Leggi questo numero - Marchigiani e Umbri
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Il ANNO 15 dicembre 2007 Numero 24 CIAVARRO VI° Cronaca di vita associativa Foglio trimestrale interno , riservato ai soli soci, di notizie, informazioni, idee e tante altre cose della ASSOCIAZIONE DEI MARCHIGIANI E UMBRI DI MILANO “E. MATTEI” dal 1950 Premiata con l’Ambrogino d’oro nell’anno 2001 SEDE : Via Peschiera ,1 – 20154 Milano REDAZIONE : presso G.B. Ortenzi, via Raffaello Sanzio,20 -20094 Corsico - Milano Recapiti telefonici : tel.02- 44 05 683 – – Fax 02 – 44 06 175 Siti Internet : www.ilciavarro.it www. marchigianieumbrienricomattei.eu NATALE 2007 : preparare e vivere un sogno. R ipensando al Natale e ai suoi simboli , per offrire ai soci e ai lettori in generale qualche riflessione, non ho potuto fare a meno di ricordare che un grandissimo personaggio dell’Umbria, Francesco d’Assisi, ha ritenuto di individuare nella riproduzione effettiva delle circostanze della “Notte Santa” un elemento nuovo e qualificante della ritualità e della devozione cristiana. E’ stata, quindi, l’invenzione del “Presepe”, il primo a Greccio, con personaggi reali, viventi e profondamente compresi nel loro ruolo. Così facendo , il “Poverello”, ha agito in continuità con un’ispirazione che, non avendo paura di rappresentare il divino, dal momento che questo entra nella storia per cambiarla, ha garantito la straordinaria vicenda della storia dell’arte occidentale, di cui il nostro paese è la culla e il depositario preponderante. Per il “Folle di Dio” rappresentare il divino, tuttavia, ha un significato che , indipendentemente dalle convinzioni religiose, filosofiche o politiche, dovrebbe stimolarci tutti a concepire grandi ideali ma anche a pensare che essi possano essere realizzabili. La vicenda del bambino divino che nasce in un luogo di fortuna e viene deposto in fasce in una mangiatoia, è così straordinariamente paradossale da non poter toccare la sensibilità di chiunque. Proprio con il significato che l’impensabile, il non proponibile, l’ideale, si fa “miracolosamente” concreto, tangibile, reale. Dovremmo, credo, tutti riflettere su questo aspetto del Natale, per alcuni Santo, per altri Affascinante, per ognuno momento decisivo e annuale di collegamento tra la tensione dell’essere umano a realizzare un sogno e la volontà di fare tutti quanto è possibile per realizzarlo davvero. Per questo Natale 2007, ognuno di noi faccia in modo di realizzare il sogno di qualcuno, affinché la Raffaello - Madonna con il Bambino e S. Giuseppe costante tensione dell’uomo tra reale ed ideale possa placarsi e fondersi. Penso che, al di là della mesta e malinconica atmosfera nazionale ed internazionale che ci circonda, potremo ricavare un momento straordinario che ci aiuti a guardare avanti con rinnovata fiducia. Pierfrancesco Fodde La redazione del Ciavarro augura a tutti i lettori BUONE FESTE ! 1 Storia , personaggi, tradizioni, miti e leggende delle nostre terre. c Nelle Marche una piccola nuova Pompei : MOSAICI Matelica N el 2000, un gruppo di studiosi e volontari locali , esaminando una serie di foto aeree scattate sul Campo della Pieve individuarono e poi i successivi sondaggi svelarono, l’esistenza di una Domus , con pavimenti coperti da eccezionali mosaici, nel Municipio di Tifernum Mataurense ( Sant’Angelo in Vado). Ora a Matelica, con un colpo di fortuna, così accidentalmente, sono stati trovati i resti di altre due ville romane del II° secolo , anche queste con splendidi pavimenti in mosaico. Ma procediamo con ordine. Amorino pescatore A Matelica, alla fine dell’anno 2005, nel corso di lavori di sistemazione del selciato del Corso e tubature sottostanti , si trovò un tratto di mosaico stupendo : due Amorini pescatori che cavalcavano dei delfini .Messi sull’avviso da questo ritrovamento intervennero i tecnici della Sopraintendenza per i beni archeologici delle Marche e nel giro di poco tempo vennero alla luce altre preziose decorazioni . Decorazioni così preziose che non potevano non appartenere che alla Domus di un gran signore colto e raffinato. Infatti pochi mesi