Lighting Magazine PDF - Disano Illuminazione spa

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Lighting Magazine PDF - Disano Illuminazione spa
ANNO IX -
LED Panel
NUMERO 2/2012
EDIZIONE ITALIANA
www.disano.it
DISANO ILLUMINAZIONE
s.p.a.
20089 Rozzano (MI)
v.le Lombardia, 129
centralino 02/824771 (20 linee passanti)
telefax 02/8252355
Email: [email protected]
web: www.disano.it
Latest generation LED technology Save over 30% energy compared to traditional lamps
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7/30/2012 4:02:20 PM
DISANO LIGHTING MAGAZINE - ANNO IX - NUMERO 2/2012
PERIODICO DEL GRUPPO
SMART LIGHT
LUCE INTELLIGENTE
PER LA CITTÀ DEL FUTURO
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27/07/12 09:18
editoriale
Qualità e risparmio
Dalle parole ai fatti
In tempi economicamente difficili la parola magica è risparmio. La sentiamo
pronunciare di continuo: deve risparmiare la pubblica amministrazione,
devono risparmiare gli enti locali, i nuovi edifici devono essere a risparmio
energetico, tutti dobbiamo impegnarci per evitare sprechi. Fin qui tutti
d’accordo, ma se andiamo a verificare quanto questi concetti siano
effettivamente messi in pratica lo scenario è diverso. Nel nostro settore,
quello dell’illuminazione, sono ormai ampiamente disponibili le tecnologie
per risparmiare energia, avere più efficienza e qualità. Eppure (come
potete leggere nel nostro speciale da pag. 33) sono ancora pochi i
comuni che dispongono di impianti illuminazione aggiornati ed
efficienti. Nel terziario le cose non vanno meglio. In grandi città
come Milano sono in via di completamento cantieri importanti,
grandi edifici in cui le scelte energetiche avranno incidenze
importanti non solo sulle bollette delle aziende, ma anche sui
consumi della città e sull’ambiente. Ebbene anche in questi edifici
le scelte che riguardano l’illuminazione non sempre si orientano
verso le tecnologie migliori, che generano un risparmio reale, ancor
più importante se si considera la vita dell’impianto nel corso degli
anni. Evidentemente chi deve scegliere non dispone delle informazioni
sufficienti per orientarsi verso i prodotti con le migliori performance
oppure subentrano altri fattori che penalizzano l’impegno delle aziende che
continuano a investire sulla qualità del prodotto. D’altra parte non si può
immaginare di uscire dalla stagnazione se non investendo sulle tecnologie
che possono migliorare la nostra qualità di vita e il nostro rapporto con
l’ambiente.
È ora, quindi, di provare a costruire sul serio la “smart city” la città
intelligente di domani. E si può cominciare da una buona scelta
dell’illuminazione.
Giorgio Sottsass
periodico del gruppo
Disano Lighting Magazine
Anno IX • numero 2
maggio-agosto 2012
Periodico quadrimestrale di aggiornamento professionale
e culturale nel settore illuminotecnico
Registrazione del Tribunale di Milano n.114 del 01/03/2004
Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento Postale
Posta Target Magazine
Direttore
Giorgio Sottsass
Direttore responsabile
Alessandro Visca
Impaginazione
Elda Di Nanno
Traduzioni
MT Languages, Milano
News dall’Italia
16 palermo
Un grande centro commerciale per riqualificare
un’area degradata di Palermo
60
roma
Una nuova illuminazione a LED valorizza
il restauro della storica Cappella
nella Casa Generalizia delle Orsoline a Roma
News dal Mondo
Comitato Scientifico
Giancarlo Marzorati, Architetto
Aldo Cingolani, Architetto
Raffaella Mangiarotti, Designer
Massimo Marzorati, Lighting Designer
Deborah Burnett, Designer
Chiara Dynys, Artista
Vladimir Kocet, Lighting Designer
Zrinko Simunic, Lighting Designer
22
Serbia, belgrado
Comfort visivo e risparmio energetico,
grazie all’ottimale gestione della luce
nel nuovo complesso multifunzionale
della Scuola Internazionale serba
Realizzazione editoriale
Newton EC srl, Milano
88
croazia, zagabria
Un’atmosfera calda e accogliente nel nuovo
caffè Amadeus grazie all’illuminazione
a LED che unisce risparmio energetico
e comfort visivo
Hanno collaborato a questo numero
Monica Autunno, Chiara Bellocchio, Claudia Bettiol,
Greta La Rocca, suor Armida Veglio
Iconografia
Mario Senili (copertina, pp. 33,41,42), Beatrice Arenella,
(pp. 46-48, 66-71, 82-85), Guido Clerici (pp. 4-15, 44-45,
49-53), Fotolia (pp. 37,38,39), Agostino Osio/OMA (26,27),
Studio Camera (pp. 16-21), Studio Zoppini (pp.16-21).
Editore
Edizioni Grafiche Mazzucchelli srl, Settimo milanese (MI)
Stampa
Grafiche Mazzucchelli spa, Settimo milanese (MI)
Per ricevere una copia rivolgersi a:
Newton EC srl - via Dezza 45, 20144 Milano
Tel. 024693838 - Fax 0239400289
e-mail [email protected]
I dati sono trattati elettronicamente e utilizzati dall’Editore
“Edizioni Grafiche Mazzucchelli” per la spedizione della presente pubblicazione e di altro materiale. Ai sensi dell’art. 13 Legge
675/96 è possibile in qualsiasi momento e gratuitamente
consultare, modificare e cancellare i dati o semplicemente
opporsi al loro utilizzo scrivendo a: Edizioni Grafiche Mazzucchelli
Via IV Novembre, 50 - 20019 Settimo Milanese (Mi)
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Errata Corrige
A pagina 50 del n.1/2012
nella scheda tecnica della stazione di Porta Susa,
la voce Progettisti è la seguente: AREP (Capogruppo) – Silvio D’Ascia con la
collaborazione del Professor Magnaghi (Politecnico
di Torino)
sommario
4
Progetti
Il grande libro dei simboli
per celebrare la Vergine Maria
26 progetti
Prada. L’uso creativo della luce
33 speciale
Luce intelligente
per le città sostenibili
54 sostenibilità
Energia rinnovabile sulle Alpi
66 interior
Ristrutturi e cambi luce
72 sport
ll segreto delle Olimpiadi
a impatto zero
82 sport
Barcellona grande tennis
sotto i riflettori
94
light & new media
3
progetti
di Alessandro Visca/foto Guido Clerici
Il grande libro dei simboli
per celebrare la Vergine Maria
4
Il restauro e la nuova illuminazione della chiesa
di Santa Maria Incoronata di Canepanova a Pavia restituiscono ai fedeli
e agli appassionati d’arte un insieme straordinario di tele, affreschi
e decorazioni, che alludono alle virtù miracolose della Madonna
santa maria incoronata di canepanova
progetti
5
santa maria incoronata di canepanova
progetti
Un
universo di simboli che ruota intorno alla
figura della Vergine Maria. Entrando nella
cappella di Santa Maria di Canepanova a Pavia, ci si
trova di fronte a un racconto teologico a 360 gradi.
Una tecnica di comunicazione visiva che non ha nulla da invidiare ai maxischermi delle più moderne sale
cinematografiche. L’interno della bellissima architettura rinascimentale della chiesa a pianta ottagonale,
di impronta bramantesca, è interamente ricoperto da
affreschi, decorazioni e dipinti. Ogni soggetto raffigurato ha un preciso significato simbolico.
“Questa chiesa – ci spiega fra Luca Volontè dei Frati
minori francescani – si può considerare una vera e
propria pinacoteca di pittori del seicento lombardo
e non solo. I quadri e gli affreschi non sono semplici
decorazioni, ma vanno letti come un vero e proprio
racconto teologico.” La chiesa fu eretta alla metà del
1500 per custodire un’immagine della Vergine con
bambino considerata miracolosa dal culto popolare. Nel secolo successivo uno stuolo di artisti ha
contribuito alla decorazione. Lungo le pareti laterali
sono disposte otto grandi tele, che rappresentano
altrettanti episodi delle Sacre scritture, ognuno dei
quali rimanda a una virtù della Vergine. Gli autori dei
quadri sono tra i maggiori pittori dell’epoca, come
Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, Alessandro Tiarini, Giulio Cesare e Camillo Procaccini, tutti vissuti a
cavallo tra il XVI e il XVII secolo.
Le tele sono solo una parte della ricchissima decorazione che comprende numerosi altri soggetti: alzando lo sguardo verso la cupole ci si imbatte in otto
coppie di angioletti che recano ognuna una corona
dal differente significato simbolico, nella zona dell’altare maggiore sono raffigurate le sibille, profetesse
La mano del Bramante?
La Chiesa ha una pianta quadrata che
diventa un ottagono con le cappelle
laterali, uno schema tipico di Donato
Bramante architetto e pittore, uno dei
massimi artisti del Rinascimento italiano,
autore tra l’altro del progetto della Basilica
di San Pietro a Roma. In realtà è attestato
che la direzione dei lavori fu affidata nel
1507 all’architetto Giovanni Antonio
Amadeo, il quale collaborò comunque
con il Bramante in altri cantieri milanesi.
Non è escluso quindi che nel progetto
del tempio ci sia la mano del maestro.
Nell’immagine qui a lato la facciata, mai
completata, della Chiesa che si trova
in via Defendente Sacchi a Pavia.
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Milano
Pavia
›
progetti
›
dell’antichità, ognuna delle quali affiancata da una
frase che preannuncia l’avvento di Cristo, ma nulla è
casuale, anche le numerose rappresentazioni di fiori e frutti simboleggiano il giardino della beatitudine
cristiana. “Questo grande tesoro artistico e religioso
– racconta fra Luca – era quasi completamente oscurato dalla patina del tempo. La chiesa era stata parzialmente pulita solo nella parte superiore negli anni
Sessanta, nel novembre del 2010 abbiamo iniziato i
lavori di restauro e di recupero delle pitture. In meno
di due anni, grazie all’impegno di diverse squadre di
professionisti abbiamo potuto rivedere le opere nei
loro colori originari. Un’emozione grandissima per
noi frati che siamo custodi di questa chiesa, ma anche per tutti quelli che vengono qui a pregare e per le
liturgie della domenica. I restauratori ci hanno spiegato che per fortuna la maggior parte delle pitture
sulle pareti sono realizzate in affresco, una tecnica
che conserva bene i colori. Sono emersi così colori
anche insospettati per la decorazione di una chiesa,
che hanno fatto riprendere vita alle figure e alla straordinaria verietà di decorazioni.”
Durante i lavori, le grandi tele presenti nella chiesa
sono state staccate e restaurate in un locale adiacente la sacrestia. “Avere un contatto diretto con
i restauratori – aggiunge fra Luca – è stata per noi
un’esperienza importante ci ha fatto entrare di più
nella storia di questa chiesa….”
I frati minori sono presenti a Santa Maria di Canepanova e nel convento annesso dal 1915. Originariamente, la chiesa era stata affidata ai padri barnabiti,
il cui ordine fu abolito con decreto napoleonico nel
1810. I francescani sono molto conosciuti a Pavia soprattutto per l’attività legata alla mensa dei poveri,
che quotidianamente distribuisce pasti a chi ne ha
bisogno.
“Tra i francescani che hanno vissuto qui ci sono anche personaggi illustri – ricorda fra Luca – tra i quali
padre Costantino Ruggeri, pittore e scultore, progettista di chiese e di grandi vetrate, come quella del
Santuario del Divino Amore a Roma. Fu lui a studiare
l’illuminazione precedente della chiesa che doveva
seguire la direzione della luce, così come è dipinta
nelle grandi tele secentesche.”
n Immagini del Santuario dopo il restauro.
Nella pagina precedente, uno scorcio dell’altare
maggiore in cui è custodita l’immagine
della Madonna a cui è dedicata la chiesa.
A sinistra in alto, una delle nicchie laterali
con due delle grandi tele che rappresentano donne
dell’Antico Testamento.
Qui a lato, una delle statue dei profeti inserite nella
zona sopraelevata dell’altare maggiore, coperta
da una cupola (foto della pagina accanto).
8
Il progetto illuminotecnico
Un equilibrio difficile
Tra esigenze diverse
Rendere visibili le straordinarie
ricchezze artistiche, rispettare
l’identità del luogo di culto, ridurre
al minimo l’invasività dell’impianto,
tenere sotto controllo i costi.
Il progettista ci racconta come
ha raggiunto i molti obiettivi
della nuova illuminazione
santa maria incoronata di canepanova
progetti
9
progetti
SCHEDA TECNICA
santa maria incoronata di canepanova
Committente:
Frati Minori di Lombardia
Progetto del restauro e direzione
lavori: arch. Maurizio Barile
Restauro generale e strutture
lignee: Impresa Gasparoli
di Gallarate (VA)
Restauro pitture: Cristian Tortato,
Valentina Galimberti e Sonia Ruolo
(studio Paola Villa)
Progetto illuminotecnico e
acustico: Alessandro Prati (Studio
CSP, Varese)
Installatore: C.T.I. Costruzioni
Tecnologie Impiantistiche
di Redaelli Massimo
Apparecchi utilizzati: Matrix
(Fosnova)
10
Proiettore a fascio stretto
per mettere
in risalto le colonne
Proiettore asimmetrico a luce indiretta
per creare un leggero chiarore di fondo
e far apparire le bifore illuminate
progetti
L’immagine
miracolosa
La
nuova illuminazione di Santa Maria di Canepanova è stata progettata da Alessandro Prati
(nella foto), titolare dello studio CSP di Varese, che ha
nel suo curriculum altri interventi importanti sul patrimonio artistico e culturale. In questo caso però traspare un particolare coinvolgimento personale.
Lighting Magazine Qual è il concept del progetto?
Alessandro Prati Questo è un progetto nato
da attente riflessioni e da una lunga analisi. Potrei dire che ho passato più tempo
in cantiere per il progetto che durante la
direzione dei lavori. Entravo in chiesa, mi
sedevo, osservavo l’illuminazione, lo stato
dell’impianto, dove erano ubicate le sorgenti, cosa illuminavano; guardavo i fedeli
entrare in chiesa e osservavo cosa facevano, come si spostavano, dove si fermavano a pregare. Poi con in mano soltanto
piante e sezioni su carta, ho cominciato
a ipotizzare dove posizionare le sorgenti,
cosa e come illuminare; penso di aver realizzato decine di bozzetti. ›
Nell’ultimo decennio del
Quattrocento un’immagine
della Madonna con Bambino
(nella foto a destra), posta
sul muro di cinta della residenza dell’antica famiglia dei
Canepanova a Pavia divenne oggetto di culto popolare.
La sua fama di icona miracolosa era tale che il continuo
afflusso dei fedeli impediva il passaggio nella via. Un
dipinto all’interno della chiesa raffigura il duca di Milano
Gian Galeazzo Sforza, con la moglie Isabella d’Aragona
e la madre Bona di Savoia invocare la protezione della
Vergine. Si decise quindi di edificare un santuario per
custodire l’immagine. Nel 1504 fu posta la prima pietra.
Il tempio fu consacrato nel 1564. L’icona della Vergine,
un affresco di autore ignoto dei primi del Quattrocento,
si trova oggi incastonata nella pala dell’altare maggiore,
scolpito dal genovese Tommaso Orsolino. L’altare è
al centro di un piccolo tempio a cupola. Sulle pareti
compaiono numerosi simboli biblici riferiti alla Vergine.
Sui piloni sono inserite le statue dei re Davide ed Ezechia
e dei profeti Isaia e Daniele, che
rappresentano l’Antico Testamento.
Sopra sono affrescate otto sibille,
antiche profetesse pagane, ognuna
delle quali reca una frase, interpretabile
come annuncio della Vergine. Ai lati
dell’altare due medaglioni raffiguranti
Pavia, la città terrena e Gerusalemme,
la città celeste. Una complessa
rappresentazione che mette la Madonna
al centro della storia universale.
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santa maria incoronata di canepanova
progetti
n A lato la planimetria dell’impianto
di illuminazione del santuario, che comprende
oltre alla chiesa, la zona del coro alle spalle
dell’altare maggiore e le ampie sacrestie dove
sono collocate altre opere d’arte.
Sotto, una delle otto coppie di putti raffigurati
nelle nicchie. Gli angeli reggono otto corone
ognuna con un diverso significato.
›
LM Un progetto all’antica, quindi, come si faceva prima dell’era del computer…
Prati Sì è no! Armato di fogli, gomma e matita tracciavo furiosamente linee e simboli, realizzavo fotografie
e poi tornavo in studio e il team di progettazione simulava e tramutava le idee in soluzioni illuminotecniche
di progetto. Poi si tornava in cantiere e si verificava sul
campo quanto progettato e simulato con il computer.
