5. Preconsuntivo 2015_nota congiunturale
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5. Preconsuntivo 2015_nota congiunturale
L’industria calzaturiera italiana – Preconsuntivo 2015 Nota congiunturale Assocalzaturifici ASSOCALZATURIFICI ITALIANI Via Monte Rosa, 21 I-20149 Milano C.F. 80027170150 Telefono + 39 02 43829.1 Fax + 39 02 48005833 [email protected] www.assocalzaturifici.it INDICE L’INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA: PRECONSUNTIVO 2015 INTRODUZIONE ................................................................................................................ 3 PRODUZIONE E PREZZI ...................................................................................................... 3 INTERSCAMBIO COMMERCIALE ............................................................................................ 4 ORDINI .......................................................................................................................... 5 CONSUMI INTERNI ............................................................................................................ 6 OCCUPAZIONE E NATI-MORTALITA’ AZIENDALE ...................................................................... 6 CICLO INCASSI-PAGAMENTI E ACCESSO AL CREDITO ............................................................... 7 CONCLUSIONI .................................................................................................................. 8 TABELLE IL 2015 IN SINTESI – STIME DI PRECONSUNTIVO ................................................................. 9 I PRINCIPALI INDICATORI CONGIUNTURALI DELL’INDUSTRIA CALZATURIERA ............................ 10 EXPORT ITALIANO CALZATURE ........................................................................................... 11 IMPORT ITALIANO CALZATURE .......................................................................................... 13 SALDO COMMERCIALE SETTORE CALZATURIERO .................................................................... 15 CONSUMI DELLE FAMIGLIE ITALIANE .................................................................................. 16 CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI FILIERA PELLE .................................................................. 17 2 L’INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA: PRECONSUNTIVO 2015 *(I dati relativi all’andamento di produzione, prezzi e ordini sono stati elaborati sulla base dei risultati dell’indagine campionaria svolta presso gli Associati). INTRODUZIONE L’ultimo trimestre del 2015 non ha portato novità significative nel panorama congiunturale che aveva caratterizzato i mesi precedenti. Il 2015 si archivia così, per il calzaturiero italiano, con risultati inferiori alle attese, benché vada sottolineato come – nonostante i molteplici ostacoli sia sui mercati esteri che su quello nazionale – il settore sia riuscito a contenere la flessione dei livelli produttivi (inferiore all’1% in termini di valore), a conseguire nel fatturato estero un nuovo record (con incrementi delle vendite, anche a doppia cifra, in diverse aree di destinazione) e, per la prima volta dal 2011, a segnare un attivo nel saldo degli occupati, favorito anche dalle misure di stabilizzazione del Jobs Act. Il tutto in uno scenario sempre più articolato, dove recessione economica diffusa e tensioni geopolitiche hanno acuito la volatilità dei mercati. La competizione si è fatta ancora più serrata, aumentando il processo di selezione tra le imprese. I mercati extra-UE, che avevano trainato il comparto dopo la crisi mondiale del biennio 2008-2009, hanno mostrato più di un affanno, registrando nel 2015, al pari dell’anno precedente, un calo in quantità e una crescita modesta in valore (+4,7% nei primi 10 mesi). Le “dinamiche chiave” per sintetizzare la complessità della fase attuale sono, oltre ai consumi asfittici in Italia e in Europa (non certo una novità), il rallentamento della crescita in Far East (frenata dalla crisi economica giapponese e dalle turbolenze finanziarie in Cina) e, soprattutto, l’ulteriore crollo in Russia e nei Paesi dell’area CSI, dopo il calo del 2014. Gli effetti della crisi russa-ucraina, tuttora ben lungi dall’essere superati – cui si sono aggiunti la caduta del prezzo del petrolio e la stretta del credito bancario, che ha ridotto la possibilità di acquisto dei consumatori e dei buyer russi colpendo anzitutto i prodotti di fascia alta e lusso tipici del Made in Italy – stanno mettendo a dura prova la resistenza delle imprese. In particolare in alcuni distretti – come quelli marchigiani e romagnoli – con una forte propensione verso i mercati CSI (in Russia e Ucraina le aziende marchigiane realizzavano, sino al 2013, il 20% del loro fatturato estero). In sintesi, un ciclo economico chiaramente poco favorevole, abbinato ad un profilo di domanda non sufficientemente solido in molti mercati, ha generato nel 2015 performance non positive in diversi indicatori settoriali (in primis volumi prodotti ed esportati e saldo commerciale) benché i valori medi celino, come sempre accade, tendenze divergenti e non siano certo mancate imprese in crescita, anche significativa. La ripresa più volte auspicata, però, che sembrava essere iniziata in diversi settori dell’economia italiana, per il calzaturiero è, ancora una volta, rimandata. Le aspettative degli imprenditori per la prima metà del 2016 risultano improntate alla conferma delle condizioni attuali, sia con riferimento