L`analisi delle comunità bentoniche dei fondi mobili
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L`analisi delle comunità bentoniche dei fondi mobili
AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE DELLE MARCHE L’analisi delle comunità bentoniche dei fondi mobili nella valutazione dell’ambiente marino costiero Dott.ssa Claudia Ferri ARPAM Dipartimento Provinciale di Pesaro “Le Marche e la qualità del mare” Ancona, 18 luglio 2006 Il termine biocenosi viene correntemente utilizzato per indicare un raggruppamento di organismi viventi, animali e vegetali, che per la composizione in specie e per il numero di individui corrisponde in modo stabile a determinate condizioni medie di un dato ambiente. Questi organismi, oltre a dipendere dalle caratteristiche fisiche del luogo in cui vivono, sono strettamente legati gli uni agli altri da vari tipi di rapporti reciproci tanto che da queste interazione può dipendere la loro sopravvivenza. Le biocenosi sono composte da specie caratteristiche che, indipendentemente dalla loro abbondanza, vivono preferenzialmente o esclusivamente in quel particolare biotopo specie accompagnatrici presenti in diversi biotopi che risultano specie accidentali che si ritrovano in un ambiente solo occasionalmente in quanto esclusive di un’altra biocenosi. Il dominio bentonico è popolato da differenti biocenosi la cui distribuzione è legata alla natura del substrato, alla profondità e alle caratteristiche idrodinamiche e chimico-fisiche dei diversi luoghi. Il fondale marino crea diversi ambienti biologici influenzati da fattori fisici (luminosità, moto ondoso, temperatura etc), dipendenti dalla profondità e diversificati tra loro dalla composizione del substrato che può essere mobile o duro. Ognuno di questi ambienti è popolato da una diversa biocenosi. Le principali biocenosi bentoniche del Mediterraneo sono state identificate da Pérès e Picard in funzione del piano (Sopralitorale, Mesolitorale, Infralitorale, Circalitorale) e del tipo di fondale. Piano Substrato solido Sigla Descrizione RMS biocenosi del mediolitorale superiore RMI biocenosi del mediolitorale inferiore GM biocenosi delle grotte DM biocenosi dei fondi detritici SM biocenosi delle sabbie SVLE biocenosi delle sabbie fangose, lagune, estuari AP biocenosi delle alghe fotofile IETP biocenosi delle acque inquinate GI biocenosi delle ghiaie SGBV biocenosi delle ghiaie fini e sabbie grossolane rimosse dalle onde SRPV biocenosi delle sabbie in zone protette SVMC biocenosi delle sabbie fangose in zone calme LEE biocenosi lagunari eurialine ed euriterme STP biocenosi dei sedimenti inquinati SFBC biocenosi delle sabbie fini ben calibrate SFS biocenosi delle sabbie fini superficiali IIP biocenosi delle praterie di Poseidonia C biocenosi del coralligeno GSO biocenosi delle grotte semioscure GO biocenosi delle grotte oscure RL biocenosi delle rocce al largo DC biocenosi dei fondi detritici costieri DE biocenosi dei fondi detritici invasi da fango VTC biocenosi dei fanghi terrigeni costieri DL biocenosi dei fondi detritici del largo SGCF biocenosi delle sabbie e ghiaie con correnti di fondo MI biocenosi dei fondi mobili instabili Mesolitorale mobile solido Infralitorale mobile solido Circalitorale mobile indipendenti dal piano Principali biocenosi bentoniche secondo la nomenclatura introdotta da Pérès e Picard L’analisi delle comunità bentoniche di fondi mobili è parte integrante della valutazione delle caratteristiche dell’ambiente marino. La composizione e la struttura delle comunità bentoniche dei