Computer e software sono strumenti formidabili, ma
nulla può sostituire la sensibilità umana. Intendiamoci, questo è stato un progetto estremamente tecnico
non solo nella parte di calcoli e simulazioni, ma anche nella scelta dei componenti. Però esiste una parte
del lavoro di light designer fortemente caratterizzata
dall’aspetto della sensibilità artistica.
Inoltre, quando progettavamo dovevamo pensare ad
una chiesa completamente diversa, sia al punto di vista delle cromaticità, sia dal punto di vista delle luminanze delle superfici. Il restauro effettuato dall’Impresa Gasparoli, infatti, ha dato nuova luce e brillantezza
alle superfici e agli elementi architettonici.
Non dimentichiamo poi la variabile rappresentata
dalla luce naturale. La presenza di numerose finestre
nella parte alta (la zona del matroneo) genera un contributo di luce naturale estremamente variabile nella
giornata, con differenze importanti nelle diverse stagioni e con diverse condizioni meteorologiche. Infine,
tutto doveva essere compatibile con ipotesi di budget
fatte per un ragionevole controllo dei costi dell’intervento impiantistico. Oggi più che mai, è sempre necessario un controllo assoluto del budget.
Tutte le volte che nasceva una revisione del progetto
veniva analizzata nei minimi particolari, con cura maniacale, e si riproponevamo le stesse domande.
LM Quali domande ?
Prati È la luce giusta? È troppa o troppo poca? Quali sono gli spazi e le profondità? Come metto in relazione la luce naturale e quella artificiale? Quando
prego cosa guardo? Quali sono gli elementi devozionali presenti? Il visitatore che entra a vedere le opere
d’arte cosa guarda? Come si muove all’interno della
chiesa? Non ci piaceva l’idea di dimenticarci qualcosa di importante nel processo creativo, sarebbe stato
imbarazzante sentirsi dire “… ma questo non l’avete
pensato ?....”
12
progetti
LM Qual è la relazione tra il progetto di luce e l’intervento complessivo di restauro della chiesa?
Prati Sicuramente questo è stato l’aspetto più bello e
contemporaneamente più difficile del progetto. Gli architetti Barile e Bortoluzzi responsabili e coordinatori
dei vari tecnici specialistici del restauro, mi hanno fornito tantissimo materiale su cui lavorare: fotografie,
piante, disegni e sezioni, storia delle tele e dei dipinti,
aspetti storico architettonici della chiesa. E questo ci
ha aiutato molto. D’altro canto, però, bisogna pensare
che i tecnici e i progettisti coinvolti in questa attività
di restauro conservativo sono tutti di altissimo livello,
altamente specializzati per cui sono spesso orientati
ad un assolutismo nelle scelte e ad un perfezionismo
quasi maniacale, non rendendosi conto che è necessario qualche volta accettare qualche compromesso.
LM Un esempio?
Prati Beh, nessun light designer può sovvertire le leggi della fisica ottica o trasformare una chiesa che è un
luogo di culto in un museo, in altre parole, siccome
non è possibile piazzare le sorgenti di illuminazione
nel luogo idealmente perfetto, garantendo sulle tele
una luce perfettamente omogenea e uniforme è necessario accettare il compromesso legato alla posizione delle lampade nel posto in cui è possibile istallarle
e non dove sarebbe l’ideale averle.
LM Riassumendo, i punti fondamentali del progetto
quali sono stati?
Prati Facendo un semplice elenco, direi i seguenti:
• L’uso della chiesa da parte dei fedeli, e la ritualità delle cerimonie;
• La relazione tra luce artificiale e naturale;
• La conservazione delle tele e degli affreschi nel lungo
periodo;
• La guida CEI (Conferenza episcopale italiana) per la
costruzione delle nuove chiese;
• La chiesa museo (ovvero contenitore di opere d’arte);
• La realizzazione di un’impiantistica flessibile e nascosta.
LM La mimetizzazione dell’impianto sembra perfettamente riuscita…
Prati Sì, abbiamo utilizzato scelte di alta tecnologia
come i cavi in rame, che si presentano come degli orpelli decorativi, inoltre l’elevata sagomabilità di questi
ci ha permesso di in alcuni punti negli angoli di seguire il profilo dei fregi.
L’uso del sistema BUS Domino di Duemmegi ha permesso di realizzare un impianto configurabile con
degli scenari che possono essere scelti direttamente
dai frati, fino ad arrivare ad accendere singolarmente
ogni lampada.
Il sistema antintrusione senza fili a protezione delle
tele e degli oggetti di valore architettonico, cosi come
il sistema di videosorveglianza che è talmente curato
›
n Qui sopra, immagini della chiesa prima del restauro.
Dipinti e decorazioni erano coperti da una patina grigia che
rendeva ormai quasi invisibili i colori originali, recuperati con il
restauro. I dipinti alle pareti sono in gran parte realizzati con la
tecnica dell’affresco che consente una buona conservazione dei
colori. In alto, un’immagine della cupola sopra l’altare maggiore
che mostra la complessa relazione tra la luce artificiale e quella
naturale che entra dalle finestre della zona superiore.
13
progetti
›
n Dall’alto, un’altra immagine della cupola, alcuni
dei faretti (Matrix, Fosnova) installati per la nuova
illuminazione e, qui sopra, immagini che mostrano
l’illuminazione precedente al nuovo impianto.
14
da sembrare quasi che non ci sia. Inoltre la parte audio è stata veramente complicata perché questa chiesa non risponde al canone classico della croce latina
ma si configura con 5 spazi: l’area principale dei fedeli
(a pianta ottagonale, con la presenza del matroneo e
caratterizzata da una elevazione verso l’alto), la zona
dell’altare, la zona del coro, e le due cappelle laterali.
In pratica ogni zona ha richiesto uno studio di acustica
dedicato, quasi fossero 5 impianti separati, tenendo
conto anche qui che la posizione migliore per piazzare
i diffusori acustici poteva non essere quella perseguibile per ovvie ragioni.
LM E per quanto riguarda la scelta delle sorgenti e degli apparecchi di illuminazione?
Prati Per quanto riguarda le sorgenti il criterio fondamentale è stato quello di utilizzarne tante, piccole, di
bassa potenza, alcune a LED, altre a joduri metallici.
Vista la bassissima emissione dei LED nello spettro
dell’ultravioletto, la scelta era quasi obbligata, per favorire la corretta conservazione e l’assenza di degrado
delle tele e degli affreschi. Inoltre il fatto che gli apparecchi di illuminazione a LED scaldino relativamente
poco e siano particolarmente piccoli, ha permesso di
ubicarli in posti nascosti. Le lampade a joduri metallici
di tipo mastercolour sono state utilizzate per l’illuminazione generale e per la valorizzazione delle superfici
meno nobili o non affrescate. Abbiamo scelto faretti
Matrix (Fosnova) che oltre alle caratteristiche citate
(dimensioni ridotte, diverse sorgenti) ci sono state fornite con lotti di LED che presentavano un’elevata uniformità di temperatura di colore e di resa cromatica.
Infine, non va dimenticato l’aspetto economico e gestionale. Usare i LED negli apparecchi che restano
accesi tutto il giorno permette un notevole risparmio
santa maria incoronata di canepanova
progetti
economico sulla bolletta energetica, oltre che sui costi
di manutenzione, basti pensare ai costi per sostituire
le sorgenti all’altezza di 12 metri.
i maestri del seicento
e l’eroismo delle donne
LM Osservando la chiesa, in effetti, si contano tanti
faretti…
Prati Sì. L’obiettivo è garantire la luce giusta per ogni
funzione, non sono solo tanti in senso assoluto come
quantità, ma sono differenziati come tipologia, potenza e apertura dei fasci. Sono comunque tante le diverse le funzioni illuminotecniche: illuminare le tele,
la luce di lettura per i fedeli durante la celebrazione, la
luce per valorizzare gli elementi architettonici, la luce
per gli elementi devozionali, la luce per la profondità
architettonica del matroneo, la luce per le cupole, la
luce per i celebranti.
Nel progetto artistico-teologico di
celebrazione della Madonna, che ha dato
vita al santuario, spiccano otto grandi
dipinti, che rappresentano altrettante
donne dell’Antico Testamento. Sono
episodi biblici che, con un gusto della
metafora tipicamente barocco, diventano
l’esempio di una virtù da riferirsi alla
Vergine. Troviamo, per esempio, “Ester
supplicante il re Assuero” che allude
all’intercessione presso Dio della Madonna
a favore degli uomini, “Giuditta che
decapita Oloferne” che rappresenta la
vittoria della Madonna su Satana e altre
scene bibliche con analoghi significati.
Gli autori di queste ed altre importanti tele
conservate nel santuario sono alcuni dei
più illustri pittori lombardi e del Nord Italia
nel Seicento. Tra questi ci sono Guglielmo
Caccia il Moncalvo, detto “il Raffaello del
Monferrato”, i bolognesi Giulio Cesare e
Camillo Procaccini, Alessandro Tiarini, il
bergamasco Simone Peterzano, maestro del
Caravaggio.
LM Tornando alla realizzazione dell’impianto qual è
stato il rapporto con la committenza e i diversi interlocutori?
Prati La sovraintendenza ha condiviso il progetto, sia
nei contenuti tecnici che estetici. Con la committenza,
ossia i frati custodi della Chiesa, c’è stato un rapporto
molto stretto perché il progetto andava spiegato punto per punto, al di là dei disegni e dei dati tecnici.
L’impresa installatrice la CTI di S. Martino Sicomario,
è stata bravissima nel tradurre le mie idee in un impianto costruito a regola d’arte. Devo anche ringraziare l’impresa e le maestranze per la pazienza con cui
hanno assecondato tutte le richieste mie e della committenza.
LM Infine, quali sono state le tue sensazioni come
light designer?
Prati Prima delle sensazioni come light designer, ci
sono quelle di uomo di fede. Questo è stato un progetto da me fortemente voluto come incarico professionale, non posso nascondere che la prima volta che
sono entrato in questa chiesa ne sono rimasto affascinato e incantato. Ovviamente questo incarico è stato molto dispendioso dal punto di vista delle energie
professionali, però alla fine il risultato mi appaga e
sono confortato dai giudizi positivi di tutti. Anche se
devo confessare che la tensione a fare il massimo è
stata tale che anche ora mi capita di pensare a qualche
alternativa, alla possibilità di fare ancora meglio.
Nelle immagini in alto, da sinistra, Giulio
Cesare Procaccini, Guglielmo Caccia detto il
Moncalvo, “Ester supplicante il re Assuero”
di Alessandro Tiarini, Camillo Procaccini e
la sua opera: “Maria, sorella di Mosè, che
danza dopo il passaggio del Mar Rosso”.
15
Costruito su un’area
ex agricola, ridotta a discarica,
il centro commerciale Conca d’Oro
punta a dieci milioni di presenze
l’anno, contribuendo a far uscire
dall’isolamento il quartiere
Zen di Palermo.
Patron dell’operazione
Maurizio Zamparini
che vorrebbe costruire
anche un nuovo stadio
16
News
Palermo
Un grande centro
commerciale per riqualificare
un’area degradata di Palermo
All’apertura, il 15 marzo di quest’anno,
è stato letteralmente preso d’assalto dai
palermitani, facendo registrare il record di
56 mila presenze in un solo giorno. Il Centro
commerciale Conca d’Oro sorge in un’area
particolare del capoluogo siciliano. Il quartiere
San Filippo Neri, meglio conosciuto come ZEN
(Zona Espansione Nord), è uno di quei grandi
progetti urbanistici di edilizia popolare degli
anni sessanta, come le “vele” di Scampia a
Napoli e Corviale a Roma, divenute poi aree
simbolo del degrado urbano.
Costruiti nel 1969 su progetto dell’architetto
Vittorio Gregotti i grandi edifici dello Zen
non sono stati dotati delle infrastrutture
necessarie al corretto sviluppo della zona, in
più l’occupazione abusiva di molti alloggi ha
aperto la strada alla microcriminalità e alle
infiltrazioni mafiose.
Gli investimenti in quest’area assumono
quindi un significato importante in relazione
alle speranze di riqualificazione economica
e sociale della zona. Il centro Conca d’Oro,
occupa un’area di circa 275mila metri quadrati,
una zona ex agricola, che però era da anni in
abbandono, con terreni incolti e discariche
abusive.
Patron dell’operazione è Maurizio Zamparini,
presidente del Palermo calcio, imprenditore
specializzato nel settore, che aveva presentato
news dall’italia
foto Franco Lannino/Studio Camera
›
17
News
news dall’italia
›
18
il suo progetto già nel 2006, i lavori però sono
partiti nel 2010. Nella conferenza stampa
all’apertura del centro Zamparini ha dichiarato:
“Quattro anni fa qui non c’era niente, solo una
discarica di immondizia, adesso siamo riusciti a
far sorgere un centro commerciale in una zona
di Palermo che ha bisogno di lavoro e vitalità.
Ci aspettiamo fino a dieci milioni di visitatori
l’anno”.
L’investimento complessivo è stato di oltre
140 milioni di euro per realizzare un’area di
55.000 metri quadrati per lo shopping e la
ristorazione, un parcheggio per 3000 posti
auto, cinque ingressi, cinque piazze interne e
una piazza esterna di 4500 metri quadrati. ›
A lato, una delle piazze del centro commerciale
Conca d’Oro, illuminata con lampade Speed (Disano),
inserite nell’architettura del controsoffitto.
Sotto la zona scale mobili illuminata da faretti Milano
(Fosnova) e, nella pagina accanto,
una galleria di negozi con faretti Gallery (Disano).
tutte le luci nella città dello shopping
Il progetto illuminotecnico per il centro commerciale Conca d’oro di Palermo
ha utilizzato un’ampia gamma di apparecchi per esterni e interni, con l’obiettivo
di assicurare un’illuminazione funzionale e confortevole, che rispondesse
al criterio della massima efficienza energetica, fondamentale per un impianto
con accensioni prolungate. Tutti gli apparecchi sono stati forniti
dalla Disano illuminazione, in buona parte con esecuzioni speciali secondo
le richieste del committente. Il progetto illuminotecnico sviluppato dai
tecnici del Gruppo Zamparini, è stato articolato in più fasi e si è avvalso della
collaborazione di Corrado Paternò e Nadia Baldone dell’Agenzia Sicilia
della Disano Illuminazione.
Per la viabilità esterna sono stati installati 165 Sforza a luce bianca,
60 riflettori Gallery illuminano la facciata e 80 Liset a LED bianco in esecuzione
speciale completano l’illuminazione esterna. All’interno i riflettori Nikos
e Speed (Disano) sono stati collocati lungo le gallerie e le piazze interne del
centro, mentre i faretti Milano, Eta e Matrix (Fosnova) illuminano la zona food,
il bar e altre aree di sosta.
19
› Nel centro si trovano un ipermercato della
catena Auchan e un centinaio di negozi.
L’architettura degli esterni si richiama alla
storia della Conca d’oro, la grande piana
palermitana, con un colore giallo che ricorda
gli agrumi e tre corone color oro che vogliono
richiamare i raggi solari.
Il centro Conca d’Oro organizza anche un
fitto calendario di eventi, che vanno dal
cinema all’aperto alle sfilate di moda, dalle
mostre mercato di antiquariato alle giornate
gastronomiche.
Altre immagini del centro che comprende
cento negozi, una food court con sette ristoranti
e tre bar, un giardino storico, un parcheggio
per 3 mila posti auto, cinque ingressi,
e una piazza esterna di 4500 metri quadrati
interamente dedicata ad eventi e spettacoli.
20
L’imprenditore della grande distribuzione
Con la passione del pallone
Maurizio Zamparini imprenditore friulano nel settore della
grande distribuzione, è stato il fondatore di Mercatone Zeta,
poi ceduto a una catena francese. Di mestiere fonda e avvia
centri commerciali, ma il suo nome compare più spesso sulle
cronache nazionali per un’altra attività, quella di presidente
del Palermo calcio. La squadra di calcio del capoluogo
siciliano l’ha acquistata da Franco Sensi, ex presidente
della Roma, nel 2002 riuscendo poi a portarla in serie A,
conquistandosi una notevole popolarità. In precedenza
era riuscito in un’impresa analoga con il Venezia
Calcio, che salvò dal fallimento nel 1984 e portò fino
al massimo campionato. Zamparini è noto per il
suo carattere esuberante che lo mette spesso in
conflitto con gli allenatori, basti pensare che sotto
la sua presidenza sono 17 i tecnici che si sono
avvicendati alla guida del Palermo.
21
News
a cura di Greta La Rocca
serbia Belgrado
Comfort visivo
e risparmio energetico,
grazie all’ottimale
gestione della luce
nel nuovo complesso
multifunzionale
della Scuola
Le origini dell’ISB
Internazionale serba
L’
International School of Belgrade (ISB) è un
prestigioso complesso scolastico che sorge
a Senjak, nella zona residenziale della capitale
serba. La scuola è frequentata da ragazzi di
nazionalità diverse, tra i quali molti figli di
diplomatici.
Recentemente il complesso è stato ampliato
con la nascita di un nuovo edificio che rispetta
i principi della bioedilizia.