alla produzione (43% degli interpellati) che agli ordinativi. Il lento graduale recupero dei consumi interni e dell’attività produttiva dovrebbe proseguire nell’anno in corso, escludendo però miglioramenti apprezzabili in tempi rapidi. PRODUZIONE E PREZZI Anche a seguito di raffronti con trimestri via via meno favorevoli, durante il corso dell’anno la produzione calzaturiera ha visto ridursi il gap coi livelli non certo esaltanti del 2014, arrivando nell’ultima frazione ad un +0,4% in valore sull’analogo periodo dell’anno precedente (restando però inferiore di circa il 2,8% in volume). La stima di preconsuntivo riferita all’intero 2015 risulta pari, secondo le indicazioni del campione, al -2,9% in quantità, che fissa la produzione nazionale in circa 191,2 milioni di paia, 5,8 milioni in meno rispetto al 2014. Gli intervistati si dividono piuttosto equamente tra chi ha lamentato una flessione nei livelli produttivi (49%) e chi è riuscito almeno a confermare – se non ad incrementare – i volumi di un anno addietro: per il 19% la produzione è infatti rimasta stabile, a fronte di un 32% di indicazioni di crescita. 3 La percentuale di rispondenti con aumenti del 5% e oltre è decisamente limitata (11,6%), mentre di contro va sottolineato come, purtroppo, un’azienda su cinque contattata abbia subìto un calo superiore al 10% in termini reali. Combinando il risultato medio in volume – ottenuto attraverso opportuna ponderazione legata alle dimensioni delle singole aziende – con le dinamiche di prezzo segnalate dagli imprenditori (+0,3% sul versante interno e +2,7% sui mercati esteri in media), è possibile stimare una riduzione del valore della produzione Made in Italy pari al -0,7%, a 7,48 miliardi di euro. Per quanto concerne le previsioni degli imprenditori sull’andamento dell’output nella prima metà del 2016, diventa maggioritaria l’indicazione di stabilità (43% del campione), a scapito sia di coloro che si attendono una flessione (che scendono al 34%), sia degli ottimisti (23%). Risposte che confermerebbero il trend della raccolta ordini dell’ultimo trimestre 2015, sostanzialmente piatto. Coerentemente con quanto sopra esposto, il grado di utilizzo degli impianti – che risultava in media pari all’82% a dicembre 2015 – è previsto sugli stessi valori a giugno 2016. INTERSCAMBIO COMMERCIALE Le cifre ufficiali Istat evidenziano, per i primi 10 mesi 2015, un incremento delle esportazioni del +1,5% in valore, accompagnato però da un arretramento del 5,2% in volume, con un prezzo medio salito a 40,79 euro/paio (+7,1%). Il terzo trimestre è stato caratterizzato da una flessione non solo nelle quantità (analogamente alle due frazioni precedenti) ma anche in valore (-2,5% tendenziale), che ha portato ad un assottigliamento della crescita nominale (era +4,1% a metà anno); il successivo mese di ottobre è tornato, almeno in valore, sui livelli 2014, ma senza brillare (+0,3%). Complessivamente sono stati esportati, nei primi 10 mesi 2015, 179,8 milioni di paia, quasi 10 milioni in meno rispetto all’analogo periodo 2014 (e circa il 10% in meno rispetto ai livelli 2008, all’inizio della grave crisi economica internazionale), per 7,3 miliardi di euro. Tali dati comprendono, come sempre, sia la vendita all’estero di produzione realizzata in Italia che le operazioni di pura commercializzazione. Tutte le principali macro-aree geografiche di destinazione hanno registrato un segno positivo in valore, con le sole eccezioni di Unione Europea (-1,2%), cui sono dirette sette scarpe italiane su dieci vendute oltre confine, e Paesi dell’Est Europa e CSI (-31,6%). I flussi verso l’Unione Europea sono scesi del 5,3% in quantità, con andamento contrastante nei due storici mercati di riferimento: recupero in Germania (+0,9% valore e +4,8% volume); battuta d’arresto in Francia, dopo un quinquennio di costante espansione (-4,4% in valore e -10,7% in quantità), numeri che risentono certamente delle criticità che i grandi gruppi del lusso francesi – di cui molte aziende sono terziste – stanno sperimentando a loro volta in Russia e Estremo Oriente. L’export verso i mercati extra-UE, pur in calo globalmente del 5,2% in volume, mostra una crescita del 4,7% in valore, con prezzi medi in aumento di oltre 10 punti percentuali. La situazione più critica si è rivelata – come nel 2014 – quella relativa ai mercati dell’ex-Unione Sovietica, dove le vendite si sono ridotte nel complesso di circa 1/3, sia in quantità che in valore: in Russia il decremento è stato del 32% in volume, in Ucraina del 45%, in Kazakistan del 24%. Note incoraggianti vengono invece dalla Svizzera (+14,5% in valore e +3,1% in quantità), dal Medio Oriente (+7,4%, benché stabile in volume), e dagli Stati Uniti (+16,4% e +5,1% rispettivamente), divenuti il nostro secondo mercato in valore. Risultati altalenanti nel Far East, dove oltre che con la recessione giapponese (-13,3% quantità) gli operatori hanno dovuto fare i conti con il previsto rallentamento della Cina (-4,5% in volume, pur con un +16% in valore), dopo i ritmi di crescita serrati degli ultimi anni. Una frenata destinata peraltro ad accentuarsi, dal momento che ben il 73% degli imprenditori raggiunti dall’indagine di Assocalzaturifici presenti sul mercato cinese – interrogati lo scorso novembre sulle conseguenze degli eventi finanziari dell’estate (svalutazione dello yuan e crollo del listino alla borsa di Shanghai) sugli ordinativi della propria azienda – aveva dichiarato di aver subìto contraccolpi (“limitati” per il 37% del campione, “abbastanza consistenti” per il 24%, “molto rilevanti” per il 12%). Tali turbolenze vanno peraltro ad aggravare un contesto già mutato, per il mercato del lusso, in seguito alle norme governative cinesi anticorruzione. Né aiuteranno i nuovi crolli borsistici di avvio 2016 e l’accelerato deprezzamento monetario: si profila dunque un ulteriore peggioramento nei dati di interscambio dei mesi successivi verso il gigante asiatico. 