L`industria calzaturiera italiana – Primo semestre 2015

Transcript

L`industria calzaturiera italiana – Primo semestre 2015
L’industria calzaturiera italiana – Primo semestre 2015
Nota congiunturale Assocalzaturifici
ASSOCALZATURIFICI ITALIANI
Via Monte Rosa, 21
I-20149 Milano
C.F. 80027170150
Telefono + 39 02 43829.1
Fax + 39 02 48005833
[email protected]
www.assocalzaturifici.it
INDICE
L’INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA: PRIMO SEMESTRE 2015 ............. 3
INTRODUZIONE ................................................................................................ 3
PRODUZIONE E PREZZI ....................................................................................... 3
INTERSCAMBIO COMMERCIALE ............................................................................. 4
ORDINI .......................................................................................................... 5
CONSUMI INTERNI ............................................................................................ 6
OCCUPAZIONE E NATI-MORTALITA’ AZIENDALE ....................................................... 6
CICLO INCASSI-PAGAMENTI E ACCESSO AL CREDITO ................................................ 7
CONCLUSIONI .................................................................................................. 7
TABELLE
I PRINCIPALI INDICATORI CONGIUNTURALI DELL’INDUSTRIA CALZATURIERA ................ 9
EXPORT ITALIANO CALZATURE
........................................................................... 10
IMPORT ITALIANO CALZATURE ........................................................................... 12
SALDO COMMERCIALE SETTORE CALZATURIERO ...................................................... 14
CONSUMI DELLE FAMIGLIE ITALIANE ................................................................... 15
CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI FILIERA PELLE ................................................... 16
2
L’INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA: PRIMO SEMESTRE 2015
*(I dati relativi all’andamento di produzione, prezzi e ordini sono stati elaborati sulla base dei risultati dell’indagine
campionaria svolta a luglio presso gli Associati. La nota è stata chiusa con le informazioni disponibili al 21 agosto 2015).
INTRODUZIONE
La prima metà del 2015 è stata caratterizzata, per il settore calzaturiero, da andamenti ancora poco
soddisfacenti. Le ombre che avevano connotato negativamente gran parte delle variabili
congiunturali nel corso del 2014 si sono allungate sui primi mesi dell’anno in corso, ritardando la
ripartenza da tempo attesa; quella ripresa che, sospinta dal crollo del prezzo del petrolio e dalla
svalutazione del cambio dell’euro, ha invece cominciato a manifestarsi in altri settori dell’economia
nazionale.
Malgrado il secondo trimestre abbia evidenziato molteplici segnali di attenuazione delle dinamiche
recessive, diversi indicatori risultano ancora contrassegnati da segno negativo: la produzione
calzaturiera, i consumi interni, i volumi esportati, il saldo commerciale.
Numerosi, nello scenario macroeconomico, sono gli ostacoli che rendono difficoltoso il ritorno a
evoluzioni della domanda finalmente premianti, sia sul fronte nazionale che estero: alla cronica
stagnazione dei consumi in ambito comunitario si sono aggiunte le conseguenze della crisi
economico-politica in Russia e nei mercati dell’area CSI (tuttora ben lungi dall’essere superate), oltre
al marcato rallentamento dell’economia giapponese. In Italia poi, un contesto meno penalizzante per
l’occupazione e i redditi potrebbe favorire i consumi, ma vedrà le famiglie privilegiare anzitutto la
ricostituzione dei risparmi.
Nonostante ciò, in un quadro così complesso, non sono mancati, come anticipato, timidi segnali di
lento ma progressivo miglioramento, che testimoniano ancora una volta la forza di reazione delle
imprese e la competitività e i pregi delle calzature made in Italy: a fine giugno si è ridotto, rispetto
al primo trimestre, il numero di imprese che hanno registrato una flessione nei livelli produttivi; il
portafoglio ordini estero del secondo trimestre mostra un segno positivo, per quanto contenuto, che
convalida l’ipotesi di dinamiche produttive un po’ meno sfavorevoli formulata dalle aziende per la
seconda metà dell’anno; il fatturato estero nel bimestre aprile-maggio è migliorato (+6,2% contro il
+1,6% del primo trimestre) e tutte le aree geografiche di destinazione dell’export (con la sola
eccezione di Est Europa e CSI) mostrano, nei primi 5 mesi 2015, una crescita in valore (spesso a
doppia cifra).
Indicazioni che confermerebbero la fine della caduta e un graduale avvicinamento – in assenza di
nuovi fattori esogeni quali il perdurare e/o l’intensificarsi delle turbolenze finanziarie recentemente
manifestatesi in Cina – verso una graduale lenta ripresa.
In aggiunta, sul versante occupazionale, per la prima volta dal 2011 è cessata nel primo semestre la
contrazione nel numero di addetti nei calzaturifici (+509 unità rispetto a dicembre 2014), pur a
fronte di un’ulteriore contrazione di quello delle imprese.
Le previsioni per la seconda parte dell’anno risultano comunque improntate all’estrema prudenza:
maggioritarie le indicazioni di sostanziale “stabilità” nell’andamento congiunturale atteso, fornite
dagli imprenditori. L’evolversi del lento miglioramento in una netta inversione di tendenza potrebbe
richiedere ancora, purtroppo, tempi non brevi.
PRODUZIONE E PREZZI
Il secondo trimestre si è chiuso in terreno negativo, replicando – pur con riduzioni meno marcate –
l’andamento dei primi tre mesi dell’anno e protraendo così ulteriormente l’arretramento nei volumi
produttivi che già aveva caratterizzato tutto l’anno precedente.
L’indagine condotta dall’Ufficio Studi di Assocalzaturifici mostra infatti nel complesso – con
riferimento alle aziende del campione intervistate – una riduzione dell’output, nei primi 6 mesi, del
3,2% in quantità sulla prima metà del 2014.