In particolare, è stato progettato un sistema
di gestione della luce che rileva la presenza
di persone e regola di conseguenza il livello di
illuminazione in tutte le stanze. Si tratta di una
moderna tecnologia domotica che garantisce la
giusta luminosità degli ambienti e consente di
risparmiare energia.
La nuova struttura multifunzionale ospita una ›
22
L’international School di Belgrado è
stata fondata nel 1948 dalla moglie
dell’ambasciatore britannico, Lady
Peake, diventata l’anno dopo Presidente
del Consiglio scolastico. Si chiamava
Foreign Colony School e aveva sede in
due stanze della Missione americana,
prese in affitto. Le maestre, assistite
dalle madri, insegnavano ai bambini
delle elementari usando testi scolastici
in inglese. Nel 1952 la scuola cambiò
nome e nel 1957 la sede è stata trasferita
nell’edificio che oggi ospita la Lower
School. Con il passare degli anni, sono
state costruite nuove strutture mentre
le sovvenzioni da parte del governo
degli Stati Uniti hanno permesso di
assumere nuovi insegnanti e promuovere
programmi di scambio con università
statunitensi. Nel 1981 l’ISB è stata
ufficialmente accreditata nel Consiglio
delle Scuole Internazionali, mentre
nel 2005 è stata annoverata tra le 583
“International Baccalaureate Schools”,
le scuole che seguono un severo
programma scolastico di elevata qualità
focalizzato sull’internazionalizzazione.
23
n e w s D AL M O N D O
n e w s D AL M O N D O
Scheda tecnica
24
◗ Progetto principale:
Joseph Baaklini
Progettazione impianto elettrico:
Basis, Belgrade (Slavisa Pantelic e
Zoran Djokic)
◗ Impianto elettrico: Gemax, Belgrado
(Momir Sestovic)
◗ Progetto illuminotecnico: BUCK
Belgrado
◗ Prodotti: Minilinea B, Lex (Fosnova)
Rodio, Globo, Hydro, Punto, Cubo,
Cromo (Disano).
›
ventina di aule, un laboratorio di scienze, un
teatro e una sala musica, uno studio medico,
un ufficio di consulenza, una palestra e
campi da tennis. Gli accorgimenti energetici
si accompagnano a uno studio attento del
progetto illuminotecnico volto a creare
ambienti accoglienti, in combinazione con i
colori tenui e delicati degli arredi.
Per la reception e le aule sono stati scelti
apparecchi a incasso Minilinea (Fosnova) di
lunghezze diverse e Lex (Fosnova) per una
In queste pagine immagini delle aule e della palestra all’interno del nuovo edificio dell’ISB, progettato
secondo i principi della sostenibilità ambientale. Il risparmio energetico è garantito dall’illuminazione a LED
e da un moderno sistema domotico di gestione della luce che rileva la presenza di persone
e regola di conseguenza il livello di illuminazione in tutte le stanze.
News
luce d’ambiente che fosse discreta e insieme
efficace. Nella palestra sono stati utilizzati
proiettori Rodio (Disano) con protezione
dagli atti vandalici, mentre i campi da tennis
all’aperto sono stati illuminati con apparecchi
da esterni Cromo (Disano) particolarmente
adatti ai piccoli impianti sportivi.
Nelle altre zone sono stati applicati apparecchi
Punto, Hydro e Cubo (Disano), in grado di
garantire una illuminazione efficace, senza
effetti di abbagliamento, per una luce non
invasiva, mentre per le vie di accesso alla
scuola è stato scelto un lampione dalla forma
classica, Globo (Disano), nella versione anti
inquinamento luminoso.
una scuola tecnologica
e multiculturale
370 studenti di 36 nazionalità, 78 facoltà
e un corpo docente con insegnanti
provenienti da 9 paesi, 3 campus dedicati
rispettivamente alla Lower School,
alla Middle School e all’High School
che corrispondono ai cicli di istruzione
obbligatori definiti dal sistema scolastico
americano. Sono i numeri della scuola
internazionale di Belgrado che forma
bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni.
L’ISB vanta un severo e completo
programma didattico, oltre a diverse attività
collaterali, focalizzati sull’eccellenza e
l’innovazione tecnologica. Oltre ai più
classici laboratori di musica e teatro, gli
studenti seguono anche corsi d’arte e
lezioni di design; a loro disposizione hanno
anche laboratori di fisica, un anfiteatro e
una biblioteca multimediale con oltre 4.500
volumi; infine tutto il campus è attraversato
da reti wireless.
25
progetti
foto di Agostino Osio/OMA
PRADA
L’uso creativo
della luce
La sfilata di una delle più
importanti griffe della moda,
un grande palcoscenico
internazionale in cui il
progetto di illuminazione
si basa sull’uso creativo di
corpi illuminanti essenziali.
Tubi luminosi che diventano
unità di base per una
scenografia in movimento,
in cui il cambio colore
sottolinea la dinamicità
delle forme e la ricerca
dello stile
26
progetti
27
progetti
n In queste pagine, immagini
dell’allestimento curato dallo
studio di Rem Koolhaas per la
presentazione a Milano della collezione
di moda maschile autunno-inverno 2012
di Prada. Al centro del capannone industriale
spiccano i grandi candelieri, ognuno dei quali
realizzato con 300 apparecchi
al neon (Rapid system, Disano illuminazione).
Un
grande spazio ex industriale, completamente
vuoto, decorato solo da un enorme tappeto
rosso. Questo lo scenario delle sfilate della
collezione di moda maschile autunno-inverno
2012 di Prada, presentata alla settimana milanese
della moda. La scenografia è stata affidata allo
staff di uno dei più famosi studi d’architettura del
mondo, OMA di Rem Koolhaas. La collaborazione
del grande architetto olandese con Prada è
iniziata nel 2001 con la progettazione del Prada
progetti
Flagship Store a New York e ha portato poi alla
realizzazione di altri spazi prestigiosi, tutti con
soluzioni architettoniche d’avanguardia, come il
Prada Transformer di Seoul in Corea, un edificio
multifunzionale in grado di cambiare forma. Per
queste sfilate milanesi l’allestimento prevedeva per
l’illuminazione sei monumentali candelieri, ognuno
dei quali realizzato con 300 apparecchi al neon
(Rapid system, Disano illuminazione).
Elementi semplici per una creazione di estrema ›
SCHEDA TECNICA
w Progetto
Sfilata di Prada
uomo autunno-inverno 2012
w Progettista incaricato
Rem Koolhaas
w Project leader
Ippolito Pestellini Laparelli
w Team
Midori Hasuike
Boudewien van den Berg
Barbara Materia
29
progetti
› ricercatezza. Il grande tappeto (20x35 metri), è
stato assemblato con pezzi di moquette con pelo di
lunghezze diverse, colorato in rosso, bianco e nero.
Undici forme geometriche nere con motivi floreali
ispirati ai disegni dei tappeti modernisti, distribuite
uniformemente sulla superficie rossa. Il bordo del
tappeto era definito da una combinazione rigida
di forme geometriche nere e bianche. Il pubblico,
seduto al buio ai bordi del tappeto, osservava lo
spettacolo della sfilata in cui i modelli seguivano
percorsi precisi nel vasto spazio interno.
E sulla scena sono apparsi grandi attori di
Hollywood come Tim Roth, Adrien Brody, Willelm
Defoe, Gary Oldman, Emile Hirsch a presentare
una collezione di moda ricca di riferimenti storici
e letterari, tra le più apprezzate dalla critica
specializzata.
La luce ottenuta con i tubi al neon in questo
allestimento assolve alla doppia funzione di dare
grande risalto ai modelli e conferire drammaticità
a una scena in cui, secondo la stessa Miuccia
Prada, si rappresentava: “la commedia del Palazzo
del Potere, ossia il modo in cui i maschi hanno
imparato a tradurre la potenza in abito. Abbiamo
cercato di mettere in scena la potenza maschile. Per
poi farne una parodia”. Un progetto riuscito, che ha
riscosso il consenso unanime della critica.
n Sotto, alcuni dei celebri attori hollywoodiani che hanno
partecipato alla sfilata di Prada. Da sinistra, Gary Oldman, Adrien
Brody e Tim Roth, Willem Defoe, Emile Hirsch. Il pubblico, seduto
al buio, ha assistito alla sfilata di attori e modelli che seguivano un
percorso preciso nel grande spazio vuoto, illuminati da una luce
intensa e drammatica.
progetti
Dalla Galleria di Milano
alla borsa di Hong Kong
Il marchio Prada è nell’Olimpo delle grandi griffe
internazionali. La Holding del lusso guidata dalla stilista
Miuccia Prada e da suo marito Patrizio Bertelli (nella foto
sotto), ex industriale del cuoio, ha chiuso il 2011 con un
fatturato di 2,6 miliardi di euro e un utile in crescita del 72%.
Nel giugno dell’anno scorso il titolo di Prada ha esordito alla
borsa di Honk Kong, primo titolo italiano quotato nella borsa
asiatica. Un passo reso possibile dalle grandi prospettive di
crescita del marchio sugli immensi mercati asiatici. Questa
straordinaria storia di
successo del made in Italy
ha origine da un negozio di
borse e valige aperto nel
1913 in Galleria Vittorio
Emanuele a Milano da
Mario Prada.
La nipote Miuccia ha
preso le redini dell’azienda
nel 1978, portando il
marchio al grande
successo internazionale
alla fine degli anni Ottanta, soprattutto
grazie a borse ed accessori innovativi.
Nel 1992 Miuccia Prada fonda MiuMiu un marchio di
abbigliamento di grande successo fra i giovani. Le creazioni di
Prada sono conosciute anche grazie a una catena di lussuosi
negozi monomarca aperti nelle grandi città di tutto il mondo,
alcuni dei quali realizzati da grandi architetti come Rem
Koohlaas e Herzog & de Meuron.
Il marchio Prada è legato anche all’arte con la prestigiosa
Fondazione Prada e allo sport grazie alle entusiasmanti
sfide di Luna Rossa l’imbarcazione che nel 2000 è arrivata
a disputare le regate finali di Coppa America.
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luce intelligente
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Risparmiare energia,
ridurre le emissioni inquinanti
e migliorare la qualità di vita.
Sono questi gli obiettivi
della smart city, la città del futuro
dominata dalle nuove tecnologie,
oggi già disponibili nel settore
dell’illuminazione
34
Lo
scorso 5 luglio a Londra è stato
ufficialmente inaugurato the Shard, (la
scheggia) il bellissimo grattacielo firmato da
Renzo Piano, che con i suoi 310 metri di altezza
conquista il primato dell’edificio più alto d’Europa.
Nonostante le persistenti difficoltà di molte
economie dei paesi più avanzati, la costruzione
di grandi edifici non sembra rallentare più di
tanto nelle grandi città di tutto il mondo. E che
l’espansione in altezza continui è comprensibile se
si pensa che gli studi demografici ci dicono che nel
2050 la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi
di persone, due terzi dei quali vivranno nelle aree
urbane.
Le megalopoli di domani, però, potrebbero
diventare insostenibili in termini di consumo
energetico e invivibili per i problemi legati al
traffico e all’inquinamento. La risposta è nella
filosofia delle cosiddette “smart city”, le città
intelligenti in cui la tecnologia più avanzata
permette di rispamiare sul consumo delle risorse
energetiche, ridurre le emissioni inquinanti e
migliorare la qualità di vita di enormi masse di
persone.
La filosofia del consumo intelligente riguarda tutti
gli aspetti della vita sociale e individuale, dal lavoro
al divertimento, alla gestione della casa. Si tratta
di qualcosa di molto più concreto di una semplice
visione ecologista, come dimostra il moltiplicarsi di
speciale
Il risparmio possibile
nell’illuminazione di interni
0%
Consumo energetico
50%
100%
Vecchi impianti (anni ’70) con tubi fluorescenti
del diametro di 38 mm e reattore magnetico
programmi, progetti, iniziative adottate da governi
ed enti sovranazionali. Per quanto riguarda l’Europa
basti pensare al Programma Green Building,
lanciato già nel 2005, che mira ad incrementare
l’efficienza energetica in edifici non residenziali
(scuole, uffici, ospedali, ecc.) o alla direttiva per
la riduzione entro il 2020 del 20% dei consumi
energetici, che proprio in questi mesi sarà rilanciata
dal Parlamento europeo.
In questo contesto le scelte che riguardano
l’illuminazione hanno un ruolo importante.
Vediamo perché.
Vecchi impianti (anni ’80) con tubi fluorescenti
del diametro di 26 mm
Una bolletta più leggera
Con rilevatore
di presenza
55%
60%
70%
Con regolazione
automatica
sulla luce
naturale
Con rilevatore
di presenza
e regolazione
automatica
sulla luce
naturale
100%
75%
50%
Fonte: Licht.de, modificata
Nel settore dell’illuminazione più che di evoluzione
tecnologica si può parlare di un vero e proprio
salto di qualità. La decisione di non produrre più
lampadine a incandescenza è il sintomo di un
cambiamento epocale. Un apparecchio di nuova
generazione consuma molto meno, garantisce
una qualità di luce migliore e consente anche
una gestione intelligente della luce, ossia si può
illuminare solo dove serve e quando serve.
Questi vantaggi sono importanti nelle singole
abitazioni, ma diventano ancora maggiori nei
grandi spazi dove si lavora e dove la luce è accesa
per molte ore.
Nella tabella a lato, si quantifica il risparmio ›
Nuovi impianti con tubi
fluorescenti del diametro
di 16 mm e reattore
elettronico
20%
Risparmio energetico 0%
35
speciale
›
ottenibile nell’illuminazione d’interni passando dai
vecchi apparecchi a lampade tecnologicamente
più evolute. Partendo dai tubi fluorescenti che si
usavano negli anni ‘70, con un diametro di 38 mm,
si è risparmiato il 20% di energia con il passaggio ai
tubi T8 (diametro 26 mm), arrivando poi addirittura
al 55% con i più efficienti T5 (diametro 16 mm).
Queste percentuali di risparmio salgono ancora
se si adottano sistemi di controllo della luce come
rilevatori di presenza (la luce si accende solo se
qualcuno è presente della stanza) o regolatori
automatici in relazione alla luce naturale.
Sono cifre che non lasciano dubbi, le nuove
tecnologie di illuminazione applicate su larga scala
consentono risparmi importanti e vantaggi sicuri in
termini di riduzione delle emissioni inquinanti.
Un ufficio più vivibile
minicomfort
Consumi ridotti e alta qualità della luce.
Minicomfort di Disano è progettato per le
nuove lampade T5 a risparmio energetico,
con ottiche dark light che eliminano qualsiasi
effetto abbagliamento, realizzate in alluminio
altamente riflettente per migliorare l’efficienza
luminosa. Con questi apparecchi si ottengono
risparmi energetici fino al 70% rispetto a un
vecchio impianto migliorando sensibilmente
il comfort visivo.
36
I vantaggi economici delle nuove tecnologie non
basterebbero a garantirne il successo se non ci
fossero altri importanti benefici. Il più significativo
riguarda la qualità della luce. Con i nuovi
apparecchi si vive e si lavora meglio.
Nella figura della pagina a lato si vede come la
qualità della luce è data da un insieme di fattori
collegati alla percezione visiva. Vanno considerate
le performance visive, legate al livello di
illuminazione e alla limitazione dell’abbagliamento,
il comfort, determinato dalla corretta distribuzione
della luminanza e dalla resa dei colori e infine
l’illuminazione d’ambiente, influenzata dalla
tonalità di colore della sorgente luminosa e dalla
direzione della luce. In pratica, l’illuminazione
è buona quando c’è abbastanza luce, senza
abbagliamenti e si percepiscono i colori quasi come
con la luce naturale.
Anche sotto questo aspetto i nuovi apparecchi
hanno fatto passi da gigante rispetto alle vecchie
lampade. Consideriamo solo il parametro
dell’efficienza luminosa, ovvero la quantità di
luce prodotta per ogni Watt di energia assorbita.
Le lampade a incandescenza hanno un’efficienza
intorno ai 13 lumen/W, mentre una lampada
fluorescente compatta va dai 40 ai 60 lumen/W e
quelle con reattori elettronici (ad alta frequenza)
raggiungono i 100 lumen/W.
Gli apparecchi più aggiornati inoltre generano
una luce con una temperatura di colore intorno
ai 4000 °K, che vuol dire avere una luce bianca
sempre più vicina all’illuminazione naturale (5000
speciale
°K), inoltre le ottiche dark light elimininano gli
abbagliamenti. Il risultato è un ambiente di lavoro
piacevole e soprattutto più sicuro per la salute
degli occhi, senza dimenticare quello che gli studi
medici chiamano il tono dell’umore, ossia il grado
di benessere generale che è sicuramente migliore
in un ambiente correttamente illuminato.
