MEDIATECA REGIONALE TOSCANA – LANTERNE MAGICHE

Transcript

MEDIATECA REGIONALE TOSCANA – LANTERNE MAGICHE
WHIPLASH
Trama
Andrew Neiman ha 19 anni e sogna di diventare uno dei migliori batteristi jazz della sua
generazione. La concorrenza al conservatorio di Manhattan, però, è feroce e lui si allena duramente,
anche per non ripercorrere il fallimento di suo padre, aspirante scrittore la cui carriera non è mai
decollata. Il suo primo obiettivo è quello di entrare a far parte dell'orchestra diretta da Terence
Fletcher, insegnante crudele e intransigente, che non si ferma di fronte a nulla pur di esaltare il
potenziale di un suo studente, senza curarsi del fatto che infligge punizioni e umiliazioni che
mettono a rischio l’equilibrio psicologico degli allievi.
Tematiche
Il rapporto tra maestro e allievo.
La determinazione nel raggiungere la perfezione nella musica.
Il sacrificio necessario per avere successo in ogni forma d’arte.
La questione se sia più importante vivere tranquillamente o affrontare sacrifici, delusioni e
solitudine per emergere.
Invito alla visione
- PRESENTATO ALLA 46. QUINZAINE DES RÉALISATEUR (CANNES 2014).
- GOLDEN GLOBE 2015 A J.K. SIMMONS COME MIGLIOR ATTORE NON
PROTAGONISTA.
- OSCAR 2015 PER: MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA (J.K. SIMMONS),
MONTAGGIO, MISSAGGIO SONORO. ERA CANDIDATO ANCHE PER: MIGLIOR FILM E
SCENEGGIATURA ORIGINALE.
Scheda tecnica
USA - 2014
CAST
Regia: Damien Chazelle
Attori: Miles Teller - Andrew Neiman, J.K. Simmons - Terence Fletcher, Melissa Benoist - Nicole,
Paul Reiser - Jim, padre di Andrew, Austin Stowell - Ryan, Nate Lang - Carl, Chris Mulkey - Zio
Frank, Damon Gupton - Sig. Kramer, Suanne Spoke - Zia Emma, Charlie Ian - Dustin, Jayson Blair
- Travis, C.J. Vana - Metz, April Grace - Rachel Bornholdt, Henry G. Sanders - Red Henderson,
Sam Campisi - Andrew a 8 anni
Sceneggiatura: Damien Chazelle
Fotografia: Sharone Meir
Musiche: Justin Hurwitz
Montaggio: Tom Cross
Scenografia: Melanie Paizis-Jones
Arredamento: Karuna Karmarkar
Costumi: Lisa Norcia
Effetti: Jamison Scott Goei, Ingenuity Engine
Suono: Lauren Hadaway - (montaggio), Craig Mann - (missaggio), Ben Wilkins - (missaggio),
Thomas Curley - (missaggio)
CRITICA
"La storia della matricola spinta oltre i propri limiti, dalle circostanze o da un addestratore aguzzino,
è un classico del cinema sportivo o di guerra (vengono in mente 'Rocky' di Stallone o 'Full Metal
Jacket' di Kubrick, qui apertamente citato, ma gli esempi sono numerosi). Il bello di 'Whiplash' è
che traspone questo scontro sempre molto fisico, ma di natura squisitamente spirituale, nel mondo
presumibilmente più 'educato', ed esteticamente esigente, della musica. (...) lo scontro ha una sua
cornice che garantisce verosimiglianza psicologica e sodale ai personaggi e all'ambiente. E anche il
lato musicale è curatissimo e mai banale, trattandosi di jazz. Ma si sa che teatro, soprattutto al
cinema (da Bergman a 'Birdman'), vuol dire metafisica: ogni palcoscenico, con i suoi tagli di luce e
il suo definire in pochi metri un mondo a parte, è un invito a evocare dall'ombra i demoni più
spaventosi. E affrontarli. La regia del giovane ma già espertissimo Chazelle sfrutta a dovere questa
suggestione soprattutto nel lavoro sugli attori. Difficile, uscendo dal film, immaginare altri che J.K.
Simmons nei panni del terribile Fletcher. Il suo fisico nervoso, tutto occhi, mani, nervi e muscoli
sotto il completo total black, ne fa davvero una creatura astratta, un'allucinazione. E sono i gesti con
cui dirige, o fulmina un allievo, a incantarci. Un gran film sulla musica insomma, anzi sul suo
potere. O forse sul potere tout court." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 12 febbraio 2015)
"E' probabile che questo film vi lasci con molte domande in sospeso. E' giusto, se il fine giustifica i
mezzi, martirizzare un giovane aspirante musicista? E' giusto rischiare la propria incolumità
psicofisica per inseguire un sogno di bravura? Domande a cui ovviamente non è il caso di
rispondere in questa sede, ma di sicuro possiamo dire che l'atroce, sofferto, quasi demoniaco
rapporto tra l'aspirante batterista Andrew Neiman (interpretato con ottima perizia tecnica da Miles
Teller ) e Fletcher, il sadico insegnante di conservatorio jazz (magistralmente interpretato da J.K.