Il risultato medio, ponderato con le dimensioni aziendali dei rispondenti, sintetizza una situazione in
cui predominano ancora le indicazioni sfavorevoli: il 46% delle imprese interpellate, infatti, ha
indicato una contrazione dell’output, con un non trascurabile 21% del campione che ha sperimentato
trend marcatamente negativi, superiori al -10%; il 28% degli intervistati ha denunciato una
3
sostanziale stabilità; il restante 26% un aumento dei livelli produttivi (con un 8% del campione per
cui l’entità del recupero è stata superiore al +10%).
Pur restando il risultato complessivo di segno meno, è scesa, rispetto al primo trimestre, la
percentuale di quanti hanno indicato una flessione (erano il 60% del campione) ed è aumentata allo
stesso tempo (dal 17 al 26%) la quota di incrementi.
Combinando il risultato in volume con le dinamiche di prezzo segnalate dalle aziende (+0,5% sul
mercato interno e +2,4% sui mercati esteri), è possibile stimare un calo della produzione in valore
attorno al -1,2% rispetto alla prima metà dello scorso anno.
Le risposte circa l’andamento della produzione nella seconda metà dell’anno vedono un ulteriore calo
delle indicazioni negative (39% del campione), a favore di un maggior numero di previsioni di
“stabilità” (33%) e di ottimisti (che salgono al 28%).
Il grado di utilizzo degli impianti – pari, in media, all’82% a giugno – è previsto sui medesimi livelli
per la fine dell’anno.
INTERSCAMBIO COMMERCIALE
I dati ISTAT relativi all’interscambio commerciale evidenziano, con riferimento ai primi 5 mesi del
2015, un incremento in valore dell’export pari al +3,1%, accompagnato però da una riduzione del
5,2% in termini di volume. Sono stati esportati 93,1 milioni di paia, quasi 5,1 milioni in meno
rispetto all’analogo periodo 2014, per un valore di 3,5 miliardi di euro. Tali dati comprendono, come
sempre, sia la vendita all’estero di produzione realizzata in Italia che le operazioni di pura
commercializzazione.
In crescita dell’8,7% il prezzo medio (salito a 37,59 euro al paio); un upgrading ulteriore che
testimonia come – con l’eccezione della CSI, dove la crisi ha colpito duramente tutte le fasce, a
cominciare da quelle più elevate che da sempre connotano le vendite di calzature made in Italy in
quest’area – a risentire maggiormente delle difficoltà di penetrazione sui mercati siano state
soprattutto le fasce di prodotto economico e medio.
I flussi verso l’Unione Europea, rimasti stabili in valore (+0,5%), cedono il 4,8% in quantità.
Andamento contrastante nei due storici mercati di riferimento: incrementi superiori al 4% in
Germania; brusco rallentamento in Francia, dopo un quinquennio di costante crescita (-4,2% in
valore e -12,2% in volume), mercato tradizionalmente presidiato in termini industriali dai nostri
terzisti per i grandi gruppi del lusso, che risentono a loro volta delle criticità della domanda in Russia
e Estremo Oriente. Segni positivi per Spagna e Austria. Sette scarpe italiane su dieci vendute oltre
confine sono dirette ad un membro dell’Unione.
L’export verso i mercati extra-UE mostra nel complesso una crescita in valore superiore rispetto agli
sbocchi comunitari (+6,1%) ma, al tempo stesso, una contrazione in volume più accentuata (-6%),
con prezzi medi in aumento di quasi 13 punti percentuali.
La situazione più critica si è rivelata – come nel 2014 – quella relativa ai mercati dell’ex-Unione
sovietica, dove le vendite si sono ridotte nel complesso di oltre 1/3, sia in quantità che in valore,
rispetto ai livelli già insoddisfacenti dell’anno precedente. In Russia il decremento è stato del 36% in
volume, in Ucraina del 54%, in Kazakistan del 20%. Indicazioni destinate purtroppo a rimanere
avverse ancora a lungo, se è vero che solo il 6% delle aziende intervistate da Assocalzaturifici
ravvisavano, a fine giugno, un miglioramento della domanda sul mercato russo rispetto a dicembre
2014, mentre per il 65% dei rispondenti la situazione sarebbe in sei mesi addirittura peggiorata.
Note positive vengono invece dalla Svizzera, tradizionale “piattaforma logistica” (verso cui l’export è
cresciuto nei primi 5 mesi 2015 del 14,9% in valore e del 3,6% in quantità), dal Medio Oriente
(+14,8% e +2,6% rispettivamente), dal Far East (con l’eccezione del Giappone, ancora in affanno,
che segna -9% in valore e -14% in volume) e dagli Stati Uniti.
In Estremo Oriente, se la Cina (-1% in quantità, ma con +25,2% in valore) mostra segni di
rallentamento dopo i ritmi di crescita serrati degli ultimi anni (tra il 2010 e il 2014 i flussi dall’Italia
sono aumentati in volume del 120% e più che triplicati in valore, al netto dell’inflazione), Hong Kong
e Sud Corea mostrano performance decisamente premianti. Il primo registra aumenti del 22,5% in
valore e del 6,8% in volume a confronto con gennaio-maggio 2014; la seconda incrementi
nell’ordine del 50%.
Rispetto al consuntivo 2014, l’aggregato Cina+Hong Kong ha guadagnato un posto nella graduatoria
in valore dei principali clienti, salendo al quinto.
4
Difficile quantificare ora le ripercussioni – del resto inevitabili – che le recenti evoluzioni finanziarie
in Cina – con la svalutazione dello yuan e i repentini crolli del listino di Shanghai – avranno sui ritmi
di consumo di beni di lusso del gigante asiatico e dunque sull’export dei prodotti made in Italy in
quello che, per bacino di clienti potenziali e per i saggi di crescita a doppia cifra degli anni recenti,
viene considerato, anche per il settore calzature, il mercato emergente più promettente.