Una luce più efficiente e gradevole è quindi
una componente fondamentale della qualità
dell’edificio. Qualità che oggi si può anche ›
lla
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luc
e
Amb
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Cor della luce
Illuminazione
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izio e luci
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I fattori che
determinano la qualità
dell’illuminazione
Fonte: Licht.de
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dell’abb azion
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forma
Per
37
speciale
LED PANEL 60x60
La forma garantisce una distribuzione
uniforme della luce, i LED bianchi (4000
°K) generano un’illuminazione di alta
qualità, assicurando il massimo comfort
visivo e una perfetta resa del colore
(ra >80). Il flusso luminoso di 3700 lm è
ottenuto con un consumo totale di soli
31 W, il che significa un consumo medio
inferiore del 30% rispetto a quello di un
apparecchio tradizionale.
›
38
certificare, con diversi sistemi internazionali.
In Italia è sbarcato da qualche anno il sistema Leed
(Leadership in Energy and Environmental Design)
promosso dal Green Building Council Italia, che
attesta il grado di sostenibilità di un edificio. Una
certificazione che concerne tutto il ciclo di vita
dell’edificio stesso, dalla progettazione
alla costruzione. Avere questa attestazione è
sicuramente un plus per il costruttore, che vede
salire il valore dell’immobile, ma è soprattutto
una garanzia di migliore qualità di vita per chi in
quell’edifico ci abita o ci lavora.
I Led e la città sotterranea
La frontiera del risparmio e della qualità della luce
si allarga ulteriormente con gli apparecchi a LED.
Questa tecnologia che ha rapidamente conquistato
l’attenzione dei media è oggi considerata il simbolo
della nuova illuminazione sostenibile. Oltre ai
speciale
consumi ridottissimi colpisce la lunga durata di vita
di una sorgente LED che raggiunge le 50mila ore.
Va precisato che questi dati diventano realtà
solo se la qualità degli apparecchi che montano i
LED e le condizioni dell’impianto lo consentono.
Certamente il LED per la sua stessa natura è la luce
più intelligente, ossia più modulabile secondo le
esigenze reali di chi la usa.
Negli uffici i LED sono entrati soprattutto per
illuminazioni decorative, ma i nuovi LED bianchi
sono ormai soluzioni d’avanguardia per tutti
gli ambienti di lavoro. Inoltre, le particolari
caratteristiche dei LED, come l’assenza di raggi
UV e l’alta resa del colore possono offrire grandi
vantaggi in situazioni particolari, pensiamo ad
esempio all’industria alimentare o elettronica.
Infine, non va dimenticata la città sotterranea,
destinata ad avere sempre più spazio nella smart
city, che assegna un ruolo importante al trasporto
sotterraneo e tende a liberare le strade dalle auto.
Anche in questi luoghi la qualità della luce LED fa
la differenza, aumentando il senso di sicurezza e
rendendo gli ambienti più vivibili.
Echo led: l’evoluzione della stagna
L’armatura stagna con tutta l’esperienza e la qualità Disano,
aggiornata con la tecnologia LED. Il corpo lampada è in
policarbonato infrangibile ed autoestinguente, con un grado di
protezione IP66, particolarmente robusto grazie anche alla struttura
rinforzata da nervature interne.
Progettate per facilitare l’installazione e la manutenzione
si distinguono per la cura dei particolari, come l’apertura a cerniera
del diffusore, che lo mantiene attaccato al corpo lampada,
per una manutenzione semplice e sicura. In più tutti i vantaggi
della tecnologia LED, ovvero sorgenti luminose con una lunghissima
durata di vita (50mila ore), consumi ridotti e un’alta qualità
della luce.
39
speciale
luce pubblica
un percorso a tappe
per i nuovi impianti
Risparmio ed efficienza sono
obiettivi realizzabili.
Ma occorrono professionalità,
progetti in rete e percorsi corretti.
Parla la responsabile
del progetto Lumière dell’Enea
Sud
Centro
40
70%
75%
tecnologia per un’illuminazione pubblica
più efficiente c’è e ci sono anche i professionisti per applicarla, quello che manca, spesso, è il
percorso corretto per arrivare a un impianto migliore”. Nicoletta Gozo, coordinatrice del progetto Lumière dell’Enea, non ha dubbi, risparmiare sulla luce
dei comuni italiani si può. Ma quanto? “Se vogliamo
indicare un valore medio direi che si può arrivare
a consumare almeno il 30 per cento di energia in
meno. Ma la percentuale può essere anche più alta,
nel caso di impianti molto datati o con una cattiva
manutenzione. Lì si può arrivare anche al 50 per cento di energia in meno. Questo è un dato che si riferisce al solo parametro dell’efficienza luminosa, ovviamente se in contemporanea si fanno altri interventi
sull’impianto, per esempio si aumentano i punti luce
o si dotano i pali di altre funzioni, i consumi posso-
L’efficienza energetica
degli impianti italiani
n Nel grafico a lato, i valori medi
dell’efficienza energetica per zone geografiche
in Italia
Fonte: Facciamo Piena Luce – Legambiente
Nord
65%
“La
80%
85%
90%
Da questo studio gli impianti di illuminazione
pubblica dei comuni del Sud Italia risultano
mediamente più efficienti del 20% rispetto
al Nord. I più recenti studi sugli impianti
di illuminazione pubblica dei comuni italiani
mostrano come ci siano ampi margini
di miglioramento.
speciale
no essere maggiori, ma si avranno i benefici relativi
al miglioramento tecnologico. Si potrebbe correttamente dire che il 30 per cento che si risparmia grazie
alle nuove tecnologie si può investire per migliorare
la qualità complessiva dell’illuminazione, ottenendo
infine un impianto migliore con costi inferiori.”
Risparmiare energia, d’altro canto è uno dei grandi
obiettivi strategici che l’Unione Europea si è data a
partire dal famoso obiettivo 20-20-20 (ridurre del 20%
le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% il
risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo
di fonti rinnovabili). E in Italia, a che punto siamo?
“Anche il nostro paese – conferma Gozo – ha recepito le normative europee e, tra i vari provvedimenti,
molte Regioni hanno reso obbligatorio il Piano regolatore dell’illuminazione comunale (Pric). Nei fatti,
però, solo un comune su dieci si è effettivamente dotato del Pric.” Perché questi ritardi? “Fino a non molti
anni fa la gestione degli impianti era un monopolio
dell’Enel: ora invece i comuni devono occuparsene
direttamente e molte amministrazioni non hanno
ancora pienamente acquisito le competenze necessarie. Affrontare seriamente il tema del risparmio
energetico sull’illuminazione pubblica implica una
serie di passaggi precisi. Il primo punto è l’acquisizione da parte dell’amministrazione comunale delle
competenze necessarie non solo per programmare
correttamente gli interventi, ma soprattutto per gestire poi adeguatamente gli impianti. I vantaggi delle
nuove tecnologie sono reali solo se queste vengono
gestite correttamente”.
Questo significa che bisogna partire da un’analisi
dell’impianto esistente? “Certo, schematizzando posso dire che vanno distinte tre fasi. La prima prevede
la messa a norma dell’impianto in relazione alla sua
funzione originaria: ossia per
prima cosa dobbiamo accertarci
che l’impianto fornisca la quantità
di luce richiesta secondo i requisiti
del codice della strada e delle norme
UNI. In una seconda fase si può pensare alla riqualificazione, ossia al miglioramento dell’efficienza energetica,
per ottenere la stessa quantità di luce
con consumi inferiori. In una terza fase
si potrà dotare l’impianto di sistemi
smart, ossia di controllo intelligente,
che riguardano la luce, ma possono
implicare anche altre funzioni come la
videosorveglianza, il monitoraggio del
traffico, dell’inquinamento, ecc.” Insomma, da un vecchio impianto poco
efficiente si può arrivare addirittura a
un’infrastruttura da smart city… “Proprio così, l’impianto di illuminazione è
una rete ramificata sul territorio e oggi può supportare una serie di altre funzioni. La condizione però è
che ci sia chi le sappia gestire. Faccio un esempio,
i pali dell’illuminazione stradale possono ospitare
strumenti per la rilevazione del traffico e della qualità dell’aria. Informazioni preziose, che però sono realmente utili solo se sono gestite da un sistema che,
per esempio, può informare i cittadini in tempo reale
o addirittura bloccare e deviare il traffico”.
Gli obiettivi sono abbastanza chiari, ma la strada per
raggiungerli? “Noi come Enea abbiamo sviluppato
una metodologia operativa che punta a mettere in
rete tutti i soggetti interessati: i comuni, i produttori di apparecchi di illuminazione, le ESCo (Energy
Service Company), ossia le società che effettuano
›
Dai vapori di sodio ai LED,
passando per gli alogenuri
metallici.
Nel disegno è riassunta l’evoluzione
tecnologica che ha portato dalla luce
gialla dei vecchi lampione alla luce
bianca dei nuovi apparecchi, già a
disposizione dei comuni italiani per
realizzare impianti che consumano
meno energia e migliorano la qualità
della luce.
Nella foto sopra, Nicoletta Gozo dell’Enea.
41
speciale
› interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica. Nel progetto “Lumière” proponiamo un percorso specifico, (vedi pagina a lato). La partenza, come
abbiamo detto, è l’acquisizione delle competenze
necessarie da parte dell’amministrazione comunale, poi si deve procedere, se necessario, al riscatto
parziale o totale della rete, quindi si passa alla messa norma dell’impianto e all’elaborazione del Piano
regolatore dell’illuminazione comunale, poi si può
effettuare un audit energetico, ossia un controllo sui
consumi dell’impianto. A questo punto si elabora un
progetto preliminare e si redige un bando di gara.
Questo è un passaggio importante perché bisogna
essere consapevoli di cosa si vuole e come lo si vuole realizzare. Il traguardo finale è un impianto più
efficiente gestito dal Comune che diventa soggetto
attivo e pienamente consapevole.”
Luce regolabile. I nuovi apparecchi
sono dotati di sistemi in grado di
ridurre la potenza nelle ore di meno
traffico, aumentando il risparmio.
L’Enea ha rilevato come questi sistemi
siano ancora poco diffusi in Italia.
Monumenti con la luce giusta.
I nuovi apparecchi, in particolare quelli
a LED possono valorizzare meglio il
nostro patrimonio artistico. L’impianto
luci può essere inserito in modo
non invasivo anche all’interno delle
strutture architettoniche.
42
n L’impianto di illuminazione pubblica è una rete
distribuita sul territorio che può anche veicolare
altre funzioni, come per esempio il monitoraggio del
traffico, il controllo della qualità dell’aria. È la rete
informativa che caratterizza la cosiddetta Smart City,
la città del futuro che interagisce con i cittadini.
speciale
L’Enea e il Progetto Lumiere
L’Enea, Ente per le nuove tecnologie l’energia e l’ambiente, è stato
istituito nel 1991 con una legge di riforma dell’Ente nazionale per l’energia
nucleare e le energie alternative. È un ente pubblico impegnato in attività di
ricerca, formazione e sviluppo nei settori dell’efficienza energetica, delle fonti
rinnovabili, clima, sicurezza, salute, nuove tecnologie.
Il progetto Lumière nasce nel 2010 con l’obiettivo di promuovere l’efficienza
energetica nel settore dell’illuminazione pubblica ed in particolare favorire la
riduzione dei consumi di energia elettrica degli impianti d’illuminazione dei Comuni. Il
progetto propone alle amministrazioni comunali linee guida economico finanziarie per
riscattare e gestire gli impianti, modelli di audit energetico, linee guida per la redazione di
bandi di gara per la riqualificazione degli impianti, metodologie per la redazione del Piano
regolatore dell’illuminazione comunale e altre forme di supporto.
Percorso efficienza
Un percorso in salita per una bolletta in discesa
Audit
energetico
Progetto
preliminare
bando gara
Gestione
consapevole
dell’impianto
di illuminazione
pubblica
Messa a norma
Piano Regolatore Illuminazione Comunale
Riscatto Rete
Acquisizione di competenza
da parte dei Comuni
ARRIVO
IMPIANTO
EFFICIENTE
n Nel grafico a lato il percorso
proposto dall’Enea (progetto
Lumière) ai comuni italiani
per arrivare a un impianto di
illuminazione efficiente, di
cui l’amministrazione sia un
gestore esperto. Nello schema
sottostante i principi generali
cui deve ispirarsi una corretta
gestione dell’impianto di
illuminazione pubblica.
PARTENZA
Oggi si può e si deve illuminare
DOVE SERVE
Piano regolatore illuminazione comunale
Norme UNI
Codice della strada
QUANTO SERVE
Telecontrollo
COME SERVE
Armonia tra progettazione illuminotecnica e aspetti ambientali
QUANDO SERVE
Adattiva - On demand - Smart lighting
Oggi si può avere un servizio di qualità superiore a un costo energetico inferiore
43
speciale
Con il supporto
della Disano illuminazione
il comune alle porte
di Milano ha installato nuovi
apparecchi e sostituito vecchie
sorgenti con notevoli vantaggi
economici ed estetici
Rozzano
“L
n Qui sopra il ponte sulla
Provinciale nella frazione
della Conca, teatro di uno
degli interventi di restyling
illuminotecnico realizzato
dall’amministrazione comunale
del centro del Milanese,
impegnata in una revisione
generale dell’impiantistica
luminosa urbana. Obiettivi:
efficienza, risparmio, sicurezza
e riqualificazione estetica.
44
illuminazione stradale rappresenta un capitolo
di spesa importante per tutti i comuni italiani.
Ma una buona illuminazione pubblica è anche un
elemento fondamentale per la qualità della vita dei
cittadini. Le amministrazioni quindi cercano soluzioni per realizzare e mantenere impianti efficaci ed efficienti con una grande attenzione per il budget”.
Il comune di Rozzano, alle porte di Milano, ha avuto
l’occasione di sperimentare i vantaggi di una illuminazione a LED a costo zero, grazie alla collaborazione
della Disano illuminazione che ha il suo quartier generale proprio a Rozzano.
“Il patrimonio illuminotecnico della città è passato
da 3.500 a 4.500 apparecchi” spiega Antonio Panzarino, l’architetto responsabile dei lavori (nella foto).
Sulle strade a scorrimento veloce della città i vecchi
pali della luce sono stati sostituiti con apparecchi che
garantiscono maggior comfort visivo come Giovi,
Tonale e Capri (Disano). Mentre gli attraversamenti
pedonali sono stati illuminati con apparecchi progettati per l’arredo urbano come Brera, Vista e Volo
(Disano) che garantiscono la giusta illuminazione
nei percorsi differenziati: piste ciclabili, strade pedonali. “Li abbiamo scelti sulla base di uno studio
dei quartieri” continua Panzarino “A Rozzano vecchia, abbiamo deciso di installare i Vista perché
hanno un profilo più adatto ai percorsi pedonali;
mentre per il quartiere popolare abbiamo scelto
Brera perché ha un design simile a Monza, ap-
›
speciale
tutti i vantaggi dei Led
45
speciale
› parecchio per l’illuminazione pubblica installato nel
1994. Infine, per tutti gli altri abbiamo scelto Volo”.
Oltre ad aver installato nuovi apparecchi, l’amministrazione comunale ha sostituito vecchi corpi illuminanti con sorgenti a LED in alcune vie centrali: “Abbiamo installato quasi 30 lampade a LED sui vecchi
impianti, pali alti 9 metri” precisa Panzarino “rispetto
alla vecchia illuminazione, è aumentata la potenza di
illuminazione al suolo. Le misurazioni con luxometro
a terra rilevano 800 lux contro i precedenti 400 lux
delle lampade a vapori di sodio”.
Comune di antica industrializzazione, Rozzano oggi è
un’area prevalentemente residenziale e commerciale
di oltre 41mila abitanti alle porte di Milano. Si tratta
di un centro urbano per sua natura sensibile alle politiche sostenibili, anche per la sua collocazione all’interno del Parco Sud di Milano, un’importante area
agricola che si estende per 47mila ettari.
È soddisfatto l’Assessore all’Ambiente Stefano Apuzzo, che spiega: “Con l’installazione dei LED la luce è
migliorata in quantità e qualità. Oltre ad avere un illu-
n La zona di Assago Milano-Fiori confinante
con Rozzano a Sud-Ovest di Milano
è un’area che negli ultimi anni ha
conosciuto un grande sviluppo urbanistico,
con la costruzione di nuovi edifici,
residenziali, uffici e grandi centri
commerciali.
46
›
speciale
n A sinistra e nella
pagina precedente,
immagini di Milano Fiori,
nel comune di Assago.
Si tratta di una grande
area di uffici e servizi,
vicina all’imbocco
dell’autostrada
Milano-Genova, dove
l’illuminazione esterna
è stata recentemente
rinnovata con
apparecchi Torcia
(Disano) a LED, che
offrono le migliori
performance con un
considerevole risparmio
energetico.