Simmons ) lascerà un'inquieta traccia nei vostri pensieri dopo aver visto 'Whiplash' (...). Benché si
parli sostanzialmente di musica il film non indugia troppo nei piaceri del gioco sonoro. E' scarno,
essenziale, drammaticamente realistico. Tutto è sofferenza, scarnificazione psicologica, duello,
sopraffazione, umiliazione, ribellione, ai confini kubrickiani di 'Full Metal Jacket', in cui la batteria
del povero Andrew sembra metafora di molte altre cose. Allo stesso tempo questa batteria è
protagonista, ossessiva, onnivora, divoratrice di talento e aspirazioni, una vera batteria suonata con
sudore e sangue, e posta sempre in primissimo piano dal regista Damien Chazelle. (...) il film vive
sul doppio binario di una straziante urgenza fisica e di una guerra psicologica la cui posta in gioco è
diventare il miglior batterista in circolazione, oppure soccombere. A differenza della vasta serie di
film sull'immaginario jazzistico e musicale in generale, spesso vittime di iconografie leggendarie e
ingombranti, 'Whiplash' scava nella normalità della musica qualunque, quella che aspira a diventare
qualcosa e non è ancora niente, quella di chi studia musica, di chi fatica per emergere, per trovare
ragioni e identità, per capire se la musica possa essere davvero la giustificazione di una vita ed è
quindi crudo, spietato, a tratti squallido, scoraggiante, ma proprio per questo finisce per essere un
fantastico omaggio al lavoro della musica, piuttosto che alla sua scintillante dimensione divistica.
(Gino Castaldo, 'La Repubblica', 12 febbraio 2015)
"Fino a che punto è giusto che un insegnante possa spingersi per far esplodere, o ridimensionare, il
(presunto) talento di un suo allievo? La violenza psicologica e l'umiliazione sono strade praticabili e
percorribili per cavar fuori quel quid che differenzia, spesso, un genio da un onesto mestierante? Il
politicamente corretto è un limite nelle arti? 'Whiplash' prova a rispondere a questi quesiti, ma senza
giudicare, lasciando allo spettatore l'onere di farsi una propria idea e di discuterne con il vicino di
poltrona. Ma è anche un film che parla di scelte drastiche di vita (depurarsi da ogni vincolo affettivo
e sociale esterno, consacrandosi al solo coronamento della propria ambizione), di amore maniacale
per la propria professione. (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 12 febbraio 2015)
"La storia è a suo modo potente, il ritmo, ovviamente, incalzante e non potrebbe essere altrimenti
parlando il film (anche) di musica jazz; i colpi di scena si susseguono come frustate tenendo fede al
titolo «Whiplash» che, letteralmente, significa «colpo di frusta» ma che è il titolo di un celebre
brano jazz di Hank Levy, uno standard tra i più difficili da eseguire perché in tempo dispari,
sincopato. Un brano che è una vera e propria ossessione per il trentenne regista di Providence che,
proprio all'età del protagonista del film (il notevole Miles Teller), si trovò alle prese proprio con
quel brano difficilissimo e, proprio come il giovane Andrew Newman del film, si ritrovò a girare le
pagine dello spartito a fianco del batterista titolare quando, diciannovenne, sognava lui stesso di
diventare un grande batterista. Appese le bacchette al chiodo, Damien Chazelle ha trasferito quella
sua esperienza giovanile al cinema mantenendo intatto il taglio e il piglio che gli derivano da quella
stagione. (...) II film sta tutto nel rapporto tra l'allievo e il maestro, un maestro con metodi al limite
del sadismo che inveisce contro i sui studenti e contro Andrew in particolare (...) (Andrea
Frambrosi, 'L'Eco di Bergamo', 18 febbraio 2015)
Note di regia
«C isono un sacco di film sulla gioia che porta la m usica.M a,da giovane batterista con u no stile
da conservatorio che entra in una Orchestra Jazz a Scuola l’emozione che ho sentito maggiormente
è stata diversa: paura. La paura di sbagliare un tocco. La paura di sbagliare il ritmo. E ancor più
schiacciante, la paura del mio direttore d’orchestra.
H o voluto fare un
sembrasse un film di guerra, oppure un film di gangster, in cui gli strumenti diventano armi, dove le
parole si fanno violente come le pistole, e dove l’azione non avviene su un campo di battaglia, ma
in una sala prove della scuola, o durante un concerto.
H o passato
uno scantinato insonorizzato, suonando la batteria fino a farmi sanguinare le mani, sognando una
trasformazione.» (Damien Chazelle) Ambientazione
Stati Uniti, prevalentemente New York
FRASI DA RICORDARE E ANALIZZARE
DA 1 16 00 a 1 .17. 56 (SESTA MACROSEQUENZA)
Terence Fletcher:
- Non dovevo essere accondiscendente, qualsiasi idiota può muovere le braccia e far rispettare il
tempo… ero lì per spingere le persone oltre le loro aspettative. Era quella la mia assoluta necessità.
Altrimenti avremmo privato il mondo del futuro Louis Amstrong o di un altro Charlie Parker. Ti ho
spiegato come ha fatto Charlie Parker a diventare Charlie Parker, vero?
Andrew Neiman
- Jo Jones gli tirò un piatto in testa
Terence Fletcher
- Esatto. Parker era un giovane e bravo sassofonista, un bel giorno si è esibito veramente male, per
poco Jo Jones non l’ha decapitato. Al momento ha sorriso, ma durante la notte si è disperato e il
giorno dopo che cosa ha fatto? Ha provato, e ha riprovato, con un solo obbiettivo in mente: non
essere mai più deriso. L’anno successivo tornò al Reno club, salì sul quel palco e suonò il più
grande assolo del cazzo che il mondo abbia mai ascoltato. Immagina se Jones avesse detto: sì sei
bravo Charlie, buona esecuzione, bel lavoro. Charlie avrebbe pensato: Cazzo ho fatto un bel lavoro,
bene. Fine della storia Nessun Bird. Per me sarebbe stata una vera tragedia (…) Non esistono in
nessuna lingua del mondo due parole più pericolose di “bel lavoro”.