dopo vennero alla luce, più in là, pavimenti a mosaico con Apollo e personaggi del suo corteo ma anche dipinti di pareti e soffitti. Questi ultimi erano caduti nei secoli precedenti per fortuna “a faccia in giù” sul suolo, mantenendosi miracolosamente intatti .Oggi i mosaici restaurati sono presso il Museo archeologico di Matelica e quando saranno restaurati anche gli intonaci , con i propri dipinti, saranno ricostruite alcune stanze. Marsia e Apollo Sembra comunque che il ritrovamento più importante sia avvenuto durante i lavori di restauro di un palazzo patrizio, oggi Hotel Fioriti. Davanti alla facciata dell’albergo infatti lo scavo è ancora aperto e i restauratori stanno cercando di ricostruire , con le tessere ritrovate, quello che dovrebbe essere il mosaico più bello. Gli esperti stanno ancora studiando che cosa vi sia illustrato. Una delle ipotesi è che Il Ciavarro rappresenti forse Marsia, Direttore responsabile Pierfrancesco Fodde il satiro che osò sfidare REDAZIONE Apollo in una Ortenzi G.B. (Capo redazione) gara di Dameno Luisella Capocasa Enzo musica e che Impaginazione, grafica e foto per il suo Ortenzi G.B. ardire venne scuoiato. Hanno collaborato a questo numero: Ortenzi G.B. F. Conte A. Gargiulo P.Marsico V.Ciabò G.Tonnarelli Ferracuti G.Tomassini F.Conti 2 La casa di L a tradizione vuole che il “Cigno di Pesaro” sia nato, corrente l’anno 1792, in una stanza del primo piano dell’edificio oggi noto come “Casa Rossini”, abitato all’epoca da varie famiglie, e di proprietà del gesuita cileno Saverio Puga Giron. Anche se permane qualche incertezza circa l’effettiva ubicazione dell’appartamento abitato dalla famiglia di Giuseppe Rossini alla nascita di Gioachino, è storicamente certo che i Rossini detenessero in locazione una porzione dell’edificio ed è pure documentato che la via sulla quale l’edificio prospettava si chiamasse Via del Duomo. Meno noto è che pochi anni dopo la nascita di Gioachino, essendo la famiglia già traslocata altrove, il proprietario dell’edificio lo vendette alla nobile famiglia Mazzolari e che da tale momento ebbe inizio una serie di vicende che si conclusero, nel 1892, con l’acquisto dell’intero edificio da parte del Comune di Pesaro. Il motivo principale della vendita dell’edificio da parte del Puga Giron fu quello di disporre di un patrimonio da lasciare in beneficenza, sotto forma di usufrutto, a un giovane chierico per consentirgli di divenire sacerdote. La scheda testamentaria è già stata pubblicata, da ultimo nel 1989 nella Serie Beni Culturali della Fondazione Scavolini, ma non risulta sia mai stata trascritta. Il testo qui riportato riflette non soltanto la lingua dell’epoca ma anche la profonda influenza, sul disponente, della sua lingua madre. Risulta, però, chiarissimo che l’accesso al sacro Ordine del sacerdozio da parte dell’erede istituito non costituì il motivo esclusivo o tassativo del lascito, tant’è vero che il giovane chierico non divenne mai sacerdote e che i suoi discendenti ereditarono egualmente l’immobile e lo tennero in proprietà fino al momento della vendita al Comune di Pesaro. pmarsico re Adi 13 Oct. di 1796 A nome dalla SS.a Trinita Pe. Figlio, e Spirito S.to Amen Io Saverio Puga, Giron, nativo dal Regno del Chile, e al precente dimorante in questa Citta di Pesaro, essendo in meo perfecto Giudicio, e total liberta facio la presente testamentaria, e ultima mia volunta, che voglio habea q.ta forza il favore delle leggi danno a un ultimato testamento. In 1° luogo dichiaro per mio executor testamentario a Dn Saverio Putas, o aqui sustitugiero come si notara in caso di morte da detto Sig.e ò da deberssi agiuggere un altro. In 2° mando che mi corpo sia sepellito nella Chiesa, che per tal tempo sia mea Parochia. Il funere sia da mero simplice Prete, e non aliter con un oficio generali. 