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TENARIS CINELATINO 2014
SETTIMA EDIZIONE
Bergamo, 17-21 giugno
Roma, 22-24 giugno
Dal 17 al 21 giugno, a Bergamo, all’Auditorium di Piazza Libertà, si svolgerà la 7a rassegna dedicata al cinema latinoamericano, promossa da TenarisDalmine, organizzata da GAMeC, Fondazione Dalmine, Fundación Proa e Bergamo
Film Meeting, curata da Daniela Vincenzi (GAMeC) e Angelo Signorelli (Bergamo Film Meeting).
Un importante traguardo per una manifestazione che è andata crescendo nella proposta e nella partecipazione del
pubblico ed è diventata un appuntamento atteso nel panorama delle manifestazioni culturali che si svolgono ogni
anno sul territorio bergamasco.
L’edizione 2014 di Cinelatino propone otto film, fra quelli più significativi della più recente produzione cinematografica indipendente latinoamericana, che non dà segni di cedimento e che di anno in anno rivela nuovi film e nuovi
autori. Novità dell’edizione 2014: la presentazione a Roma, dal 22 al 24 giugno al Nuovo Cinema Aquila, nell’ambito
della Primavera Latinoamericana promossa dall’IILA (Istituto italo-latino americano), di una selezione di cinque
titoli del programma, e l’inserimento a Bergamo di una “finestra” sul cinema indipendente italiano. Quest’ultima
proposta ha il significato di creare un ponte con il Paese ospitante attraverso produzioni indipendenti, realizzate da
registi emergenti e che, quindi, presentano affinità e condivisione di intenti per quanto riguarda le strategie creative
e culturali. La scelta è caduta su un cortometraggio e su un film che unisce documentario e finzione: due lavori che
hanno, anch’essi, riscosso successo a rassegne di prestigio come Cannes e Venezia. Saranno ospiti di Cinelatino 2014
la regista argentina Victoria Galardi, della quale sarà presentato anche il suo primo film, Cerro Bayo (2010), e il
regista italiano Salvo Cuccia.
L’edizione 2014
Cinelatino è giunto alla 7a edizione e continua il suo viaggio nella produzione cinematografica di quella vasta e multiforme area geografica che è il mondo latinoamericano. Ogni anno Cinelatino può pescare in un gruppo di titoli ampio
e articolato e questo dimostra ancora una volta la vitalità e la varietà espresse dai tanti Paesi, che, in diverso modo,
affidano al cinema la rappresentazione della complessità sociale e dei profondi cambiamenti in atto. Ciò significa
anche che ogni anno autori giovani e di valore si affacciano sulla scena, contribuendo con sguardi nuovi alla conoscenza, da parte del pubblico europeo, di realtà lontane e, per alcune zone, di difficile avvicinamento. Se si osserva
il programma di questa settima edizione, si possono notare alcune rilevanti caratteristiche: la presenza in tre film di
una nazione d’origine, il Messico, che sta vivendo una stagione feconda sul piano della produzione; il sempre maggiore intervento di Paesi europei, come la Francia e la Spagna, ma anche l’Olanda e la Germania, alla realizzazione
dei film; l’esordio di quattro registi nel lungometraggio di finzione; la partecipazione di tutte le opere della rassegna
a importanti manifestazioni internazionali. Se si butta un occhio ai programmi di festival come Cannes, Berlino, San
Sebastián, Torino, almeno due titoli di provenienza latinoamericana appaiono nelle sezioni competitive o nelle panoramiche internazionali. Questo è un segnale inequivocabile che la qualità dei film e il livello autoriale continuano a
rimanere alti: un motivo in più perché sia data la possibilità al pubblico bergamasco e lombardo di vedere un cinema
che offre sempre sorprese, occasioni di incontro e di apprendimento. Ma la cosa più sorprendente è che in Cinelatino
2014 ben sei film su otto sono diretti da registe donne, un dato che si commenta da sé e che dimostra un evidente
cambiamento di rotta rispetto al passato; uno sguardo femminile porta sempre sensazioni nuove, atteggiamenti diversi, maggiori freschezza e vivacità stilistica.
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Argentina
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Il programma
Tornando alla settima edizione di Cinelatino, è possibile rilevare elementi in comune che danno l’idea di come certi
mutamenti di sensibilità avvengano su larga scala. Il tema più evidente è l’attenzione verso il mondo dell’infanzia e
dell’adolescenza e la relazione, sempre difficile e a volte sofferta, con quello degli adulti, presi a loro volta da rapporti tormentati e da crisi relazionali e affettive.
