Jacqueline Lefrangois, una maestra Montessori
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Jacqueline Lefrangois, una maestra Montessori
// lato femminile Jacqueline Lefrangois, una maestra Montessori Ce<)>Kjeabde Centro di Studi Montessoriani - Dipartimento di Scienze della Formazione - Università Roma Tre LA METHODE MONTESSORI imtitutnce rttrailée àK rFncigneineni Public Potremmo immaginare Jacqueline come quella bella figura di maestro descritta nel film del 2003 Essere e Avere di Nicolas Philibert: paziente quanto deciso per il bene dei suoi ragazzini tra 1 quattro anni e i dodici. Una pluriclasse, tanto deprecata da noi, eppure ricchissima di scambi, di insegnamenti che passano tra gli allievi per vie inaspettate che non escludono nemmeno il compagno in difficoltà.Situazione ideale secondo Maria Montessori. Jacqueline ha sempre lavorato nel Nord della Francia in pluriclassi statali, come sono inevitabilmente le piccole scuole di campagna: in princi- pio faticava moltissimo con scarsi risultati. Le lezioni verbali non davano frutti, i bambini sembravano non capire nemmeno il linguaggio della maestra, non riflettevano, abituati, come erano, ad apprendimenti mnemonici e stereotipati. Una fatica di Sisifo. Cominciò a guardarsi intorno: appassionata del suo lavoro, voleva farlo bene, aiutando seriamente i suoi scolari. S'imbattè così in una scuola Montessori. Lei stessa racconta l'effetto che questa le fece nell'opuscolo da me in gran parte inserito nei volume Montessori, perciié no?^^^: "I bambini erano, nelia stessa classe, di diverse età e questo mi era familiare, perciié avevo avuto quasi sempre pluriclassi. Qui però non si trattava di sezioni riunite in uno stesso spazio, né di scegliere di volta in volta a quale di esse l'insegnante avrebbe fatto lezione, mentre le altre si impegnavano in un lavoro scritto. No, qui ogni bambino aveva un proprio lavoro personale e il maestro era a disposizione di olii aveva bisogno di spiegazioni. Le mensole ctie nascondevano in basso le pareti erano coperte di materiali ben studiati, ciascuno in un esemplare unico. I bambini si spostavano senza far rumore per andare a prendere il lavoro Cile li interessava e poi lo rimettevano a posto da soli". Era proprio quello che andava cercando. Si mise a studiare l'italiano e si recò a Perugia per seguire un corso Montessori: ne ritornò portando (1) FrancoAngeli, Milano 2000, pp.211-236. IL QUADERNO MONTESSORI/inverno 2006/07 - 39 Centro di Studi Montessoriani - Dipartimento di Scienze della Formazione - Università Roma Tre con sé -come scrive la sua allieva Nicole Laurent - un bell'album di note, documenti eloquenti e una fede incrollabile in questa modalità educativa basata su "l'imparare a fare da sé". E' ancora dal suo scritto, intitolato Ce que je sais de la methode MontessorF l'osservazione che segue: "Le regole di vita di questo tipo di scuoia - essere attenti a non disturbare gli altri, rispettare il materiale, collaborare con i compagni - sono cento volte migliori, per un 'educazione laica e repubblicana, delia continua rivalità dei voti e delle ciassifiche... Si dice anche ciie il materiale Montessori costi caro. In parte è vero, ma nella classe ne esiste una sola serie e i bambini imparano ad averne cura. Dura molto a lungo (il mio l'ilo adoperato per 22 anni) e in fin dei conti non costa più dei sussidiari rinnovati anno per anno". Parte l'acquistò, parte la fabbricò lei stessa; entrambe le sperimentò poi con successo. Dopo una ventina d'anni di esperienze in molte scuoline sempre al Nord, andò in pensione e si stabilì in una piccola casa di vacanze nel Sud della Francia - a Gigondas nel Vaucluse - e qui, sollecitata da giovani maestre, ella stessa decisa a diffondere il Montessori nella scuola pubblica - impresa ardua come da noi - cominciò a tessere una rete di scambi tramite incontri e lettere periodiche