scelta con la Regione e le parti sociali». PER SAPERNE DI PIÙ www. cup2000. it www. regione. emilia-romagna. it Foto: L'ASSESSORE L'assessore alla Sanità Carlo Lusenti, alle prese con i ticket per fasce di reddito, assicura: manovra entro agosto AUSL RAVENNA 7 13/08/2011 QN - La Nazione - Pisa Pag. 13 (diffusione:136993, tiratura:176177) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA STORIA CORSA CONTRO IL TEMPO PER FAR NASCERE I GEMELLI Colpita da grave embolia: salvata insieme ai due feti La 34enne fuori pericolo dopo 2 mesi di ricovero UN'EMBOLIA polmonare che rischiava di far... UN'EMBOLIA polmonare che rischiava di far morire lei e i due gemelli che portava in grembo. Può sorridere adesso Barbara Mannucci, 34 anni, originaria di Pontedera, ultimamente residente in una piccola località del comune di Pennabilli: lei è salva e i due bambini, un maschio e una femmina, dormono tranquilli nelle loro culle. Ma non è stato facile salvare queste tre vite: lei per oltre due mesi ha vissuto nell'ospedale di Rimini in una cameretta appositamente allestita per lei e sotto lo stretto monitoraggio del personale di due reparti, la Cardiologia e l'Ostetricia-ginecologia. «STAVO annaffiando l'orto, a casa mia, e sono svenuta. Appena mi sono ripresa ho chiamato l'ultimo numero che era in memoria, cioè quello di mio marito e gli ho spiegato che cosa era accaduto, lui ha avvertito subito i soccorsi». Racconta Barbara Mannucci, che è stata portata via in elicottero all'ospedale di Rimini. Nella cameretta del reparto di Ostetricia che l'ha ospitata, alternando periodi in Cardiologia, sul comodino, ci sono le foto degli altri suoi due figli, due femmine di quattro e due anni, rimaste a casa con la nonna e che aspettano la loro mamma. Quando Barbara si è sentita male il primo ad arrivare è stato il personale del 118 che si è accorto subito della complessità di questo caso ed ha chiesto l'intervento dell'elicottero di Ravenna. La donna è stata portata a Rimini e ricoverata subito nell'Unità di terapia intensiva di Cardiologia e sottoposta ad angiotac, con l'équipe pronta, nel caso si fosse presentata la necessità, ad eseguire un parto cesareo immediato. Fortunatamente non ce n'è stato bisogno visto che i gemelli, in quel difficilissimo momento, avevano solo 24 settimane. Barbara ha iniziato la terapia anticoagulante, ma data la gravità del caso i medici dei due reparti hanno deciso che andava monitorata giornalmente e che non poteva tornare a casa, anche per la lontanza dell'ospedale. Il parto poteva avvenire anche in modo naturale, senza il cesareo, poi con la signora è stato deciso per quest'ultimo. «MA IL DIAVOLO ci ha voluto mettere di nuovo la coda - afferma il primario - la sera del 3 agosto uno dei due gemelli, la femmina, è andato in crisi. Non si poteva più aspettare, siamo arrivati di notte e abbiamo fatto nascere i bambini». Pesavano 1,9 chili la femmina e 2,4 il maschio: la bimba che era andata in sofferenza si è dimostrata fin da subito la più vivace. Barbara e i suoi due gemelli dovrebbero essere dimessi tra pochi giorni, anche se la terapia e il monitoraggio continuerà da parte degli specialisti che la stanno seguendo anche in questo momento. Image: 20110813/foto/6412.jpg AUSL RAVENNA 8 13/08/2011 Corriere di Romagna - Ravenna Pag. 4 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Denunciato un 25enne di origini pugliesi residente a Cesena; il giovane deve rispondere anche di maltrattamento di animali Sequestrato un canile abusivo a San Zaccaria Forze dell'ordine richiamate dai latrati dei cani, a due dei quali erano state tagliate le orecchie Per un mesetto, a seguito di una segnalazione di alcuni cittadini, gli agenti hanno controllato quel manufatto giallo dotato di una dozzina di box spuntato su un terreno agricolo preso in affitto, curiosamente situato a poca distanza dall'a ll ev am en to dei pointer di Giorgio Guberti a Osteria e da quello scoperto sempre a San Zaccaria tre anni fa. Controlli e appostamenti che sono proseguiti fino a giovedì, quando dopo aver udito distintamente il latrare di alcuni animali, le forze dell'ordine hanno effettuato il blitz, scoprendo quattro cuccioli - due meticci di pitbull a cui era stato effettuato il taglio delle orecchie (operazione di mutilazione vietata nei paesi dell'Unione europea) e due barboncini -, rinchiusi in due box inidonei per dimensioni alla custodia degli animali e in presenza di escrementi, anche se le loro condizioni di salute erano buone come confermato dal medico del servizio veterinario dell'Ausl intervenuto. Alla richiesta di spiegazioni, il proprietario - un 25enne originario della provincia di Bari ma da tempo residente a Cesena -, avrebbe sostenuto che i cani (nati ad aprile e tutti dotati di microchip) provenivano in parte dall'Ungheria (i barboncini) e in parte (i pitbull) da un allevamento di Roma e che l'intervento di conchectomia (che si ipotizza risalga a un mese fa) sarebbe stato effettuato in Croazia. Affermazioni di fronte alle quali gli inquirenti stanno cercando riscontri vista l'assenza di prove documentali di quanto affermato. Il giovane, titolare insieme al padre di una ditta di costruzioni (quest'ultimo indagato per abuso edilizio perché secondo quanto affermato dal figlio avrebbe realizzato le opere murarie) avrebbe anche dichiarato l'intenzione di istruire una pratica edilizia per lo stabile, una struttura in cemento armato con a fianco un box in legno. Ma stando a quanto riferito dalla municipale, l'attività è stata realizzata in assenza delle necessarie autorizzazioni edilizie e sanitarie, al punto che saranno informati gli uffici preposti per la sospensione immediata dei lavori. Per questa ragione il 25enne è stato denunciato per maltrattamento di animali e per aver realizzato opere edilizia senza permesso, mentre gli animali (due dei quali, i pitbull, sono stati sottoposti a sequestro penale) gli sono stati affidati in custodia. Una vicenda, quella emersa giovedì, che viene seguita con grande attenzione, anche per verificare eventuali collegamenti con le segnalazioni di animali vaganti effettuate alcune settimane fa dall'Enpa e il possibile commercio di animali. A tal proposito la direttrice dell'unità operativa sanità animale Diana Venturini ha lanciato un appello ricordando come «nei canili della provincia di Ravenna nel 2010 siano stati registrati 770 ingressi e a fine anno erano ricoverati 500 cani», invitando «chi volesse adottare un cane a passare attraverso canali sicuri, rivolgendosi a canili, allevatori o associazioni presenti sul territorio e di comprovata serietà». AUSL RAVENNA 9 13/08/2011 Gazzetta di Modena - Ed. Nazionale Pag. 11 (diffusione:10626, tiratura:14183) Torna l'allarme morbillo Sette casi nella nostra città È di nuovo allarme morbillo in Emilia-Romagna: nei primi sei mesi di quest'anno, dalle ausl sono stati segnalati 143 casi sospetti: 91 di questi (63,6%) sono stati confermati, 19 sono stati classificati come "probabili" e altrettanti come "possibili". Solo 14 segnalazioni non erano relative al morbillo, ma bastano i casi accertati a dire che «il 2011 si conferma, quindi, come un nuovo anno epidemico: il tasso di incidenza, calcolato soltanto sui casi notificati nella prima metà dell'anno (2,9 casi per 100mila abitanti), ha già superato il valore soglia definito per l'eliminazione del morbillo pari a 0,1 casi l'anno per 100.000 abitanti e dimostra dunque la necessità di rafforzare l'impegno di prevenzione nei confronti di questa malattia». Lo spiega un report della regione Emilia-Romagna pubblicato sul sito dell'osservatorio epidemiologico dell'istituto superiore di sanità. Il maggior numero di casi si è registrato a Bologna (40 segnalazioni, di cui 28 confermate, quattro probabili e cinque possibili) e Reggio Emilia (22 segnalazioni, di cui 13 confermate, sette probabili e una possibile). Ma oltre i 10 casi c'è anche Ravenna (18 segnalazioni, di cui 13 confermate e una possibile. Subito dietro Parma (14 segnalazioni, di cui otto confermate, una probabile e due possibili) e Modena (13 segnalazioni, di cui sette confermate, una probabile e tre possibili). È l'andamento temporale dei casi segnalati in Emilia-Romagna da gennaio 2007 a giugno 2011 evidenzia anche quest'anno un picco in corrispondenza di marzo, ma inferiore a quelli registrati nel 2008 e 2010. Anche la curva nei mesi di aprile e maggio presenta ancora valori elevati, in leggero calo sono le segnalazioni relative a giugno. Il morbillo in Emilia-Romagna colpisce gli adolescenti e i giovani adulti; oltre la metà dei casi si è verificata nei soggetti tra 15 e 34 anni. «Si osservano comunque anche numerosi casi tra i bambini, pochi tra gli adulti sopra i 45 anni e nessuno nelle fasce d'età anziane», segnala il rapporto della regione. In generale, si può dire che l'età media dei casi confermati è sui 28 anni, mentre quella per il totale dei episodi di morbillo segnalati è sui 24 anni. Inoltre, lo studio della regione ha accertato che i 129 casi confermati, probabili e possibili riguardano sia persone residenti in Emilia-Romagna (81,4%) sia quelle solo domiciliate in regione e residenti altrove (per lo più in Sicilia, Campania e Trentino alto Adige; nessuno di loro risulta vaccinato). Le «vittime» sono per lo più persone non vaccinate. Tra tutti i casi confermati, 83 (cioè il 91,2%) non erano vaccinati, altri tre lo erano con una sola dose e cinque casi avevano una copertura non chiara. Tra i 38 casi probabili e possibili, solo cinque erano i vaccinati, ma con una dose. In totale, poi, sono stati 37 i casi (40,7% dei confermati, 28,7% del totale) di persone ricoverate nei reparti di malattie infettive o di pediatria, anche se in molte circostanze si è trattato di ospedalizzazioni per motivi precauzionali. Se ne sono contate 11 a Bologna, 5 a ferrara e 5a Ravenna, 4 a Modena. Nessun ricovero è stato registrato tra i casi definiti probabili e possibili. AUSL RAVENNA 10 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL report della regione 13/08/2011 Gazzetta di Reggio - Ed. Nazionale Pag. 2 (diffusione:13244, tiratura:16908) BREVI emilia-romagna Nessuno slittamento per i ticket sanitari La Regione Emilia-Romagna, anche in relazione a notizie di stampa, ha spiegato che i nuovi ticket sanitari entreranno in vigore entro il mese di agosto. Non ci sarà alcuno slittamento e, comunque, spiega una nota, la data verrà comunicata ai cittadini con anticipo. imola Tenta di aprire il conto con un assegno clonato Utilizzando un assegno clonato da oltre 11.000 euro e un documento falso, una donna ha tentato di aprire un conto corrente in una banca di Imola, ma è stata scoperta e arrestata dai carabinieri. In manette, per una serie di reati, da truffa a falsità materiale, da sostituzione di persona a possesso di documenti falsi, è finita F.T., 46 anni, napoletana, incensurata. rimini Ai domiciliari, sfrattato Torna in carcere Riesce ad ottenere gli arresti domiciliari ma di fronte alla porta di casa accompagnato dalle forze dell'ordine - scopre di essere stato sfrattato e, senza un tetto, è costretto a tornare in carcere. Protagonista della vicenda un cittadino albanese di 37 anni, Florian Limonaj. L'uomo grida da mesi la sua innocenza per una rapina in gioielleria di cui è stato accusato. rimini Marocchino aggredito La matrice fu razzista C'è la matrice razzista alla base dell'aggressione avvenuta la notte del 18 luglio davanti al pub Rose and Crown di Rimini ai danni di un giovane marocchino, pestato a sangue da sei naziskin. A questa conclusione portano le indagini della Digos, sentiti alcuni testimoni che hanno smentito la stessa denuncia della vittima. Nell' aggressione sarebbero coinvolte 6 persone, tra i 20 e 30 anni. e' un forlivese Motociclista muore decapitato dal guardrail Un giovane motociclista è morto, decapitato dal guardrail, e la sua fidanzata è in prognosi riservata all'ospedale di Padova dopo un incidente stradale sull'A13 a Monselice in direzione Bologna. Il giovane, 25 anni, nato a Faenza ma residente a Forlì, era su una Honda 1000 assieme alla ragazza quando ha perso il controllo del mezzo finendo violentemente contro il guardrail. ravenna Una 93enne tampona l'auto dei carabinieri Una 93enne ha tamponato ieri mattina a Ravenna una Fiat Punto dei carabinieri. La nonna 'sprint' era alla guida di una Ford Fiesta del 1984, regolarmente revisionata, ed è titolare di una patente A/B, rilasciata nel 2006 (e munita di 28 punti), scadenza 2012. Nell'impatto l'anziana si è solo un po' spaventata, ma non ha riportato lesioni; i due carabinieri sono finiti al pronto soccorso. AUSL RAVENNA 11 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato emilia-romagna Nessuno slittamento per i ticket... 