edizione speciale la chiave di volta 2016

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edizione speciale la chiave di volta 2016
LA CHIAVE DI VOLTA
Il giornale dell’I.C. Alessandro Volta - Latina
GIORNALE TRIMESTRALE DEI RAGAZZI - N. III ANNO II
EDIZIONE SPECIALE: IL BULLISMO
dal 13 APRILE
al 13 GIUGNO
Vignetta in copertina di Nicole Bovolenta
dal 13 APRILE
al 13 GIUGNO
EMERGENZA BULLO
E’ arrivata il 2 marzo 2016 la Legge Regionale del Lazio sul “Reato bullismo”
Il Lazio è stata la prima regione a emanare una legge contro il bullismo. Il 2 Marzo
il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato una proposta di legge contenente una
serie di iniziative per prevenire e contrastare il fenomeno del bullismo. Il testo
prevede il finanziamento di 150 mila euro per l’anno in corso e altri 600 mila per il
triennio 2016/2018 da spendere in programmi e progetti che informino ed educhino
ragazzi adolescenti, al rispetto delle diversità e al contrasto di tutte le
discriminazioni. Grazie a questa nuova legge sarà inoltre dato sostegno legale alle
vittime di bullismo e sarà istituito un Organismo regionale chiamato “Consulta
regionale sul bullismo” che lavorerà in collaborazione con altri Enti e Organismi
per coordinarli e orientarne il lavoro. Potranno usufruire del finanziamento
Comuni, Enti locali e Scuole per: iniziative culturali o sportive che abbiano come
tema l’uguaglianza e la dignità delle persone; progetti che puntino alla
valorizzazione delle diversità e al contrasto di tutte le discriminazioni; corsi di
formazione per insegnanti e operatori sportivi; corsi di sensibilizzazione e
informazione per studenti insegnanti e famiglie; programmi di sostegno per le
vittime. I dati del Lazio sul fenomeno sono allarmanti, il 41,5% dei ragazzi di
elementari e medie hanno subìto o assistito ad atti di bullismo, a Roma si sale al
45,7%, il Lazio ha quindi il triste primato. Con questo provvedimento la regione
tenta di sconfiggere questo piaga dilagante tra i giovani. È da considerarsi positiva
l’iniziativa della Regione Lazio, poiché le pene contro chi commette atti di
bullismo non sono sufficienti a contrastare il fenomeno. Il modo più efficace è la
prevenzione che si può attuare solo attraverso l’educazione al rispetto tra individui.
Chiara Bertocchi
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IL “SAFER DAY 2016”
Cyberbullismo, ormai il mondo comunica online
Il cyberbullismo è una forma di disagio relazionale, di prevaricazione e sopruso
compiuta attraverso i nuovi mezzi di comunicazione nel web in generale. Durante
la giornata mondiale della sicurezza in rete, il “Safer Day 2016” che si è svolta lo
scorso 9 febbraio, è emerso che i ragazzi sono online prima dei 14 anni e, anche se
sono molto attenti alla propria privacy, spesso sottovalutano i bulli digitali e sono
vittime del cyberbullismo. Molti non si rendono neanche conto di vessare i propri
coetanei (solo l’8% ammette di averlo fatto), mentre uno su dieci sdrammatizza il
proprio comportamento definendolo uno scherzo. Il “Safer Day 2016” è stata anche
l’occasione per lanciare la campagna del MIUR contro il cyberbullismo. Il Min.
