Tutto sua madre - Cinema Primavera

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Tutto sua madre - Cinema Primavera
sta pubblico e critica da 15 anni. Applausi confinati Oltralpe,
s'intende, ma questa trasposizione, già premiata alla
'Quinzaine des Réalisateurs' di
Cannes 2013, arriva nelle nostre sale per scoprire l'arcano:
la commedia i francesi la fanno
meglio. Sono più versatili, coraggiosi, disinibiti e, senza quasi inventare nulla, sanno innovare come pochi, aprire il compasso dei registri e dei sottogeneri e trovare la quadratura del
cerchio: 'Tutto sua madre'
quanti
nostri
registi/
drammaturghi/attori potrebbero
farlo? Sulla carta tanti, sullo
schermo nessuno. (...) siamo
dalle parti dell'Almodóvar meno
fracassone e più intimo, ma
Gallienne imbarca anche tonalità (anti)borghesi già care a
Marco Ferreri e diorami esistenziali à la Wes Anderson,
sciorinando una chicca dopo
l'altra, sempre tenuto sotto osservazione dalla mamma (la
interpreta lui stesso in versione
drag, immaginatevi una Catherine Deneuve algida e imperativa): dalle lezioni di flamenco in
Spagna, dove impara la parte
della donna, alla clinica per
ricchi e malmessi in cui la teutonica Diane Kruger gli serve
un clistere che non si dimentica. Si parte dal palcoscenico,
ma l'eredità teatrale non è un
cappio; si dribblano le tentazioni sit-com e i tranelli confessio-
nali; si apre - l'analisi retrospettiva di Gallienne non deve essere stata indolore - al lavaggio
pubblico dei privati panni sporchi, mettendo in centrifuga identità sessuale, confusione e
riappropriazione di genere,
narcisismo d'attore e macerazione di uomo. Senza appesantire di un solo grammo un
film ilare, lieve e stilisticamente
ineccepibile, già concluso nel
titolo sintomatico e perfido: 'I
ragazzi - i due fratelli maggiori
- e Guillaume, a tavola', con cui
la madre imbandiva la sua categorica divisione dei ruoli. Che
farà Guillaume, si ostinerà nella parte in cui le altrui aspettative l'hanno relegato o resetterà
Mercoledì8ottobre,ore16.30-19.00-21.00
Giovedì 9 ottobre, ore 19.00 - 21.00
Un film di Pupi Avati,
con Riccardo Scamarcio e Sharon Stone
Davide è un pubblicitario ansioso e
insoddisfatto col sogno di scrivere
qualcosa di bello, di vero. Quando
suo padre, uno sceneggiatore di film
di serie B, muore suicida, Davide si
trasferisce a Roma dove incontra la
bella Ludovica, un'editrice
interessata a pubblicare un libro
autobiografico che il papà di Davide
aveva intenzione di scrivere. Il libro lo
scriverà lui, come se a farlo fosse
suo padre, aiutandolo a riconciliarsi
MERCOLEDI 1° OTTOBRE 2014, ORE 16.30-19.00-21.00
GIOVEDI 2 OTTOBRE 2014, ORE 19.00-21.00
Il cast tecnico.
Regia, soggetto e sceneggiatura:
Guillaume Gallienne. Direttore
della fotografia: Glynn
Speeckaert. Montaggio: Valérie
Deseine. Scenografia: Sylvie
Olivé. Costumi: Olivier Bériot.
Musiche: Marie-Jeanne Serero.
Origine: Francia, 2013.
Gli interpreti. Guillaume
Gallienne (Guillaume/madre),
André Marcon (padre), Françoise
Fabian (Babou), Nanou Garcia
(Paqui), Diane Kruger (Ingeborg),
Reda Kateb (Karim), Götz Otto
(Raymund), Brigitte Catillon (zia
d'America), Carole Brenner (zia
poliglotta).
Durata: 1h25.
La trama. Guillaume ama sua
madre fino a confondersi con lei,
replicandone i gesti e la voce,
ribadendone il potere. Inviso al
padre e ai fratelli, prepotenti e
virili, Guillaume si convince di
essere una ragazza. Motivo di
imbarazzo per quella famiglia
“bon chic, bon genre”, Guillaume
viene allontanato e costretto in
collegi maschili, dove scopre a
sue spese di essere un ragazzo.
