La voce del Pitagora n14 - Liceo Scientifico Linguistico "Pitagora"

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La voce del Pitagora n14 - Liceo Scientifico Linguistico "Pitagora"
VOCEdel
No. 14
Settembre 2015 - Gennaio 2016
1
la
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PITAGOR A
PREMIO SESSA
LA FISICA MODERNA PROTAGONISTA AL “PITAGORA”
“Figli e genitori: la famiglia di fronte a media e social network”: questo il tema del
concorso “Maria Rosaria Sessa” che ha visto
come protagonisti i ragazzi del Pitagora coordinati dalla Prof.ssa Carmelina Contatore.
Continua a pag. 4
Presso il Liceo Scientifico Pitagora di Rende è stato attivato un
progetto didattico sulla Fisica Moderna in particolare sui Raggi Cosmici e la loro interazione con l’atmosfera con la collaborazione del dott. Francesco Bevacqua, esperto esterno del progetto
“DIMA”. L’interesse per questo argomento è nato all’interno di un
PON F3 attivato dall’Istituto nell’anno scolastico 2013 – 2014 che
ha visto la partecipazione delle alunne Chiara Sperlì, Francesca
Malara, Alessia Petrasso, Giulia Conforti coordinate dalla prof.ssa
Giulia Infante, insegnante di Matematica e Fisica. Uno dei moduli
prevedeva lo studio dell’energia attraverso la realizzazione di strumenti scientifici creati ad hoc dagli studenti. Grazie all’intervento
di uno dei tutor del progetto il gruppo ha cominciato a ragionare sulla Energia dell’Universo, nello specifico come questa caratterizza la radiazione cosmica. Il risultato di questa riflessione ha
generato uno strumento per la determinazione a terra dei Muoni.
SCUOLA AMICA
Prosegue anche nell’A.S. 2015-2016
(settimo anno consecutivo) il Progetto
“Scuola Amica dei bambini e dei ragazzi”, che vede la collaborazione tra l’UNICEF Italia e il Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca (MIUR).
DIRE GIOVANI...DIRE FUTURO!
DIVINUS HALITUS TERRAE
Anche quest’anno tra i premiati a Roma gli
studenti del Liceo Scientifico-Linguistico
Pitagora. Tra i lavori pubblicati quelli di :
Roberta Sole, Carolina Pacillo, Emma Milicchio, Ida Federico, Emanuele Maletta .
Tutto parte da qui. Da queste tre parole in
rilievo sul Padiglione Zero, in cui è racchiuso l’emblema dell’Esposizione Universale 2015. Continua a pag. 4
IL “PITAGORA” ALL’ UNIVERSITÀ DI
MANCHESTER
Credere ed investire nella formazione, nelle infrastrutture tecnologiche, nelle risorse
umane, nello scambio culturale e professionale è la strada che il Liceo “Pitagora” ha
intrapreso già da molti anni. Ecco perché il
“Progetto intercultura” rappresenta un’opportunità di crescita, un elemento caratterizzante la nostra offerta formativa. Carlotta
Echauri, Gabriella D’Agata, Nicole Ashley Ng
Li Yen sono solo alcuni nomi degli studenti
che abbiamo accolto nella nostra scuola, ma
non solo, è per noi motivo di orgoglio che
la nostra alunna Alessia Xu, dopo un eccellente percorso scolastico, contrassegnato anche da un’esperienza di studio a Boston, coordinata dal nostro liceo, stia frequentando
con ottimi risultati la facoltà di “chemical
engineering” all’università di Manchester.
“NOTTE DEI RICERCATORI”: CHE SUCCESSO!
Come ogni anno, l’Università della Calabria ha organizzato la
“Notte dei Ricercatori”, evento che attira molti giovani liceali, aiutandoli nella difficile scelta della facoltà da prendere in futuro. L’evento, tenutosi Venerdì 25 Settembre 2015, dalle nove di mattina si
è concluso dopo la mezzanotte. Nel corso di questa lunga giornata, tantissimi studenti di tutta la regione hanno potuto partecipare
ai numerosi laboratori organizzate nelle varie facoltà dell’Ateneo.
Attraversando con incredibile disinvoltura il ponte che collega i
“blocchi” e le aule, i giovani studenti calabresi si sono incontrati, confrontati, confondendosi con gli universitari che, insieme a
tanti docenti, erano lì pronti a fornire utili indicazioni, a sciogliere dubbi ed incertezze. Tra un’attività e l’altra, non sono mancati
i “break ricreativi” nell’attesa del concerto di Cristiano De André
che, insieme a Francesca Michelin (vincitrice di X-Factor 5) e Nello Daniele, fratello del compianto Pino, ha concluso in tarda serata
l’evento. Una giornata decisamente “unica” per tanti studenti che
hanno fatto nuove e significative esperienze, passando dall’analisi
del DNA e alla simulazione di impresa e business game, dalla teoria dei giochi alla fisica di tutti i giorni. Non erano presenti solo
liceali ma anche bambini delle scuole dell’infanzia
e primarie, per i quali erano stati preparate attività ad hoc p. Ogni attività o laboratorio ha riscosso
successo: tutte le aule erano piene; c’era persino la
fila per qualche attività più “gettonata”. Il “giudizio” dei ragazzi è stato molto positivo. Che dire:
“una giornata particolare”, che ha schiarito le idee
divertendo e, sempre divertendo, ha indicato la
strada a tanti giovani con tanti progetti sul futuro.
Ritasofia Pirri VF
CONCORSO DAME
Si è conclusa la terza edizione del concorso “Le scritture della musica”, che ha
visto la partecipazione di molti studenti
del liceo scientifico-linguistico Pitagora,
che hanno deciso di sfidare il mondo delle
parole al fine di descrivere quella che per
alcuni di loro è un vero e proprio sogno
nel cassetto: la musica. Continua a Pag. 4
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IL PITAGORA...
...GUARDA IL MONDO
“QUANDO C’ERA PIPPO”.
Il progetto D.I.M.A. (Didactic Instrument for Muon in Atmosphere) realizza
all’interno del Liceo Scientifico Pitagora di Rende (CS), un progetto didattico sui temi della Fisica moderna e contemporanea. Nello specifico affronta
lo studio dei raggi cosmici attraverso la loro interazione con l’atmosfera
terrestre. Questo argomento presenta molti aspetti di interesse generale.
Innanzitutto, i raggi cosmici fanno parte di quella fisica del secolo appena
passato, con importanti sviluppi ancora in atto, che nella maggior parte dei casi non viene affrontata nelle classi.