Stefania Giannini ha sottolineato che il fenomeno è in espansione allarmante ma
che la scuola si impegnerà a contrastarlo, insegnando il rispetto per i compagni e
comportamenti educati e tolleranti verso gli altri. Anche i social sono intervenuti
sul tema e si preoccupano di come difendere gli utenti, specialmente gli
adolescenti, dalle aggressioni mediatiche. Infatti ora è possibile chiedere a
Facebook la cancellazione di un contenuto offensivo e anche Twitter prevede
l’annullamento dell’account in caso di comportamenti che vogliono intimidire,
minacciare o spaventare gli altri utenti. Inoltre l’associazione MO.I.GE., insieme a
Samsung, sta portando avanti anche nel 2016 una campagna nelle scuole per
approfondire il tema e incontrare ragazzi, genitori e docenti. L’iniziativa segue il
lancio di #OFF4aDAY, l’attivazione del primo servizio di supporto telefonico e via
mail per le vittime del bullismo online. Ma intanto i bulli digitali e, non solo,
continuano a mietere le loro vittime tra i ragazzi. L’ultimo episodio eclatante risale
al 28 gennaio scorso. E’ accaduto a Bologna, la vittima era un ragazzo di 16 anni,
con un lieve ritardo mentale. E’ stato rinchiuso nei bagni della scuola e ripreso con
lo smartphone mentre i compagni lo sottoponevano a trattamenti umilianti. Il
video è stato poi condiviso in chat con molti altri studenti…In molti condannano i
social network perché li ritengono la causa del cyberbullismo, ma forse è l’uso
spregiudicato e distorto di questi che determina simili fenomeni. I ragazzi si
rifugiano spesso nel mondo del web perché si sentono soli e non amati, trascurati
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al 13 GIUGNO
dai genitori. Sono questi disagi emotivi e psicologici che spingono gli adolescenti
ora ad essere aggressivi. In molte scuole italiane si sono già costituiti “gruppi di
vittime”, che uniti, riescono a fare la “voce grossa” e ad imporsi, ma questa volta per
affermare la propria dignità di esseri umani! Perché non seguire il loro esempio?
Nicole Bovolenta
Di tutto resta traccia …
Oggi grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, le prevaricazioni e i soprusi tra i
giovani si manifestano in una forma nuova: il cyberbullismo. Online la violenza
avviene attraverso messaggi, immagini o filmati diffamatori. Il cyberbullismo è un
fenomeno molto grave perché in pochissimo tempo le vittime possono vedere la
propria reputazione danneggiata in una comunità molto ampia, anche perché i
contenuti, una volta pubblicati, possono riapparire a più riprese in luoghi o in
gruppi diversi. Spesso gli adulti ne rimangono a lungo all'oscuro, perché non hanno
accesso alla comunicazione in rete degli adolescenti i quali nascondono chat e foto
dietro social network sconosciuti. Le vittime soffrono molto, perdono l’autostima,
diventano insicure nel rapportarsi agli altri, sopraggiunge la depressione e, nei casi
più estremi, idee suicide. Importante è la comunicazione tempestiva nei confronti
dei genitori i quali possono intervenire per fermare la diffamazione, eliminando
così la politica del silenzio e la convinzione erronea di non poter denunciare i fatti.
Le vittime più frequenti sono le ragazze spesso con messaggi contenenti allusioni
sessuali. Solitamente il disturbatore agisce in anonimato, talvolta invece non si
preoccupa di nascondere la sua identità. Agire in anonimato è una caratteristica
fondamentale del cyberbullismo: il molestatore offende senza alcuna remora etica
dicendo cose che non direbbe mai nella vita reale. Questo anonimato è però solo
un’illusione e dato che ogni comunicazione elettronica lascia delle tracce: una
denuncia alla Polizia Postale o ai Carabinieri può immediatamente smascherare il
persecutore. Di tutto resta traccia …
Simonetta Ensoli
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“SMONTA IL BULLO”
Dal 2005 il MIUR ha iniziato le campagne di sensibilizzazione nelle scuole
Già da anni il Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca (MIUR) si impegna
in importanti campagne di sensibilizzazione contro il fenomeno del bullismo nelle
scuole. Il Ministero lancia forti messaggi contro questo fenomeno che coinvolge
studenti di tutte le età, arrivando addirittura a casi in scuole elementari: è per questo
che anche nelle più piccole classi della scuola primaria si è cercato e si cerca di
prevenire il bullismo. Infatti, intervenendo già sul bambino in età precoce, si evita che
in futuro ci si comporti da bullo o che si trovi in situazioni particolari e senza sapere
come agire. Campagne come “Abbasso i bulli! Viva gli amici” - supportato dal
MO.I.GE. e il Ministero per la Solidarietà Sociale - sono state ideate proprio per
invitare al dialogo e alla fraternità i bambini delle scuole elementari italiane. Ma l’apice
del fenomeno del bullismo si ha nelle scuole medie, dove il MIUR e le associazioni
locali, sono da sempre molto attive nell’organizzare grandi eventi che portano i giovani
ragazzi a riflettere sulla gravità del bullismo. Spesso le scuole trattano il tema del
cyberbullismo, in aumento di pari passo con le nuove tecnologie: infatti, proprio
quest’anno, è stata messa in atto una grande campagna di sensibilizzazione, il “Safer
Day 2016” che ha visto coinvolti anche i principali social network utilizzati dai ragazzi.
