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GEOCON
Commessa 803/2008
DITTA L.P.M. SRL
STUDIO ASSOCIATO PER LA
GEOLOGIA E LA SICUREZZA
Cava “Il Faieto” loc. Smirra – Cagli
Progetto Esecutivo – L.R. 71/97
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Piano di Gestione dei Rifiuti
1 - PREMESSA
Con l’introduzione del D. Lgs. 30 Maggio 2008 n. 117 “attuazione della direttiva 2006/21/CE
relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive e che modifica la direttiva 2004/35/CE” è
prevista l’elaborazione di un piano di gestione dei rifiuti ai sensi dell’Art. 5 del suddetto decreto.
Per le finalità del decreto il piano di gestione dei rifiuti persegue obiettivi di sostenibilità
ambientale ed è finalizzato a:
prevenire o ridurre la produzione di rifiuti di estrazione e la loro pericolosità;
incentivare il recupero dei rifiuti di estrazione attraverso il riciclaggio, il riutilizzo o la
bonifica (sempre che ciò non comporti rischi per l’ambiente);
assicurare lo smaltimento sicuro a breve e lungo termine.
Il presente Piano di gestione dei rifiuti di estrazione riguarda il progetto di variante in riduzione
della coltivazione della cava di pietra da taglio di scaglia rossa, della ditta L.P.M. s.r.l. ubicata in
località “il Faieto” nel Comune di Cagli (PU). Il progetto di variante prevede lo sfruttamento di
circa 46.405 m3 di materiale utile (pietra da taglio) a fronte dei 70.000 m3 previsti con il progetto
2008 autorizzato con provvedimento del Comune di Cagli n. 17709 del 20.12.2012. La superficie
di sfruttamento sarà ridotta dai 14.890 m2 del progetto approvato agli 8.877 m2 della variante in
riduzione.
Il deposito calcareo della cava il “Faieto” verrà coltivato procedendo dall’alto verso il basso,
secondo le seguenti fasi operative:
scopertura del giacimento;
estrazione del calcare e carico su automezzo;
trasporto al luogo di stoccaggio;
recupero ambientale.
la scoperta del giacimento prevede l’espianto delle aree boscate per poter avviare
l’escavazione dall’alto; l’espianto sarà attuato progressivamente, solo sulle porzioni interessate
dallo scavo, con il procedere della coltivazione; sarà altresì asportato il cappellaccio di cava
dalle porzioni di area oggetto di scavo. Il cappellaccio (suolo agrario) sarà stoccato sul piazzale
di stoccaggio limitrofo alla area di scavo, avendo cura di non mescolarlo con gli altri materiali di
scarto (sterile) derivanti dalla coltivazione; lo scarto derivante dalla estrazione della pietra
calcarea potrà, in parte e in ragione delle necessità previste dal piano di recupero, essere
accostato contro la scarpata lato monte dei gradoni di coltivazione e qui conservato fino al
successivo reimpiego per le operazioni di recupero e ricostuzione del terreno di attecchimento
delle specie previste dal recupero stesso. La coltivazione prevede un lotto unico con
escavazione con mezzi meccanici a partire dall’alto su fronte unico e metodo di abbattimento
con splateamenti successivi; ciò determina la creazioni di una serie di gradoni successivi con
scarpate inclinate di 65°, altezze di 6.0 m e pedate di 3.0 m; con il procedere della coltivazione
si creerà un piazzale di cava sempre più ampio fino a raggiungere la quota di fondo di scavo
raccordandosi poi con la morfologia della strada privata di fondovalle. Il materiale utile estratto,
sarà caricato su camion senza alcuna lavorazione preliminare; e quindi trasportato direttamente
dalla ditta richiedente alle aziende specializzate nella lavorazione della pietra da taglio per uso
ornamentale; è quindi escluso qualsiasi tipo di lavorazione all’interno dell’area di cava o
opera dell’Ingegno - riproduzione vietata
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ogni diritto riservato - art. 99 legge 633/41
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l’installazione in essa di impianti di trasformazione/lavorazione. Lo scarto direttamente derivante
dalla coltivazione è pari a 35.376 m3 ed è costituito da cappellaccio di cava (4.439 m3 ) e dallo
sterile (30.397 m3 ); a tale quantità va aggiunto lo sterile derivante dalle tasche del progetto
agronomico (stimato in circa 1800 m3 ). lo sterile sarà impiegato in parte (circa 2.700 m3) per il
recupero ambientale della cava (in qualità di materiale inerte drenante frammisto a terreno da
distribuire nelle tasche vegetali e sul piazzale di fondo scavo) in parte per la
sistemazione/manutenzione delle strade di pertinenza (stimato in circa 13.000 m3 di sterile); la
restante parte sarà messa a disposizione della Amministrazione Comunale di Cagli secondo
modalità da regolare con specifica convenzione.