4 Hong Kong e, soprattutto, Sud Corea evidenziano invece performance premianti: il primo mostra aumenti del 17% in valore e del 2,8% in volume a confronto con gennaio-ottobre 2014; la seconda un +33% in valore, con +23% in quantità. Da rimarcare infine come, rispetto al consuntivo 2014, l’aggregato Cina+Hong Kong abbia comunque guadagnato un posto nella graduatoria in valore dei principali clienti, salendo al quinto. La disaggregazione dell’export per distretto calzaturiero di origine – che a differenza dei dati nazionali, riferiti alle sole calzature finite, ha cadenza trimestrale e considera anche la componentistica, ed è per questo disponibile solo in valore – registra, con riferimento ai primi 9 mesi 2015, i migliori risultati per la Toscana, +3,2%, tradizionalmente votata al mercato nordamericano, seguita da Veneto (+1,9%) e Lombardia (+1,7%). Male invece Marche (-4%) ed Emilia Romagna (-7,9%), molto esposte verso Russia e area CSI, e la Campania (-9,7%). Passando all’analisi dal punto di vista merceologico, il 60% delle scarpe vendute all’estero presenta tomaio in pelle, comparto che ha evidenziato nei primi 10 mesi dell’anno una sostanziale stabilità in valore (-0,4%) ed una riduzione del 6,3% in quantità. Arretramenti in volume per quasi tutte le tipologie, con un -3,5% per le scarpe da passeggio (in leggero aumento però in valore, +3,1%), un -16,4% per i sandali e un -10% per scarponcini/stivali. Flessione anche per le calzature di sicurezza in pelle con puntale di metallo (-1,7% in quantità). Unica eccezione le sportive (+6,4%). A livello di segmento/utilizzatore, le scarpe in pelle destinate alla clientela maschile mostrano in quantità un calo più contenuto (-1,9%) rispetto alle calzature donna, scese del 9,1% (con un -1,1% in valore); frena il bambino (-11,7% volume e -15,7% valore). Con riferimento al trend dell’ultimo bimestre – di cui ad oggi l’unica indicazione ufficiale disponibile è l’incremento a doppia cifra delle vendite extra-UE in novembre – si ritiene che l’export possa aver registrato nell’insieme un aumento in valore ma ancora un calo in quantità (seppur meno pesante rispetto ai mesi antecedenti, attorno al -2%). Alla luce di ciò, la stima di preconsuntivo effettuata dall’Ufficio Studi di Assocalzaturifici per l’intero anno indica una contrazione delle esportazioni in volume attorno al -4,8% sul 2014 (a 204,6 milioni di paia), con una crescita in valore del 2% (a 8.559 milioni di euro, con il conseguimento dunque dell’ennesimo record). Per quanto concerne i flussi in entrata in Italia, la debole intonazione del mercato interno ha contribuito a mantenere l’import poco sotto i livelli del 2014 (289,4 milioni di paia nei primi 10 mesi, -0,9%), con una crescita però del 9,1% in valore. Frena la Cina in volume (-3,1%), nostro primo fornitore, il cui prezzo medio, benché in aumento di quasi il 20%, resta di poco sopra i 7 euro/paio (contro i 17,88 euro dagli altri Paesi). In diminuzione anche l’import dalla Romania (-6,8% in quantità), mentre crescono i flussi dal Vietnam, +15,7%. Quanto alle tipologie, segni positivi per le calzature in sintetico (+2,7% volume) e con tomaio in tessuto/materiali diversi (+10%); -8% (e stabili in valore) le scarpe in pelle. La crescita moderata dell’export in valore e il concomitante sensibile incremento delle importazioni hanno portato ad un assottigliamento del saldo commerciale (-6%), che pur resta largamente in attivo nei primi 10 mesi 2015 per oltre 3,4 miliardi di euro. Le proiezioni relative all’interscambio dell’ultimo bimestre (aumento in valore dell’export e contemporanea crescita, più debole, dell’import) portano a stimare a consuntivo 2015 un saldo attivo di circa 4,1 miliardi di euro, in flessione di quasi 4 punti percentuali rispetto all’anno precedente. ORDINI La raccolta ordini rilevata dall’indagine di Assocalzaturifici appare purtroppo in linea con il quadro congiunturale non esaltante complessivo: il portafoglio dell’ultimo trimestre 2015 descrive un arretramento degli ordinativi Italia (-3,4% in quantità), che smorza sul nascere le aspettative emerse dalla rilevazione precedente (che aveva fatto segnare, per il bimestre settembre/ottobre, un primo timido recupero sul mercato interno: +1,1%). Queste difficoltà segnalate dalle aziende – confermate dall’invarianza da esse prevista per gli ordini nella prima metà dell’anno in corso – sottendono come, malgrado comincino ad intravvedersi segnali di fine caduta nei dati sui consumi delle famiglie, per le imprese italiane la ripresa sul mercato interno (che pure rimane strategico, con oltre 28 milioni di paia annue prodotte ad esso destinate) sia ancora lontana. Sul fronte estero, invece, il dato della raccolta è positivo, +1,5% nell’insieme, pur se poco brillante. 