13/08/2011 La Libertà Pag. 15 (diffusione:30736, tiratura:172000) Allarme morbillo in Emilia-Romagna, ma a Piacenza si segnalano pochi casi Torna l'allarme morbillo in Emilia-Romagna: nei primi sei mesi del 2011 dalle Aziende Usl sono stati segnalati 143 casi sospetti: 91 di questi (63,6%) sono stati confermati, 19 sono stati classificati come «probabili» e altrettanti come «possibili». Sono peraltro sufficienti i casi accertati a dire, come spiega un report della Regione Emilia-Romagna pubblicato sul sito dell'Osservatorio epidemiologico dell'Istituto superiore di sanità, che «il 2011 si conferma come un nuovo anno epidemico». Il maggior numero di casi si è registrato a Bologna (40 segnalazioni) e Reggio Emilia (22 segnalazioni). Ma oltre i 10 casi c'è anche Ravenna (18 segnalazioni). Subito dietro Parma (14 segnalazioni) e Modena (13 segnalazioni). Non desta allarme invece la realtà di Piacenza dove i casi sono al di sotto. Il rapporto della Regione sul morbillo riferisce anche di 18 focolai epidemici che hanno coinvolto in totale 61 persone, solo una a Piacenza. 13/08/2011 AUSL RAVENNA 12 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Rapporto della Regione per i primi sei mesi del 2011 13/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Pag. 14 (diffusione:30000) RAVENNA - Sostanziale "se pur precario equilibrio delle funzioni vitali" e un atteggiamento clinico terapeutico "in linea con una possibile ipotesi di riguadagnare una maggior autonomia, un accrescimento e maturità, compatibili con progetti ambiziosi, senza sconfinare in alcuna procedura non proporzionata". E' quanto ha spiegato, in una nota, il policlinico Malpighi-Sant'Orsola riguardo le condizioni di Lucia e Rebecca, le gemelline siamesi ravennati unite per il torace e l'addome nate a fine giugno scorso nell'ospedale bolognese. "Come già in precedenza comunicato - si legge nel bollettino medico le gemelline congiunte vivono una condizione di sostanziale, se pur precario, equilibrio delle funzioni vitali. Le abituali procedure sono state ben tollerate dalle piccole" ma "il livello di monitoraggio viene mantenuto alto". AUSL RAVENNA 13 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato "Precario ma sostanziale equilibrio delle gemelline" 13/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Pag. 14 (diffusione:30000) RAVENNA - E' di nuovo allarme morbillo in EmiliaRomagna: nei primi sei mesi di quest'anno, dalle Ausl sono stati segnalati 143 casi sospetti: 91 di questi (63,6%) sono stati confermati, 19 sono stati classificati come 'probabili' e altrettanti come 'possibili'. Solo 14 segnalazioni non erano relative al morbillo. Ma bastano i casi accertati a dire che "il 2011 si conferma, quindi, come un nuovo anno epidemico". Il tasso di incidenza, calcolato soltanto sui casi notificati nella prima metà dell'anno (2,9 casi per 100.000 abitanti), ha già superato il valore soglia definito per l'eliminazione del morbillo pari a 0,1 casi l'anno per 100.000 abitanti e dimostra dunque la necessità di rafforzare l'impegno di prevenzione nei confronti di questa malattia. Lo spiega un report della Regione Emilia-Romagna pubblicato sul sito dell'Osservatorio epidemiologico dell'Istituto superiore di sanità. Il maggior numero di casi si à registrato a Bologna (40 segnalazioni, di cui 28 confermate, quattro probabili e cinque possibili) e Reggio Emilia (22 segnalazioni, di cui 13 confermate, sette probabili e una possibile). Ma oltre i 10 casi c'à anche Ravenna (18 segnalazioni, di cui 13 confermate e una possibile). Subito dietro Parma (14 segnalazioni, di cui otto confermate, una probabile e due possibili) e Modena (13 segnalazioni, di cui sette confermate, una probabile e tre possibili). L'andamento temporale dei casi segnalati in Emilia-Romagna da gennaio 2007 a giugno 2011 evidenzia anche quest'anno un picco in corrispondenza di marzo, ma inferiore a quelli registrati nel 2008 e 2010. Anche la curva nei mesi di aprile e maggio presenta ancora valori elevati, in leggero calo sono le segnalazioni relative a giugno. AUSL RAVENNA 14 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato E' tornato l'allarme morbillo 13/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Pag. 13 (diffusione:30000) RAVENNA - Il timore è che quei cuccioli, salvati grazie alle pronte segnalazioni dei cittadini, possano davvero far parte di qualche commercio o traffico illecito di animali dall'est Europa, fenomeno che alimenta il giro delle adozioni fuorilegge. O, ancora più grave, che i piccoli pitbull non fossero altro che i primi esemplari sbarcati a San Zaccaria, luogo dove poi - ma siamo nel campo delle ipotesi - sarebbero stati allevati per finire nel circuito dei combattimenti e delle scommesse clandestine. L'indagine avviata da Forestale e Municipale, dunque, dopo aver portato alla luce l'allevamento, non si arresta. "Quanto fatto fin qui, grazie alle segnalazioni dei cittadini, è importante - commenta il comandante della Pm Stefano Rossi - ora però restano altri aspetti della vicenda da chiarire". Il comandante spiega in breve la genesi dell'indagine: "Mentre l'Enpa di Ravenna denunciava pubblicamente traffici di cani dal Sud Italia e dall'estero poco trasparenti - afferma Rossi - noi eravamo partiti con l'indagine. Abbiamo lavorato in silenzio perché non volevamo insospettire il proprietario dell'area e senza perder tempo, anche perché ne andava della salute degli animali. Ora cercheremo, in collaborazione con Forestale e Ausl, di capire cosa c'è dietro questo allevamento". L'ipotesi più concreta è proprio quella del commercio illecito di animali da compagnia, "fenomeno - afferma l'ufficio veterinario Ausl - purtroppo sempre più frequente, anche sul nostro territorio". AUSL RAVENNA 15 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 'Occhio ai traffici illeciti' 13/08/2011 La Voce di Romagna - Ravenna Pag. 13 (diffusione:30000) RAVENNA - Se ne intendono di canili abusivi e allevamenti fuorilegge i cittadini residenti nella campagna che costeggia il Dismano. Lì, tra San Zaccaria e Campiano, dove già era scoppiato il "caso Guberti", l'anziano allevatore di pointer condannato per maltrattamenti e dove esattamente tre anni fa la Forestale aveva scovato un casolarelager nel quale erano rinchiusi 32 cani, è spuntato dal nulla un nuovo allevamento abusivo. L'attività illecita - scoperta da Municipale e Corpo Forestale dopo un mesetto di indagini e appostamenti - a dire il vero non era che all'inizio. Guaiti, movimenti e capanni sospetti Sono stati proprio i primi latrati provenienti da quella struttura in muratura di 50 metri quadri 12 box gialli tirati su in fretta e furia su di un terreno agricolo a pochi passi dal Dismano - ad incuriosire alcuni residenti. Che, insospettiti anche da alcuni movimenti insoliti in una zona di campagna tanto tranquilla, hanno prontamente segnalato il tutto alle autorità. Le indagini, scattate nel luglio scorso, sono sfociate nel blitz messo in atto giovedì mattina da agenti della Pm e della Forestale. Una cuccia di cemento abusivo Non c'è voluto molto alle forze dell'ordine per capire con che cosa avevano a che fare: un allevamento di cani - del tutto sprovvisto delle dovute autorizzazioni composto da box in cemento armato probabilmente destinati alla custodia degli animali. Cuccioli maltrattati Dato che dall'esterno si udiva chiaramente il latrare di alcuni cani, Forestale e Pm hanno subito allertato il medico veterinario dell'Ausl per accertare lo stato di salute degli animali. All'interno di due box, ritenuti troppo piccoli per ospitare animali e in precarie condizioni igieniche, sono stati trovati quattro cuccioli, due barboncini e due pittbull - American Staffordshiere. Su i due cuccioli di pitbull, presumibilmente nati in aprile, il veterinario Ausl ha accertato un intervento di taglio delle orecchie, operazione vietatissima nei paesi della Comunità Europea e che dalle cicatrici e dai fili di sutura ancora presenti sarebbe avvenuta non più tardi di un mese fa. Guai grossi per il proprietario della struttura In breve tempo la municipale è risalita al titolare, nonché costruttore, dell'allevamento. Si tratta del 25enne, Giuseppe Falcicchio, titolare di un'impresa edile ed originario della provincia di Bari ma da tempo residente a Sant'Egidio di Cesena. L'uomo, meno di due mesi fa denunciato dalla municipale di Cesena per concorso in traffico illecito di animali, ricettazione, falsità ideologica, frode e maltrattamento di animali nell'ambito dell'operazione di polizia 'San Rocco' (della quale diamo conto qui a fianco) avrebbe dichiarato che l'intervento sarebbe stato eseguito in uno studio veterinario croato, ma non sarebbe stato in grado di dimostrare quanto sostenuto in merito all'operazione e alla provenienza dei cuccioli. Il 25 enne, recidivo e privo delle necessarie autorizzazioni per avviare l'attività e per realizzare le opere edilizie, è stato denunciato a piede libero. Carcere o maxi multa L'aspirante allevatore, per aver cagionato una lesione ai due cani senza necessità, rischia la reclusione da tre a diciotto mesi o una multa da 5.000 a 30.000 euro; per aver eseguito opere edilizie in assenza di permesso di costruire il 25enne (che avrebbe però incolpato il padre della realizzazione della struttura) rischia altresì l'arresto fino a due anni e l'ammenda da 5.164 a 51.645 euro). I cuccioli sono stati sottoposti a sequestro penale e per gli stessi è stata prevista opportuna vigilanza sanitaria da parte dell'Ausl in attesa delle disposizioni dell'Autorità giudiziaria. La struttura abusiva, ovviamente, è stata posta sotto sequestro. Andrea Conti Le mutilazioni inferte ai pitbull rinchiusi nel canile AUSL RAVENNA 16 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato RAVENNA - Se ne intendono di... 13/08/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 13 (diffusione:30000) L'80% degli aspiranti infermieri è donna FORLI' - C'è tempo fino al 24 agosto per iscriversi alla prova di ammissione al Corso di Laurea in Infermieristica della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna, con sede all'Ausl di Forlì. I posti a disposizione per l'anno accademico 2011/2012, nel Polo scientifico didattico di Ravenna, sono in tutto 120, di cui 60 a Forlì. Altri quattro sono a favore degli studenti stranieri residenti all'estero. L'iscrizione si può effettuare esclusivamente on line, tramite il sito www.almawelcome.unibo.it. Anche quest'anno nella sede formativa forlivese, sono riservati due posti per il Corso di Laurea in Ostetricia. "Il Corso di Laurea in Infermieristica, che ha valore abilitante, ha lo scopo di formare professionisti sanitari responsabili dell'assistenza - spiega Sandra Montalti, responsabile della sezione formativa di Forlì del Corso di Laurea in infermieristica - Oggi, gli infermieri lavorano presso ospedali, ambulatori, in assistenza domiciliare o in strutture sociosanitarie, in regime di dipendenza o in libera professione, e sono preparati a rispondere a una domanda di cure sempre più complessa". In questi ultimi anni, si è registrato un incremento delle domande ai corsi per le professioni sanitarie, in particolare per i corsi in infermieristica. "Si tratta di una professione ancora a vocazione femminile - illustra Montalti - l'80% delle iscritte, infatti, sono ragazze, anche se si sta registrando un incremento della componente maschile. L'età media degli studenti è rappresentata per il 40% dai ventunenni, seguiti al 9% dai giovani con meno di 20 anni. Per quanto riguarda la formazione scolastica precedente, si registra un certo equilibrio tra le diverse tipologie di scuola superiore: il 39% ha una maturità liceale, il 41% la maturità tecnica, il 16% una maturità professionale ed il 2% è in possesso di altra laurea". La sede formativa di Forlì si trova nel Padiglione Valsalva, vicino al nuovo Padiglione "Morgagni", all'interno dell' ospedale "Morgagni-Pierantoni". Per lo svolgimento del corso, l'Azienda Usl di Forlì mette a disposizione varie strutture per l'insegnamento teoricopratico quali aule per le lezioni e laboratori di pratica, laboratorio d'informatica, biblioteca ed emeroteca, uffici e studi per il personale docente, nonché spazi comuni per gli studenti. AUSL RAVENNA 17 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato C'è tempo fino al 24 agosto per iscriversi alla prova di ammissione al Corso di laurea 13/08/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 19 (diffusione:30000) Allevamento abusivo di pitbull Trovati cuccioli con mutilazioni. 