2 - ELEMENTI DI CUI AL D.LGS. 117/2008
Ambito di applicazione (art. 2 D. Lgs. 117/08) : Il decreto legislativo n. 117 del 30/05/2008 “. …..si
applica alla gestione dei rifiuti di estrazione come definiti all’art.3, comma 1, lett. d)” ovvero
”…derivanti dalle attività di prospezione o di ricerca, di estrazione, di trattamento e di ammasso
di risorse minerali e dallo sfruttamento delle cave” all’interno del sito di cui all’art. 3, comma 1,
lettera hh) e nelle strutture di deposito di cui all’art. 3 comma 1 lettera r); si applica ai “…..rifiuti
inerti e alla terra non inquinata derivanti dalle operazioni di prospezione o di ricerca, di
estrazione, di trattamento e di stoccaggio delle risorse minerali e dallo sfruttamento delle
cave………” .Per questi ultimi (rifiuti inerti e terra non inquinata) “.……. non si applicano gli
articoli 7, 8, 11, commi 1 e 3, 12, 13 comma 6, 14, e 16 a meno che detti rifiuti siano stoccati in
una struttura di deposito dei rifiuti di categoria A”
3 - APPLICABILITA’ del D. LGS 117/08 ALLA CAVA “IL FAIETO”
Il materiale derivante dalla coltivazione del giacimento è costituito da una frazione di materiale
utile destinata allo sfruttamento commerciale e da una frazione di scarto caratterizzata da:
•
materiale sterile: costituito dalle intercalazioni di strati marnosi, dagli strati sottili
economicamente non sfruttabili per la presenza di giunti e/o fatturazioni e per la locale
frantumazione in fase di estrazione, ecc.
•
cappellaccio di cava: sostanzialmente costituito da terreno vegetale e dalla
coltre superficiale di alterazione meteorica del materiale calcareo frammisto al terreno
vegetale.
Sulla base di quanto già esposto, si può ragionevolmente ritenere che durante l’estrazione del
materiale ghiaioso in cava “Il Faieto” non si producano rifiuti di estrazione e/o scarti di
lavorazione pericolosi o che debbano essere accantonati a formare strutture di deposito
classificabili di “Tipo A” ai sensi del presente decreto.
Dalla lettura e interpretazione del D.lg. 117/08, rientrano nel campo di applicazione del citato
decreto il materiale sterile e il terreno vegetale più superficiale; dalle definizioni attribuite si può
ritenere:
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il materiale sterile ascrivibile alla lettera c dell’art.3 “rifiuti inerti” (anche in
considerazione del fatto che al comma 3 dell’art.2 è specificato “……rifiuti inerti ……
derivanti …… dallo sfruttamento delle cave” );
il terreno vegetale ascrivibile alla lettera e dell’art.3 “terra non inquinata”, ovvero
alla terra ricavata dallo strato più superficiale e utilizzata per il ritombamento della cava.
4.0 PIANO GESTIONE RIFIUTI
Rifiuto “Terra non inquinata”
La terra derivante dallo strato più superficiale della cava (terreno vegetale) verrà stoccata
sull’area individuata nel progetto come “area di deposto materiali”, avendo cura di non
mescolarla con gli altri materiali di scarto. Con riferimento all’allegato I del decreto in oggetto
viene di seguito fornita la caratterizzazione del materiale.
♦ Caratterizzazione del rifiuto (art. 5 comma 3 lettera a) :
•
Descrizione: lo strato vegetale superficiale che ricopre l’area di cava si può
considerare stabile alle condizioni atmosferico/meteorologiche di superficie per il breve
periodo in cui viene accumulato sull’area adibita a deposito di materiale.
