HAITI: ESPERIENZE DI SCAMBIO E COOPERAZIONE TRA
Transcript
HAITI: ESPERIENZE DI SCAMBIO E COOPERAZIONE TRA
DA UNA SCUOLA DI MONTAGNA ALLA COSTRUZIONE DI UNA RETE CONTADINA DI RESISTENZA L’esperienza della Rete Radiè Resch a Dofinè Report 2005 Quella che vogliamo raccontare è la storia di un incontro tra la Rete Radiè Resch di Padova e una comunità contadina sulla montagna haitiana, la comunità di Dofiné. Ci vorrebbe molto tempo per raccontare bene questa storia, per questo abbiamo preparato dei materiali che vi possono aiutare a capire quanto dovremo per forza essere veloci. Cominciamo dai soggetti dell’incontro: da una parte la Rete Radiè Resch, un’associazione di solidarietà internazionale, che cerca di essere il più possibile partecipativa e non burocratica, raccoglie fondi attraverso l’autotassazione dei suoi membri e li utilizza per sostenere piccoli progetti di liberazione, coscientizzazione, formazione in paesi del sud del mondo; dall’altra una piccola comunità contadina haitiana, in una zona isolata di montagna, difficilmente raggiungibile, priva di strade, energia elettrica, telefono, strutture scolastiche, sanitarie, commerciali. La proposta di sostenere una scuola di base autogestita dalla comunità a Dofiné ci viene fatta da Franz Grandoit, un sacerdote haitiano ben conosciuto dall’Assopace, che ce ne parla durante una sua visita in Italia con una delegazione haitiano-dominicana nel 1993. Ci piace molto l’idea di entrare in relazione con una realtà haitiana anche perché già sosteniamo un progetto di una cooperativa di contadini che hanno occupato in modo nonviolento delle terre in R. Dominicana, a Dajabon, proprio sulla frontiera haitiana. E’ un po’ una scommessa al buio, ma decidiamo di provare. Per 2 anni la nostra relazione sarà solo epistolare, scambieremo lettere con Dadoue Printemps, animatrice della comunità e fondatrice della scuola, ma solo nell’estate del ’95, dopo il ritorno di Aristide, riusciamo a recarci ad Haiti, a conoscere Dadoue e a visitare la comunità di Dofiné. Dofiné non è segnata nelle carte geografiche, non ci sono indicazioni stradali per raggiungerla. Dofiné quasi non esiste: si lascia la piccola città di Verrettes nella verde pianura dell'Artibonite e si comincia a salire, su una pista malamente tracciata, verso la montagna. Più si sale e più il verde si dirada e lascia il posto ai colori smorti dell’erosione. Arrivati in cima ad una collina, si deve proseguire a piedi per circa un'ora di cammino in discesa, verso un ruscello e una valletta verde, Dofiné. Non c’è un centro abitato, ma una serie di casupole sparse nel territorio e un unico edificio in muratura, uno stanzone col pavimento di cemento e il tetto di lamiera che è scuola, chiesa, luogo di riunione. E’ da questo stanzone, gremito di uomini donne bambini che sono venuti a conoscerci in una mattina di domenica del 2 luglio del ’95, che comincia una svolta nelle relazioni tra noi e loro ed inizia un percorso insieme che dura ormai da 15 anni e che ha fatto crescere noi e loro aldilà di ogni aspettativa. Ora a Dofiné c’è una scuola per l’infanzia, una scuola di base (500 bambini che altrimenti sarebbero rimasti analfabeti perché le scuole più vicine sono a 3-4 ore di cammino), una scuola professionale, corsi di alfabetizzazione per gli adulti (quando parlo di scuole vi prego di non pensare a scuole come le nostre: qui si lavora nella povertà e nella precarietà assoluta); da anni diamo delle borse di studio che permettono a un certo numero di ragazze e ragazzi di continuare gli studi nella capitale o in altre città; queste ragazze e ragazzi, una volta diplomati diventano insegnanti, formatori, ausiliari di salute a Dofiné. Ma a Dofiné c’è soprattutto un’organizzazione contadina, l’FDDPA, Fos pou Defann Dwa Payzans Aysien (forza per difendere i diritti dei contadini haitiani), una piccola, povera e tenace organizzazione che lotta per condizioni di vita umane, per il riconoscimento dei diritti fondamentali, per il recupero della terra. «La terra, per i contadini haitiani è tutto: senza la terra non c’è cibo e non c’è vita, senza la terra inizia la schiavitù per le famiglie haitiane» dicono i membri dell’FDDPA. La terra è tutto, eppure di terra i contadini haitiani ne coltivano sempre meno. La distribuzione della proprietà, le politiche agrarie ed economiche hanno ridotto quella che era la colonia