La sua analisi ha segnato passi fondamentali nel progresso
della fisica, si pensi ad esempio alla scoperta dell’antimateria. Il percorso di apprendimento previsto all’interno del
progetto didattico si snoda attraverso le tappe necessarie
per avviare e sostenere nei partecipanti un apprendimento
“a forte valore aggiunto”,al fine di superare la fase delle
conoscenze ingenue, il più delle volte improprie, del sapere spontaneo.Questo processo richiede un’attenzione continua da parte del docente perché da un lato sia rispettata
e valorizzata la disciplina, in tutta l’ampiezza e la ricchezza delle sue dimensioni (conoscitiva, operativa e di valori), dall’altra che siano correttamente modulati i processi
di problem solving affinché assicurino i risultati voluti.
Gli argomenti sono presentati in una prospettiva che ha
cercato di tenere conto del contesto storico-sociale entro
il quale è maturata la loro invenzione, nella consapevolezza che “se la storia fosse considerata come qualcosa di
più che un deposito di aneddoti o una cronologia, potrebbe produrre una trasformazione decisiva dell’immagine della scienza dalla
quale siamo dominati” (T. Khun). La scienza è così vista come un edificio
che viene continuamente trasformato, nelle sue parti e a volte anche nelle
sua fondamenta. Esso non è una struttura finita per sempre. Come afferma
Freeman Dyson “Se una teoria è insegnata e imparata dogmaticamente così
come avviene ora, senza considerare le sue origini, allora corre il pericolo
di fossilizzarsi e di risultare alla fine di ostacolo a un progresso successivo”.
I Muoni, sono particelle prodotte dallo scontro delle radiazioni cosmiche
quando entrano in contatto con l’alta atmosfera terrestre. Queste particelle
hanno una vita molto breve perché decadono, cioè muoiono trasformandosi
in un elettrone e un neutrino muonico, questo decadimento è stato misurato
accuratamente con le particelle ferme, e corrisponde a circa 2.10-6 secondi.
I muoni in natura viaggiano ad una velocità prossima a quella della luce;
per la loro breve durata dovrebbero percorrere circa 600
metri e per questo non dovrebbero mai arrivare sulla superficie terrestre, invece, come dimostra il nostro esperimento, di muoni sulla Terra ne arrivano molti. Il motivo
addotto dal punto di vista dei fisici relativistici è proprio
la loro grande velocità, questa per loro è la conferma della dilatazione dei tempi, uno dei postulati fondamentali
della teoria della Relatività di Einstein.Abbiamo allora affrontato il problema da un punto di vista storico e
conosciuto i primi esperimenti in tal senso fatti da un
Fisico italiano Bruno Rossi nel 1930, che utilizzava un
particolare circuito detto di “coincidenza”. Superate le
iniziali difficoltà relative alla comprensione del funzionamento del circuito utilizzato, siamo riusciti ad ottenere
uno strumento che, attraverso l’utilizzo di uno specifico
software di conteggio di eventi, “avverte” la componente
cosmica del fondo di radioattività naturale e la memorizza all’interno di una memoria elettronica. I dati, successivamente vengono analizzati per determinare il flusso
dei muoni nel luogo della misura.Grazie alla opportunità
offerta dal progetto Internazione “CanSat”, abbiamo, nel mese di settembre, sistemato il nostro strumento in un razzo atmosferico che lo ha portato
nell’alta atmosfera terrestre. Continueremo a parlare di Raggi Cosmici nei
prossimi anni poiché l’argomento è diventato il nucleo principale di un progetto “Erasmus +”, che a breve sarà presentato dalla nostra scuola al MIUR.
Chiara Sperlì, Francesca Malara, Alessia Petrasso, Giulia Conforti
Erano molti i giovani studenti presenti al teatro Morella di Cosenza il ventisette Gennaio scorso, per assistere alla rappresentazione teatrale “Quando c’era Pippo”, messa in scena dalla Compagnia “Occhisulmondo” di Perugia. La storia, tratta dal diario della giovanissima partigiana Giulia Re, un’adolescente qualunque che ama ballare, sognare
e sorridere alla vita. A renderla speciale è il suo sogno di riconquistare quella libertà che la guerra, insinuatasi silenziosamente nella sua vita quotidiana, gli
ha strappato. In una “normale” notte di guerra, la ragazza, stremata dalla fame e dalla paura, trova un’ancora nell’immaginazione e spicca il volo in mondo senza “ghetti” e “lager”. La speranza non muore in Giulia, così come il suo amore per la libertà. Un amore contagioso che travolge i giovani spettatori, colpiti da ogni singola parola, da ogni singolo gesto della protagonista. Alla fine dello spettacolo, gli attori e il regista hanno risposto alle domande rivolte loro
da spettatori bramosi di “memorie”. In punta di piedi, attraverso un “modesto” palcoscenico, allargando col le sue piccole mani il “sipario ancora chiuso”, entra nella vita di quanti hanno voluto incontrarla e ricordare con lei ciò che non può essere dimenticato. È un “diritto” e un “dovere” conoscere ciò che è stato e ciò che è: ricordo e consapevolezza sono il punto di partenza. Coraggio, determinazione, coerenza, rispetto di tutto e di tutti un traguardo straordinario.
Guido Scarlato VF
ISLAM: PROSPETTIVE REALI E PERICOLI IMMAGINARI
DISCUSSIONE SULL’ISLAM: LA PAROLA ALL’ESPERTO
Capita spesso di sentire persone lanciarsi in considerazioni inappropriate sull’Islam. Anche sulla scia
del clamore e dell’emozione suscitati dai drammatici
eventi di Parigi e dai tanti fatti di cronaca, gli studenti
della classe V E del nostro Liceo sono stati coinvolti,
giorno 15 gennaio 2016, in un seminario- discussione con il dott. Gianfranco Bria, dottorando in Storia
e Antropologia dell’Islam all’École des hautes études en sciences sociales di Parigi e l’Università della
Calabria. L’Islam è la seconda religione monoteista al
mondo, ma non è soltanto una religione. La religione
islamica è soprattutto una concezione globale della
storia, cultura, etica e diritto di un popolo. I musulmani, oggi, sono persone di ogni razza, nazionalità e
cultura, legate da una unica, comune, fede. Oggigiorno, l’Islam può apparire qualcosa di esotico o di remoto, forse perché negli Occidentali la religione non
è un elemento dominante, mentre nei musulmani è
al primo posto, il che spiega perché in molti Paesi
si osservi scrupolosamente la Legge islamica (“Shari’a”). Siamo abituati a pensare che la maggior parte
dei musulmani siano distribuiti nella zona del Medio
Oriente, ma in realtà l’Islam, storicamente, si è diffuso in vasta parte del mondo, dal Marocco all’Indonesia. Proprio perché i musulmani sono localizzati in
gran parte del mondo, e il perdurare di certi conflitti
ha ingigantito i flussi migratori, negli ultimi anni, nei
Paesi occidentali sono emerse alcune ideologie “fasciste”: molti non accettano questa grande presenza islamica, poiché essa farebbe perdere il senso di
appartenenza ad una nazione. L’intervento del dott.