FILM: “WHIPLASH” - LABORATORIO
ANALISI DI OTTO MACRO SEQUENZE
PRIMA MACROSEQUENZA DA 00.58 A 12.41
Dal primo incontro tra Fletcher e Neiman all’invito a di questi a suonare nella propria orchestra
Nel buio di uno stanzino del conservatorio Shaffer, Andrew Neiman, matricola 19enne, suona
forsennatamente la sua batteria. Viene interrotto all’improvviso dall’inflessibile e temibile direttore
d’orchestra Terence Fletcher, che gli chiede di continuare a suonare e lo ascolta attentamente, per
poi andarsene d’improvviso, lasciando Andrew di nuovo solo.
Accompagnato da una colonna sonora jazz, Andrew percorre le strade di Manhattan fino al
cinema, dove ha appuntamento con il padre. Lì parla e scherza con la ragazza che vende i popcorn,
Nicole.
Il giorno dopo Andrew si esercita con la sua orchestra, dove ricopre solo il ruolo di seconda
batteria, facendolo male, secondo alcuni. Durante le prove intravede l’inconfondibile silhouette di
Fletcher che origlia alla porta. Dopo, Andrew va a spiare per un momento le prove dell’orchestra
diretta dallo stesso Fletcher.
Si esercita con la sua batteria, lanciando ogni tanto delle occhiate alla foto di Buddy Rich, il
batterista suo mito.
Durante le prove dell’orchestra di Andrew c’è un’improvvisa e teatrale entrata di Fletcher, che,
dopo aver ascoltato i musicisti, decide di reclutare il “batterista”, intendendo a sorpresa non il
primo, ma il secondo, cioè Andrew. L’appuntamento per l’indomani è fissato per le 6.00.
Commento stilistico/narrativo.
Il suono della batteria che cresce sui titoli di testa sul nero sottolinea il tema narrativo e il carattere
ritmico e musicale della storia e della regia. Andrew Neiman è visto dalla mdp solo e isolato alla
fine di un corridoio, come chiuso nella sua voglia di affermazione. Un movimento fluido della
macchina da presa in avanti sottolinea lo sforzo, il ritmo e l’abilità. All’arrivo di Terence Fletcher la
regia sceglie la modalità che poi diventerà prevalente nel film: campi e controcampi, alternati
velocemente a sottolineare che quasi ogni conversazione tra maestro e allievo è un duello, difficile
soprattutto per il secondo. I tagli sono netti, ritmati, come dovrà essere il tempo musicale, vera e
propria ossessione di Fletcher. La fotografia come in tutto il film è decisa, contrastata, con toni
caldi ma con improvvise dominanti verdastre, esalta i volti e le espressività dei protagonisti . La
recitazione – letteralmente da premio Oscar - di J. K. Simmons è sottolineata dai tagli decisi della
luce che oscura gli sfondi e mette in risalto corpi e volti. Anche l’abbigliamento all black di Fletcher
ne esalta il viso e le mani, da cui partono i gesti imperativi e militareschi del docente che esigono
obbedienza e disciplina.
Il regista evita informazioni prolisse e usa, come farà in seguito in corrispondenza degli spostamenti
geografici - una scritta esplicativa, Shaffer Conservatory of Music Fall Semester, per poi procedere
con ritmo narrativo asciutto e deciso. Il montaggio veloce mostra edifici schiaccianti, il
protagonista isolato nella sua solitudine, un’ ambientazione metropolitana notturna, rifiuti, finestre
senza vita apparente, tutto a ritmo di musica, come se nella testa di Andrew ci fosse solo ed
esclusivamente un ritmo jazz. La luce è molto rude e naturalista, il direttore della fotografia non
teme le zone non illuminate.
Al bar del cinema il ritmo del montaggio si calma. La comparsa di Nicole, la ragazza con cui
Andrew avrà una storia, rallenta stilisticamente il racconto. Il piano sequenza a due permette
interazione di sguardi intenzioni e sorrisi.
L’arrivo in aula è registicamente girato quasi come un thriller, lo spazio è costruito dai giochi di
sguardi, ma Andrew è escluso dagli sguardi diretti degli altri musicisti e dalle conversazioni che si
sentono a tratti.
La voce fuori campo di vari personaggi di contorno appena identificabili – ancora come una specie
di colonna sonora che risuona nella testa di Andrew - fa sì che conosciamo i perlopiù distruttivi
commenti dei compagni sul protagonista, che però si confondono, come in un gioco di piani sonori
diversi, con giudizi più positivi. Lo sguardo di Andrew sull’ombra inconfondibile di Fletcher che
sta origliando alla porta a vetri chiusa corrisponde narrativamente al successivo spiare di Andrew
davanti alla stanza di Fletcher. Il duello / corteggiamento reciproco tra giovane e speranzoso allievo
ed esperto quanto inflessibile maestro si chiude con l’invito a provare il giorno dopo, e di
conseguenza lo spazio filmico esclusivamente perno sugli sguardi dei due coprotagonisti.
SECONDA MACROSEQUENZA DA 12.41 A 28 e 55
Dall’entusiasmo di Neiman per essere parte dell’orchestra all’umiliazione da parte di Fletcher.
Andrew, più sicuro di sé, invita Nicole ad uscire. Lei accetta. La mattina dopo la sveglia indica le
6.03. Andrew si crede in ritardo e corre più che può fino alla sala prove precedentemente indicata
da Fletcher, che però è vuota. L’appuntamento è in realtà per le nove.
