Dicono di noi - Giuliano Bellicoso, camicie su misura, camiciaio su
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Dicono di noi - Giuliano Bellicoso, camicie su misura, camiciaio su
14 DOMENICA 29 MAGGIO 2011 ABRUZZO CA IL CENTRO Sopra il taglio della stoffa Accanto le cinque preziose dipendenti: da sinistra Silvana, Maria Grazia, Mirella, Annamaria e Gabriella IN VIA CONTE DI RUVO Il custode delle misure di 20mila pescaresi Quarant’anni di camicie Bellicoso: «Ma oggi le donne non vogliono più stirarle» un americano, i fratelli «messi a pensione» all’Aquila, e PESCARA. «L’uomo cafo- una camicia nata per caso, «Perché ne è quello che esagera nei dall’inesperienza. colori, nelle dimensioni dei mio padre», prosegue il camicolli delle camicie e nella po- ciaio seduto a una macchina sizione non ortodossa delle da cucire, «portò i miei frateliniziali. L’uomo elegante è li all’Aquila per lavorare e li quello che ha ben presente lo mise a pensione. Qui conobspecchio. Come per la don- bero un americano che avena: se ha le gambe come un va un laboratorio e che gli elefante non indosserà, mi disse: “Io parto per tre anni e auguro, una minigonna». Di- vi lascio il locale. Mi dovrete ce Giuliano Bellicoso, cami- pagare solo l’affitto e quando cia celeste button down — torno, se l’attività sarà andata bene, vi re«non porto galerò il locamai la crale”. La privatta, ma la ma camicia? vita cambia Una persona perché venchiese ai t’anni fa anmiei fratelli: davo in giro “Sapete fare solo in giacuna camica e cravatcia”. Risposeta» — che è ro di sì, ma «la sobrietà» non ne aveil segno divano la più stintivo di pallida «un uomo di idea». All’Aclasse». «Soquila, nasce no perfino così la Belliriuscito a coso manifatconvincere tature e da gli americauna costola ni che ostendall’azienda, tano, voglioarriva il neno tutto gozio di Pegrande, che scara, aperto le iniziali del Il dettaglio del colletto da Giuliano. nome non si CAMICIE mettono sul PITONATE colletto della Cinque camicia o sul maggio 1971: polsino ma Bellicoso devono stare apre il negoa otto centizio in via metri dalla Conte di Rufinta, dall’abvo e nella bottonatubottega enra». Bellicoso, artigiano della tra un ginecologo che gli camicia, se ne sta da quaran- chiede una camicia. «Non rit’anni in una bottega in via cordo neanche come la feci, Conte di Ruvo circondato da ricordo soltanto che mi diede una tavolozza di colori e dal 3 mila lire». Inizia la stagioprofumo dei filati. Vende ca- ne delle camicie Bellicoso, il micie su misura da quando sarto che nel 1973 non riesce costavano 3 mila lire, ha avu- quasi a stare dietro alle moto a che fare con il cliente de: «Fu un’estate incredibile, che chiama Vogue e con quel- ci furono 9 mode, mi arrivalo Capital, mentre oggi — va un tessuto ed erà gia supe«un po’ com’è accaduto per il rato». Anni che Bellicoso rifood», come dice — riflette di corda con il sorriso: «Vendecolli, polsini e tessuti Oxford vo camicie pitonate, tigrate, microfantasia, con disegni con clienti «maturi». cravatta. Tessuti originali ROCCHETTI E BOTTONI Perché Bellicoso ha fatto il che ho conservato». E non ficamiciaio? «Mio padre», rac- nisce più descriverle: «Camiconta il sarto, «è stato diretto- cie striminzite perché i bottore delle poste ma da ragazzo ni dovevano tirare sulla panera appassionato di cucito e cia. Colli enormi in altezza e io sono cresciuto tra rocchet- anche in lunghezza, polisini ti e bottoni. Ho imparato tut- alti: questa era la moda delto dai miei genitori, tranne l’epoca». Cambia il vento e i l’uncinetto che non mi è mai clienti iniziano a presentarsi entrato in testa». Originario nel negozio in via Conte di di Lanciano, ultimo di quat- Ruvo portando sotto il bractro fratelli, Nicola, Luigi e cio prima la rivista Vogue e Adriano scomparso da poco, poi Capital. «L’UOMO MANAGER» Bellicoso si sente di apparteDebutta a Pescara, l’uomo nere «a un ceppo di camiciai». Una saga che intreccia manager «in camicia bianca, di Paola Aurisicchio Sono migliaia i cartamodelli conservati da Bellicoso La storica bottega Dal pitonato degli anni Settanta alle camicie celesti e a quelle bianche Giuliano Bellicoso nella sua bottega in via Conte di Ruvo-Foto di Federico Deidda formalissima, con le iniziali del nome. L’uomo sostituito, negli anni Novanta, dal cliente che inizia a costruirsi un suo gusto, che non emula più le copertine. Adesso, i clienti si informano, vogliono conoscere i tessuti. Direi che sono in molti ad aver imparato cos’è un tessuto Oxford». Come si fa una camicia? Bellicoso attacca a spiegare la sua «follia». «Sia chiaro che un camiciaio agisce generalmente con 150 varianti, io ne ho 1.800 tra colori e tessuti. Voglio il San Gallo? Lo vado a comprare in Svizzera. Voglio il lino? Mi arriva direttamente dall’Irlanda e il provenzale della Francia». Una volta Da sinistra Giuliana, la nipote Caterina, Bellicoso e il figlio Adriano per fare una camicia, Bellicoso impiegava 60 giorni mentre oggi i tempi si sono ristretti a 4 camicie in sessanta minuti. «Prendo le misure al cliente e, poi, la lavorazione inizia con il bagno del tessuto. Si disegna il cartone del singolo cliente e si fa il modello che è compito mio. Il taglio della camicia a grandezza naturale e, poi, va nel laboratorio per il montaggio e per cucirla». Da trent’anni, le camicie Bellicoso vengono cucite da Silvana, Maria Grazia, Mirella, Annamaria e Gabriella. «Le mie collaboratrici sono nel laboratorio dove io non entro perché ormai, dopo 30 anni, riescono a superare qualsiasi difficoltà e non hanno più bisogno di rivolgersi a me. Oggi trovare una manovalanza del genere è un’impresa». La scelta è tra una varietà di tessuti lisci come zephir, batista, voile: «Sì, alcuni uomini vogliono le camicie di voile» e strizza l’occhio. DONNE CHE STIRAVANO Bellicoso è papà di Giuliana che, come racconta, ha ereditato la sua passione e di Adriano. Nel negozio si raccoglie la sua famiglia, la signora Giovanna e anche la nipotina di cui, alla perete, segna l’altezza. «Sarei l’uomo più felice del mondo se anche la mia nipotina lavorasse qui un domani», dice accanto a tessuti rosa e alle sfumature di celeste. «Il celeste è il mio preferito, ma oggi c’è uno “scandalo” del bianco. Camicie bianche per cerimonia, casual, per andare al mare. E’ un colore che mi piace, perché sa di fresco e di pulito». Il camiciaio ha 16.500 clienti e con i più stretti inventa colli e parla di polsini. E’ sabato e il negozio sta per chiudere. Bellicoso risponde all’ultima telefonata, prende le chiavi del negozio e chiosa: «Una volta le camicie si vendevano di più. Perché? Perché le donne stiravano». A RIPRODUZIONE RISERVATA