Per quanto concerne infine gli USA: aumento del 16,4% in valore (sono diventati il nostro secondo
mercato nella graduatoria in valore), pur se stabili in volume (-0,5%); in forte recupero, comunque,
nel bimestre aprile-maggio: nei primi 3 mesi il dato in quantità segnava infatti un ripiegamento del
9% circa.
Va sottolineato in conclusione come, aldilà dei mercati di Europa dell’Est e CSI, tutte le macro-aree
mostrino, nella prima metà dell’anno, aumenti in valore non trascurabili del nostro export.
Passando all’analisi dal punto di vista merceologico, il 60% circa delle calzature vendute all’estero
presenta tomaio in pelle, comparto che ha evidenziato nei primi 5 mesi dell’anno una crescita in
valore dell’1,9%, con un calo del 5,5% in quantità. Arretramenti in volume per quasi tutte le
tipologie, con un -3,1% per le scarpe da passeggio (in aumento però in valore, +2,3%), un -14,3%
per i sandali e un -6,4% per scarponcini/stivali. Flessione anche per le calzature di sicurezza in pelle
con puntale di metallo (-4,5% in quantità). Unica eccezione le sportive (+14,2%).
A livello di segmento, le scarpe in pelle per uomo sono rimaste sui livelli dello scorso anno; le
calzature destinate alla clientela femminile sono scese del 9% in quantità (con un +1,8% in valore);
frena il bambino (-7,3% volume e -11,8% valore).
Tra i comparti alternativi alla pelle, trend favorevoli per le scarpe con tomaio in tessuto, oltre che per
le pantofole.
La crescita complessiva in valore piuttosto contenuta sui mercati internazionali – dovuta in particolar
modo ai risultati non esaltanti nella UE, oltre che al crollo in Russia – ha portato a una riduzione,
anche per il concomitante incremento in valore delle importazioni (+11,8%), del saldo commerciale
(-5,6%), che pur resta largamente in attivo nei primi 5 mesi 2015 per oltre 1,6 miliardi di euro.
I flussi in entrata sono cresciuti dell’1,9% in volume, a 156,3 milioni di paia; la Cina, primo
fornitore, ha fatto segnare un +3% in quantità, con prezzi medi che, benché in aumento del 22,4%,
restano di poco superiori ai 6 euro/paio. Crescono i flussi dal Vietnam e le triangolazioni dal Belgio;
in calo l’import dalla Romania.
Quanto alle tipologie, segni positivi per le calzature in sintetico (+4,1% volume) e con tomaio in
tessuto/materiali diversi (+11,8%); -5,8% per le scarpe in pelle.
ORDINI
Più che l’inizio della ripresa, anche le indicazioni circa la raccolta ordini nel secondo trimestre
dell’anno paiono segnalare la fine dell’erosione: l’elemento confortante è infatti il segno positivo
(+1,2% in volume) che l’indagine di Assocalzaturifici evidenzia nel complesso per gli ordini esteri,
pur con andamenti disomogenei tra i mercati. A fronte di ciò, si registra un assottigliamento ulteriore
del portafoglio interno (-1,6%) che mostra, comunque, saggi negativi meno severi che in passato. Il
dato complessivo – ponderato secondo la disaggregazione degli ordini presentata dal campione – si
riassume in un modesto +0,7% in quantità rispetto ad aprile-giugno 2014.
Il carnet, cioè il periodo di produzione assicurato dagli ordini in portafoglio, risulta in media
superiore ai tre mesi e mezzo, in lieve aumento rispetto alle precedenti indagini.
Pur trattandosi di una rilevazione di natura campionaria e che analizza un lasso di tempo ridotto – i
cui risultati sono quindi da considerarsi con prudenza – tali evidenze appaiono in linea sia con le
previsioni sull’andamento della produzione che con l’evoluzione della domanda attesa nella seconda
parte dell’anno.
Venendo al dettaglio per Paese, la rilevazione – condotta includendo, come consuetudine, i riordini –
mostra, accanto al perdurare delle difficoltà sul mercato russo (-12,6% in volume), un calo degli
ordinativi Giappone (-1,4%) e, in misura minore, dai Paesi della UE (Germania esclusa, considerata
a parte), -0,4%.
Risultano invece intonati favorevolmente il portafoglio ordini Germania (+2,5%), gli “Altri mercati”
(+4,8%, in cui rientrano Medio e Estremo Oriente) e, soprattutto, gli USA (+8%).
5
Alla domanda circa le previsioni sugli ordinativi del semestre luglio-dicembre 2015, il 57% delle
aziende intervistate ha risposto “stabilità”, sia con riferimento agli ordini Italia che a quelli Estero.
Però, mentre per gli ordinativi da clienti nazionali solo il 10% si è mostrato fiducioso prevedendo un
aumento (a fronte di 1/3 dei rispondenti che ritiene subiranno un’ulteriore riduzione), nel caso degli
ordini estero la quota di ottimisti sale al 22%, superando quanti ritengono si verificherà un calo nella
raccolta.
CONSUMI INTERNI
Primi 6 mesi 2015 ancora sottotono per gli acquisti di calzature in Italia. I dati relativi ai consumi
delle famiglie elaborati per Assocalzaturifici dal Fashion Consumer Panel di Sita Ricerca indicano
flessioni dell’1% in quantità e del 3,2% in spesa su gennaio-giugno 2014, con prezzi medi in ribasso
del 2,2%.
L’uomo appare il segmento più penalizzato (-4,2% in volume e -5,7% in spesa), ma cali prossimi al
3% in quantità sono stati registrati anche per le calzature destinate alla clientela femminile e per la
pantofoleria. Recuperi si rilevano invece per le scarpe per bambini (+1,7% in volume) e le
sportive/sneakers (+3,1%).
Sconti/svendite/saldi mantengono un peso superiore al 50% sulle vendite complessive.