Gli altri musicisti arrivano pochi minuti prima delle nove.
Alle nove in punto entra Fletcher, nel gelo più totale. Tutti lo temono.
Il direttore ordina di cominciare con il brano Whiplash. Tutti aspettano il quasi impercettibile
movimento delle sue dita per cominciare. Dopo poco c’è il segnale “Fermatevi.” Da Fletcher
arrivano insulti gratuiti quanto taglienti ad alcuni dei musicisti.
Si riprende. Un altro stop.
Qualcuno sta stonando. Fletcher lo invita a farsi avanti.
Andrew quasi non crede a ciò a cui sta assistendo.
Dopo poco uno dei musicisti, chiamato sprezzantemente, “Palla di lardo” da Fletcher, dopo essere
stato accusato di aver stonato, ha un crollo psicologico e se ne va.
In realtà, come dirà poi Fletcher, era stato un altro a stonare. Ma il fatto stesso che il ragazzo non
si sia difeso è per lui gravissimo.
Durante la pausa Fletcher prova a rassicurare Andrew, che addirittura si apre con lui e gli parla
dei suoi genitori (il padre professore al liceo, scrittore di scarso successo, la madre andata via
quando lui era molto piccolo).
Le prove riprendono. Andrew comincia a suonare, accompagnato dall’apparente benevolenza di
Fletcher.
Ad un certo punto sbaglia. Inizialmente Fletcher gli fa ripetere e ripetere la battuta, mantenendo la
calma. All’ennesimo errore di Andrew, Fletcher gli tira una sedia addosso. Gli chiede di contare e
rispettare il tempo, schiaffeggiandolo “a tempo” di fronte agli altri musicisti. Andrew comincia a
piangere.
Una modalità stilistica finora poco usata nel film inaugura la macrosequenza. E’ il piano sequenza,
con cui il regista racconta il primo invito a cena a Nicole da parte di Andrew, con un minuto di
macchina da presa ferma. Il subplot sentimentale denota immediatamente una diversa modalità
registica nelle inquadrature e nel montaggio.
La seguente sequenza in cui Andrew si sveglia (apparentemente) tardi è di nuovo a ritmo di batteria,
il ragazzo cade, quasi ad anticipare quello che succederà in seguito. All’arrivo degli altri musicisti
si ripete il senso di isolamento di Andrew, ascoltiamo ancora piani sonori che si intersecano in un
mondo a parte dove il protagonista non ha diritto di cittadinanza. Il nuovo aumento di tensione
corrisponde all’ingresso puntualissimo di Fletcher. In montaggio l’attacco sullo stesso personaggio,
Fletcher, da angolature diverse e il cambio da piano americano e primo piano sottolinea i
molteplici punti di vista degli orchestrali che pendono dalle labbra del direttore, anche se il regista
continua a privilegiare il punto di vista di Andrew. (da 17. 13)
Il cambio di fuoco (da 17. 44) dalla mano del direttore al volto di Neiman li lega
inequivocabilmente, sottolineando come questi due personaggi siano i poli sui quali si concentra la
tensione narrativa e psicologica.
La tendenza a sovrastare gli allievi da parte di Fletcher è sottolineata dalla sua mobilità e dalla
tendenza ad aggredire lo spazio intorno a lui (il direttore è ripreso perlopiù in piano americano), in
contrapposizione alle inquadrature degli allievi, quasi sempre in primo piano, isolati dagli altri e
impegnati ad evitare lo sguardo diretto dell’insegnante. Il duello tra Fletcher e l’allievo sovrappeso
che viene cacciato rende lo spazio claustrofobico, con i piani ravvicinati dei due. A 20.08 è
interessante la semisoggettiva di Fletcher (vediamo quindi sia una parte del corpo del soggetto che
osserva sia i soggetti osservati) con il direttore parzialmente inquadrato di spalle (fuori fuoco) quasi
a “chiudere” visivamente i ragazzi sotto processo, con un uso efficace del teleobbiettivo che li
schiaccia tra fondo e presenza scura e “di quinta” (a lato dell’inquadratura) di Fletcher. E’ uno dei
momenti in cui si conferma la raffinata regia dell’autore, che sfrutta sempre al massimo un
impianto di ripresa tutto sommato semplice ed apparentemente tradizionale. E’ una prova di come
spesso i registi più efficaci siano quelli che forgiano il linguaggio adattandolo alla drammaturgia e
non viceversa.
Il dialogo tra Fletcher e Neiman in corridoio evidenzia la differenza tra le parole apparentemente
paterne e incoraggianti di Fletcher e il suo atteggiamento arrogante e manipolatorio, sottolineato
dal protendersi su Neiman e il “chiudere” l’allievo mettendolo con le spalle al muro, e
appoggiandosi alla parete con la mano vicina a lui, come a impedirgli qualsiasi via di fuga.
Il fluido piano sequenza che parte a 18.30 fino allo stop di 19.01 sottolinea che stavolta
l’orchestra funziona e che tutti sembrano a proprio agio dentro il fluire della musica. Quando
Fletcher intima lo stop e rimprovera Neiman fino a schiaffeggiarlo, il montaggio diviene di nuovo
secco, rapido ed essenziale (da 24.46 a 28.54) e tende a chiudersi sui corpi dei duellanti, con una
presenza frequente nell’inquadratura di parti dello strumento protagonista, la batteria.
TERZA MACROSEQUENZA a da 28.55 a 40.57
Da Andrew secondo batterista ad Andrew titolare, alla
alla vincita del concorso da parte
dell’orchestra.
Andrew ignora le chiamate del padre e si esercita a più non posso, fino a farsi sanguinare le mani.
