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Tanti giochi di “ spettacolo «Mo Tanti giochi di “magia sbaglia
Tanti giochi di “magia sbagliata” in scena con lo
spettacolo «Motel Forest»
Teatro Verdi
Dal 26/01/2016 Al 26/01/2016 Ore 20.30
Platea
atea 15 euro; galleria 12 euro; studenti fino a 25 anni, 6 euro
Redazione 24 gennaio 2016 11:50
BRINDISI - Un palco che diventa un luogo di passaggio, uno show che si trasforma in viaggio, tra riferimenti
cinematografici e n
numeri
umeri di magia: e così il Mago Forest, al secolo Michele Foresta, riparte dal teatro con «Motel
Forest», il suo nuovo spettacolo in scena al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi martedì 26 gennaio, alle ore 20.30. Un’opera
nata quasi per caso. «Ho fatto il coast to coast negli Stati Uniti, lungo la Highway 66 - ha raccontato il comico di scuola
“zelighiana” - e trascorso molte notti in questi motel dalle insegne esagerate e dalle stanze misere. E una sera mi è
venuta un’idea». Più che un luogo materiale, il «Motel
«Motel Forest» è uno stato della mente, un porto franco dei sentimenti,
un posto nel quale tutto è permesso tranne che dormire. Il titolare e padrone di casa, che ha dato il suo nome al motel, è
un surreale mago che durante il galà organizzato per la sua selezionata
selezionata clientela, illustra in un volo leggero e ricco di
sorprese, tra magia, comicità, follia e riflessioni inattese, le molteplici stanze a tema del motel. Oltre che dallo
strampalato ragazzo dell’ascensore, rockstar mancata per incomprensioni col codice penale, e dal bizzarro responsabile
della security, il motel è frequentato da improbabili personaggi che altro non sono che sfaccettature della stessa surreale
personalità. Non tutti hanno saldato il conto ma in cambio hanno lasciato nel motel preziosi cim
cimeli e indelebili
ricordi. Ogni camera è associata a un argomento specifico o a una qualità umana: c’è quella del rischio, dell’errore,
dell’ambizione, del ricordo, degli incontri. Ad ognuna è dedicato un esperimento, dai mazzi di carte che spariscono o si
sdoppiano alla ghigliottina, dall’indovinello scritto su un pezzo di carta e poi nascosto, a un’originale reinterpretazione
della pericolosa roulette russa.
Il mago usa gli avventori come cavie per i suoi empirici e stralunati esperimenti. Utilizza la sua abilità di sofisticatore d
del
pensiero umano come pretesto per giocare col cinema, con l’arte e col quotidiano. Ci capiterà quindi di vederlo alle prese
con ill kit per diventare il perfetto Drugo del Grande Lebowsky, o tentare di restituire il sorriso appena perso dalla
Gioconda. Molti sono i motel che lo hanno ospitato ma pochi quelli che hanno avuto l’onore di superare le due stelle. Di
ognuno conserva indele
indelebile
bile nella mente il ricordo dei quadri inquietanti appesi alle pareti, ognuno dei quali conserva un
segreto, una storia o forse lo ha ispirato magicamente. Sarà come visitare un museo nel quale le opere sono appese sulle
pareti della mente, una mente a luc
lucee intermittente, proprio come l’insegna al neon del «Motel Forest».
Cos’è un motel se non una perfetta metafora della vita, dove si arriva, si sosta e poi si parte? E molta vita passa ed è
passata nel «Motel Forest», il cui slogan è «Noi non cambiamo le le
lenzuola,
nzuola, cambiamo la clientela». Lo spettacolo,
incasellato nel genere «comico d’autore» della stagione brindisina, si muove sulle traiettorie della comicità del Mago
Forest, del suo modo di fare a metà strada tra il surreale e l’esilarante. Un comicattore simpaticamente atipico:
normalità apparente, stravaganza dirompente per un’abitudine all’eccesso che però non supera mai il limite del buon
gusto.
«Volevo costruire da tempo - ha sottolineato il Mago Forest - uno spettacolo in cui condurre lo spettatore iin un tour
surreale e divertente. Il titolo viene da uno dei motel più famosi della storia del cinema: il “Bates Motel” di “Psycho”. Lo
spettacolo dal vivo è il mio luogo naturale, del resto sono cresciuto nei locali. Per questo scelgo posti che, in qualche
modo, mi assomigliano. La televisione non mi manca, ne ho fatta molta, per molto tempo. Per preparare “Motel Forest”
ho ripreso vecchi appunti e sono giunto a una conclusione: una volta per andare in tv dovevi fare i provini, ora invece la
tv si fa con i provini. Se si riflette, molti programmi sono costruiti così».