Bria ci ha fatto capire che il concetto tradizionale di
nazione, oggi, va superato, e che vivere in una realtà
multietnica e multiculturale offre grandi possibilità.
Molto dibattuta, nel nostro incontro col dott. Bria, è
stata la condizione femminile. Per l’Islam, la donna
non è altro che una bambola in mano all’uomo e, appartenendo al proprio uomo ed a nessun altro, solo
da lui può essere guardata in volto o desiderata fisicamente; per uscire di casa, le donne devono indossare
un velo detto “burka” e un ampio vestito per non mostrare le forme del corpo. È molto diffusa nella men-
talità islamica la pratica dell’infibulazione, una procedura inumana e non rispettosa dell’integrità fisica
della donna: essa consiste nell’incisione del clitoride,
affinché le donne non provino piacere e restino fedeli all’uomo a cui appartengono. Molti di noi, spinti
dalla curiosità, hanno chiesto al dott. Bria di farci conoscere altre pratiche della tradizione islamica, che
ci ha mostrato attraverso video da lui selezionati. In
chiusura, è stata discussa l’influenza che i mass-media esercitano nel formare la nostra opinione sul
popolo islamico; ne è emerso che, prima di giudicare una religione, un popolo o una cultura, bisogna
conoscere a fondo le sue caratteristiche e non limitarci a interpretazioni approssimative e generiche.
Enrica De Rasis e Rita Tenuta V E
‘CHIUDERSI’ È LA SCELTA DI CHI HA GIÀ PERSO
Alla luce degli attentati di Parigi, avvenuti
nella notte tra il 13 e il 14 novembre scorso, in
Europa e in Italia è esploso il caos mediatico.
Chi grida alla terza guerra mondiale; chi, demagogicamente, se la prende con gli immigrati e auspica un ritorno del Duce; chi cita,
decontestualizzando, le “profezie” di Oriana
Fallaci. Ancora più grave è il caso di giornalisti che, dimostrando la loro ignoranza, si lasciano andare a titoli altisonanti del tipo «Bastardi Islamici», dettati più dalla pancia che
dalla testa. Tutto ciò è da mesi praticamente
all’ordine del giorno ed è una dimostrazione
allarmante di come in Italia si stia perdendo
una cosa molto importante: il senso critico.
“Io non parlo di cose che non conosco”: dovremmo ispirarci a questa massima di Nanni Moretti (dal film “Sogni d’Oro”). In effetti,
prima di dire la propria su qualcosa di cui non
si sa granché, e prima di esprimere le proprie
pseudo-teorie politico-economico-sociali, ci
si dovrebbe fare un esame di coscienza. È da
Voltaire che nella nostra cultura vale il principio: “Non sono d’accordo con te, ma morirei
purché tu possa dire la tua opinione”; ma se
si sostengono affermazioni inesatte, faziose e
che dimostrano ignoranza sull’argomento, la
cosa non può andarmi giù. È inutile prendersela genericamente con i Musulmani, quando
noi stessi siamo parte del problema: noi occidentali, doverosamente, piangiamo le cento e
più vittime di Parigi, ma nel contempo ignoriamo le migliaia di morti in paesi come la Siria; su di noi ricade, indirettamente o meno,
la responsabilità della nascita dell’ISIS. I Paesi
occidentali hanno occupato quei territori che
ora lo Stato Islamico rivendica. E lo abbiamo
fatto per motivi economici; e per interessi
(economici e politici) uguali e contrari l’ISIS
a sua volta agisce. Non facciamoci prendere
in giro! La religione non c’entra. È un pretesto. Un pretesto per spingere gli uomini a
combattere. Lo è sempre stato (le armi crociate…). Condannare tutti i musulmani per
quanti strumentalizzano la religione islamica
per arrivare ai propri fini, è dimenticarsi di coloro che stanno combattendo l’ISIS in prima
linea: Curdi, Arabi, Siriani, Yazidi. Sono loro
che ci mettono la faccia!. Sapete quali facce
mancano? Citando il fumettista Zerocalcare,
quelle di chi, a 3000km di distanza, bercia di
guerre di religione dai salotti televisivi per
guadagnare qualche voto; quelle di chi, aggiungerei io, parla decisamente a sproposito
al sicuro, dietro un monitor o un nickname.
Emanuele Maletta IV G
“Dobbiamo fare del nostro meglio per mantenere e salvaguardare la più grande
conquista dell’integrazione europea”. Il forte e accorato messaggio del commissario europeo per le migrazioni, il greco Avramopoulos, è l’emblema della forza
e del coraggio delle idee di molti cittadini europei, che sono disposti a non voler,
per nessuna ragione al mondo, sottostare alla messa in discussione del trattato di
Schengen. La decisione di sospendere il trattato di Schengen alla luce dell’enorme
flusso migratorio dall’Oriente e dall’Africa verso l’Europa, e in seguito agli attacchi
terroristici di Parigi dello scorso novembre, tiene fortemente banco, negli ultimi
giorni, in Europa. È pertanto doveroso fare chiarezza sull’esatto significato e sul grande valore del
trattato di Schengen. Si tratta di uno degli accordi
di pace più importanti che siano stati raggiunti tra
Stati sovrani, e dà vita all’omonimo spazio di libera circolazione per i cittadini europei. La sua entrata in vigore nel 1985 ha consentito che frontiere
ritenute un tempo invalicabili (quelle che lo statista britannico Churchill definì la “cortina di ferro
sull’Europa”) siano oggi scomparse. I territori nei
quali Schengen è in vigore sono un’oggettiva oasi di
pace e libertà, nella quale è in vigore un efficiente
coordinamento tra Stati nella lotta alla criminalità
organizzata di carattere europeo. In seguito ai recenti avvenimenti, alcuni Paesi
aderenti al trattato hanno deciso di reintrodurre i controlli alle frontiere, motivandoli con la presenza di “minacce gravi per l’ordine pubblico e la sicurezza interna”.
