2016-01-23 Plus24_chi snobba i fondi

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2016-01-23 Plus24_chi snobba i fondi
N. 697
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Plus24 - Il Sole 24 Ore
SABATO 23 GENNAIO 2016
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17
professionisti
del risparmio
analisi
asset management
Enti locali, allerta su false fideiussioni
Chi snobba i fondi in Borsa
di Gianfranco Ursino
L
a domanda di garanzie
fideiussorie da parte di
imprese e privati continua a
crescere sulla scia della crisi
economica che genera maggiori
bisogni di protezione, ma anche per
le numerose norme che richiedono
fideiussioni per gli impegni che un
soggetto assume nei confronti della
pubblica amministrazione. Per
esempio quando partecipa a una
qualsiasi gara di appalto. Per il
rilascio delle garanzie è prevista
un’abilitazione, collegata al
possesso di strutture patrimoniali e
organizzative idonee a far fronte agli
impegni assunti: possono emetterle
le banche e le assicurazioni, ma
anche le finanziarie iscritte
nell’elenco speciale ex-art.107 del
Tub e, solo se in possesso di una
specifica attestazione, anche le
finanziarie iscritte nell’elenco
generale ex-art.106 del Tub tenuto
presso Banca d’Italia. Ma
nonostante il grado d’attenzione
degli organi di vigilanza, i casi di
truffa in cui soggetti non autorizzati
rilasciano false fideiussioni
continuano a perpetrarsi. Con la
crisi del credito esplosa negli ultimi
anni le banche hanno scelto via via
di uscire da questo mercato e
rilasciano con difficoltà fideiussioni
e le attività criminose trovano
terreno fertile nella complessità del
quadro normativo che regola il
settore. Ora se Bankitalia interviene
con ispezioni e sanzioni su una
banca vigilata l’intervento può avere
una sua efficacia, ma su soggetti
“patologici” (che aprono e chiudono
una società dietro l’altra) il
provvedimento spesso giunge
quando i buoi sono scappati.
L’ultimo caso è quello della
Lombard Merchant (ex-106), che in
settimana ha visto i suoi vertici
ricevere un’ordinanza di custodia
cautelare dopo un’indagine della
Polizia Tributaria di Milano diretta
dal sostituto procuratore Eugenio
Fusco. Una truffa che Plus24 un
anno fa, il 14 febbraio scorso, ha
smascherato con un’inchiesta dal
titolo «Fideiussioni Lombard
Merchant? Carta straccia», che sono
in mano a molti enti locali. Il
prossimo 13 maggio partirà l’atteso
Albo degli intermediari che
concedono finanziamenti sotto
qualsiasi forma, con Bankitalia che
avrà la vigilanza prudenziale come
quella prevista per le banche. Un passo
in avanti. E in attesa delle maggiori
tutele contraenti e beneficiari di
polizze fideiussorie devono sapere
che a oggi nessuna società ex-106
dispone delle necessarie
autorizzazioni per emetterle.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Molti intermediari
non consentono
ai clienti di negoziarli
Sembra la riedizione del
film già visto con gli Etf
Pagina a cura di
Gianfranco Ursino
+ Tutto secondo copione. A circa un
anno dall’avvio delle negoziazioni
dei fondi comuni aperti in Borsa,
molte banche non consentono ai loro
clienti di acquistare e vendere i fondi a
Piazza Affari. È quando emerge dalle
mail dei lettori che in questi mesi hanno in più occasioni segnalato l’impossibilità di negoziare allo sportello
della propria banca o via home
banking gli ormai 101 fondi (di 17
emittenti) presenti sulla piattaforma
di Borsa Italiana. Una ritrosia che viene confermata dalle risposte delle
stesse banche che, contattate da
Plus24, motivano anche le loro (vedi
articolo in basso).
il remake
Del resto si tratta della riedizione di
un film già visto nei primi anni 2000
con l’approdo a Piazza Affari degli Etf,
quando i clienti che desideravano trasmettere un ordine d’acquisto degli
Etf dovevano sudare le proverbiali
sette camicie per superare le reticenze del consulente allo sportello. Per
l’intermediario non c’è molto interesse a proporre uno strumento finanziario a basso costo che garantisce solo risicatissime commissioni.
Adesso gli investitori si ritrovano ad
affrontare lo stesso problema, anche
perché i fondi tradizionali sono proposti in Borsa dalle Sgr con una classe
ad hoc con commissioni di gestione
ridotte, finanche dimezzate e per
guadagnare le banche dovrebbero
farsi pagare a parte il servizio di consulenza prestato. Con il collocamento
tradizionale attraverso gli accordi di
distribuzione, invece, per l’intermediario è più facile incassare la remunerazione perché è il gestore che gli
riconosce gran parte delle commissioni che a sua volta preleva via via dal
fondo. Anche senza evidenziarlo
troppo agli investitori.
il lieto fine
Ma da argomento tabù allo sportello,
nel giro di 13 anni anche in banca la
percezione degli Etf è cambiata radi-
Sono ancora poche le banche
che danno l’accesso diretto
Banca Sella, Mediolanum,
Bpm, Deutsche Bank e Ubi
vanno aggiunti alla lista
+ C’è chi teme la deriva fai-da-te, su
un prodotto ritenuto “complesso” che
sarebbe meglio acquistare con il supporto di una qualificata consulenza.
Altri invece evidenziano solo delle difficoltà tecniche. Sono queste le principali motivazioni alla base delle scelte
degli intermediari di non abilitare ancora ai clienti la possibilità di negoziare i fondi comuni su Borsa Italiana.