Benché ancora non positivo, il trend della prima parte del 2015 evidenzia almeno un’attenuazione
della caduta, dopo un biennio caratterizzato da forti contrazioni, aprendo qualche spiraglio circa
l’avvio di una lenta ricostituzione dei profili di domanda sul mercato domestico.
OCCUPAZIONE E NATI-MORTALITA’ AZIENDALE
Con riferimento al numero di occupati, trova conferma il trend emerso nel primo trimestre: rispetto a
dicembre 2014 il dato di fine giugno mostra un saldo attivo di 509 unità (+0,7%), favorito
dall’entrata in vigore delle misure del Jobs Act. Benché comprensivo, verosimilmente, di
stabilizzazioni di rapporti in precedenza precari, si tratta di un dato senza dubbio positivo, anche se
è presto per parlare di un cambio di passo dell’occupazione: di questo trend si dovranno verificare
infatti, nei prossimi mesi, la continuità e lo spessore, onde escludere si sia trattato semplicemente di
un “rimbalzo statistico” legato al rinvio delle assunzioni nei mesi precedenti.
E’ proseguito, invece, il processo di selezione tra le imprese: 63 chiusure di calzaturifici da dicembre
a giugno, pari al -1,3%.
A fine giugno si contano così 4.968 calzaturifici, tra industria e artigianato, con 77.119 addetti
diretti. Il numero medio di addetti per azienda risulta di 15,5 unità (+1,9%).
Allargando il campo di osservazione, i dati diffusi da Infocamere-Movimprese relativi all’aggregato
“Calzaturifici+Produttori di componentistica per calzature” indicano la chiusura, nei primi 6 mesi
2015, di 134 aziende (-1,2%), con un saldo positivo nel numero di addetti pari a 116 unità
(+0,1%). Un risultato più contenuto rispetto ai soli calzaturifici, giacché la voce Ateco riferita alla
fabbricazione di parti in cuoio registra un saldo negativo.
Da questi dati, di cui è disponibile il dettaglio per regione, emerge come – tra quelle a vocazione
calzaturiera – solo il Veneto abbia evitato nei primi 6 mesi una contrazione nel numero di aziende
(+4 unità, pari ad un modesto +0,3%).
Relativamente alla forza lavoro impiegata, recuperi hanno interessato il Veneto, la Toscana e la
Puglia. Stabile la Lombardia. In calo Campania (-1,7%), Emilia Romagna (-1,4%) e, soprattutto,
Marche (-722 addetti, pari al -2,5%).
Anche i risultati della rilevazione campionaria condotta da Assocalzaturifici confermano il
miglioramento sul versante occupazionale: il 73% dei rispondenti ha dichiarato stabilità dei livelli
occupazionali nel primo semestre, mentre un ulteriore 20% ha registrato incrementi.
Per il secondo semestre, ben l’83% del campione prevede invarianza rispetto alla situazione attuale.
Frena considerevolmente nel primo semestre (-32,8%) il numero di ore di Cassa Integrazione
Guadagni autorizzate nell’Area Pelle (=calzaturifici + componentistica + pelletterie + concerie): 5,9
milioni di ore rispetto agli 8,8 milioni dei primi 6 mesi 2014.
Un andamento assai simile a quello relativo al Totale Italia (tutti i settori), che evidenzia una
contrazione del 30,3%.
6
In calo tutte le componenti: -14% le ore di CIG ordinaria; -48% la CIG straordinaria in senso
stretto; -28,5% quella in deroga.
Rispetto al primo semestre 2008 (cioè all’inizio della grave crisi economica mondiale), in cui furono
autorizzate per l’Area Pelle 3,9 milioni di ore, i livelli attuali risultano però ancora superiori del
50,6%.
Tutte le principali regioni calzaturiere mostrano una marcata contrazione, con l’eccezione delle
Marche, che con 2,4 milioni (+16%) sono la regione con il maggior numero di ore autorizzate.
Indubbio che, su questo dato, pesi la forte propensione verso i mercati della CSI (in Russia e Ucraina
le aziende marchigiane realizzavano, sino al 2013, il 20% del loro fatturato estero).
CICLO INCASSI-PAGAMENTI E ACCESSO AL CREDITO
Una sostanziale “stabilità” è indicata, dagli imprenditori intervistati, con riferimento ai termini di
pagamento delle forniture nel primo semestre 2015 (81% verso i fornitori italiani, 88% verso quelli
esteri).
E “stabilità” è la risposta prevalente anche relativamente ai tempi di incasso: 60% dei casi nei
rapporti con la clientela italiana e 71% con quella estera. La tendenza alla dilazione resta però
tutt’altro che infrequente, soprattutto con i clienti nazionali: un’impresa su tre raggiunta dalla
rilevazione denuncia infatti un allungamento dei tempi di incasso da questi ultimi.
Le segnalazioni di diminuzione dei tempi di riscossione dalla clientela risultano invece, su entrambi i
fronti (nazionale ed estero), assolutamente minoritarie (7 e 3% rispettivamente).
Nessun miglioramento significativo neppure nel reperimento di credito bancario: le condizioni di
accesso sono rimaste invariate, rispetto alla situazione non certo favorevole di un anno addietro, per
il 78% degli imprenditori interpellati dalla nostra indagine. Decisamente minoritaria la quota di
coloro che hanno indicato un’evoluzione favorevole (7%).
Evidenze che confermerebbero i risultati di un recente studio condotto da Unimpresa su dati della
Banca d’Italia, secondo cui nel periodo maggio 2014/maggio 2015 – a fronte di un aumento dei
crediti al settore pubblico – lo stock di finanziamenti bancari concessi alle imprese sarebbe sceso del
2,3%.
