l`elezione del presidente degli stati uniti d`america

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l`elezione del presidente degli stati uniti d`america
L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI
D’AMERICA
DALLA PRIMARY SEASON ALL’INAUGURATION DAY
di
Francesco Di Marzo
D
al prossimo 20 gennaio 2017 gli Stati Uniti d’America avranno un nuovo
Presidente, il quarantacinquesimo. Uno tra Donald Trump1, Hillary
Clinton2, Jill Stein3 e Gary Johnson4 succederà a Barack Obama, non più
eleggibile, in ragione del limite dei due mandati previsto dal XXII emendamento alla
Costituzione americana.
Ma quale è l’iter che conduce all’elezione del Presidente degli Stati Uniti?
Il procedimento elettorale che porta alla designazione del Presidente si distingue dai
sistemi elettorali predisposti allo scopo dalle democrazie occidentali per durata e
modalità di svolgimento. Esso copre un arco di tempo di due anni e si articola in due
fasi successive: a) una fase preliminare, durante la quale viene selezionato il leader politico
che i due maggiori partiti - il Democratic Party e il Grand Old Party - propongono alle
rispettive Convention nazionali quale candidato ufficiale alla Casa Bianca; b) la fase
conclusiva, costituita dalle elezioni generali vere e proprie che culminano con l'elezione
del nuovo Presidente.
I. La fasepreliminare: le primarie ed i causus
Il procedimento di nomination presidenziale prende avvio con la scelta degli esponenti
di partito che, per ciascuna parte politica, si presentano quali aspiranti candidati per la
competizione elettorale generale. Le modalità di selezione sono essenzialmente due: le
cosiddette primarie, vere e proprie elezioni disciplinate direttamente dalla legislazione
degli Stati in cui hanno luogo, ed i caucus, ossia assemblee locali di un partito, regolate
da norme interne, durante le quali si raccolgono le preferenze per ciascuno dei candidati.
Le primarie rappresentano lo strumento di selezione nella maggior parte degli Stati.
In gran parte di essi il meccanismo prevede che i simpatizzanti di un partito - iscritti alle
1Candidato
scelto dalla Convention del Grand Old Party.
scelto dalla Convention dei Democrats.
3Candidato scelto dalla Convention del Green Party, tenutasi lo scorso 6 agosto, a Houston.
4Candidato scelto dalla Convention del Libertarian Party, tenutasi lo scorso 26 maggio, a Orlando.
2Candidato
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ISSN 2531-6931
FASC. II, 2016
liste elettorali - esprimano tramite il voto la propria preferenza per uno dei leader in
competizione (le primarie c.d. “chiuse”). In altri, oltreché agli iscritti alle liste elettorali,
la partecipazione è consentita anche agli indipendenti, ossia a coloro che non sono
iscritti in alcuna lista elettorale (le c.d. primarie “chiuse modificate”). In altri ancora, ai
fini della partecipazione ad una delle due primarie, non è prevista la preventiva iscrizione
nelle relative liste elettorali (le c.d. primarie “aperte”).
Sia nelle primarie che nei caucus le preferenze espresse dagli elettori vengono
trasformate in delegati da inviare alle Convenzioni nazionali. Il loro numero è
preliminarmente deciso, per ognuno degli Stati, dai partiti, secondo regole interne. Il
meccanismo di attribuzione dei delegati ai candidati non è uniforme: i repubblicani
adottano il criterio “the winner takes all”, attribuendo tutti i delegati spettanti ad uno Stato
al candidato che ha ricevuto il maggior numero di preferenze. I democratici invece li
distribuiscono proporzionalmente in ragione del risultato ottenuto da ciascuno dei
candidati nel relativo Stato.
Il processo di nomination si conclude con due grandi Convention nazionali5, durante le
quali, mediante il voto dei delegati dei singoli Stati, si procede alla proclamazione del
candidato ufficiale del partito per l’elezione presidenziale, alla nomina del candidato alla
vice presidenza e alla approvazione della piattaforma politica, vero e proprio
programma elettorale.
All’introduzione delle primarie è conseguita una dilatazione dei tempi della
campagna elettorale presidenziale, che ha influito notevolmente sui costi.
L’aggiornamento dei dati relativi al fundraising, indicatore molto importante
dell’andamento delle elezioni, consente all’elettore di capire quale, tra i candidati in lotta
per la nomination presidenziale, sia in posizione di vantaggio rispetto agli altri. Per tale
motivo, a garanzia della trasparenza sui meccanismi di reperibilità dei fondi e sul loro
utilizzo è stata varata nel 2002 una legge federale di riforma della legislazione vigente
(Bipartisan Campaign Reform Act) sulla cui corretta applicazione vigila la Commissione
federale elettorale6.
II. La fase conclusiva: la scelta dei Grandi Elettori e l’elezione del Presidente
Con le Convention si entra nella seconda fase del procedimento per l’elezione del
Presidente degli Stati Uniti d'America.
Il sistema elettorale americano è indiretto: “ogni Stato” - recita l’art. 2, sezione I,
comma 2, della Costituzione americana, così come modificata dal XII emendamento –
5Per il partito repubblicano si è tenuta quest’anno dal 18 al 21 luglio, a Cleveland; per il partito
democratico dal 25 al 28 luglio 2016, a Philadelphia.