25enne cesenate nei guai Un esemplare di pitbull CESENA/ RAVENNA Il lupo perde il pelo ma non il vizio. E fa uguale anche Giuseppe Falciccio, il venticinquenne denunciato pochi mesi fa (più esattamente a metà giugno) dalla Municipale di Cesena per concorso in traffico illecito di animali, ricettazione, falsità ideologica, frode e maltrattamento di animali, che ora si trova con un'altra denuncia per fatti riguardanti un allevamento di cani. Dalla zona di Sant'Egidio dov'era stato pizzicato con animali tenuti in maniera non adeguata e con cuccioli di 30 o 40 giorni arrivati freschi freschi dalla Ungheria (troppo piccoli per essere trasportati e venduti), ora si è spostato al confine con Ravenna, tra San Zaccaria e Campiano dov'è spuntato dal nulla un allevamento abusivo. Forse ha pensato che cambiando zona non l'avrebbero tenuto d'occhio. Ma si è sbagliato. L'attività illecita scoperta da Municipale e Corpo Forestale di Ravenna dopo un mese di indagini e appostamenti - a dire il vero non era che all'inizio ma con molta probabilità sarebbe cresciuta con le richieste. Il ragazzo, infatti, è conosciuto su internet con il nome di "Beppe" o "Peppe" e vende cagnolini in gran parte dell'Italia del Nord. Piccoli cuccioli di peluche per i compleanni, per la promozione a scuola o per fare compagnia a un figlio unico. Chi non vuole rivolgersi ad allevamenti autorizzati per risparmiare qualche euro passa per questo mondo fatto di irregolarità e, spesso, di maltrattamenti sui piccoli animali. Guaiti, movimenti e capanni sospetti Sono stati proprio i primi latrati provenienti da quella struttura in muratura di 50 metri quadri - 12 box gialli tirati su in fretta e furia a pochi passi dal Dismano - ad incuriosire alcuni residenti che, insospettiti, hanno prontamente segnalato il tutto alle autorità. Una cuccia di cemento abusivo Non c'è voluto molto alle forze dell'ordine per capire con che cosa avevano a che fare: un allevamento di cani - del tutto sprovvisto delle dovute autorizzazioni composto da box in cemento armato probabilmente destinati alla custodia degli animali. Cuccioli maltrattati Forestale e Pm hanno subito allertato il medico veterinario dell'Ausl per accertare lo stato di salute degli animali. All'interno di due box, ritenuti troppo piccoli per ospitare animali e in precarie condizioni igieniche, sono stati trovati quattro cuccioli, due barboncini e due pittbull - American Staffordshiere. Su i due cuccioli di pitbull il veterinario Ausl ha accertato un intervento di taglio delle orecchie, operazione vietatissima nei paesi della Comunità Europea. Guai grossi per il proprietario della struttura In breve tempo la municipale è risalita al titolare, nonché costruttore, dell'allevamento: Falcicchio, titolare di un'impresa edile ed originario della provincia di Bari ma da tempo residente a Cesena. L'uomo, interpellato sull'origine delle mutilazioni presentate dai pitbull, avrebbe dichiarato che l'intervento è stato eseguito in uno studio veterinario croato, ma non sarebbe stato in grado di dimostrare quanto sostenuto sebbene tutti e quattro fossero dotati di microchip. Il 25 enne, privo delle necessarie autorizzazioni per avviare l'attività e per realizzare le opere edilizie, è stato denunciato a piede libero. Carcere o maxi multa L'aspirante allevatore, per aver cagionato una lesione ai due cani senza necessità, rischia la reclusione da tre a diciotto mesi o una multa da 5.000 a 30.000 euro; per aver eseguito opere edilizie in assenza di permesso di costruire il 25enne (che avrebbe però incolpato il padre della realizzazione della struttura) rischia altresì l'arresto fino a due anni e l'ammenda da 5.164 a 51.645 euro). I cuccioli sono stati sottoposti a sequestro penale e per gli stessi è stata prevista opportuna vigilanza sanitaria da parte dell'Ausl in attesa delle disposizioni dell'Autorità giudiziaria. La struttura abusiva è stata posta sotto sequestro. AUSL RAVENNA 18 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato E' recidivo.Alcuni mesi fa era stato denunciato sempre per maltrattamenti agli animali 13/08/2011 La Voce di Romagna - Forli Pag. 9 (diffusione:30000) Torna a preoccupare il morbillo Nei primi sei mesi dell'anno registrati 143 casi sospetti BOLOGNA - E' di nuovo allarme morbillo in Emilia-Romagna: nei primi sei mesi di quest'anno, dalle Ausl sono stati segnalati 143 casi sospetti: 91 di questi (63,6%) sono stati confermati, 19 sono stati classificati come "probabili" e altrettanti come "possibili". Solo 14 segnalazioni non erano relative al morbillo. Ma bastano i casi accertati a dire che "il 2011 si conferma, quindi, come un nuovo anno epidemico: il tasso di incidenza, calcolato soltanto sui casi notificati nella prima metà dell'anno (2,9 casi per 100.000 abitanti), ha già superato il valore soglia definito per l'eliminazione del morbillo pari a 0,1 casi l'anno per 100.000 abitanti e dimostra dunque la necessità di rafforzare l'impegno di prevenzione nei confronti di questa malattia". Lo spiega un report della Regione Emilia-Romagna pubblicato sul sito dell'Osservatorio epidemiologico dell'Istituto superiore di sanità. Il maggior numero di casi si è registrato a Bologna (40 segnalazioni, di cui 28 confermate, quattro probabili e cinque possibili) e Reggio Emilia (22 segnalazioni, di cui 13 confermate, sette probabili e una possibile). Ma oltre i 10 casi c'è anche Ravenna (18 segnalazioni, di cui 13 confermate e una possibile. Subito dietro Parma (14 segnalazioni, di cui otto confermate, una probabile e due possibili) e Modena (13 segnalazioni, di cui sette confermate, una probabile e tre possibili). L'andamento temporale dei casi segnalati in Emilia-Romagna da gennaio 2007 a giugno 2011 evidenzia anche quest'anno un picco in corrispondenza di marzo, ma inferiore a quelli registrati nel 2008 e 2010. Anche la curva nei mesi di aprile e maggio presenta ancora valori elevati, in leggero calo sono le segnalazioni relative a giugno. Il morbillo in Emilia-Romagna colpisce gli adolescenti e i giovani adulti; oltre la metà dei casi si è verificata nei soggetti tra 15 e 34 anni. "Si osservano comunque anche numerosi casi tra i bambini, pochi tra gli adulti sopra i 45 anni e nessuno nelle fasce d'età anziane", segnala il rapporto della Regione. In generale, si può dire che l'età media dei casi confermati è sui 28 anni, mentre quella per il totale dei episodi di morbillo segnalati è sui 24 anni. Inoltre, lo studio della Regione ha accertato che i 129 casi confermati, probabili e possibili riguardano sia persone residenti in Emilia-Romagna (81,4%) sia quelle solo domiciliate in regione e residenti altrove (per lo più in Sicilia, Campania e Trentino Alto Adige; nessuno di loro risulta vaccinato). Le 'vittime' sono per lo più persone non vaccinate. Tra tutti i casi confermati, 83 (cioè il 91,2%) non erano vaccinati, altri tre lo erano con una sola dose e cinque casi avevano una "copertura" non chiara. Tra i 38 casi probabili e possibili, solo cinque erano i vaccinati, ma con una dose. In totale, poi, sono stati 37 i casi (40,7% dei confermati, 28,7% del totale) di persone ricoverate nei reparti di malattie infettive o di pediatria, anche se in molte circostanze si è trattato di ospedalizzazioni per motivi precauzionali. Se ne sono contate 11 a Bologna, cinque a Ferrara e cinque a Ravenna , quattro a Modena. Nessun ricovero è stato registrato tra i casi definiti probabili e possibili. Tra i pazienti ricoverati, invece, una donna di 47 anni e un ragazzo di 22 anni hanno presentato complicanze riconducibili ad un quadro di polmonite e una donna di 35 anni aveva una laringotracheobronchite. Il rapporto della Regione sul morbillo riferisce anche di 18 focolai epidemici che hanno coinvolto in totale 61 persone (sei a Bologna, tre a Reggio Emilia, due a Ferrara, due a Modena, un soggetto ciascuno a Piacenza, Parma, Ravenna, Cesena e Rimini). Due focolai hanno determinato solo casi di possibile morbillo: uno si è verificato in una colonia della riviera romagnola e ha coinvolto tre bambini dell'Alto Adige che non hanno eseguito accertamenti di laboratorio; l'altro focolaio ha interessato due fratelli probabilmente contagiati da una persona proveniente dall'estero e che non si sono sottoposti ad indagini di laboratorio. Dei 16 focolai confermati, 10 si sono verificati in ambito familiare; un in un campo nomadi (con il coinvolgimento totale di 10 persone); uno in una azienda (con due casi provenienti da Francia e Milano); quattro in ambito ospedaliero. Tra i focolai familiari in un episodio il virus proveniva dall'Inghilterra, mentre nelle altre situazioni il focolaio è stato originato in Italia. AUSL RAVENNA 19 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato In molti casi si tratta di persone non vaccinate. La Regione:"Intensificare l'impegno" 12/08/2011 Corriere.it Sito Web Torna il morbillo in Emilia-Romagna Informazione Locale BOLOGNA - Torna il morbillo in Emilia-Romagna: nei primi sei mesi di quest'anno, dalle Ausl sono stati segnalati 143 casi sospetti: 91 di questi (63,6%) sono stati confermati, 19 sono stati classificati come «probabili» e altrettanti come «possibili». Solo 14 segnalazioni non erano relative al morbillo. Numeri che secondo la Regione «dimostrano a necessità di rafforzare l'impegno di prevenzione nei confronti di questa malattia».I DATI - «Il 2011 - spiega un report della Regione pubblicato sul sito dell'Osservatorio epidemiologico dell'Istituto superiore di sanità - si conferma come un nuovo anno epidemico: il tasso di incidenza, calcolato soltanto sui casi notificati nella prima metà dell'anno (2,9 casi per 100.000 abitanti), ha già superato il valore soglia definito per l'eliminazione del morbillo pari a 0,1 casi l'anno per 100.000 abitanti».NELLE PROVINCE - Il maggior numero di casi si è registrato a Bologna (40 segnalazioni, di cui 28 confermate, quattro probabili e cinque possibili) e Reggio Emilia (22 segnalazioni, di cui 13 confermate, sette probabili e una possibile). Ma oltre i 10 casi c'è anche Ravenna (18 segnalazioni, di cui 13 confermate e una possibile. Subito dietro Parma (14 segnalazioni, di cui otto confermate, una probabile e due possibili) e Modena (13 segnalazioni, di cui sette confermate, una probabile e tre possibili). L'andamento temporale dei casi segnalati in Emilia-Romagna da gennaio 2007 a giugno 2011 evidenzia anche quest'anno un picco in corrispondenza di marzo, ma inferiore a quelli registrati nel 2008 e 2010.I PIU' COLPITI - Il morbillo in EmiliaRomagna colpisce gli adolescenti e i giovani adulti; oltre la metà dei casi si è verificata nei soggetti tra 15 e 34 anni. «Si osservano comunque anche numerosi casi tra i bambini, pochi tra gli adulti sopra i 45 anni e nessuno nelle fasce d'etá anziane», segnala il rapporto della Regione. Inoltre, lo studio della Regione ha accertato che i 129 casi confermati, probabili e possibili riguardano sia persone residenti in Emilia-Romagna (81,4%) sia quelle solo domiciliate in regione e residenti altrove (per lo più in Sicilia, Campania e Trentino Alto Adige; nessuno di loro risulta vaccinato).I NON VACCINATI - Le «vittime» sono per lo più persone non vaccinate. Tra tutti i casi confermati, 83 (cioè il 91,2%) non erano vaccinati, altri tre lo erano con una sola dose e cinque casi avevano una copertura non chiara. Tra i 38 casi probabili e possibili, solo cinque erano i vaccinati, ma con una dose. In totale, poi, sono stati 37 i casi (40,7% dei confermati, 28,7% del totale) di persone ricoverate nei reparti di malattie infettive o di pediatria, anche se in molte circostanze si è trattato di ospedalizzazioni per motivi precauzionali. Tra i pazienti ricoverati, una donna di 47 anni e un ragazzo di 22 anni hanno presentato complicanze riconducibili ad un quadro di polmonite e una donna di 35 anni aveva una laringotracheobronchite.FOCOLAI - Il rapporto della Regione sul morbillo riferisce anche di 18 focolai epidemici che hanno coinvolto in totale 61 persone (sei a Bologna, tre a Reggio Emilia, due a Ferrara, due a Modena, un soggetto ciascuno a Piacenza, Parma, Ravenna, Cesena e Rimini). Due focolai hanno determinato solo casi di possibile morbillo: uno si è verificato in una colonia della riviera romagnola e ha coinvolto tre bambini dell'Alto Adige che non hanno eseguito accertamenti di laboratorio; l'altro focolaio ha interessato due fratelli probabilmente contagiati da una persona proveniente dall'estero e che non si sono sottoposti a indagini di laboratorio. Dei 16 focolai confermati, 10 si sono verificati in ambito familiare; un in un campo nomadi (con il coinvolgimento totale di 10 persone); uno in una azienda (con due casi provenienti da Francia e Milano); quattro in ambito ospedaliero. Tra i focolai familiari in un episodio il virus proveniva dall'Inghilterra, mentre nelle altre situazioni il focolaio è stato originato in Italia. Tutti i quattro focolai ospedalieri hanno avuto inizio da pazienti con morbillo visitati o ricoverati nella struttura. (fonte Dire) 12 agosto 2011CONDIVIDI LE TUE OPINIONI SU CORRIERE DI BOLOGNA.IT AUSL RAVENNA 20 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato COLPITI SOPRATTUTTO ADOLESCENTI E GIOVANI ADULTI SANITÀ NAZIONALE 20 articoli 13/08/2011 Corriere della Sera - Ed. Nazionale Pag. 21 (diffusione:619980, tiratura:779916) L'ospedale senza ossigeno Così morì Luis, nove anni Giusi Fasano MILANO - Il cuore di Luis si arrese in fretta. Nove anni per vivere, meno di un minuto per morire. «Anossia cerebrale», ha scritto il medico legale Roberto Testi. Causata dall'interruzione dell'ossigeno che avrebbe ucciso anche gli altri bambini se i medici non avessero fatto il miracolo di capire tutto al volo e di organizzare in pochi secondi la distribuzione di ossigeno con le bombole. Escluso Luis, c'erano altri otto bimbi sotto ossigeno: due di loro sono stati a un passo dalla morte, una bambina è andata in arresto cardiaco e anche lì, è stata la prontezza e la bravura di dottori e infermieri a evitare il peggio. Ecco: questo c'è scritto nella consulenza medico legale sui fatti accaduti all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino il 29 giugno scorso. Una relazione che lo stesso Roberto Testi ha consegnato ieri al procuratore aggiunto Raffaele Guariniello per chiarire due questioni: la morte di Luis è l'effetto dell'interruzione di ossigeno? E ancora: gli altri piccoli pazienti hanno rischiato la