La voce del Pitagora n14 - Liceo Scientifico Linguistico "Pitagora"
Transcript
La voce del Pitagora n14 - Liceo Scientifico Linguistico "Pitagora"
VOCEdel No. 14 Settembre 2015 - Gennaio 2016 1 la 1 PITAGOR A PREMIO SESSA LA FISICA MODERNA PROTAGONISTA AL “PITAGORA” “Figli e genitori: la famiglia di fronte a media e social network”: questo il tema del concorso “Maria Rosaria Sessa” che ha visto come protagonisti i ragazzi del Pitagora coordinati dalla Prof.ssa Carmelina Contatore. Continua a pag. 4 Presso il Liceo Scientifico Pitagora di Rende è stato attivato un progetto didattico sulla Fisica Moderna in particolare sui Raggi Cosmici e la loro interazione con l’atmosfera con la collaborazione del dott. Francesco Bevacqua, esperto esterno del progetto “DIMA”. L’interesse per questo argomento è nato all’interno di un PON F3 attivato dall’Istituto nell’anno scolastico 2013 – 2014 che ha visto la partecipazione delle alunne Chiara Sperlì, Francesca Malara, Alessia Petrasso, Giulia Conforti coordinate dalla prof.ssa Giulia Infante, insegnante di Matematica e Fisica. Uno dei moduli prevedeva lo studio dell’energia attraverso la realizzazione di strumenti scientifici creati ad hoc dagli studenti. Grazie all’intervento di uno dei tutor del progetto il gruppo ha cominciato a ragionare sulla Energia dell’Universo, nello specifico come questa caratterizza la radiazione cosmica. Il risultato di questa riflessione ha generato uno strumento per la determinazione a terra dei Muoni. SCUOLA AMICA Prosegue anche nell’A.S. 2015-2016 (settimo anno consecutivo) il Progetto “Scuola Amica dei bambini e dei ragazzi”, che vede la collaborazione tra l’UNICEF Italia e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR). DIRE GIOVANI...DIRE FUTURO! DIVINUS HALITUS TERRAE Anche quest’anno tra i premiati a Roma gli studenti del Liceo Scientifico-Linguistico Pitagora. Tra i lavori pubblicati quelli di : Roberta Sole, Carolina Pacillo, Emma Milicchio, Ida Federico, Emanuele Maletta . Tutto parte da qui. Da queste tre parole in rilievo sul Padiglione Zero, in cui è racchiuso l’emblema dell’Esposizione Universale 2015. Continua a pag. 4 IL “PITAGORA” ALL’ UNIVERSITÀ DI MANCHESTER Credere ed investire nella formazione, nelle infrastrutture tecnologiche, nelle risorse umane, nello scambio culturale e professionale è la strada che il Liceo “Pitagora” ha intrapreso già da molti anni. Ecco perché il “Progetto intercultura” rappresenta un’opportunità di crescita, un elemento caratterizzante la nostra offerta formativa. Carlotta Echauri, Gabriella D’Agata, Nicole Ashley Ng Li Yen sono solo alcuni nomi degli studenti che abbiamo accolto nella nostra scuola, ma non solo, è per noi motivo di orgoglio che la nostra alunna Alessia Xu, dopo un eccellente percorso scolastico, contrassegnato anche da un’esperienza di studio a Boston, coordinata dal nostro liceo, stia frequentando con ottimi risultati la facoltà di “chemical engineering” all’università di Manchester. “NOTTE DEI RICERCATORI”: CHE SUCCESSO! Come ogni anno, l’Università della Calabria ha organizzato la “Notte dei Ricercatori”, evento che attira molti giovani liceali, aiutandoli nella difficile scelta della facoltà da prendere in futuro. L’evento, tenutosi Venerdì 25 Settembre 2015, dalle nove di mattina si è concluso dopo la mezzanotte. Nel corso di questa lunga giornata, tantissimi studenti di tutta la regione hanno potuto partecipare ai numerosi laboratori organizzate nelle varie facoltà dell’Ateneo. Attraversando con incredibile disinvoltura il ponte che collega i “blocchi” e le aule, i giovani studenti calabresi si sono incontrati, confrontati, confondendosi