47
›
48
minamento maggiore, abbiamo anche una luce più
bianca, che permette di distinguere meglio i colori e
quindi rende le strade più sicure per chi guida e più
confortevoli per i pedoni. L’illuminazione a Led poi
ha aspetti positivi non solo nell’immediato, ma anche a lungo termine, considerata la maggiore robustezza e durata di vita, che ci permetterà di ridurre i
costi di manutenzione”. Proprio per questi interventi,
il Comune di Rozzano ha ricevuto un riconoscimento
importante in occasione della VI edizione della manifestazione Lumen Fortronic, mostra e convegno
dedicata ai nuovi sistemi illuminotecnici: “Abbiamo
ricevuto una menzione speciale del premio “Award
Ecohitech”, promosso dal Consorzio Tecnoimprese e
dedicato alle nuove tecnologie. – racconta Apuzzo –
Lo consideriamo un riconoscimento importante che
ci incoraggia a proseguire sulla strada del rinnovamento dell’illuminazione pubblica”.
Il prossimo obiettivo è riprogettare l’illuminazione
di piazza Alboreto a Rozzano, disegnata nel 2006
dall’architetto Antonio Citterio.
Stelvio
torcia
Lampione a LED ultratecnologico dotato di sistemi
di controllo per monitorare il funzionamento di
ogni punto luce e di regolazione per programmare
accensione, spegnimento e funzionamento a potenza
ridotta in alcuni periodi della notte.
Un particolare sistema di dissipazione del calore
assicura il perfetto funzionamento e la lunga durata di
vita dei LED.
La versione a LED di Torcia, un apparecchio
per l’arredo urbano dal raffinato design utilizza
un esclusivo cono rifrangente che permette
la diffusione ottimale della luce. Moduli
LED di ultima generazione da 5.000 lumen e
temperatura di colore di 4.000 °K) generano una
luce confortevole con un importante
risparmio energetico.
speciale
Rinnovamento totale e impianto
illuminotecnico pioniere in prestazioni
ed estetica a Manerbio, una delle barriere
più trafficate e strategiche
della tratta di Autostrade Centropadane
manerbio Un casello tutto a Led
49
speciale
M
oderno, lineare, illuminato, sicuro: Centropadane spa battezza il primo casello interamente
illuminato a LED della tratta autostradale di gestione. Uno dei primi, comunque, d’Italia. Siamo a Manerbio, tra Brescia e Cremona, una delle più battute
barriere della tratta autostradale di Centropadane
spa, dove si sono conclusi recentemente i lavori di
restyling totale della struttura: rifacimento del fabbricato di stazione, delle piste ed isole di esazione, so-
la società di gestione
Centropadane, società per azioni nata nel 1960 e attiva dal 1971, gestisce 88.6 km di
autostrada, da Piacenza a Brescia, e la diramazione per Fiorenzuola D’Arda, raccordando
la A21 (Torino- Piacenza) con la A1 (Milano-Napoli) e la A4 (Torino-Milano). Si estende
sul territorio di due regioni: Emilia Romagna e Lombardia. Centropadane inoltre
progetta tratte stradali in provincia di Brescia, Cremona, Piacenza, Mantova e Milano;
rappresentativi delle opere progettate dalla Società sono: la direttissima BS-MI (Brebemi)
e l’ autostrada “Cremona-Mantova”, di cui Centropadane è Concessionaria.
La struttura di esazione attuale è rappresentata da 7 caselli per complessive 56 piste.
Centropadane è la concessionaria con il più elevato livello di esazione in Telepass; la tratta
autostradale si caratterizza per l’impiego diffuso di tecnologie avanzate.
50
speciale
Sicurezza, la luce raddoppia
Il nuovo casello autostradale è dotato anche di un sistema sperimentale
antieffrazione che vede nella luce un tassello fondamentale. In caso di
tentativi di furto o rapina alle cabine, il personale può, con un semplice
tasto, attivare una procedura deterrente e d’allarme multipla: raddoppio
dell’illuminazione funzionale e del fascio luminoso dall’alto (da sei a dodici
fari), partenza di un allarme vocale, immediata entrata in funzione di un sistema
supplementare di telecamere. L’intero casello è comunque videosorvegliato 24 ore al
giorno, con trasmissione dati alla centrale operativa di Cremona.
stituzione della pensilina di copertura, adeguamento
dell’impiantistica e rifacimento radicale dell’impianto d’illuminazione delle aree operative, realizzato interamente con prodotti a LED. Dopo quelli di Brescia
e Cremona quello di Manerbio è, su questa tratta, il
casello maggiormente trafficato. La zona è fortemente industrializzata, il traffico pesante assorbe oltre il
30% del flusso complessivo in entrata e uscita, e il
livello di passaggi con telepass ha raggiunto il tetto
del 72%.
La capacità di esazione del casello è stata alzata con
il passaggio da 5 a 6 piste. Sono stati completamente
rifatti i manti stradali e il new jersey, le cabine e gli
impianti d’esazione. La trasformazione più evidente
riguarda la copertura: una pensilina dall’originale
disegno curvilineo realizzata con una struttura a traliccio formata da tubi in acciaio saldati che copre il
casello e le piste per tutta la loro lunghezza, sostenuta da un’innovativa struttura strallata con tiranti
d’acciaio. “Dal punto di vista illuminotecnico, il risultato dell’intero lavoro garantisce livelli prestazionali di alto livello sia per
quanto riguarda gli aspetti
funzionali sia per la sicurezza dell’area – spiega
il progettista e direttore
dei lavori Luca Bertazzoli
(nella foto), referente tecnico per gli impianti tec- ›
51
speciale
›
nologici per Autostrade Centropadane spa . Il casello
ha assunto un aspetto più arioso e pulito, il transito
è maggiormente ordinato e razionale, l’estetica sicuramente migliorata. è una struttura innovativa anche
per l’assenza dei consueti sostegni fra una pista e
l’altra, ci guadagnano visibilità e sicurezza”.
Luce bianca e apparecchio “ultrapiatto”
Il restyling del casello ha come tassello fondamentale il rifacimento totale dell’impianto d’illuminazione.
Luce ambra sugli stralli e luce verde sulle colonne di
separazione fra piste in funzione estetica (il giallo e
il verde sono i colori sociali), luce funzionale bianca,
affidata a 42 apparecchi Modo LED con 48 LED a 5600
°K, incassati nella struttura reticolare sottostante la
pensilina a onda. La luce bianca e l’ottica simmetrica
52
garantiscono illuminazione diffusa e abbattono ogni
dispersione luminosa. Da lontano, l’impressione è
quella di una grande omogeneità illuminotecnica,
come se la luce fosse diffusa da un’unica fonte.
“Cercavamo – spiega Bertazzoli – un prodotto a LED
che ci consentisse di ridurre al minimo, e di semplificare tecnicamente, gli interventi di manutenzione,
oltre che naturalmente ci garantisse efficienza illuminotecnica e risparmio. Abbiamo centrato l’obiettivo: stando ai primi dati, passiamo da 600W di
consumo a meno di 400. Il prodotto ha una durata
di vita stimata di 60-65 mila ore, considerando che
l’impianto rimane in funzione in media circa dieci
ore al giorno una lunga vita. Ottimo anche il valore
d’illuminamento medio a terra, 65lux”.
Le caratteristiche del prodotto sono state vagliate in
ogni minimo dettaglio, tecnico e strutturale.
speciale
“L’installazione è pulita e molto semplice: delle staffe fissano l’apparecchio alle barre d’acciaio con un
sistema a baionetta. In questo modo, e grazie anche
alla struttura del casello dove abbiamo realizzato
un camminamento su passerella per consentire attraversamento e manutenzioni in sicurezza, il corpo illuminante può essere rimosso e rimontato per
pulizia o veloci interventi di messa a punto, senza
difficoltà tecniche. Ci occorreva anche, e abbiamo
scelto, un apparecchio dallo spessore minimo, che
non sporgesse dal telaio della pensilina, per motivi
di efficacia e di sicurezza. La luce viene diffusa all’altezza esatta della copertura, 6 metri e 50”.
100 KM
tecnologici
e sicuri
“Per noi – spiega Roberto Salvadori
(nella foto), Direttore Tecnico Autostrade Centropadane s.p.a. - è
fondamentale garantire un servizio
sempre migliore all’utenza, soprattutto all’atto del pagamento del
pedaggio, differenziando le possibilità di esazione in relazione al tipo di utenza che
frequenta le singole stazioni. Altro aspetto fondamentale
è garantire la sicurezza negli attraversamenti agli operatori
di gestione e manutenzione ed ottimizzare i costi di gestione.
In questa nuova struttura ci sono elementi innovativi molto
importanti, innnazitutto la copertura senza sostegni, che permette la massima protezione dagli agenti atmosferici e fruibilità delle isole che ospitano gli apparati di pedaggiamento
da parte del personale di gestione e manutenzione. C’è poi
passaggio aereo in sicurezza per gli operatori e l’impianto
di illuminazione. Quest’ultimo è pensato per permettere lo
svolgimento delle operazioni di esazione con tranquillità,
precisione e sicurezza. Inoltre sono stati considerati: l’ottimizzazione dei consumi, il corretto approccio dell’utente agli
apparati d’esazione; comfort ambientale e valorizzazione
dell’aspetto architettonico della struttura di copertura.
53
Energia
rinnovabile
sulle Alpi
italia e francia sono
i maggiori produttori europei
di energia idroelettrica,
in fase di rilancio.
tra gli investimenti realizzati
sulla catena alpina, anche
scenografiche illuminazioni
notturne per valorizzare
le architetture
delle centrali
54
sostenibilità
di Greta La Rocca
E
ntro il 2020 un quinto dell’energia consumata
in tutti i paesi europei deve provenire da fonti
rinnovabili. Questo è uno degli obiettivi del pacchetto Clima-Energia 20-20-20 firmato dall’Unione Europea: gli stati membri si impegnano, entro i prossimi
dodici anni, a ridurre del 20% le emissioni di gas
effetto serra, a raggiungere un risparmio energetico del 20% e a portare al 20% la quota di energia
prodotta da fonti rinnovabili. Oltre all’energia solare,
eolica e alle biomasse, tra le fonti di energia “pulita”
c’è anche quella idroelettrica ricavata dalla caduta di
grandi masse d’acqua.
Italia e Francia sono tra i maggiori produttori europei
di questo tipo di energia per la presenza della
catena alpina nel loro territorio.
In Italia le centrali idroelettriche sono
state la principale fonte energetica per lo sviluppo in- ›
Centrali idriche dell’area Savoie
Mont Blanc (Albertville)
Centrali idriche dell’area Valle
della Maurienne (St-Jean-de-Maurienne)
Centrali idriche dell’area Écrins-Vercors
(Pont-de-Claix)
Sedi delle centrali idriche
Stato Maggiore UP Alpes (Grenoble) = Sede dell’Unità
di Produzione Alpina (Grenoble)
Centrali idroelettriche
Dighe
Le centrali idriche EDF
nell’area alpina
Unità di manutenzione meccanica e idraulica
Sede dell’unità di manutenzione di Montmélian
Officine del Servizio di Riparazione Idraulica (sede di Grenoble)
55
sostenibilità
Energia idraulica, rinnovabile E con diverse taglie
di Claudia Bettiol,
ingegnere
Bacino di
raccolta
56
Diga
L
a definizione di energia rinnovabile è complessa
e può avere diverse interpretazioni. In generale,
si definisce rinnovabile un’energia che è ricavata
da elementi naturali ed è praticamente “infinita”.
Ma per sapere se un’energia rinnovabile
abbia effettivamente un bilancio positivo
sull’ambiente occorrerebbe controllare il suo
EROEI (il rapporto tra l’energia ricavata e tutta
l’energia spesa per arrivare al suo ottenimento)
ossia il suo vero bilancio energetico. Ad
esempio, un pannello fotovoltaico al silicio è
veramente rinnovabile solo dopo 10-12 anni
in quanto la sua produzione è un processo
fortemente energivoro. Quindi, prima di poter
definire la sua energia come “pulita” si dovrebbero
compensare le emissioni dovute al suo ciclo
produttivo.
Per l’energia idroelettrica la situazione è diversa e,
soprattutto in Europa, l’energia prodotta dalle dighe
e dagli impianti idroelettrici, che risale almeno al
secolo scorso si può considerare rinnovabile a tutti
gli effetti. In questo settore abbiamo praticamente
sfruttato tutto il possibile, la maggior parte degli
impianti sono stati rinnovati e sono tutt’ora
in funzione. Così come per l’eolico, possiamo
distinguere l’energia idroelettrica secondo la taglia
degli impianti. Ad esempio, in piccole taglie possiamo
Linea ad alta
tensione
produrre energia dal flusso delle acque anche di
scoli secondari. Si può recuperare energia anche
da un fosso (aperto o interrato) in cui scorre acqua.
Nelle nostre campagne si trovano ancora esempi del
genere che per anni erano stati abbandonati e oggi
si recuperano alla produzione.
Molte fabbriche venivano collocate vicino ai corsi
d’acqua proprio per ricavare energia dal fiume
facendo girare una grande ruota.
Diverso il caso delle grandi dighe che hanno un
forte impatto sui luoghi in cui vengono costruite.
La nascita di un “lago” di grandi dimensioni e
l’interruzione del naturale fluire di un fiume cambia
l’assetto idrogeologico e naturalistico di una vasta
area. Ora la definizione di cambiamento può essere
opinabile, ma a mio modesto avviso è molto meglio
di una centrale a carbone!
Per capire il grande ruolo che gioca l’energia
idraulica nel sistema generale dell’energia
distribuita, poi, dobbiamo ricordarci che una smart
grid (rete intelligente) funziona solo se esistono
sistemi di accumulo di energia capaci di entrare in
funzione durante le fase di maggiore richiesta di
energia e di immagazzinarla quando vi è un eccesso
di produzione. Questi sistemi di accumulo possono
essere dati da batterie, fuel cell, ma anche dagli
invasi idrici.
l’energia idroelettrica è una
fonte di energia alternativa e
rinnovabile ricavata dalla caduta
Condotta
Trasformatore
di
grandi masse d’acqua. L’acqua
forzata Turbina Alternatore
di un bacino naturale o artificiale
viene convogliata a valle attraverso
condutture forzate che trasformano
così la sua energia potenziale in energia
cinetica grazie a un distributore e a una
turbina. L’energia cinetica, attraverso
Canale
il generatore elettronico e grazie all’induzione
di restituzione
elettromagnetica, viene poi convertita
in energia elettrica.
sostenibilità
Un’immagine (a sinistra) della
centrale Des Roberts, che si trova nella Val-d’Isère nel dipartimento francese della Savoia. è
stata costruita sulla riva del torrente la romanche.
Attiva dal 1918, nel 1960 è stata
rinnovata e oggi è di proprietà
dell’EDF che con questa illuminazione scenografica ha voluto
valorizzarne l’architettura.
SCHEDA TECNICA
› dustriale tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni
Disano France
del Novecento. Ancora fino agli anni Sessanta l’80%
dell’energia elettrica prodotta in Italia veniva da questa fonte. Poi con la crescita esponenziale dei consumi la sua importanza è stata ridimensionata. Oggi
l’energia idroelettrica soddisfa circa il 15% del fabbisogno energetico italiano e rappresenta il 67% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. Per il futuro non
è ipotizzabile un grande sviluppo del settore perché
sono già stati utilizzati quasi tutti i siti favorevoli. Si
potranno costruire altri piccoli impianti con un basso
impatto ambientale.
◗ Prodotti
Energia Idroelettrica sulle Alpi Francesi
Illuminazione a LED
centrali idroelettriche
alpine EDF
◗ Committente
Électricité de France
◗ Progetto illuminotecnico
La centrale Du Fayet (sopra) si
trova a Passy nel dipartimento
dell’Alta Savoia. Insieme alle
centrali De Bionnay e De Rateaux, contribuisce a convertire in
energia l’acqua del torrente Bon
Nant. Grazie agli investimenti di
EDF, è stata potenziata la produzione di energia in quest’area.
Liset ip65 (Fosnova)
Qualche anno fa la Francia ha annunciato il rinnovo
di concessioni per le maggiori dighe francesi come
prima fase di un piano per l’aumento della produzione di energia idroelettrica nei bacini alpini. Qui viene
prodotta un terzo dell’energia idroelettrica di tutto il
Paese. L’Électricité de France, EDF, la maggiore azienda produttrice e distributrice di energia in Francia, è
›
La centrale a turbina de Pralognan (sopra) si trova nel dipartimento della Savoia. le acque
attraversano una galleria lunga
13km e una condotta forzata di
1.700 metri. Soddisfa il fabbisogno annuale di oltre 64.500 abitanti e si caratterizza per la sua
architettura imponente, è chiamata anche “la cattedrale”.
57
sostenibilità
› da
tempo impegnata in un programma di
rilancio delle centrali idroelettriche che prevede investimenti, progetti di ammodernamento e anche scenografiche illuminazioni notturne.