La necessità di intensificare i controlli per garantire all’Europa e ai suoi cittadini
maggiore sicurezza appare, dunque, evidente. D’altro canto, rafforzare le frontiere
e perseguire politiche di chiusura rischia di mettere in discussione l’anima stessa
di Schengen, minando così una delle colonne portanti dell’Unione europea. All’abolizione, o comunque alla sospensione, sono contrari tutti gli Stati meridionali
dell’UE, ma va ricordato che la fine di Schengen converrebbe a molti partiti nazionalisti e conservatori che, non vogliono più immigrati nel proprio Paese. Si
sta realmente mettendo in discussione un simbolo della grande democrazia ed
emancipazione che regna in Europa. O, meglio, che ha regnato finora. Si parla tanto di libertà e diritti comuni, ma in questo momento è evidente come una grande
incoerenza stia causando una caduta di stile e di credibilità dell’intera Unione.
Bisogna essere forti nel richiamare il valore dell’Unione Europea e, nonostante
tutto, non farsi annientare dal terrore. Sono tanti gli aspetti in questione, da quelli pratici (frontiere aperte ma indebolite da un’intelligence spesso poco efficiente
e da politiche migratorie aggressive) a quelli simbolici (l’importanza del sistema
di Schengen come fautore del sogno di un’Europa unita, aperta a ogni cittadino, libera, sicura). Distruggere
Schengen vorrebbe dire mettere realmente l’Europa in
pericolo, sia dal punto di vista politico che da quello
economico. “Gli effetti sarebbero catastrofici” ha affermato il presidente del Parlamento Europeo, Martin
Shulz: il blocco di Schengen, infatti, causerebbe ingenti
perdite economiche, difficoltà nella gestione del flusso
migratorio e, quel che è peggio, la messa in discussione
dell’idea stessa di Europa. Pensare che l’addio a Schengen migliorerebbe la situazione è illusorio. Al contrario,
darebbe forza a spinte nazionaliste e demagogiche come
quella incarnata dal primo ministro ungherese, Viktor
Orbán, che da sempre rilancia la politica delle barriere fisiche sui confini.Iniziative del genere, oltre a evocare periodi bui che credevamo superati, sono completamente inutili: ovviamente non funzionerebbero come deterrente per chi fugge
con la famiglia da bombe e pallottole con l’unico scopo di salvare la propria vita e
quella dei propri cari, né rappresenterebbero un freno alle mire espansionistiche
dell’ISIS.Rinunciare a Schengen sarrebbe una vera e propria sconfitta, nonché una
mossa decisamente autodistruttiva: Schengen è infatti, ormai, un impianto fondamentale, una conquista irrinunciabile ed imprescindibile del sistema europeo.
Francesco Catera IVC
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PITAGORA INSIDE
LUDI PITAGORICI
PREMIO SESSA: PREMIATI I VIDEO REALIZZATI SUL TEMA:
I GIOVANI, LA FAMIGLIA, I SOCIAL NETWORK
“Figli e genitori: la famiglia di fronte a media e social network”: questo il tema del premio giornalistico
promosso dal Circolo della Stampa e dalla Provincia di Cosenza in memoria della giornalista Maria
Rosaria Sessa, vittima di femminicidio nel 2002. Il
premio, che prevedeva la realizzazione di un video
della durata massima di cinque minuti, ha visto la
partecipazione di diversi istituti scolastici dell’intero
territorio cosentino. Tra le scuole risultate vincitrici, come già negli anni precedenti, Il Liceo Pitagora anche quest’anno si è distinto aggiudicandosi ben
tre premi speciali. Alla presenza del presidente della
Prov di Cosenza, Mario Occhiuto, del Rettore della
Cattedrale di Cosenza, don Giacomo Tuoto, del giornalista Gregorio Corigliano, sono stati consegnati libri, targhe ricordo, tablet, ma, soprattutto, si è avuto
modo di riflettere su un tema di straordinaria attualità, approfondendone le varie implicazioni. Il video
“SOCIAL FAMILY” a cura del gruppo di lavoro della
classe IV sez.G: Emanuele Maletta, Domenico Linari,
Francesco Russo, Isabella Macrì, Beatrice Salerno, è
stato premiato per il miglior montaggio. Il video ha
affrontato la tematica proposta attraverso una serie
di slide e di riprese effettuate all’interno della classe
e della scuola, ma anche tramite interpretazioni affidate a personali elaborazioni grafiche. La “famiglia”
negli ultimi anni è molto cambiata: si è allargata in
alcuni casi, per via dell’aumento dei divorzi, o in altri ristretta, in quanto sono numerosi i casi di genitori single e di famiglie mononucleari o con sempre
meno figli. Un problema che affligge però la famiglia
di oggi è sicuramente la mancanza di dialogo: sempre più immersi nella rete e nelle amicizie virtuali,
stiamo forse perdendo il piacere del confronto faccia
a faccia. Miglior soggetto è stato considerato quello
del video“#DOPPIAVERITÀ: QUANTO CONOSCI
LA TUA FAMIGLIA?” realizzato da Donatella Cammarano, Giuseppe Perri, Rita Belsito, Giulia Luchet-
ta, Giulia Fiorillo, della IV H. Il titolo rispecchia la
scelta del montaggio “speculare” adottato dai ragazzi,
focalizzando l’attenzione sui cambiamenti profondi
indotti dai social network anche sulla comunicazione genitori-figli. La “provocazione” dell’utilizzo di
facebook per “conoscere” l’altro si rivela come tale:
l’imposizione dell’apparire sull’essere. Il messaggio
che i ragazzi hanno inteso comunicare al mondo degli adulti, in particolare ai genitori, è centrato sulla
necessità del dialogo continuo, che non può fermarsi
ad un’ immagine superficiale, spesso distorta, costruita sui social network, che il più delle volte vengono
utilizzati dai ragazzi per creare “profili” ideali o artificiali, ben lontani dalla realtà, o per mascherare le
proprie debolezze. Occorre infatti insistere nel dialogo, riscoprire il valore del tempo, ritrovare se stessi
nello sguardo attento e sincero dell’altro e non in uno
schermo che spesso restituisce false verità. Occorre
riscoprire il valore della parola, pronunciata di fronte
all’altro e non solo freneticamente chattata con l’agile
movimento delle dita. Sì ai social network, ma senza
perdere di vista i valori che rendono la vita ed i rapporti interpersonali davvero degni di essere vissuti.