fondi mobili può essere utilizzata, infatti, per caratterizzare le condizioni ambientali di aree da indagare e classificare l’estensione di eventuali impatti ambientali. Le MOTIVAZIONI per utilizzare gli organismi bentonici, rispetto a pesci e plancton, nella valutazione dello stato ecologico sono molteplici: organismi prevalentemente sessili strettamente associati al sedimento sensibili a diversi tipi di inquinanti che si accumulano proprio a livello dei sedimenti ciclo vitale relativamente lungo importanti componenti della rete trofica Una biocenosi, in condizioni ambientali stabili, pur essendo sottoposta a cambiamenti nel tempo, sia qualitativi che quantitativi, a piccola scala, evolve sempre verso un alto numero di specie e biomassa ma con una moderata abbondanza. Quando si verifica un fenomeno inquinante si assiste ad una riduzione del numero di specie (diminuisce la diversità) che preesistevano accompagnata dal cambiamento o dalla sostituzione di specie con altre che meglio si adattano ai nuovi parametri chimico-fisici; contemporaneamente aumenta in totale l’abbondanza. PROBLEMA - La struttura del benthos riflette lo stress antropico ma anche quello dovuto a variazioni naturali - Spesso è molto difficile separare le cause delle variazioni, se antropiche o naturali MACROINVERTEBRATI BENTONICI E QUALITA’ AMBIENTALE Programma di monitoraggio per il controllo dell’ambiente marino-costiero (2001-2003) D. Lgs. 152/99 e succ. – indagini “addizionali” Direttiva 2000/60/CE D. Lgs. 152/2006 Nell’ambito del Programma di monitoraggio per il controllo dell’ambiente marino-costiero a partire dall’anno 2002 è stata attivata l’analisi delle comunità bentoniche di fondi mobili. La caratterizzazione delle condizioni ambientali generalmente è basata su metodi quantitativi, mettendo in relazione il numero di specie e di individui prelevati con un’area di fondale conosciuta. L’indagine relativa alle biocenosi S.F.B.C. è stata condotta con frequenza annuale, in periodo di fine inverno, su 5 stazioni di campionamento di cui una scelta come “bianco” regionale. Area compresa tra il fiume Foglia e il fiume Metauro Area compresa tra il Comune di Montemarciano e quello di Ancona, promontorio del Guasco Area prospiciente il Monte Conero Area compresa tra i Comuni di Porto Civitanova e di Porto S. Elpidio Area compresa i Comuni di Cupramarittima e di San Benedetto del Tronto Il protocollo adottato per l’analisi delle biocenosi S.F.B.C. prevede di caratterizzare la comunità bentonica in termini di numero di specie e di abbondanza. Quindi, per ogni campione deve essere determinato il numero di specie identificato all’interno dei vari taxa ed il numero di individui. Questa matrice di dati, a sua volta, deve servire per elaborare i parametri strutturali della comunità. Numero di specie Numero di individui Indice di diversità specifica (Shannon e Weaver, 1949) Indice di ricchezza specifica (Margalef, 1958) Indice di equiripartizione o “evenness” (Pielou, 1966) Indice di dominanza (Simpson, 1949) Stazione ESINO Stazione FOGLIA 1366 1500 1000 908 543 433 500 32 39 31 25 2003 2004 2005 2006 24 2848 3000 1268 N°individui 2000 N° specie 1000 N°individui 0 0 2002 616 533 100 22 27 2002 2003 2004 N° specie 38 10919 34 2005 2006 Stazione CONERO 1500 1000 1040 822 649 N°individui 389 N° specie 24 273 28 27 28 32 2002 2003 2004 2005 2006 500 0 Stazione TRONTO Stazione CHIENTI 800 5000 4000 3000 2000 1000 0 4327 600 3529 2295 1313 333 44 30 2002 2003 35 2004 686 522 35 40 2005 2006 N°individui 400 N° specie 200 368 302 