Anche le forze dell’ordine, in particolar modo la Polizia Postale, sono al centro del
dialogo per sviare i ragazzi da un cattivo uso delle tecnologie di comunicazione e per
invitare le vittime a denunciare i bulli persecutori, anche perché nelle reti telematiche
ogni movimento rimane tracciato. Ma la vera grande campagna di sensibilizzazione
che il Ministero ha lanciato in tutta Italia è “Smonta il bullo”, che ha coinvolto tutte le
scuole italiane partendo dalle primarie fino ai licei; per giorni e ogni anno gli studenti
ricevono nelle proprie aule psicologi, Forze dell’Ordine e associazioni impegnati a
livello nazionale a combattere il fenomeno del bullismo. Il MIUR parla spesso di
ottimi risultati per quanto riguarda la risposta degli alunni alle attività scolastiche
contro il bullismo, tuttavia altri dati parlano del fenomeno in gravissimo aumento.
Dunque le campagne di sensibilizzazione sono troppo poche? O forse non sono
realizzate nel modo migliore?
Francesco Barberi
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al 13 GIUGNO
GENERAZIONI CONNESSE
Attività realizzate dagli alunni della sezione E
E' il secondo anno consecutivo che l'I.C. "A.Volta" partecipa all’iniziativa
internazionale collegata al progetto del MIUR “Generazioni Connesse” con
l’adesione al “Safer Internet Day 2016” (SID). Nata nel 2004 e giunta alla sua XIII
Edizione, ha lo scopo di parlare agli studenti dell'uso attivo e responsabile della
rete. Quest'anno il motto è stato "Fai la tua parte per rendere migliore
Internet" e noi abbiamo preso alla lettera il verbo utilizzato nel motto, "play",
per creare una serie di attività ludiche e giochi vari con lo scopo di diffondere lo
spirito dell’iniziativa. Ecco ciò che è stato fatto: • un gioco dell'oca, prendendo spunto dal gioco online Happy Onlife;
• il Gioco del SID, un'info-grafica, creata con easel.ly e composta da 49 caselle, 23
domande e risposte usando il QR Code e 10 Stazioni riflessive, prendendo spunto
dalla mappa interattiva in allaboardhe.org;
• le Carte del SID, dove al posto delle Figure e degli Assi sono stati inseriti
nuovi Toons. Molti sono i Super Errori proposti dall'iniziativa "Generazioni
connesse" (Incredibile Url, L'Uomo Taggo, La Ragazza visibile, Chat
Woman ecc.), ma alcuni sono nati dalla creatività degli alunni: Wonder
Web, Spider Web, I-Phonce, X-Sfile e X-Spam, ma soprattutto il Super asso
pigliatutto Capitan Reputation... E nel gioco ci sono anche altri "Assi" che
aiuteranno i naviganti inesperti a non cadere nelle insidie della Rete.
• 23 Racconti del SID, dove i nostri personaggi sono protagonisti di "disavventure"
virtuali. Tutte le storie sono trasformati in QR Code.