Va all’appuntamento con Nicole, in una pizzeria. Si conoscono meglio e scoprono di avere alcune
cose in comune, come il senso di isolamento a scuola e in una città che non è la loro.
La band di Fletcher si presenta all’Overbrook Jazz Competition. Andrew è ancora la riserva.
Durante l’intervallo tra il primo e il secondo tempo, Andrew poggia su una sedia la cartella con gli
spartiti che gli aveva affidato arrogantemente Tanner, il primo batterista. Si distrae, ascoltando tra
l’altro una conversazione tra Fletcher e un suo vecchio amico, che aveva portato al concerto
anche la piccola figlia, con cui Fletcher sembra essere addirittura gentile. A un tratto Andrew non
riesce più a trovare la cartella degli spartiti, scatenando l’ira di Tanner. Quest’ultimo non riesce a
suonare senza spartito, così è costretto a cedere il posto ad Andrew, che invece ha imparato a
memoria il pezzo Whiplash. L’esibizione di tutta l’orchestra, Andrew compreso, è perfetta, e gli vale
il primo posto.
L’impegno estremo di Andrew nello studio e nel perfezionamento è raccontato in una essenziale e
coinvolgente sequenza di montaggio (da 29.36 a 31.15). Il duello di Andrew adesso è con se stesso
e appaiono i dettagli del sangue versato nonostante la precauzione dei cerotti. La conseguenza
estrema e drammatica del sanguinamento viene raccontata con dettagli, piuttosto freddamente, a
sottolineare la determinazione del ragazzo che affronta volontariamente e da solo questo sacrificio
fisico. La musica intreccia in modo particolarmente innovativo il piano diegetico con quello
extradiegetico: Andrew suona lui stesso la musica che sentiamo che però prosegue anche in
corrispondenza delle inquadrature in cui non suona (come quando si applica i cerotti etc) Questo
sottolinea la pervasività della musica nella vita del ragazzo e stilisticamente conferma la potenza
del racconto per musica e immagini.
Nell’incontro con Nicole a 31.15 il racconto di fa più disteso, alternando piano a due a primi piani,
ma nel momento in cui il dialogo si fa più significativo e va al punto più interessante per Andrew
(quando domanda che cosa faccia la ragazza, quali siano le sue aspirazioni) i piani si fanno più
ravvicinati per porre l’attenzione su Andrew e le sue reazioni. Si confermano uno stile e un ritmo
diversi tra mondo chiuso del conservatorio e il mondo relativo alle relazioni di Andrew con
l’esterno.
Durante l’Overbrook jazz competition le inquadrature sono al servizio della performance dei
musicisti, in maniera piana e tutto sommato più illustrativa rispetto alle precedenti sull’orchestra,
che però viene inframmezzata da un’inquadratura degli osservatori/spettatori presenti, che hanno il
potere di osservare senza essere osservati, vista sempre attraverso la “quinta” costituita da
strumenti musicali e spettatori. L’insieme degli orchestrali si coglie solo dopo molte inquadrature,
poi il decoupage si distende in un carrello avanti a 40. 40 a sottolineare l’avvenuto successo del
pezzo, con voice over che decreta il vincitore e lega la sequenza alla successiva.
QUARTA MACROSEQUENZA da 40.57 A 59.28
Dalla caduta in disgrazia di Andrew sostituito da Connolly alla riconferma di Andrew come titolare
dopo il duello con Connolly e Tanner.
A questo punto Andrew è ufficialmente il nuovo primo batterista, e per questo è ancora più odiato
dai suoi colleghi.
In un momento di tempo libero, Andrew va a casa del padre, dove si tiene una cena con i suoi
parenti più stretti, tra cui alcuni suoi cugini, giocatori di football e studenti. Poiché tutte le
attenzioni degli adulti si concentrano sulle doti sportive dei ragazzi, ignorando il suo ultimo
progresso nel campo musicale, Andrew provoca i cugini fino a dichiarare che è migliore di loro,
pur non praticando sport e non avendo amici, e che, in futuro, sarà ricordato da tutti come un
grande batterista, mentre loro saranno dimenticati. Questo provoca l’ostilità dello zio. Andrew si
ritira in camera sua. Si esercita a più non posso con la batteria, fino a farsi sanguinare le mani, ma
Fletcher gli continua a mettere i bastoni tra le ruote chiamando un nuovo batterista, Connelly, lo
stesso con cui Andrew suonava nella precedente orchestra, a provare per il posto di titolare
nell’orchestra. Durante una sorta di duello alla batteria tra Andrew e Connelly, in cui i secondo
sembra avere la meglio, Fletcher riceve una telefonata, che sembra turbarlo. Andrea gli dice senza
mezzi termini che ritiene di meritare il posto, ma Fletcher lo allontana bruscamente dicendo ad
Andrew che deve meritarselo. Andrew parla con Nicole, dicendole brutalmente di non volersi
impegnare in una relazione seria con lei, perché gli porterebbe via troppo tempo, tempo che lui
vuole dedicare soltanto ad esercitarsi con la batteria.
Lei gli dà del presuntuoso, affermando che ha dei problemi, ma ammettendo che in fin dei conti è
meglio finirla lì. Durante le prove, Fletcher si commuove ricordando un grande musicista, suo
alunno, che dice essere morto proprio quel giorno in un incidente. Fletcher riprende le prove e
tiene un infernale “provino”, che dura quasi tutta la notte, ai batteristi: Andrew, Connelly e Tanner.