più produttiva delle Americhe sull’orlo del collasso economico ed ambientale. Dal 1804 a oggi, tra dittature e occupazioni straniere che lasciarono il posto ad altre dittature, il paese non riesce a trovare pace. E questa assenza di pace sociale ha tra le cause e gli effetti più rilevanti la distribuzione della terra. Gli “agrari”, i grandons, padroni di terre e terre, delle pianure irrigue e delle valli produttive, esercitano un potere incondizionato volto a mantenere e a consolidare la loro proprietà. I contadini piccoli proprietari sono relegati nelle colline brulle e in continua erosione per effetto del disboscamento che inizia ad Haiti fin dai tempi della colonia e continua fino ad oggi. Ora che il livello di aridità e erosione è tale da rendere difficile l’agricoltura, una delle principali attività di sussistenza è la ricerca di legna (spesso ormai si raccolgono radici e arbusti) per fare carbone da vendere nei mercati. Il carbone da legna è ad Haiti la principale fonte di energia termica. Ma coltivare, per i contadini haitiani, oltre che difficile per motivi “ambientali”, è economicamente sconveniente: la sovranità alimentare per cui lottano i contadini nei loro piccoli appezzamenti, oltre alla siccità, alla povertà del terreno, alle violenze dei grandi proprietari terrieri, deve fare i conti anche con la concorrenza dei prodotti, stranieri, dell’agricoltura industrializzata che invadono i mercati locali. Ciò spesso scoraggia la popolazione che arriva ad abbandonare il lavoro rurale per vivere “di carbone” o delle rimesse di qualche parente emigrato in Florida. Anche i contadini della zona di Dofiné hanno perso la proprietà delle loro terre per non aver potuto saldare a tempo debito i debiti contratti con il grandon per far fronte ad un periodo di siccità e carestia. La terra “persa” resta incolta, le famiglie perdono la loro fonte di sussistenza primaria, il tessuto locale (economico e sociale) si impoverisce. Ma i contadini dell’FDDPA credono nell’organizzazione, nella partecipazione e praticano il coumbite, una forma di lavoro collettivo della terra: “i vicini” lavorano reciprocamente nelle terre di ciascuno oppure lavorano la terra insieme per dividerne i frutti. Il coumbite a Dofiné assume allora il significato di lotta per i diritti. Durante il coumbite una persona suona un tamburo per ritmare il lavoro. Nei coumbites dell’FDDPA i contadini accompagnano il lavoro con i canti della loro lotta per la terra. Le radici della partecipazione a Dofiné, in questa comunità sparsa nelle montagne, le ha innestate proprio il lavoro di Dadoue Printemps, cominciando a fare scuola per i bambini: scuola e orto scolastico. La comunità ha cominciato a interrogarsi, a pensarsi protagonista. E da cosa nasce cosa. La comunità, partecipando, esplicita bisogni e cerca soluzioni, soluzioni povere ma praticabili e in grado di incidere sul contesto e sulla consapevolezza delle proprie possibilità: un dispensario per i farmaci, un “vivaio” per provare a rimboschire la montagna brulla. Nasce l’organizzazione delle donne che si riuniscono da sole, prendono coscienza dei loro diritti e cercano insieme modalità che permettano autonomia economica, formano una cooperativa che consente loro di creare una bottega di beni di prima necessità e di iniziare piccole attività produttive come l’allevamento di pecore, polli, maiali, liberandole dalla schiavitù della raccolta di legna per produrre carbonella (grazie a un piccolo progetto di microcredito). Questa esperienza di partecipazione e organizzazione contadina contagia altre comunità, realtà diverse, con diversi problemi e modi diversi di affrontarli, i contadini si organizzano anche a Fondol, dipartimento Ovest, e poi a Marrouge, dipartimento Nordovest e il cammino continua: i contadini escono dal loro villaggio, viaggiano, incontrano gli altri, scoprono diversità e problemi comuni. Intanto a Dofinè viene al pettine il nodo della terra: i contadini organizzati iniziano a rivendicare la proprietà della terra che, dicono, «deve nutrire chi la coltiva». Organizzano il lavoro sulle terre che vogliono recuperare: seminano e raccolgono. La repressione non manca e i più esposti vengono attaccati dai macoutes, gli uomini del grande proprietario. Un membro dell’FDDPA viene fatto a pezzi col machete, altri sono costretti a passare le notti fuori casa, a organizzare