Untitled - Feltrinelli
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SUSAN CAIN QUIET IL POTERE DEGLI INTROVERSI IN UN MONDO CHE NON SA SMETTERE DI PARLARE Traduzione di Carlo Prosperi i grandi TaSCaBiLi BOMPiani SuSan Cain, Quiet. The Power of Introverts in a World that Can’t Stop Talking Copyright © 2012 by Susan Cain All rights reserved Published in the United States by Crown Publishers, an imprint of the Crown Publishing Group, a division of Random House, Inc., New York. Le scale BIS/BAS a p. 224 copyright © 1994 by the American Psychological Association. Adattate con permesso da “Behavioral Inhibition, Behavioral Activation, and Affective Responses to Impending Reward and Punishment: The BIS/BAS Scales.” Journal of Personality and Social Psychology 62(2): 319-33. L’uso di informazioni dell’APA non ne implica l’approvazione. © 2012/2014 Bompiani / RCS Libri S.p.A. Via Angelo Rizzoli 8 – 20132 Milano ISBN 978-88-452-7765-8 I edizione Tascabili Bompiani ottobre 2014 Alla famiglia in cui sono cresciuta “Una specie animale composta interamente da generali Patton non avrebbe alcun futuro, così come una razza in cui fossero tutti Van Gogh. Preferisco pensare che la terra ha bisogno di atleti ma anche di filosofi, di sex symbol ma anche di pittori e scienziati. Degli affabili e dei duri, dei freddi e degli emotivi. Ha bisogno di chi è capace di dedicare tutta la vita a contare le goccioline secrete dalle ghiandole salivari del cane in questa o quella situazione, ha bisogno di chi sa raccontare il colore dell’aurora in un esametro dattilico o scandagliare per venticinque pagine i pensieri di un bambino che nel letto, al buio, aspetta che la mamma venga a dargli il bacio della buonanotte… Doti o capacità fuori dalla norma presuppongono che sia stata sottratta energia ad altri ambiti della vita.” Allen Shawn Nota dell’autrice Ufficialmente lavoro a questo libro dal 2005, in realtà da quando sono adulta. Ne ho affrontato i temi parlando o corrispondendo con centinaia, forse migliaia di persone, e ho letto un numero altrettanto cospicuo di volumi, studi scientifici, articoli, blog, discussioni sui social network. Alcune di queste fonti le cito espressamente nel testo, altre sono distillate in quasi ogni frase che ho scritto. È un libro arrampicato su molte spalle, specie quelle degli accademici e dei ricercatori che tanto mi hanno insegnato con i loro lavori. In un mondo ideale, avrei potuto citarli tutti – fonti, mentori, intervistati –, ma per amore di fruibilità alcuni nomi compaiono soltanto nelle Note o nei Ringraziamenti. Per analoghi motivi, in alcune citazioni ho evitato di ricorrere a parentesi o puntini di sospensione, facendo tuttavia in modo che le parole aggiunte o eliminate non ne modificassero il senso. Nel caso voleste citare queste fonti dall’originale, nelle Note troverete gli opportuni riferimenti bibliografici. Per alcune delle persone reali di cui racconto la storia, e in tutti i casi concernenti la mia attività di avvocato e consulente, 9 ho usato nomi e tratti somatici di fantasia. Per tutelare la riservatezza dei partecipanti al seminario di public speaking tenuto da Charles di Cagno, che al momento dell’iscrizione non prevedevano certo di finire in un libro, il racconto del mio primo pomeriggio in classe è un mosaico di episodi avvenuti durante tutto il workshop; lo stesso dicasi per la storia di Greg ed Emily, elaborata a partire da una serie di interviste che ho condotto con coppie reali dello stesso tipo. Sempre che la memoria non mi abbia giocato qualche brutto scherzo, tutte le altre storie sono presentate per come si sono svolte o mi sono state riportate. Non ho ovviamente potuto verificare gli episodi personali di cui sono venuta a conoscenza ma ho scelto di riprendere solo quelli che mi sono parsi verosimili. 10 Introduzione Il sud e il nord del temperamento Montgomery, Alabama. 1° dicembre 1955. Verso sera. Una donna sulla quarantina, vestita con abiti sobri, sale su un autobus del servizio pubblico. Ha il portamento eretto nonostante abbia trascorso l’intera giornata curva sull’asse da stiro di un laboratorio di sartoria, nel tetro seminterrato dei grandi magazzini Montgomery Fair. I piedi però sono gonfi, le spalle indolenzite. Si siede nella prima fila della zona riservata ai neri e rimane a osservare in silenzio man mano che l’autobus, lungo il tragitto, si riempie di passeggeri. Finché l’autista non le ordina di lasciare il posto a un bianco. La donna pronuncia una sola parola, che darà la stura a una delle manifestazioni di protesta più importanti della storia dei diritti civili del Novecento, una parola che aiuterà l’America a scoprire un volto migliore di sé. Quella parola è: “No.” L’autista minaccia di farla arrestare. “Lo faccia pure,” dice Rosa Parks. Arriva un poliziotto. Le chiede perché non vuole alzarsi. 