Dal Gruppo IntesaSanpaolo fanno
sapere. «non permettiamo di contrattare direttamente i fondi a Piazza Affari
perché riteniamo che si tratti di un investimento di natura particolarmente
complessa, che necessita di una consulenza specializzata». Anche in casa Mps
ritengono opportuno «guidare i clienti
nella scelta di questa tipologia di investimento attraverso un percorso di consulenza. I fondi devono essere attentamente pre-selezionati dalla banca, in
modochelaretepossadisporrediidonei
strumenti per fornire gli opportuni consigliaiclienti,secondologichediprodotto e di portafoglio». Al momento non ha
attivato i canali per consentire alla clienteladinegoziareifondiinBorsaneanche
Widiba: «Riteniamo che per i prodotti
più complessi - affermano dalla banca
online del gruppo Mps - sia necessario
affiancare al cliente un consulente che
possa guidarlo nelle scelte d’investimento. Restiamo comunque attenti all’evoluzionidimercatosoprattuttoinottica Mifid2». Sulla stessa linea Azimut
che da sempre integra gestione e distribuzione e propone un approccio consulenziale ai clienti: «Da noi operativamente non è possibile e lo sconsigliamo».Ifondiquotatinonrientranoneanche nel modello di servizio di
CheBanca! che ha una sua piattaforma
con 3600 fondi. «L’avere a scaffale tanti
fondi - fanno eco da Credem - è un’opportunità che porta con sé molti rischi.
Non offrire consulenza su questi prodotti potrebbe esporre i clienti a scelte
non corrette. Ogni fondo ha sue specificità».IlsegmentodiBorsaconifondiper
oranonèdisponibileneanchesullapiattaformadiIngDirect:«Purconsiderando il mercato interessante, al momento
nonc’èun’offertacompletaenoncisono
i volumi di contrattazione per proporlo
ai nostri clienti. Siamo in attesa di capire
in che modo evolverà».
Per Binck «la motivazione risiede
nel sistema di negoziazione che non è
operatori a confronto
l’iniziativa di ascosim
La negoziazione dei fondi in Borsa
sarà il tema della sessione
pomeridiana del workshop “La
gestione di portafogli e la
consulenza finanziaria
nell’attuale contesto di mercato”,
organizzato da Ascosim a Palazzo
Mezzanotte martedì 26 gennaio. I
lavori inizieranno alle ore 9.15.
È possibile consultare il
programma e iscriversi sul sito:
www.ascosim.it
compatibile con quello già in essere, ad
esempiopergliEtf.Pertantodovremmo
implementare modifiche software e di
processo che oggi non sono giustificate
dalla redditività attesa del servizio, ancheconsiderandochelanuovamodalità
non prevede le usuali commissioni di
retrocessione previste tradizionalmente». Aspetti tecnici da superare per offrire un servizio davvero efficiente vengono sottolineati anche da Fineco, da dove
aggiungono che «sono in corso gruppi
di lavoro per valutare questi aspetti».
L’allineamento informatico per consentire l’operatività ai clienti è in dirittura d’arrivo per Bper e Bcc di Roma.
Mentre Bnl ha in atto un cambio di piattaforma interna che al momento impedisce l’attivazione del servizio. Da Ubi
fanno sapere che è possibile negoziare i
fondi in Borsa attraverso il servizio homebanking,mentreinfilialealmomento non è disponibile, ma se si dovesse
manifestare la domanda lo attiveremo
subito». Bpm, invece, ritiene il fai-da-te
rischioso e offre il servizio solo allo sportello con un’adeguata consulenza. Banca Mediolanum offre il servizio solo attraverso il canale telefonico.
Anche Banca Sella, Deutsche Bank
e Banca Generali danno accesso al servizio e dal gruppo triestino sottolineano
che «l’approdo in Borsa dei fondi rappresenta un’ulteriore finestra per i risparmiatori che vanno comunque supportati nel difficile ambito della selezione». La negoziazione dei fondi in Borsa
potrebbe anche aiutare gli intermediari
a far emergere il valore della consulenza.
Di sicuro aiuterà a farla pagare e valutare
a parte dal cliente, che avrà la possibilità
di distinguerla dall’attività di gestione.
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calmente. Negli ultimi mesi più intermediari sono arrivati a proporli all’investitore finale indirettamente all’interno di altri prodotti (gestioni patrimoniali, polizze e certificates),
sottolineando i benefici degli Etf anche negli slogan delle campagne pubblicitarie. Un’apertura al mercato dei
fondi passivi, che potrebbe essere di
buon auspicio per i fondi comuni tradizionale. Adesso occorrerà attendere
qualche anno per consentire anche al
segmento di mercato a loro dedicato
di crescere e prendere consistenza.
Solo con le pressioni dei clienti le banche consentiranno la negoziazione
dei fondi in Borsa senza troppi ostacoli, sulla falsariga di quanto accaduto
con gli Etf. I tempi e gli attori protagonisti cambiano, anche se le trame si ripetono.
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Le differenti scelte
Intermediari che dichiarano
sul sito di Borsa Italiana di essere
operativi sul segmento dei fondi
Banca Finnat Euramerica
Banca Generali
Banca Profilo
Directa Sim
Equita Sim
Iccrea Banca
Intermonte Sim
Invest Banca
Istituto centrale banche popolari
Method Invest. & Advisory
Altri che hanno risposto a Plus24
di consentire la negoziazione
dei fondi in Borsa
Banca Mediolanum
Banca Sella
Bpm
Deutsche Bank
Ubi
Chi non consente ai clienti
di negoziare i fondi comuni in Borsa
Azimut
Bnl Bnp Paribas
Intesa SanPaolo
Bcc di Roma
Bink
Bper
CheBanca!
Credem
Fineco
Ing direct
IWBank
Mps
UniCredit
Widiba