con gli universitari che, insieme a tanti docenti, erano lì pronti a fornire utili indicazioni, a sciogliere dubbi ed incertezze. Tra un’attività e l’altra, non sono mancati i “break ricreativi” nell’attesa del concerto di Cristiano De André che, insieme a Francesca Michelin (vincitrice di X-Factor 5) e Nello Daniele, fratello del compianto Pino, ha concluso in tarda serata l’evento. Una giornata decisamente “unica” per tanti studenti che hanno fatto nuove e significative esperienze, passando dall’analisi del DNA e alla simulazione di impresa e business game, dalla teoria dei giochi alla fisica di tutti i giorni. Non erano presenti solo liceali ma anche bambini delle scuole dell’infanzia e primarie, per i quali erano stati preparate attività ad hoc p. Ogni attività o laboratorio ha riscosso successo: tutte le aule erano piene; c’era persino la fila per qualche attività più “gettonata”. Il “giudizio” dei ragazzi è stato molto positivo. Che dire: “una giornata particolare”, che ha schiarito le idee divertendo e, sempre divertendo, ha indicato la strada a tanti giovani con tanti progetti sul futuro. Ritasofia Pirri VF CONCORSO DAME Si è conclusa la terza edizione del concorso “Le scritture della musica”, che ha visto la partecipazione di molti studenti del liceo scientifico-linguistico Pitagora, che hanno deciso di sfidare il mondo delle parole al fine di descrivere quella che per alcuni di loro è un vero e proprio sogno nel cassetto: la musica. Continua a Pag. 4 2 3 IL PITAGORA... ...GUARDA IL MONDO “QUANDO C’ERA PIPPO”. Il progetto D.I.M.A. (Didactic Instrument for Muon in Atmosphere) realizza all’interno del Liceo Scientifico Pitagora di Rende (CS), un progetto didattico sui temi della Fisica moderna e contemporanea. Nello specifico affronta lo studio dei raggi cosmici attraverso la loro interazione con l’atmosfera terrestre. Questo argomento presenta molti aspetti di interesse generale. Innanzitutto, i raggi cosmici fanno parte di quella fisica del secolo appena passato, con importanti sviluppi ancora in atto, che nella maggior parte dei casi non viene affrontata nelle classi. La sua analisi ha segnato passi fondamentali nel progresso della fisica, si pensi ad esempio alla scoperta dell’antimateria. Il percorso di apprendimento previsto all’interno del progetto didattico si snoda attraverso le tappe necessarie per avviare e sostenere nei partecipanti un apprendimento “a forte valore aggiunto”,al fine di superare la fase delle conoscenze ingenue, il più delle volte improprie, del sapere spontaneo.Questo processo richiede un’attenzione continua da parte del docente perché da un lato sia rispettata e valorizzata la disciplina, in tutta l’ampiezza e la ricchezza delle sue dimensioni (conoscitiva, operativa e di valori), dall’altra che siano correttamente modulati i processi di problem solving affinché assicurino i risultati voluti. Gli argomenti sono presentati in una prospettiva che ha cercato di tenere conto del contesto storico-sociale entro il quale è maturata la loro invenzione, nella consapevolezza che “se la storia fosse considerata come qualcosa di più che un deposito di aneddoti o una cronologia, potrebbe produrre una trasformazione decisiva dell’immagine della scienza dalla quale siamo dominati” (T. Khun). La scienza è così vista come un edificio che viene continuamente trasformato, nelle sue parti e a volte anche nelle sua fondamenta. Esso non è una struttura finita per sempre. Come afferma Freeman Dyson “Se una teoria è insegnata e imparata dogmaticamente così come avviene ora, senza considerare le sue origini, allora corre il pericolo di fossilizzarsi e di