CONCLUSIONI
I dati evidenziati nelle tavole che seguono mostrano come, se per diversi settori dell’economia
nazionale può dirsi cominciata, nella prima metà 2015, una fragile ripresa, per il calzaturiero il
giudizio debba limitarsi a un primo timido miglioramento, nel secondo trimestre, rispetto allo
scenario insoddisfacente che aveva contraddistinto la seconda parte del 2014 e i mesi iniziali
dell’anno in corso.
Se è vero che diversi indicatori sembrano tratteggiare la fine della caduta, allo stesso tempo il
processo verso la ricostituzione dei livelli precedenti appare in questa fase piuttosto lento.
Il perdurare delle difficoltà nei mercati dell’ex blocco sovietico condizionano le possibilità di
espansione del fatturato extra-UE delle aziende, che negli anni recenti aveva costituito l’asse
trainante dell’intero settore, di fronte alla domanda asfittica entro i confini comunitari e alla crisi dei
consumi nazionali.
Interrogati a luglio su quali mercati extra-UE intendano indirizzarsi, anche considerata la crisi nella
CSI, gli imprenditori hanno indicato USA (69% del campione), Cina (52%) e Altri mercati del Far
East (56%) quali principali mercati target fuori dall’Unione, seguiti dal Medio Oriente (31%).
La crescita in valore delle esportazioni nei primi 5 mesi dell’anno in un contesto così complesso
ribadisce l’eccellenza, la vitalità e la competitività delle calzature made in Italy.
La speranza è che i segnali di miglioramento dell’economia nazionale e il clima di fiducia tornato a
salire in Europa possano trovare conferma nei mesi a venire, senza essere compromessi dal
pericoloso corto circuito valutario che, a partire dallo yuan, sta condizionando tutte le economie
emergenti, i bacini con i più ampi margini di crescita tuttora inespressa per il comparto modacalzature.
7
TABELLE
8
I PRINCIPALI INDICATORI CONGIUNTURALI DELL’INDUSTRIA CALZATURIERA
1° Semestre 2015 e previsioni 2° Semestre
Δ Q.tà prodotte
gen/giu '15
lug-dic '15
-3,2%
Lieve miglioramento
Δ Valore produzione
gen/giu '15
-1,2%
Dinamica prezzi interni
gen/giu '15
+0,5%
lug-dic '15
Dinamica prezzi esteri
gen/giu '15
Stabile
+2,4%
lug-dic '15
giu. '15
Capacità produttiva
Stabile
82%
dic. '15
Stabile
Consumi delle famiglie (spesa)
gen/giu '15
-3,2%
Consumi delle famiglie (q.tà)
gen/giu '15
-1,0%
Esportazioni (valore)
gen/maggio '15
+3,1%
Esportazioni (q.tà)
gen/maggio '15
-5,2%
Importazioni (valore)
gen/maggio '15
+11,8%
Importazioni (q.tà)
gen/maggio '15
+1,9%
Termini di pagamento interni
Stabili
Termini di pagamento esteri
Stabili
Termini di incasso interni
Lieve aumento
Termini di incasso esteri
Stabili
AZIENDE/ADDETTI
N° aziende
N° addetti
(giugno 2015)
Calzaturifici
4.968
77.119
(-63 su dic.’14; -1,3%)
(+509 su dic.’14; +0,7%)
Occupazione lug-dic '15
Utilizzo C.I.G. Area Pelle
gen/giu '15
Stabile
-32,8%
di cui:
C.I.G. ordinaria
C.I.G. straordinaria totale
straordinaria in senso stretto
straordinaria in deroga
-14,0%
-40,4%
-48,1%
-28,5%
Elaborazioni e stime Assocalzaturifici
I dati relativi all’andamento di produzione, prezzi e ordini sono stati elaborati sulla base dei risultati
dell’indagine campionaria svolta presso gli Associati
9
EXPORT ITALIANO CALZATURE
andamento nei primi 5 mesi 2015 rispetto ai primi 5 mesi 2014
Analisi per materiale di tomaio
Gennaio – Maggio 2015
Materiale di
tomaio
PELLE/CUOIO
SINTETICO
PANTOFOLE
GOMMA
TESS./MAT.DIV.
TOTALE EXPORT
VARIAZIONE % 15/14
Valore
Quantità
P.M.
(Milioni Euro)
(000 paia)
Euro
2.791,85
254,49
26,88
16,27
410,17
3.499,66
54.578
20.357
3.411
1.728
13.028
93.102
51,15
12,50
7,88
9,42
31,48
37,59
Valore
+1,9
-2,2
+15,6
-17,7
+17,0
+3,1
Quantità
-5,5
-8,0
+3,8
-18,1
+1,0
-5,2
P.M.
+7,8
+6,3
+11,4
+0,5
+15,9
+8,7
Analisi per Paese
PRINCIPALI PAESI DI DESTINAZIONE
Gennaio – Maggio 2015
Ranking
Valore
1) Francia
2) USA
3) Germania
4) Svizzera
5) Regno Unito
6) Russia
7) Hong Kong
8) Spagna
9) Belgio
10) Paesi Bassi
11) Cina
12) Giappone
13) Austria
14) Corea del Sud
15) Emirati Arabi
16) Grecia
17) Canada
18) Polonia
19) Rep. Ceca
20) Turchia
...
28) Ucraina
...
33) Kazakistan
...
TOTALE EXPORT
VARIAZIONE % 15/14
Valore
Quantità
P.M.
(Milioni Euro)
(000 paia)
Euro
Valore
Quantità
P.M.