vita? Le risposte sono due «sì»: la morte del bambino venezuelano - che i genitori avevano portato in Italia sperando di salvarlo dalla leucemia - è ben più che «compatibile» con l'improvvisa mancanza di ossigeno nelle tubature e gli altri otto piccoli sarebbero morti se l'intervento dei medici non fosse stato immediato. Gli accertamenti di questa prima consulenza (ce n'è un'altra in corso sulle cause tecniche dell'incidente) hanno permesso alla Procura di iscrivere nel registro degli indagati 12 persone: alcuni dei manager dell'azienda ospedaliera che avevano commissionato i lavori al serbatoio per la distribuzione dei gas medicinali e i responsabili delle imprese appaltatrici e subappaltatrici di quelle operazioni. Per tutti i reati contestati sono omicidio, lesioni e disastro colposi. L'inchiesta ha stabilito che il problema quella mattina partì, appunto, dal serbatoio dei gas medicinali. Erano state eseguite delle saldature e per pulire le parti saldate fu usato l'azoto. Ma qualcosa in quelle operazioni non ha funzionato e l'azoto è finito nelle condutture sbarrando la strada all'ossigeno. Per questo di colpo sui monitor che controllavano i valori di ogni bambino sotto ossigeno sono precipitati. Per una manciata di minuti è stato il panico. La macchina dei soccorsi ha funzionato per tutti ma per Luis, che aveva gravissimi problemi ai polmoni e che già era in condizioni disperate, la sospensione dell'ossigeno puro è stata fatale. Il professor Giorgio Ivani, primario della Rianimazione, ha visto tutti i suoi colleghi e tutti gli infermieri occupati a salvare l'uno o l'altro bambino. E ha ringraziato il cielo che quella disgrazia non sia successa qualche giorno prima del 29 giugno. Perché i piccoli pazienti erano molti di più e perché il personale non sarebbe bastato a fronteggiare quell'emergenza che era anche una lotta contro il tempo. La domanda attorno alla quale ruota l'inchiesta è: com'è stato possibile intervenire sul circuito dell'ossigeno senza isolarlo e (come sembrerebbe) senza avvisare del rischio i reparti interessati? RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso L'incidente Il 29 giugno scorso Luis Espinoza, un bambino venezuelano di nove anni, muore all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino per mancanza di ossigeno: lavori al serbatoio dei gas medicinali ne avevano interrotto l'erogazione I rischi Altri otto bambini quel giorno rischiarono la morte per lo stesso motivo. Due furono salvati per un soffio. Depositata la prima relazione sui fatti: 12 gli indagati Foto: Genitori Miriam e Juan Espinoza (Ansa) SANITÀ NAZIONALE 22 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Torino Conclusa la perizia, 12 sotto accusa. Salvati due bimbi 13/08/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 23 (diffusione:334076, tiratura:405061) Le ricette mediche vanno online in gran parte delle regioni CHECK SULLE PRESCRIZIONI Inadempienti i medici che non inviano almeno l'80% dei documenti La trasmissione serve per il monitoraggio Marcello Tarabusi Altre quattro Regioni, conclusa la fase di sperimentazione, avviano a regime la trasmissione elettronica delle ricette, dopo l'apripista Lombardia DDm Economia 14 luglio 2010) e il gruppo di regioni individuate con decreto ministeriale 21 febbraio 2011: Valle d'Aosta, Emilia-Romagna, Abruzzo, Campania, Molise, Piemonte e la Provincia autonoma di Bolzano già partite, Calabria e Liguria dal 1° settembre e Basilicata dal 1° ottobre. Il decreto del ministero dell'Economia del 21 luglio 2011 (sulla «Gazzetta Ufficiale» dell'8 agosto scorso) ha aggiunto all'elenco la Provincia autonoma di Trento (1° ottobre) e le regioni Sardegna e Toscana (31 dicembre). Dal 31 gennaio 2012 sarà il turno della Puglia. L'obbligo di trasmettere i dati delle ricette al ministero dell'Economia nell'ambito del Sistema pubblico di connettività è stabilito dall'articolo 50, comma 5 bis, decreto 269/2003, modificato dalla legge 296/2006, e riguarda tutti i medici del Ssn abilitati dalla singola Regione a rilasciare prescrizioni a carico del servizio sanitario. Il passaggio a regime avviene secondo le previsioni del Dpcm 26 marzo 008 e relativo disciplinare tecnico. I dati vengono trasmessi, analogamente a quanto avviene per le certificazioni di malattia all'Inps in base al decreto del ministero della Salute 26 febbraio 2010, al Sistema di accoglienza centrale (Sac) del ministero dell'Economia. L'accordo nazionale dei medici convenzionati Ssn, siglato il 27 maggio 2009, prevede (articolo 13 bis) che la singola regione metta a disposizione del medico i necessari sistemi informativi ed impone (art. 59ter) al medico di rispettare gli obblighi di trasmissione elettronica a partire dal momento dell'avvio a regime del sistema. In caso di inadempienza, l'Azienda sanitaria competente applica una riduzione dell'1,15% del trattamento economico complessivo, sempreché l'inadempienza non dipenda da cause tecniche non imputabili al medico. In fase di prima applicazione il medico si considera inadempiente se, su base mensile, le ricette prescritte e trasmesse telematicamente risultano inferiori all'80% del totale. La ricetta elettronica, con le doverose cautele in materia di sicurezza informatica e tutela dei dati sensibili, è un potente strumento di monitoraggio e vigilanza sanitaria; lo scopo primario delle disposizioni vigenti sembra però quello di contenere la spesa pubblica, anche grazie al trasferimento sugli operatori dei costi di informatizzazione dei dati. La legge ricorda anche esigenze di verifica di appropriatezza delle prescrizioni, farmacovigilanza e sorveglianza epidemiologica; tuttavia il fatto che tanto il potere regolamentare quanto la funzione di collettore delle informazioni siano affidati al ministero dell'Economia indica chiaramente quale sia l'interesse primario perseguito. © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE 23 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sanità. Trento, Toscana, Sardegna e Puglia pronte a partire 13/08/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 7 (diffusione:334076, tiratura:405061) Servizi agli anziani: servono più controlli IL PIANO DEL GOVERNO La delega mira a colpire i pagamenti irregolari delle badanti e a incentivare le Regioni a maggiori verifiche sugli aventi diritto Cristiano Gori Il meglio della delega assistenziale si trova, a mio parere, dove non ce lo si aspetta. Il testo non offre - come da molti sperato - risorse utili alle urgenti esigenze di risanamento dello Stato mentre ospita alcune positive indicazioni per la riforma degli interventi. A partire dall'articolo 4, dedicato agli anziani non autosufficienti. Questo articolo contiene la revisione dell'indennità di accompagnamento, asse portante delle politiche loro rivolte in Italia. Si tratta di 487 euro mensili che servono a sostenere le spese aggiuntive dovute alla necessità di assistenza continua e sono utilizzati, perlopiù, per remunerare le badanti; li riceve il 9,5% delle persone con almeno 65 anni. Come in tutta la delega, il testo è vago, presenta diversi errori tecnici ed è impregnato di una certa venatura ideologica, ad esempio laddove rinomina la misura "indennità sussidiaria alla non autosufficienza". La strada tracciata, in ogni modo, sembra chiara e i suoi punti principali sono apprezzabili. Primo. Il sostegno pubblico alle famiglie di anziani che vivono a domicilio è costituito principalmente dall'indennità e la presenza dei servizi è minore; lo confermano le quota di Pil dedicate, rispettivamente lo 0,62% alla prima e lo 0,24 ai secondi (fonte: Ragioneria generale dello Stato). Numerose ricerche - ma prima ancora l'esperienza concreta - testimoniano che le famiglie necessitano di informazioni, suggerimenti e consulenza mentre oggi l'erogazione dell'accompagnamento non è abbinata a nulla di simile. Detto altrimenti, le famiglie si trovano sole, con i 487 euro in mano, a dover capire cosa fare e a chi rivolgersi. È opportuna, pertanto, l'indicazione della delega di legare alla fruizione dell'indennità la possibilità di interpellare operatori specializzati che forniscano loro le informazioni e i consigli necessari. Secondo. Spesso le famiglie utilizzano l'indennità per pagare in modo irregolare (parte) della remunerazione delle badanti, "facilitate" dalla carenza di controlli. Manca pure qualsiasi regola per far sì che l'assistenza fornita grazie all'accompagnamento rispetti dei criteri di qualità. La delega indica l'intenzione di sciogliere questi nodi, pur senza precisare in che modo. La strada migliore pare quella intrapresa in Austria, dove fino al 2007 è esistita una misura simile all'accompagnamento, utilizzata perlopiù per remunerare le badanti provenienti dall'Est irregolarmente e senza alcuna garanzia di qualità. La riforma lì introdotta ha reso obbligatorio l'utilizzo della prestazione per remunerare badanti assunte in modo regolare e che assicurino un livello minimo di competenze nell'assistenza (offrendo a chi ne è privo la possibilità di frequentare i corsi necessari). Terzo. In alcune Regioni, perlopiù del Mezzogiorno, la percentuale di anziani che ricevono l'accompagnamento è superiore a quella di coloro i quali - secondo i dati Istat sulla non autosufficienza - ne avrebbero bisogno. Le Regioni, va detto, non sono incentivate a contenere la spesa: a loro spetta la decisione su quali domande per l'indennità accettare ma è lo Stato a finanziarla. La delega indica una strada per superare questo incentivo negativo al comportamento delle Regioni. Stabilisce, infatti, che lo Stato trasferisca loro le risorse necessarie, in base ai dati sulla diffusione territoriale della non autosufficienza, ma che laddove la spesa di una Regione risulti maggiore di quanto ricevuto sia essa stessa a reperire gli stanziamenti ulteriori nel proprio bilancio. Un meccanismo semplice e più efficace di tanti bizantinismi sul federalismo. Il dibattito scientifico internazionale giudica l'indennità di accompagnamento la peggiore tra le misure simili in Europa, per equità e qualità. Alle criticità menzionate va aggiunta l'inappropriatezza dovuta alla sua rigidità: a tutti viene fornito il medesimo importo (i 487 euro) invece di modularlo - come accade all'estero - secondo bisogni assistenziali e condizioni economiche. Se si deciderà di rendere gli interventi per gli anziani non autosufficienti una priorità della politica, la riforma dell'indennità rappresenterà uno dei passaggi decisivi, insieme all'incremento dei servizi pubblici. SANITÀ NAZIONALE 24 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA RIFORMA DELL'ASSISTENZA 4 13/08/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 7 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato © RIPRODUZIONE RISERVATA Quarta puntata Le precedenti puntate sono state pubblicate il 10, 11 e 12 agosto SANITÀ NAZIONALE 25 13/08/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 6 (diffusione:334076, tiratura:405061) Stretta da 12 miliardi nel 2012 Tagli di spesa ripartiti in parti uguali: 6 miliardi sui ministeri e 6 su Regioni ed enti locali LE RIDUZIONI NEL 2013 Il nuovo contributo scende a 3 miliardi per le Pa centrali e a 2,5 per quelle locali Escluse sanità, scuola, cultura, ricerca e 5 per mille Eugenio Bruno ROMA Stato e autonomie contribuiranno fifty-fifty alla ristrutturazione della manovra. A prevederlo è la «bozza» di decreto legge che il Consiglio dei ministri ha approvato ieri e i cui contenuti erano stati illustrati in mattinata ai rappresentanti di Regioni, Province e Comuni. Dei 12 miliardi di nuovi tagli di spesa attesi nel 2012, 6 arriveranno dalle amministrazioni centrali e altrettanti da quelle locali. Lo stesso varrà per l'anno successivo quando le prime contribuiranno per 2,5 miliardi e le seconde per 3. Diversi sono invece i meccanismi che verranno seguiti per la sforbiciata. I dicasteri si vedranno "congelati" già l'anno prossimo 6 miliardi (che nel 2013 diventeranno 2,5) tra le spese rimodulabili nella disponibilità dei singoli bilanci. Che però - come confermato dal responsabile dell'Economia, Giulio Tremonti - potranno scendere a «se funziona la Robin Hood tax per il settore energetico». Nel frattempo dovrà essere attuata la «spending review» prevista dal testo originario della manovra e volta a individuare i fabbisogni standard relativi ai diversi programmi di spesa delle Pa centrali. Il primo passo in questa direzione lo farà la Ragioneria generale dello Stato (Rgs) che già quest'anno chiederà a tutti i ministeri di comunicare le informazioni contenuti nelle loro banche dati, prevedendo una penale (il 2% dello stipendio) per i dirigenti delle amministrazioni inadempienti. Nel corso del prossimo anno toccherà a Via XX Settembre calcolare gli standard di spesa efficiente da rispettare attraverso dei programmi triennali per il superamento della spesa storica concordati con l'Economia. Non tutti i rami dell'amministrazione centrale saranno interessati dall'austerity. Per ammissione dello stesso Tremonti non saranno interessati dalle riduzioni «del comparto pubblico la sanità, la scuola, la ricerca, la cultura e il 5 per mille». Nel caso degli altri livelli di governo non ci sarà invece alcun trascinamento dei saldi