C’è uno sgabello per tre. Nessuno sembra rispettare il tempo. Alla fine Andrew, dopo aver suonato
fino a farsi sanguinare le mani, viene confermato primo batterista per un altro imminente
concorso.
Lo spazio descritto nella sala prove fa perno sulle panoramiche che seguono Andrew e Fletcher,
come a definirli sempre di più come assoluti protagonisti (da 40.57 a 42.00 )
E’ nella visita di Andrew a casa che si ricomincia a respirare tensione narrativa e stilistica. Dalla
sequenza che inizia a 42 38 la conflittualità è anche a casa, i dialoghi sono sincopati e per così dire
controtempo, la violenza che è nelle argomentazioni non è nelle facce dei personaggi, che
trattengono la rabbia e l’ostilità, ma è tangibilissima nel montaggio spezzato con stacchi frequenti.
Da 48 .07, un piano sequenza con macchina a mano a seguire Andrew che affronta Fletcher
protestando per l’ingiustizia appena subita (Fletcher lo sta equiparando maliziosamente a Connolly,
palesemente inferiore) sottolinea il nervosismo e la perdita di controllo di Andrew, che esploderà
più avanti. Il regista nasconde un’informazione importante allo spettatore o almeno è reticente a
proposito di essa: non si capisce che la telefonata ricevuta da Fletcher riguarda il suicidio di Sean
Chasey.
Il successivo dialogo con Nicole diviene più intenso proprio nel momento in cui il regista inquadra
lungamente la sola Nicole e le sue reazioni nel momento in cui è sorprendentemente lasciata da
Andrew: la carrellata lenta in avanti enfatizza i sentimenti di lei. E’ una scelta originale ed
efficace, perché l’esagerazione del comportamento di Andrew è sottolineata attraverso la reazione
di una persona “innocente” che ci appare più equilibrata e non ossessionata dalla carriera come
Andrew, mentre Andrew da vittima si fa carnefice.
La sequenza di montaggio su un’altra fase di allenamento “estremo” da parte di Andrew, da 50. 36 a
51. 14, si basa soprattutto su dettagli, come la mano che entra nel contenitore pieno di ghiaccio. La
modalità di ripresa e montaggio reticente, non espositiva, che mostra solo l’essenziale, contribuisce
a creare interesse e inquietudine, nel senso che la freddezza e distanza con cui viene raccontata
sembra dirci che per Andrew è diventata normale e necessaria questo comportamento autolesionista.
Come già in precedenza la sequenza di montaggio mescola musica diegetica ed extradiegetica.
A 52.17 uno dei rari totali dell’aula di insegnamento ci fa vedere Fletcher in campo lungo sopra le
teste degli allievi: è la prima vota che lo vediamo piccolo nell’inquadratura, ed è proprio in uno dei
pochissimi momenti in cui parla senza aggressività: l’argomento è il ricordo dell’allievo
“scomparso per un incidente” che in realtà si è suicidato.
Il massacrante provino a tre sostenuto da Neiman insieme a Connolly e a Tanner ci riporta ad uno
stile di montaggio sempre più sostenuto e nervoso (da 57. 20 a 59.26). La macchina da presa è ad
altezza dei suonatori, la batteria ingombra spesso l’inquadratura. Primi piani si alternano a
panoramiche, macchina a mano, jump cuts.
QUINTA MACROSEQUENZA DA 59.28 a 1.07. 49
Dalla riconferma come titolare all’incidente che causa il fallimento nella performance di Andrew
e la conseguente rissa con Fletcher.
Il concorso è l’indomani alle cinque a Dunellen, una cittadina a due ore da New York. Andrew è sul
pullman per Dunellen e ripassa gli spartiti. All’improvviso il bus si ferma in mezzo alla strada, a
causa di una foratura, e accumula ritardo. Andrew corre fino ad un auto noleggio, prende
un’automobile ma nella fretta dimentica le bacchette. Arriva alla sede del concorso ma Fletcher,
deluso dal suo ritardo, vuole far suonare la batteria a Connelly e lo farà, a meno che Andrew non
ritorni in tempo con le bacchette, dopo pochi minuti. Andrew fa una corsa contro il tempo per
arrivare fino all’autonoleggio, riprende le bacchette e riparte. Nel tornare al conservatorio ha un
incidente, finendo con l’auto contro un camion: la macchina è distrutta e lui ha una ferita alla
mano. Nonostante questo prende le bacchette, ignora le preoccupazioni di un soccorritore e corre
fino al conservatorio, arrivando sul palco tutto insanguinato. L’orchestra comincia ad esibirsi, ma
Andrew non riesce a suonare che per pochi secondi, a causa del dolore alla mano. Fletcher gli
dice che ha chiuso definitivamente , interrompe l’esibizione e si scusa con il pubblico. Andrew gli
corre contro e gli salta addosso, cercando di picchiarlo e insultandolo. Viene allontanato.
Da 1. 00 .09,
dopo il massacrante provino, Andrew entra in campo da sfuocato a fuoco, quasi a
sottolineare la stanchezza e la confusione, mentre la colonna sonora di sola batteria lega
l’immagine alla seguente (dove diventa diegetica, con una sorta di soggettiva sonora, in quanto
sentiamo il brano di batteria che Andrew ascolta sull’autobus con lo spartito davanti, quasi in
trance.
Il confronto tra Andrew e Fletcher dopo l’arrivo in ritardo causato dalla foratura dell’autobus (da 1.
02.02) è mostrato con la tecnica del campo/controcampo, e la macchina a mano. La modalità di
ripresa sottolinea una sorta di parità tra maestro e allievo, che sono inquadrati simmetricamente.