3° dichiaro è nomino per mio herede a Dn. Carlos Giuagnoli, levato, e educato da me per pura carita: per quanto no ho herede alcuno forsoso, ni deber alcuno niente, sono in piena liberta da disporre da qela absolutto, con gli circunstanse, è condisioni seguenti. Si il Sige Carlos Giuagnoli passara al Sacro ordine di Sacerdote godera del Patrimonio instituito da me, come costa del instrumto fatto con il SI° Sige DnCavagliere Fran.co Mazolari. Ed in caso di non passar a tal ordine, a consentir detto Sige Cavaglieri e mi volunta ancora lo goda, obligandosi a far celebrare le messe dal obligo: cioe due messe libere alla Sitimana. Ano consetir detto Sige è deberssi eligere altro capellano, che non si dobra fare sino dopo la morte dal Sigre Carlos; perche cosi dal Instrum.to il altro electo dobra celebrare quotidianamtele messe à benificio della mea anima. Ni meno si dobra eligere un altro capellano, sino dopo la morte mea, come costa anche dal Instrum.to. Si il Sig.e Carlos sopravisse a me debe Mantenere in sua compa à mi donna Lucia Berti, come una secunda sua Me per averlo levato, e custodito come a proprio Figlio, e in caso di non passar tal armonia gli impongo el obligo indispensabili di passargli per suo annuo Sustentam.to cinquenta escudi romani da dieci pauli sotto pena dalla caducità da q.to sera fuori dal Patrimonio, lo che dobra goder mi donna Lucia Vita sua durante, e passar dopo suoi giorni al Sige Carlos. 3 Lombardia : la terra in cui viviamo. ITINERARI CULTURALI di Antonio Gargiulo Una grande lombarda. di A.Gargiulo Teodolinda Dalla natia Baviera alla Lombardia. Teodolinda era figlia del re di Baviera, sposò Autari, re dei Longobardi, e si trasferì in Lombardia. Morto Autari, sposò Agilulfo, un altro re longobardo. Sopravvisse anche a quest’ultimo, e resse essa stessa il regno come reggente per il figlio Adaloaldo. Morì nel 627. Ebbe nella storia un’importanza particolare perché favorì la conversione dei longobardi dall’arianesimo al cattolicesimo. Suo figlio Adaloaldo fu il primo re longobardo cattolico. Teodolinda fu in contatto con un grande papa del tempo, San Gregorio Magno, e ne promosse l’opera nel suo regno. Fu un’instancabile protettrice e finanziatrice di personaggi ed opere religiose, e la sua fama fu tanta che ancora oggi le credenze popolari le attribuiscono la costruzione La Regina Teodolinda con la corte di chiese, conventi, castelli e quant’altro in varie parti della Lombardia. Di sicuro Teodolinda, dopo essersi trasferita a Monza, si fece costruire un palazzo e poi fondò una chiesa consacrata a San Giovanni Battista. Chiesa sulla quale poi sorse l’attuale Duomo. Il Duomo di Monza, così come è ora, sorse a partire dal XIV° secolo, nello stile gotico allora imperante. Visto da fuori è bellissimo, le forme sono quelle del gotico italiano e le proporzioni perfette. Della costruzione si incaricarono i Maestri Campionesi, di cui il più illustre fu Matteo da Campione. I Maestri Campionesi erano una corporazione di costruttori, impareggiabili nell’arte di trattare la pietra. La sapevano usare sia per elevare una cattedrale, sia per eseguirne la decorazione con sculture fantastiche. Lasciarono molte tracce in Lombardia e Canton Ticino. L’interno della chiesa ha purtroppo subito degli interventi posteriori, che ne hanno alquanto alterato lo stile originario. Però i due transetti presentano degli affreschi di valore. In quello destro è rappresentato l’albero della vita, opera di Arcimboldo. In quello sinistro è collocata la cappella di Teodolinda, dove riposano i resti della regina recuperati dalla chiesa precedente. I resti sono venerati quasi come quelli di una santa. La cappella è poi adornata dagli stupendi affreschi con episodi della vita di Teodolinda, opera degli Zavattari. Nella cappella è conservata la Corona Ferrea, considerata sacra perché nella sua fabbricazione si è impiegato il Sacro Chiodo, proveniente dalla croce di Cristo. La corona è d’oro, rivestita di gemme e smalti, capolavoro dell’artigianato medievale. Simbolo di potere regio, fu adoperata per incoronare svariati imperatori, fra cui alcuni Asburgo, come Carlo IV°, Carlo V° e Ferdinando La Regina Teodolinda - Miniatura I°. Il più noto fu Napoleone, che si autoincoronò con la Corona Ferrea nel Duomo di Milano, pronunciando la famosa frase : “ Dio me l’ha data, guai a chi la tocca “. Ma si sa, la modestia non era una delle sue virtù. Dalla chiesa si