Alunni 2^ e 3^E
dal 13 APRILE
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al 13 GIUGNO
NON E’ UN GIOCO
Molto spesso i videogiochi violenti spingono i ragazzi a imitarli nella realtà
Il bullismo spesso è determinato dai videogiochi violenti che spingono i giovani a
provare nella realtà ciò che vivono virtualmente. Il bullismo però avviene anche
online dove, grazie alle sessioni, - ovvero piattaforme di gioco online comunitarie - i
bulli possono agire. Esistono però due tipi di sessioni: sessioni tra amici composto
solo da persone amiche o nuove; le sessioni pubbliche, in cui si possono trovare
anche persone delle cui non si conoscono l’identità. Qui in genere il bullismo è di
tipo verbale, tramite degli auricolari egli può deridere l’altro giocatore con insulti e
parolacce. Altre volte il bullo può invece diventare furioso, a causa dei giochi
violenti che lo fomentano troppo, o a causa di errori di gioco o dall’incontro di
giocatori non alla sua portata che non riesce a sconfiggere. In questo caso il bullo
potrebbe addirittura picchiare la sua vittima predestinata dandogli un
appuntamento, e commettere così il bullismo fisico, tanto da non distinguere più il
virtuale dalla realtà. Altre volte invece il gruppo di gioco potrebbe commettere
anche il bullismo indiretto, escludendolo o facendo girare brutte voci sul suo conto
costringendolo così a giocare da solo. Inoltre mentre si gioca in piattaforma online,
c’è la possibilità di imbattersi in pedofili , che compiono atti di cyberbullismo,
ovvero che si spacciano per persone che non sono, perciò è importante non dare
confidenze affrettate, non dare mai dati personali e non accettare mai un incontro
di persona con uno sconosciuto.
Francesco Cotrone
dal 13 APRILE
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L’OMERTÀ È REATO
Chi assiste ad atti di bullismo e non denuncia è complice
Gli episodi di bullismo non interessano solo chi fa una prepotenza o chi la subisce,
ma spesso ad esse assistono altri ragazzi, gli spettatori, anche se non fanno niente
direttamente. Ciò che rende forte e sicuro il bullo è il sostegno dei compagni , il
consenso o il silenzio che possono considerarsi comportamenti vili. Quasi sempre
gli episodi di bullismo avvengono in presenza del gruppo di coetanei, che nella
maggior parte dei casi non interviene e le ragioni possono essere diverse: per paura
del bullo; per paura di diventare la nuova vittima; per mancanza di forza fisica e
coraggio ad intervenire perché non sanno cosa fare per aiutare la vittima. I
sostenitori del bullo, che pur non partecipando, stanno dalla sua parte e agiscono
rinforzando il suo comportamento (come ridendo o incitandolo) e si godono la
scena, magari filmando tutto con il cellulare. Tali comportamenti rafforzano il
bullo, il quale è in grado di destare negli altri la comprensione degli altri elementi
del gruppo in cui è inserito. I difensori della vittima che prendono le parti della
stessa difendendola, consolandola e cercando di interrompere le prepotenze,
opponendosi in maniera concreta alle prevaricazioni, sono proprio loro lo
strumento per ridurre la portata del bullismo e possono fare davvero qualcosa per
cambiare la situazione. La mancanza di un’opposizione e l’adesione da parte degli
spettatori alla logica di omertà, tendono a legittimare i comportamenti prepotenti,
ed ad incentivare la loro perpetuazione. Al contrario la richiesta di aiuto ad un
adulto, l’opporsi ai fatti di bullismo e l’inserimento della vittima nel gruppo
rappresentano un forte segnale nei confronti del bullo: un segnale di caduta della
sua popolarità. Si potrà sconfiggere questo sistema quando vedendo qualcuno
subire non si è più passivi osservatori ma attivi protagonisti: rifiutando di prendere
parte ai comportamenti del bullo; facendo capire con le parole, con i gesti e i
comportamenti che non si è d’accordo con quello che stanno facendo; non
sostenendo più il bullo ridendo o standolo a guardare e invitando i compagni a fare
lo stesso ma accogliendo il compagno vittima nel proprio gruppo di amici per non
farlo sentire solo e chiedendo aiuto ad adulti, compagni e polizia.
