ventaglio ventaglio - Centro Arti Visive Pescheria

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ventaglio ventaglio - Centro Arti Visive Pescheria
VENTAGLIO
DI PESARO
La pianta dell’ex chiesa del Suffragio è dodecagonale, il che costituisce un’insolita collocazione per
uno spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea. L’altra cosa singolare è che “Suffragio” è sinonimo di
messa da requiem, fatto che trovo molto seducente – questo, comunque, senza esagerarne la seduzione.
Lo spazio dodecagonale con la sua connotazione commemorativa deve diventare anche il luogo nel
quale sono invitato a portare una mostra – secondo la mia visione : un’opera d’arte che attraverso la consapevolezza dello spazio, dona a questo spazio la qualità sostanziale di “luogo” e che – significativamente –
diventa il suo stesso luogo.
Uno spazio è uno spazio e può diventare qualsiasi cosa, dall’immenso al piccolissimo, con tutte le
possibili quantificazioni e qualificazioni fisiche; un luogo è – mentre, si è portati a pensare, inizialmente
fisico – anche e forse soprattutto “una cosa mentale”, e viene definito da un’energia dialettica.
Quello che sto facendo è, credo, proprio camminare su queste linee fini e sottili.
Disegnando sulla pianta dodecagonale i raggi dai dodici angoli e dalla metà di ognuno dei dodici lati
al centro, ho guadagnato uno strumento per leggere lo spazio. Ho deciso di tagliare la pianta e quindi lo
spazio, orizzontalmente a metà, utilizzando soltanto la metà superiore per la mostra, segnando allo stesso
tempo il centro.
Perciò, avevo una pianta “formale” per una “mostra” o un “installazione”: un cerchio centrale da cui
partono i raggi verso gli angoli scelti e il punto centrale dei lati selezionati dello spazio dodecagonale.
Era chiaro – cioè : sapevo senza sapere e decidevo senza decidere, che avrei fatto un nuovo lavoro, che può
esser definita “installazione” per il periodo della mostra di Pesaro e che sarà d’ora in poi e per sempre una
“costellazione”: un’opera chiamata “Ventaglio”.
“Ventaglio” è costellata di frammenti che fanno riferimento a mie opere precedenti. Il lavoro è commemorativo, in un certo senso, e non retrospettivo – in tutti i sensi. Ho la sensazione che sia il momento
giusto per averlo fatto.
La durata della mostra a Pesaro, la mia installazione sarà ‘completata’ con alcuni piccoli concerti.
Questo è aneddottico, ma anche non lo è. La musica è una presenza costante nel mio lavoro, che sia
visibile o invisibile.
Su un livello puramente visivo, amo i grafismi di una partitura musicale. Su un livello concettuale, la
musica – e la poesia, hanno in comune con l’arte visiva la disciplina e la retorica dell’arte della composizione.
Su un livello sostanziale, la musica – per lo meno quella che io amo ascoltare, crea il silenzio.
I colori: l’unico colore con cui lavoro veramente è il blu. Il blu è il colore della speranza, con la
promessa di violenza.
Questo testo riporta una conversazione con Ludovico Pratesi.
VENTAGLIO
DI PESARO
The plan of the former chiesa del Suffragio is dodecagonal, which constitutes a rather uncommon
situation for an exhibition space for contemporary art. The second thing peculiar is that “Suffragio” also
means a Requiem (mass), which I find very seducing – this, however, without exaggerating the seduction.
The dodecagonal space with its memorial connotation has to become also the place where I am
invited to make an exhibition — in my understanding : a work of art that through the awareness of the
space, gives this space the substantial quality of “place” and that – significantly – becomes its own place.
A space is a space and can be anything from very large to very small, with all possible physical quantities and qualities; a place is – while, one is inclined to assume, initially physical – also and maybe above all
“una cosa mentale” and is defined by a dialectic energy.
Walking on these thin and fine lines is, I think, what I am doing.
Drawing on the dodecagonal plan the radii from the twelve angles and from the middle of each of
the twelve sides to the center, I got an instrument to read the space. I decided to cut the plan and so the
space horizontally in half, using only the upper half for the exhibition, while marking the centre.
So, I had a “formal” plan for an “exhibition” or an “installation” : a central circle from which radii
are drawn to the selected angles and to the middle of the selected sides of the dodecagonal space.
It became clear – that is : I knew without knowing and I decided without deciding, that I would make a
new work, which can be an “installation” the time of the exhibition at Pesaro and which will be there after
and forever a “constellation” : a work named “Ventaglio” (Fan, Eventail).
“Ventaglio” is constallated with fragments referring to previous works I made. The work is memorial,
in a certain sense, and not retrospective – in all senses. I have the feeling it is the right time to have made it.
The duration of the exhibition at Pesaro, my installation will be ‘completed’ with small concerts.
This is anecdotal and then not. Music has a constant presence in my work, be it “visible” or “invisible”.
On a purely visual level, I like the graphics of a musical partition. On a conceptual level, music – and poetry,
have the discipline and the rhetorics of the art of composition in common with visual art.
On a substantial level, music – at least the music I like to listen to, creates silence.
On colours : the only colour I really work with is the colour blue. Blue is the colour of hope with
the promise of violence.
This text is written after a conversation with Ludovico Pratesi.
VENTAGLIO
2007
Opera in una costellazione fissa.