5 Il dettaglio per Paese fotografato dalla rilevazione – condotta includendo, come consuetudine, i riordini – mostra lievi incrementi dai mercati UE (+1,2%), con un +2,2% per la Germania, indagata a parte, a conferma del recupero tratteggiato dalle cifre di export. Dagli USA le indicazioni maggiormente favorevoli (+5,3%): per 8 aziende su 10 ivi operanti interpellate gli ordinativi risultano stabili o in crescita; aumento del 2,9% per la categoria residuale “Altri mercati”, in cui rientrano anche i Paesi del Medio e Estremo Oriente (con l’eccezione del mercato nipponico, analizzato separatamente). Segni negativi, invece, connotano gli ordini Giappone (-4,3% in media: benché “stabile” per tre operatori su quattro, pochissime risultano le indicazioni di incremento, a fronte di quasi il 20% di diminuzione) e anzitutto Russia (-11,9%), ancora in piena crisi. Il dato complessivo del portafoglio – ponderato secondo la disaggregazione degli ordinativi presentata dal campione – si riassume in un esiguo +0,5% in volume rispetto a ottobre-dicembre 2014, con un carnet ordini – cioè il periodo di produzione assicurato dagli ordini in portafoglio – inferiore ai 3 mesi: davvero troppo poco per scorgervi una decisa inversione di tendenza nel panorama congiunturale a breve. Piena conferma viene anche dalle aspettative riguardo gli ordinativi nel primo semestre 2016, che risultano improntate alla stabilità. Sul fronte domestico, il 63% degli operatori interpellati prevede invarianza nella raccolta; la quota di coloro che si attende una riduzione ulteriore degli ordini, 21%, pur se superiore rispetto agli ottimisti (16%), appare in calo rispetto a quella rilevata nelle due precedenti indagini semestrali (38% a inizio 2015 e 33% a luglio), segno di un lentissimo miglioramento. Per quanto concerne le attese per il portafoglio “estero”, metà del campione indica stabilità (49%) e aumenta, rispetto all’interno, la quota di ottimisti (24%). Al tempo stesso, però, il 27% degli imprenditori è pessimista e prevede un calo, condizionato soprattutto dalle scarse novità sul versante russo e dal raffreddamento in diversi emergenti. CONSUMI INTERNI Per l’ottavo anno consecutivo gli acquisti delle famiglie registrano a consuntivo un segno negativo in volume, benché la flessione 2015 sia decisamente meno rilevante rispetto al triennio precedente e non siano mancati durante l’anno segnali (come la tenuta degli acquisti in agosto o, ancor più di recente, l’incremento di dicembre nell’ordine del 2%, sia in quantità che spesa) di rallentamento della caduta e a favore di una ripartenza dei consumi, che potrebbe essere sostenuta – come evidenziano più analisi economiche – dal migliorato clima di fiducia delle famiglie e dalla crescita del reddito disponibile, cui contribuisce l’attuale fase di bassa inflazione. Nonostante il confortante andamento degli acquisti a dicembre, però, anche l’ultimo trimestre dell’anno ha chiuso in terreno negativo (-1,2% in volume e -0,2% in spesa), e i dati finali a consuntivo elaborati per Assocalzaturifici dal Fashion Consumer Panel di Sita Ricerca denotano flessioni dell’1,2% in quantità e del 2,4% in spesa su gennaio-dicembre 2014, con prezzi medi in ribasso dell’1,3%. Un trend comune, purtroppo, anche agli altri componenti del comparto abbigliamento-pelletteriacalzature. Le scarpe destinate alla clientela maschile risultano le più colpite (-3,3% in volume), seguite dal segmento donna (-2,2%, malgrado gli incrementi per le tipologie “polacchetti/desert boot” e “tempo libero”); scende dell’1,7% la pantofoleria. Recuperi marginali si rilevano invece per le sportive/sneakers e per le calzature per bambini (+0,8% in quantità per entrambe le voci). Queste ultime sono le uniche a far segnare un (debole) segno positivo in termini di spesa: +0,5%; per gli altri segmenti, contrazioni comprese tra il -1,2% delle sportive e il -5,4% delle scarpe uomo. Sconti/svendite/saldi mantengono un peso superiore al 50% sulle vendite complessive, a conferma di un’attenzione al prezzo sempre molto elevata. OCCUPAZIONE E NATI-MORTALITA’ AZIENDALE Il dato relativo all’occupazione rappresenta uno degli spunti favorevoli nel commento a un quadro congiunturale annuo nel complesso sottotono. Dopo un triennio di erosioni (che hanno comportato la perdita di 4.300 posti di lavoro) il numero di addetti del settore nel 2015 ha smesso di scendere: favorito dall’entrata in vigore delle misure del Jobs Act ha registrato un aumento pari a 432 unità 6 (+0,6%) su dicembre 2014 (che salgono a +635 unità, con un +0,7%, se si allarga il campo di osservazione includendo i produttori di componentistica). E’ proseguito, invece, il processo di selezione tra le imprese: il saldo negativo risulta a fine anno di 95 aziende, -1,9% (-190 se si comprendono anche i produttori di parti). Con riferimento a fine dicembre si contano così 4.936 calzaturifici, tra industria e artigianato, con 77.042 addetti diretti. Il numero medio di addetti per azienda risulta di 15,6 unità (+2,5%). Dai dati diffusi da Infocamere-Movimprese relativi all’aggregato “Calzaturifici + Produttori di componentistica per calzature”, di cui è disponibile il dettaglio territoriale, emerge come tutte le regioni a vocazione calzaturiera abbiano registrato una flessione nel numero di aziende (in Toscana e nelle Marche i saldi più penalizzanti, -71 e -41 unità rispettivamente), con la sola eccezione della Campania (+8 aziende). Mentre per quanto riguarda la forza lavoro impiegata, se in diverse regioni si è evidenziato un recupero (Veneto e Puglia in primis), non così è stato per le Marche (-1,6% rispetto al consuntivo 2014) e per l’Emilia Romagna (-1,5%), le più colpite dalla drammatica caduta della domanda dai Paesi CSI. Le indicazioni del campione di Associati interpellato