scende al Museo, dove è custodito il Tesoro. Contiene manufatti di epoca antichissima, alcuni risalenti al tardo Impero Romano. Frutto di donazioni di papi, re e signori vari, contiene fra l’altro l’evangeliario di Teodolinda, dono di San Gregorio Magno, la croce di Adaloaldo in cristallo di rocca, il dittico di Silicone, un prezioso reliquiario con un dente di San Giovanni Battista, la croce di Berengario, una pregevolissima chioccia con pulcini in argento dorato del VI° secolo, e poi arazzi, reliquari dalla Terrasanta, e altro ancora. I figli di Teodolinda Tutto sommato, abbastanza roba. Ma poco rispetto alla consistenza originale. Il Tesoro, insieme alla Corona Ferrea, subì varie traversie e spostamenti. Nel Basso Medioevo fu ripetutamente dato in pegno dei numerosi prestiti che i vari signori di Monza richiedevano per ripianare i loro debiti. Nel XIV° secolo andò con i papi ad Avignone, da dove fece fortunatamente ritorno. Naturalmente ad ogni spostamento ne spariva una parte. Ma il saccheggio principale fu naturalmente opera di Napoleone, che ne fece fondere più della metà per coprire le sue spese militari, e ne portò il resto in Francia. Alla sua caduta, i resti furono restituiti al Duomo di Monza. Nel 1859 gli Austriaci dovettero cedere la Lombardia, ma si portarono Tesoro e Corona Ferrea a Vienna. Ma anche loro dovettero restituirli. Infine, nel XX° secolo, durante le due guerre mondiali la Corona Ferrea fu custodita in Vaticano. Su Monza ci sarebbe altro da dire, ma mi fermo per motivi di spazio. Naturalmente invito tutti a visitare tutte queste bellezze. In fondo, Monza è dietro l’angolo. A. Gargiulo 4 L’angolo della poesia a cura di Viviana Ciabò Alberello piccolo zitto alberello natalizio, sei così piccolo assomigli più a un fiore chi ti trovò nella verde foresta e ti è tanto dispiaciuto andartene? vedi ti consolerò perché hai un dolce profumo bacerò la tua fresca scorza e t’abbraccerò forte e stretto come farebbe tua madre, ma non avere paura guarda la luminetta che dorme tutto l’anno in una scatola scura sognando di poter uscire a brillare, le palle le catenelle rosse e oro e fili di neve, solleva le piccole braccia e te le darò tutte da tenere ogni dito avrà il suo anello e non vi sarà angolo scontento o buio... Edward E. Cummings 5 Umbria Sulle orme dei Cavalieri di Malta Alla scoperta dei castelli, chiese e palazzi edificati dall’ordine cavalleresco. Sulla strada tra Perugia e Cortona, l’ordine di San Giovanni di Gerusalemme (dal secolo XVI° Ordine dei Cavalieri di Malta), fondò agli inizi del secolo XIII° un ospedale dedicato a San Giovanni Battista con chiesa omonima, facendone la propria sede o masio. Da quel momento l’antica Pian del Carpine prese il nome di Magione. L’ordine di San Giovanni trasformò poi l’ospedale in castello nella prima metà del sec. XV°. Nei pressi di Corciano nel secolo XIV°, sorgeva un altro splendido castello, la Pieve del Vescovo, così denominato per essere la residenza di campagna dei Vescovi di Perugia. Si possono ammirare capolavori del Perugino e del Bonfigli, nella chiesa di Santa Maria Assunta a Corciano. Itinerari del gusto In pieno Rinascimento il Cardinale Fulvio Della Corgna modificò l’edificio con significativi interventi di Galeazzo Alessi e con estese decorazioni a grottesca eseguite dal pittore toscano Salvio Savini. Nei pressi del lago, a difesa del territorio controllato da Perugia, si costruirono diversi centri fortificati tra i sec.XIII° XIV° come Montecolagnola , San Savino, Monte del Lago, Castello di Zocco, tutti in splendida vista sullo specchio lacustre. I valori naturalistici ed ambientali sono godibili nell’oasi naturalistica di Isola Polvere, di San Savino e nel Museo della Pesca di San Feliciano. (www..umbria.2000.it) Orvietano Orvieto è il cuore dell’Orvietano e punto di partenza per itinerari d’arte ed enogastronomici. Orvieto “città slow” ha fatto del gusto il suo vessillo dando vita ad “Orvieto con gusto” , un appuntamento enogastronomico per salvaguardare i sapori con scuole di assaggio dove allenare i palati al piacere dei sapori e degli odori. E ancora Orvieto “città del vino”: l’Orvieto D.O.C. , fiore all’occhiello dell’Orvietano, che esalta qualsiasi piatto ed entra in ricette tipiche della città come la “gallina ‘mbriaca”. Fabro e l’Orvietano sono anche una grande “città del tartufo” : il pregiato tubero ed i prodotti del sottobosco sono in esposizione alla annuale Mostra Mercato di novembre. Se il vino occupa una parte importante nella storia, non sono da meno altre pietanze se già nel ‘400 Simone Prodenzani, nel castello di Prodo elabora ricette succulente scrivendo il “Saporetto”. Una gastronomia genuina: gnocchi di patate al tartufo, umbricelli all’arrabbiata, minestra di ceci e castagne, cinghiale in umido, ventresca alla salvia e aceto, bistecca del curato, fave al crostone, cicale ( fiori di zucca) , frittelle di San Giuseppe. Veduta di Orvieto 6 IL Racconto GIALL O DI NOTTE di Franco Conte Quello che sto per raccontarvi è accaduto qualche decina di anni addietro e mi ha coinvolto in prima persona. Ricordo che quella sera si era fatto tutto buio nel volgere di mezz'ora e non si vedeva persona alcuna camminare per la strada. Si era al termine di una giornata piovosa con un vento di tramontana abbastanza sostenuto: si sentivano gli alberi stormire sotto il soffio del vento mentre rientravo frettolosamente nella mia casa, dopo una giornata di intensa attività lavorativa, pregustando il dolce tepore, soprattutto familiare, che vi avrei trovato. Ricordo distintamente la sagoma di un uomo che stava immobile sotto una pensilina in attesa di salire su un autobus di linea, il lampione che ondeggiava lentamente sotto la spinta del vento e il grande disco di luce, proveniente dal lampione: luce biancastra, spettrale che si proiettava sul marciapiede. Ancora un centinaio di metri e finalmente, aperto e chiuso il piccolo cancello che immetteva nel giardino, avvertii una piacevole sensazione di serenità e di sicurezza: ero arrivato a casa. Inserii la chiave nella serratura e aprii la porta d'entrata proprio mentre mia moglie mi veniva incontro: ma questa volta il suo volto non era sorridente. "Hanno trovato morta la signora Bianchi, quella che abita nell'altra scala al quinto piano". Dissi: "Cosa le è capitato? Quando sono uscito di casa questa mattina ci siamo incontrati, ci siamo salutati e stava benissimo". "E' stata assassinata!" fu la risposta. Seguì un lungo silenzio durante il quale si accavallarono nella mia mente immagini di auto della Polizia con un continuo andare e venire di agenti, di magistrati, di ambulanze. Ma soprattutto mi tornò alla mente il volto di quell'uomo che solitario, sotto una pensilina, stava immobile in attesa di un mezzo di trasporto pubblico. Cercai di imprimermi nella mente quel suo volto sadico con due occhi torvi e luccicanti, con un sorriso satanico e soddisfatto: un volto, insomma, poco raccomandabile. La restante parte della serata fu caratterizzata da lunghe pause di silenzio intervallate dalle notizie e dalle immagini che i vari telegiornali diffondevano sull'accaduto: rividi il palazzo dove abitavo, l'arrivo delle forze dell'ordine. il furgone che trasportava il cadavere all'obitorio. E mi sembrò di riconoscere tra la calca dei curiosi il volto dell'uomo della pensilina. Quel volto stava diventando per me un incubo. Cercai in tutti i modi di pensare ad altro, di distrarmi. Ma, nonostante tutti i miei sforzi, trascorsi una notte agitata: dormii poco e quel volto e quello sguardo satanico continuarono a tormentarmi. Il giorno successivo, dopo aver trascorso una giornata lavorativa che mi aveva visto molto impegnato sul lavoro, ripresi la strada per far ritorno tra le mura domestiche, Fortunatamente aveva smesso di piovere ed era piacevole passeggiare soffermandomi di tanto in tanto ad ammirare la merce esposta nelle vetrine. Il sole era tramontato e le ombre della sera calavano lentamente e le strade diventavano sempre meno affollate. Ripassai davanti alla pensilina e, a metà strada fra questa e la mia abitazione, sostava fermo e immobile l'uomo della sera precedente. Da quel momento gli avvenimenti si susseguirono in maniera rapida e incontrollabile. Sospettavo