Il Resto del Carlino Di Lascio sfida Vagnini «Non dia patenti di etica»
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Il Resto del Carlino Di Lascio sfida Vagnini «Non dia patenti di etica»
15 gennaio 2017 Il Resto del Carlino Di Lascio sfida Vagnini «Non dia patenti di etica» BRUNO DI LASCIO (in foto), presidente dell’Ordine dei medici di Ferrara interviene in merito alle dichiarazioni rilasciate al Carlino dal direttore generale dell’Ausl Claudio Vagnini. «Il consiglio dell’ordine di Ferrara prende le distanze da quanto dichiarato dal direttore generale dell’Azienda Usl di Ferrara, Claudio Vagnini, lo scorso 5 gennaio, che in carica da tre mesi dà patenti di etica quando afferma di giudicare poco etico l’atteggiamento di quei medici che vanno in pensione e immediatamente dopo iniziano a lavorare presso strutture private vicine. E di augurarsi che a breve la Regione dia attuazione alla norma secondo cui per almeno tre anni chi va in pensione non può esercitare in concorrenza. Vagnini dà così valutazioni sul comportamento di chi, dopo aver raggiunto la meritata ed agognata pensione, anziché indossare le pantofole e giocare con i nipotini, preferisce continuare ad esercitare la professione in strutture private, e ipotizza una concorrenza (fortunatamente non la definisce sleale, ma solo fastidiosa) nei confronti della struttura pubblica. E auspica l’intervento della Regione. Vagnini, laureato in Medicina e Chirurgia, dovrebbe ben conoscere il significato del termine etica e di come questa trovi applicazione nell’esercizio della professione medica. Quella di medico rientra nell’ambito delle libere professioni protette di natura intellettuale, che sono appositamente tutelate dallo Stato per l’importante ruolo sociale che svolgono. Invece, il neo-direttore si augura che la nostra Regione ponga dei vincoli e dei limiti a coloro che intendono proseguire nella loro attività a favore dei cittadini che, non va dimenticato, hanno il diritto, costituzionalmente garantito, alla libera scelta di medico e del luogo di cura. Aspetti, questi ultimi, a volte trascurati o dimenticati, soprattutto da quando la politica e gli aspetti economici prevalgono sulla necessaria e razionale impostazione delle cure e dei servizi necessari per i cittadini, con i negativi risultati ben noti a tutti. Forse, con una maggiore attenzione agli attuali dettami costituzionali e, in subordine, al codice deontologico, avrebbe evitato di esprimere considerazioni simili. Meglio sarebbe che neo direttore e Regione trovassero le opportune soluzioni per ampliare ed ulteriormente qualificare il servizio pubblico, in modo da renderlo più appetibile e disponibile per la cittadinanza. L’Ordine come ente di diritto pubblico, ausiliario dello Stato, e rappresentante esponenziale della professione è da sempre, disponibile alla collaborazione, anche nel rispetto di quanto previsto dall’art.3 lettera e) del D.L.C.P.S. n.233: dare il proprio concorso alle autorità locali nello studio e nell’attuazione dei provvedimenti che comunque possono interessare l’ordine o il collegio». CARO CARLINO, con stupore e preoccupazione abbiamo appreso che il prossimo 17 gennaio presso il polo didattico della Azienda ospedaliera universitaria di Ferrara, si svolgerá un “corso formativo” dal titolo “Oltre gli stereotipi di genere: verso nuove relazioni di diagnosi e cura”. A differenza di quanto ci potrebbe e dovrebbe attendere dal titolo e dal luogo di svolgimento, l’iniziativa é tutt’altro che un convegno scientifico, ma uno spot ideologico a favore delle teorie “gender”, come si evince con chiarezza dalla presenza della presidente di Arcigay Circomassimo Ferrara, Manuela Macario, che presiderà l’incontro assieme (incredibilmente) alla direzione generale dell’azienda ospedaliera universitaria. In nessuno degli interventi si parla di medicina di genere, ossia di terapie differenziate a seconda del sesso del paziente. Avremo invece l’assessora alle pari opportunitá del Comune di Ferrara, Annalisa Felletti (nella foto), a parlare di sedicenti discriminazioni e stigma, o la presidente del comitato territoriale arcigay di Salerno a illustrare il suo punto di vista su “identitá di genere e orientamento sessuale”. Si resta infine imbarazzati di fronte alla annunciata presenza del sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, a quello che dovrebbe essere un corso di formazione per operatori del settore. Con il chiarimento della deputata Pd Paola Boldrini, si credeva si fosse fatta chiarezza sugli scopi e i fini della medicina di genere a ferrara. Ci pare invece che l’equivoco prosegua e si complichi, sino ad apparire un imbarazzante connubio propagandistico fra politici, associazioni e Azienda Usl. Si chiede quindi ai soggetti interessati di chiarire scopi e fini, tutt’altro che clinici o medici, dell’incontro, e i motivi per cui questa formazione (ma forse serebbe meglio dire manifestazione) viene