Germania, Olanda e Gran Bretagna, 3 Paesi in 10 anni e il cuore a
Transcript
Germania, Olanda e Gran Bretagna, 3 Paesi in 10 anni e il cuore a
22 L’ECO DI BERGAMO DOMENICA 8 MARZO 2015 Le storie Bergamo senza confini L’iniziativa Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della Comunità Bergamasca. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected]. Germania, Olanda e Gran Bretagna, 3 Paesi in 10 anni e il cuore a Taiwan DI GIADA FRANA Pietro Falgari ha 33 anni ma ha già vissuto ad Achen, Durham e Utrecht Partito per studiare Fisica teorica ha conseguito anche un postdoc Ora lavora ad Eindhoven come consulente matematico per le industrie È sposato con Hsiao yin Yang, nata a Taiwan, ed è papà di Emilia Originario di Villa d’Almè, per il suo futuro guarda all’estremo Oriente a lasciato l’Italia a 24 anni, destinazione Germania, per un dottorato ad Achen. Lì ha conosciuto Hsiao yin Yang, diventata poi sua moglie e, dopo otto anni tra Germania, Inghilterra e Olanda, vive con lei e la piccola Emilia, nata lo scorso novembre, a Ein dhoven, dove lavora come con sulente matematico. Pietro Fal gari, 33 anni, di Villa d’Almè, dopo aver studiato al liceo clas sico «Sarpi» si è laureato in fisica teorica all’Università degli Studi di Milano. Era il 2005 e Pietro voleva fare un dottorato, ma era indeciso se svolgerlo in Italia o all’estero. In Germania ci è finito per caso: «Non avevo in mente posti pre cisi. Mi sono confrontato con il relatore della mia tesi, che mi ha indicato Achen, così ho fatto do manda e sono stato accettato». Per Pietro si trattava della prima volta che lasciava l’Italia e la Germania è stata la prima sfida da affrontare: «Un salto nel buio, un’esperienza che mi ha aiutato molto dal punto di vista umano e professionale. Per questo per me è la più speciale: tutto era nuovo, diverso da come ero abi tuato. Mi ha aperto gli orizzonti e aiutato molto dal punto di vista umano e professionale, grazie al contatto con persone prove nienti da contesti differenti, ma in un certo senso tutte nella stessa barca: studenti che, come me, stavano facendo il dottorato, provenienti da tutto il mondo: tedeschi, italiani, polacchi, da Taiwan, e con cui sono rimasto tutt’ora in contatto». Di Taiwan è anche la moglie, che ha studiato biologia con applica zioni mediche e opera nel campo della ricerca in ambito medico, conosciuta durante un corso per imparare la lingua tedesca: H La scheda Pietro Falgari CONSULENTE MATEMATICO PER AZIENDE, 33 ANNI Nato a: Bergamo, di Villa d’Almè Vive a: Eindhoven (Olanda) Cosa ama dell’Olanda: L’apertura mentale degli olandesi: sono molto aperti nei confronti del diverso Cosa gli manca dell’Italia: Gli affetti, il buon cibo, le montagne, il bel tempo Cosa non gli manca: La burocrazia «Non conoscevo per nulla il te desco, mentre il mio inglese era a livello di scuola superiore. La difficoltà più grande? Dover vi vere da solo, dato che fino a quel momento avevo sempre vissuto con i miei genitori. Da un giorno all’altro ho dovuto gestire la mia vita: è stato difficile ma anche molto soddisfacente. I tedeschi sono molto pratici, rispettosi e accoglienti, disposti ad aiutare in caso di necessità». Ad Achen Pietro rimane fino al 2008, quando si trasferisce a Durham, vicino a Newcastle, in Inghilterra per un contratto po stdoc sempre nell’ambito della fisica delle particelle. «È stato come ripartire di nuovo da capo: Bergamo senza confini è un progetto de vivere in un contesto diverso, con nuovi colleghi e amici. Achen è una città grande, men tre Durham più piccola; senza contare che la difficoltà aggiun tiva della relazione a distanza con