risultare alla fine di ostacolo a un progresso successivo”. I Muoni, sono particelle prodotte dallo scontro delle radiazioni cosmiche quando entrano in contatto con l’alta atmosfera terrestre. Queste particelle hanno una vita molto breve perché decadono, cioè muoiono trasformandosi in un elettrone e un neutrino muonico, questo decadimento è stato misurato accuratamente con le particelle ferme, e corrisponde a circa 2.10-6 secondi. I muoni in natura viaggiano ad una velocità prossima a quella della luce; per la loro breve durata dovrebbero percorrere circa 600 metri e per questo non dovrebbero mai arrivare sulla superficie terrestre, invece, come dimostra il nostro esperimento, di muoni sulla Terra ne arrivano molti. Il motivo addotto dal punto di vista dei fisici relativistici è proprio la loro grande velocità, questa per loro è la conferma della dilatazione dei tempi, uno dei postulati fondamentali della teoria della Relatività di Einstein.Abbiamo allora affrontato il problema da un punto di vista storico e conosciuto i primi esperimenti in tal senso fatti da un Fisico italiano Bruno Rossi nel 1930, che utilizzava un particolare circuito detto di “coincidenza”. Superate le iniziali difficoltà relative alla comprensione del funzionamento del circuito utilizzato, siamo riusciti ad ottenere uno strumento che, attraverso l’utilizzo di uno specifico software di conteggio di eventi, “avverte” la componente cosmica del fondo di radioattività naturale e la memorizza all’interno di una memoria elettronica. I dati, successivamente vengono analizzati per determinare il flusso dei muoni nel luogo della misura.Grazie alla opportunità offerta dal progetto Internazione “CanSat”, abbiamo, nel mese di settembre, sistemato il nostro strumento in un razzo atmosferico che lo ha portato nell’alta atmosfera terrestre. Continueremo a parlare di Raggi Cosmici nei prossimi anni poiché l’argomento è diventato il nucleo principale di un progetto “Erasmus +”, che a breve sarà presentato dalla nostra scuola al MIUR. Chiara Sperlì, Francesca Malara, Alessia Petrasso, Giulia Conforti Erano molti i giovani studenti presenti al teatro Morella di Cosenza il ventisette Gennaio scorso, per assistere alla rappresentazione teatrale “Quando c’era Pippo”, messa in scena dalla Compagnia “Occhisulmondo” di Perugia. La storia, tratta dal diario della giovanissima partigiana Giulia Re, un’adolescente qualunque che ama ballare, sognare e sorridere alla vita. A renderla speciale è il suo sogno di riconquistare quella libertà che la guerra, insinuatasi silenziosamente nella sua vita quotidiana, gli ha strappato. In una “normale” notte di guerra, la ragazza, stremata dalla fame e dalla paura, trova un’ancora nell’immaginazione e spicca il volo in mondo senza “ghetti” e “lager”. La speranza non muore in Giulia, così come il suo amore per la libertà. Un amore contagioso che travolge i giovani spettatori, colpiti da ogni singola parola, da ogni singolo gesto della protagonista. Alla fine dello spettacolo, gli attori e il regista hanno risposto alle domande rivolte loro da spettatori bramosi di “memorie”. In punta di piedi, attraverso un “modesto” palcoscenico, allargando col le sue piccole mani il “sipario ancora chiuso”, entra nella vita di quanti hanno voluto incontrarla e ricordare con lei ciò che non può essere dimenticato. È un “diritto” e un “dovere” conoscere ciò che è stato e ciò che è: ricordo e consapevolezza sono il punto di partenza. Coraggio, determinazione, coerenza, rispetto di tutto e di tutti un traguardo straordinario. Guido Scarlato VF ISLAM: PROSPETTIVE REALI E PERICOLI IMMAGINARI DISCUSSIONE SULL’ISLAM: LA