N°individui N° specie 75 10 36 36 33 39 2003 2004 2005 2006 0 2002 Presenza di specie esclusive e preferenziali delle biocenosi SFBC Anno Specie caratteristiche esclusive SFBC FOGLIA ESINO Tellina fabula 0,88% 1,00% Tellina nitida CONERO CHIENTI 0,15% Nassarius mutabilis 0,33% 1,00% Prionospio malmgreni 1,87% 1,00% Sigalion mathildae 0,46% 0,60% 1,00% 2002 Specie caratteristiche preferenziali SFBC Chamelea gallina 0,77% 4,00% Nassarius pygmeus Owenia fusiformis 15,92% 0,15% 68,94% 38,00% Nephtys hombergi Diogenes pungilator 43,30% 42,30% 18,32% 0,30% 0,11% 3,00% TRONTO Anno Specie caratteristiche esclusive SFBC FOGLIA Tellina fabula 1,24% Tellina nitida 0,07% ESINO CONERO TRONTO 0,04% 1,83% Nassarius mutabilis Prionospio malmgreni CHIENTI 0,04% 0,04% 0,02% 2003 Specie caratteristiche preferenziali SFBC Chamelea gallina Spisula subtruncata 26,28% 0,19% 0,13% 0,19% 0,07% Owenia fusiformis 46,78% 7,50% 7,69% 85,93% 50,57% Nephtys hombergi 0,22% 0,56% 1,10% 0,17% 0,19% Anno Specie caratteristiche esclusive SFBC FOGLIA ESINO CONERO Tellina fabula 0,55% 0,25% 0,24% Tellina nitida 0,08% 0,28% 0,36% Nassarius mutabilis Prionospio malmgreni CHIENTI TRONTO 0,44% 2004 0,21% 1,17% 0,28% 0,44% 88,42% 20,70% 1,73% 18,95% 0,12% 3,15% 3,65% Sigalion mathildae Specie caratteristiche preferenziali SFBC Chamelea gallina Spisula subtruncata Owenia fusiformis Nephtys hombergi 17,82% 31,21% 9,00% 2,84% 2,18% 14,23% 19,09% 0,04% 0,25% 0,61% 0,15% Anno Specie caratteristiche esclusive SFBC FOGLIA ESINO CONERO CHIENTI TRONTO Tellina fabula Tellina nitida 0,32% Nassarius mutabilis 0,32% Tellimya ferruginosa 0,32% Prionospio malmgreni 1,10% 3,86% 0,65% 0,27% Sigalion mathildae 2005 0,03% 0,27% 0,06% 0,82% 24,68% 42,25% 4,89% 1,03% 0,09% Specie caratteristiche preferenziali SFBC Chamelea gallina 3,31% 0,32% 5,91% Spisula subtruncata 8,84% 6,82% 2,31% Owenia fusiformis 4,97% Nephtys hombergi 0,55% 0,16% Spiphones bombyx Diogenes pungilator 0,03% 0,16% Anno Specie caratteristiche esclusive SFBC FOGLIA ESINO CONERO Tellina fabula 0,69% 1,83% 0,48% Tellina nitida 1,62% 11,93% 0,38% Tellimya ferruginosa Pharus legumen 0,23% 0,48% Thracia papyracea 0,48% Prionospio malmgreni 0,10% 2006 Sigalion mathildae 1,83% CHIENTI TRONTO 0,30% 1,32% 0,30% 10,60% 0,15% 0,99% 0,08% Specie caratteristiche preferenziali SFBC Chamelea gallina 14,32% 21,10% 4,62% 6,93% 11,00% 11,54% Owenia fusiformis 24,48% 11,00% 12,21% Nephtys hombergi 0,46% 0,92% 0,38% Spisula subtruncata Diogenes pungilator 2,75% 2,90% 1,32% 32,78% 32,29% 4,30% 3,31% V ari az i o ni t emp o r ali d el la co mp o siz io ne t asso no mi ca d ell a st az i o ne ESI N O V ar i az i o ni t emp o r al i d el la co mp o si z i o ne t asso no mi ca d ell a st az i o ne F OG LI A 100% 100% 90% 10,9 34,8 80% 26,8 35,6 56,5 60% 60% Polichet i 86,5 54 40% 65 63,3 53,2 70% M olluschi 30% 29,2 80% 70% 50% 5,4 17 90% Crost acei 50% Echinodermi 40% 28,9 90,2 66 90,4 63,8 30% 20% 36,7 20% 10% 2,6 0% 0,1 1,1 18,7 14,5 Campion. Campion. Campion. Campion. Campion. 2002 2003 2004 2005 2006 V ar i az i o ni t emp o r al i d el l a co mp o si z i o ne t asso no mi ca d el l a st az io ne C ON ER O 100% 10% 16 0% 1 Campion. 2002 3,9 0,3 Campion. 2003 8,7 1,1 Campion. 2004 2,8 7,3 0,2 Campion. Campion. 2005 2006 6,8 8,8 90% 26,2 28,4 80% 70% 52,1 61,1 60% 27,4 50% 85,3 52,4 40% 30% 20% 46,8 32,2 0% 42,5 21,3 10% 1,10,2 Campion. 2002 5,5 0,4 Campion. 2003 1,9 6,7 Campion. 2004 Campion. 2005 Campion. 