Hsiao yin non mi ha fatto apprezzare appieno la mia per manenza in Inghilterra». Nonostante ciò i ricordi positivi di quel periodo non mancano e dopotutto Durham, circondata dalla tipica campagna inglese, «ha il suo fascino, un contesto molto pittoresco, anche se la cit tà in sé non presenta molte occa sioni di svago». Due anni a Durham e poi Pietro riparte di nuovo per raggiungere la sua dolce metà a Utrecht, Olanda, dove Hsiao yin sta svol gendo un dottorato. Nel 2012 il matrimonio, celebrato in en trambi i Paesi d’origine. «Le fa miglie hanno partecipato a en trambe le cerimonie. A Taiwan abbiamo iniziato i festeggia menti a casa di mia moglie, omaggiando i suoi antenati: ogni famiglia ha un altare in casa per le offerte nei loro confronti. Poi siamo andati insieme all’hotel dove si svolgeva il ricevimento e lì, dopo la cerimonia dello scambio degli anelli, abbiamo offerto il thé agli ospiti e un vero e proprio banchetto». Ad Utrecht Pietro svolge un al tro postdoc fino all’agosto del 2013, quando decide di lasciare l’ambito universitario e lanciarsi nel campo industriale: «Non mi divertivo più come prima a fare ricerca, senza contare che le prospettive di trovare un posto fisso al momento erano limitate. Avrei dovuto spostarmi di nuo vo, andare in un altro Paese e ricominciare da capo: dopo otto anni tra Germania, Inghilterra e Olanda volevo qualcosa di più stabile. Ho cominciato a cercare posizioni nell’industria, soprat in collaborazione con 1 2 3 Pietro Falgari, 33 anni, di Villa d’Almè vive ad Eindhoven in Olanda 1.Pietro Falgari con la moglie Hsiao yin Yang, a Taiwan, il giorno delle nozze: hanno una bimba di nome Emilia nata a novembre; 2. Pietro, originario di Villa d’Almè, durante un viaggio a Taiwan, Paese di origine della moglie; 3. A Utrecht in Olanda dove ha vissuto per un paio d’anni prima di trasferirsi a Eindhoven dove risiede attualmente e lavora come consulente matematico per un’impresa tutto nel campo tecnologico». In poco tempo riesce a trovare la voro in una compagnia di consu lenza matematica, situata a Ein dhoven e dopo 10 mesi ottiene un contratto a tempo indetermi nato. «Il lavoro è molto interes sante e mi piace molto: di fatto è ancora ricerca, ma applicata alle esigenze delle industrie. La voriamo per diverse compagnie, risolviamo i loro problemi con un approccio di tipo matemati co». Per otto mesi Pietro fa il pendo lare tra le due città, poi la moglie termina il dottorato ed essendo in dolce attesa, per comodità decidono di trasferirsi a Eindho ven. «Siamo molto più legati ad Utrecht, avendoci vissuto per più tempo: ha un centro storico molto bello, mentre Eindhoven è più moderna, di fatto è una città cresciuta intorno al polo industriale tecnologico. Non ha così fascino ma è molto vivibile». Dell’Italia mancano soprattutto gli affetti: «Stare lontano dalla famiglia e dagli amici è una ri nuncia. Con questi ultimi si per de il contatto ed è difficile ag giornarsi. Quando torno, sento che sono rimasto indietro, che mi sono perso qualcosa», e il buon cibo: «I nostri casoncelli e il rituale del pranzo domenicale in famiglia, con polenta e coni glio». «Al momento sono molto soddisfatto e felice della mia vi ta. Gli olandesi sono molto aper ti, tolleranti e pratici ed è molto facile per uno straniero venire a vivere qui, tutti parlano inglese perfettamente. Non sono sicuro di rimanerci per sempre, ma nel l’immediato futuro la mia vita la vedo qui. Idealmente, se ci fosse ro le possibilità, ci piacerebbe poi vivere in Italia o a Taiwan». n ©RIPRODUZIONE RISERVATA Sul sito web TUTTE LE STORIE DAL MONDO LE PUOI TROVARE SU: l www.ecodibergamo.it