Migliori riprese, infine, sono state valutate quelle
effettuate da Claudia Milicchio (IIIA), Giulio Rizzuto (IIIA), Emma Milicchio (IIIAL), nel video “LA
FAMIGLIA TRA VECCHIO E NUOVO”. Il video
affronta le differenti realtà familiari ai tempi dei social network, avvalendosi di interventi di specialisti
nonché di testimonianze di gente comune. L’inchiesta è condotta mediante un approccio giornalistico
fresco e spontaneo. Monoparentale, mononucleare,
multiculturale, sono tutti aggettivi che descrivono la
famiglia di oggi ma che non possono certo esaurire
in sé il significato profondo e atavico che il concetto
di famiglia custodisce dalla notte dei tempi. L’amore,
la collaborazione, il calore che caratterizzano il nido
nel quale nasciamo e cresciamo sono valori che non
passano con le mode e che, pur modificandosi per
effetto dei tempi, rimarranno eternamente validi.
Complimenti ai vincitori e…arrivederci alla prossima edizione!
QUADRATUM LATINUM
COMPONE SENTENTIAM
Comple ut in omne quadratum lineam
columnamque numeri ab I usque ad IX
Sententiam compone a littera O ad R per saltus vel in lineam
transversam vel in perpendiculum vel in lineam obliquam
EXEMPLUM
Errare
humanum
est
AUCTOR: Filippo Calabrese IG
REBUS
AUCTOR: Filippo Calabrese IG
LUDUS SCACCORUM
Regem nigrum ad incitas per II tractus redigere
DOMINO
Quali tessere del domino devono essere inserite al posto dell’elemento mancante della
figura I e della figura II?
CONCORSO “LE SCRITTURE DELLA MUSICA”
Si è conclusa la terza edizione del concorso “Le scritture della musica”, che ha visto la partecipazione di molti studenti del liceo scientifico-linguistico Pitagora, che hanno deciso di sfidare il mondo delle parole al fine di descrivere
quella che per alcuni di loro è un vero e proprio sogno nel cassetto: la musica. L’obiettivo del concorso “promuovere
la conoscenza critica e analitica della musica a partire dalla riflessione e dalla scrittura della musica, anche nelle
scuole in cui non vi siano discipline musicali previste dal curricolo”. Il concorso svoltosi nell’arco di più mesi si è concluso nella giornata di venerdì 29 gennaio 2016 con la cerimonia di premiazione, che ha avuto luogo presso la sala
conferenze di Confindustria. La giuria, composta da Maria Cristina Parise, presidente del comitato Dante Alighieri
di Cosenza, dal M° Francesco Mazzei, fisarmonicista e direttore d’orchestra e da Maria Teresa Seta, ha assegnato
il secondo premio aex-aequo alla studentessa Claudia Milicchio del liceo scientifico-liguistico Pitagora di Rende.
DIVINUS HALITUS TERRAE
Con il desiderio
di scoprire questo
“melting pot” di
culture, noi studenti meritevoli
scelti tra le seconde classi del Liceo
Scientifico-Linguistico Pitagora, accompagnati dalla docente Cinzia Bianco,
insieme ad una rappresentanza degli alunni dell’Istituto
Comprensivo di San Fili, dell’Istituto comprensivo Rende Centro e dell’Istituto comprensivo di Montalto siamo
partiti alla volta di Milano il 28 ottobre 2015. Ci ha accolti
il Decumano, cuore pulsante di vitalità, che diramandosi
nutre ciascun padiglione, infatti, per la prima volta nelle
esposizioni universali il Paese ospitante occupa un intero viale. Passeggiando per il Cardo si possono assaporare
le tradizioni delle regioni italiane in un exploit di colori e musica. Ad addolcire l’atmosfera, posto alla fine del
percorso, si erigeva imponente l’albero della vita, pronto a arricchire l’ambiente di straordinarie emozioni con
giochi d’acqua e di luce. Uno spettacolo che è riuscito ad
abbagliare milioni di visitatori. Ed infine, il seme dell’impegno italiano germoglia in “Palazzo Italia” un assaggio
di ciò che rappresenta la nostra nazione. L’edificio è la
casa dell’identità italiana. Già dall’esterno del Padiglione
si può notare la grande bellezza e la maestosità dei suoi
quattro piani. Lungo il percorso espositivo, mozzafiato,
troviamo la Potenza del Saper fare, raccontata attraverso
storie di chi lavora a stretto contatto con la natura; la Potenza della Bellezza, racchiusa in una stanza di specchi;
la Potenza del Limite, identificata nella stanza del Caos;
infine la Potenza del Futuro, rappresentata dalle piante,
simbolo di ogni regione, che testimoniano la ricchezza di
biodiversità del nostro Paese. E poi ancora il Giappone e
il Kazakistan, i Padiglioni più belli e interessanti da visitare. “Diversità armoniosa”, il tema della partecipazione per
il Paese del Sol Levante, che si manifesta nelle tradizioni
culinarie. Un coinvolgente percorso di emozioni, creatività e contenuti innovativi nella struttura del Kazakistan
che va dalle proiezioni in 4D allo spazio cosmico delle
steppe kazake. La sensazione che si percepiva ad Expo,
però, era che si erano venuti a creare dei miti fruibili da
pochi. Padiglioni con file interminabili, senza agevolazione alcuna nemmeno per i disabili, segno che l’Olimpo è
meta di pochi. A coronare l’esperienza Expo la visita di
Sirmione, “fiore delle penisole e delle isole”, come la definì Catullo che la scelse come residenza. Straordinario,
affollato, immenso, innovativo, sorprendente, illuminante, artistico, spettacolare, formativo, originale, incredibile, entusiasmante … Noi ci abbiamo provato, ma certe
esperienze non si possono descrivere, EXPO 2015 è una
di quelle!
“Le eccellenze”
AUCTOR: Manuel Francesco Giraldi IG
TROVA IL NUMERO MANCANTE
TRA PACCHERI E PACCHE
Questa volta la cazziata iniziale e la pacca finale sono toccati ai Macrito, noti ristoratori
maranesi. Ebbene, sì! Antonino Cannavacciulo, famoso cuoco e conduttore di “Cucine
da incubo”, ha scelto, per la registrazione di
una puntata della nuova stagione della trasmissione, proprio un noto locale di Marano. Il pluristellato chef napoletano è stato
accolto da fuochi d’artificio e da una folla
degna delle grandi occasione, “a’ra squagliata d’a nivi” (il giorno prima era nevicato).
L’intervento è stato richiesto per risollevare non già l’attività, ma l’animo del proprietario, in un periodo difficile a causa della
prematura morte del fratello. Detto, fatto!
Il temutissimo erede di Gordon Ramsay ha
degnamente adempiuto al suo compito e,
messosi la candida parannanza, ha dispensato consigli al personale, provveduto al restyling della sala, ma soprattutto si è dato da
fare con tielle e caccavelle.Per niente unto e
bisunto, si è congedato, non con il consueto
“Adios”, ma con una cordiale stretta di mano.