in merito ai livelli occupazionali attesi per il primo semestre 2016 convergono sulla stabilità (78% dei rispondenti). Nel resto del campione, però, prevalgono le previsioni di diminuzione della forza lavoro impiegata (14%) piuttosto che aumento (8%). Il prolungarsi delle difficoltà congiunturali potrebbe ulteriormente attenuare – come avvenuto nell’ultimo trimestre – gli effetti positivi delle novità legislative sull’occupazione, se non addirittura annullarli del tutto. Frena considerevolmente nel 2015 (-35%) il numero di ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzate nell’Area Pelle (=calzaturifici + componentistica + pelletterie + concerie). In calo tutte le componenti: -22% le ore di CIG ordinaria; -42% la CIG straordinaria in senso stretto; -37,3% quella in deroga. Va tenuto conto che il dato della componente ordinaria risulta influenzato dal blocco autorizzativo disposto da INPS finalizzato all’allineamento delle procedure alle disposizioni normative introdotte dal decreto legislativo N.148/2015: in sostanza, nel periodo tra il 24 settembre, data di entrata in vigore del decreto, e il 2 dicembre, data di pubblicazione della relativa circolare applicativa, INPS ha bloccato le autorizzazioni delle richieste di CIG ordinaria pervenute. Tale sospensione ha ovviamente incrementato la riduzione delle ore di cassa ordinaria autorizzate (scese del 48% nell’ultimo trimestre, che però già nei primi 9 mesi segnavano un -12%). Tutte le principali regioni mostrano una marcata contrazione delle ore complessive di CIG rispetto al 2014, comprese le Marche (che a 9 mesi registravano invece un +2,4%): con 4,2 milioni (-17,6%) costituiscono comunque di gran lunga l’area produttiva con il maggior numero di ore autorizzate nel 2015. Il raffronto col 2008 (cioè all’inizio crisi economica mondiale) mostra ancora per la filiera, nel totale CIG nazionale, un +38% rispetto ai livelli di allora. Solo la CIG ordinaria è, anche in virtù della peculiarità sopra specificata circa l’ultimo trimestre, al di sotto di allora (-6,9%). Va infine osservato come la variazione 2015 sull’anno precedente per l’Area Pelle (-34,9%) risulti in linea con il Totale Italia riferito a tutti i settori (sceso del 35,6%). CICLO INCASSI-PAGAMENTI E ACCESSO AL CREDITO Sostanzialmente stabili nel secondo semestre 2015, secondo l’indagine di Assocalzaturifici, sia i tempi di pagamento delle aziende verso i propri fornitori sia quelli di incasso presso la clientela, nonostante tra questi ultimi, come già più volte accaduto in passato, emerga qualche segnale di allungamento, in particolare dai clienti italiani. Con riferimento ai tempi di pagamento delle forniture, le risposte convergono decisamente sull’invarianza, sia sul versante estero (83% del campione) che su quello interno (78%). Relativamente alle tempistiche di incasso, sebbene la stabilità venga segnalata dalla maggioranza dei rispondenti sia nei rapporti con i clienti esteri (77%) che con quelli italiani (64%), nei rapporti con questi ultimi una percentuale non trascurabile di imprenditori ha denunciato una tendenza all’allungamento dei termini (31%), con aumento delle tensioni nel ciclo finanziario delle aziende. Mentre al tempo stesso, sull’altro fronte, cioè i finanziamenti concessi dal sistema bancario alle aziende calzaturiere, l’indagine di Assocalzaturifici sulle condizioni di accesso al credito ha ribadito nuovamente l’assenza di miglioramenti di rilievo: per il 71% dei rispondenti la situazione attuale è invariata rispetto ad un anno addietro, mentre per un significativo 20% è addirittura peggiorata. 7 Solo il 9% ha indicato un miglioramento: in crescita rispetto alla rilevazione di un anno addietro (allora 5%), ma ancora troppo marginale per rispecchiare mutamenti significativi del quadro creditizio. CONCLUSIONI I dati di preconsuntivo relativi all’andamento del calzaturiero nel 2015 offrono una duplice lettura. Da un lato essi descrivono un anno certamente non favorevole: la ripresa non si è manifestata, sostituita da primi, e a volte sporadici, segnali di attenuazione di dinamiche negative o comunque poco premianti: questo con riferimento ai consumi interni, ad esempio, o alla raccolta ordini e alla produzione. Non tutti sono riusciti a superare questa fase delicata, come testimonia l’ulteriore contrazione nel numero di imprese attive. Molteplici sono peraltro gli ostacoli che hanno impedito la ripartenza: la stagnazione ormai cronica della domanda in Italia ed Europa, il crollo degli ordini in Russia e nei paesi dell’ex blocco sovietico, il protrarsi della crisi economica in Giappone e degli sconvolgimenti finanziari che hanno colpito in estate la Cina e da lì si sono estesi contagiando le principali borse mondiali, le oscillazioni valutarie, un’evoluzione della situazione geopolitica mondiale non certo ottimale. In un tale scenario, il settore – grazie alla qualità indiscussa dei prodotti, ad attente politiche di pricing e agli sforzi degli operatori nella ricerca di mercati o nicchie alternativi – è riuscito a limitare la perdita nei livelli produttivi, a confermare (registrando anzi un leggero incremento) il fatturato estero e a mantenere, malgrado un assottigliamento, il saldo della bilancia commerciale sopra i 4 miliardi di euro di attivo. L’occupazione – attraverso i meccanismi di stabilizzazione previsti dalle recenti norme sul lavoro – è tornata a registrare un aumento, benché insufficiente a recuperare la perdita subita nel solo 2014. Il 2016 si è