6 Per legge è previsto il finanziamento pubblico per i candidati alle primarie, i cosiddetti matching funds,
contributi integrativi: tanti soldi pubblici per tanti soldi privati, fino ad un certo importo massimo. Ciò
significa che se i candidati optano per questo sistema integrativo si vincolano ad un tetto di spesa.
2
SEZIONE OPINIO
NORD AMERICA
“nomin[a], nel modo […] stabilito dal suo organo legislativo7, un numero di Elettori, pari al numero
complessivo dei senatori e dei rappresentanti che lo Stato ha diritto di mandare al Congresso”8.
I 5389 Elettori, detti Grandi, nominati si riuniscono poi10nei rispettivi Stati e votano,
a scrutinio segreto, il Presidente ed il Vice Presidente11, il cosiddetto ticket.
Ad insediarsi alla Casa Bianca sarà il candidato che avrà raggiunto la maggioranza
assoluta dei voti, 270 dunque12
L’insediamento del Presidente degli Stati Uniti d’America (l’Inauguration Day) si tiene,
dal 193313, il giorno 20 gennaio, a mezzogiorno, al Campidoglio. Nell’occasione egli
presta giuramento14, secondo tradizione nelle mani del Presidente della Corte Suprema,
e pronuncia il suo primo discorso.
7Sebbene ci sia discrezionalità nella scelta, la formula elettorale adottata in tutti gli Stati, tranne il Maine
ed il Nebraska, è quella del “the winner takes all”. Il meccanismo non concede alcun voto elettorale a chi si è
piazzato al secondo posto, anche se con un margine ridotto di voti popolari. L’elezione del Presidente è
evidentemente legata dunque alle affermazioni nei singoli Stati e l’importanza degli Stati è in funzione del
numero degli elettori presidenziali. In base a questo sistema è possibile che un candidato ottenga la
maggioranza dei voti popolari, ma non riesca a vincere in un numero sufficiente di Stati tale da consentirgli
la maggioranza dei voti elettorali. Tale eventualità si è verificata nelle elezioni del 2000: il candidato –
sconfitto – del partito democratico, Albert Gore, ottenne circa 543.895 voti popolari in più nei confronti
del candidato del partito repubblicano, George W. Bush, il quale risultò eletto grazie ai 271 voti elettorali.
Furono in quell’occasione determinanti i 25 voti elettorali assegnati a Bush nello Stato della Florida, ottenuti
grazie ad un margine ridottissimo di voti popolari (537).
8L’Election Day è il martedì successivo al primo lunedì di novembre: quest’anno sarà dunque l’8
novembre. La scelta di votare a novembre e di martedì ha sue ragioni storiche e pratiche. Fin dai tempi del
Continental Congress, la prima assemblea dei nascenti Stati Uniti, il periodo di attività politica era l’inverno,
per non costringere i rappresentanti a lasciare l’attività nei campi. Nel 1792, venne deciso che le elezioni
presidenziali dovevano tenersi a novembre, così da avere abbastanza tempo per contare i voti prima
dell’inaugurazione del nuovo Congresso a gennaio. Dal 1845, divenne legge il voto il primo martedì di
novembre, con l’eccezione del 1° novembre per rispettare la festività cattolica di Ognissanti. Il motivo della
scelta del martedì come ElectionDay è legato all’epoca pre-rivoluzione industriale, in cui ad una larga parte
degli elettori occorreva un giorno di viaggio per recarsi al luogo del voto nei grandi spazi dell’America.
Essendo la domenica destinata al riposo, si pensò di utilizzare il lunedì per gli spostamenti, così che tutti
potessero raggiungere i seggi per il martedì.
9Il Congresso degli Stati Uniti ospiti complessivamente 535 tra deputati (435) e senatori (100), pertanto
lo United States Electoral College dovrebbe essere composto da 535 Grandi Elettori e non da 358. La differenza
- costituita da 3 senatori in più - è data dal fatto che il District of Columbia, pur non avendo senatori visto che
non è uno dei 50 Stati federali, ha diritto comunque a 3 Grandi Elettori in ragione del XXIII emendamento.
10I Grandi Elettori sono chiamati a votare il lunedì seguente il secondo martedì di dicembre: quest’anno
dunque il 19 dicembre.
11I Grandi Elettori non hanno un vincolo di mandato. Accade tuttavia molto raramente che un Grande
Elettore voti per un candidato Presidente diverso da quello che ha deciso di sostenere inizialmente. Tale
circostanza rende di fatto il sistema elettorale sopra descritto solo formalmente indiretto.
12 Nel caso nessuno dei candidati alla Presidenza dovesse ottenere la maggioranza assoluta, è previsto
che il Presidente venga scelto dalla Camera dei Rappresentanti. Questa situazione si è verificata nel 1824
quando fu eletto Andrew Jackson.
13Sino alla ratifica del XX emendamento alla Costituzione, avvenuto per l'appunto nel 1933,
l’InaugurationDaysi teneva il 4 marzo.
14Il giuramento segue la formula di cui all’art. 2, sez. I, della Costituzione: “I, ...,do solemnly swear [or affirm]
that I will support and defend the Constitution of the United States against all enemies, foreign and domestic; that I will bear
true faith and allegiance to the same; that I take this obligation freely, without any mental reservation or purpose of evasion;
and that I will well and faithfully discharge the duties of the office on which I am about to enter. So help me God”.
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