Euro/Dollaro: mesi decisivi tra salvataggio Grecia ed elezioni

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Euro/Dollaro: mesi decisivi tra salvataggio Grecia ed elezioni
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Euro/Dollaro: mesi decisivi tra salvataggio Grecia ed elezioni presidenziali
Usa
Andamento del cambio Euro Dollaro in previsione di due avvenimenti importanti come gli interventi per il
salvataggio della Grecia e le lezioni presidenziali negli Stati Uniti.
Il pair eur/usd dopo aver stazionato in area neutrale per qualche settimana ha registrato segnali di cedimento
tanto da chiudere l’ultima seduta dell’ottava appena terminata a 1,2823, con una flessione dello 0,87% dopo
aver registrato un massimo settimanale a 1,294 sulla scia delle mutate previsioni macroeconomiche globali.
Gli ultimi dati macroeconomici provenienti dalla Cina e dagli Stati Uniti si aggiungono al pessimismo che aleggia
sull’Eurozona, in cui si attendendo nelle prossime ore maggiori chiarimenti sul futuro della Grecia, che appare
tutt’altro che scontato.
Il dato sul mercato del lavoro in Usa, tra i più sensibili rispetto al cambio euro/usd, è andato meglio del previsto
ma non è riuscito a riscaldare l’entusiasmo degli investitori. Nel mese di ottobre sono stati creati ben 171 mila
posti di lavoro, contro una previsione degli analisti per 125 mila unità. Il tasso di disoccupazione ha registrato
invece una variazione peggiorativa, passando dal precedente 7,8% al 7,9%.
La tendenza del cambio negli ultimi giorni ha registrato segnali di debolezza, anche per via di un ritrovato
rilassamento dei leader europei che hanno concluso con un nulla di fatto l’ultimo vertice Eurogruppo. In questo
momento oltre che la situazione politica statunitense, in vista delle elezioni di novembre, il focus principale è sulla
risoluzione delle tensioni elleniche.
La posizione tedesca rimane ancora molto dura, e il premier Antonis Samaras non intende piegarsi alla richiesta
di interventi di rigore immediati, chiedendo di contro, una proroga di due anni per ridare respiro al Paese.
Non si escludono poi nuovi attacchi speculativi su Spagna e Portogallo, con la prima che sta per lanciare
ufficialmente la bad bank, per sostenere le banche iberiche, sovraesposte alle macerie dell’immobiliare locale. Il
Paese vive una situazione di forte recessione con una disoccupazione al 25%. La recente riduzione degli spread
potrebbe esser soltanto momentanea.
Il recupero dell’euro, partito dal noto vertice Eurogruppo del 28 e 29 giugno potrebbe aver tempi brevi a meno di
una maggior determinazione dei leader europei e di decisioni in merito al processo di unificazione bancaria e
fiscale.
Per quanto riguarda invece il dollaro, è fondamentale l’esito delle prossime elezioni in quanto la vittoria dei
Repubblicani potrebbe condizionare fortemente la politica monetaria seguita dalla Fed, con l’incognita del futuro
dell’attuale presidente Ben Bernanke. Altro fattore da non sottovalutare il Fiscal Cliff che, con il termine del
pacchetto di sgravi ed incentivi che risalgono all’era Bush potrebbero portare il Paese in recessione.
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