COORTE ROMULANA "Il volto del nemico" ovvero analisi di una

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COORTE ROMULANA "Il volto del nemico" ovvero analisi di una
COORTE ROMULANA
"Il volto del nemico"
ovvero analisi di una pretesa mutazione culturale
di Isabella Scopsi
Si tratta di un episodio estremamente complesso. La sua trama
si può riassumere in questo modo: è la storia di una trattativa
segreta volta a far arrivare i capi della dissidenza romulana
all’interno della Federazione, con l’aiuto “coatto” di un ufficiale
federale, il consigliere Deanna Troi, alterata in modo tale
da impersonare perfettamente un ufficiale della Tal Shiar, il
maggiore Rakal.
Attraverso di esso cogliamo le seguenti notizie sull’evoluzione
dell’Impero:
· l’Impero non è più quel masso monolitico che abbiamo
intravisto ottant’anni prima negli episodi della serie classica. È
un mondo decadente, instabile, insoddisfatto, dove il rapporto
tra i governanti e il popolo comune si è spezzato e dove si
mantiene una parvenza d’ordine soltanto attraverso l’uso
incondizionato dell’intimidazione, del controllo e del sospetto
reciproco, comunque insufficienti a sedare le aspirazioni della
popolazione (tanto è vero che esiste un vasto ed organizzato
movimento di dissidenza);
· l’esistenza e la capillarità di un servizio segreto, la Tal
Shiar appunto, assimilabile, per i suoi codici procedurali e per
il suo potere effettivo, alla vecchia STASI della Germania
Orientale o al KGB nell’URSS. Infatti può tranquillamente
non tenere conto delle gerarchie militari e gode di ampia
autonomia discrezionale, dovendo rispondere dei suoi atti
soltanto al governo, di cui costituisce una vera e propria
propaggine nella società civile.
Sono estremamente interessanti anche i personaggi principali.
Comandante Toreth
È il comandante del Falco da Guerra Khazara ed è una donna,
un capo e una Romulana a tutto tondo. È coraggiosa, ha grande
esperienza, ama la disciplina e la pretende, per il buon funzionamento
della vita di bordo, ma è anche amata dal suo equipaggio
(il centurione Palteth non ci penserà due volte ad eliminare
il traditore N’Vek, nel timore che faccia del male al suo
capitano). Ama la sua nave (come certi federali d’altronde) e
non vede di buon occhio la presenza di un membro della Tal
Shiar, che considera come un’inutile e ingiusta prevaricazione
(dal momento che, già nella vita privata, ha subito, da parte
della stessa Tal Shiar, un’ingiustizia, con la scomparsa del
padre avvenuta poco prima della sua nascita). D’altra parte è
pur sempre un militare con una notevole professionalità ed una
ferrea autodisciplina, che le consente di eseguire gli ordini,
anche quando comportano un rischio per lei
stessa e il suo equipaggio e quindi non li
condividerebbe (l’entrata nella Zona Neutrale
per esempio).
L’episodio è notevole soprattutto per lo scontro
delle due personalità opposte, quella di
Toreth, appunto, e quella del maggiore Rakal
(la personalità di copertura del consigliere
Troi) con cui dovrebbe collaborare nello
svolgimento della sua missione.
Indirettamente ci vengono forniti anche alcuni
piccoli indizi tecnici sul misterioso
servizio segreto romulano. Per prima cosa
sono due le fonti attraverso le quali l’Impero
addestra i suoi agenti segreti:
1. la Reale Accademia
2. il Reale Collegio della Guerra
I suoi membri hanno inoltre gradi equivalenti
e paralleli a quelli dei militari comuni.