Nel messicano Club Sándwich di Fernando Eimbcke, una giovane madre single deve fare i conti con il risveglio sessuale
del figlio quindicenne che, durante una vacanza al mare, si innamora di una coetanea, mandando in frantumi una
relazione fatta di intimità e di stretta convivenza. Alla donna crolla improvvisamente il mondo addosso e si ritrova in
uno stato di totale smarrimento. Il regista, qui alla sua terza prova, dimostra una grande conoscenza dell’argomento
trattato, frutto di lunghe conversazioni con le madri dei ragazzi, e racconta le vicende con tono leggero, privilegiando
i modi della commedia nella scelta delle situazioni e nell’uso dei dialoghi.
La cilena Marcela Said, nella sua opera prima El verano de los peces voladores, racconta la storia dell’adolescente
Manena, l’adorata figlia del ricco proprietario terriero Pancho, che è ossessionato dall’idea di sterminare le carpe
che invadono il lago artificiale di sua proprietà. Manena compie un percorso di formazione che la porterà a scoprire
aspetti molto problematici della figura paterna e a capire gli atteggiamenti di ostilità degli operai indiani Mapuche. La
regista è brava nel diradare le nebbie che insistono sullo specchio d’acqua e a rivelare una realtà ben diversa rispetto
a quella che immaginava la giovane Manena.
In Pelo malo, della regista venezuelana Mariana Rondón, un ragazzetto di nove anni, Junior, vive con la giovane madre
Marta, vedova e disoccupata, un rapporto molto teso e conflittuale, dovuto anche alla situazione di grave difficoltà
economica in cui i due sono costretti a vivere. La donna male interpreta l’attenzione del figlio per il proprio aspetto
esteriore, tanto da accusarlo di ambiguità sessuale. La regista cala la vicenda dei due protagonisti in una comunità
più vasta, fatta di tante piccole storie che rivelano fragilità, insicurezza emotiva, ma anche violenza, costrizione affettiva e della sessualità.
Ancora due donne, le uruguayane Ana Guevara e Leticia Jorge, firmano la regia di Tanta agua, che ha come protagonista Alberto, che non vede i suoi figli – Lucía e Federico – da prima del divorzio, e che è disposto a tutto purché nulla
rovini le loro vacanze alle terme. A causa delle abbondanti piogge, però, le terme sono chiuse. Ma la ribellione adolescenziale di Lucía si scontra con gli entusiastici sforzi paterni. Il difficile rapporto di un genitore con la figlia, fatto
di sguardi, silenzi, fraintendimenti e confusione affettiva, riesce a rendere una settimana di convivenza un tempo
lunghissimo. Le due registe scandagliano con delicatezza la difficile relazione che, alla fine, fa emergere grandi fragilità da entrambe le parti e apre, forse, a una nuova, più sincera, comprensione.
Nel film argentino Pensé que iba a haber fiesta dell’argentina Victoria Galardi, la dodicenne Abigail è lasciata in custodia, insieme alla casa, dalla madre Lucía – divorziata in partenza per una vacanza con il nuovo fidanzato – all’amica
Ana, un’attrice giovane e bella. Tra lei e l’ex marito Ricardo, padre di Abigail, nasce una forte attrazione reciproca,
che irrita Lucía al suo rientro. La storia a un certo punto si concentra sulla vicenda dei due amanti e sulle “tempeste” affettive, che la Galardi sa rappresentare senza farsi travolgere, attraverso un sapiente lavoro sui dialoghi
e sulle situazioni che rendono con efficacia sentimenti che fanno esplodere tensioni sopite e drammatiche incomprensioni. Victoria Galardi sarà presente a Bergamo e incontrerà il pubblico nella giornata di mercoledì 18 giugno;
per l’occasione, la serata le sarà completamente dedicata con la proiezione anche del suo primo film, Cerro Bayo
(2010), una commedia un po’ nera, ma intrisa di ironia, che racconta di un tentativo di suicidio, le cui oscure ragioni
scatenano i familiari in una corsa a ostacoli per appropriarsi di una presunta eredità. Ipocrisie e sotterfugi muovono
il teatrino della miseria umana, sotto la pacata indifferenza del vulcano al confine tra Cile e Argentina.
È ancora il Messico il Paese di origine di Los insólitos peces gato di Claudia Sainte Luce, qui all’esordio nel lungometraggio di finzione. La protagonista è Claudia, una giovane donna sola che è ricoverata per un’appendicite acuta.
In ospedale conosce Martha, sua vicina di letto, e la sua bizzarra famiglia. Uscite dall’ospedale, Martha offre ospitalità a Claudia che, per la prima volta, si sente finalmente “a casa”. La nuova vita domestica non è, però, così semplice
e tranquilla. Il film è una gradevole commedia e tutto sta nello scoprire cosa c’entrano i pesci gatto del titolo.