EDF controlla 120 impianti idroelettrici nelle Alpi, con
132 dighe, su un totale di 447 centrali e 640 dighe
distribuite in tutta la Francia. La produzione media
giornaliera di energia degli impianti alpini è di 15.000
GWh e la capacità complessiva di 8.100 MW l’equivalente di otto unità nucleari. La società ha stanziato
560 milioni di euro in un programma quinquennale,
battezzato “SuPerHydro” per il miglioramento delle
performance e della sicurezza delle centrali, che hanno un’età media di 60 anni.
Gli interventi tecnici sugli impianti si affiancano a
una serie di iniziative sulla sicurezza che comprendono anche massicce campagne di informazione per
avvertire chi frequenta i corsi d’acqua dei rischi di
un eventuale improvviso aumento del flusso. Sul
fronte dell’ambiente da segnalare la realizzazione di
percorsi protetti per permettere il passaggio e la riproduzione della fauna ittica.
Illuminazione scenografica
Tra gli interventi sul sistema delle centrali idroelettriche alpine c’è stata anche la realizzazione di nuove
illuminazioni scenografiche notturne che valorizzano
le storiche architetture di alcune centrali.
In cinque di queste un impianto con un sistema di
gestione automatico al tramonto accende faretti a
LED rgb che danno vita un’illuminazione colorata.
Un modo per sottolineare, da parte dell’EDF, l’attenzione verso il patrimonio storico e l’ambiente alpino
del quale ormai le centrali fanno parte.
L’unità di produzione
delle Alpi di EDF in cifre
120 centrali gestite da l’Unité
de production des Alpes
300 idranti
132 dighe di cui 24 con un’altezza
superiore ai 20 metri sparse in sei
dipartimenti (isere, savoie, Haute savoie,
Drome, Rodano)
15.000 GWh produzione
media giornaliera
8 milioni di tonnellate di Co2
risparmiate rispetto alla produzione
termoelettrica
8.100 MW di capacità, equivalente
a otto unità nucleari
A sinistra un’immagine della Barrage
de plan d’Amont (Savoia).
La diga è lunga 350 metri e contiene fino
a 8 milioni di metri cubi di acqua.
Nella pagina precedente, un’immagine
della Barrage de Roselend (Savoia):
è lunga 800 metri, alta 150 e può contenere
fino a 185 milioni di metri cubi.
è considerata una delle più belle dighe
della Savoia.
58
Litio and Indio emit more light
thanks to LED technology
New Litio: 700mA with 5520lm
New Indio: 530mA with 11040m
DISANO
s.p.a.
w ILLUMINAZIONE
ww.disan
o.it
20089 Rozzano (MI)
v.le Lombardia, 129
centralino 02/824771 (20 linee passanti)
telefax 02/8252355
Email: [email protected]
web: www.disano.it
pagina_Litio Indio.indd 1
24/07/12 16:18
News
N EW S d a l l ’ I t a l i a
a cura di Monica Autunno
Roma
Una nuova illuminazione a LED
valorizza il restauro della storica
Cappella nella Casa Generalizia
delle Orsoline a Roma
La
Casa Generalizia delle Suore Orsoline,
in via Nomentana a Roma, è la sede
centrale di una fondazione religiosa nata nel
XVI secolo oggi diffusa in vari paesi del mondo.
All’interno del complesso si trova una cappella,
recentemente restaurata e dotata di un nuovo
impianto di illuminazione.
“Da tempo — racconta l’arch. Angela Di
Benedetto, progettista del restauro — si era
reso necessario provvedere all’esecuzione di
lavori di manutenzione straordinaria e restauro
dell’apparato decorativo, delle superfici interne
della Chiesa e delle vetrate; era necessario
anche sostituire i corpi illuminanti cercando di
60
migliorare le condizioni di luce artificiale.
Nel dettaglio è stato fatto un accurato restauro
delle vetrate artistiche, si è proceduto a una
nuova pittura delle pareti con due sole tonalità
di colore, quella più chiara per evidenziare
tutte le partiture e gli elementi stilistici
presenti: archi, lesene, cornici e così via,
l’altra, a contrasto, per i pannelli murari; poi
il restauro conservativo di 14 pitture murali
e della pittura nell’abside. Anche le superfici
decorate hanno acquisito una autentica
dimensione spaziale, con nuova luce e colore.
Quindi è stato compiuto il restauro delle
colonne. Infine, si è proceduto al rinnovo ›
La cappella è il cuore spirituale della sede romana della Compagnia
di Sant’Orsola, fondata da Sant’Angela Merici a Brescia, nel 1535
61
62
◗ Progettazione e coordinamento
arch. Angela Di Benedetto (STEC
Ingegneri e Architetti s.r.l. di Roma)
◗ Opere edili
TECNODOM s.r.l. di Roma
◗ Restauri dei dipinti e delle vetrate
Forme s.n.c.
◗ Progetto di illuminazione
Per. Ind. Franco Di Stefano
◗ Apparecchi di illuminazione
Vision Esaled, Giotto Esaled,
Microliset (Fosnova)
La Cappella è incastonata come centro ed anima del complesso
edilizio della Casa generalizia delle Suore Orsoline Unione Romana,
di essa è ben visibile l’abside, quando si entra da Via Nomentana.
Lo spazio sacro è caratterizzato da una grande Aula absidata, cui
si accede da un pronao delimitato da due colonne in marmo bianco
pregiato, su cui sorge il matroneo con l’organo; la luce naturale filtra
da vetrate artistiche policrome disposte sulle pareti laterali dell’Aula,
illuminando al disotto di esse un ciclo di dipinti che descrivono la vita
della fondatrice S. Angela Merici; un coro ligneo per la preghiera della
Comunità corre lungo le pareti laterali fino all’ingresso.
›
dell’impianto di illuminazione, con la scelta di
apparecchi illuminanti finalizzati a sottolineare
sia lo spazio architettonico, nella sua globalità,
sia i suoi particolari decorativi, con una
particolare attenzione a favorire la dimensione
della preghiera personale con luci più intime e
soffuse, mai invasive”.
Quali criteri hanno guidato le scelte
illuminotecniche? “L’obiettivo principale
— spiega Franco Di Stefano, estensore del
progetto illuminotecnico — era quello di
riutilizzare i punti luce esistenti in modo da
evitare l’esecuzione di tracce e opere murarie
che avrebbero, in qualche modo, portato
nocumento agli affreschi esistenti ed in corso
di restauro. Eseguiti vari sopralluoghi con i
tecnici di Disano Lazio, in particolare con
Paolo Mosciatti e l’architetto Simona Maglione,
di cui desidero sottolineare la sensibilità
“illuminotecnica” e la professionalità, si è
stabilito l’utilizzo d’apparecchi illuminanti a
LED. I motivi sono più di uno: la resa, la lunga
la vita di un dispositivo a LED (50.000 ore
circa), la scarsa necessità di manutenzione.
L’utilizzo di apparecchi a LED è preferibile
in quegli ambienti ove possono alternarsi ›
N EW S d a l l ’ I t a l i a
News
Scheda tecnica
63
N EW S d a l l ’ I t a l i a
News
La planimetria della Cappella recentemente restaurata e,
nelle pagine precedenti, immagini del risultato dell’opera.
Le scelte illuminotecniche sono state guidate da un obiettivo primario:
salvaguardare le antiche mura e le preziose opere affrescate.
64
›
numerose accensioni/spegnimenti a lunghi
periodi d’accensione in quanto migliori
per questa tipologia di utilizzo sia delle
lampade ad incandescenza che di quelle
fluorescenti. Ancora, il LED non emette
radiazioni ultraviolette e infrarosse, ma solo
radiazioni visibili. Ne consegue un sensibile
vantaggio per tutte le pitture murali che,
nel tempo, potrebbero deteriorasi a causa
dell’innalzamento di temperatura. Infine,
relativamente all’ambiente, si sottolinea che
all’interno degli apparecchi illuminanti non
ci sono sostanze tossiche e nocive all’uomo e
all’ambiente, come mercurio, piombo, cadmio,
sostanze che invece sono presenti in lampade
tradizionali molto diffuse”. Quale risultato
è stato ottenuto? “Il risultato — conclude Di
Stefano — è stato quello di ritrovare nella
Chiesa restaurata le sue caratteristiche
originarie e i suoi simboli, senza apportare
particolari modifiche, intervenendo in ogni
aspetto con la logica ed i metodi del restauro
scientifico. Pertanto luci, colori, elementi
architettonici e pittorici sono stati evidenziati
e resi godibili sia in condizioni di luce naturale,
sia artificiale, operando con la discrezione ed
il rispetto dovuti alla storia ed alle tradizioni di
una Comunità religiosa vivace e con una forte
identità”.
Apostolato ed educazione,
il dono eterno di suor Angela Merici
di Suor Armida Veglio
L’Unione Romana delle Orsoline è una delle numerose fondazioni che hanno le loro radici nella
Compagnia di Sant’Orsola, fondata da Sant’Angela Merici in Italia nella città di Brescia, nel 1535.
Ha dato alle giovani donne del suo tempo un’alternativa alla vita religiosa nel monastero. è stata,
all’epoca, un’iniziativa audace. I membri della Compagnia sono stati consacrati, ma senza voti
vivendo nelle loro case, continuando il loro lavoro. Dopo la morte di Angela, alcune Compagnie
sono state fondate in diverse città d’Italia, con Regole simili a quella di Brescia.
Nel corso dei secoli il carisma di Angela si è sviluppato in molti rami e si è espresso anche in
forma di congregazioni religiose. In Francia, molte comunità Orsoline, per una
varietà di ragioni, hanno scelto di diventare monasteri con clausura e voti. Lo
spirito del carisma di Angela, di consacrazione e di apostolato, continuava a
vivere in una nuova forma. Questa transizione alla vita monastica ha condotto a
una grande fioritura di spiritualità; allo sviluppo dell’apostolato dell’educazione,
che sarebbe diventato la forma principale dell’apostolato delle Orsoline; e a
un’incredibile espansione. Alla fine del 17° secolo, in Francia, vi erano 300
conventi di Orsoline. Nel 18° secolo ve ne erano 400. Questi conventi hanno
inviato missionarie in altri paesi, in primo luogo in tutta Europa. In seguito,
a partire dal 1639, quando Marie de l’Incarnation è andata dalla Francia in
Canada, i conventi di Orsoline dell’Europa si sono diffusi in tutti i continenti.
Nel 1900, Papa Leone XIII ha invitato i conventi Orsoline di tutto il mondo a
unirsi in un’unione. Questo ha segnato la nascita dell’Unione Romana che ha
dato un’espressione internazionale al carisma di Angela.
La Casa Generalizia è stata progettata con Madre Marie de St Jean Martin, la terza Priora
Generale dell’Unione. Per unire questa casa dell’Unione Romana in modo mistico alla casa della
fondatrice, una pietra dalla casa della famiglia di Sant’Angela è stata collocata presso la porta
della cappella. L’edificio offre alloggio al Consiglio Generale e a una comunità internazionale;
vi trovano spazio anche i Capitoli dell’Istituto, le riunioni
delle Provinciali, altri programmi internazionali e
l’accoglienza a Roma delle Orsoline provenienti da tutto il
mondo. Durante la seconda guerra mondiale, la comunità
della Casa Generalizia è rimasta a Roma e ha dato rifugio
alle famiglie perseguitate tra cui 103 profughi Ebrei.
Nel 2002, a Madre Marie Xavier Marteau, in nome di
tutta la comunità, è stato assegnato “post mortem” il
riconoscimento di “Giusta fra le Nazioni”. Oggi è un
luogo importante per sperimentare la diversità della
vita e missione Orsolina, dove si può apprezzare più
profondamente l’internazionalità della vocazione
Orsolina e l’eternità del dono di Angela Merici alla
Chiesa e al mondo.
65
interior
Interior
di Chiara Bellocchio/foto di Beatrice Arenella
Ristrutturi
e cambi luce
Per rinnovare una casa non basta
abbattere muri e cambiare i mobili
o scegliere nuovi colori per le pareti,
esiste un materiale perfetto che
crea spazi e suggestioni: la luce.
In un’abitazione milanese,
recentemente ristrutturata,
le possibilità offerte dai LED hanno
valorizzato le scelte d’arredo
e contribuito alla divisione
funzionale degli spazi.
Scelte sempre più condivise
nel progetto d’interni di piccoli
appartamenti, come
ci spiega Paola Lorenzoni
di Low Cost Architetti
n Nuovi materiali, mobili essenziali, colori basici
e sorgenti a LED, sono state le scelte fondamentali
del progetto di ristrutturazione. L’idea del progetto
illuminotecnico è stata quella di utilizzare apparecchi
poco visibili e ad incasso, da poter giostrare in
buona parte della casa. In tal mondo, giocando con
un controsoffitto, a più altezze, a sbalzi, si è risolto
l’open space, cucina e zona living, utilizzando i faretti
a LED Low Glare (Fosnova). Un semplice apparecchio
ad incasso orientabile e versatile, con un consumo
di soli 8,5 W.
66
interior
67
interior
Paola
Lorenzoni insegna
illuminotecnica e architettura
d’interni allo IED di Milano. Insieme ad altri
giovani colleghi ha dato vita al sito Low Cost
Architetti (www.lc-architetti.com). L’obiettivo
è quello di fornire consulenze di progetto
qualificate, a costi contenuti, per nuovi progetti,
ristrutturazioni e per quello che definiscono home
planning, ossia la pianificazione di interventi
migliorativi nella propria abitazione anche con un
budget limitato.
Che ruolo ha l’illuminazione nella vostra filosofia
di progettazione? “Per quanto ci riguarda –
risponde Lorenzoni – trattiamo il tema della
luce all’inizio del progetto. Questo è importante
anche per ragioni economiche. Non vogliamo
che i nostri clienti si trovino nella fase finale di
un lavoro ad affrontare una crescita dei costi. La
necessità di prevedere una spesa extra budget
per le luci può essere demotivante, soprattutto
rispetto alla scelta di apparecchi di ultima
generazione come quelli a LED”.
In generale, chi deve ristrutturare o acquistare
una casa è a conoscenza delle possibilità offerte
oggi dai nuovi apparecchi di illuminazione? “Noi ci
troviamo sempre più spesso – spiega Lorenzoni –
di fronte a persone sensibili al tema del risparmio
energetico e di scelte più sostenibili. Questo
provoca un grande interesse per i LED, anche se
rimangono molti dubbi sulle effettive capacità di
queste sorgenti di generare la quantità di luce che
occorre. In molti associano ancora i LED a una
luce debole o troppo fredda. Possiamo dire che
è sicuramente passato il messaggio sul valore
ecologico della nuova illuminazione, ma il pubblico
deve essere informato meglio sulle performance
effettive di queste lampade.”
›
n Scegliendo gli apparecchi Fosnova, si
è optato per prodotti essenziali, che si
integrassero in una dimensione di elegante
sobrietà. In camera da letto (a sinistra)
niente abat-jour, ma semplici apparecchi a
muro, piccoli cilindri bianchi con una basetta
che permette di direzionarli, con sorgente a
LED bianca, si chiamano Stilo (Fosnova). Per
finire, sempre in camera, sopra la libreria
(a destra nella pagina accanto), Slim Cover
(Fosnova), per rendere morbida la parete e
disporre di una luce laterale, poco invasiva
ma d’effetto.
68
interior
n In bagno (sopra) si è deciso di
controsoffittare in modo omogeneo
inserendo faretti Low Glare (Fosnova),
orientati nelle diverse zone e alcuni diretti
verso la doccia oversize, per i momenti
di relax. Anche qui la luce è calda, con
fasci luminosi dedicati e LED anche per le
specchiere.
In fondo alla zona living (foto in alto a
destra), nell’angolo conversazione è stato
posizionato a parete Slim Cover (Fosnova),
in alluminio verniciato bianco, che impiega
sorgenti luminose fluorescenti, creando con
luce diretta e indiretta un effetto luminoso
radente che enfatizza anche l’area
circostante.
69
interior
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LED 2000 DLMi del faretto
Milano (Fosnova) offre
le migliori performance
per tutte le esigenze di
illuminazione d’interni.
Una luce morbida e
accogliente per il massimo
del comfort visivo.
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a luce.
70
Il vostro studio si occupa frequentemente di
ristrutturazioni o allestimenti di appartamenti con
metratura medio-piccola, che è poi una tipologia
di casa molto diffusa nelle grandi città. In questo
tipo di casa qual è il valore aggiunto che può
venire dalle scelte illuminotecniche?
“Sicuramente un buon progetto di luce
è fondamentale per l’abitabilità di piccoli
appartamenti. Pensiamo ad esempio alla
multifunzionalità degli ambienti, tipica di queste
case. L’illuminazione può aumentare la flessibilità
d’uso di una stanza, ad esempio separando
la zona pranzo, dalla zona relax, dall’angolo
studio, ecc. Una disposizione che è importante
prevedere in fase di progetto anche per impostare
correttamente l’impianto elettrico. I LED hanno
anche il vantaggio di dimensioni ridotte che
consentono di inserirli praticamente ovunque.”
Un’altra importante novità degli ultimi anni sono i
sistemi di gestione degli impianti domestici, sono
tecnologie effettivamente conosciute e richieste?