aperto all’insegna della prudenza, senza grossi cambiamenti: la speranza è che un miglioramento generale dell’economia mondiale possa presto ridare slancio alla domanda in mercati strategici sino a ieri trainanti (quali CSI e Cina), per fornire quanto prima una boccata di ossigeno alle imprese, facendo ripartire gli ordini. Milano, 12 febbraio 2016 8 IL 2015 IN SINTESI – STIME DI PRECONSUNTIVO L'INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA Preconsuntivo 2014 2015 Var % -0,7% -2,9% PRODUZIONE* Milioni di Euro Milioni di paia 7.531,19 197,0 7.481,53 191,2 EXPORT Milioni di Euro Milioni di paia 8.389,11 215,0 8.559,14 ° 204,6 ° +2,0% -4,8% (comprensivo delle reimportazioni) Milioni di Euro Milioni di paia 4.144,01 329,7 4.477,99 ° 325,5 ° +8,1% -1,3% SALDO COMMERCIALE Milioni di Euro 4.245,09 4.081,16 ° -3,9% 5.031 76.610 4.936 77.042 -1,9% +0,6% 4,6 12,4 17,0 3,6 7,5 11,1 -22,0% -39,7% -34,9% (comprensivo delle riesportazioni) IMPORT N° AZIENDE (calzaturifici) N° ADDETTI diretti Cassa Integrazione Guadagni Area Pelle - Ordinaria Milioni di ore - Straordinaria Milioni di ore - Totale Milioni di ore Fonte: Stime Assocalzaturifici * Produzione 2015 = Stime di preconsuntivo sulla base dei risultati dell'indagine a campione svolta tra gli Associati; ° Export e Import: stime e proiezioni Assocalzaturifici a 12 mesi sulla base dei dati ISTAT disponibili. 9 I PRINCIPALI INDICATORI CONGIUNTURALI DELL’INDUSTRIA CALZATURIERA Andamento 2015 e previsioni 1° semestre 2016 Δ Q.tà prodotte preconsuntivo 2015 -2,9% Stabilità 1° sem. 2016 Δ Valore produzione preconsuntivo 2015 -0,7% gen-dic 2015 +0,3% dinamica prezzi interni Stabilità 1° sem. 2016 dinamica prezzi esteri gen-dic 2015 +2,7% Stabilità 1° sem. 2016 Capacità produttiva dicembre 2015 82% 82% giugno 2016 Consumi delle famiglie (spesa) gen-dic 2015 -2,4% Consumi delle famiglie (q.tà) gen-dic 2015 -1,2% Esportazioni (valore) gen-ottobre 2015 +1,5% Esportazioni (q.tà) gen-ottobre 2015 -5,2% Importazioni (valore) gen-ottobre 2015 +9,1% Importazioni (q.tà) gen-ottobre 2015 -0,9% Termini di pagamento interni Stabili Termini di pagamento esteri Stabili Termini di incasso interni Lieve aumento Termini di incasso esteri Stabili AZIENDE/ADDETTI N° aziende N° addetti (dicembre 2015) Calzaturifici 4.936 (-95 su dic.2014; -1,9%) Occupazione Utilizzo C.I.G. Area Pelle* I° sem. 2016 gen-dic 2015 77.042 (+432 su dic.2014; +0,6%) Stabile/Lieve flessione -34,9% di cui: C.I.G. ordinaria* C.I.G. straordinaria totale straordinaria in senso stretto straordinaria in deroga -22,0% -39,7% -42,0% -37,3% Elaborazioni e stime Assocalzaturifici I dati relativi all’andamento di produzione, prezzi e ordini sono stati elaborati sulla base dei risultati dell’indagine campionaria svolta presso gli Associati * La diminuzione delle ore di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria evidenziata è ascrivibile anche al blocco autorizzativo disposto da INPS e finalizzato all’allineamento delle procedure alle disposizioni normative introdotte dal d.lgs.N.148/2015. 10 EXPORT ITALIANO CALZATURE andamento nei primi 10 mesi 2015 rispetto ai primi 10 mesi 2014 Analisi per materiale di tomaio Gennaio – Ottobre 2015 Materiale di tomaio PELLE/CUOIO SINTETICO PANTOFOLE GOMMA TESS./MAT.DIV. TOTALE EXPORT VARIAZIONE % 15/14 Valore Quantità P.M. (Milioni Euro) (000 paia) Euro 5.876,37 602,01 53,70 31,98 771,47 7.335,53 106.732 39.530 6.990 2.955 23.635 179.843 55,06 15,23 7,68 10,82 32,64 40,79 Valore -0,4 -0,4 +13,3 -6,2 +20,5 +1,5 Quantità -6,3 -6,6 -6,0 -10,6 +3,7 -5,2 P.M. +6,3 +6,7 +20,6 +4,9 +16,2 +7,1 Analisi per Paese Ranking valore 1) Francia 2) USA 3) Germania 4) Svizzera 5) Regno Unito 6) Hong Kong 7) Russia 8) Spagna 9) Belgio 10) Paesi Bassi 11) Cina 12) Giappone 13) Austria 14) Corea del Sud 15) Emirati Arabi 16) Canada 17) Polonia 18) Turchia 19) Grecia 20) Rep. Ceca ... 26) Ucraina ... 33) Kazakistan ... TOTALE EXPORT PRINCIPALI PAESI DI DESTINAZIONE Gennaio – Ottobre 2015 Valore Quantità P.M. (Milioni Euro) (000 paia) Euro VARIAZIONE % 15/14 Valore Quantità P.M. 1.131,82 832,62 818,66 724,45 465,18 299,80 298,58 250,67 240,89 214,13 194,45 167,00 142,52 115,87 110,59 85,07 74,98 72,03 67,24 63,06 32.624 12.014 29.888 10.457 11.265 2.096 4.074 9.100 6.049 6.398 1.415 2.440 4.382 1.234 1.519 1.698 2.759 1.470 3.618 2.917 34,69 69,30 27,39 69,28 41,30 143,02 73,29 27,55 39,83 33,47 137,43 68,43 32,53 93,91 72,81 50,09 27,18 48,99 18,58 21,61 -4,4 +16,4 +0,9 +14,5 +4,5 +17,0 -34,3 +8,2 -3,6 -3,7 +16,0 -8,6 -4,7 +32,6 +7,6 +5,6 -2,3 +4,5 -7,4 -9,3 -10,7 +5,1 +4,8 +3,1 -4,1 +2,8 -31,9 +3,0 -6,9 -2,8 -4,5 -13,3 -4,1 +22,8 -12,2 -11,7 -9,6 -1,6 -10,3 -14,0 +7,1 +10,7 -3,7 +11,1 +8,9 +13,8 -3,5 +5,0 +3,6 -1,0 +21,4 +5,4 -0,6 +8,0 +22,5 +19,7 +8,1 +6,2 +3,3 +5,5 33,22 412 80,67 -39,5 -44,6 +9,1 27,16 379 71,66 -25,1 -23,6 -2,0 7.335,53 179.843 40,79 +1,5 -5,2 +7,1 Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT 11 Analisi per aree geografiche di destinazione Gennaio – Ottobre 2015 Valore Quantità P.M. ITALIA – EXPORT (Milioni €) Unione Europea (UE28) Altri Paesi Europei Paesi Est Europa e CSI* Africa Settentrionale Altri Paesi d’Africa America Settentrionale America Centrale e del Sud Medio Oriente Altri Paesi d’Asia Oceania Diverse TOTALE EXPORT - Altri Paesi europei - Paesi Est Europa e CSI - Africa Settentrionale - Diverse Euro 3.848,28 830,52 422,88 23,14 45,20 917,72 66,88 234,71 888,08 55,05 3,07 7.335,53 126.349 12.750 7.350 1.100 2.357 13.713 1.853 4.891 8.241 1.201 37 179.843 30,46 65,14 57,54 21,04 19,18 66,92 36,10 47,98 107,77 45,83 83,30 40,79 -1,2 +13,0 -31,6 -0,8 -1,7 +15,3 +12,8 +7,4 +13,2 +15,1 +25,9 +1,5 -5,3 +2,5 -27,7 -15,6 -11,3 +2,7 -6,7 -0,6 -3,6 +19,2 +73,4 -5,2 +4,3 +10,2 -5,4 +17,5 +10,7 +12,3 +21,0 +8,0 +17,4 -3,5 -27,4 +7,1 388,16 5.301 73,23 -33,1 -31,7 -2,0) (* di cui mercati "area CSI": Nota: - Unione Europea a 28 (000 paia) VARIAZIONE % 15/14 Valore Quantità P.M. = Francia, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Grecia, Portogallo, Spagna, Austria, Finlandia, Svezia, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Rep.Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Croazia; = Ceuta, Melilla, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Isole Faer Oer, Andorra, Gibilterra, Turchia; = Albania, Bosnia-Erzegovina, Ex R.Jug. Macedonia, Serbia, Montenegro, Kosovo e mercati dell’area CSI (Ucraina, Bielorussia, Moldavia, Russia, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan); = Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Sudan; = Paesi e territori indeterminati o non specificati; punti e depositi franchi; provviste di bordo. Analisi Export valore anno 2015 per mese e trimestre (Var.% su analogo periodo 2014) 25 20 15 +6,5 10 5 +9,3 +8,4 +4,0 +0,7 +0,3 0 -5 -1,9 -1,0 -1,9 -5,3 -10 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre 20 15 +7,4 10 5 +1,6 +0,3 0 -2,5 -5 -10 I Trimestre II Trimestre III Trimestre Ottobre Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT 12 IMPORT ITALIANO CALZATURE andamento nei primi 10 mesi 2015 rispetto ai primi 10 mesi 2014 Analisi per materiale di tomaio Gennaio – Ottobre 2015 Materiale di tomaio PELLE/CUOIO SINTETICO PANTOFOLE GOMMA TESS./MAT.DIV. TOTALE IMPORT VARIAZIONE % 15/14 Valore Quantità P.M. (Milioni Euro) (000 paia) Euro 2.128,14 828,00 65,02 21,47 864,89 3.907,52 96.680 88.930 29.716 2.668 71.444 289.438 22,01 9,31 2,19 8,05 12,11 13,50 Valore -0,4 +23,9 -3,9 -13,7 +26,5 +9,1 Quantità -8,1 +2,7 -6,9 -21,3 +9,8 -0,9 P.M. +8,3 +20,6 +3,3 +9,7 +15,2 +10,1 Analisi per Paese PRINCIPALI PAESI DI ORIGINE Ranking valore 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) ... Cina Romania Belgio Paesi Bassi Vietnam Francia Spagna Bosnia Erz. Albania Indonesia India Germania Tunisia Rep. Ceca Bulgaria Regno Unito Svizzera Cambogia Serbia Ex R.Jug.Macedonia TOTALE IMPORT Gennaio – Ottobre 2015 Valore Quantità P.M. (Milioni Euro) (000 paia) Euro VARIAZIONE % 15/14 Valore Quantità P.M. 833,63 367,68 315,36 301,12 297,65 264,70 176,97 134,18 125,70 120,96 106,06 102,78 98,57 65,92 63,19 56,08 53,28 45,15 45,03 31,05 117.534 21.926 13.200 10.139 19.282 11.821 11.309 10.205 10.826 7.019 6.955 5.537 6.551 2.821 5.178 1.405 403 2.951 2.425 1.646 7,09 16,77 23,89 29,70 15,44 22,39 15,65 13,15 11,61 17,23 15,25 18,56 15,05 23,37 12,20 39,90 132,20 15,30 18,57 18,86 +15,7 -7,8 +11,3 +11,5 +32,1 +33,8 +1,3 -7,7 -12,7 +28,0 -5,4 +7,7 -3,0 +40,0 +0,0 -4,5 +18,1 +35,0 +3,7 -14,8 -3,1 -6,8 -6,3 +1,9 +15,7 +24,3 -3,1 -0,8 -10,3 +18,4 -8,2 -0,7 -3,3 +40,5 -9,4 -23,2 -14,2 +22,5 -3,8 -8,6 +19,4 -1,1 +18,9 +9,4 +14,2 +7,6 +4,5 -7,0 -2,7 +8,2 +3,1 +8,5 +0,3 -0,3 +10,4 +24,4 +37,6 +10,3 +7,8 -6,7 3.907,52 289.438 13,50 +9,1 -0,9 +10,1 Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT 13 Analisi per aree geografiche di provenienza Gennaio – Ottobre 2015 Valore Quantità P.M. ITALIA – IMPORT (Milioni €) Unione Europea (UE28) Altri Paesi Europei Paesi Est Europa e CSI Africa Settentrionale Altri Paesi d’Africa America Settentrionale America Centrale e del Sud Medio Oriente Altri Paesi d’Asia Oceania Diverse TOTALE IMPORT Nota: - Unione Europea a 28 - Altri Paesi europei - Paesi Est Europa e CSI - Africa Settentrionale - Diverse (000 paia) 1.863,00 69,17 360,82 110,05 0,49 6,97 13,17 5,10 1.477,99 0,75 0,01 3.907,52 VARIAZIONE % 15/14 Valore Quantità P.M. Euro 93.837 1.760 26.838 7.103 35 88 1.173 26 158.542 34 0 289.438 19,85 39,29 13,44 15,49 14,13 79,05 11,23 197,83 9,32 21,95 49,84 13,50 +6,9 +24,5 -9,2 -5,1 -34,8 +41,6 +11,5 +43,1 +18,5 +97,4 -66,9 +9,1 -1,0 +18,4 -6,4 -5,3 -39,7 +4,5 -5,2 -0,1 +0,2 +415,6 -61,9 -0,9 +8,0 +5,2 -3,0 +0,1 +8,0 +35,5 +17,6 +43,3 +18,2 -61,7 -13,0 +10,1 = Francia, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Grecia, Portogallo, Spagna, Austria, Finlandia, Svezia, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Rep.Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Croazia; = Ceuta, Melilla, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Isole Faer Oer, Andorra, Gibilterra, Turchia; = Albania, Bosnia-Erzegovina, Ex R.Jug. Macedonia, Serbia, Montenegro, Kosovo e mercati dell’area CSI (Ucraina, Bielorussia, Moldavia, Russia, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan); = Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Sudan; = Paesi e territori indeterminati o non specificati; punti e depositi franchi; provviste di bordo. Analisi Import valore anno 2015 per mese e trimestre (Var.