Davide Ciro Santovito IV AL
IMAGO ABSCONDITA
Coniunge puncta ab III usque ad LVII ut
imaginem restituas
INQUISITIO VERBORUM
Verba indicata inveni. Litterae reliquae imaginis delineatae
nomen formabunt
ARTIFICIUM
BIBLIOTHECA
BRITANNICUS
COMITES
DISCIPLINA
DISCIPULI
DOCTRINA
EXAMEN
GEOGRAPHIA
HISTORIA
INSTRUERE
INTERROGATIO
INTERVALLUM
MAGISTER
MATHEMATICA
MEMORIAE MANDARE
MODUS OPERANDI
PHILOSOPHIA
PHYSICA
PUGILLARES
SCIENTIA
SEDULA
SEX
AUCTOR: Filippo Calabrese IG
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SCRIVERE CHE PASSIONE!
LEGGERE CHE PASSIONE!
CREPUSCOLO
Nel libro Fai bei sogni, Massimo Gramellini racconta le difficoltà di una
vita, segnata da profonde ferite e ostacoli apparentemente insuperabili. Il
libro è scritto sulla base del dolore più
grande: la morte della madre, celata dietro un segreto che verrà svelato
dopo ben quarant’anni, grazie a una
vecchia lettera. Gli anni non saranno
d’aiuto a Gramellini, che arriverà ad
odiare se stesso, incolpandosi per aver
fatto scappare la persona più importante della sua vita, vivendo ogni giorno con la paura di affrontare il mondo, insicuro. Le ferite sono profonde
come solchi, l’intreccio di sentimenti
vorticoso: “Chi è stato abbandonato si
considera assaggiato e sputato come
una caramella cattiva.” Tutti nella vita
almeno una volta sentono questo senso di abbandono, tutti avvertono un
grande vuoto, ma pochi riescono a
colmarlo veramente. L’assenza di una
persona amata è difficile da accettare e
spiegare. Sin da piccoli abbiamo bisogno di amore, per avere delle certezze
in un mondo di false speranze. Guardando in viso la realtà, capiamo però
che la nostra vita, a causa di quella assenza, diventerà una continua ricerca,
finalizzata a trovare qualcuno che ci
sappia tenere per mano, che conosca
a memoria le nostre debolezze, che
capisca di quanta speranza abbiamo
bisogno per vivere. Qualcuno che,
guardandoci, veda il disastro che si
nasconde in noi, provati dalla cattiveria del mondo, e che abbia il coraggio
di curarci e di rimediare a tutto quel
male con la sua costante presenza, i
suoi sorrisi di comprensione e il suo
amore. Andremo sempre alla ricerca
di questo “qualcuno”, ma al contempo
cercheremo (invano…) di allontanarci
da tutti i ricordi che continuano a farci Ma un riscatto è sempre possibile…
male, per dimenticare chi ci ha abbandonato. La vita si trasformerà così in
Giulio Rizzuto IIIA
una continua fuga per dimenticare,
e costante ricerca di amore; sentiremo la mancanza dei sogni che avevamo posto in qualcuno troppo debole
per reggere le nostre anime, deviate
e ormai distrutte. Arriverà, però, un
momento nel quale ci si stancherà di
scappare, le energie si esauriranno e
finiremo per guardare il mondo da
una prospettiva diversa, con un pizzico d’odio. Ci vedremo più vuoti di
prima, con degli occhi senza vita che
farebbero paura a chiunque, e con la
vana speranza che il nuovo giorno sia
diverso dal precedente. Ci convinceremo di vivere in un mondo di ciechi, in
un mondo dove nessuno ha il coraggio di notare quanta tristezza si possa nascondere negli occhi dell’altro.
SOSPESI TRA ODIO E PAURA
RISCRIVERE LA STORIA CON LA FORZA DELLE IDEE
I fatti di Parigi, così come quelli che stanno segnando questa nostra triste storia, richiedono un’ analisi più approfondita
di quella a caldo e immediata, che tradisce rabbia, sgomento e, soprattutto, tanta paura.
È legittimo provare questi sentimenti. Tuttavia, non ci si può abbandonare ad un irrazionale
desiderio di vendetta verso i responsabili, agendo con la stessa “violenza” di cui siamo vittime,
accecati da un odio tale da “fare di tutta l’erba un fascio”. Un’analisi più approfondita del
problema induce, invece, a pensare ad una soluzione più logica e probabilmente più efficace di
quella estremista. All’opinione pubblica sfugge spesso che ci si ritrova a lottare contro un’idea
più che contro un popolo. È facile credere di risolvere tutto con un intervento armato. È facile
armarsi in un mondo in cui le “superpotenze” si sono arricchite costruendo e vendendo armi a
quanti ora li usano per seminare terrore in nome di chissà quale divinità. Al contrario, è difficile
comprendere che bisogna combattere non contro gli uomini ma contro le idee, soprattutto quando esse sono
palesemente “sbagliate”.
Riccardo Imbrogno IIIE
Para mí leer es el camino para apropriarnos de una visión del hombre y
sus pensamientos que a partir de ese
momento entran a formar parte de
nuestro ser. Una lectura disfrutada
con riqueza y plenitud es la conquista más importante que puede hacer
un hombre en su vida, una conquista que nos ayuda a crear un punto
de vista crítico a través de un dialogo
directo con el autor y al mismo tiempo representa un placer para el lector.
Lucia Scalercio IIAL
Cosa accade quando due essenze contrarie si incontrano, quando il trascendente si unisce al suo opposto in una meravigliosa contraddizione, come nell’istante
in cui una dea si innamora di un mortale? Quando mi ritrovai in questo mondo, non ricordavo esattamente chi fossi, ma avevo ancora
impressa nella mente l’immagine del cielo, dell’innegabile
perfezione che caratterizzava il mio luogo di provenienza.
La mia materia era la bellezza e la mia unica consapevolezza era che essa fosse tutto ciò che dovevo conoscere, che
chi ne cogliesse l’essenza fosse più sapiente di qualunque
saggio. Ero consapevole del fatto che solo occhi meravigliosi potessero contemplare la grazia che li circondava
e dava valore al mondo, poiché tutti gli altri erano privi
della materia prima che avrebbe permesso loro di ammirare tale perfezione: la perfezione stessa. Quando entrai
in contatto con l’uomo ne rimasi profondamente colpito:
era un essere incerto, contraddittorio e certamente ignorante, che conosceva tutto tranne se stesso, spaventato
dalla sua anima e dai suoi desideri, schiavo di una morale in aperta contraddizione con la sua natura. Si era imposto delle leggi che non erano le sue, recitava un ruolo
che non gli apparteneva e che non lo rispecchiava con
una spaventosa naturalezza. Individuavo in lui tutto ciò che io non ero, comprendevo di trovarmi in un mondo al di là dello specchio, uguale ma opposto
al tempo stesso a quello che io conoscevo. Detestai quel barbaro ed insignificante
LIFE
During life, everybody fights battles,
And walks through storms.