ospitata presso il polo didattico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria. Alberto Pinamonti (Popolo della Famiglia); Andrea Rossi (Associazione nazionale partigiani cristiani); Giovanni Corbelli (Amici del Timone); Paolo Spath (Fratelli d’Italia); Matteo Fornasini (Forza Italia) Meningite, caso sospetto Imprenditore ricoverato SCOPPIA l’allarme meningite anche a Goro dopo la scoperta di un caso sospetto. Ad essere ricoverato e messo sotto osservazione è stato un imprenditore di Goro. Fortunatamente però, gli accertamenti effettuati nelle ore successive al ricovero, hanno ridimensionato la questione, allontanando lo spauracchio dell’infezione killer. Non si tratterebbe infatti di una meningite da meningococco di tipo C, ma di una setticemia da meningococco di tipo Y. «In questo caso – spiega l’infettivologo Marco Libanore – invece di finire nelle meningi, il microrganismo è finito nel sangue. Si tratta comunque di una malattia invasiva, ma con localizzazione ematica». Un’infezione diversa, insomma, a partire proprio dai sintomi e dai segni con cui si è presentata. PUR non trattandosi del batterio che sta terrorizzando mezza Italia, la situazione del paziente è piuttosto seria. L’uomo è ricoverato in prognosi riservata ed è seguito costantemente dai medici dell’ospedale Sant’Anna. Le ripercussioni di questo caso sospetto di meningite (poi smentito) si sono fatte comunque sentire in paese. Nelle ore immediatamente successive al ricovero, sono state infatti sottoposte a profilassi tutte le persone che nei giorni precedenti avevano avuto contatti con l’imprenditore. Una procedura che in genere non viene attuata per queste forme di infezione, ma che in questo caso (forse anche a causa della psicosi nata intorno ai casi di meningite o sospetta tale) è stata comunque effettuata. Nel frattempo, dal governo arrivano importanti novità sul fronte dei vaccini. Ad annunciarle è lo stesso ministro della salute Beatrice Lorenzin. «Vaccini gratis e senza pagamento del ticket per tutti, compresi quelli per il meningococco, rotavirus e papilloma virus» spiega. «Quest’anno grazie agli altri due miliardi aggiuntivi che abbiamo inserito nel Fondo sanitario – aggiunge Lorenzin – abbiamo fatto un finanziamento ad hoc per il piano nazionale vaccini. Abbiamo inoltre finanziato il fondo per l’epatie C e il fondo per i gravi oncologici». La Nuova Ferrara San Giorgio, in camera coperte e stufette Copertine di lana, stufette e cartoni con i quali sbarrare la strada al getto freddo che fuoriusciva “impazzito” dai bocchettoni dell’aria condizionata. Le caldaie del Centro di riabilitazione San Giorgio sono andate in tilt proprio nel momento più freddo dell’anno innescando un’emergenza che ha mobilitato tutti i livelli dell’organizzazione, dalla dirigenza dell’istituto specialistico ai colleghi della direzione ospedaliera. L’imperativo era evitare che le bassissime temperature esterne potessero portare il freddo fin dentro le stanze di degenza, negli ambulatori e nelle palestre, con un possibile danno per la salute di pazienti e personale. Ieri la situazione stava gradualmente tornando alla normalità, ma nei giorni precedenti, in particolare venerdì, il disagio si è fatto sentire spingendo i responsabili del centro a mettere in pratica tutte le misure necessarie per proteggere degenza e dipendenti. La struttura ospita 40 posti letto nel reparto Gravi cerebrolesioni diretto dalla dottoressa Susanna Lavezzi, 30 nella Medicina riabilitativa di cui è responsabile il prof. Nino Basaglia e 10 posti di day hospital, tutti in procinto di essere trasferiti a Cona, dove andranno ad occupare un’intera ala che oggi ospita il più grosso cantiere operativo dentro il Sant’Anna. Il blocco del riscaldamento è stato provocato dal malfunzionamento di due delle tre caldaie del centro di via della Fiera. «Il freddo si è avvertito bene soprattutto nella giornata di venerdì - spiegavano ieri i familiari di alcuni pazienti - perchè dalle finestrelle del condizionamento usciva aria fredda che contrastava la funzione dei termosifoni». Le prime segnalazioni che qualcosa si era inceppato nel sistema di regolazione del calore sono arrivate a metà settimana e l’altro ieri «il freddo ha iniziato a farsi sentire bene in diverse stanze dell’istituto», precisava qualche paziente. Il personale si è presentato indossando abiti più pesanti e ha iniziato a prodigarsi per ridurre il disagio di ricoverati e familiari. La direzione del San Giorgio ha comunicato l’emergenza al Sant’Anna. «La questione è finita subito sul tavolo del direttore generale - ha detto il direttore Nino Basaglia - e i responsabili della manutenzione sono stati fermamente sollecitati a comprimere i tempi per ripristinare il servizio». Sono state acquisite due caldaie. «Una sarà montata lunedì (domani, ndr), l’altra appena verificheremo se e in che misura è stato compromesso il regolare funzionamento del secondo