•
Classificazione:
Attualmente
il
terreno
vegetale/agrario
non
considerato/classificato come pericoloso ai sensi della decisione 2000/532/CE;
risulta
•
Utilizzo sostanze chimiche: il materiale sarà, di fatto, asportato e
temporaneamente accantonato fino al suo riposizionamento nello stesso luogo di
prelievo (ovvero l’area di cava) per il recupero della cava; non si prevede alcun
trattamento chimico in quanto trattasi di terreno allo stato palabile, quindi facilmente
lavorabile, e riposizionato “tal quale” nel sito di prelievo;
•
Metodo di deposito: si prevede che Il terreno di copertura vegetale venga
trasportato e depositato sull’area di deposito materiali tramite i mezzi di cava
appositamente destinato all’uso; il materiale sarà depositato in cumuli comunque
mantenuto separato da altri materiali (sterile di coltivazione); i cumuli dovranno essere
debitamente mantenuti umidi per evitare la dispersione delle polveri.
•
Trasporto: Il metodo di trasporto consiste nel carico su automezzo di cava tramite
escavatore cingolato munito di benna rovescia; si prevede l’utilizzo di mezzi adeguati e
destinati esclusivamente alla coltivazione di cava;
Si ritiene che il terreno di copertura vegetale rientri nella categoria “terre e rocce da scavo” di
cui all’art.186 del D.Lgs. 152/2006 e succ. mod., in quanto viene completamente utilizzato per il
recupero della cava, secondo le modalità contenute nel progetto di recupero ambientale
previsto e sottoposto a procedura di VIA. Esso è sostanzialmente costituito dallo strato di terreno
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vegetale/agrario più superficiale, con frammenti di materiale calcareo, che ricopre l’area di
estrazione.
Considerato che l’area di cava ha una superficie di 8.877 m2 , lo spessore del cappellaccio
medio è di 0,50 m si calcola che il cappellaccio ammonti a circa 4.439 m3
•
Descrizione delle operazioni (art. 5 comma 3 lettera b) : Il materiale in oggetto
sarà progressivamente asportato dai singoli gradoni con il procedere della coltivazione
a partire dall’alto. Con la benna dell’escavatore viene asportato e caricato su
autocarri da cava che lo scaricano direttamente sull’area di deposito individuata
immediatamente ad ovest dell’area di coltivazione; non subisce altri trattamenti
intermedi. La progressione delle attività di coltivazione prevede il recupero contestuale
alla escavazione, ovvero il recupero del primo gradone sarà effettuato a fine scavo del
secondo gradone, e così di seguito; da ciò si può dedurre che dopo un tempo
ragionevolmente compreso entro 2 anni il materiale stoccato venga ripreso, caricato
con la benna di una pala gommata e nuovamente trasportato e depositato sulle
superfici da recuperare a verde; si avrà quindi un processo che porta ad una
progressiva asportazione e sostituzione del materiale stoccato sull’area di deposito;
anche in questa caso non subisce trattamenti intermedi.
•
Struttura di deposito (art. 5 comma 3 lettera c): : trattandosi di un rifiuto non
classificabile come pericoloso, non si prevede allo stato attuale, una struttura di
deposito di “tipo A” per lo stoccaggio temporaneo prima del ricollocamento nel sito di
estrazione; la struttura di deposito è di fatto costituita da un “piazzale” debitamente
recintato posto immediatamente ad Ovest dell’area di coltivazione; il piazzale di
stoccaggio avrà una superficie di circa 886 m2 e sarà in grado di ospitare cumuli di
circa 2.200 m3 .
•
Eventuali effetti negativi sull’ambiente (art. 5 comma 3 lettera d): Data la tipologia
di materiale e il tempo di deposito in sito si ritiene che non si producano effetti negativi
sull’ambiente; i cumuli saranno mantenuti adeguatamente umidi per evitare la
dispersione delle polveri; sono previsti cumuli con pendenza di 30° al fine di assicurare
la stabilità; si dovrà prevedere l’adeguata recinzione dell’area.