Rakal, per esempio, ha gli stessi segni identificativi
del vicecomandante N’Vek (un triangolo e una mezza
luna), anche se la citano testualmente come maggiore. Ma non
basta. Il suo incrocio su petto possiede una banda in più sulla
sinistra, e il tessuto della divisa ha una trama leggermente
diversa rispetto a quelle degli altri membri del Khazara. A
questo punto, visto che i simboli in oggetto compaiono solo in
questa puntata, viene da domandarsi se si tratta di segni
caratteristici dell’appartenenza alla Tal Shiar (la fascia, la
divisa, il grado) oppure se, almeno per il grado, è un segno che
significa che ha un grado equivalente a quello di N’Vek (su
Romulus, un vicecomandante ha le stesse funzioni di un
capitano di flotta, ed è inferiore soltanto al comandante, che ha
le funzioni di un ammiraglio). Come dicevo, è l’unico episodio
in cui si vedono distintamente i gradi militari romulani, per lo
meno per ciò che riguarda comandante e vicecomandante
(Toreth ha due mezze lune e un triangolo). Non viene specificato
però se ciò valga (sono gli unici membri della nave ad
avere questi simboli) per la differenza di genere fra comandante
e vicecomandante o se indichi semplicemente il comandante
e il suo vice su un incrociatore.
Due parole anche sul maggiore Rakal. Anche questo personaggio
è magistrale. Se non teniamo conto che si tratta del consigliere
Troi, il maggiore è un perfetto esempio di Romulana. È
autoritaria, sa usare la sua posizione di potere ai fini della
missione che deve svolgere. Anche se il suo grado è certamente
inferiore a quello di Toreth, non ha difficoltà a dargli ordini e
a farsi rispettare, sollevandola addirittura dal comando quando
è necessario. Rappresenta insomma il perfetto
controllore della lealtà dei cittadini
all’Impero e riafferma questo principio in
più di un’occasione.
C’è molto da dire anche su N’Vek.
Innanzitutto su quello che di Romulus ci fa
scoprire. Vediamo che esiste un grosso movimento
di dissidenza nell’Impero, che interessa
frange sempre più vaste della popolazione,
anche in settori tradizionalmente
conservatori come quello delle forze armate
(N’Vek è un militare). Movimento che vuole
instaurare rapporti più pacifici con la
Federazione e, se ci riuscirà, in un prossimo
futuro, vorrebbe addirittura riunificarsi a
Vulcano (vedi Il segreto di Spock).
Sappiamo, perché ce lo dice un altro personaggio
presente nell’episodio, Stefan
DeSeve, che dietro al movimento c’è la
figura dell’ambasciatore Spock (un ulteriore
interrogativo, a questo proposito, è costituito dalla presenza
di terrestri su Romulus… allora la frontiera non è così impermeabile
come si è sempre affermato, per lo meno a livello di
privati cittadini). Gli adepti sono molto motivati, al punto da
rischiare la vita per i loro ideali. N’Vek sacrifica se stesso per
far arrivare i capi della Dissidenza (membri, tra l’altro, del
governo romulano) nella Federazione. È anche lui un vero
Romulano, addestrato ad una rigida autodisciplina.
In definitiva vediamo qui le tre anime dell’Impero che convivono
insieme:
- quella del regime, della Tal Shiar, che ha il potere e lo
riafferma, schiacciando senza pietà la popolazione;
- quella dei dissidenti che non vogliono più l’isolamento e
anelano a un futuro più giusto e più libero;
- la popolazione comune (di cui Toreth e Palteth sono rappresentanti
tipici), che è fedele all’Impero e alle sue antiche
tradizioni, che ha un codice dell’onore e della lealtà a tutta
prova, ma che contesta, in modo più o meno chiaro, gli eccessi
e i limiti che vede nel regime.
Questo telefilm, in sostanza, è una miniera, un compendio
sull’Impero e sulle sue contraddizioni e trasformazioni, ma
anche su quanto di buono e di tradizionale è ancora rimasto (ed
è molto più di quanto non sembri a prima vista).
Per finire, una notazione sull’interno del tipico incrociatore da
guerra romulano… Come anche la civiltà che rappresenta, esso
ha un arredamento pratico, funzionale, essenziale, austero,
senza spazi per il lato creativo.