di lui e lo guardai negli occhi intensamente. Lui fece luccicare la lama di un coltello a serramanico che stringeva nella mano. Cercai di richiamare l'attenzione dei passanti. Lui s'allontanò in rapida corsa. Io cercai di inseguirlo ma non riuscivo a muovermi di un millimetro. Allora gridai: "Prendetelo! Afferratelo! E' lui l'assassino!". ......... Una mano calda e affettuosa mi accarezzò dolcemente mentre mi chiedeva: "Franco perché urli mentre dormi? Hai avuto un incubo?" Aprii gli occhi e sorrisi: il "giallo" era stato risolto, la signora Bianchi riposava tranquillamente nel suo appartamento, il volto di quell'uomo era sparito dalla mia mente ed io ero felice e sereno. F. Conte 7 Curiosità dalle MARCHE segnalate dalla nostra corrispondente G. Tonnarelli Ferracuti Da INNOVAZIONI & TRADIZIONI del 20 ottobre 2007 Un libro sulla coltivazione dello zafferano. A Castelraimondo il 3 agosto u.s. è stato presentato presso il Centro benessere “Borgo Lanciano” il libro: Prove di coltivazione e vocazionalità dello zafferano nel territorio montano e pedemontano del maceratese. La pubblicazione si inserisce nell’ambito di un progetto di ricerche sulla vocazionalità del territorio del Gal Sibilla per la coltivazione dello zafferano, in collaborazione con il Dipartimento di Botanica ed Ecologia dell’Università degli Studi di Camerino. 8 Vita associativa EVENTI A cura di G.B. Ortenzi 30 settembre 2007 Festa al santuario di Santa Maria alla Fontana, nell’omonima piazza all’Isola. Il Card. Dionigi Tettamanzi al mattino ha celebrato messa con la massima solennità per celebrare i 500 anni dalla posa della prima pietra del Santuario. Ma da festeggiare c ‘erano anche i 50 anni di sacerdozio del Card. Tettamanzi nonché i cinque anni dal giorno in cui fece il suo ingresso a Milano. Il tutto si è materializzato in una bellissima torta con sopra il numero 555 ,cioè la somma degli anni da festeggiare. Una foltissima rappresentanza di nostri soci e consiglieri ha preso parte alla manifestazione che è stata poi conclusa, tra la soddisfazione di tutti , con un Un gruppo di partecipanti ricco “ Happy hour ” da noi organizzato presso il ristorante “La Mojazza”. ___________________________________________________________ 12 ottobre 2007 “Il pianoforte è classico ma la musica piace a tutti” Su gentile invito degli “ Amici della Galleria d’Arte Moderna, Onlus” , presso la Sala da ballo della Villa Reale di Via Palestro, Milano, abbiamo potuto assistere alla conferenza sul tema sopra riportato nel corso della quale tutti i critici presenti non hanno lesinato lodi al bravissimo Allevi, artista ascolano, per le sue alte doti artistiche. Al tavolo dei lavori, oltre a Giovanni Allevi , erano convenuti le seguenti personalità che operano già da tempo e con grande autorità nel campo della musica classica : Marcello Abbado, Alfonso Alberti Carlo Maria Cella, Angelo Foletto, Francesco Micheli. ________________________________________________ Il medioevo al centro di Milano Il giorno 15 ottobre 2007 diversi nostri soci e simpatizzanti hanno partecipato alla conoscenza del “Medioevo” nel centro di Milano. La visita è iniziata prima con notizie storico- artistiche del Palazzo dei Giureconsulti e la successiva osservazione della parte architettonica esterna .Poi , nella contigua piazza Mercanti, con lo stesso sistema si è conosciuto il Palazzo della Ragione, la Loggia degli Osii, le Scuole Palatine e la Casa Panigarola. Ringraziamo la Prof.ssa Isidora per avere condotto tutti per mano in maniera dotta e simpatica in questo “viaggio nel Medioevo “. 