•
Procedure di controllo e monitoraggio (art. 5 comma 3 lettera e): per quanto
riguarda le procedure di controllo e monitoraggio non sembrano applicabili gli artt. 10
e 11 del decreto.
•
Piano di chiusura (art. 5 comma 3 lettera f) : non si applica l’art.12
•
Misure prevenzione inquinamento (art.5 comma 3 lettera g): per ridurre gli effetti
sull’atmosfera a seguito della emissioni di polveri dovranno essere adottate le misure di
mitigazione consistenti nella periodica e costante umidificazione dei cumuli;
•
Descrizione dell’area di deposito (art. 5 comma 3 lettera h): L’area di deposito
temporaneo è situata a ovest dell’area di cava; è posta a quota 260 m s.l.m. ed è
separata dall’area di coltivazione da una strada vicinale; si tratta, di fatto, di un
piazzale esistente, interessante i depositi detritici della scaglia rossa; le caratteristiche
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geologiche del sito sono tali da non prevedere, per l’uso temporaneo ad area di
deposito, possibili interferenza con la circolazione idrica sotterranea; si dovrà prevedere
l’adeguata recinzione dell’area.
•
Rispondenza alle previsioni di cui all’art. 5 comma 2 lett. A (art. 5 comma 3 lettera
i): l’impiego dei suddetti materiali deve in ogni caso essere attuato nel pieno rispetto
delle procedure di impiego previste dal D.Lgs. 152/06 e succ. mod.; detto ciò,
trattandosi di materiale estratto dallo stesso sito di cava, quasi sempre presente a
copertura dei giacimenti minerari, il suo accantonamento temporaneo e il riutilizzo per
il recupero ambientale dello stesso sito dal quale viene asportato rispondono a quanto
previsto dal comma 2 lett. a) in relazione ai criteri di sostenibilità ambientale.
Rifiuto “Rifiuto Inerte”
Si tratta dello sterile rappresentato dalle intercalazioni degli strati più marnosi, dagli strati sottili
economicamente non sfruttabili, dalla presenza di giunti e/o fratturazioni, alla locale
frantumazione in fase di estrazione, ecc.. Si tratta di materiale naturale e verrà stoccato
nell’area di deposito dei materiali, avendo cura di non mescolarli con il terreno vegetale.
♦ Caratterizzazione del “rifiuto inerte” (art. 5 comma 3 lettera a) :
•
Descrizione: Trattandosi di un materiale naturale che rappresenta la porzione non
sfruttabile (come pietra da taglio) del substrato calcareo, si può considerare stabile alle
condizioni atmosferico/meteorologiche di superficie per il breve periodo in cui viene
accumulato sull’area adibita a deposito di materiale;
•
Classificazione: Allo stato attuale il materiale suddetto non si ritiene classificabile
come pericoloso ai sensi della decisione 2000/532/CE;
•
Utilizzo sostanze chimiche: analogamente a quanto visto per il terreno vegetale,
non si prevede alcun trattamento per il suo riutilizzo;
•
Metodo di deposito: si prevede che Il materiale sterile (rifiuto inerte) venga
trasportato e depositato sull’area di deposito materiali tramite i mezzi di cava
appositamente destinati all’uso; il materiale sarà depositato in cumuli comunque
mantenuto separato da altri materiali (terra vegetale); i cumuli dovranno essere
debitamente mantenuti umidi per evitare la dispersione delle polveri.
•
Trasporto: Il metodo di trasporto consiste nel carico su automezzo di cava tramite
escavatore cingolato munito di benna rovescia; si prevede l’utilizzo di mezzi adeguati e
destinati esclusivamente alla coltivazione di cava;
Lo sterile direttamente derivante dalla coltivazione ammonta a circa 30.397 m3 ; a tale quantità
va aggiunto lo sterile derivante dalle tasche del progetto agronomico (stimato in circa 1800 m3).
Lo sterile sarà impiegato in parte (circa 2.700 m3) per il recupero ambientale della cava (in
qualità di materiale inerte drenante frammisto a terreno da distribuire nelle tasche vegetali e sul
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piazzale di fondo scavo) in parte per la sistemazione/manutenzione delle strade di pertinenza
(circa 13.000 m3 di sterile); la restante parte sarà messa a disposizione della Amministrazione
Comunale di Cagli secondo modalità da regolare con specifica convenzione.