Everybody on the inside feels torn.
There’s a way of getting over such sensations,
Staying strong and holding on in any occasion.
essere, nel quale non riuscivo a ritrovare neanche una parte di me e, senza accorgermene, iniziavo a somigliargli, mentre affogavo nelle limpide e fatali acque della
mia stessa vanità, proprio come fece Narciso, che in se stesso trovò la sua tragica
fine, lasciando che il mondo intero compiangesse la perdita
di un essere tanto meraviglioso. Vanità… Quale uomo, poi,
non ne è schiavo, con le sue continue giustificazioni, con le
sue mere e illusorie convinzioni? Colui che mente a se stesso
nella speranza di apparire migliore di quanto in verità non
sia era infinitamente uguale a me. Quando lo realizzai, tutte
le mie convinzioni si sgretolarono nelle mie mani e svanirono
nell’aria, leggere e insignificanti come la polvere. Fu proprio
quando colsi la vera natura dell’uomo che mi identificai in
lui e dubitai di me stesso, capii di essermi illuso durante tutta
la mia esistenza, guardando con amaro disgusto i miei simili
come farebbe un essere trascendente dall’alto dei suoi cieli,
deluso da come non vedessero in me la perfezione che io vedevo nella mia anima. Compresi, infine, di non sapere nulla.
Molti individui perseverano nel ribadire quanto risulterebbe,
a loro parere, tediosa la perfezione, se davvero fosse tangibile,
trascurando il fatto che, se fosse privata della sua trascendenza e cessasse di essere una mera illusione, cadremmo tutti in
ginocchio, in un’eternità di pura contemplazione. O forse non saremmo in grado
di riconoscerla, poiché la ignoriamo, o, in fondo, non crediamo davvero che esista.
Valentina Palermo IV AL
IL LIBRO DELLA VITA
SILENCE
IL MERCANTE DI LUCE
“Il mercante di
luce” è un romanzo del famoso autore e
cantautore italiano
Roberto
Vecchioni.
Il
protagonista del
racconto è Stefano Quondam,
un professore di
letteratura greca. Il suo unico
figlio,
Marco,
è affetto da una malattia rara e incurabile, la progeria, che causa un invecchiamento precoce. Difatti, Marco, mentalmente è un diciassettenne, ma
fisicamente è molto anziano, vicino, quindi, alla
morte. Stefano non può più scappare da questa
tragica realtà: suo figlio ha paura e lui deve stargli vicino. Decide, pertanto, di iniziare una guerra contro il tempo, quello di Marco, che corre
velocissimo, offrendogli la possibilità di conoscere ogni aspetto della realtà e della natura umana.
Stefano vuole “donare” al figlio tutto ciò che, altrimenti, gli sarà negato. Decide di farlo attraverso
la letteratura greca che egli ama così tanto. Non a
caso i greci, in balia dei numerosi dubbi esistenziali
propri dell’uomo, inventarono la Tragedia, per creare una realtà parallela, depurata e concentrata sui
grandi temi e valori del mondo. Inizia, così, questo
straordinario viaggio di Stefano e di Marco, con i
suoi mille interrogativi. Parlano tanto insieme;
parlano del caos e dell’armonia, del destino e dell’amore, della paura e dell’odio; parlano della vita e
della morte, tema particolarmente caro ai grandi
autori greci del passato che, a pensarci bene, non
sembra più così lontano. Intenso il loro cammino
lungo il sentiero della vita, “filtrata” dalle più significative pagini della letteratura. Ma il viaggio giunge al termine: Marco muore e Stefano, già sconfitto
più volte dalla vita, medita il suicidio, almeno fino
a quando non comprende che il figlio non aveva
paura di morire ma di vivere. Marco, infatti, aveva superato la sua paura grazie al dono del padre:
la “LUCE” con la quale aveva potuto sconfiggere
le “TENEBRE” della sua esistenza. “Il mercante
di luce” è senza dubbio un romanzo molto com-
plesso che dimostra come i grandi autori classici,
attraverso le loro opere, ancora oggi possono essere guide indispensabili. Ciò vale soprattutto per
l’uomo che vuole sconfiggere le “tenebre” dell’ignoranza con la “luce” della conoscenza. Il protagonista non può fare altro che trasmettere questi
insegnamenti al figlio, diventando, così, il “MERCANTE DI LUCE”. Lo stile del romanzo rispecchia pienamente il contenuto: l’intreccio è ricco di
analessi e prolessi tipici del “flusso di coscienza”; il
registro è colloquiale e il tono, date le condizioni
di Marco, spesso “cupo”. Forse un tantino “pedanti”
le digressioni letterarie! Del resto, l’autore , come
Stefano Quondam, è un professore di Letteratura
greca. Ciò nonostante, vale la pena abbandonarsi
alla lettura di questa storia che, proprio attraverso i richiami letterari, fa riflettere sul valore del
tempo e della conoscenza quanti sembrano, invece, sopraffatti da un’epoca “frenetica” e “vuota”.
Gabriele Celebre VF
Silence is a mere and fierce beast,
Which slowly erases words and communication,
Until there’s nothing more than such a horrible sensation.
Silence can sometimes be scary enough,
To let emotions fall apart.
We’re frightened of talking and letting them out,
Afraid to be judged by the people around.
But love and bravery, at the end of the day,
Are the key to make everything okay.
Emma Milicchio IIIAL
Quel piccolo spiffero di luce che entra in te.
Come una luce sottile in una gelida caverna.
Prepara alla primavera
Prepara alla gioia.
Prepara però prima ad un dolore che dev’esser superato.