Alla ricerca della sua identità e
della sua voce, troverà il suo
Certi film sono come formule
matematiche. Prima non c'erano,
poi ci sono. E tutto cambia. Più
che invenzioni (finzioni), sono
insomma scoperte (verità). Ma
nella vita capita anche di scoprire
se stessi, a volte. E se oltre alla
fortuna, rara, di scoprirsi (c'è chi
va anni in analisi senza riuscirci),
si ha il dono di saperlo raccontare, ecco il miracolo: un film unico
come 'Tutto sua madre', in originale 'Les garçons et Guillaume, à
table!', ovvero 'I ragazzi e Guillaume, a tavola!'. La signora Gallienne 'sapeva' da sempre, infatti,
che il suo terzo figlio era gay, e
Guillaume Gallienne è cresciuto
così, nell'ammirazione (e nell'emulazione) sconfinata di questa
mamma ingombrante e un po'
rigida, come capita nelle famiglie
altoborghesi. Ma comunque amatissima se tanti anni dopo,
diventato un grande attore della
Comédie Française, e scoperto
chi era veramente (la madre aveva torto...), Guillaume ha deciso
di rievocare gli anni della sua
crescita in uno spettacolo in cui
ricopriva tutti i ruoli. Per poi trarne un film in cui fa 'solo' se stesso e sua madre, lasciando ad
altri i ruoli dei familiari e dei tanti
personaggi che incrocia nel suo
esilarante percorso. Fratelli indifferenti, zie terrificanti, compagni di college, medici militari,
massaggiatori tedeschi, naturalmente psicanalisti (molti psicanalisti). Tutte figure che a elencarle sembrano cliché, ma vengono illuminate da una luce insieme garbata e fortissima, gentile e spietata, come la doppia
interpretazione del paffuto, intrepido, adorabile Guillaume. Che,
ormai 40enne dà a se stesso
adolescente e a sua madre (ai
suoi sguardi, ai suoi gesti, ai
suoi silenzi) accenti e movenze
di finezza unica. Mai visto nessuno mettere a nudo con tanta
grazia e umorismo non solo la
propria storia intima, ma quel
balletto invisibile, quel caleidoscopio di figure non sempre
geometriche che chiamiamo
identità. Non una forma ma un
susseguirsi vorticoso di forme,
tutte provvisorie. Che spesso,
come dimostra in modo clamoroso Guillaume, servono solo a
adeguarci alle aspettative altrui,
fino a perderci completamente
di vista. Una storia molto singolare, insomma, che alla fine riguarda ognuno di noi. Qualcuno, in patria, gli ha rimproverato
un eccesso di leggerezza. Gli
lasciamo volentieri tutta la pesantezza del mondo.
FABIO FERZETTI
IL MESSAGGERO
23 GENNAIO 2014
Uscito lo scorso novembre, 'Tutto
sua madre' è diventato in Francia
(con oltre 2 milioni di spettatori) il
'caso' della stagione. (...) Tutto gira
intorno a Guillaume. Il Guillaume
del titolo originale, che sarebbe
stato bello lasciare intatto, o tradurre fedelmente (anche se 'Tutto sua
madre' è una bella trovata): 'Les
Garçons et Guillaume, à la table!'
significa letteralmente «i ragazzi e
Guillaume, a tavola!». La mamma,
nel film, chiama così a raccolta per
la cena i tre figli... tutti maschi! Solo
che due di loro sono belli atletici e
un po' fessi, quindi sono indiscutibilmente «garçons», maschi; mentre
il terzo, Guillaume, è bruttino, non
ama gli sport ed è un po' effeminato... Si tratta di una frase pronunciata davvero dalla madre del Guillaume protagonista e regista, e veniamo al dunque: 'Tutto sua madre' è
scritto, diretto, pluri-interpretato,
vissuto, partorito da Guillaume
Gallienne (...) attore/autore di straordinario talento. (…) Questo per
dire che 'Tutto sua madre', oltre che
divertente e sociologicamente interessante, è anche amabilmente
cinefilo: un mix nel quale i francesi
sono maestri (pensate anche al
premio Oscar 'The Artist') e sul
quale noi italiani, sempre più spesso, caschiamo fragorosamente. La
scarsa qualità cinematografica
delle nostre commedie, per quanto
buffe, è uno dei motivi che le rende
inesportabili (...). Tutto sua madre è
un sapiente andirivieni fra la messinscena teatrale e le avventure di
Guillaume in giro per il mondo (e
per la propria coscienza in divenire). Da giovane va in Spagna come «ragazzo alla pari», e per venti
minuti il film diventa una farsa alla
Almodovar; poi i genitori, disperati,
lo spediscono in un college inglese
- e l'atmosfera è a metà fra
'Another Country' e un film di Ivory.
E così via. Il ritmo e l'intelligenza
delle trovate non vengono mai
meno. La cura del doppiaggio (di
Francesco Vairano) e la voce di
Gallienne (affidata a Paolo Macedonio) sono una garanzia, ma se vi
capita sott'occhio l'edizione originale non fatevela sfuggire.
ALBERTO CRESPI
L’UNITÀ
23 GENNAIO 2014
Il cinema francese - benché
ignobilmente penalizzato dalle
nomination agli Oscar - è vivo e
vegeto soprattutto perché sperimenta storie e stili senza sosta
né censure. Come dimostra
l'ennesimo caso d'oltralpe incarnato da 'Tutto sua madre' (titolo infelice, ancorché più
plausibile per le nostre platee
dell'originale 'Les Garçons et
Guillaume, à la table!'), una
commedia singolare e non manichea dedicata all'accidentata
conquista di una definitiva iden-
tità sessuale da parte di un adolescente effeminato che ama
travestirsi da principessa Sissi.
Guillaume Gallienne, regista e
sceneggiatore, ha il fegato di
mettersi in scena anche come
protagonista di un girotondo di
spiccato gusto teatrale in cui
combatte contro una madre possessiva e ossessiva, un padre
virilista allo spasimo e fratelli ben
poco collaborativi e affettuosi. Le
disavventure del giovane ritenuto
inguaribilmente gay sono esilaranti, ma non cadono mai nella
volgarità fine a se stessa e costeggiano gli infiniti cliché (per
così dire pro e contro) della tematica valorizzando un cast come di consueto spumeggiante.
Con almeno uno scambio di battute cult «Mamma, io non credo
di essere gay» e la politically
correct genitrice di rimando: «Ma
sei sicuro? Non sarà solo una
fase?».
VALERIO CAPRARA
IL MATTINO
23 GENNAIO 2014
Dal teatro al cinema, mettendo
in scena il proprio vissuto: difficile, 'vergognoso', ambiguo, irrisolto, dannatamente divertente.
È 'Tutto sua madre' ('Les garçons et Guillaume, a table!'),
scritto, diretto e doppiamente
interpretato da Guillaume Gallienne, a partire dalla sua pièce
omonima che in Francia conqui-