9 Gita a VigevanoIl 20 ottobre u.s. un gruppo di nostri soci ha partecipato ad una bella gita a Vigevano favoriti anche da una bellissima giornata autunnale. Una guida locale ha fatto conoscere al nostro gruppo angoli inconsueti del Palazzo Ducale e dei locali ad esso annessi , tra l’altro le imponenti scuderie ducali alla progettazione delle quali sembra abbia anche partecipato il nostro artista marchigiano Bramante. Terminata questa bella esperienza, il gruppo ha visitato la importantissima mostra di pittura : “Da Pelizza da Volpedo a Carrà”: Infine è stato anche visitato il Museo della scarpa di Vigevano, pieno dei modelli più curiosi eseguiti nei secoli (ci sono anche scarpe create per alcuni Papi.) _____________________________ “ L’alba del volo: Icaro,Leonardo, i fratelli Wright ” Il giorno 26 ottobre 2007 presso l’Associazione Nazionale Carabinieri di Milano in Via Principe Amedeo al n° 5 . Il Generale Imposimato ci ha tenuto una interessantissima conferenza sul tema di cui sopra. Tutti gli intervenuti sono rimasti affascinati da quanto il Generale ci ha raccontato con dovizia di particolari circa la storia Da sinistra : il Gen. Giovannelli, presidente dell’ A.N.C. di Milano, V. Tappatà del volo aereo . Il Generale Imposimato , in questa presidente onorario, P.Fodde ns. pres . ed il Generale Imposimato (conferenziere) occasione, ha voluto anche ricordare il nostro corregionale ing. Luigi Stipa,nato ad Ascoli Piceno nel 1900 e morto a Roma nel 1992. Fu infatti il precursore degli aerei a reazione: ha inventato e brevettato il pulsoreattore applicato anche dai tedeschi sulle V1 nella seconda guerra mondiale. Nel 1934 progettò un aereo a turbogetto bimotore chiamato “Stipa 203” che a causa degli eventi della successiva guerra non fu mai realizzato. ______________________________________________ CONCERTO Su gentile invito dall’Associazione Nazionale Carabinieri sezione di Milano, sabato 10 novembre 2007, presso il Teatro Auditorium in Largo Mahler (Corso S. Gottardo) Milano, una folta delegazione di nostri soci ha potuto assistere alla serata “Emozioni in concerto” , perfettamente eseguito dalla Fanfara del 3°Battaglione Carabinieri Lombardia, diretta dal Maresciallo M° D’Agostino. Nella stessa serata si è applaudita anche la Fanfara della 1° Regione Aerea di Milano , invitata al concerto. 10 Venerdì 16 novembre 2007 ore 16,30 La peste a Milano ed il Lazzaretto Presso il Salone , gentilmente concesso dall’Associazione Dottori Commercialisti di Milano, si è svolta la conferenza “La peste a Milano ed il Lazzaretto” tenuta dall’Ing. Giuliano Vitali. Come al solito l’argomento della conferenza e soprattutto il conferenziere hanno attirato tra soci, amici e parenti tanti ascoltatori al punto che la sala, anche se capiente , è stata quasi completamente occupata. Parecchi presenti inoltre venivano da fuori Milano ( ad esempio Fano). Tutti siamo rimasti affascinati dalla sapiente ricostruzione da parte dell’Ing. Vitali del periodo storico trattato, ricostruzione che ha anche inzeppato di curiose notizie storico-folcloristiche dell’epoca. Ringraziamo ancora l’Ing. Vitali per averci fatto assistere a questa bella ed interessante conferenza, augurandoci che vorrà dedicarcene appena gli sarà possibile un’altra . Un particolare ringraziamento va anche alla Prof.ssa Luisella Dameno per avere assistito, come lettrice, il conferenziere. L’Ing. Giuliano Vitali _________________________________________________________________ Sabato 24 novembre 2007 Visita guidata alla Basilica ed ai tesori di S. Ambrogio Accompagnati da una esperta guida, il gruppo di soci che è riuscito a partecipare a questa importante e particolare visita (era purtroppo a numero chiuso) ha potuto vedere quello che è considerato il secondo simbolo di Milano, dopo il Duomo, nella maniera migliore . Infatti ha potuto avere accesso a quello che non tutti possono sempre visitare e, soprattutto, conoscere nei dettagli quello che si veniva vedendo. E’ stato così visitato il Porticato, il portale in legno e i capitelli. Nell’interno il magnifico pulpito con il sottostante sarcofago di Stilicone , il ciborio l’Altare d’oro ; la Cripta dove sono esposti alla venerazione dei fedeli i resti di Ambrogio, al centro, e Gervaso e Protaso ai lati. Il sacello di S. Vittore in Ciel d’oro, la Cappella del Battistero e infine per finire citiamo solo il Coro ligneo ed il Tesoro di S.Ambrogio. Parecchi grandi artisti hanno lavorato a questa Basilica per renderla splendita. Tra questi ha lavorato anche un marchigiano di Urbino : il Bramante! . Gli fu infatti affidato tra l’altro , nel 1492 , l’incarico di progettare la nuova canonica. Tra gli artisti che hanno contribuito a rendere S. Ambrogio quella che è, si possono citare: il Borgognone, Bernardino Luini, Gaudenzio Ferrari, Gian Battista Tiepolo , Gian Francesco Nuvolose . Si è conclusa quindi questa magnifica visita tra la soddisfazione generale tanto che, anche per dare modo di realizzare questa esperienza anche ad altri nostri soci che non hanno potuto trovar posto , il ns. Consiglio ha pensato di riproporla la prossima primavera. Nelle foto alcuni momenti della visita. 