PAROLA ALL’ESPERTO Capita spesso di sentire persone lanciarsi in considerazioni inappropriate sull’Islam. Anche sulla scia del clamore e dell’emozione suscitati dai drammatici eventi di Parigi e dai tanti fatti di cronaca, gli studenti della classe V E del nostro Liceo sono stati coinvolti, giorno 15 gennaio 2016, in un seminario- discussione con il dott. Gianfranco Bria, dottorando in Storia e Antropologia dell’Islam all’École des hautes études en sciences sociales di Parigi e l’Università della Calabria. L’Islam è la seconda religione monoteista al mondo, ma non è soltanto una religione. La religione islamica è soprattutto una concezione globale della storia, cultura, etica e diritto di un popolo. I musulmani, oggi, sono persone di ogni razza, nazionalità e cultura, legate da una unica, comune, fede. Oggigiorno, l’Islam può apparire qualcosa di esotico o di remoto, forse perché negli Occidentali la religione non è un elemento dominante, mentre nei musulmani è al primo posto, il che spiega perché in molti Paesi si osservi scrupolosamente la Legge islamica (“Shari’a”). Siamo abituati a pensare che la maggior parte dei musulmani siano distribuiti nella zona del Medio Oriente, ma in realtà l’Islam, storicamente, si è diffuso in vasta parte del mondo, dal Marocco all’Indonesia. Proprio perché i musulmani sono localizzati in gran parte del mondo, e il perdurare di certi conflitti ha ingigantito i flussi migratori, negli ultimi anni, nei Paesi occidentali sono emerse alcune ideologie “fasciste”: molti non accettano questa grande presenza islamica, poiché essa farebbe perdere il senso di appartenenza ad una nazione. L’intervento del dott. Bria ci ha fatto capire che il concetto tradizionale di nazione, oggi, va superato, e che vivere in una realtà multietnica e multiculturale offre grandi possibilità. Molto dibattuta, nel nostro incontro col dott. Bria, è stata la condizione femminile. Per l’Islam, la donna non è altro che una bambola in mano all’uomo e, appartenendo al proprio uomo ed a nessun altro, solo da lui può essere guardata in volto o desiderata fisicamente; per uscire di casa, le donne devono indossare un velo detto “burka” e un ampio vestito per non mostrare le forme del corpo. È molto diffusa nella men- talità islamica la pratica dell’infibulazione, una procedura inumana e non rispettosa dell’integrità fisica della donna: essa consiste nell’incisione del clitoride, affinché le donne non provino piacere e restino fedeli all’uomo a cui appartengono. Molti di noi, spinti dalla curiosità, hanno chiesto al dott. Bria di farci conoscere altre pratiche della tradizione islamica, che ci ha mostrato attraverso video da lui selezionati. In chiusura, è stata discussa l’influenza che i mass-media esercitano nel formare la nostra opinione sul popolo islamico; ne è emerso che, prima di giudicare una religione, un popolo o una cultura, bisogna conoscere a fondo le sue caratteristiche e non limitarci a interpretazioni approssimative e generiche. Enrica De Rasis e Rita Tenuta V E ‘CHIUDERSI’ È LA SCELTA DI CHI HA GIÀ PERSO Alla luce degli attentati di Parigi, avvenuti nella notte tra il 13 e il 14 novembre scorso, in Europa e in Italia è esploso il caos mediatico. Chi grida alla terza guerra mondiale; chi, demagogicamente, se la prende con gli immigrati e auspica un ritorno del Duce; chi cita, decontestualizzando, le “profezie” di Oriana Fallaci. Ancora più grave è il caso di giornalisti che, dimostrando la loro ignoranza, si lasciano andare a titoli altisonanti del tipo «Bastardi Islamici», dettati più dalla pancia che dalla testa. Tutto ciò è da mesi praticamente all’ordine del giorno ed