Filippo Busetto
dal 13 APRILE
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al 13 GIUGNO
IL BULLISMO
Il fenomeno è in crescita: sempre più i giovani italiani colpiti
Nel 2016 la scuola conquista sempre più prime pagine su giornali e quotidiani o
nelle trasmissioni tv, questa volta il motivo è preoccupante, per il bullismo.
Numerose persone si domandano sempre in misura maggiore come fermare queste
ondate di violenza giovanile improvvisa. Il bullismo è sempre stato presente, per le
strade, ma in generale nelle città, tuttavia ora il fenomeno sta peggiorando. Il
termine bullismo, vuole simboleggiare la prevaricazione di alcune persone su altre
più deboli e fragili, scelte e predestinate a questo tipo di terrorismo giovanile. Gli
studiosi affermano che si può chiamare bullismo solo quello verificatosi all’interno
della scuola. Le modalità possono essere differenti: rubare la merenda, spingersi per
le scale, oppure insultare persone nel cortile dell’Istituto. I luoghi soggetti a questo
fenomeno in misura maggiore, sono i bagni della scuola, ma anche può capitare in
classe durante la ricreazione o all’entrata/uscita da scuola. Secondo gli studiosi, il
bullismo si distingue in 3 tipi:
• Bullismo diretto verbale: cioè con l’uso di parole che possono colpire nel
profondo;
• Bullismo diretto fisico: cioè ricorrendo alla violenza con la presenza di calci e
pugni che danneggiano il corpo, ferendolo;
• Bullismo indiretto: cioè psicologico, con insulti e prese in giro che risuonano
sempre in mente.
Questo fenomeno non riguarda però solo i maschi, ma anche le cosiddette bulle,
che feriscono profondamente e in misura maggiore rispetto ai maschi.
Purtroppo, non tutti riescono a sopportare le prese in giro, arrivando in alcuni
casi anche al suicidio. Questo però è sbagliato, infatti bisogna rivolgersi ad un
adulto, evitando di agire frettolosamente. E’ stato istituito il numero verde
800.66.96.96 attivo h24.
Madalina Potcoava
dal 13 APRILE
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al 13 GIUGNO
BASTA, PARLIAMONE
I lividi dell’anima spesso provocano più dolore di lesioni fisiche
La lingua ferisce più della spada, anzi dei pugni. Se ci pensiamo, i così detti lividi
dell’anima rimangono impressi dentro di noi più di quanto possa far male una
violenza fisica. Parole come “grasso”, “brutto”,”fai schifo”, “quattr’occhi” entrano
nella mente e logorano l’anima fino in profondità e squarciano lo stomaco fino allo
sfinimento, facendo sentire la persona una nullità e facendola auto-giudicare
negativamente. Spesso il bullo e i suoi sostenitori prendono l’insulto come un gioco,
un divertimento, un’occasione per mettersi in mostra ma non sanno cosa provoca
nelle vittime, che ogni giorno non vogliono uscire di casa per paura di incontrarli e
di essere nuovamente offese e perseguitate dalle pesanti e taglienti parole di
persone più deboli di loro che si fingono forti. Le ferite esterne lasciano lividi o
cicatrici, quelle interne un dolore caldo, contrario alle fredde parole ricevute.
Questo stato di inadeguatezza accompagna tutta la vita dei perseguitati e porta
spesso ad atti di isolamento e in casi estremi di autolesionismo come al suicidio;
nella vittima, si mette in moto un meccanismo di convinzione e si inizia a credere a
tutte le affermazioni del bullo, riscontrandole su se stessa anche se sono tutte delle
falsità. Oggi per fortuna il bullismo è diventato reato. Per i genitori può essere
difficile capire la sofferenza del figlio oppresso, perché si scambia la chiusura in se
stessi e altri cambiamenti con i sintomi dell’adolescenza, ma questa non è una
scusa, anzi bisogna stare più vicino ai propri figli per aiutarli in un’età così
particolare. D’altra parte le vittime devono trovare la forza di non tenersi tutto
dentro, perché è impossibile incassare senza sfogarsi, senza aprirsi con un amico,
un insegnante, un genitore,una persona fidata che può aiutare a superare le violenze
psicologiche subite. L’importante è non avere paura, l’importante è reagire.
