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Mercoledì, 15 Marzo 2017
Il fatto
Onorevole Boschi, non bastano
100€ e un tweet per
#rompereilsilenzio. Faccia il
Ministro, magari tacendo
Il Ministro Boschi ha postato sui suoi social la
foto dei biglietti appena acquistati per il
concerto di Mika, dimostrandogli così la sua
vicinanza. Le testate giornalistiche si sono
immediatamente soffermate sulla "notizia".
Ma è così che si rompe il silenzio intorno ai
diritti negati dall’Italia agli LGBT?
Autore: Ilenia Gullo
Data di pubblicazione: Mercoledì, 12 Agosto 2015
Volete sapere dove sarà Maria Elena Boschi mercoledì 30 settembre, a partire dalla ore 21? A Firenze, al Nelson
Mandela Forum, al Settore Secondo della Balconata G. Goggioli (raggiungibile dall’ingresso C), al posto 88 della
terza fila. Se non la trovate lì, la bella Ministra sarà appena più giù, al posto 94 della seconda fila. Al concerto di
Mika, giusto per #rompereilsilenzio.
No, non abbiamo assunto un investigatore privato, anche perché ci interesserebbe ben poco di seguire la vita
(mondana) del Ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento. L’assist, con tanto di foto e
commento, c’è arrivato tramite l’Huffington Post Italia che, in un martedì di vento e pioggia prossimo al
Ferragosto, non avendo evidentemente nient’altro da pubblicare, ha ben pensato di aprire l’edizione del suo
giornale on-line delle 17 con questa “notiziona”.
Notizia diffusa, appena un’ora prima, dalla stessa Maria Elena che, fresca di acquisto del biglietto per il concerto di
Mika, ha pubblicato sui suoi social la foto dei due ticket d’accesso all’evento, corredati dal commento: «A Firenze il
30 settembre ‪#rompiamoilsilenzio‬ con la musica di @mikasounds».
Ritornando all’Huff, il titolone d’apertura di ieri pomeriggio era: «Maria Elena sta con Mika
#rompiamoilsilenzio». Umh, interessante come vedere scorrere le goccioline della brina sulla bottiglia di birra
che si riscalda sotto l’ombrellone. Il sottotitolo, poi, è da brividi: «Il ministro – leggiamo – pubblica su Twitter la
foto del biglietto del concerto, schierandosi così contro gli attacchi omofobi al cantante».
Ora, premesso che ci viene voglia di chiudere il pc, prendere la rincorsa e dare una testata sullo spigolo di una
panchina del Corso, ma veramente la Ministra pensa che basti un tweet e una foto di due biglietti per iniziare a
cambiare verso all’Italia? Per cambiare la mentalità della gente, dei fiorentini o, più in generale, degli italiani, così
da farli smettere di scrivere idiozie omofobe anche su un innocuo manifesto?
Suvvia, Maria Elena, non ci prenda così in giro. Se vuole andare al concerto, ben venga: è pur sempre un evento
mondano che i giovani della nostra generazione, specie con qualche soldino in più in tasca, non possono perdere.
Il problema, quello vero, è un altro: la sua “leggerezza sociale” nel decidere di #rompereilsilenzio così, con una
spesa di 103,50€ e un doppio post sui social.
Che tristezza. Tant’è, take it easy ci risponderà sicuramente qualcuno, scimmiottando la celeberrima canzone di
Mika. Ma per quanto easy possa essere, non ci sembra che una cosa del genere possa essere presa alla leggera.
Rompere il silenzio, per un Ministro della Repubblica Italiana, significa ben altro. Lo stesso Mika, protagonista
dell’episodio omofobo, si è reso conto di quello che ha scatenato la scritta sul suo manifesto, tweetando: «La
partecipazione e il pubblico sostegno contro la calunnia omofobica che ho denunciato mi hanno commosso per
l’intensità inimmaginabile. Sono testimonianza del diffuso desiderio di cambiamento e progresso. Tutto ciò va ben
oltre me e la mia faccia imbrattata su un poster riguarda tutti. Voltarsi dall’altra parte è un lusso, c’è chi non può
sfuggire all’intolleranza. Sono colpito e ispirato da questi eventi».
Mika win, Maria Elena fail. «Voltarsi dall’altra parte è un lusso, c’è chi non può sfuggire». Ha detto bene:
#rompereilsilenzio, per una persona che ha tutti i poteri per farlo o, almeno, per iniziare a farlo, sta nel mettere in
atto tutte le proprie capacità, qualora ne avesse, e il proprio potere per fare in modo che voltarsi dall’altra parte
non sia più un lusso. Non postare una foto su Twitter e Facebook così, giusto per dire «l’hashtag l’ho fatto pure io,
so’ figa pure io».
Di fronte all’omofobia ci vuole un cambiamento di mentalità, forte, fortissimo. Forse, tra dieci anni, con
l’inarrestabile e sacrosanto cambio generazionale, qualcosa cambierà. Ma per iniziare a cambiare qualcosa c’è
bisogno che qualcuno dia inizio al cambiamento. E di certo, il cambiamento, non avviene attraverso un hashtag
lanciato sui social, tra la banalità e le chiacchiere che nemmeno le Vrenzole dei The Jackall avrebbero fatto in
maniera più ridicola.
Quella della Boschi è (quasi) la versione riveduta e corretta dell’ipocrisia del «ho tanti amici gay, sono
simpatici» o, peggio ancora, della mania che ha colpito i social network di fotografie arcobaleno all’indomani
della grande vittoria del si in Irlanda de “i gay mi stanno simpatici ma ’a "topa" è n’ata cosa”.
La Corte Europea di Strasburgo ha già condannato l’Italia per il mancato riconoscimento delle unioni civili e la
stessa Boschi ha promesso che a settembre, dopo le riforme costituzionali, il ddl a tal riguardo sarebbe stato
approvato al Senato per il voto finale alla Camera entro fine anno senza modifiche.
Dopo il suo post, staremo a vedere se manterrà le sue promesse. Certo è che, visto che il concerto sarà a fine
settembre, qualcosa dovrebbe muoversi prima dell’esibizione di Mika. A quel punto, non avendo più nulla da dire
sull’operato del Ministro, ci resterà solo un dubbio amletico: come ha fatto la bella Ministra ad acquistare i biglietti
alle 14.05 di ieri se, almeno sul sito ufficiale di vendita, risulterebbero esauriti già da un bel pezzo? Un mistero sul
quale, oseremo dire, bisognerebbe #rompereilsilenzio.
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Faccia il Ministro, magari tacendo