da un anno all'altro ma una stretta aggiuntiva di 6 miliardi. Così ripartita: - 1,7 miliardi ai Comuni, -0,7 alle Province, -1,6 alle Regioni a statuto ordinario e -2 a quelle a statuto speciale. Somme che si cumuleranno dunque agli 8,5 miliardi di riduzione dei trasferimenti disposti dal decreto legge 78 di un'estate fa. Nel 2013 l'intervento di contenimento previsto dal nuovo Dl scenderà a 3 miliardi e vedrà un contributo dimezzato di ogni comparto rispetto ai 12 mesi precedenti: 850 milioni i Comuni, 350 le Province, 800 le Regioni ordinarie e 1.000 le speciali. Numeri e tempi che hanno fatto infuriare le autonomie. Seppure con accenti diversi da territorio a territorio. Nonostante la rassicurazione che la scure non riguarderà in alcun modo la sanità il giudizio più netto l'ha formulato il governatore lombardo Roberto Formigoni (Pdl): questa terza manovra in un anno, ha detto, «causa la scomparsa definitiva del federalismo fiscale» visto che i «tagli previsti nel luglio 2011 pesano per il 50% sulle Regioni mentre a loro volta queste pesano sulla spesa totale solo per il 16%». A suo giudizio servirebbe piuttosto la revisione del patto di stabilità, che costringe ad esempio la Lombardia a tenere inutilizzati 4,5 miliardi di euro. Critiche sono giunte dal presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani (Emilia Romagna, Pd) che «mette a rischio una serie di servizi fondamentali per i cittadini. L'alternativa - ha aggiunto - non può essere fra un taglio selvaggio alla prestazioni oppure tasse che peseranno in primo luogo sui ceti medio-bassi. Di diverso avviso il leghista Roberto Cota (Piemonte) che ha invitato al «senso di responsabilità al quale «anche noi presidenti di Regioni non possiamo sottrarci». Pur accogliendo con favore la decisione dell'Esecutivo di anticipare la tempistica del federalismo (su cui si veda altro articolo qui sotto) parole dure sono giunte anche dai sindaci. In particolare da Gianni Alemanno. SANITÀ NAZIONALE 26 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA MANOVRA DI FERRAGOSTO 13/08/2011 Il Sole 24 Ore Pag. 6 (diffusione:334076, tiratura:405061) SANITÀ NAZIONALE 27 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pur non ritenendo ancora chiusa la partita il primo cittadino della capitale ha parlato di manovra «insostenibile, inaccettabile perché 6 miliardi di tagli alle Regioni e agli enti locali vogliono dire che a pagare saranno i cittadini più esposti e i ceti più deboli». Critico anche il numero uno dell'Upi, Giuseppe Castiglione, che ha definito «iniqua» la nuova correzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonte: Elaborazione Il Sole 24 Ore LA PAROLA CHIAVE Spending review Letteralmente significa "revisione della spesa". A introdurla nel nostro sistema di finanza pubblica è stato l'ex ministro dell'Economia dell'ultimo Governo Prodi, Tommaso Padoa-Schioppa che l'affidò alla Commissione tecnica per la spesa pubblica (Ctfp) allora operante al Mef. L'obiettivo è quello di migliorare l'efficienza e l'efficacia della spesa pubblica attraverso la sistematica analisi e valutazione delle strutture organizzative, delle procedure di decisione e di attuazione, dei singoli atti all'interno dei programmi dei dicasteri e dei risultati conseguiti Vecchi e nuovi tagli Cumulo tra manovre Il decreto correttivo della recente manovra estiva aggiunge 12 miliardi di nuovi tagli ripartiti esattamente a metà tra ministeri e autonomie. Il conto più salato lo pagheranno le Regioni (3,6 miliardi) contro i 2,4 di Province e Comuni. Nel 2013 il contributo aggiuntivo scenderà a 2,5 miliardi per i primi e 3 miliardi per le seconde. Nel computo della sforbiciata complessiva sulla spesa pubblica bisogna poi tenere conto, come fa il grafico accanto, degli interventi di riduzione già disposti dal decreto legge 78 del 2010 e dal più recente Dl 98 del 2011 13/08/2011 La Repubblica - Firenze Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) Slogature e piccole ferite crollano i tempi di attesa (mi.bo.) L'INFERMIERE che interviene al posto del medico sul malato del pronto soccorso, in casi selezionati. La Toscana crede nel "see and treat" e lo rilancia, visti i risultati della sperimentazione di quasi un anno in sei pronto soccorso. Sono stati 7.367 i pazienti trattati (il 6% di quelli arrivati nelle stanze dell'emergenza tra le 8 e le 20), nel 70% dei casi persone con un problema traumatologico e codice di gravità azzurro, bianco o verde (cioè i meno gravi). I tempi di attesa, secondo i dati raccolti dalla Regione, si sono ridotti addirittura del 60-70%. «Non si sono verificati eventi avversi né reingressi per complicanza e i pazienti hanno dimostrato di apprezzare il servizio», dicono dall'assessorato alla salute. Gli infermieri-medici, una definizione che non piace molto agli interessati, sono stati formati per seguire i casi clinici minori: piccole ferite e abrasioni, slogature, punture di insetti, reazioni allergiche circoscritte e altro. E' stato il Consiglio sanitario regionale a definire la lista dei problemi su cui può non intervenire il medico, liberato per potersi occupare dei casi più seri. L'idea del see and treat, da tempo utilizzato nei paesi anglosassoni, in Toscana risale ad alcuni anni fa. La Regione già nel 2007 aveva fatto una prima delibera per avviare questo tipo di esperienza. Non se neè fatto di nulla per alcuni anni, fino a novembre scorso, quando è stata avviata la sperimentazione. Del resto in Toscana ci sono già infermieri che vedono per primi e talvolta trattano i malati: quelli a bordo di alcune ambulanze del 118. L'avvio della sperimentazione aveva provocato reazioni piuttosto dure da parte di alcuni ordini dei medici, quello di Bologna fece addirittura un esposto alla procura di Firenze. Si temeva uno sconfinamento della professione infermieristica in campo medico ma la Regione ha sempre assicurato che i rappresentanti dei vari professionisti erano d'accordo con il progetto. Foto: L'ASSESSORE Daniela Scaramuccia ha annunciato che gli infermieri medici opereranno in tutti i pronto soccorso toscani SANITÀ NAZIONALE 28 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I risultati Nel collaudo trattati con il "see and treat" 7.367 pazienti 13/08/2011 La Repubblica - Firenze Pag. 6 (diffusione:556325, tiratura:710716) Scaramuccia: "La sperimentazione ha funzionato. E nascerà il dottore itinerante" L'assessore regionale alla salute spiega le novità in arrivo ad autunno MICHELE BOCCI GLI inferemieri-medici in tutti i pronto soccorso toscani. Arriveranno dopo l'estate, visto che la sperimentazione del cosiddetto "see and treat" (cioè valuta e cura) condotta nell'ultimo anno ha dato buoni risultati. L'assessore alla salute Daniela Scaramuccia racconta alcuni dei cambiamenti della sanità toscana in arrivo ad autunno: verranno chiuse attività nei piccoli ospedali e i medici non saranno più legati ad una struttura ma si sposteranno in più ospedali per assistere i malati. Il see and treat ha provocato polemiche, perché lo estendete a tutti i pronto soccorso? «Perché funziona, i dati della sperimentazione dimostrano che riduce il tempo di permanenza nelle sale di emergenza. E poi le polemiche si sono spente: l'Ordine dei mediciè dalla nostra partee anche gli infermieri sono soddisfatti. Del resto nel nostro paese abbiamo 3,4 medici e 6,4 infermieri ogni mille abitanti contro una media Ocse di 3,1 e 8,4. Dobbiamo valorizzare le professionalità e dar in mano i casi meno importanti a operatori che sono comunque laureati, in infermieristica. E poi i medici stanno diminuendo a causa dei pensionamenti». Le assunzioni in Toscana sono quasi ferme, com'è la situazione del sistema? «Siamo stati travolti da uno tsunami. Quest'anno al pareggio arriviamo ma abbiamo lavorato con meno risorse senza toccare i servizi. Nel prossimo anno avremo 350 milioni in meno del 2011. Più ce ne hanno tolti altri 70 da coprire con i ticket». Come farete a controllare chi deve versare piccole somme di ticket, 2 o 4 euro per una ricetta? «Verificheremo attentamente le autocertificazioni. Chiederemo a Equitalia di potenziare i controlli e farli anche per cifre basse. Dobbiamo assolutamente combattere l'evasione come dobbiamo riscuotere di più i ticket ai pronto soccorso da parte dei codici bianchi. Ho scritto a tutti i direttori sollecitandoli su questi punti. Valuteremo i manager anche in base a questo obiettivo. Stringeremo i controlli ma mi auguro che in questo momento di difficoltà i cittadini capiscono che ci devono aiutare e il contributo è basso. E noi non abbiamo toccato le fasce di esenzione». Per risparmiare verranno chiusi dei piccoli ospedali? «No ma riorganizzeremo la rete. Quello che non possiamo più tollerare è che in presidi piccoli si facciano 4 interventi alla mammella e 10 al colon all'anno quando le soglie minime ne prevedono magari 100. Ogni servizio dovrà essere garantito al meglio» Quindi taglierete alcune attività? «Nel piano sanitario metteremo le soglie minime di lavoro per le varie specialità e vedremo dove e da chi vengono raggiunte. Nei piccoli presidi dobbiamo potenziare la diagnostica, la specialistica e la capacità di presa in carico dei cittadini. La fase strettamente acuta deve essere concentrata dove esiste una massa critica di lavoro sufficiente. Ma gli ospedali minori non spariranno, anzi abbiamo un altro progetto che servirà tra l'altro a rilanciarli». Quale? «Lo potremmo definire del medico itinerante. Stiamo lavorano con gli ordini e le parti sociali per far spostare i professionisti, che non lavoreranno più in un solo ospedale ma andranno, ovviamente a seconda della loro specializzazione, anche nei presidi vicini, tra cui quelli piccoli e periferici. E' una misura organizzativa che andrebbe bene anche se avessimo risorse infinite e si rivelerà efficace a maggior ragione in un periodo di risorse scarse. Penso anchea ospedalieri che lavorano per il territorio, come i cardiologi che in Mugello collaborano con i medici di famiglia». Foto: SEE AND TREAT "Valuta e cura", cioè il medico infermiere nei pronto soccorso SANITÀ NAZIONALE 29 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Infermieri-medici in tutti i pronto soccorso 13/08/2011 La Repubblica - Firenze Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) Inso costruirà maxi ospedale da 350 milioni LA INSO spa, società fiorentina del Gruppo Consorzio Etruria, ha stipulato in Turchia il suo quinto contratto di concessione, dopo i quattro già in corso in Italia per gli ospedali di Vimercate (Milano), Empoli (Firenze), Nuoro e quello fiorentino di Careggi. Il contratto per la realizzazione del Campus Ospedaliero di Kayseri, città situata nel centro della Turchia, è stato sottoscritto tra il ministero della Sanità e la società di progetto con sede ad Ankara costituita tra Inso e il socio turco Yda. Si tratta di un investimento di oltre 350 milioni di euro e prevede la progettazione e la realizzazione in tre anni di un ospedale da 1.538 posti letto, oltre alle aree di supporto, quali hotel, centro congressi, centro sportivo e centro commerciale. La società di progetto resterà inoltre impegnata per 25 anni nella gestione dei servizi, i cui ricavi ammontano a circa 2.000 milioni. SANITÀ NAZIONALE 30 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato In Turchia 13/08/2011 La Repubblica - Napoli Pag. 11 (diffusione:556325, tiratura:710716) FRANCESCO ROSSI Caro direttore, chiedo ospitalità per rispondere all'articolo di Mario Santangelo dell'11 agosto. Non è mia intenzione affrontare, di nuovo, il problema del trasferimento del "Vecchio Policlinico", anche se da anni abbiamo più volte, l'Ateneo, la Facoltà di Medicina e io stesso, data piena disponibilità in tal senso, perché come giustamente ha scritto il mio amico Massimo Marrelli questa questione va affrontata con un serio programma e nelle sedi istituzionali. Intervengo soltanto per ricordare a Santangelo come sono andati realmente i fatti e per ristabilire la verità. Sono passati due anni dagli avvenimenti e capisco che forse Santangelo non ricorda bene come si svolsero i nostri incontri. È vero, mi opposi a una delocalizzazione delle strutture della nostra Facoltà di Medicina di piazza Miraglia negli ospedali Monaldi, Cotugno e Cto, ma solo per evitare una ulteriore frammentazione della nostra attività assistenziale con conseguenti danni anche alla didattica e alla ricerca. D'altra parte, a leggere bene la mia lettera del 7 agosto, nemmeno ora la mia proposta è in tal senso! Vorrei, inoltre, ricordare che alla successiva proposta di allora, da parte di Santangelo, per un trasferimento in toto di tutte le strutture di piazza Miraglia (per 150 posti letto con aule e laboratori) nel solo ospedale Monaldi rispondemmo subito positivamente e quanto affermo è documentato non nei mie ricordi, ma nelle delibere della stessa Facoltà di Medicina della Sun di due anni orsono. Vorrei ricordare a Santangelo che la stessa Regione istituì una commissione mista (Regione-Università), con l'intento di valutare i tempi, i modi e la fattibilità della proposta per il trasferimento. Tutto naufragò di fronte alle evidenze: invece dei 150 posti letto proposti, al Monaldi se ne potevano al massimo ricavare meno di 