LA NATURA DELLA SOSTANZA Gruppo di studio

Transcript

LA NATURA DELLA SOSTANZA Gruppo di studio
LA NATURA DELLA SOSTANZA
Gruppo di studio - 11° INCONTRO – 2° anno
"I metalli sono sorprendentemente estranei alla terra, ma più di tutti lo è l’oro” Wilhelm
Pelikan
Siamo infine giunti al capitolo sui metalli, e non apriamo nemmeno il libro, ma iniziamo subito a
parlare di loro con entusiasmo come se avessimo incontrato nuovamente dei cari amici, sotto il
profilo sia medico che artistico.
Ogni metallo presenta una sua personalità, un carattere del tutto peculiare, dei comportamenti
caratteristici, ed ognuno di loro trova delle precise applicazioni nella medicina antroposofica, che li
utilizza tutti come metalli ponderali oppure dinamizzati, o anche come metalli vegetabilizzati, che si
ottengono concimando il terreno con il metallo e seminando le piante ad esso affini, che lo
assimileranno crescendo, e, una volta diventate piante adulte, verranno raccolte, sminuzzate e con
esse si riconcimerà il terreno su cui verrà riseminato, e si ripeterà questa operazione fino ad ottenere
delle piante ricche del processo più eterizzato del metallo corrispondente.
Iniziamo a parlare del Rame, di come si utilizza in forma di unguento allo 0,1% per gli spasmi e i
crampi addominali dei neonati e dei bambini, e allo 0,4% per riscaldare le mani e i piedi e le zone
del corpo che rimangono tendenzialmente fredde, soprattutto in sede lombare, frizionando poco
unguento la sera alle estremità corporee con costanza, dopo un lavaggio con acqua calda, queste si
riscalderanno in modo permanente e risanante, dato che si eviteranno così le malattie infiammatorie
dell'addome, come cistiti, annessiti, coliti ecc. , che hanno una genesi da freddo.
Si parla del fatto che ci si abitua alle estremità fredde, tanto da non accorgersene più, e si tende a
danneggiare e a non avere cura del manto di calore che deve proteggere l'organismo dalle malattie
del freddo, sclerosanti e indurenti, ed il Cuprum è un valido aiuto per l'essere umano.
Si utilizza per le forme in cui c'è un crampo, fisico o psichico, o una stasi, come nelle forme
varicose con il Tabacum, o con il Venadoron, ed essendo il metallo collegato al rene, lo si utilizza in
tutte le forme di implicazione della funzione di questo importante organo espressione del corpo
astrale. Dove si deve armonizzare quest'ultimo stimolando l'organismo di calore in modo incisivo
ma delicato, si utilizza il Cuprum vegetabilizzato, come nella Melissa Cupro culta o nella
Camomilla Cupro culta. Il Cuprum è collegato con Venere.
Si passa a parlare del Ferro, utilizzato sotto forma di unguento, al mattino, massaggiandolo alla
nuca, per aiutare nella concentrazione, richiamando alla presenza dell'organizzazione dell'io nel
corpo. Importante come metallo nelle anemie, come si sa da tempo immemore, tant'è che si usava
dare una mela chiodata al giorno.
Importante anche nelle forme infiammatorie acute e croniche, come le polmoniti, bronchiti ecc. , ma
utilissimo rimedio in alcune forme di depressione con ansia. E' un rimedio siderale! E' collegato alla
funzione della Colecisti. Viene vegetabillizzato con l'Urtica o con il Chelidonium. Il Ferrum è
collegato con Marte: Si accenna all'Aurum, all'Oro, come facente parte dei doni dei Re Magi,
utilizzato come farmaco antroposofico validissimo, insieme alla Mirra e all'Incenso.
L'Aurum in D6 potrebbe essere considerato alla stregua di un antibiotico, ma il suo uso, se
prolungato, può provocare una depressione seria.