•
Descrizione delle operazioni (art. 5 comma 3 lettera b) : Il materiale in oggetto
sarà progressivamente asportato dai singoli gradoni con il procedere della coltivazione
a partire dall’alto. Con la benna dell’escavatore viene asportato e caricato su
autocarri da cava che lo scaricano, percorsa la pista di arrocco, direttamente sull’area
di deposito individuata immediatamente ad ovest dell’area di coltivazione; non subisce
altri trattamenti intermedi. Considerato che sarà sostanzialmente destinato in parte alla
sistemazione/manutenzione di strade di pertinenza e in parte messo a disposizione della
Amministrazione Comunale per gli usi consentiti, si può dedurre che dopo un tempo
ragionevolmente compreso entro 1 anno il materiale stoccato possa venire ripreso (per
fare posto ad altro materiale), caricato con la benna di una pala gommata e
trasportato per gli usi descritti; si avrà quindi un processo lavorativo che porta ad una
progressiva asportazione e sostituzione del materiale stoccato sull’area di deposito;
•
Struttura di deposito (art. 5 comma 3 lettera c): : trattandosi di un rifiuto non
classificabile come pericoloso, non si prevede allo stato attuale, una struttura di
deposito di “tipo A” per lo stoccaggio temporaneo prima del ricollocamento negli usi
previsti; la struttura di deposito è di fatto costituita da un “piazzale” debitamente
recintato posto immediatamente ad Ovest dell’area di coltivazione; il piazzale di
stoccaggio avrà una superficie di circa 886 m2 e sarà in grado di ospitare cumuli di
circa 2.200 m3 .
•
Eventuali effetti negativi sull’ambiente (art. 5 comma 3 lettera d): Data la tipologia
di materiale e il tempo di deposito in sito si ritiene che non si producano effetti negativi
sull’ambiente; i cumuli saranno mantenuti adeguatamente umidi per evitare la
dispersione delle polveri; sono previsti cumuli con pendenza di 30° al fine di assicurare
la stabilità; si dovrà prevedere l’adeguata recinzione dell’area.
•
Procedure di controllo e monitoraggio (art. 5 comma 3 lettera e): per quanto
riguarda le procedure di controllo e monitoraggio non sembrano applicabili gli artt. 10
e 11 del decreto.
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Piano di chiusura (art. 5 comma 3 lettera f) : non si applica l’art.12
•
Misure prevenzione inquinamento (art.5 comma 3 lettera g): per ridurre gli effetti
sull’atmosfera a seguito della emissioni di polveri dovranno essere adottate le misure di
mitigazione consistenti nella periodica e costante umidificazione dei cumuli;
•
Descrizione dell’area di deposito (art. 5 comma 3 lettera h): L’area di deposito
temporaneo è situata a ovest dell’area di cava; è posta a quota 260 m s.l.m. ed è
separata dall’area di coltivazione da una strada vicinale; si tratta, di fatto, di un
piazzale esistente, interessante i depositi detritici della scaglia rossa; le caratteristiche
geologiche del sito sono tali da non prevedere, per l’uso temporaneo ad area di
deposito, possibili interferenza con la circolazione idrica sotterranea; si dovrà prevedere
l’adeguata recinzione dell’area.
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•
Rispondenza alle previsioni di cui all’art. 5 comma 2 lett. A (art. 5 comma 3 lettera
i): l’impiego dei suddetti materiali deve in ogni caso essere attuato nel pieno rispetto
delle procedure di impiego previste dal D.Lgs. 152/06 e succ. mod.; detto ciò,
trattandosi di materiale naturale di “scarto” nel senso che non ha finalità commerciali
per uso ornamentale, ma che comunque, per natura e caratteristiche, può trovare
favorevoli impieghi per il recupero di cave, per il ripristino di fondi stradali sterrati, ecc. il
suo accantonamento temporaneo e il riutilizzo per il recupero ambientale rispondono
pienamente a quanto previsto nel comma in oggetto e in particolare per quanto
riguarda il principio dello sviluppo sostenibile.
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