ronde per tenere alla larga queste persone. Quel po’ di istituzioni esistenti fanno la loro parte arrestando i contadini che disturbano i sonni fragili del grandon. Tutto questo processo di crescita avviene sotto i nostri occhi: più volte in questi anni ci siamo recati ad Haiti, abbiamo conosciuto l’ospitalità della fanmi di kay miss yo, la casa di Dadoue a Cabaret, dove vive una grande famiglia allargata che va dai bambini di 3-4 anni ai giovani che studiano alle scuole superiori e lavorano nei dispensari, abbiamo raggiunto Dofiné dove abbiamo trascorso giornate insieme ai ragazzi della scuola professionale, visitato la scuola di base, partecipato alle riunioni dei contadini e delle donne; insieme a loro siamo stati a Fondol, abbiamo viaggiato fino a Marrouge. Abbiamo condiviso momenti di gioia, ma anche momenti molto drammatici e difficili, segnati dalla morte, la persecuzione, il carcere. Abbiamo anche voluto che le nostre amiche e i nostri amici venissero in Italia, per far sentire la loro voce, portare la loro testimonianza, ma anche far loro incontrare realtà di formazione, coscientizzazione, cooperazione che potessero essere loro di aiuto. Questo ci ha permesso di allargare il cerchio della solidarietà ad altre realtà oltre a quella della Rete R.R. ed ora ci sono cooperative, scuole, singole persone che condividono e sostengono il percorso della comunità di Dofiné e di quante e quanti sono in relazione con essa in Haiti. Una rete di resistenza contadina Chi va ad Haiti si accorge che il tessuto sociale esistente è frutto dell’azione popolare, dato che lo Stato è in dissoluzione e mostra cedimenti strutturali già dal 1995. Le comunità che Dadù ha avvicinato - e quindi accompagnato fedelmente nelle loro rivendicazioni ai bisogni primari costituiscono oggi una rete di relazioni tra realtà anche lontane; è in atto un processo di consolidamento delle comunità, a partire dal momento educativo/formativo, e nel contempo queste comunità stanno costruendo un tessuto sociale che affronta la miseria e la fame, l’assenza dello Stato, la grande proprietà della terra, e – crediamo - anche la sfiducia nella vita perché il paese è abbandonato a se stesso (interessanti al riguardo le critiche che le comunità esprimono rispetto agli interventi della comunità internazionale). Oggi osserviamo che, dall’iniziativa originaria – che la Rete chiama “operazione Dofinè” – si è sviluppato un progetto pensato e gestito dalle comunità haitiane organizzate localmente, a cui collaboriamo con una condivisione che va al di la del contributo economico e a cui dobbiamo dedicarci con responsabilità. Il concetto di progetto – solitamente confinato ad una iniziativa peculiare – viene superato dal processo in atto di una realtà in continua e positiva evoluzione, pur tra mille difficoltà. Tutto ciò avviene, infatti, in un contesto terribilmente violento e precario. I Progetti avviati Le attività complessive che da 10 anni sono state messe in atto e che tutt’ora esistono riguardano: - Istruzione e formazione: scuola di base e scuola professionale a Dofinè circa 600 alunni frequentano annualmente la scuola di base; gli insegnanti sono spesso ex alunni, le strutture e le attrezzature scolastiche sono minime, le metodologie creative e prevedono anche – ad esempio - l’intervento di esperti esterni; la scuola professionale per giovani funziona durante i fine settimana e ha carattere di stage; la scuola delle madri a Marrouge prevede l’alfabetizzazione e si inserisce in una formazione degli adulti trasversale a tutte le comunità; le borse di studio per ragazze/i di Dofiné e Marrouge che hanno l’obiettivo di offrire una formazione superiore. - organizzazione contadini: prende caratteristiche diverse a seconda delle zone: FDDPA a Dofiné con produzione per autoconsumo, vivai, riforestazione, recupero terre grandon; Gaiac a Fondol che affronta il grave problema della mancanza d’acqua; Foyer S.Anne a Marrouge in cui si coltivano terre comunitarie. - organizzazione delle donne: un settore fondamentale del tessuto sociale, vista l’importanza del ruolo della donna; in particolare le iniziative riguardano: - la costruzione e gestione di un panificio e le gestione di una cooperativa beni prima necessità, la gestione di un fondo per piccoli crediti utilizzati per l’allevamento di piccoli animali e la lavorazione dei prodotti agricoli (Dofinè); - una cooperativa per beni di prima necessità a Fondol; - la scuola delle madri, e un panificio a Marrouge; - nel campo della salute: ambulatorio clinico a Fondol, Dofinè, Marrouge, Tomà; operano anche distribuendo farmaci a costi simbolici, vaccinando la popolazione, dando una formazione sanitaria di base. Importante anche il recupero della medicina tradizionale, attraverso i “medecins feuilles” e “femmes sages”, integrando le conoscenze popolari con la medicina convenzionale. - accoglienza ed educazione nella casa comune Kay miss yo a Cabaret di bambine e bambini , senza famiglia o con famiglia che non sono in grado di provvedere a loro. Sappiamo inoltre di altre esperienze che stanno crescendo ora in altre località, come comunità per malati di aids. Tutti possiamo contribuire Questi interventi sono il frutto di una grande rete di relazioni che ci collega ad altri soggetti, sia in Haiti che qui in Italia (le cooperative sociali Angoli di Mondo e Idee Verdi, il Comune di Mestrino, la scuola elementare “Ricci Curbastro” di Padova e l’istituto tecnico di Tolmezzo). Importanti anche le conoscenze reciproche attraverso i viaggi (viaggiamo dal 1995). La rete Radiè Resch in tutto questo tempo ha contribuito con circa 150.000 euro, attraverso importi modesti ma regolari. A nostro avviso questo dimostra che con pochi fondi, senza strutture di cooperazione intermediarie, ma costruendo delle relazioni concrete, si può generare un processo di crescita significativo e sostenibile. HAITI : OPERAZIONE DOFINE’ “ALFABETIZZAZIONE PRIMARIA E SVILUPPO COMUNITARIO” Presentazione generale Haiti è tra i paesi più poveri del mondo e senza dubbio il più povero dell'emisfero occidentale. Fa parte dei paesi caraibici e divide con la Repubblica Dominicana il territorio dell’isola. La maggioranza della popolazione soffre una povertà estrema: in soli 15 anni si è passati dal 48% di popolazione al di sotto del livello di povertà (1976) all'80% circa del momento storico attuale. Queste cifre indicano anche un notevole deficit energetico-alimentare che è ormai cronico, soprattutto a carico dei bambini, con un consumo medio giornaliero di sole 1900 cal. contro le 2200 cal. minime indicate dalla FAO. Nei quartieri marginali della capitale, come nel caso di Citè Soleil che in uno spazio di soli 5 Kmq ammassa 200.000 persone senza servizi di nessun tipo (una situazione che Andea Rivas, giornalista cileno, definisce senza paragone con le favelas di Rio de Janeiro) si mangia solo due o tre volte alla settimana: la gente muore di fame e malattie, una situazione unica in tutta America Latina. La produttività dell'agricoltura haitiana non è in grado di far fronte alle necessità della popolazione che aumenta con un ritmo del 2% annuo; l'isola soffre di una crisi senza precedenti, aggravando la situazione la preoccupante situazione ambientale. Haiti è un importatore netto di alimenti: nel 1993 le importazioni di prodotti agricoli è stata di 157.2 milioni di dollari, mentre le esportazioni hanno prodotto solo 40 milioni di dollari. L'agricoltura del piccolo produttore soddisfa solo il 60-70% del fabbisogno interno. Ciò nonostante il 65% della forza lavoro risiede e lavora in maggioranza nelle campagne. Si mettono a coltura terreni sempre più marginali, montagnosi e pendenti, distanti e dispersi nel territorio. Il disboscamento, pur essendo una inevitabile conseguenza storica di abusi e politiche fondiarie errate, avanza molto rapidamente: - solo il 3% del territorio haitiano può essere considerato boschivo (nel 1950 era calcolato in 18%); - l'erosione idrica, stimata dalla FAO ormai ad un "punto di non ritorno": considerando uno strato di 2,5-3 cm di profondità, ogni anno vanno al mare circa 40.000 tonnellate di terreno utile, lasciando scoperta la roccia madre. Le multinazionali hanno preso il sopravvento durante l'occupazione USA dal 1915 al 1934, occupando oltre 178.000 Ha di terreno irrigabile per la coltivazione della canna da zucchero, del banano e del cotone. Presentazione della zona di Dofiné Dofiné è la 5^ sezione della provincia di Vèrette che si trova nel Dipartimento dell' Artibonite. Dofiné ha una popolazione di 8-9mila abitanti. Dista 21 Kilometri da Verette, ossia 5 ore di cammino a piedi per chi sa camminare, altrimenti sono di più. La popolazione è formata da contadini i quali lottano contro la carenza