533,08
402,36
382,35
343,83
217,59
143,34
143,21
116,70
116,43
96,79
93,61
82,44
68,92
58,51
55,96
36,74
35,66
35,03
32,25
31,79
16.704
6.553
15.160
5.368
5.955
2.042
1.040
4.666
3.200
3.209
697
1.354
2.286
655
857
2.185
873
1.439
1.654
724
31,91
61,41
25,22
64,06
36,54
70,21
137,68
25,01
36,38
30,16
134,39
60,87
30,14
89,37
65,31
16,81
40,85
24,35
19,50
43,94
-4,2
+16,4
+4,1
+14,9
+3,3
-35,0
+22,5
+6,5
-0,5
-1,0
+25,2
-8,8
+2,9
+50,9
+15,2
+5,0
-4,0
-4,7
+0,1
+3,4
-12,2
-0,5
+4,9
+3,6
-3,5
-36,2
+6,8
+1,9
-8,1
-3,9
-1,0
-13,9
+5,2
+48,5
-11,0
+2,0
-19,0
-12,5
-4,0
-3,5
+9,1
+17,0
-0,8
+10,8
+7,0
+2,0
+14,6
+4,5
+8,3
+3,0
+26,4
+5,8
-2,2
+1,7
+29,4
+2,9
+18,5
+8,8
+4,4
+7,2
15,86
211
75,09
-50,2
-54,0
+8,1
12,95
212
61,13
-26,4
-19,8
-8,3
3.499,66
93.102
37,59
+3,1
-5,2
+8,7
Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT
10
Analisi per aree geografiche di destinazione
Gennaio – Maggio 2015
Valore
Quantità
P.M.
ITALIA – EXPORT
(Milioni €)
Unione Europea (UE28)
Altri Paesi Europei
Paesi Est Europa e CSI*
Africa Settentrionale
Altri Paesi d’Africa
America Settentrionale
America Centrale e del Sud
Medio Oriente
Altri Paesi d’Asia
Oceania
Diverse
TOTALE EXPORT
- Altri Paesi europei
- Paesi Est Europa e CSI
- Africa Settentrionale
- Diverse
Euro
1.816,49
392,42
203,89
12,61
20,65
438,03
31,31
121,50
434,81
26,31
1,64
3.499,66
65.426
6.525
3.764
632
914
7.426
833
2.725
4.310
533
15
93.102
27,76
60,15
54,17
19,96
22,59
58,99
37,59
44,59
100,89
49,35
107,68
37,59
+0,5
+13,5
-32,9
-0,7
+13,5
+14,4
+10,2
+14,8
+18,7
+20,1
+69,7
+3,1
-4,8
+3,3
-30,0
-22,5
-5,5
-3,1
-13,8
+2,6
+0,3
+38,0
+103,5
-5,2
+5,5
+10,0
-4,2
+28,3
+20,1
+18,1
+27,8
+11,9
+18,3
-13,0
-16,6
+8,7
187,90
2.752
68,28
-34,3
-34,4
+0,1)
(* di cui mercati "area CSI":
Nota:
- Unione Europea a 28
(000 paia)
VARIAZIONE % 15/14
Valore
Quantità
P.M.
= Francia, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Grecia,
Portogallo, Spagna, Austria, Finlandia, Svezia, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia,
Rep.Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Croazia;
= Ceuta, Melilla, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Isole Faer Oer, Andorra, Gibilterra, Turchia;
= Albania, Bosnia-Erzegovina, Ex R.Jug. Macedonia, Serbia, Montenegro, Kosovo e mercati dell’area CSI
(Ucraina, Bielorussia, Moldavia, Russia, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Turkmenistan,
Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan);
= Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Sudan;
= Paesi e territori indeterminati o non specificati; punti e depositi franchi; provviste di bordo.
Analisi Export anno 2015 per mese
Variazioni % in valore su analogo mese 2014
30
20
+6,5
+8,4
10
+4,0
+0,7
0
-1,9
-10
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT
11
IMPORT ITALIANO CALZATURE
andamento nei primi 5 mesi 2015 rispetto ai primi 5 mesi 2014
Analisi per materiale di tomaio
Gennaio – Maggio 2015
Materiale di
tomaio
PELLE/CUOIO
SINTETICO
PANTOFOLE
GOMMA
TESS./MAT.DIV.
TOTALE IMPORT
VARIAZIONE % 15/14
Valore
Quantità
P.M.
(Milioni Euro)
(000 paia)
Euro
962,78
393,92
24,67
8,29
504,53
1.894,19
47.191
52.124
10.397
1.272
45.304
156.288
20,40
7,56
2,37
6,52
11,14
12,12
Valore
+1,3
+28,4
+0,6
-38,6
+26,6
+11,8
Quantità
-5,8
+4,1
-1,4
-41,3
+11,8
+1,9
P.M.
+7,6
+23,4
+2,0
+4,6
+13,3
+9,8
Analisi per Paese
PRINCIPALI PAESI DI ORIGINE
Gennaio – Maggio 2015
Ranking
valore
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
11)
12)
13)
14)
15)
16)
17)
18)
19)
20)
...
Cina
Romania
Belgio
Vietnam
Paesi Bassi
Francia
Spagna
Albania
Bosnia Erz.
Indonesia
Tunisia
India
Germania
Rep. Ceca
Bulgaria
Regno Unito
Svizzera
Cambogia
Serbia
Ungheria
TOTALE IMPORT
VARIAZIONE % 15/14
Valore
Quantità
P.M.
(Milioni Euro)
(000 paia)
Euro
Valore
Quantità
P.M.