80 in una "fantomatica palazzina" che doveva essere ristrutturata a tale scopo e che ancora, dopo due anni, non lo è stato; ne vi era la possibilità di potere allocare in quella sede le aule e i laboratori di cui la Facoltà aveva bisogno. Questi sono i fatti! Comunque ora non è il tempo delle polemiche con nessuno e tantomeno con Santangelo, al quale sinceramente va ancora il mio riconoscimento per avere almeno tentato di trovare una soluzione. È il momento delle scelte definitive e serie e queste vanno trovate dalle Istituzioni, tra cui in primo luogo la Regione con il nostro Ateneo, per consentire finalmente alla Facoltà di Medicina della Sun di svolgere le proprie attività istituzionali e soprattutto sanitarie in maniera dignitosa e in una sede unitaria. Le nostre proposte sono state sempre coerentemente le stesse e non certamente "gattopardesche". L'autore è rettore della Seconda Università degli studi di Napoli SANITÀ NAZIONALE 31 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL VECCHIO POLICLINICO E LA SUN 13/08/2011 La Repubblica - Roma Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) Visite mediche e corsi ai detenuti ecco "Salute nelle carceri" CARLO PICOZZA HA PRESO il via il progetto "Salute nelle carceri" con visite ai polmoni, alla pelle, agli occhi e con esami diagnostici alla tiroide nel penitenziario femminile di Rebibbia (360 detenute e 15 bimbi under 3 reclusi al seguito delle madri). Per sei mesi una trentina di medici terrà corsi di educazione alla salute e assicurerà l'assistenza ai detenuti nella quindicina di carceri laziali. Finanziata dalla Regione con 130mila euro, nella fase di avvio, l'iniziativa interesserà i quattro complessi di Rebibbia, Regina Coeli, il carcere minorile di Casal del Marmoe quello di Velletri. Ad annunciarlo sono stati l'assessore regionale Giuseppe Cangemi (Sicurezza), il coordinatore del progetto, Aldo Morrone, manager del San Camillo-Forlanini, e il provveditore degli istituti penitenziari del Lazio, Maria Claudia Di Paolo. Con l'ospedale di Monteverde, nell'iniziativa sono impegnate le Asl RmB, E e H. «Sarà una campagna di screening», spiega Morrone, «sulle malattie cardiorespiratorie, sulle disfunzioni metaboliche e sulle infezioni, patologie difficili da curare senza una diagnosi precoce». «Saremo impegnati», continua, «in una iniziativa di prevenzione dei tumori; attenzione particolare sarà posta sui rischi del fumo, che in carcere è molto diffuso, e sulla depressione per prevenire gesti di autolesionismo». CON i detenuti, il progetto "Salute nelle carceri" coinvolgerà gli agenti di custodia e altri operatori che, se vorranno, potranno essere sottoposti a visite ed esami diagnostici. Obiettivo dell'iniziativa è la promozione della salute in carcere attraverso la diagnosi precoce delle malattie: «La ricerca del benessere psico-fisico», ancora Morrone, «può diventare un impegno anche per quanti vivono condizioni di costrizione». In campo ci saranno specialisti, tecnici e verranno impiegati macchinari diagnostici: un antidoto alle complicazioni burocratiche dei trasferimenti dei detenuti negli ambulatori ospedalieri. Con l'aiuto di mediatori culturali e dei detenuti stranieri, verranno pubblicati in varie lingue, opuscoli di educazione alla salute. SANITÀ NAZIONALE 32 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il progetto 13/08/2011 La Repubblica - Bologna Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Ha 4 anni ed è ricoverato al Maggiore. È precipitato da tre metri di altezza battendo la testa. I primi aiuti dai genitori che erano con lui LORENZA PLEUTERI MATTEO ha quattro anni appena compiuti, la testa e un braccio che gli fanno male, la pancia dolorante e una brutta storia da dimenticare, quando uscirà dall'ospedale e tornerà a casa, a Ozzano dell'Emilia. Un giro in seggiovia, al Corno alle Scale, la montagna dei bolognesi, ha rischiato di finire per lui nel peggiore dei modi e tiene la famiglia e i parenti con il fiato sospeso. Il bimbo, che era assieme al padre e al fratello più grande, è scivolato fuori dal sedile con l'impianto in movimento, è cascato sulla rete di protezione, è rimbalzato ed è caduto di sotto. Un volo finale di tre metri. La botta al capo. Un colpo all'addome. Il braccio slogato o forse rotto. Le urla, la concitazione. Il padre si è lanciato fuori - o anche lui è volato giù, nel tentativo di trattenere il figlio - ed è stato il primo a raggiungerlo e a soccorrerlo, inerpicandosi fino a lui. Poi, raccolto l'allarme, è arrivata una ambulanza. E per portare velocemente a Bologna il piccolo ferito, destinazione ospedale Maggiore, è stato attivato anche l'attrezzato elicottero del 118, con un anestesistarianimatore nella squadra di emergenza a bordo. «Codice due- border line», la valutazione immediata del bimbo, classificazione che nella scala delle équipe sanitarie equivale a condizioni medio-gravi. «Quandoè stato caricato - racconta chi ha assistito all'imbarco del piccolo - per fortuna era cosciente e parlava, spaventato più per il terrore che deve aver visto negli adulti che dalla consapevolezza di quello che gli è successo». L'incidente è avvenuto intorno alle quattro del pomeriggio, nel percorso in discesa, verso valle. I due bimbi e il padre erano sul sellino di una delle quattro seggiovie del comprensorio, la Covone Rocce, in alcuni punti distante dal suolo anche sessanta metri. Il piccolo è scivolato fuori subito dopo la partenza, dove il dislivello è inferiore e dove la rete di protezione ha fatto da ammortizzatore. Pesanti comunque le conseguenze. Il piccolo, sottopostoa analisi ed esami, ha un quadro clinico definito «serio» da fonti ospedaliere, «non in pericolo di vita». I carabinieri della compagnia di Vergato, allertati quando Matteo era già stato portato via e il padre lo stava raggiungendo a Bologna, contuso, hanno effettuato i rilievi di rito, a impianto fermo. Dovranno verificare, raccordandosi con la procura, se la seggiovia è a norma, in particolare per quello che riguarda il trasporto e la sicurezza di bambini. Le strutture sono in gestione alla società H. R. di Maena Biagi, socia unica e amministratrice delegata. A Corno delle Scale, dove tutti tifano per il piccolo Matteo, qualcuno ricorda che uno degli impianti di risalita nel 2008 «era stato chiuso per qualche altro problema». PER SAPERNE DI PIÙ www. aosp. bo. it www. federconsumatoribologna. it Foto: Una seggiovia, il bimbo è caduto da tre metri SANITÀ NAZIONALE 33 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Bimbo cade dalla seggiovia al Corno soccorso con l'eliambulanza, è grave 13/08/2011 La Repubblica - Genova Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Bimbo precipitato dalla scogliera dopo l'incubo, l'ora della speranza Ieri intervento per la messa in sicurezza della scalinata verso il mare di Sori MARCO PREVE SONO migliorate, nel senso che sono stazionarie e non c'è stato bisogno di intervenire chirurgicamente, le condizioni di Giovanni C., il bimbo bolognese di cinque anni ricoverato da giovedì sera in rianimazione al Gaslini dopo una rovinosa caduta dalla scogliera di Sori. E mentrei genitori vivono ore d'ansia in attesa nell'ospedale di Quarto, il sindaco di Sori, Luigi Castagnola, ieri ha fatto immediatamente mettere in sicurezza, con reti di protezione, la ripida scalinata che da via Capo Pino scende nella spiaggetta sottostante la scogliera. Un intervento effettuato nonostante la scala non si trovi su terreno comunale bensì di diversi privati. E' qui che due sere fa, il piccolo Giovanni, sfuggito al controllo dei genitori ha oltrepassato la ringhiera cadendo per una decina di metri. Quando era stato soccorso dalla Croce Rossa e dall'equipe dell'auto medica del 118 le sue condizioni erano apparse gravi ma non drammatiche. Presentava un evidente trauma cranico e facciale ma rispondeva alle sollecitazioni die soccorritori. Durante il trasporto verso l'ospedale, però, le sue condizioni si erano aggravate rapidamente. Tanto che i medici lo ritenevano in pericolo di vita e non escludevano, nelle ore, a venire un intervento chirurgico al cranio. «Fortunatamente - spiegava ieri il professor Pietro Tuo, primario della rianimazione del Gaslini durante la notte non si sono verificati eventi negativi. In particolare non sono emerse le complicazioni che più temevamo come un edema celebrale o un'emorragia, che ci avrebbero costretti a intervenire chirurgicamente. Il bimbo è stato sedato e si trova in coma farmacologico e saranno necessarie circa 24 ore per sciogliere eventualmente la prognosi che resta al momento sempre riservata». «Sapere che la situazione è stabilee non peggioraè un grosso sollievo anche per tutta la nostra comunità» ha commentato ieri mattina il sindaco di Sori Luigi Castagnola. Il primo cittadino ieri aveva subito mandato sul luogo dell'incidente dei tecnici dell'amministrazione. Alcuni frequentatori della spiaggia avevano infatti segnalato al pericolosità di una ringhiera che presenta ampi varchi, quelli attraverso i quali è appunto passato il bimbo bolognese in vacanza con i genitori a Sori. «In effetti la ringhiera può apparire pericolosa - dice il sindaco - anche se non ho mai sentito di incidenti, anche meno gravi. La difficoltà di intervento per noi dipende dal fatto che la scalinata attraversa terreni di privati e non pubblici. Sono in parte delle Ferrovie e poi di Arte, le case popolari. comunque ho disposto con un decreto urgente un intervento temporaneo. Abbiamo collocato delle reti da cantiere che impediscono eventuali cadute anche di più persone. In futuro vedremo di organizzare una sistemazione definitiva». SANITÀ NAZIONALE 34 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'incidente Il piccolo in coma farmacologico, ma non è necessario l'intervento chirurgico 13/08/2011 La Stampa - Ed. Nazionale Pag. 7 (diffusione:309253, tiratura:418328) «Pago volentieri Ma così tocca sempre e solo agli stipendiati» ANTONELLA MARIOTTI TORINO «Guardi io non ho problemi a dirle che guadagno circa quattromila seicento euro netti al mese. Quindi faccia lei il conto: supero decisamente i novantamila euro l'anno». Mauro Salizzoni è l'uomo che «cambia» il fegato a chi ne ha bisogno, nel suo reparto all'ospedale delle Molinette a Torino arrivano da tutt'Italia, è il primario che ha scelto la sanità pubblica per un ideale, anche politico e che non nasconde mai. Professore questa tassa di solidarietà quindi lei la pagherà volentieri? «Certamente ma dovrebbero pagarla tutti. Ci sono colleghi che sono professionisti privati che guadagnano quattro volte tanto quello che guadagno io, ma noi dipendenti si sa non possiamo sfuggire. E comunque la cifra del mio stipendio è quella dopo quasi quarant'anni di servizio, ci sono medici che guadagnano molto meno. Mentre per altre professioni....Per esempio in questo momento sto andando a Gressoney a trovare i miei nipoti e sa quante ricevute ci fanno?». Quante? «Pochissime, le vede da lontano....Ci sono gioiellieri, commercianti che dichiarano neanche la metà di quello che dichiarano i medici» Lei in qualche modo ha un osservatorio particolare per la crisi: la sanità pubblica. «Quello che colpisce di più sono le famiglie che vengono dal Sud, chi accompagna un trapiantato ha bisogno dell'assistenza delle associazioni altrimenti non ce la farebbe, non potrebbero permettersi di accompagnare il figlio o il coniuge. E trovano alloggio non certo in hotel a cinque stelle». Forse però ci sono stati eccessi in passato. Per esempio per le spese diagnostiche. «In parte è vero, c'era questa moda di farsi il check-up annuale anche senza un motivo particolare, e da un privato convenzionato. Poi se c'era da fare un intervento serio allora di ricorreva all'ospedale, quindi in parte i ticket sono giustificati. Ma questa tassa la pagherò con un rimpianto» Quale? «Non vedo prospettive per il futuro. Questo governo non dà segnali positivi. I cinquemila o diecimila euro che pagherà chi è nella mia posizione forse non serviranno, la chiamano tassa di solidarietà solo per un motivo: chiamarla patrimoniale sarebbe troppo di sinistra». SANITÀ NAZIONALE 35 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato domande a Mauro Salizzoni primario Molinette 13/08/2011 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 15 (diffusione:210842, tiratura:295190) Schiaffo a Obama, giuria boccia la riforma sanitaria ANNA GAUITA NEW YORK - Continua la via crucis legale per la riforma sanitaria voluta da Barack Obama. Mentre alcuni dei provvedimenti più popolari sono diventati già attivi, gli americani rimangono divisi sul provvedimento che dal 2014 dovrebbe obbligare ogni singolo individuo ancora privo di assicurazione a pagarsi la propria copertura medica. Ieri la Corte d'Appello di Atlanta si è schierata con coloro che trovano questa imposizione anticostituzionale. La decisione della Corte viene però dopo quella di un'altra Corte di Appello, quella di Cincinnati, che a sua volta aveva invece accettato la costituzionalità dell'obbligo individuale all'assicurazione medica. Una terza Corte, quella di Richmond, in Virginia, non ha ancora deciso. In poche parole: si sta creando una pelle di leopardo di decisioni al livello di Corti di Appello, il che significa