impianto che non sta svolgendo il suo lavoro al meglio», ha aggiunto Basaglia. L’emergenza, quindi, sarà definitivamente superata nei primi giorni della settimana entrante. Ma nel frattempo sono state cercate le soluzioni più efficaci per evitare che la situazione precipitasse. «Abbiamo messo a disposizione coperte e stufette in ogni camera dove veniva segnalato un abbassamento della temperatura - ha dichiarato la dottoressa Francesca Chiavaroli, della sezione Traumatizzati encefalici - Con cartoni inoltre abbiamo tappato le aperture che emettevano aria fredda». Qualcuno ha portato da casa la borsa dell’acqua calda per il familiare ricoverato. Tra intervento organizzato, un po’ di fai da te e qualche rimedio estemporaneo dettato dal buon senso la fase peggiore dell’emergenza è stata superata e già ieri, anche tra i familiari dei pazienti, si parlava di «netto miglioramento». Intanto rispettano i tempi programmati i lavori nel cantiere di Cona che dovrebbero concludersi entro giugno ed entro settembre dovrebbe svolgersi il trasloco che si annuncia decisamente impegnativo. «Piano vaccini e assistenza La Regione è battistrada» Per i massimi responsabili dell’amministrazione e della sanità regionale rappresenta un passo avanti importante per innalzare il livello di tutela della salute dei cittadini, a partire dalle vaccinazioni, e per estendere a tutto il Paese prestazioni che in Emilia-Romagna, in gran parte, sono già un diritto. La Regione accoglie con soddisfazione il via libera del governo ai Lea, i Livelli essenziali di assistenza, e al Piano nazionale vaccini, ed è già pronta a fornire le nuove prestazioni introdotte. «Siamo orgogliosi di avere aperto la strada, soprattutto sui vaccini, che abbiamo reso obbligatori per l'iscrizione ai nidi, considerandoli un’essenziale misura di prevenzione e come tale da fornire attraverso il servizio sanitario regionale - commentano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi -. L’Emilia-Romagna è già pronta a fornire le nuove prestazioni introdotte». Tra le principali novità dei Lea, infatti, c’è l’introduzione gratuita di alcuni vaccini per contrastare: lo pneumococco per gli anziani; la pertosse sia negli adulti sia nelle donne in gravidanza; la varicella in età pediatrica; il papilloma virus anche nei bambini dai 9 anni di età; il meningococco di tipo B, che sarà fornito gratuitamente ai nuovi nati dal 1° gennaio 2017. Un vaccino che in Emilia-Romagna è già reso disponibile per tutti, fino al compimento del diciottesimo anno d’età, a tariffa agevolata. Oltre a questa prestazione, all’interno dei nuovi Lea figura una lunga serie di cure ed esami che sono già garantiti dal Servizio sanitario regionale, gratuitamente o pagando un ticket, tra cui i controlli nel corso della gravidanza fisiologica, le visite e gli esami previsti per la fecondazione eterologa e omologa, le cure odontoiatriche per chi è affetto da patologie invalidanti o è in difficoltà economica, i trattamenti di adroterapia per la cura dei tumori. «Molte prestazioni che in Emilia-Romagna sono già un diritto acquisito, vengono ora estese a livello nazionale - aggiungono Bonaccini e Venturi -. Segno che il nostro sistema sanitario non solo funziona bene ed è capace di guardare ai bisogni di tutti, ma che la battaglia intrapresa era giusta. Un sistema sanitario sul quale stiamo investendo per rinnovare spazi e strumenti diagnostici, dove abbiamo assunto oltre 2.500 operatori, medici, infermieri, e vincendo sfide che parevano impossibili come l'abbattimento delle liste d'attesa». L’Asl di Treviso ha studiato il modello organizzativo CENTO I professionisti della direzione medica dell'Ausl di Treviso a Cento per osservare l'esperienza dell'Ausl di Ferrara nella riorganizzazione degli ospedali per intensità di cura. Mercoledì Stefano Formentini e Nicoletta Lo Monaco - rispettivamente direttore del presidio unico ospedaliero e medico di direzione dell’Ausl di Treviso - hanno fatto visita all'ospedale di Cento, per osservare sul campo l'applicazione del modello organizzativo per intensità di cura, in particolar modo per quanto riguarda il percorso chirurgico. La delegazione, accolta dalla direzione medica e infermieristica tecnica dello stabilimento di Cento, ha potuto toccar con mano la riorganizzazione per intensità di cura e complessità dell'assistenza della piattaforma chirurgica. La delegazione ha visitato sul campo la piattaforma chirurgica di Cento e ha avuto modo di raccogliere l'esperienza diretta dei professionisti centesi: Mario Bertasi, medico dirigente e responsabile organizzativo di piattaforma, Elena Toselli, coordinatore della piastra chirurgica, l'infermiera flussista Gilli Gloria e l'infermiera del pre-ricovero Marina Fava. Il confronto con i tecnici è stato fondamentale, per comprendere al meglio le fasi di implementazione dei diversi strumenti e le modalità organizzative volte all'integrazione multiprofessionale.