d’acqua che non permette loro una coltivazione sicura. Le terre di questa località sono aride e per questo non rendono. Le uniche piante che si possono coltivare sono il mais e i fagioli ma dobbiamo dire che la maggior parte di queste terre sono in mano a latifondisti. La maggior parte dei contadini lavorano terre in affitto e non hanno alternative per sopravvivere ogni anno. I giovani tendono a lasciare la terra per emigrare verso la capitale Port-au-Prince, con l’illusione di un lavoro e di una vita più facile. Speranza disattesa puntualmente. A Dofinè ogni dieci bambini, tre soffrono di "malnutrizione"; lo stesso succede con gli adulti e gli anziani che soffrono di tubercolosi. Sviluppo del progetto Il progetto, richiesto dagli insegnanti della scuola di Dofinè, prevede la contribuzione al pagamento di parte dei salari degli insegnanti, alla costruzione di semplici edifici scolastici, all’acquisto di materiale scolastico e di alimenti. Il sostegno della Rete Radié Resch alla comunità contadina di Dauphiné per permettere il funzionamento di una scuola di base e di un corso di formazione professionale dura ormai dal 1993. In questo periodo abbiamo visitato quattro volte la comunità e abbiamo avuto quattro visite in Italia, rispettivamente di Dadoue E. Printemps, fondatrice della scuola e «accompagnatrice» della comunità nel suo cammino di crescita, nel 1996 in occasione del Convegno nazionale della Rete; di Jean Bonnelus, giovane che ha usufruito di una nostra borsa di studio ed ora è attivo nel lavoro di formazione nella comunità, nel 1999; di Mérandieu Céus e Margot Saint-Louis, membri della comunità di Dofiné e attivisti dell’organizzazione FDDPA, accompagnati da Jean Bonnelus, nel 2002 (in occasione del Convegno nazionale della rete, a cui però non sono riusciti a partecipare); ancora di Dadoue nell’ottobre 2003, invitata a partecipare all’ONU dei Popoli a Perugia. In questi anni abbiamo potuto verificare la crescita quantitativa e qualitativa della scuola e della comunità: la scuola di base accoglie ogni anno circa 600 bambini; il corso di formazione professionale di durata triennnale ha già diplomato una quarantina di giovani, ragazzi e ragazze, che sono impegnati nella scuola di base, nelle cooperative contadine, nella catechesi, nelle comunità locali. Tutto questo nonostante la situazione del paese sia sempre più critica sotto tutti gli aspetti, economico, ambientale, politico e sociale e nonostante la comunità abbia dovuto affrontare catastrofi naturali e persecuzioni da parte dei latifondisti e della polizia. Nell’estate del 2002 sono riprese le angherie nei confronti dei contadini che rivendicano la proprietà della terra; Mèrandieu Cèus ed altri due contadini sono stati arrestati, imprigionati e maltrattati e la loro liberazione ha richiesto un forte impegno, anche economico, da parte della comunità. Abbiamo perciò ritenuto giusto sostenerla moralmente e materialmente lanciando un’iniziativa di solidarietà tra le reti e non solo. Inoltre negli ultimi anni la comunità di Dofiné ha creato relazioni con altre comunità contadine del paese (a Fondol nell’Ovest e a Marrouge nel Nordovest), basate sulla solidarietà e la volontà di costruire una rete di organizzazioni contadine unite nel’impegno per costruire insieme condizioni di vita più degne. Per sostenere questo cammino, la Rete di Padova, con la collaborazione della Rete di Isola Vicentina e di altre persone e gruppi, da anni ha creato delle borse di studio per ragazze e ragazzi di Dofiné e di altre zone del paese che mettono a disposizione delle loro comunità le competenze così acquisite. Nel 2002 è iniziato, con il contributo di una cooperativa sociale di Padova “Angoli di mondo”, un lavoro di formazione che ha dato vita ad un piccolo progetto di microcredito alle donne di Dofiné nel tentativo di promuovere piccole attività produttive: i gruppi di donne coinvolti nel progetto hanno investito i prestiti nell’allevamento di animali da cortile, pecore, capre e maiali, migliorando le condizioni di vita di tante famiglie senza reddito. Ma al centro di tutto resta la scuola di base, strumento fondamentale per lo sviluppo della comunità. Noi crediamo che questa scuola deve continuare ad essere sostenuta perché è il minimo che possiamo fare per porre dei semi di giustizia e fraternità in una realtà sempre più dimenticata del mondo.