tra le persone interessate, a tradurre in francese testi mai pubblicati in questa lingua (come Psicoaritmetica e Psicogeometria di Maria Montessori), che ciclostilava in proprio per diffonderli tra le insegnanti di scuole pubbliche che entravano in contatto con lei. Quando la conobbi a metà anni Novanta - in un incontro, organizzato dai CEMEA francesi a Montpellier per parlare di Montessori - mi colpirono nelle poche parole che ci scambiammo la semplicità e insieme la passione per il lavoro comune: di qui partì una corrispondenza tra noi durata fino alla sua scomparsa. Lei voleva che bambini, piccoli e grandi, potessero profittare egualmente di questa straordinaria via di formazione, praticamente sconosciuta nelle scuole pubbliche - in Francia come da noi - e si preoccupava ovviamente della preparazione dei maestri. Generosamente e con pochissimo denaro, per vari anni, Jacqueline ha ricevuto instancabilmente educatori da tutta la Francia, tanto che oggi sono molte le maestre statali, soprattutto di scuola materna, che continuano a utilizzare i suoi insegnamenti. Per loro fondò nel 2002 l'Associazione "Pedagogia Montessori per l'insegnamento Pubblico", con l'impegno di dare a bambini di famiglie non privilegiate un aiuto analogo a quello che Maria Montessori aveva dato agli inizi del secolo scorso ai piccoli di S.Lorenzo. Nata a Parigi il 24 marzo 1928, dopo una malattia durata alcuni mesi, Jacqueline è morta a Grange il 17 marzo 2006: è sepolta nel cimitero di Gigondas, quel piccolo villaggio, di fronte a un bel crinale di montagne chiamato "Les Dentelles de Montmirail" che lei amava moltissimo e che poteva ammirare ogni giorno dalla sua finestra. (2) "Che cosa so del metodo Montessorr. ciclostilato in proprio, 1997/1998. Come epigrafe introduttiva al suo lavoro si legge una bella frase di Seneca: Non perché le cose son difficili non osiamo; è perché non osiamo che sono difficili. 40 - IL QUADERNO MONTESSORI/inverno 2006D7 Jacqueline Lefrangois mentre presenta in uno dei suoi corsi il cubo del binomio e del trinomio (Foto gentilmente inviata da Nicole Laurent). Siamo assai grati a Nicole Laurent che ci ha fornito la maggior parte delle notizie qui riportate e che cerca di continuare il lavoro della sua maestra - davvero una bella per- sona! - come presidente de ì'Association "Pédagogie IVIontessori pour l'Enseignement Public": e-mail: [email protected] Nicole Laurent ci ha scritto: Insegnavo da circa diciotto anni ad Avignone quando ebbi la fortuna di incontrare il l^ontessori tramite un'amica; nel 2002 un'altra mi presentò a Jacqueline cfie mi ha subito affascinato con il suo modo di insegnare. Nel 2004 ho preso di nuovo e regolarmente la strada di Gigondas. L'aiutavo a tirar fuori i materiali a ogni weekend in cui trasformava la sua casa in un'aula di studio. Sono andata più volte e in parallelo ho lavorato con i "miei" bambini, lo avevo sempre insegnato nelle elementari, dopo il corso volli provare con i bambini de la Maternelle pubblica: 5-6 anni. IVIalgrado i limiti burocratici, loro ci guadagnavano in autonomia e in tranquillità. Li vedevo evolvere meravigliosamente, ciascuno secondo il proprio ritmo. Per due anni Jacqueline ha svolto un corso con un week-end al mese, poi tra un incontro e l'altro rispondeva alle nostre domande per telefono o pere-mail, ma anche con le "Lettere" nelle quali riprendeva i temi e le testimonianze discussi individualmente. Senza il suo sostegno non saremmo riuscite! E tutto questo, chiedendo una partecipazione minima alle spese e l'adesione all'Associazione: non si arrivava nemmeno a 50 € l'anno. Oggi abbiamo due "poli" efficaci che ci sostengono, uno a Lione, l'altro a Versailles, apprezzati e riconosciuti dagli ispettori locali, mentre l'Associazione - che conta già una quarantina di soci - cresce a piccoli passi.:. IL QUADERNO MONTESSORI/inverno 2006/07 - 41