11 “E voi perché ci date il tormento?” si limita a ribattere la donna. “Non lo so. Ma la legge è legge, e lei è in arresto.” Il pomeriggio in cui Rosa Parks viene processata e condannata per disturbo della quiete pubblica, la Montgomery Improvement Association organizza una manifestazione di protesta presso la chiesa battista di Holt Street, nel quartiere più povero della città. In cinquemila si radunano per esprimere solidarietà all’isolato gesto di coraggio della donna, pigiandosi all’interno della chiesa finché le panche non bastano più, costringendo tutti gli altri ad ascoltare dagli altoparlanti piazzati fuori dall’edificio. È un reverendo, tale Martin Luther King, a rivolgersi alla folla. “Arriva il momento in cui gli uomini e le donne si stancano di essere calpestati dal tallone di ferro dell’oppressione,” proclama. “Arriva il momento in cui gli uomini e le donne si stancano di essere privati del sole scintillante di luglio per essere abbandonati al freddo pungente di un novembre montano.” King elogia il coraggio della Parks e la abbraccia. La donna resta in silenzio ma basta la sua presenza a galvanizzare la folla. L’associazione indice un boicottaggio degli autobus pubblici cittadini che si protrarrà per 381 giorni. Uomini e donne vanno al lavoro scarpinando per miglia e miglia. Condividono l’automobile con perfetti sconosciuti. Cambiano il corso della storia americana. Mi ero sempre immaginata Rosa Parks come una donna prestante e dal temperamento spavaldo, capace di tenere facilmente testa a un autobus pieno di facce truci. Quando è morta, nel 2005, all’età di novantadue anni, la valanga di necrologi a lei dedicati la ricordava invece come una persona dalla voce sommessa, dolce e minuta. Dicevano che era “timida e riservata” ma anche che aveva “un coraggio da leone”. Ricorrevano espressioni come “umiltà estrema” e “pacata fortezza ”. Che vuol dire essere pacati e avere fortezza allo stesso tempo?, chiedevano implicitamente quelle parole. Come si può essere timidi e insieme coraggiosi? La stessa Rosa Parks sembrava consapevole di questo paradosso quando intitolava Quiet Strength, “forza pacata”, la pro12 pria autobiografia. Un titolo che ci sfida a ripensare le nostre convinzioni. Perché mai la pacatezza non dovrebbe essere forte? E quali altre imprese, che nemmeno ci immaginiamo, la pacatezza è in grado di compiere? La nostra vita è condizionata non solo dalla razza e dal genere sessuale ma anche dalla personalità. E l’aspetto più importante della personalità è il punto dello spettro introverso-estroverso – ossia tra “il sud e il nord del temperamento”, come ha detto uno studioso – nel quale ci collochiamo. Esso infatti influenza la scelta delle amicizie e del partner o il modo in cui dialoghiamo, risolviamo i conflitti, mostriamo affetto; incide sul tipo di lavoro che intraprendiamo e sulla realizzazione professionale; regola la nostra maggiore o minore tendenza a tenerci in forma fisica, tradire il partner, poter fare a meno del sonno, imparare dai nostri errori, scommettere forte sul mercato azionario, differire la gratificazione, essere buoni leader, riflettere prima di agire;* si rispecchia nei circuiti cerebrali, nei neurotrasmettitori, negli angoli più nascosti del nostro sistema nervoso. Oggi l’introversione e l’estroversione sono tra gli argomenti più indagati nel campo della psicologia della personalità, motivo di curiosità e interesse per centinaia di ricercatori. Questi studiosi hanno compiuto scoperte elettrizzanti grazie anche all’ausilio delle più moderne tecnologie, ma si inseriscono in realtà nel solco di una tradizione antica. Poeti e filosofi meditano su introversi ed estroversi dall’alba dei tempi. Nella Bibbia come negli scritti dei medici dell’antica Grecia compaiono entrambi i tipi di personalità, e addirittura alcuni psicologi evoluzionisti sostengono che la loro storia affondi in epoche ancora precedenti: persino il regno animale, infatti, può vantare “introversi” ed “estroversi”, come * Risposta: tenersi in forma: estroversi; tradire il partner: estroversi; fare a meno del sonno: introversi; imparare dai propri errori: introversi; scommettere forte: estroversi; differire la gratificazione: introversi; essere buoni leader: introversi o estroversi, a seconda del tipo di leadership richiesta; riflettere prima di agire: introversi. 13