è una dimostrazione allarmante di come in Italia si stia perdendo una cosa molto importante: il senso critico. “Io non parlo di cose che non conosco”: dovremmo ispirarci a questa massima di Nanni Moretti (dal film “Sogni d’Oro”). In effetti, prima di dire la propria su qualcosa di cui non si sa granché, e prima di esprimere le proprie pseudo-teorie politico-economico-sociali, ci si dovrebbe fare un esame di coscienza. È da Voltaire che nella nostra cultura vale il principio: “Non sono d’accordo con te, ma morirei purché tu possa dire la tua opinione”; ma se si sostengono affermazioni inesatte, faziose e che dimostrano ignoranza sull’argomento, la cosa non può andarmi giù. È inutile prendersela genericamente con i Musulmani, quando noi stessi siamo parte del problema: noi occidentali, doverosamente, piangiamo le cento e più vittime di Parigi, ma nel contempo ignoriamo le migliaia di morti in paesi come la Siria; su di noi ricade, indirettamente o meno, la responsabilità della nascita dell’ISIS. I Paesi occidentali hanno occupato quei territori che ora lo Stato Islamico rivendica. E lo abbiamo fatto per motivi economici; e per interessi (economici e politici) uguali e contrari l’ISIS a sua volta agisce. Non facciamoci prendere in giro! La religione non c’entra. È un pretesto. Un pretesto per spingere gli uomini a combattere. Lo è sempre stato (le armi crociate…). Condannare tutti i musulmani per quanti strumentalizzano la religione islamica per arrivare ai propri fini, è dimenticarsi di coloro che stanno combattendo l’ISIS in prima linea: Curdi, Arabi, Siriani, Yazidi. Sono loro che ci mettono la faccia!. Sapete quali facce mancano? Citando il fumettista Zerocalcare, quelle di chi, a 3000km di distanza, bercia di guerre di religione dai salotti televisivi per guadagnare qualche voto; quelle di chi, aggiungerei io, parla decisamente a sproposito al sicuro, dietro un monitor o un nickname. Emanuele Maletta IV G “Dobbiamo fare del nostro meglio per mantenere e salvaguardare la più grande conquista dell’integrazione europea”. Il forte e accorato messaggio del commissario europeo per le migrazioni, il greco Avramopoulos, è l’emblema della forza e del coraggio delle idee di molti cittadini europei, che sono disposti a non voler, per nessuna ragione al mondo, sottostare alla messa in discussione del trattato di Schengen. La decisione di sospendere il trattato di Schengen alla luce dell’enorme flusso migratorio dall’Oriente e dall’Africa verso l’Europa, e in seguito agli attacchi terroristici di Parigi dello scorso novembre, tiene fortemente banco, negli ultimi giorni, in Europa. È pertanto doveroso fare chiarezza sull’esatto significato e sul grande valore del trattato di Schengen. Si tratta di uno degli accordi di pace più importanti che siano stati raggiunti tra Stati sovrani, e dà vita all’omonimo spazio di libera circolazione per i cittadini europei. La sua entrata in vigore nel 1985 ha consentito che frontiere ritenute un tempo invalicabili (quelle che lo statista britannico Churchill definì la “cortina di ferro sull’Europa”) siano oggi scomparse. I territori nei quali Schengen è in vigore sono un’oggettiva oasi di pace e libertà, nella quale è in vigore un efficiente coordinamento tra Stati nella lotta alla criminalità organizzata di carattere europeo. In seguito ai recenti avvenimenti, alcuni Paesi aderenti al trattato hanno deciso di reintrodurre i controlli alle frontiere, motivandoli con la presenza di “minacce gravi per l’ordine pubblico e la sicurezza interna”. La necessità di intensificare i controlli per garantire all’Europa e ai suoi cittadini maggiore sicurezza