La fine dell’inverno
Alessia Filice III F
Mi svegliai lentamente in uno strano luogo, un posto che mai prima di allora avessi
visto, etereo, così luminoso da ferirmi gli
occhi. Non c’era altro, se non la distesa più
immacolata che avessi mai avuto il piacere
di ammirare. Eppure, qualcos’altro c’era: in
quell’abbagliante candore, d’improvviso, si
materializzò una figura. Era una donna di
bellezza ineffabile: qualsiasi parola, espressione o frase non sarebbe stata in grado di
descrivere quell’immenso splendore. Si avvicinava adagio a me, scrutandomi con attenzione, senza proferir parola: la sua unica
azione fu lasciarmi fra le mani un grosso
tomo, per poi sorridermi e dissolversi, sparendo con la stessa velocità con la quale
era apparsa. Presi finalmente il mio tempo
per osservare il libro che giaceva fra le mie
mani. Non ricordo esattamente che aspetto avesse, ricordo solamente delle lettere
stampate in oro a decorarne la copertina:
formavano la parola ‘vita’. A quel punto
rimasi piuttosto sorpreso, indeciso su quale
decisione fosse meglio prendere: se in quel
libro fosse stata scritta per filo e per segno
la mia vita, passato, presente e futuro, gioie
e dolori, sorrisi e lacrime, come avrei reagito? Al manifestarsi del mio destino, quale
sarebbe stata la mia reazione? Davvero volevo sapere cosa la vita avesse in serbo per
me? D’altro canto, se non avessi aperto quel
volume, per tutta la vita l’avrei rimpianto,
mi sarei, in futuro, sicuramente pentito di
non aver colto quell’occasione più unica
che rara. Raccolsi il mio coraggio, respirai a
pieni polmoni; quindi, mi accinsi ad aprire
il misterioso libro. Bianco, completamente
vuoto, per quante volte controllassi ogni
pagina non riuscivo a trovare neppure il più
leggero segno d’inchiostro, se non una frase,
scritta elegantemente sul fondo dell’ultimo
foglio: ‘Scrivi tu il tuo destino.’ Col senno
di poi, quello fu davvero un sogno bizzarro.
Martina Palermo IV AL
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MENS SANA...IN CORPORE SANO
MERITATI PREMI PER IL NOSTRO LICEO
La giornata dell’undici giugno è stata movimentata per gli studenti del nostro liceo i
quali hanno partecipato attivamente a due
importanti manifestazioni volte a premiare i ragazzi che si sono distinti durante il
corso dell’anno scolastico, ormai giunto al
termine, in gare sportive e non, ma anche
a rafforzare lo spirito di squadra e condivisione importantissimo per lo sviluppo
della personalità di noi giovani. Anche
questa volta il Liceo Scientifico-Linguistico “Pitagora” di Rende ha dato prova delle
sue capacità “sportive”: una rappresentanza di ragazzi della nostra scuola è stata infatti protagonista nella cerimonia di
premiazione delle gare sportive annuali,
disputate tra gli istituti secondari di tutta
Italia, tenutasi presso l’ITIS “Monaco” di
Cosenza. Naturalmente anche quest’anno
i nostri compagni, sapientemente e costantemente guidati dalla prof.ssa Lidia
Cino, si sono destreggiati in gare di corsa
campestre, atletica leggera, tornei di badminton e calcio a cinque primeggiando in
quella che ormai sembra essere diventata
la nostra specialità : la corsa campestre, per
la quale deteniamo il primo posto, a livello
regionale, da tre anni consecutivi; anche
nelle altre specialità abbiamo avuto soddisfacenti risultati occupando il secondo
ed il terzo gradino del podio per i tornei
di calcio a cinque ed atletica. Nel nostro
istituto invece la mattinata si è aperta con
un torneo di pallavolo giocatosi all’interno della nuova palestra. Al termine dell’amichevole competizione sportiva alunni e
docenti si sono ritrovati nell’anfiteatro, appena ristrutturato, dove la preside ha dato
inizio alla premiazione degli alunni che
hanno partecipato a concorsi e gare scolastiche. All’evento hanno preso parte due
ospiti d’eccezione: il pallavolista Marco Lo
Bianco e il campione mondiale di pallanuoto nonché punta di diamante della nazionale Amaurys Perez. Giornata trascorsa all’insegna dello sport e conclusasi con
un caloroso arrivederci al prossimo anno.
Martina Luzzi IV D
Fase Istituto Corsa Campestre A.S. 2015/5016
Triangolare De Coubertin - Pitagora - Falcone
Fase Istituto Corsa Campestre A.S. 2015/5016
Sila avventura A.S. 2015/5016
Direttore Responsabile: Prof.ssa Elisa Policicchio, Dirigente Scolastico.
Coordinamento Redazione: Prof.ssa Cinzia Bianco.
Docenti Tutor: Prof.ssa Barbara Colistra, Prof.ssa Maria Teresa Palma, Prof.ssa Tommasa
Perrelli, Prof.ssa Luigia Rizzo, Prof.ssa Erminia Sannuti, Prof. Massimo Vita.
Impaginazione e grafica: Eleonora De Luca, Claudia Milicchio, Giulio Rizzuto, Emanuele
Maletta.
Illustrazioni: Alessandro Bruno, Serena Fida, Marika Straticò, Martina Volpe.
IL PITAGORA SEMPRE PIÙ SPORTIVO
Gli studenti del Liceo Scientifico-Linguistico “Pitagora”
di Rende (CS) hanno partecipato alla 5° edizione della
manifestazione denominata “Pitagorici in corsa”, valevole anche come fase d’istituto di corsa campestre per i
campionati sportivi studenteschi. Starter di eccezione
il dirigente scolastico dell’istituto prof.ssa Elisa Policicchio che ha provveduto anche a premiare i ragazzi che si
sono distinti . Le selezioni si sono svolte presso il Campo Scuola di Cosenza dove gli alunni, sapientemente e
costantemente guidati dai docenti di scienze motorie,
hanno effettuato anche le fasi di preparazione mostrando
grande interesse, entusiasmo e spirito di squadra. Nelle
gare maschili si sono distinti: Ritacco Emanuele (I° classificato), Adamo Lorenzo (2°classificato), Ruffolo Emanuele (3°classificato) e Morrone Faustino (4° classificato;
mentre nelle gare femminili abbiamo Turco Elena ( 1°
classificata), Basile Maria Celeste (2° classificata, Napoli
Michaela (3° classificata), Barbuscio Daniela (4° classificata). Vi è stata inoltre la partecipazione straordinaria
di Napolitano Eduardo che ha vinto per la sua categoria.
La corsa campestre rappresenta la specialità di punta dell’Istituto, che detiene ormai da tre anni il titolo di campione
regionale e la conseguente partecipazione ai campionati
nazionali. Non mancano, tuttavia, tornei di calcio, pallavolo, tennis da tavolo, attività quali rafting, equitazione e
trecking. Una nota di merito per l’organizzazione va non
solo ai prof. di educazione fisica, ma anche alla prof.ssa Paola Armentano sempre molto sensibile nella promozione di
tutte le manifestazioni capaci di rafforzare lo spirito di condivisione e lo sviluppo della personalità dei giovani studenti.
Maria Felice Gagliardi VD
Foto: Vincenzo Cerminara IV G