11 Notizie regionali Cronaca, curiosità, Enogastronomia, e varie A cura di G.B. Ortenzi In questo numero dedichiamo l’intera pagina , sperando di darvi qualche idea , a : La cucina delle Feste Alcuni nostri piatti regionali Crostini con fegatini di pollo gr. 200 di fegatini di pollo 100 gr. di burro 4 acciughe lavate e deliscate gr. 50 di capperi 500 gr. fette pane tostato sale, pepe, salvia. Procedimento: In una padella porre a cuocere nel burro, per qualche minuto, i fegatini di pollo; aggiungere sale pepe e, volendo foglioline tritate di salvia. A parte tritate, molto finemente, le acciughe ed i capperi. Unire quindi il tutto ai fegatini di pollo già cotti e passare il tutto al setaccio. Incorporare alla crema così ottenuta tutto il burro avanzato dalla cottura dei fegatini, amalgamare bene il composto e spalmarlo quindi sui crostini di pane. (da “ La cucina marchigiana tra storia e folclore) Spaghetti al tartufo nero Per 4 persone 300 gr di spaghetti 120 gr di buon burro fresco 2 ./. 4 tartufi neri (secondo grandezza) 4 uova sale e pepe. Procedimento: Se è possibile con due giorni di anticipo , chiudete i tartufi in un barattolo con le uova. Avendo il guscio poroso, le uova ne acquisteranno così il profumo. Il giorno della preparazione cuocere gli spaghetti al dente in abbondante acqua salata. In una piccola casseruola, a bagnomaria, fare delle uova strapazzate molto morbide con burro e tartufi grattugiati; condire gli spaghetti scolati e ( da “A tavola con Rossini “ ) servire subito. Fagiano alla norcina Cicerchiata 1 fagiano 100 gr. di fegatini di pollo 40 gr. di lardo 1 tartufo nero di circa 120 gr. (facoltativo) 100 gr. di pancetta distesa brodo 1 bicchiere di vino bianco secco alcune fette di pane tostate sale e pepe. Fiammeggiate e lavate il fagiano e sciacquatelo con il vino .Asciugatelo e farcitelo, nell’apertura addominale , con i suoi stessi fegatini tritati con quelli di pollo e lardo più il tartufo tagliato a lamelle sottili. Il tutto spolverato di sale e pepe. Ricucire l’apertura e mettere il fagiano in fresco (frigorifero) per 24 ore. Poi strofinate esternamente il fagiano con sale e pepe; fasciate il suo petto con fettine di pancetta; mettetelo in forno pre riscaldato a calore medio (180°gradi) e fatelo cuocere irrorandolo continuamente con il grasso che si formerà durante la cottura aggiungendo anche di tanto in tanto un pochino di brodo. Quando il fagiano sarà cotto (circa 2 ore), apritelo e adoperate il ripieno per spalmare le fette di pane tostato che servirete con il volatile. Per la pasta : nr. 6 uova 6oo gr di farina Per in condimento : 400 gr. zucchero 6 cucchiai miele 1 arancia e 1 limone da grattugiare 2 cucchiai di caffè in polvere 2 cucchiai di cacao amaro 2 cucchiaini di cannella ½ bicchiere di liquori misti. Impastare uova e farina fino ad ottenere una pasta abbastanza morbida, e fare riposare per circa mezz’ora. Stendere poi come per ottenere piccoli grissini ,tagliare a pezzetti come fossero piccoli gnocchi e ottenere con questi piccole palline. Friggere queste palline in olio bollente ed asciugarle su carta assorbente da cucina. Intanto fare sciogliere a fuoco lento in una casseruola tutti gli ingredienti per il condimento e poi aggiungere al composto le palline fritte. Quando quest’ultime si saranno amalgamate, stendere il tutto su una carta da forno e modellare poi il composto a forma di grosso salame. Una volta raffreddato, tagliare a fette e servire. (da “La cucina umbra” di Emilia Valli ) (Ricetta originale tratta da “Le ricette di Giovanna” della Sig.ra Giovanna Tomassini ) Rinnoviamo a tutti i migliori auguri ! 12