Massimo Lizzio
dal 13 APRILE
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al 13 GIUGNO
dal 13 APRILE
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Vignette di Maraya Dimitrova
dal 13 APRILE
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al 13 GIUGNO
BULLE IN AUMENTO
Le ragazze risultano essere più dure dei maschi
Il bullismo fisico è dove la vittima viene percossa in modo violento da una o più
persone ma quello psicologico è più subdolo e difficile da riconoscere e perseguire.
Il bullismo psicologico è utilizzato per ferire in modo grave, senza l’utilizzo delle
mani, a provocare questo dolore sono molto spesso le ragazze. A volte le bulle
passano più inosservate perché nessuno può pensare che una ragazza o una
bambina possa fare del male a una sua pari e invece le statistiche dicono che
nell’ultimo periodo stiano aumentando. Loro agiscono in modo più silenzioso
perché non picchiano né rubano la merenda ma questo modo di agire è il peggiore
perché il dolore provocato da uno schiaffo passa, l’insulto psicologico lascia i lividi
dell’anima e può portare a decisioni avventate da parte di chi lo subisce. Alcuni
esempi di bullismo psicologico possono essere il “mettere in giro” voci false sul
conto di una persona, l’invio di immagini personali ad altri gruppi. La vittima
magari non si sa difendere e si isola dal gruppo o anche viene ridicolizzata in
pubblico sull’abbigliamento. Altri giovani colpiti dal bullismo psicologico possono
essere coloro che prendono voti alti a scuola; questo ci fa capire che chi è bullo è il
primo ad aver paura di essere attaccato. Purtroppo chi subisce queste cose spesso
ha timore di raccontarle, perché teme il giudizio degli altri. Il bullismo va fermato e
non bisogna aver paura di denunciarlo.
Chiara Buongiorno
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“STAVO PER SOFFOCARE”
Intervista ad una vittima
Intervista ad un 12enne che ha subìto la violenza dei compagni, riuniti in branco, e
che porta ancora i “segni”di quella situazione.
• Ti è mai capitato di essere preso di mira dai tuoi compagni e di essere
vittima di atti di bullismo? “Sì, sono stato preso in giro dai compagni della mia
squadra di calcio e poi il caso ha voluto che sono capitati nella mia stessa scuola media, e
tutt’oggi quando li incontro nel cortile o nei corridoi mi offendono e ridono di me.”
• Perché sei stato preso di mira proprio tu? “Il primo motivo è che non sono tanto
bravo a giocare a calcio e quindi i miei compagni, sentendosi più forti, se ne sono approfittati
colpendomi nel mio punto debole, e poi penso anche per il mio modo di parlare, visto che ho
un accento particolare con la r moscia, e poi perché non so rispondere agli insulti e quindi
sono un bersaglio facile per i bulli.”
• In quali circostanze sei stato preso in giro e come hai reagito? “Questo
accade soprattutto la mattina prima di entrare a scuola. Se mi vedono, questi ragazzi
iniziano ad indicarmi e a ridere di me. Io faccio finta di niente e vado avanti, aspettando
che la smettano, ma purtroppo non è così.”
• In che cosa consistono le offese che ti rivolgono? “Non sono mai stato vittima
di atti tipo minacce o attacchi fisici, più che altro si è trattato e si tratta di derisione, di frasi
che vanno a mettere in luce un difetto, di battute crudeli. Io quando ci penso mi sento
ancora molto male, perché gli insulti che questi ragazzi mi rivolgono mi feriscono dentro e
mi fanno sentire isolato e diverso dagli altri, come se fossi radioattivo, e questo è peggio del
dolore fisico. Volevo raccontare anche un episodio che mi è accaduto qualche anno fa quando
ero alle scuole elementari: stavo giocando a calcio con un pallone di fortuna fatto con una
bustina di plastica accartocciata, quando sono arrivati tre ragazzini che con forza mi hanno
tolto la palla. Allora io ho provato a riprenderla, ma i tre non volevano affatto giocare e la
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mia reazione li indispettì al tal punto che mi spinsero a terra e poi iniziarono a saltarmi sulla
schiena. Infine mi trascinarono per un pezzo del cortile tirandomi per il cappuccio della felpa.