che prima o poi questo capitolo spinoso della riforma atterrerà sul tavolo della Corte Suprema. E allora il Paese saprà se fra tre anni tutti dovranno essere assicurati, o no. Finora alcuni capitoli della riforma sono diventati attivi con generale soddisfazione dei cittadini. Ad esempio è già operativo il divieto per le assicurazioni di rifiutare la copertura a chi sia affetto da preesistenti problemi di salute. È anche operativo il diritto dei genitori di mantenere nella propria polizza anche i propri figli fino al loro 26esimo anno d'età, un provvedimento che in questa stagione di crisi economica, con tanti giovani disoccupati, è giunto particolarmente benvenuto. L'obbligo di assicurazione per tutti, un bastione della riforma Obama, nasce dal fatto che allo stato attuale chi non ha assicurazione ricorre al pronto soccorso degli ospedali, con enorme peso sulle finanze pubbliche. Per l'appunto è stato un presidente repubblicano, Ronald Reagan negli anni Ottanta, a stabilire che gli ospedali non possono rifiutare l'assistenza. Ma quella decisione umanitaria si è trasformata in una voragine rossa per i conti pubblici. E comunque chi riceve assistenza in questo modo è sempre un paria, non viene seguito in modo appropriato e non può godere delle cure e dei controlli di normale amministrazione. La riforma Obama prevede che ogni azienda con almeno 50 impiegati offra una copertura medica ai propri impiegati. E chi rimane senza, dovrà procurarsela da sé. Un obbligo che per molti americani il Congresso non aveva diritto di imporre, anche perché esso violerebbe il diritto alla libertà di scelta di tutti i cittadini. Foto: Il presidente Obama SANITÀ NAZIONALE 36 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I giudici di appello: incostituzionale l'obbligo di assicurarsi. La parola alla Corte Suprema 13/08/2011 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 14 (diffusione:210842, tiratura:295190) Troppo sale nei piatti gli italiani battono tutti Un ricerca inglese rivela il record dei consumi Ecco i condimenti alternativi Ogni giorno 11 grammi invece di uno: salute a rischio CARLA MASSI ROMA - Troppo sale nei nostri piatti. Tanto sale da mandare all'aria anche i benefici della dieta più salutare. Tocca, alla svelta, cominciare a mangiare cibi meno carichi di sapidità. Il consiglio arriva dalla Gran Bretagna, da un ricercatore italiano, Francesco Cappuccio che lavora al Warwick Medical School: gli italiani consumano, mediamente, 11 grammi di sale al giorno. Circa due cucchiaini da caffè. Che vuol dire il doppio delle dosi raccomandate. Dieci volte di più di quelle ottimali. Un record europeo. Diventato oggetto di studio in una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica British Medical Journal. A pochi giorni da un summit organizzato dalle Nazioni Unite per stabilire le priorità di salute del prossimo decennio viene lanciato l'appello a consumare meno sale. «La riduzione collettiva di tre grammi al giorno - spiega Cappuccio - permetterebbe di prevenire ottomila morti per ictus e fino a dodicimila per infarto in un anno. Ricordiamo che solo il 20% del sale assunto è un vero e proprio condimento, l'80% arriva a casa direttamente con gli alimenti in scatola, gli snack, le patatine». Alimenti che, proprio per il loro sapore forte, pungente e accattivante, riescono anche a creare una sorta di dipendenza gastronomica. «Il consumatore è soddisfatto da quelle intensità, ne trae piacere - aggiunge Cappuccio - e per questo vanno così bene nelle vendite. Ma si tratta di prodotti carichi di sale anche se non ce ne accorgiamo. Non basta. Mangiando molto salato si sviluppa la sete che, spesso, viene placata con bibite non proprio salutiste». Attenzione al prosciutto, ai salami, ai dadi da brodo, ai formaggi stagionati raccomanda Pietro Migliaccio, nutrizionista presidente della Società italiana di scienza dell'alimentazione. Parla di «bombe di sodio». «Occhio alle etichette suggerisce Migliaccio -. Sarebbe anche opportuno eliminare la saliera a tavola. Ridurre drasticamente gli alimenti che contengono sodio o sali di iodio. Quindi nitrati di sodio, nitrito, glutammato. Leggere bene e ricordarsi questi ingredienti». L'elenco è lungo ma i prodotti base che, per la pressione, diventano dei micidiali killer sono molti piatti pronti in scatola ma anche stuzzichini da aperitivi, insaccati. Sotto accusa, per l'uso eccessivo di glutammato (lo stesso dei dadi da brodo)la cucina cinese, per esempio. Tenere a freno la saliera è un obiettivo dichiarato anche dall'Organizzazione mondiale della sanità: entro il 2025, infatti, si punta a scendere sotto i 5 grammi a testa in quasi tutta l'Europa. Arrivare, cioè, ad un cucchiaino da caffè al giorno di sale. Non di più. Obiettivo ottimale, secondo i ricercatori, sarebbe riuscire a non superare 1-2 grammi al giorno. Obiettivo difficile da raggiungere, confessano nei laboratori. Questo vuol dire, dunque, che gli italiani ne consumano circa dieci volte in più delle reali necessità. «La prima e più potente arma terapeutica che abbiamo per abbassare la pressione - fa sapere Pasquale Strazzullo del centro di eccellenza per l'ipertensione dell'università Federico II di Napoli - è una consistente riduzione dell'apporto di sale negli alimenti. In molti pazienti questo è in grado di indurre una risposta pressoria paragonabile a quella di un farmaco. E, anche in caso di risposta insufficiente favorisce significativamente l'azione dei medicinali». L'appello è arrivato in quasi tutti paesi europei ma l'Italia sembra fare ancora resistenza. Anche se, da qualche tempo, una felice complicità di medici e chef sta facendo crescere una nuova coscienza salutistico-gastronomica. Anni fa sarebbe stato impensabile sentire parlare uno chef del calibro di Gianfranco Vissani ad un convegno sull'ipertensione. E, invece, era proprio lui, nella sala del rettorato dell'università La Sapienza di Roma a spiegare a studenti e professori quali strategie pratiche cominciare ad adottare per aiutare gli italiani a far abbassare la pressione. «Niente sale nell'acqua della pasta. E il piatto verrà comunque buono», ha sentenziato. Applausi. PESTO AGLI AGRUMI Ingredienti: 200g mandorle pelate, 50g capperi sotto sale, 50cl olio extravergine, 4 arance, 1 mazzetto di basilico. Esecuzione: sbucciare le arance, mondare e lavare il basilico. Mettere nel vasetto del mixer la polpa delle arance, le foglie del basilico, le mandorle, i capperi dissalati (lasciarli in acqua almeno due ore) e l'olio extravergine. Frullare per circa due minuti fin quando non si otterrà un pesto SANITÀ NAZIONALE 37 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ALIMENTAZIONE 13/08/2011 Il Messaggero - Ed. Nazionale Pag. 14 (diffusione:210842, tiratura:295190) SANITÀ NAZIONALE 38 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato dall'aspetto omogeneo. LINGUINE CON POMODORI Ricette senza sale dello chef Filippo La Mantia Ingredienti per 4 persone: 250g di linguine, 10 pomodorini secchi sott'olio, 100g di mandorle pelate, caciocavallo ragusano, basilico, un limone, olio extravergine, origano, pepe Esecuzione: tagliare a pezzetti i pomodorini, tritare le mandorle e il basilico. Tutto in una padella con olio e limone. Far cuocere la pasta e scolarla al dente. Versare nella padella e spolverare con caciocavallo. INVOLTINO DI CARNE Ingredienti per 4 persone: 300g di mollica, 500g di carne di maiale, 50g di uvetta, 50g di pinoli, 50g di pecorino, 1 pomodoro, succo di arancia, basilico, alloro, olio extravergine Esecuzione: tagliare sottili le fette di carne. In padella tostare la mollica con olio. Tritare l'uvetta, i pinoli, il pecorino, il basilico e il pomodoro. Aggiungere mollica e succo d'arancia , mescolare e farne palline da mettere nella carne e chiudere. Fare spiedini, adagiare nella teglia con mollica. In forno. 13/08/2011 Avvenire - Ed. Nazionale Pag. 3 (diffusione:105812, tiratura:151233) Nella campagne, però, dove non ci sono medicine né ambulatori, l'allarme continua Msf: ora il male è endemico Cedric (il nome è di fantasia) zoppicava leggermente quando ha lasciato Choscal, il grande ospedale bianco e verde di Cité Soleil, di proprietà del governo ma gestito, dopo il sisma, da Medici senza Frontiere (Msf ). «Sorrideva, finalmente», racconta Karina Delli Paoli, casertana di 38 anni, infermiera di Msf, appena rientrata in Italia dopo cinque mesi ad Haiti. Il 17enne era arrivato in clinica dieci giorni prima con l'intestino spappolato da una raffica di pallottole. Era finito per caso nel mezzo di un regolamento di conti fra bande, uno dei tanti che avvengono anche in pieno giorno nella baraccopoli. Ora che il colera ha rallentato il ritmo di contagio, sono di nuovo le armi da fuoco la prima causa di ricovero. «Cedric era in condizioni disperate ma, con una serie di operazioni, siamo riusciti a salvarlo. Ogni volta che accade è una festa... I casi come quello di Cedric ci danno la forza di andare avanti», aggiunge. Poi si ferma e ride: «E di non fermarci, nemmeno a Ferragosto». Per il personale di Choscal - un centinaio di persone tra stranieri e locali - sarà un lunedì frenetico come gli altri. Ogni giorno, in media, un centinaio di persone si ammassa nella tenda che funge da sala d'attesa. Lì un'infermiera "smista" i pazienti: i più gravi ricevono una tessera rossa e sono portati direttamente nell'adiacente sala delle urgenze. Gli altri - a cui viene dato un foglietto giallo o verde a seconda dei sintomi - aspettano il turno di visita. L'attesa può durare anche alcune ore, a seconda della folla. «Fino a poco più di un mese fa, avevamo in media 50 casi al giorno solo di colera, tanto che abbiamo dovuto riaprire il reparto apposito: tre tende isolate dal resto dell'ospedale - sottolinea Karina -. Ora sono 4 o 5 alla settimana». L'epidemia ha ucciso negli ultimi 10 mesi circa 5.500 persone e ne ha colpito oltre 300mila. Ora, la malattia - esplosa nel novembre scorso e prima sconosciuta nell'isola - è diventata endemica. Si è, dunque, "stabilizzata". «Questo soprattutto grazie all'azione di sensibilizzazione verso gli abitanti. Il colera può essere evitato seguendo le basilari norme igieniche». Il pericolo, però, resta, soprattutto fuori dalla capitale. Nell'Artibonite e a Port-de-Paix c'è stato un lieve aumento di recente. Nell'Haiti rurale, senza medicine né ospedali, il colera continua a colpire. Nel silenzio. Lucia Capuzzi SANITÀ NAZIONALE 39 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato l'ospedale di Choscal Si riducono i casi di colera a Port-au-Prince «Da 50 malati al giorno a 5 alla settimana» 13/08/2011 Avvenire - Ed. Nazionale Pag. 13 (diffusione:105812, tiratura:151233) D'estate la Asl trasferisce personale e chiude il reparto Proteste delle mamme e dei sindaci del territorio DAVERBANIA MAURO ZUCCARI olemiche infinite nel Verbano-Cusio-Ossola, dopo che l'Asl 14 ha deciso di chiudere temporaneamente il punto nascite all'ospedale San Biagio di Domodossola, per utilizzare in altri reparti il personale ridotto ai minimi termini da ferie estive e blocco del turnover. Immediata la mobilitazione in città, con un corteo di più di 4mila persone; un «Comitato mamme» ha occupato il municipio e istituito un presidio davanti all'ospedale, come aveva già fatto nel 2002, e ha scritto al presidente Napolitano e al ministro Fazio. Inevitabili le polemiche politiche: i sindaci di Domodossola, Mariano Cattrini (centrosinistra) e di Verbania, Marco Zacchera (centrodestra), difendono i rispettivi ospedali cittadini; a ruota, gli altri sindaci dell'Ossola. La maggioranza di centrodestra in Regione Piemonte imputa alla Giunta precedente, di colore opposto, il dissesto finanziario che ora costringe a tagli dolorosi; il centrosinistra contesta la mancanza di un piano sanitario e i tagli di spesa concordati con il Governo nazionale. I medici del «Country pediatrico» di Domodossola hanno minacciato di dimettersi, ritenendo ormai incerta l'assistenza in caso di parto «precipitoso». La vicenda è annosa: la proposta di un unico ospedale provinciale è stata sostituita dall'«ospedale unico plurisede», con riorganizzazione dei reparti per evitare doppioni e sprechi. Ma ogni volta che si parla di trasferire reparti, in un territorio perlopiù montano, si riaccendono le polemiche. SANITÀ NAZIONALE 40 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Niente nascite a Domodossola 13/08/2011 Avvenire - Ed. Nazionale Pag. 13 (diffusione:105812, tiratura:151233) «Donate sangue, serve anche d'estate» Appello del direttore del Centro nazionale, Giuliano Grazzini Revocato dall'Aifa il blocco di sei lotti di emoderivati e esigenze di salute non vanno in ferie, specie per i malati cronici, e il fabbisogno di sangue d'estate è sempre in bilico: se scendono infatti gli interventi chirurgici programmati e rimandabili, aumentano quelli dovuti agli incidenti stradali. Per questo, come ogni anno, si moltiplicano gli appelli a donare sangue: «Anche d'estate vanno garantite per le trasfusioni - sottolinea il direttore generale del Centro nazionale sangue, Giuliano Grazzini - dalle 6mila alle 7mila unità di globuli rossi, e almeno 9800 unità al giorno delle altre componenti emoderivate, piastrine, plasma». L'estate 2011 si