% su analogo periodo 2014) +22,8 25 20 +15,1 +15,2 15 10 +10,6 +8,8 +7,9 +10,0 +1,7 5 0 -5 -1,9 -0,5 Settembre Ottobre -10 Gennaio 20 Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto +15,1 +8,8 15 +6,3 10 5 0 -0,5 -5 -10 I Trimestre II Trimestre III Trimestre Ottobre Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT 14 SALDO COMMERCIALE SETTORE CALZATURIERO PRIMI 10 MESI 2014 EXPORT IMPORT SALDO COMMERCIALE PRIMI 10 MESI 2015 Variaz. % 15/14 VALORE PAIA P.M. VALORE PAIA P.M. (Milioni Euro) (Milioni) Euro (Milioni Euro) (Milioni) Euro 7.228,27 3.581,19 189,8 292,1 3.647,08 -102,3 38,08 12,26 7.335,53 3.907,52 179,8 289,4 3.428,01 -109,6 VAL 40,79 13,50 QTA +1,5 +9,1 -5,2 -0,9 -6,0 -7,1 INTERSCAMBIO COMMERCIALE CALZATURE Andamento nei primi 10 mesi degli anni 2005-2015 EXPORT gennaio/ottobre 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Valore Quantità (Milioni di Euro) (Milioni di PAIA) Prezzo medio (Euro) 5.276,16 5.614,94 6.056,37 6.160,73 5.045,08 5.701,14 6.465,20 6.631,88 6.975,01 7.228,27 7.335,53 215,5 213,2 216,8 198,6 167,1 191,5 201,3 186,8 191,4 189,8 179,8 24,48 26,34 27,94 31,02 30,19 29,77 32,12 35,50 36,45 38,08 40,79 Raffronto con la situazione “pre-crisi” di sette anni addietro (primi 10 mesi 2015 su analogo periodo 2008): +19,1% in valore; -9,5% in quantità; +31,5% nel prezzo medio. IMPORT gennaio/ottobre 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Valore Quantità Prezzo medio (Milioni di Euro) (Milioni di PAIA) (Euro) 2.490,47 2.784,57 2.809,68 2.872,13 2.804,10 3.213,05 3.532,03 3.358,58 3.335,88 3.581,19 3.907,52 289,1 321,4 348,4 313,7 274,1 311,6 314,6 267,9 269,4 292,1 289,4 8,62 8,66 8,07 9,16 10,23 10,31 11,23 12,54 12,38 12,26 13,50 Raffronto con la situazione “pre-crisi” di sette anni addietro (primi 10 mesi 2015 su analogo periodo 2008): +36,0% in valore; -7,7% in quantità; +47,5% nel prezzo medio. Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT Nota: nell’analisi dell’interscambio commerciale sono stati utilizzati i dati ISTAT provvisori, sia per il 2015 che per gli anni precedenti, per permettere un raffronto omogeneo. 15 MERCATO ITALIA Gennaio-Dicembre 2015 (preconsuntivo) rispetto a Gennaio-Dicembre 2014 CONSUMI DELLE FAMIGLIE ITALIANE SPESA CORRENTE Genn-Dic 2014 Genn-Dic 2015 Milioni di EURO Milioni di EURO UOMO (sneakers escluse) 1.153,98 1.091,70 -5,4 % DONNA (sneakers escluse) 2.307,77 2.258,23 -2,1 % 365,99 367,68 +0,5 % 2.063,30 2.038,24 -1,2 % 528,93 506,85 -4,2 % 136,30 332,04 60,59 130,96 315,70 60,19 -3,9 % -4,9 % -0,7 % 6.419,96 6.262,71 -2,4 % Genn-Dic 2014 Genn-Dic 2015 Var. % 15/14 PAIA (000) PAIA (000) UOMO (sneakers escluse) 17.228 16.655 -3,3 % DONNA (sneakers escluse) 44.322 43.333 -2,2 % BAMBINI/RAGAZZI 12.578 12.676 +0,8 % SPORTIVE E SNEAKERS 41.968 42.311 +0,8 % Pantofole/Zoccoli/Ciabatte 41.808 41.092 -1,7 % 10.963 24.655 6.191 10.643 24.087 6.362 -2,9 % -2,3 % +2,8 % 157.904 156.067 -1,2 % Genn-Dic 2014 Genn-Dic 2015 Var. % 15/14 EURO EURO UOMO (sneakers escluse) 66,98 65,55 -2,1 % DONNA (sneakers escluse) 52,07 52,11 +0,1 % BAMBINI/RAGAZZI 29,10 29,01 -0,3 % SPORTIVE E SNEAKERS 49,16 48,17 -2,0 % Pantofole/Zoccoli/Ciabatte 12,65 12,33 -2,5 % 12,43 13,47 9,79 12,30 13,11 9,46 -1,0 % -2,7 % -3,3 % 40,66 40,13 -1,3 % (prezzi al dettaglio) BAMBINI/RAGAZZI SPORTIVE E SNEAKERS Pantofole/Zoccoli/Ciabatte - di cui per uomo - di cui per donna - di cui bambini/ragazzi Totale SPESA (milioni Euro) QUANTITA' - di cui per uomo - di cui per donna - di cui bambini/ragazzi Totale PAIA (000) Prezzi medi al paio (al dettaglio) - di cui per uomo - di cui per donna - di cui bambini/ragazzi Totale P.M. (Euro) Var. % 15/14 Fonte: SITA RICERCA 16 CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI FILIERA PELLE Anno 2015 ORE AUTORIZZATE PER TRATTAMENTI DI INTEGRAZIONE SALARIALE a favore di operai e impiegati Situazione C.I.G. Gennaio-Dicembre 2015 rispetto a Gennaio-Dicembre 2014 Settore di attività: “Pelli, cuoio e calzature” C.I.G. Ordinaria C.I.G. Straordinaria di cui: straord. in senso stretto straord. in deroga TOTALE C.I.G. di cui: Primo trimestre Secondo trimestre Terzo trimestre Quarto trimestre 12 mesi 2014 Ore 4.626.141 12.420.081 12 mesi 2015 Ore 3.606.328 7.493.612 Var. % 6.275.537 6.144.544 3.642.010 3.851.602 -42,0 -37,3 17.046.222 11.099.940 -34,9 4.494.549 4.338.603 2.759.404 5.453.666 2.659.156 3.274.451 2.208.644 2.957.689 -40,8 -24,5 -20,0 -45,8 15/14 -22,0 -39,7 Ore autorizzate per regione (ordinarie+straordinarie) 12 mesi 2014 Ore 717.277 2.227.970 2.067.593 138.197 868.731 2.384.848 72.606 5.141.595 30.709 248.602 930.087 2.183.598 34.409 17.046.222 Piemonte Lombardia Veneto Friuli V.G. Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Campania Puglia Altre regioni TOT. Territorio Nazionale 12 mesi 2015 Ore 133.981 1.484.359 1.380.067 31.225 391.233 1.453.305 59.992 4.235.994 29.044 196.690 856.432 779.472 68.146 11.099.940 Var. % 15/14 -81,3 -33,4 -33,3 -77,4 -55,0 -39,1 -17,4 -17,6 -5,4 -20,9 -7,9 -64,3 +98,0 -34,9 ANDAMENTO ANNI PRECEDENTI, periodo Gennaio-Dicembre CIG 12 mesi 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Var. % su anno precedente Ordinaria Straordinaria tot. CIG Totale Ordinaria Straord.tot. CIG Totale 7.817.337 3.837.775 2.940.879 3.873.816 11.379.740 6.838.905 3.900.984 5.972.627 7.227.638 4.626.141 3.606.328 3.974.253 5.338.464 3.229.648 4.170.508 11.741.068 22.847.828 15.432.932 14.117.918 13.274.815 12.420.081 7.493.612 11.791.590 9.176.239 6.170.526 8.044.324 23.120.808 29.686.734 19.333.916 20.090.545 20.502.453 17.046.222 11.099.940 -50,9 -23,4 +31,7 +193,8 -39,9 -43,0 +53,1 +21,0 -36,0 -22,0 +34,3 -39,5 +29,1 +181,5 +94,6 -32,5 -8,5 -6,0 -6,4 -39,7 -22,2 -32,8 +30,4 +187,4 +28,4 -34,9 +3,9 +2,1 -16,9 -34,9 raffronto coi livelli di 7 anni addietro (=anno 2015 su anno 2008): Nota: -6,9 +79,7 +38,0 Il TOT. ITALIA relativo a TUTTI I SETTORI (CIG ordinaria+straordinaria) ammonta per il 2015 a 677,3 milioni di ore, in calo del -35,6% sull’anno 2014. Fonte: INPS, elaborazioni Assocalzaturifici_02/2016 17