“Indubbiamente c’è interesse e curiosità per i
sistemi domotici. Ora poi che molte funzioni sono
gestibili anche dai cellulari, la gestione a distanza
sembra quasi un gioco. Certo nella fascia di
abitazioni di cui stiamo parlando normalmente non
si pensa a impianti troppo sofisticati e costosi. Una
funzione sicuramente molto richiesta è la gestione
dei carichi elettrici eccessivi. Ossia la possibilità
che il sistema gestisca automaticamente, senza
far scattare il salvavita, le priorità in caso di
funzionamento in contemporanea di troppi
elettrodomestici. In questo senso la scelta di
sorgenti a basso consumo si inserisce benissimo.”
In definitiva, tra le tante novità tecnologiche oggi
disponibili quale consigliate più volentieri ai vostri
clienti? “Le novità utili sono tante, se dovessi
indicarne una più importante delle altre direi
senz’altro la scelta di apparecchi a LED, un’opzione
importante non solo per i vantaggi diretti, ma
anche perché rispecchia una sensibilità per
l’ambiente che oggi tutti dovremmo avere”.
n Disponendo i faretti su linee autonome e
così pure la loro accensione, è stato possibile
ricreare atmosfere diverse. Per esempio si può
avere tutto acceso quando si è seduti a tavola,
oppure un’atmosfera più raccolta per momenti
di conversazione.
Il controsoffitto consente anche l’allogiamento
di alimentatori e derivazioni elettriche.
interior
n Qui sotto, un particolare
dell’area tecnica della cucina.
Occorreva una luce diretta
per la zona di preparazione,
che è stata collocata, in modo
non invasivo, sotto i pensili,
utilizzando Liset wall (Fosnova)
apparecchio molto sottile a LED.
n A lato un particolare dell’armadio sul quale sono state
posizionate le Strisce LED, nastri di LED adesivi, che possono
seguire qualsiasi linea e che all’occorrenza possono essere anche
tagliati. I nastri misurano 5 metri l’uno e possono essere di LED
bianchi o colorati. L’effetto delle strisce è di grande luminosità
e quindi molto utile per quando ci si veste e per l’impatto visivo
di prima accensione, entrando nella stanza.
71
sport
a cura di Monica Autunno e Greta La Rocca
Il segreto delle
olimpiadi
a impatto zero
Sostenibilità è stata la parola
d’ordine dell’edizione 2012
dei Giochi Olimpici.
E il termine va inteso nel suo significato
più ampio. Il Parco Olimpico è stato
realizzato in una zona della città
ad alto tasso di tensione sociale,
criteri di bioedilizia e risparmio energetico
hanno guidato la progettazione e poi la
realizzazione di stadi, campi e piscine,
consegnati alla città dopo i Giochi
Le
Olimpiadi hanno da sempre un valore
simbolico, che va ben oltre lo spettacolo
sportivo. L’edizione del 2008 è stata quella che ha
consacrato l’ascesa della Cina a grande potenza economica mondiale. I Giochi di quest’anno, nella vecchia Inghilterra investita dalla grande crisi economica e finanziaria, non potevano che essere all’insegna
della sostenibilità.
Un evento senza sprechi, con impatto ambientale ridotto al minimo e impiego intelligente delle risorse
perché i Giochi rappresentino anche un’occasione di
riqualificazione urbana.
In questo senso le Olimpiadi di Londra si inseriscono in una tendenza in atto da tempo nel settore degli impianti sportivi. Stadi, palazzetti e piscine oggi
vengono progettati pensando ai consumi energetici,
72
londra 2012
sign Advisor, per l’ODA Olympic Delivery Authority,
un organismo creato dal governo inglese proprio
per dare un’impostazione unitaria a tutti i lavori di
realizzazione del Parco olimpico.
Lighting Magazine Che cosa ha significato per Londra ospitare i Giochi Olimpici?
Mario Kaiser Le Olimpiadi sono un evento di importanza internazionale e per questo rappresentano
un’opportunità per attirare investimenti. L’appuntamento sportivo è stato l’occasione per studiare dei
piani di intervento sulla base dei bisogni e delle esigenze reali della città. Tutto ciò che è stato progettato non è finalizzato esclusivamente allo svolgimento
del grande evento, ma soprattutto a lasciare una significativa eredità.
LM Qual è la particolarità di queste Olimpiadi?
Kaiser Per la prima volta nella storia dei Giochi
l’agenzia governativa rimane in carica anche dopo
l’evento, quindi non c’è stato nessun passaggio di
proprietà. Questo ha permesso di pianificare nei dettagli un piano di riqualificazione urbana che è stato
diviso in tre diverse fasi: la prima è iniziata con la
candidatura di Londra, è continuata con la pianificazione dei Giochi ed è terminata con le Olimpiadi; la
seconda continua fino al 2014 e coincide con la trasformazione dell’area: gli impianti sportivi e il
villaggio olimpico verranno riconvertiti mentre
il parco tornerà di uso cittadino; la terza infine
interessa il futuro dell’area: nei prossimi anni
verrà monitorato quanto è stato realizzato.
alla riduzione dell’impatto sonoro e luminoso, alla
multifunzionalità e a un inserimento armonico nel
contesto urbanistico in cui sono costruiti.
Il Parco Olimpico di Londra, cuore dei Giochi, è stato
costruito a Stratford nella periferia est della città, in
una zona di case popolari, una delle aree a più basso reddito di tutta l’Inghilterra. Gli impianti olimpici
hanno dato un forte impulso allo sviluppo nella zona
di nuovi edifici residenziali, centri commerciali e altri
servizi.
Per capire meglio come è stato concepito non solo
il progetto complessivo del Parco olimpico, ma soprattutto il suo sviluppo dopo lo svolgimento dei
Giochi 2012 abbiamo incontrato un architetto italiano, Mario Kaiser, che lavora a Londra da molti anni
e dal 2007 ricopre un ruolo importante, Principal De-
LM Come si declina il concetto di sostenibilità?
Kaiser Sostenibilità è un concetto a tutto tondo
e in un contesto globale come questo assume
diversi significati che si possono riassumere in
quattro principi: architetture funzionali e luminose, riqualificazione urbana, nuovi percorsi ciclopedonali, tecnologia energetica.
Il primo fattore che abbiamo considerato è la possibilità di modificare gli impianti sportivi dopo lo
svolgimento dei Giochi. Stadi e piscine sono stati
progettati per rispondere alle necessità dell’area locale di Stratford. Se durante i Giochi Olimpici hanno
ospitato fino a 17.500 spettatori, come nel caso del
Centro Acquatico, o addirittura 80.000 per lo Stadio
Olimpico, dopo l’evento verranno in parte smontati
e la loro capienza ridotta. Il vero obiettivo è la progettazione di strutture per il quartiere che siano accoglienti e funzionali e possano diventare luoghi di
socializzazione per i giovani.
LM Come si progettano impianti sportivi accoglienti
e funzionali?
Kaiser Abbiamo riservato una particolare attenzione
al fattore luce. Queste strutture resteranno aperte di
›
73
sport
› giorno e di sera, devono essere molto luminose in
modo da essere invitanti e quindi fruibili, la luce è
sinonimo di comfort. La maggior parte degli impianti
sono stati costruiti con materiali naturali e gran parte
delle coperture sono state realizzate in vetro, un materiale che filtra la luce naturale del giorno. I progetti
illuminotecnici sono stati realizzati con tecnologia
LED perché la luce bianca garantisce un risparmio
energetico e permette di percepire una maggiore luminosità.
LM E la riqualificazione urbana?
Kaiser Abbiamo scelto di progettare il Parco Olimpico a Stratford nella Lea River Valley perché è una
delle aree più problematiche di tutto il Regno Unito
con un tasso di criminalità e di disoccupazione molto alto, dove convivono con fatica etnie diverse. È
una zona problematica sulla quale in futuro sarebbe
stato necessario intervenire, noi abbiamo accelerato un processo che altrimenti sarebbe durato oltre
vent’anni. Inoltre proprio ad est punta la strategia
d’espansione della città di Londra perché qui c’è
maggiore possibilità di sviluppo e una buona infrastruttura di trasporto.
LM A proposito di trasporti si è parlato molto anche
delle scelte di mobilità del vostro progetto…
Kaiser Durante i Giochi, il Parco Olimpico era accessibile esclusivamente con i mezzi pubblici. All’interno dell’area la mobilità è stata potenziata con la nascita di nuovi percorsi ciclopedonali, ma anche con
macchine elettriche e stazioni di ricarica per veicoli
ibridi. Tutto questo rimane in eredità alla città e a disposizione dei cittadini. Inoltre, i corsi d’acqua sono
stati sfruttati per progettare nuovi spazi pubblici di
socializzazione e per connettere i quartieri circostanti, creando anche nuovi collegamenti tra l’ex area industriale e il fiume Lea.
LM Perché parliamo, infine, di tecnologia energetica?
Kaiser L’intero progetto del Parco Olimpico è volto al
risparmio energetico. Per questo sono state installate nel sito una turbina eolica, una centrale elettrica
e una a riscaldamento a biomassa, oltre a impianti
fotovoltaici. Il consumo dell’acqua è stato ridotto attraverso sistemi di distribuzione anti-spreco, il riuso
dell’acqua piovana e il filtraggio degli scarichi. I rifiuti, infine, sono stati recuperati grazie a un’attenta raccolta differenziata, il riciclo e la composizione
degli scarti umidi. Questi accorgimenti energetici
continueranno ad alimentare il quartiere, anche a
riflettori spenti.
RISparmio energetico,
l’impegno del coni
Progettare nuovi impianti sportivi energeticamente efficienti è anche
l’obiettivo del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. In particolare la sede
lombarda del CONI si è posta l’obiettivo di riqualificare nei prossimi anni gli
impianti sportivi della regione.
La Lombardia è infatti molto attiva dal punto di vista sportivo, alla numerosa e
capillare presenza di strutture sul territorio si accompagna anche la rilevanza
a livello nazionale ed internazionale delle sue società sportive.
“Complici la crisi economica e il patto di stabilità, sempre più comuni
hanno serie difficoltà nel sostenere i costi di gestione, per questo abbiamo
deciso di intervenire”, spiega l’ingegner Pierluigi Marzorati (nella foto),
presidente di Coni Lombardia “Stiamo monitorando il territorio per censire
le strutture e misurare i consumi energetici dei singoli impianti. A partire dal Patto
dei Sindaci, la direttiva 20-20-20 (ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto
serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fonti
rinnovabili) che ha lo scopo di coinvolgere gli enti locali nel raggiungimento degli
obiettivi di sostenibilità, puntiamo all’abbattimento delle emissioni di CO2 e alla
riduzione dei costi di gestione. Vogliamo collaborare con i comuni e affiancarli nella
riqualificazione delle strutture sportive che, per essere più efficienti, dovranno
essere alimentati da fonti rinnovabili. Inoltre, desideriamo intervenire sulla
progettualità inglobando gli impianti all’interno di strutture polivalenti che ospitino
anche altri servizi così da diventare centri di aggregazione al servizio dei cittadini”.
74
Sidney Skoda Stadium
Nella Terra dei Giganti
Debutto per il rinnovato Sidney Showground,
tempio dell’australian football e del team
dei Giants: capienza raddoppiata,
restyling tecnologico e illuminotecnico
S
idney Showground Main Arena, questo è il
nome per esteso dell’impianto, noto in tutto il
mondo come Skoda Stadium, il tempio del football
australiano, lo stadio di uno dei più amati Club d’Australia, quello dei Greater Western Sidney Giants.
Il 26 maggio scorso è stato il giorno del battesimo
in campo per il “nuovo” Skoda Stadium, frutto di
una colossale opera di restyling, che ha moltiplicato
capienza, dotazione tecnologica e servizi, rilanciando l’arena australiana come location leader a livello
internazionale per eventi sportivi e competizioni legati all’Australian Football, sport tutto d’Otreoceano
›
75
sport
›
che, ormai da qualche anno, fa schiere di proseliti
anche in molti paesi europei. La ristrutturazione ha
portato la capacità dello stadio da 13 a 25 mila posti
a sedere, sono stati realizzati bar e spazi funzionali,
rinnovati il campo da gioco e le tribune, ma la rivoluzione ha riguardato soprattutto la dotazione tecnologia e impiantistica. Della prima discesa in campo
dei Giants hanno parlato siti e stampa specializzata
di tutto il mondo. E hanno fatto il giro del mondo le
immagini aeree in cui svettano, al di sopra della co-
›
In queste pagine immagini dello Skoda Stadium di Sidney
dopo l’intervento che ne ha moltiplicato la capienza e ha portato al totale
rifacimento dell’impiantistica, in funzione degli standard previsti per le riprese
televisive internazionali. Per il nuovo impianto sono stati installati un totale di 504
proiettori Forum (Disano), collocati sulle torri faro dello stadio in serie da 40 a 54
sulle strutture preesistenti e sino a 80 sulle torri aggiunte.
76
Sidney Skoda Stadium
Nel disegno un dettaglio di progetto di una delle otto torri faro dello stadio.
La forma e le dimensioni di queste strutture, oltre a garantire una illuminazione perfetta
di tutte le zone del campo, ha anche una funzione estetica. Evidenziate dal colore rosso le
torri faro sono diventate il biglietto da visita del nuovo Skoda Stadium.
Le immagini dell’impianto hanno fatto il giro del mondo. La struttura ha ospitato
il torneo di baseball nei Giochi Olimpici del 2000.
77
sport
Australian Football,
show e numeri da record
è
un mix fra football e rugby, vanta un secolo e mezzo
di storia. L’Australian Football originale si gioca su
un campo ovale (field, ground o paddock) lungo sino
a 180 metri e largo 155 (quasi quattro volte un campo
da calcio). Se le misure del campo sono state adattate
per l’esportazione dello sport in Europa e in Asia (è molto
diffuso in India), non si toccano le regole del match. La
partita dura 80 minuti semi-effettivi di gioco, divisi in 4 periodi
da 20 minuti con intervalli. Il pallone è ovale, più allungato
e più pesante di quello usato nel rugby. I giocatori possono
passarselo in due modi: con un calcio (kick) o con un passaggio
con mano chiusa a pugno (handball). Non esiste fuorigioco: i
passaggi possono avvenire in ogni direzione, e i giocatori possono
disporsi sul campo a loro piacimento. Alle due estremità del campo
(asse maggiore) sono piazzati 4 pali (posts), che vanno a formare le
porte: 2 pali centrali più lunghi (goal posts) e 2 laterali più corti (behind
posts). Questi pali sono disposti in linea retta (cioè non seguono la
curva dell’ovale), ad una distanza di 6.4 metri l’uno dall’altro. La linea tra
i pali centrali viene chiamata goal line; quella tra un palo centrale ed uno
laterale viene chiamata behind line. Un calcio che mandi il pallone nella
porta centrale avversaria è un gol e vale 6 punti; in una delle porte laterali
è un behind, e vale 1 punto. Per decidere quale squadra ha vinto, non è
importante il numero di goal o di behind segnati, ma la somma totale di punti.
Lo sport è spettacolare e di grande movimento: agonismo, tattica e tecnica,
e l’immancabile fair play anglosassone.
L’Australian Football League è la Federazione più antica tra tutti gli sport
professionistici ed è autorità mondiale indiscussa per questo sport, ancora
emergente nel vecchio continente. Gare ed eventi dell’Afl sono seguiti, in
Australia, da folle oceaniche di supporters. Fra i team più amati il Melbourne
Football Club, i Brisbane Bears, i Sidney Swans e i Greater Western Sidney,
entrati nella League solo nel 2009. Una curiosità: il football australiano è lo
sport che, in Australia, vanta la più alta percentuale di giocatori aborigeni, e
può contare su una folta tifoseria fra le comunità indigene.
78
Sidney Skoda Stadium
Le linee guida dell’Australian Football League per quanto concerne l’illuminazione in campo
prevedono 1400lux d’illuminamento medio in corrispondenza di ogni postazione per riprese televisive.
Nelle immagini di questa pagina alcune simulazioni tratte dal progetto illuminotecnico
redatto dall’australiana Pierlite. “La scelta del corretto insieme di prodotti ha rappresentato
un’entusiasmante sfida”.
›
pertura ondulata delle tribune, otto torri faro rosse,
dall’innovativo design, e con prodotti illuminotecnici
totalmente made in Italy.
Forum: High performance e custom design
Andrew Nagy, Application Engineering Design Manager di Pierlite Australia Pty. Ltd., ci racconta la
genesi del nuovo impianto illuminotecnico, realizzato interamente con prodotti Disano, in linea con
le rigorose prescrizioni dell’Afl (Australian Football
League).
“Il progetto – spiega Nagy – ha previsto la sostituzione integrale dell’impianto preesistente, e la rimozione del materiale illuminotecnico in precedenza
installato sulle torri faro. Si è anche proceduto alla
sostituzione di due torri preesistenti con nuovi manufatti, con l’obiettivo di raggiungere il massimo
›
79
sport
I proiettori Forum per lo Skoda Stadium sono stati forniti con protezioni
supplementari contro specie di uccelli australiane.