Cm 820 x 560 x 121.
Cerchio blu (colore sul pavimento);
Un frammento vuoto tra due travi (colori su legno);
Un frammento in acciaio cor-ten su due travi (colore su legno);
Un frammento in acciaio cor-ten su due travi (colori su legno);
Un frammento in lastra di vetro blu cobalto tra due travi (colori su legno);
Un frammento con tre sedie (colore su ferro) tra due travi (colori su legno);
Un frammento con pezzi di vetro multi-colorato tra due travi (colore su legno);
Due sedie (colore su ferro).
Work in a fixed constellation.
820 x 560 x 121 cm.
Blue circle (colour on the floor);
One empty fragment between two beams (colours on wood);
One fragment in cor-ten steel on two beams (colour on wood);
One fragment in cor-ten steel on two beams (colours on wood);
One fragment with a cobalt blue glass sheet between two beams (colours on wood);
One fragment with three chairs (colour on iron) between two beams (colours on wood);
One fragment with multicoloured glass pieces between two beams (colour on wood);
Two chairs (colour on iron).
Courtesy Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Torre Pellice.
BIOGRAFIA
Jan Vercruysse è nato nel 1948 a Oostende, Belgio.
Vive e lavora in Europa Occidentale.
ICONO – BIBLIOGRAFIA
Jan Vercruysse, Société des Expositions, Palais des Beaux – Arts, Bruxelles, 1988.
Testi di Marianne Brouwer e Alain Cueff.
Germano Celant, Unexpressionism, art beyond the contemporary, Rizzoli, New York, 1988.
Carolyn Christov – Bakargiev, «I feel like I am the last flemish primitive», interview with Jan Vercruysse,
Flash Art 148, Milano, October 1989.
Jan Vercruysse, 1989 Kunsthalle Bern, Bern. Pubblicato da Ludion, Gent, 1999.
Jan Vercruysse, Stedelijk Van Abbemuseum, Eindhoven, 1990.
Testi di Denis Zacharopoulos e Alain Cueff.
Jan Vercruysse, Tombeaux (Stanza), Museo d’Arte Contemporanea, Castello di Rivoli, Rivoli, 1992.
Alain Cueff, Le lieu de l’oeuvre ( Bustamante, Gober, Klingelhöller, Mucha, Schütte, Vercruysse),
Kunsthalle Bern, Bern, 1992.
Jan Vercruysse, The Villas, Museum Haus Lange & Museum Haus Esters, Krefeld, 1995.
Testo di Pier Luigi Tazzi.
Jan Vercruysse, Portraits of the Artist, Yves Gevaert, Bruxelles e Ludion, Gent, 1998.
Testo di Pier Luigi Tazzi.
Jan Vercruysse, Les Paroles, Vol.I, Xavier Hufkens, Bruxelles, 1999.
Testo di Alain Cueff.
Enclosed & Enchanted, Museum of Modern Art, Oxford, 2000.
Testo di Michael Tarentino.
L’Art dans le paysage du tramway d’Orléans, Ed.Réunion des musées nationaux, Paris, 2002.
Testo di Pascal Rousseau.
Sculture di Luce, Le «Luci d’Artista» a Torino, Umberto Allemandi & Co, Torino, 2005.
Down the Garden Path, The Artist’s Garden after Modernism, Queens Museum of Art, New York, 2005.
Testo di Paul Geerts.
Lignes Brisées / Broken Lines, Printemps de septembre à Toulouse, Toulouse, 2006.
JAN VERCRUYSSE
VENTAGLIO
21 luglio — 16 settembre 2007
Istituzione Comunale
Centro Arti Visive Pescheria
Comune di Pesaro
Sindaco : Luca Ceriscioli
Assessore alla Cultura : Luca Bartolucci
Consiglio d ’Amministrazione :
Presidente : Andrea Ugolini
Consiglieri : Roberto Bertozzini, Mariadele Conti,
Alessandro Fattori, Claudio Ferri,
Ferdinando Leoni, Luca Mancini.
Direttore : Gaetano Vergari
Direttore Artistico : Ludovico Pratesi
Comunicazione e immagine : Alberto Barbadoro
Ufficio Stampa : Roberta Ridolfi
Coordinamento organizzativo :
Thomas Mattiucci, Olimpia Eberspacher
Mostra a cura di
Ludovico Pratesi
Catalogo a cura di
Jan Vercruysse
Testo : Jan Vercruysse
Traduzione : Silvia Accorra’
Fotografie : Paolo Semprucci
Stampa : Grapho5service, Fano
Si ringraziano
Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea –
Torre Pellice, Andrea Nisbet, Francesca Ganzenua,
Officina Meccanica Picena – Ascoli, Luigino Betterini,
Conservatorio “G. Rossini” – Pesaro, Direttore
Maestro Marco Giannotti; Scuola di flauto traverso,
Maestro Fiorenzo Di Tommaso. Alunni :
Matteo Sampaolo, Marco De Canal, Eugenio Tonelli,
Cecilia Capponi, Antonio Deleo, Sara Tenaglia.
© 2007 Jan Vercruysse e Centro Arti Visive Pescheria.
Istituzione Comunale Centro Arti Visive Pescheria, Corso XI Settembre 184 – 61100 Pesaro – Italia
Tel. 0721.387651 – Fax. 0721.387652 – www.centroartivisivepescheria.it