La sequenza dell’incidente, da 1.03.22 a 1.04.42, è girata e montata con scelte stilistiche che
sfiorano quelle dell’action movie, ma la successiva sequenza che mostra Andrew recarsi al
concerto purché ferito (da 1. 04 .42 a 1. 05. 05) è girata in piano sequenza, con macchina da presa a
mano e in movimento a seguire Andrew di spalle.
La drammatica difficoltà a suonare di Andrew dopo l’incidente e le ferite (da 1.05 .42) è sottolineata
dalla mobilità inquietante della macchina a mano, da sfocature, decentramenti improvvisi
dell’inquadratura, dettagli (a 1.07. 45 vediamo il piatto della batteria insanguinato)
SESTA MACROSEQUENZA DA 1.07.49 A 1 22 11
Dalla solitudine di Neiman che denuncia il suo insegnante
suonare ad un Festival.
all’incontro con Fletcher che lo invita
Andrew viene espulso dallo Shaffer a seguito dell’aggressione a Fletcher. Il padre di Andrew
denuncia anonimamente Fletcher per le molestie psicologiche inflitte a suo figlio, simili a quelle
che avevano probabilmente contribuito
a spingere Sean Chasey (colui che Fletcher aveva
ricordato come “un grande musicista”) a suicidarsi. Andrew smonta la sua amata batteria, stacca
dalla parete i poster di Buddy Rich e comincia a lavorare in un fast-food. Non sa se chiamare
Nicole. Vede per strada un homeless che si esercita con la batteria. Passeggiando si imbatte in una
lavagna con su scritto che Terence Fletcher si sta esibendo in un locale jazz. Andrew entra nel
locale e lo osserva suonare. Fletcher, finito il concerto, lo vede e lo chiama. Parlano. Fletcher gli
rivela di essere stato denunciato da qualche studente per il suo comportamento, e quindi cacciato
dal conservatorio. Dice ad Andrew di aver trattato così i suoi studenti solo per spingerli al di là
delle loro aspettative e di non pentirsene affatto. Solo stimolando brutalmente gli allievi si può
creare un Charlie parker. Invita Andrew a suonare nell’orchestra che dirigerà al JVC festival,
poiché ha intenzione di suonare il loro repertorio (Caravan, Whiplash). Conclude dicendo che
Tanner e Connelly si erano fatti scoraggiare ed avevano mollato la musica. Tornato a casa, Andrew
chiama Nicole per invitarla al festival, ma scopre che nel frattempo si è fidanzata con un altro.
La discussione tra l’avvocato, il padre di Andrew ed Andrew stesso sull’opportunità di denunciare
Fletcher per il suo modo violento di insegnare è condotta in uno spazio che sembra riprodurre per
scenografia, toni fotografici e modalità di ripresa un dibattimento in un’aula di tribunale. Il
flashback (1.08.48 a 1.09.11 ) ci porta nei ricordi di Andrew (la lettera di espulsione dal
conservatorio e il video in cui si vede Andrew bambino esercitarsi alla batteria), la decisione di
Andrew di denunciare Fletcher di intreccia così con quella di rinunciare alle proprie ambizioni di
musicista.
L’impossibilità di Andrew a rinunciare ala passione per la musica è raccontata sinteticamente dalla
soggettiva di Andrew sul percussionista di strada (da 1.12.31)
Nel locale jazz (a 1.13. 28) un movimento di carrello avanti su Fletcher al piano sottolinea
l’emozione di Andrew nel rivedere il suo ex insegnante, mentre la musica melodica e sentimentale
contrasta col personaggio di Fletcher come lo abbiamo conosciuto e ne fa vedere un lato almeno
apparentemente diverso. L’incontro tra i due è sottolineato nel suo peso emotivo dalla modalità
delle panoramiche a schiaffo che uniscono i primi piani dei due per due volte.
SETTIMA MACROSEQUENZA DA 1 22 11 A 1.28.23
Da i preparativi per il festival alla performance in cui Andrew viene ingannato e umiliato da
Fletcher.
Andrew sistema la batteria in vista dell’esibizione, indossa una giacca elegante ed esce. Da dietro
le quinte Andrew vede di nascosto suo padre arrivare in sala. Fletcher fa un discorso
“incoraggiante” ai musicisti. Ma li mette in guardia dalla severità di c chi li sta per ascoltare e
giudicare: per qualcuno potrebbe arrivare una telefonata e un ingaggio prestigiosi, altri potrebero
rovinarsi la carriera. Si entra in scena. Fletcher si avvicina a Andrew e gli dice che sa
perfettamente che è stato lui a denunciarlo. Fletcher annuncia il pezzo. Non è Whiplash. E tanto
meno Caravan. La musica parte. Andrew si ritrova perso, non conosce assolutamente la canzone,
prova ad improvvisare ma con risultati disastrosi. Alla fine del pezzo Fletcher gli bisbiglia “forse
non fa per te”. Andrew, sconfitto, si rifugia nel corridoio dove suo padre lo consola.
Andrew è di nuovo di fronte ad un luogo pubblico dove si esibirà: ancora una volta il suo stato
d’animo è descritto da un’abile scelta di regia e non da dialoghi: per strada davanti al teatro
vediamo Andrew da sfuocato venire verso la mdp, progressivamente a fuoco, nel controcampo di
spalle è sempre a fuoco mentre l’edificio è sfuocato, come ad isolare il protagonista e i suoi pensieri
in un ambiente metropolitano dove non ha altri legami ed ambizioni se non quelli legati
strettamente alla musica.