La carrellata cinelatina termina con Por las plumas di Neto Villalobos, un delizioso film che arriva dal Costa Rica, un
Paese che raramente appare nel panorama cinematografico internazionale. È la storia di Chalo, un solitario agente di
sicurezza che vuole per sé un vero gallo da combattimento. Quando finalmente porta a casa il tanto desiderato gallo,
a cui dà il nome di Rocky, la sua vita improvvisamente cambia. Chalo si troverà coinvolto in una sequenza di situazioni
comiche che metteranno a dura prova la passione e l’amore di Chalo per il suo nuovo e unico “amico”. Girato con
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CINELATINO nuovi film dall’america latina 17-21 giugno 2014 bergamo / 22-24 giugno 2014 Roma
Le novità
Vanno segnalate due importanti novità nell’edizione di quest’anno: la presentazione a Roma, dal 22 al 24 giugno al
Nuovo Cinema Aquila, nell’ambito della Primavera Latinoamericana promossa dall’IILA, di una selezione di cinque
titoli del programma, e l’inserimento a Bergamo di una “finestra” sul cinema indipendente italiano. Quest’ultima
proposta ha il significato di creare un ponte con il Paese ospitante attraverso produzioni che avvengono al di fuori dei
grandi sistemi economici, che sono realizzate da registi emergenti e che, quindi, presentano affinità e condivisione
di intenti per quanto riguarda le strategie creative e culturali. La scelta è caduta su un cortometraggio e su un film
che unisce documentario e finzione: due lavori che hanno, anch’essi, riscosso successo a rassegne di prestigio come
Cannes e Venezia.
La finestra “italiana”
Accennavamo più sopra alla novità della finestra dedicata al cinema indipendente italiano. La scelta è caduta su un
cortometraggio e su un lungometraggio. Il cortometraggio 37°4 S di Adriano Valerio è ambientato a Tristan da Cunha,
un’isola sperduta nel Sud dell’Oceano Atlantico, dove vivono solo duecentosettanta persone. Tra loro ci sono Nick e
Anne, due adolescenti che si conoscono da sempre e che da sempre sono innamorati. Ma Anne ha deciso di andare
a studiare in Inghilterra, a 6.125 miglia da Tristan da Cunha. E di lasciare solo Nick. La vicenda si svolge davanti a
distese d’acqua infinite, oltre le quali è impossibile prevedere gli esiti di un distacco sofferto, ma necessario per la
ragazza che sogna altri mondi, altre possibilità. Non è proprio un documentario il lungometraggio Summer ’82 When
Zappa Came to Sicily di Salvo Cuccia, che sarà ospite a Bergamo venerdì 20 giugno, ma la storia del rapporto tra un
padre e un figlio, che dal Nord Italia scendono in macchina verso Palermo per assistere all’ultimo concerto del tour
europeo di Frank Zappa. Un viaggio indimenticabile, che culmina però in una grande delusione: il ragazzo non arriva
in tempo al concerto del suo idolo. Quel ragazzo era il regista stesso, che, a distanza di trent’anni, prende di nuovo
in mano il biglietto mai staccato e ricostruisce i tasselli di quel momento particolare della sua vita.
L’iniziativa Cinelatino è promossa da TenarisDalmine, organizzata da GAMeC, Fondazione Dalmine, Fundación Proa,
Bergamo Film Meeting, e curata da Daniela Vincenzi (GAMeC) e Angelo Signorelli (Bergamo Film Meeting).
www.cinelatino.it
Per informazioni:
Fondazione Dalmine
Manuel Tonolini
Tel. 0355603418
[email protected]
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CINELATINO nuovi film dall’america latina 17-21 giugno 2014 bergamo / 22-24 giugno 2014 Roma
pochi soldi e con tanta passione, il film è una commedia sul valore dell’amicizia e la solitudine.
Questi due temi, insieme a quelli dello smarrimento e della crisi esistenziali, della ricerca di sé, del conflitto e
dell’incomprensione tra le persone, sono presenti in tutti i titoli della rassegna. L’America Latina, in un certo senso,
si sta europeizzando: il cinema mette al centro l’individuo, nel confronto con se stesso e nel rapporto con gli ambienti
e le micro-comunità che costituiscono lo spazio della sua azione umana e vitale. Rimane, però, uno sguardo che non
rinuncia, nella narrazione, a cogliere gli aspetti comici e giocosi, un po’ stralunati, che stemperano il dramma e che
danno colore ai tentativi dei personaggi di difendere il proprio orgoglio e, soprattutto, la propria dignità.