435,18
170,36
150,36
139,27
125,29
123,42
94,98
62,67
62,27
57,15
53,07
49,96
49,81
33,21
30,10
29,19
25,23
21,94
21,45
13,72
68.071
11.027
6.831
9.623
4.678
5.585
6.223
5.869
4.856
3.629
3.763
3.667
2.748
1.488
2.581
754
187
1.467
1.161
592
6,39
15,45
22,01
14,47
26,78
22,10
15,26
10,68
12,83
15,75
14,10
13,62
18,13
22,32
11,66
38,68
134,92
14,95
18,48
23,19
+26,1
-11,2
+13,6
+33,7
+0,5
+33,2
+4,1
-15,7
-10,8
+38,6
+7,5
-6,7
+6,1
+53,2
+16,6
+8,3
+28,4
+37,8
+5,3
+13,9
+3,0
-7,9
+7,0
+11,2
-4,7
+18,9
+1,1
-10,3
-7,8
+30,9
+2,8
-8,2
-3,6
+50,9
-10,0
-17,3
+2,4
+27,0
-6,8
+42,4
+22,4
-3,7
+6,2
+20,2
+5,5
+12,0
+3,0
-6,0
-3,2
+5,9
+4,6
+1,6
+10,1
+1,5
+29,5
+31,0
+25,4
+8,5
+12,9
-20,0
1.894,19
156.288
12,12
+11,8
+1,9
+9,8
Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT
12
Analisi per aree geografiche di provenienza
Gennaio – Maggio 2015
Valore
Quantità
P.M.
ITALIA – IMPORT
(Milioni €)
Unione Europea (UE28)
Altri Paesi Europei
Paesi Est Europa e CSI
Africa Settentrionale
Altri Paesi d’Africa
America Settentrionale
America Centrale e del Sud
Medio Oriente
Altri Paesi d’Asia
Oceania
Diverse
TOTALE IMPORT
Nota:
- Unione Europea a 28
- Altri Paesi europei
- Paesi Est Europa e CSI
- Africa Settentrionale
- Diverse
877,19
32,87
171,38
57,81
0,40
4,27
8,43
2,83
738,64
0,35
1.894,19
(000 paia)
47.460
972
13.525
4.041
22
43
1.015
14
89.169
26
156.288
VARIAZIONE % 15/14
Valore
Quantità
P.M.
Euro
18,48
33,81
12,67
14,31
18,54
99,20
8,31
196,47
8,28
13,17
12,12
+6,8
+29,6
-10,3
+0,7
-1,9
+74,7
+3,6
+71,6
+26,2
+71,0
-100,0
+11,8
+0,1
+17,6
-9,3
-0,6
-26,9
-4,7
-6,4
+12,7
+4,8
+392,7
-100,0
+1,9
+6,7
+10,1
-1,1
+1,3
+34,2
+83,2
+10,6
+52,3
+20,3
-65,3
-100,0
+9,8
= Francia, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Grecia,
Portogallo, Spagna, Austria, Finlandia, Svezia, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia,
Rep.Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Croazia;
= Ceuta, Melilla, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Isole Faer Oer, Andorra, Gibilterra, Turchia;
= Albania, Bosnia-Erzegovina, Ex R.Jug. Macedonia, Serbia, Montenegro, Kosovo e mercati dell’area CSI
(Ucraina, Bielorussia, Moldavia, Russia, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Turkmenistan,
Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan);
= Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Sudan;
= Paesi e territori indeterminati o non specificati; punti e depositi franchi; provviste di bordo.
Analisi Import anno 2015 per mese
Variazioni % in valore su analogo mese 2014
30
+22,8
20
+15,1
+7,9
+8,8
10
+1,7
0
-10
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT
13
SALDO COMMERCIALE SETTORE CALZATURIERO
PRIMI 5 MESI 2014
EXPORT
IMPORT
SALDO
COMMERCIALE
PRIMI 5 MESI 2015
Variaz. % 15/14
VALORE
PAIA
P.M.
VALORE
PAIA
P.M.
(Milioni Euro)
(Milioni)
Euro
(Milioni Euro)
(Milioni)
Euro
3.394,74
1.693,60
98,2
153,4
1.701,13
-55,3
34,57
11,04
3.499,66
1.894,19
93,1
156,3
1.605,48
-63,2
37,59
12,12
VAL
QTA
+3,1
+11,8
-5,2
+1,9
-5,6
-14,4
INTERSCAMBIO COMMERCIALE CALZATURE
Andamento nei primi 5 mesi degli anni 2002-2015
EXPORT
gennaio/maggio
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
Valore
Quantità
(Milioni di Euro)
(Milioni di PAIA)
Prezzo medio
(Euro)
2.836,84
2.727,24
2.628,72
2.515,02
2.585,90
2.799,45
2.889,72
2.468,63
2.555,14
2.993,69
3.112,99
3.264,82
3.394,74
3.499,66
150,4
144,2
137,9
118,1
114,0
114,5
107,6
90,4
98,4
108,0
96,9
98,2
98,2
93,1
18,87
18,92
19,06
21,30
22,69
24,45
26,86
27,32
25,97
27,73
32,14
33,26
34,57
37,59
Raffronto con la situazione “pre-crisi” di sette anni addietro (primi 5 mesi 2015 su analogo periodo 2008):
+21,1% in valore; -13,5% in quantità; +39,9% nel prezzo medio.
IMPORT
gennaio/maggio
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
Valore
Quantità
Prezzo medio
(Milioni di Euro)
(Milioni di PAIA)
(Euro)
986,53
1.062,25
1.034,72
1.194,90
1.356,95
1.345,85
1.349,89
1.424,73
1.472,56
1.701,58
1.662,61
1.629,88
1.693,60
1.894,19
108,9
130,5
157,9
153,1
179,7
192,9
180,1
152,1
169,1
167,0
147,7
145,2
153,4
156,3
9,06
8,14
6,55
7,81
7,55
6,98
7,50
9,36
8,71
10,19
11,26
11,22
11,04
12,12
Raffronto con la situazione “pre-crisi” di sette anni addietro (primi 5 mesi 2015 su analogo periodo 2008):
+40,3% in valore; -13,2% in quantità; +61,7% nel prezzo medio.
Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT
Nota: nell’analisi dell’interscambio commerciale sono stati utilizzati i dati ISTAT provvisori, sia per il 2015 che per gli anni
precedenti, per permettere un raffronto omogeneo.