I campi e controcampi di Fletcher e di Andrew e gli altri musicisti nel backstage sottolineano
ancora una volta, pur fuori dalla scuola, il carisma di Fletcher.
A 1.25.00 la silhouette di Fletcher appare ancora più luciferina dal punto di vista di Andrew,
inchiodato alla batteria appena dopo aver saputo che Fletcher sa che è stato lui a denunciarlo e che
quindi sta per vendicarsi.
A 1.25. 19 un veloce carrello avanti sottolinea l’amara sorpresa di Andrew che scopre di dover
suonar un pezzo che non conosce.
OTTAVA MACROSEQUENZA DA 1 28 23 ALLA FINE
Dalla decisone di Andrew di tornare sul palco al pezzo finale in cui Andrew diventa protagonista e
Fletcher lo asseconda.
Quando sente che Fletcher sta per annunciare un altro pezzo, Andrew riflette per pochi attimi e poi
ritorna deciso sul palco e comincia improvvisamente a suonare Caravan: mano a mano tutta la
band comincia a seguirlo e lo stesso Fletcher, dopo aver minacciato Andrew senza risultati, li
dirige. Il brano viene eseguito perfettamente: da una parte c’è Fletcher, che dirige l’orchestra, e
dall’altra c’è Andrew, impeccabile, con la sua batteria. E’ un continuo alternarsi di melodie forti e
decise. Ma questa non è la fine: anche quando il brano è al termine, Andrew continua a suonare la
batteria, esibendosi in un grandioso assolo, degno dei più grandi batteristi. Ci sono solo lui e la
sua batteria e poi si unisce Fletcher, la sua guida, che lo accompagna sicuro con le mani in un
ritmo che cresce, decresce, cresce, decresce. I due si guardano, finalmente complici. Andrew
chiude il pezzo e iniziano i titoli di coda.
Il colpo di scena finale dovuto alla decisione improvvisa di Andrew di non rinunciare e di imporre
all’orchestra e a Fletcher un forzato cambio di programma iniziando a suonare Caravan alla batteria
è sottolineato da un aggressivo jump cut iniziale.
Una volta che Fletcher e l’orchestra stanno forzatamente al gioco, la regia si distende in maniera più
consona alla fluidità del brano musicale, la musica adesso è finalmente liberatoria, la regia più
classica, trascinante, con fluidi carrelli, sfuocature e cambi di fuoco. Panoramiche a schiaffo
stavolta legano i due protagonisti (da 1. 32. 20 a 1. 32. 43) Il vero colpo di scena è la ritrovata
intesa di Andree con Fletcher: il volto del direttore che appare da dietro al piatto della batteria
quando lo sistema perché a causa della violenza dei colpi rischia di non essere stabile: è così che il
maestro comincia ad apprezzare l’allievo.
Quando, da 1.36 .08, Andrew aumenta il ritmo diretto da Fletcher i primi piani dei due duellanti
adesso alleati si stringono fino ai dettagli dei volti, fino a 1.37. 40, con la battuta finale sul primo
fotogramma del nero che porta ai titoli di coda
VERIFICHE - WHIPLASH
Unità 1
(prima e seconda sequenza del film -2 sequenze: 00.00.58 - 00.05.10)
1. Dove è ambientata la storia del film? In quale periodo si svolge?
2. Chi sono i protagonisti? Come vengono descritti e quali sono gli elementi che li distinguono
(caratteristiche, espressioni, azioni... )?
3. Che funzione hanno il silenzio, i rumori, i suoni e soprattutto la musica in questa prima sequenza
del film? Puoi descrivere la differenza tra suono diegetico ed extradiegetico?
4. Come definiresti lo stile di ripresa utilizzato dal regista e il genere del film? E’ possibile
individuarli già in queste due prime sequenze?
Unità 2
(ultima sequenza della seconda macrosequenza da 24.46 a 28.54) )
1. Qual è il rapporto tra Fletcher e Andrew e come viene messo in rilevo all’interno dell’aula di
musica occupata dall’orchestra?
2. Cosa esprimono i volti di Andrew e di Fletcher, e i loro primi piani?
3. Ambiente e personaggi, campi e piani di ripresa: cosa raccontano rispettivamente?
4. Quanto è importante la comunicazione non verbale nel film e come si manifesta?
Unità 3
( sequenza: 00.42.38 - 00.45.12)
1. La cena in famiglia e la discussione progressivamente sempre più tesa vengono mostrate con
semplicità ed efficacia. Quali sono i tipi di inquadratura prevalenti?
2. La discussione sembra incentrata solo su una piccola rivalità di famiglia, ma in realtà tocca temi
importanti che sono anche i più profondi del film. Quali sono? Secondo te chi tra Andrew, i cugini,
lo zio e il padre ha l’opinione che ritieni più vicina alla tua?
3.Perché Andrew è stavolta tagliente ed aggressivo?
4. Il grande musicista Charlie Parker è citato sia da Fletcher, che dal padre di Andrew, che da
Andrew stesso. Che cosa simboleggia nel film e quali sono i diversi punti di vista su di lui?
Unità 4
(ultima sequenza del film: 01.28.23 - 01.37.39)
1. Quando si capisce che la musica è più forte della rivalità e del rancore tra i due protagonisti?
2.Ci sono secondo te elementi per credere che in un certo senso la parte finale sia tutta pilotata da
Fletcher?
3. Qual è il significato delle due inquadrature ravvicinate (dettagli) di Andrew e di Fletcher da
1.37. 24 a 1.37. 33?
4. Secondo te, perché il regista ha intitolato l'opera “Whiplash”, che significa letteralmente “colpo
di frusta”?