2006 V ar iaz i o ni t emp o r ali d ella co mp o siz i o ne t asso no mica d ell a st az io ne T R O N T O V ar iaz io ni t emp o r ali d el l a co mp o si z io ne t asso no mi ca d ell a st az i o ne C HIE N T I 100% 2,6 100% 1,1 4,4 90% 80% 29,6 34,8 80% 32,1 33,33 70% 60% 92,5 40% 95,7 85,1 66,9 77 50% 57 51,4 72,8 60% 40% 49,33 61,1 30% 20% 20% 12,6 0% 13,7 13,4 4 0,1 0 0,3 Campion. Campion. Campion. Campion. Campion. 2002 2003 2004 2005 2006 1, 2 4,9 10% 17,4 17,33 18,2 0% Campion. 2002 Campion. 2003 24,8 6,8 9,5 11,6 Campion. 2004 Campion. 2005 Campion. 2006 INDICI Stazione H' Indice diversità specifica D Indice di ricchezza spec. J Indice di evenness c Indice di dominanza Data FOGLIA 13-mar-02 1,85 3,38 0,40 0,49 ESINO 13-mar-02 3,31 5,65 0,70 0,20 CONERO 12-mar-02 3,62 3,55 0,79 0,37 CHIENTI 12-mar-02 3,96 7,40 0,73 0,11 TRONTO 04-mar-02 3,45 3,71 0,85 0,12 FOGLIA 27-feb-03 2,28 4,29 0,46 0,31 ESINO 27-feb-03 1,96 5,65 0,44 0,47 CONERO 11-mar-03 2,30 4,82 0,48 0,01 CHIENTI 11-mar-03 1,11 3,75 0,23 0,74 TRONTO 11-mar-03 4,34 5,59 0,84 0,28 FOGLIA 26-mar-04 3,59 5,32 0,68 0,22 ESINO 26-mar-04 2,48 4,15 0,49 0,29 CONERO 05-apr-04 3,35 3,87 0,70 0,14 CHIENTI 05-apr-04 0,94 4,06 0,18 0,78 TRONTO 05-apr-04 3,08 5,36 0,60 0,17 FOGLIA 05-apr-05 3,78 4,76 0,76 0,11 ESINO 05-apr-05 3,90 5,76 0,74 0,10 CONERO 27-mag-05 3,79 4,53 0,79 0,11 CHIENTI 27-mag-05 2,26 4,16 0,44 0,29 TRONTO 27-mag-05 2,38 5,42 0,47 0,42 FOGLIA 17-mag-06 3,04 3,95 0,66 0,17 ESINO 17-mag-06 3,50 3,84 0,82 0,12 CONERO 17-mag-06 3,05 4,46 0,61 0,20 CHIENTI 18-mag-06 3,13 5,43 0,59 0,18 TRONTO 18-mag-06 4,05 6,65 0,77 0,13 Gli indici biotici sono strumenti di sintesi, calcolati sulla base di diverse misure operate sulle comunità, finalizzati a meglio interpretare lo stato dell’ambiente. Sviluppati inizialmente per le comunità fluviali, gli indici biotici possono trovare una applicazione anche nello studio delle comunità marine costiere anche se non sempre fruttuosi sono risultati i tentativi di sviluppare indici specifici in questo ambito. Gli indici di diversità utilizzati in questo protocollo descrivono la comunità misurandone la ricchezza in specie ed in individui e la distribuzione degli individui all’interno delle specie. Tra questi indici e l’inquinamento non intercorre però una relazione univoca, quindi sono utili solo se considerati in un contesto temporale o spaziale ma unicamente per confrontare comunità simili. In ambito marino, nel corso degli anni sono stati elaborati diversi lavori che hanno utilizzato svariati indicatori ed indici biotici per stime di qualità dell’ambiente marino, ma attualmente nessuno sembra rivestire una valenza prioritaria su tutti gli altri. CONCLUSIONI L’esigenza di poter disporre di efficaci strumenti di biomonitoraggio è ormai sentita a vari livelli anche a fronte delle novità introdotte dal nuovo D. Lgs. 152/2006. La possibilità di poter ricorrere all’analisi del benthos, nell’ambito della valutazione della qualità dell’ambiente marino necessita, da un lato di una conoscenza adeguata delle comunità bentoniche delle varie aree e dall’altro dell’applicabilità di indici biotici più completi da un punto di vista del loro significato intrinseco . Sicuramente, si deve al Programma nazionale di monitoraggio marino costiero il riconoscimento di aver portato tutte le Regioni costiere a realizzare uno studio sulle biocenosi di pregio ambientale seguendo uno stesso protocollo operativo. Eventuali futuri Programmi nazionali di monitoraggio potrebbero essere implementati soprattutto per testare nuovi sistemi di valutazione ecologica disponibili e sviluppati in altri Paesi.