Le prestazioni dell’impianto sono completate
da gruppi supplementari d’apparecchi in aree strategiche
del campo da gioco e del bordo campo
e da un sofisticato sistema
di controllo e gestione.
›
80
della coerenza estetica.” Lo schema illuminotecnico
originario era stato calibrato su misura delle riprese
televisive del baseball olimpico (destinazione originaria dello stadio NdR), con apparecchiature disposte in modo strategico rispetto al diamante. Pierlite
ha provveduto a predisporre un nuovo lighting design che corrispondesse al primo requisito della Afl,
ovvero il mantenimento di un livello d’illuminamento di 1400lux in corrispondenza di ogni telecamera
per le riprese.
“Individuare il corretto insieme di prodotti ha rappresentato, per lighting designer e installatore, una
notevole sfida”. Pierlite ha installato complessivamente 504 Forum 2kW (Disano). Il prodotto scelto
ha formato compatto e cinque file di riflettori “high
performance”. Gli apparecchi sono stati distribuiti
sulle torri faro con criterio non uniforme: dai 40 ai 54
sulle torri già esistenti, sino a 80 sulle nuove. Installazioni di gruppi supplementari d’apparecchi sono
state eseguite in zone strategiche del bordo campo,
sempre in corrispondenza delle telecamere. 48 apparecchi dotati di sistema “re-strike” control garantiscono l’illuminazione d’emergenza.
Per lo Skoda Stadium Disano ha studiato e realizzato
un modello di Forum ad altissima performance, dal
punto di vista tecnico ma anche sul fronte dei materiali e della migliore adattabilità al contesto. “Ci sono
stati richiesti – spiega Maurizio Fortunato, di Disano
Illuminazione – prodotti che alle prestazioni tecniche
abbinassero precisi requisiti in termini di materiali,
per garantire un’elevata resistenza all’usura da agenti atmosferici. Non solo: sono stati dotati di speciali
guaine e protezioni che debbono proteggerli dal frequente attacco di alcune specie di volatili”. Il Forum
studiato per lo Skoda Stadium rappresenta quindi
un traguardo importante anche per l’evoluzione del
proiettore. “è stato elaborato nell’ambito di un continuo percorso di rinnovamento – conferma Fortunato
– con l’obiettivo di conferirgli performance sempre
maggiori e il più largo impiego”.
Sochi 2014
Già in viaggio
le luci dell’Olimpiade
fra i ghiacci
Pronti i proiettori della Disano illuminazione
che illumineranno il palazzetto per le gare di
velocità di Sochi 2014, la prima edizione dei
Giochi invernali ospitata dalla Russia
G
hiaccio e velocità, già si lavora al futuro. Per la
prossima edizione dei Giochi olimpici invernali, la prima che vede la Russia come paese ospitante, sono aperti cantieri imponenti. La località scelta,
Sochi, una cittadina costiera del Mar Nero, offre la
suggestiva possibilità di unire gli scenari della montagna con quelli marini.
Qui sarà costruito il Sochi Olympic Oval l’impianto
per le gare di velocità di pattinaggio su ghiaccio con
una capienza prevista di 8mila posti, che ha caratteristiche progettuali simili al Palaoval di Torino, realizzato in occasione dei Giochi Invernali del 2006.
Anche per questo nuovo palazzetto si prevede un
riutilizzo della struttura dopo i Giochi, che dovrebbe diventare un mercato coperto. Questo impianto,
come quello di Torino, sarà illuminato con proiettori forniti dalla Disano illuminazione. Il progetto,
allo stato attuale, prevede l’impiego di 604 proiettori Forum, 64 Olympic e 28 Area, tutti progettati con
riaccensione a caldo. “L’impianto – spiega Maurizio
Fortunato di Disano - sarà pronto entro l’autunno
2012. Ipotizziamo la realizzazione di un “test event”
circa un anno prima dei giochi olimpici. Si tratta di
un progetto complesso che ha richiesto un notevole
impegno tecnico.”.
Nella cittadina russa per i Giochi Invernali sono in
progetto anche il Sochi Olympic Stadium con una
capienza di 40mila spettatori, il Sochi Olympic Skating Centre, da 12mila posti, che ospiterà le gare di
pattinaggio su ghiaccio, artistico e short-track, che
dopo le Olimpiadi dovrebbe trasformarsi in una
sede per mostre e il Sochi Olympic Curling Centre,
con 3mila posti a sedere.
Credits, Studio Zoppini Associati
Immagini prodotte per la fase di Concept
degli impianti per le Olimpiadi Invernali 2014
81
sport
Barcellona
grande tennis
sotto i riflettori
Migliora la qualità della luce sui campi
del Real Club de Tenis di Barcellona,
dove si disputa l’Atp Tour,
grazie ai proiettori per grandi impianti
con puntatore graduato che permette
di orientare il fascio luminoso
Real
Club de Tenis di Barcellona è l’associazione tennistica più antica della
Spagna, fondata nella città catalana nel 1899 dal calciatore, dirigente sportivo e imprenditore svizzerospagnolo Hans Max Gamper Haessig.
Il club, il cui nome era Futbol Club, è nato dieci anni
dopo la prima Esposizione Internazionale di Barcellona che ha contribuito al boom economico e commerciale della città. Negli anni Cinquanta si è spostato nella sede attuale, che si trova nella zona a nord
ovest della città.
Per celebrare l’apertura della nuova sede, l’imprenditore Carlos Valls Godò, allora presidente, donò alla
società un trofeo da mettere in palio durante un torneo internazionale. Era il giugno 1953 quando venne disputata la prima edizione del Trofeo Conde de
Godò. Fu un successo: il torneo ricevette il riconoscimento internazionale, la data della competizione fu
stabilita in concomitanza con l’inizio della stagione
europea, venne progettato un nuovo campo centrale
con una capacità fissa prima di 3.000 spettatori poi
di 8.500. Nel 1968, grazie a un accordo con la Federazione spagnola, Conde de Godo entrò nel Campio-
82
›
real club de tenis
83
sport
In queste pagine immagini dei campi 6 e 7 del Real Club de Tenis
di Barcellona, la cui illuminazione è stata di recente riprogettata.
Sono stati installati 68 proiettori Forum (Disano): il puntatore graduato permette
di orientare al meglio la luce, mentre le ottiche e le diverse aperture del fascio
luminoso garantiscono la massima qualità.
84
real club de tenis
›
nato Internazionale spagnolo, nel 1970 divenne un
torneo Open aprendosi anche ai non professionisti
e nel 1990, con il riordino del calendario internazionale dell’ATP Tour, entrò nel pieno della stagione europea della terra battuta, come Roma e Montecarlo.
Per questo il club è conosciuto con il nome di “Tennis
Club Barcelona Godò Tournament”.
Gli incontri del torneo Godò si disputano sui campi
6 e 7 che per l’occasione vengono unificati. Proprio
l’illuminazione di questi campi di recente è stata riprogettata. In occasione del torneo vengono montati
proiettori Area (Disano) specifici per grandi impianti
mentre durante il resto dell’anno questi campi vengono illuminati da 68 proiettori Forum (Disano).
Le ottiche e le diverse aperture del fascio luminoso
›
In alto, un’immagine del campo allestito
per il torneo Godò valido per il circuito
internazionale Atp Tour.
In quest’occasione vengono montati proiettori
adatti ai grandi impianti sportivi Area (Disano).
A destra alcuni momenti
delle ultime edizione del torneo.
85
sport
Rafa Nadal
campione Nel tennis
E NELLA VITA
R
afael detto Rafa è un atleta esemplare, uno sportivo
autentico, un ragazzo semplice, simpatico e
soprattutto un campionissimo, grazie alla sua enorme
forza di volontà, alla sua indiscussa genialità “da
mancino”, al suo magico e potentissimo dritto e al suo
rovescio a due mani, che lo ha portato, nonostante la
giovane età, a vincere, in questi ultimi anni, quasi tutti i più
importanti tornei mondiali e ad essere tra i numero uno nei
ranking mondiali ATP.
Ventisei anni fa nasce a Manacor, nell’isola di Maiorca e
incomincia giovanissimo a giocare a tennis, all’età di otto anni
con lo zio Toni, ex tennista, che da allora non lo lascerà più,
diventando il suo allenatore ed ovviamente il suo più sincero
supporter. Brucia tutte le tappe vincendo il suo primo match ATP
nel 2002 diventando il nono under-16 a vincere un match nell’era
open, piazzandosi al 200º posto nella classifica mondiale ATP.
Rafa piace perché affronta ogni match con grande temperamento, si
fa ammirare per la sua forza mentale e il suo approccio strategico alla
partita, oltre che per le doti fisiche, che gli consentono di sferrare palle
di servizio a 200 km orari. Velocità nella corsa, potenza muscolare, tenuta,
equilibrio lo hanno reso un campione quasi invincibile.
Nel gennaio 2004 a Miami affronta e batte il numero uno del mondo
Roger Federer, dando così inizio alla più interessante rivalità del tennis
contemporaneo. Sono gli unici due uomini della storia del tennis ad aver finito
sei stagioni ai primi due posti delle classifiche. è emozionante vedere quando
si affrontano, con i loro stili diversi, ma entrambi con una complicità e un
fairplay che entusiasmano il pubblico.
Rafa entra nella storia del Torneo Godò nel 2005 vincendolo un paio di
settimane prima di aggiudicarsi il Roland Garros, diventando il primo giocatore
spagnolo ad ottenere entrambi i titoli dello stesso anno. L’anno successivo
replicò l’impresa e nel 2007 con la vittoria consecutiva numero 72 sulla terra
battuta, lo spagnolo diventa il quarto giocatore in 55 anni a vincere per tre
volte il torneo di Barcellona. Si devono aumentare i posti a sedere del centro di
Barcellona RCT e si registra il record di presenze con oltre 120.000 spettatori.
Nel 2009 Nadal si aggiudica il titolo del torneo per il quinto anno consecutivo,
traguardo mai raggiunto da qualsiasi altro giocatore. Nel 2010 Nadal è assente
ma l’anno successivo il maiorchino torna a prendersi lo scettro e va così
anche quest’anno!
Il crescente successo del torneo è sicuramente da imputare alla presenza di
tutti i grandi del tennis che passano dal Godò, ma in particolare al grande Rafa,
che calamita fortemente il pubblico, elettrizzando ogni partita.
Grande tennis a Barcellona! (C.B.)
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real club de tenis
Sopra un’altra immagine dei proiettori Area (Disano)
e le tribune del campo centrale.
Sotto, l’area relax e business del Real Club
di Barcellona riservata i giocatori professionisti
e alle società sportive.
›
garantiscono la massima qualità della luce, mentre
il puntatore graduato permette di orientare il fascio
luminoso.
Al Club i giocatori professionisti hanno a disposizione un villaggio con comfort e servizi esclusivi dove
rilassarsi; per le società è stata predisposta un’area
business per incontri di lavoro; è presente anche una
via dedicata alla shopping.
Il Real Club de Tenis, oltre a organizzare incontri internazionali, ospita un’eccellente scuola di tennis,
punto di riferimento a livello internazionale ed è un
circolo al quale anche i giocatori non professionisti
possono iscriversi. I soci hanno a disposizione 19
campi (il diciannovesimo è l’unico in erba artificiale,
per questo adatto anche per giocare a calcio o a basket), oltre a servizi aggiuntivi quali una palestra, una
piscina, un centro di fisioterapia, una sala meeting e
un ristorante.
87
News
n e w s D AL M O N D O
a cura di Greta La Rocca
croazia Zagabria
Un’atmosfera calda
e accogliente nel nuovo
Caffè Amadeus grazie
all’illuminazione a Led
che unisce risparmio energetico
e comfort visivo
Amadeus Basketball Mozart, il “Mozart
dei Canestri”, era il soprannome dell’atleta
croato Dražen Petrović. Ha iniziato la carriera
sportiva a quindici anni, a venti già militava
nella squadra allora campione di Yugoslavia,
a ventitré giocava nel Real Madrid con un
contratto da 4 milioni di dollari e a venticinque
era nell’NBA, la lega professionistica
americana. Considerato uno dei migliori cestisti
europei, è morto all’età di 28 anni in un tragico
incidente d’auto, il giorno dopo aver giocato
una partita di qualificazione per gli europei
con la sua nazionale. Per i croati è un eroe, è
considerato il personaggio simbolo della loro
giovane nazione e ancora oggi il 7 giugno, ›
In queste pagine, alcune immagini
del Caffè Amadeus. L’impianto di illuminazione
è stato recentemente ristrutturato.
I vecchi apparecchi sono stati sostituiti con faretti
a incasso per una luce diffusa, i LED rgb blu
illuminano la parete del bar mentre i LED
a luce bianca incassati a terra ridisegnano
il profilo del bancone.
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n e w s D AL M O N D O
›
giorno della sua morte, è giornata di lutto
nazionale.
A lui è dedicato il Caffè Amadeus, elegante
punto di ritrovo all’interno di una zona turistica
di Zagabria, situato in un complesso di edifici
che ospitano anche il quartier generale della
Cibona Zagabria, la squadra in cui ha giocato
Dražen Petrović e il Museo dedicato alla
memoria del grande cestista.
Il bar era di proprietà del giocatore, quando
morì la sua famiglia decise di rilevarlo.
Recentemente è stato ristrutturato e dotato di
un nuovo impianto di illuminazione.
I vecchi apparecchi sono stati sostituiti con ›
Dražen Petrović in azione
con la maglia dei New Jersey
Nets. Il giocatore croato,
soprannominato il “Mozart dei
canestri”, scomparso nel 1993
era considerato uno dei migliori
cestisti europei. Per i suoi
connazionali è un eroe, simbolo
della loro giovane nazione.
A lui è dedicato il Caffè
Amadeus nella zona più
turistica di Zagabria.
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Scheda tecnica
◗ Committente: Family Petrovicć
n e w s D AL M O N D O
◗ Designer: S.L.M.
◗ Installatore: Kamgrad
◗ Progetto architettonico: Jasna Mjeda
◗ Progetto illuminotecnico: Telektra
◗ Prodotti: Q45 Rgb, Office 7 (Fosnova)
› faretti Office 7 (Fosnova) a incasso fisso per
una luce diffusa, studiati per unire risparmio
energetico e comfort visivo. Faretti a incasso
LED Rgb Q45 (Fosnova) illuminano con
luce soffusa blu la parete del bar, mentre
apparecchi a LED con luce bianca incassati
a terra ridisegnano il profilo del bancone.
Le tonalità beige e marrone contribuiscono
a creare un’atmosfera calda ed accogliente.
L’ambiente è luminoso, la luce naturale
viene filtrata dalle vetrate, mentre gli arredi
in laccato lucido riflettono l’illuminazione
artificiale. Unico tocco di colore è dato dalle
sedute in pelle verde che valorizzano le
fotografie in bianco e nero appese alle pareti,
sono immagini di Dražen Petrović scattate
durante le partite di basket.
92
Il museo
per un eroe
dello sport
Sopra, l’ingresso del Dražen Petrović Memorial Center,
il museo dedicato alla memoria dell’atleta croato scomparso.
Sotto, il centro di Zagabria e altre immagini del Memorial Center:
la statua di Petrovic all’entrata, una sala interna che racconta la carriera
del cestista, una fotografia dall’alto con a fianco la Cibona Tower,
la torre più alta della città, e ancora un interno del centro.
Nel Memorial Center
dedicato a Dražen Petrović, il racconto
della sua brillante carriera sportiva,
testimoniato da medaglie, premi, targhe,
si intreccia con la storia della sua vita.
Anche Aleksandar, fratello maggiore di
Dražen, è stato un famoso giocatore di
basket e un allenatore di grande successo;
grazie a lui Petrović ha imparato a giocare
a pallacanestro. Diventato cestista di fama
internazionale, durante la sua carriera
Petrović ha stabilito nuovi standard
di gioco. Il suo stile era prettamente
individualista, ricco di uno-contro-uno, con
un tiro perfetto e veloce, giocava spesso da
playmaker anche se preferiva il ruolo
di tiratore, leggendari
erano i suoi tiri da tre punti.
Ha militato nelle squadre croate
del Šibenik e Cibona Zagabria,
nel Real Madrid e nell’NBA,
la lega professionistica
americana, prima nel Portland
e poi nel New Jersey.
Il museo, voluto dalla Dražen
Petrović Foundation che è
guidata dai genitori Biserka
e Jole, è il risultato di un
lavoro che ha coinvolto anche
il Governo croato, la città
di Zagabria e il Museo dello
Sport. è stato progettato dagli
architetti croati Andrija Rusan e
Niksa Bilic e si trova nella piazza
Dražena Petrovića, una zona di
forte richiamo turistico, vicino
alla Cibona Tower, l’edificio più
alto della città.
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