Vegetabilizzato è l'Hypericum Auro culta, la Primula Auro culta, e sotto forma di unguento si usa
l'Aurum D4 oppure l'Aurum/Lavandula/Rosae per i disturbi cardiaci, essendo questo metallo
collegato al Cuore.
Aurum/Ferrum sidereum è un rimedio efficacissimo per “la stimolazione della volontà guidata
dall'Io attraverso l'armonizzazione del sistema ritmico nei casi di debilitazione psico-fisica, per es.
febbre della ribalta, agorafobia, esaurimento, stati depressivi” (dal prontuario Weleda). L'Aurum è
1
collegato con il Sole.
Ora ci addentreremo in una delle molteplici utilizzazioni artistiche dell'Oro, la doratura a guazzo,
realizzata dai Doratori, per impreziosire anche dal punto di vista cromatico i manufatti in legno
(cornici, consolle, candelabri, icone e decorazioni architettoniche da interni per palazzi nobiliari ed
edifici sacri), creati nelle botteghe artigiane dei maestri intagliatori.
Si premette che una delle caratteristiche fisiche che lo distingue dagli altri metalli, è la malleabilità,
cioè l’azione meccanica di battitura o laminazione che permette di ridurne un grammo in un
sottilissimo foglio di circa un metro quadro, che posto controluce, manifesterà una certa
trasparenza. Nel passato, questo procedimento era eseguito a mano dai “battiloro”, che
assottigliavano il prezioso metallo, utile ai doratori, battendolo tra due spessori di cuoio. La
doratura è una pratica che richiede più fasi e per questo possono passare più giorni per ultimare il
lavoro.
La preparazione del fondo
Dopo aver sgrassato e spolverato la superfice in legno, si procede all’applicazione di più mani di
una miscela composta da colla di coniglio, sciolta in acqua calda, e gesso di Bologna. La colla si
ottiene per immersione della pelle di coniglio in un bagno di acqua di calce, mentre il gesso è
nient’altro che solfato di calcio idrato, la cui caratteristica è la finezza della grana di cui è composto.
Quando il gesso sarà asciutto, con grane di carta abrasiva sempre più sottili e lana di acciaio
finissima, si toglieranno le imperfezioni, poi con un raschietto di acciaio si ravviveranno gli spigoli
e i motivi ornamentali.
La preparazione del bolo
Il bolo è un’argilla nella cui composizione sono presenti percentuali variabili di ossido di ferro, cui
donano colorazioni brune, rosso–aranciate e gialle. Sarà la scelta di uno di questi colori che in
seguito determinerà la tonalità dell’oro.
La terra è diluita in proporzione 1/3 con la colla di coniglio ancora con acqua calda, poi con un
pennello di martora si stende sul gesso fino a ricoprirlo totalmente.
L’applicazione della foglia in Oro
Oggi si trovano in commercio libretti contenenti foglietti in dimensione di cm 9x9 dello spessore
di 1/800 di mm e certamente manipolare un metallo così sottile richiede oltre l’ abilita, grande
pazienza.
L’operatore pone un foglietto su di un cuscinetto, poi con una taglierina comincia a ricavarne
piccole porzioni, che applicherà sulla superficie con un particolare pennello di pelo di vajo (della
coda di una specie di scoiattolo) sovrapponendole di 2 mm.
Il pennello ogni tanto si passerà sul viso, che ha sempre un sottile velo di grasso, per catturare le
piccole foglie da posizionare.
L’oro aderirà dopo aver steso sul pezzo la colla di pesce (ottenuta dalla vescica natatoria degli
storioni), tenuta sempre in caldo a bagnomaria. Interessante è vedere come la colla, per effetto
elettrostatico, attiri a se la foglia dal pennello.
La brunitura
Ultimata la copertura, si passerà, con pressione costante. il brunitore in pietra d’agata su tutta la
superficie dorata; questa operazione permetterà la definitiva adesione dell’oro nonché la lucidatura
e la perfetta lisciatura dell’oggetto finalmente finito.
Fabrizio Geronimo, Anna Caputo
2