è aperta comunque con due novità. La prima è la bacheca elettronica aperta proprio dal Centro nazionale Sangue per monitorare via web, con dati accessibili anche sui telefonini dei responsabili regionali, necessità ed eccedenze. «Si tratta di un nuovo strumento - sottolinea Grazzini - per facilitare lo scambio tra le regioni. Il Centronord è solitamente eccedente, mentre il Sud e le isole sono spesso in carenza di sangue. Adesso, 24 ore su 24, questo sistema rende disponibili dati che consentono di bilanciare le carenze, di compensare. Una rete che, a detta degli operatori regionali, sembra funzionare, con qualche piccola attesa - ammette - per i pazienti cronici». La seconda importante novità, annuncia Grazzini, è che «nel Lazio si sta registrando una bella ripresa delle donazioni. Dopo anni di carenze, sia pure con tanta buona volontà, da quest'anno le associazioni di volontariato stanno lavorando bene, a Roma in particolare. Avis (Associazione volontari italiani sangue) e Fidas (Federazione italiana associazioni donatori di sangue) fanno il punto della situazione ogni settimana, e gli indicatori sono positivi. In una metropoli che è il primo polo sanitario del Centrosud stiamo migliorando, non siamo ancora all'ottimo, ma l'inversione di tendenza è evidente. E ciò tranquillizza tutta la rete nazionale. Che guarda con favore anche alla Sardegna, l'altra regione maglia nera, dove il numero dei donatori è elevato ma è storicamente surclassato dalla presenza record di talassemici. Qui è a regime, dal 1981, un accordo con altre regioni, a partire dal Piemonte e Liguria, che sopperiscono al fabbisogno specifico insulare». L'invito dunque è quello a diventare donatori periodici: attualmente I donatori volontari in Italia sono 1,7 milioni (circa il 4,4% della popolazione idonea): per diventarlo basta essere maggiorenni e avere meno di 65 anni, pesare almeno 50 chili, e avere un normale stato di salute per fare una bella esperienza di solidarietà. «Solidarietà che in tempi di crisi e di disagio sociale si dimentica troppo facilmente» lamenta il direttore del Centro nazionale sangue. Intanto è stato revocato dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) il ritiro sul territorio nazionale per sei lotti, su 24, di emoderivati della ditta Kedrion. Il provvedimento era stato disposto dopo la segnalazione da parte dell'azienda di due donatori di sangue, uno italiano e uno tedesco, che avevano accusato sintomi eventualmente riconducibili a una delle forme della malattia neurodegenerativa di Creutzfeldt Jakob. Ma le indagini effettuate sul donatore morto in Germania non hanno confermato la diagnosi di malattia, né di quella sporadica né della variante di «mucca pazza». Pertanto l'Aifa ha disposto la revoca del divieto di utilizzo dei lotti di emoderivati in cui era confluito il sangue del donatore tedesco. (En.Ne.) SANITÀ NAZIONALE 41 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sanità 13/08/2011 Il Gazzettino - Venezia Pag. 31 (diffusione:86966, tiratura:114104) Nemmeno tutti i soldi del turismo potranno salvare la sanità veneziana Caro turista, era da un bel pezzo che ti volevo scrivere soprattutto per ringraziarti. Ti chiederai: «Per che cosa?» Soprattutto per la mia salute. Sai sono un veneziano che comincia a invecchiare e comincia a preoccuparsi se si deve ammalare. Quindi mi conforta molto che se esiste ancora l'Ospedale civile, dove eventualmente ricoverarmi in caso purtroppo di bisogno, lo devo - a detta dei vari comitati, dei vari sindaci, dei vari direttori generali - solo ed esclusivamente a te e ai tuoi milioni di colleghi che visitano la mia adorata Venezia. E sai perché? Perché ci dicono continuamente che noi veneziani costiamo troppo alla sanità. So benissimo che non ti puoi permettere con tutti i soldi che spendi in gondole, in maschere e paccottiglia made in Cina, in vetri Murano Glass nella migliore delle ipotesi fatti in terraferma a mantenere un pronto soccorso con rianimatore al Lido, per cui subito ti tranquillizzo: abito proprio a Venezia. Lasciamo che gli abitanti delle nostre isole arrivino pure agonici al Civile. Sappi inoltre che sono di poche pretese: se il mio diabete dovesse scompensarsi dal lunedì al venerdì stai tranquillo mi accontento di essere appoggiato in ortopedia se non c'è posto letto in un reparto internistico; se dovessi avere bisogno di un intervento chirurgico d'urgenza dalle ore 21 del venerdì alle ore 8 del lunedì ti prometto che starò buono in medicina continuando a lasciar libero e vuoto - con tutti i suoi posti letto - un intero piano del dipartimento chirurgico per il... come si chiama? Ah sì! Week Surgery! Così non si disturberà un certo direttore generale che qualche anno fa pontificò che non ci sarebbero mai stati degli appoggi in altri reparti. Prima di salutarti avvisa pure i tuoi nipotini che forse, spero il più tardi possibile, mi potranno vedere forse come reperto da aggiungere a quelli della meravigliosa Biblioteca di San Marco del nostro ospedale. Un umile e sommesso grazie a te e ai tuoi colleghi che i vari comitati, sindaci, direttori generali si augurano sempre più numerosi per salvare il nostro Ospedale Civile. Ferruccio Vianello Venezia SANITÀ NAZIONALE 42 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sabato 13 Agosto 2011, 13/08/2011 Il Secolo XIX Pag. 17 (diffusione:103223, tiratura:127026) Il medico sotto accusa «Niente da dire a voi del Secolo» «NON HO TEMPO e non ho niente da dire, soprattutto al Secolo XIX». Dura dieci volte meno di un banale prelievo del sangue, la telefonata con Mauro Zanna, da anni primario del pronto soccorso del Villa Scassi. Non commenta la notizia del la lettera di contestazione ricevuta nei giorni scorsi dalla direzione sanitaria della Asl 3. Di certo il camice bianco è da mesi al centro delle polemiche per la paralisi del centro di emergenza di Sampierdarena e per i veleni interni. Gli ultimi hanno una data precisa: il 6 maggio ha alzato bandiera bianca Luca Beringheli, il medico che otto mesi prima era stato nominato responsabile del pronto soccorso. Il direttore generale della Asl 3 Renata Canini gli aveva dato un incarico ben preciso: riorganizzare il reparto. Nel frattempo Zanna che è stato anche dirigente sindacale dell'Anaao, era stato promosso coordinatore dell'emergenza di tutta la rete ospedaliera della Asl 3: non si era però mai trasferito negli uffici di Corvetto ed aveva mantenuto lo studio al Villa Scassi, a stretto contatto con il pronto soccorso. Tra i due non è mai corso buon sangue, soprattutto dopo la promozione di Beringheli. A fine estate 2010 erano iniziate le discussioni tra i due medici e le divisioni tra chi era schierato con il primario e chi con il nuovo responsabile. Insomma un brutto clima, con tanto di lettere anonime, lunghi coltelli e malignità varie (sempre a parole, per fortuna). Fino a quando Beringheli ha deciso di mollare tutto e prendersi due settimane di ferie per andare a Manduria, a lavorare per Emergency. Poi la decisione di cambiare aria e di tornare in seconda linea al pronto soccorso dell'ospedale di Sestri, senza però fare troppo rumore. «Me ne vado è meglio per tutti. Ho concluso la mia missione, ci ho messo la faccia e ho fatto tutto quello che ho potuto da agosto a metà aprile. Sono stati otto mesi intensi, e ora, per come si erano messe le cose, non aveva più senso che rimanessi ancora qui. C'è Zanna che ha la responsabilità della struttura e tocca a lui farla funzionare come sa». Era intervenuto anche l'assessore Montaldo, ma Beringheli non aveva cambiato idea. SANITÀ NAZIONALE 43 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato POLEMICHE E VELENI 13/08/2011 Il Secolo XIX Pag. 17 (diffusione:103223, tiratura:127026) Villa Scassi, processo al primario Attese e caos, dall'Asl procedimento disciplinare al responsabile del pronto soccorso GUIDO FILIPPI PROCESSO al Villa Scassi per il caos quotidiano e i vergognosi tempi di attesa. Sul banco degli imputati è finito il primario del pronto soccorso Mauro Zanna che tre giorni fa ha ricevuto una lettera formale di contestazioni da parte dei vertici della Asl 3. Una decisione storica e pesantissima che può aprire la strada a provvedimenti che possono arrivare in alcuni casi anche al licenziamento che deve però essere "autorizzato" da un giurì di saggi della Regione. È comunque la prima volta che il primario di un pronto soccorso deve rispondere direttamente per i disagi ai malati costretti (anche in questi giorni) ad aspettare anche mezza giornata prima di essere visitati o ricoverati in un reparto. La lettera inviata a Zanna, primario che conta parecchio all'interno dell'ospedale di Sampierdarena, è stata firmata da Bruna Rebagliati e Mario Fisci, ossia la responsabile sanitaria di tutti gli ospedali della Asl 3 da Recco alla Colletta di Arenzano, e il dirigente medico dell'ospedale di Sampierdarena. Può essere in qualche modo equiparata a un avviso di garanzia: il primario è stato informato che c'è un atto formale nei suoi confronti. Ora il camice bianco deve rispondere alle contestazione entro una quindicina di giorni e poi spetta alla direzione generale della Asl 3 aprire ufficialmente il procedimento disciplinare. Il pronto del Villa Scassi potrebbe essere il set ideale per girare alcune scende del film "Nido di spie" tratto dal best seller di John Altman, così la notizia che doveva restare assolutamente riservata, per la sua delicatezza e le pericolose conseguenze, ha fatto subito il giro di uffici e corsie. Insomma nemmeno il periodo ferragostano ha contribuito a mantenere blindata la decisione dell'azienda. La linea dura evidenzia che alla Asl 3 è cambiata l'aria da quando è stato nominato il direttore generale Corrado Bedogni al posto di Renata Canini (ora direttore amministrativo alla Asl 5 spezzina). Il nuovo manager, nato a Pegli e tifosissimo del Genoa, si è insediato ufficialmente lunedì primo agosto e non è un caso che venerdì 5 abbia visitato tutto l'ospedale di Sampierdarena e si sia fermato per più di un'ora al pronto soccorso. Voci di corsia, non confermano, assicurano poi che qualche giorno fa abbia fatto un altro giro in incognito. Sul caso Zanna dal quartier generale di via Bertani non esce nemmeno uno spiffero e Bedogni, in vacanza fino lunedì sera nella riviera di ponente, si chiude a riccio e l'unica frase che si lascia scappare è: «Non ho dichiarazioni da fare sulla vicenda». Non una parola di più. La settimana scorsa, però, si era sbilanciato e aveva detto: «Conosco a grandi linee i problemi del Villa Scassi e quella del pronto soccorso è una delle emergenze che dovrò affrontare subito». Squillano, invece a vuoto, i cellulari dei due dirigenti medici, Fisci e Rebagliati, che hanno firmato la lettera. Nessuno lo conferma ma gli spioni della Asl 3, sempre bene informati, sostengono che la situazione sia precipitata mercoledì 3 agosto quando Il Secolo XIX ha denunciato l'ennesimo disastro del pronto soccorso: un'architetto di 36 anni, Michela Pastorino, è rimasta ostaggio per 15 ore dopo un incidente stradale. Era stata visitata e medicata ma non poteva tornare a casa perchè i medici non le avevano ancora fatto l'alcolimetria e i test tossicologici che erano stati richiesti dai vigili urbani. I due test erano stati fatti in piena notte (il ricovero della tarda mattinata) quando erano ormai inutili dal momento che gli esami sull'alcol risultano attendibili soltanto se vengono eseguiti nelle prime ore, poi il tasso scende e quindi hanno ben poco valore. Questa è stata la goccia, ma è quasi un anno che il cuore dell'emergenza sanitaria del ponente è nella tempesta. Ora i primi fulmini si sono abbattuti sul primario Zanna. I NUMERI DELL'OSPEDALE 48.250 Gli accessi al pronto soccorso nel 2010 24 I posti letto del pronto soccorso e salette di visita 25 I medici in servizio 390 I letti dell'ospedale 60 I letti di day hospital e day surgery 20 I letti che ogni giorno i reparti del Villa Scassi devono mettere a disposizione del pronto soccorso 1.230 I dipendenti della Asl 3 che lavorano a Sampierdarena IN OSTAGGIO PER L'ALCOLTEST QUINDICI ORE di attesa al pronto soccorso per fare l'alcoltimetria e i test tossicologici, richiesti dai vigili urbani. È successo il 2 agosto a Michela Pastorino, 36 anni, finita in SANITÀ NAZIONALE 44 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CLAMOROSA SVOLTA DOPO LA DENUNCIA DEL SECOLO XIX SUL CASO DELLA PAZIENTE "DIMENTICATA" 15 ORE 13/08/2011 Il Secolo XIX Pag. 17 (diffusione:103223, tiratura:127026) SANITÀ NAZIONALE 45 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ospedale dopo un incidente stradale a Sestri. L'AMBULATORIO FANTASMA Il 12 MAGGIO l'assessore alla Salute Claudio Montaldo assicura: «Apriremo entro i primi di luglio un ambulatorio di codici bianchi alla Fiumara. Sarà il primo servizio alternativo al pronto soccorso». Non è ancora stato aperto. BERINGHELI LASCIA DOPO OTTO MESI NOMINATO nell'estate 2010 per organizzare il pronto soccorso dello Scassi, Luca Beringheli, specialista in emergenza, lascia ad inizio maggio la guida del pronto soccorso dopo otto mesi di contrasti con Zanna. E torna all'ospedale di Sestri. Foto: I pazienti in attesa sulle barelle nell'ingresso del pronto soccorso