Un bastimento carico di … favole - Istituto Comprensivo di Avigliana
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Un bastimento carico di … favole - Istituto Comprensivo di Avigliana
24 SCRIVERE … CHE PASSIONE! giugno 2009, n. III UN BASTIMENTO CARICO DI … FAVOLE IL RAGNO E LA MOSCA Un giorno una mosca stupida e noiosa si divertiva a dare fastidio ad un ragazzo intento a studiare. Un ragno, in un angolo della casa, si affaticava a costruire una magnifica tela. La mosca, vedendo ciò, lo derise: “Io posso volare e dar fastidio a tutti e invece tu devi solo star fermo senza divertirti!” E si mise a ridere a crepapelle. Dopo un po’ il ragazzo si stufò della mosca che gli volava davanti agli occhi e, con una manata, la Il leone, la volpe e il cervo Un giorno il leone, l’animale più forte della giungla, giaceva nella sua grotta gravemente ammalato e diceva: “Ho tanto voglia di cacciare, ma sto molto male”. La volpe, che aveva sentito le parole del leone, astutamente rispose: “Ti aiuto io, ti porto qui un bel cervo”. Poco tempo dopo la volpe incontrò un cervo ambizioso Il leone e la zebra Nella savana vivevano una zebra ed un leopardo. Un giorno la zebra, infastidita dai continui attacchi del leopardo, chiese aiuto al leone, dicendo: “Signor leone, aiutami! Difendimi dal leopardo che tenta di aggredirmi ogni minuto che passa!” Il leone rispose con un cenno di capo. Il tempo passava e la zebra era sempre più tranquilla perché non Il topo e la volpe Durante una spedizione nella giungla, due archeologi, Volpe e Topo, furono spinti dalla voglia di bere dell’acqua fresca. Volpe assetata propose a Topo: ”Amico mio, perché non cerchi di infilarti fra le spine di quel grande cactus e non lo rosicchi in modo da farne uscire l’acqua affinché possa berla anch’io?” Topo accettò e con agilità si infilò fra le spine del cactus facendo come aveva suggerito la collega. Anzi, soddisfatto della trovata di Volpe, mise dell’acqua dentro una borraccia e ripartirono dissetati. Lungo il viaggio Volpe, senza mandò dritta nella tela del ragno. Esso stava già aspettando il suo futuro pranzo e con fare sicuro si avvicinò alla mosca e le disse: “Ride bene chi ride ultimo!” E si mise a ridere e a sghignazzare a sua volta. La favola insegna che chi deride gli altri rimane spesso ingannato al contrario di chi sta fermo ad aspettare il momento giusto per intervenire. Ruffini che si vantava dicendo: “Sono davvero bello! Ho delle corna magnifiche! Le mie sono le più grandi fra tutti gli animali!” La volpe allora replicò: “Se tu sei come dici, non avrai certo paura di saltellare dinanzi al leone sofferente che in questo modo potrà ammirare la tua bellezza!” Il cervo rispose: “Certo, così dimostrerò a tutti anche il mio coraggio.” Giunti alla grotta, il cervo cominciò a saltellare, il leone lo azzannò facilmente e la volpe se lo mangiò. Tinivella c’era più nei dintorni il leopardo che le dava noia. Sicuramente il leone aveva mantenuto la parola. Un giorno, mentre mangiava, fu assalita dal leone che la sbranò, aiutato dal leopardo. La favola insegna che chi, per essere difeso, si affida ad un malvagio, cerca aiuto e trova rovina. Gallo farsi vedere, si infilò fra dei cespugli, scorse una grotta, si avvicinò e scorse all’interno della cavità qualcosa che luccicava. Pensando che fosse oro tenne il segreto per sé ed entrò nella caverna senza sapere a quali pericoli stesse andando incontro. Nel frattempo Topo, disperso tra i fili d’erba, gridava disperato: ”Volpe! Dove sei finita?!” Senza sapere dove andare, Topo si appoggiò ad un albero e stette ad aspettare. Intanto nella grotta Volpe non vedeva niente per la mancanza di luce ed oltretutto quella grotta sembrava infinita. Ad un tratto dai muri che sembravano tappezzati d’oro fuoriuscirono delle lunghe lance lucenti che ferirono gravemente Volpe e, facendola rotolare giù per la grotta, la fecero sbattere contro un grande masso. Topo, sentendo tutto quel rumore, arrivò all’entrata della grotta e, senza pensarci due volte, entrò per cercare Volpe. Le lance mancarono Topo perché era basso, così lui afferrò la sua compagna e la portò fuori di lì. La favola insegna che non è tutto oro quello che luccica. Compagnone giugno 2009, n. III SCRIVERE … CHE PASSIONE! 