La nostra maestra non riuscì a vederli perché eravamo coperti da un muro. Per fortuna arrivò
un altro ragazzino che con una scusa riuscì a scacciare i bulli proprio quando stavo per
soffocare. Questo episodio non lo scorderò mai, ma almeno adesso ho il coraggio di raccontarlo e
di capire che quei compagni non erano più forti di me, ma solo più prepotenti.”
Questo è il racconto toccante di un ragazzo tipo vittima di bullismo. Talvolta gli
episodi di prevaricazione sono sotto i nostri occhi e per questo non dobbiamo far
finta di non vedere e assistere passivamente, ma reagire, sostenendo la vittima e
contrastando i bulli, facendoli sentire, al contrario, soli e senza seguito.
Gianluigi Sillano
Identikit del bullo
Il bullo: generalmente è aggressivo, forte fisicamente, povero nella comunicazione,
pronto a ricorrere alla violenza e scolasticamente al di sotto della media. Dietro un
ragazzo così si nascondono forti disagi sociali e familiari; spesso possono essere
anche individui molto intelligenti e che solamente per i loro problemi si ritrovano
a fare i “bulli”. Segni particolari: coetaneo o compagno di classe della vittima.
La vittima: ha una bassa propensione alla violenza, fisicamente meno forte del
bullo, sensibile, e spesso scolasticamente al di sopra della media. Segni particolari:
colto, spesso è una persona timida e riservata che non sa difendersi.
Davide Mori
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INTERVISTA AI RAGAZZI
Domande ai giovani di Latina che fanno chiarezza sulle loro abitudini
Quanto incidono le abitudini dei ragazzi con il fenomeno del bullismo? Diminuisce
la figura del bullo? Cosa vivono veramente i ragazzi sul bullismo e sullo stalking
online? Sono queste le domande che ci hanno spinto a chiedere a 120 ragazzi tra i 12
e i 15 anni di Latina alcune importanti questioni che gravitano attorno al bullismo.
30
Vittime di bullismo
Fumano
Vittime di cyberbullismo
Hanno assistito a fenomeni
Bevono alcolici
Sono/sono stati bulli
23
15
8
12enni
13enni
14enni
15enni
Il grafico mostra le risposte dei ragazzi: più si cresce e più si dichiara che il
fenomeno del bullismo diminuisce con l’età e magari con la maturità che la crescita
comporta. Ma in compenso aumentano i vizi. Invece nell’età intermedia
dell’indagine si può constatare che il bullismo del web è molto presente. Sarà forse
perché i 12enni sono troppo piccoli ed inesperti? Sarà per la voglia di crescere? Le
dichiarazioni dei più grandi rivelano che con la crescita cambia tutto.
Francesco Barberi
dal 13 APRILE
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al 13 GIUGNO
LA MODA DEGLI EMO
Dal punk-rock fino alle mode autolesioniste dei ragazzi definiti “depressi”
L'Emo è diventato un fenomeno di tendenza fra i giovani, in particolare fra gli
adolescenti, il cui elemento distintivo è il look, che può prendere le caratteristiche
di una vera e propria subcultura. Le caratteristiche di questa sono varie, tra le più
diffuse troviamo il tingersi i capelli e tagliarsi in superficie o in casi estremi le vene.
Questi atteggiamenti vengono assunti per svariati motivi, fra i quali, scarsa
autostima di se stessi e la voglia di sentirsi parte di un gruppo o anche
semplicemente per seguire una moda. Questa è emersa negli Stati Uniti, tra gli anni
’80 e ’90 del secolo scorso e deriva dal genere musicale rock e punk, portata alla
ribalta da gruppi come i “Tokyo Hotel”. L’ abbigliamento è caratterizzato da jeans
stretti e aderenti, lunghe frange in testa, t-shirt aderenti raffiguranti le band
preferite, cinture con borchie colorate, scarpe skaters, tutto rigorosamente nero.