14
MERCATO ITALIA
Primo semestre 2015
CONSUMI DELLE FAMIGLIE ITALIANE
SPESA CORRENTE
Gen-Giugno 2014
Gen-Giugno 2015
Milioni di EURO
Milioni di EURO
582,59
549,46
-5,7 %
1.180,63
1.113,21
-5,7 %
BAMBINI/RAGAZZI
190,65
191,59
+0,5 %
SPORTIVE E SNEAKERS
994,45
1.004,30
+1,0 %
Pantofole/Zoccoli/Ciabatte
261,23
247,01
-5,4 %
62,10
172,19
26,94
60,65
159,15
27,21
-2,3 %
-7,6 %
+1,0 %
3.209,55
3.105,56
-3,2 %
Gen-Giugno 2014
Gen-Giugno 2015
Var. % 15/14
PAIA (000)
PAIA (000)
8.535
8.175
-4,2 %
22.540
21.899
-2,8 %
6.374
6.482
+1,7 %
SPORTIVE E SNEAKERS
20.150
20.772
+3,1 %
Pantofole/Zoccoli/Ciabatte
20.091
19.554
-2,7 %
5.114
12.237
2.741
5.017
11.790
2.748
-1,9 %
-3,7 %
+0,3 %
77.690
76.881
-1,0 %
Gen-Giugno 2014
Gen-Giugno 2015
Var. % 15/14
EURO
EURO
UOMO (sneakers escluse)
68,26
67,22
-1,5 %
DONNA (sneakers escluse)
52,38
50,83
-2,9 %
BAMBINI/RAGAZZI
29,91
29,56
-1,2 %
SPORTIVE E SNEAKERS
49,35
48,35
-2,0 %
Pantofole/Zoccoli/Ciabatte
13,00
12,63
-2,8 %
12,14
14,07
9,83
12,09
13,50
9,90
-0,4 %
-4,1 %
+0,7 %
41,31
40,39
-2,2 %
(prezzi al dettaglio)
UOMO (sneakers escluse)
DONNA (sneakers escluse)
- di cui per uomo
- di cui per donna
- di cui bambini/ragazzi
Totale SPESA (milioni Euro)
QUANTITA'
UOMO (sneakers escluse)
DONNA (sneakers escluse)
BAMBINI/RAGAZZI
- di cui per uomo
- di cui per donna
- di cui bambini/ragazzi
Totale PAIA (000)
Prezzi medi al paio
(al dettaglio)
- di cui per uomo
- di cui per donna
- di cui bambini/ragazzi
Totale P.M. (Euro)
Var. % 15/14
Fonte: SITA RICERCA
15
CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI FILIERA PELLE
Primo semestre 2015
ORE AUTORIZZATE PER TRATTAMENTI DI INTEGRAZIONE SALARIALE a favore di operai e impiegati
Situazione C.I.G. Gennaio-Giugno 2015 rispetto a Gennaio-Giugno 2014
Settore di attività: “Pelli, cuoio e calzature”
C.I.G. Ordinaria
C.I.G. Straordinaria
Primo semestre 2014
Ore
2.532.682
6.300.470
Primo semestre 2015
Ore
2.177.148
3.756.459
Var. %
3.829.149
2.471.321
1.988.668
1.767.791
-48,1
-28,5
8.833.152
5.933.607
-32,8
4.494.549
4.338.603
2.659.156
3.274.451
-40,8
-24,5
di cui: straord. in senso stretto
straord. in deroga
TOTALE C.I.G.
di cui:
Primo trimestre
Secondo trimestre
15/14
-14,0
-40,4
Ore autorizzate per regione (ordinarie+straordinarie)
Piemonte
Lombardia
Veneto
Friuli V.G.
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Campania
Puglia
Altre regioni
TOT. Territorio Nazionale
Primo semestre 2014
Ore
449.057
1.120.424
1.321.939
86.830
461.194
1.069.688
29.007
2.035.926
13.805
171.561
442.416
1.607.481
23.824
8.833.152
Primo semestre 2015
Ore
123.683
666.700
623.702
14.216
221.575
803.590
29.869
2.358.743
8.917
103.674
312.831
622.016
44.091
5.933.607
Var. %
15/14
-72,5 %
-40,5 %
-52,8 %
-83,6 %
-52,0 %
-24,9 %
+3,0 %
+15,9 %
-35,4 %
-39,6 %
-29,3 %
-61,3 %
+85,1 %
-32,8 %
ANDAMENTO PRIMO SEMESTRE ANNI PRECEDENTI
CIG
Genn-Giugno
Anno
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
Var. % su anno precedente
Ordinaria
Straordinaria tot.
CIG Totale
Ordinaria
Straord.tot.
CIG Totale
4.618.895
2.222.160
1.547.926
1.926.741
5.416.719
4.216.895
1.972.860
2.799.309
3.746.249
2.532.682
2.177.148
1.535.657
3.337.932
1.353.206
2.014.352
3.730.064
11.368.317
9.117.015
6.943.656
6.620.427
6.300.470
3.756.459
6.154.552
5.560.092
2.901.132
3.941.093
9.146.783
15.585.212
11.089.875
9.742.965
10.366.676
8.833.152
5.933.607
-51,9
-30,3
+24,5
+181,1
-22,2
-53,2
+41,9
+33,8
-32,4
-14,0
+117,4
-59,5
+48,9
+85,2
+204,8
-19,8
-23,8
-4,7
-4,8
-40,4
-9,7
-47,8
+35,8
+132,1
+70,4
-28,8
-12,1
+6,4
-14,8
-32,8
raffronto coi livelli pre-crisi di 7 anni addietro (=2015 su 2008, primi 6 mesi):
Nota:
+13,0
+86,5
+50,6
Il TOT. ITALIA relativo a TUTTI I SETTORI (CIG ordinaria+straordinaria) ammonta per il primo semestre 2015 a
365,5 milioni di ore, in calo del 30,3% sui primi sei mesi 2014.
Fonte: INPS, elaborazioni Assocalzaturifici_07/2015
16