25 UN BASTIMENTO CARICO DI … FAVOLE LA GALLINA, LA FAINA E IL MALVAGIO LUPO In un pollaio c’era un’infinità di galline, polli e tacchini. Le galline, che producevano enormi quantità di uova, saziavano l’allevatore a colazione. I polli, che ingrassavano sempre più, gli fornivano abbondanti pranzi, mentre i tacchini gli servivano ogni sera una squisita cena. Ma un giorno, nel reparto delle galline, si introdusse una faina che rubò gran parte delle uova prodotte in quei giorni. Tra il trambusto e gli strepiti dei volatili spaventati una delle galline saltò sulla zampa anteriore della faina che l’afferrò saldamente tra le unghie e prontamente la portò nella sua tana. Quella sera la faina ebbe voglia di trascorrere la serata in compagnia, così decise di recarsi dal suo degno amico lupo e di portare con sé la sfortunata gallina, che ancora non conosceva la malvagità dell’altro predatore, ma piuttosto sperava di trovare in lui il suo liberatore. Arrivarono a destinazione e il malcapitato bipede cominciò a scalciare. A furia di dimenarsi, riuscì a liberarsi dalle grinfie della faina e si nascose dietro l’ampia coda del lupo. La faina non vi badò più di tanto e, chiacchierando e gozzovigliando col suo amico lupo, si dimenticò della gallina. A tarda ora, sazia e ubriaca, tornò alla sua tana dove cadde in un profondo sonno. La gallina, che aveva visto la faina allontanarsi, aveva esultato di gioia sentendosi al sicuro, ma ad un tratto sentì il lupo esclamare: “Ah, ora mi voglio gustare un bel dessert! Ho ancora un certo languorino allo stomaco!” Afferrò la gallina per il collo e la inghiottì in un sol boccone. Se l a gallina ne avesse avuto il tempo, sicuramente avrebbe detto:” E io, povera sciocca, che mi credevo protetta da quello spregevole lupo e mi ero affidata addirittura a lui!” Chi, per essere difeso, si affida a un malvagio, cerca aiuto e trova rovina. Rizzuti UNA SCORPACCIATA DI MITICI MITI Scontri fra dei In un tempo lontano ci fu un litigio tra il dio del vento caldo, quello del cielo e il dio del vento freddo. Infatti il dio del vento caldo e quello del cielo usarono una volta i loro poteri per prendere in giro l’altro dio soffiando contro di lui aria calda. Il dio per difendersi soffiò contro gli altri due vento gelido, ma non riuscì a colpirli. I suoi avversari invece lo centrarono in pieno e lui iniziò a sudare finchè svenne. Da quel giorno divenne lo zimbello di tutto l’universo e giurò vendetta. Per vendicarsi, volò attorno Grandina! Aiuto! Un giorno Zeus, irritato con un ragazzo che non gli aveva fatto un sacrificio, gli disse: “Ti do un’altra possibilità: sacrifica un toro, il più forte e il più veloce che trovi”. Il giovane andò nei campi e vide un toro magnifico, grande, possente e veloce, ma non riuscì a prenderlo. Pensò: “Posso ingannare Zeus sacrificandogli un toro zoppicante, vecchio e molto lento!” Cercò un toro con tali caratteristiche, lo uccise, lo tagliò in parti: alcune le avrebbe date a Zeus, le rimanenti alla popolazione. Ma alla Terra congelando ogni cosa che gli capitasse a tiro. Così il dio del cielo e quello del vento caldo dovettero occupare tutto il loro tempo a rincorrerlo per non far morire il pianeta. Ogni volta che il dio del cielo faceva piovere, l’aria era così fredda che la pioggia diventava grandine. Il dio del vento caldo doveva così tornare indietro per far risalire la temperatura e trasformare di nuovo la grandine in pioggia. Ma nel tornare indietro lasciava molto vantaggio al dio del vento freddo, il quale poteva continuare a far gelare altre zone del pianeta. Ancora oggi i tre dei si stanno facendo battaglia, ma dato che sono molto invecchiati non grandina così spesso. Greca Zeus non si fece ingannare, prese il giovane e per punirlo lo portò sull’Olimpo a scavare una casa nella montagna con un piccone. Sulla vetta dell’Olimpo si era depositato un grosso ghiacciaio e così, ogni volta che quel ragazzo asportava un pezzo del ghiacciaio, questo ricadeva sulla Terra sotto forma di cubetti. Ed è in questo modo che è nata la grandine. Essa arriva sulla Terra tutte le volte che gli uomini cercano di farsi beffe degli dei. Commisso - Rossetti - Tinivella