Completano la figura anche il trucco e tatuaggi vistosi. Questi ragazzi giudicano la
vita come qualcosa da non difendere. In pratica, adottano volutamente
atteggiamenti e comportamenti auto-distruttivi.
Domenico Ponsillo
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CE LA PUOI FARE!
Moltissime celebrità di oggi, da ragazzi, sono state vittime di bullismo
Il tema del bullismo è stato trattato da molti artisti nel mondo della musica, spesso
con messaggi forti, invitando le vittime a reagire senza sottomettersi alle angherie
dei derisori. Tra questi artisti vi sono alcuni che hanno vissuto in prima persona
l'essere presi di mira anche attraverso internet (cyberbullismo) altri ancora a scuola;
tra i quali Lady Gaga, Rihanna, Katy Perry, Demi Lovato. Ricordiamo la canzone
"Mean" di Taylor Swift che si rivolge all' interessato con questi versi: "Tu con le parole
come coltelli, spade e armi che usi contro di me. Tu, mi hai di nuovo buttato giù, mi hai fatto
sentire una nullità. Tu, con la voce come unghie sulla lavagna. Tu te la prendi con il più debole”
e continua con una frase diretta al bullo: "Scommetto che sei stato preso in giro, qualcuno
ti ha reso così freddo, ma il ciclo finisce qui, perché non puoi condurmi su quella strada”. Il
tema é stato trattato anche da Jessie J con "Who laughing now" con le parole:
"Credete di conoscermi ora, vi siete dimenticati come mi facevate sentire quando mi
trascinavate il morale a terra?” Ma la lista al femminile non termina qui troviamo
anche "Are you happy now?" di Megan&Liz: "Sei felice adesso che lei è a terra? E ti rendi
conto che le parole che dici fanno dei lividi che non svaniscono?” Ma troviamo anche attori
come Orlando Bloom che dice in merito all' argomento: "Reagite al bullismo perché le
sfide fanno crescere" ma si possono citare anche Cristina Aguilera, che ne attribuisce
la causa al forte sentimento di gelosia nei suoi confronti, dei suoi compagni in
merito alla sua voce. Da Tom Cruise, il quale è stato preso in giro per essere
dislessico, alla principessa Kate Middleton molte celebrità hanno rivelato di essere
state vittima di bullismo, ora idoli di molti adolescenti, ma che hanno affrontato
anche loro la piaga della presa in giro e sono riusciti a raggiungere gli obiettivi che
si erano prefissati. Perché solo chi, quando ha toccato il fondo, ha la forza per
rincorrere quel sogno che sta tanto a cuore; potrà raggiungerlo e superare gli
ostacoli.
Licia M. Caschera
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al 13 GIUGNO
LA CHIAVE DI VOLTA
SPECIALE BULLISMO
CHI SIAMO?
Giornalino Scolastico “La Chiave di Volta”
I.C. Alessandro Volta - Latina
Via Botticelli, 33 - 04100 Latina
CAPOREDATTORE: Francesco Barberi
VICE: Chiara Buongiorno
REDATTORI
VIGNETTISTI
Chiara Bertocchi
Nicole Bovolenta
Nicole Bovolenta
Matteo Buonamano
Filippo Busetto
Licia M.Caschera
Licia M. Caschera
Martina Mori
Francesco Cotrone
Valerio Veglianti
Maraya Dimitrova
.
Simonetta Ensoli
.
Massimo Lizzio
Davide Mori
DOCENTE RESPONSABILE
Prof.ssa Gabriella Magazzeni
Ginevra Palombo
.
Domenico Ponsillo
.
Madalina Potcoava
Gianluigi Sillano
Alexia T. Tipa
.
DIRIGENTE SCOLASTICO
Prof.ssa Claudia Rossi
.
.
LA CHIAVE DI VOLTA
SPECIALE BULLISMO
ISTITUTO COMPRENSIVO
“ALESSANDRO VOLTA ” - LATINA