appare, dunque, evidente. D’altro canto, rafforzare le frontiere e perseguire politiche di chiusura rischia di mettere in discussione l’anima stessa di Schengen, minando così una delle colonne portanti dell’Unione europea. All’abolizione, o comunque alla sospensione, sono contrari tutti gli Stati meridionali dell’UE, ma va ricordato che la fine di Schengen converrebbe a molti partiti nazionalisti e conservatori che, non vogliono più immigrati nel proprio Paese. Si sta realmente mettendo in discussione un simbolo della grande democrazia ed emancipazione che regna in Europa. O, meglio, che ha regnato finora. Si parla tanto di libertà e diritti comuni, ma in questo momento è evidente come una grande incoerenza stia causando una caduta di stile e di credibilità dell’intera Unione. Bisogna essere forti nel richiamare il valore dell’Unione Europea e, nonostante tutto, non farsi annientare dal terrore. Sono tanti gli aspetti in questione, da quelli pratici (frontiere aperte ma indebolite da un’intelligence spesso poco efficiente e da politiche migratorie aggressive) a quelli simbolici (l’importanza del sistema di Schengen come fautore del sogno di un’Europa unita, aperta a ogni cittadino, libera, sicura). Distruggere Schengen vorrebbe dire mettere realmente l’Europa in pericolo, sia dal punto di vista politico che da quello economico. “Gli effetti sarebbero catastrofici” ha affermato il presidente del Parlamento Europeo, Martin Shulz: il blocco di Schengen, infatti, causerebbe ingenti perdite economiche, difficoltà nella gestione del flusso migratorio e, quel che è peggio, la messa in discussione dell’idea stessa di Europa. Pensare che l’addio a Schengen migliorerebbe la situazione è illusorio. Al contrario, darebbe forza a spinte nazionaliste e demagogiche come quella incarnata dal primo ministro ungherese, Viktor Orbán, che da sempre rilancia la politica delle barriere fisiche sui confini.Iniziative del genere, oltre a evocare periodi bui che credevamo superati, sono completamente inutili: ovviamente non funzionerebbero come deterrente per chi fugge con la famiglia da bombe e pallottole con l’unico scopo di salvare la propria vita e quella dei propri cari, né rappresenterebbero un freno alle mire espansionistiche dell’ISIS.Rinunciare a Schengen sarrebbe una vera e propria sconfitta, nonché una mossa decisamente autodistruttiva: Schengen è infatti, ormai, un impianto fondamentale, una conquista irrinunciabile ed imprescindibile del sistema europeo. Francesco Catera IVC 4 5 PITAGORA INSIDE LUDI PITAGORICI PREMIO SESSA: PREMIATI I VIDEO REALIZZATI SUL TEMA: I GIOVANI, LA FAMIGLIA, I SOCIAL NETWORK “Figli e genitori: la famiglia di fronte a media e social network”: questo il tema del premio giornalistico promosso dal Circolo della Stampa e dalla Provincia di Cosenza in memoria della giornalista Maria Rosaria Sessa, vittima di femminicidio nel 2002. Il premio, che prevedeva la realizzazione di un video della durata massima di cinque minuti, ha visto la partecipazione di diversi istituti scolastici dell’intero territorio cosentino. Tra le scuole risultate vincitrici, come già negli anni precedenti, Il Liceo Pitagora anche quest’anno si è distinto aggiudicandosi ben tre premi speciali. Alla presenza del presidente della Prov di Cosenza, Mario Occhiuto, del Rettore della Cattedrale di Cosenza, don Giacomo Tuoto, del giornalista Gregorio Corigliano, sono stati consegnati libri, targhe ricordo, tablet, ma, soprattutto, si è avuto modo di riflettere su un tema di straordinaria attualità, approfondendone le varie implicazioni. Il video “SOCIAL FAMILY” a cura del gruppo di lavoro della classe IV sez.G: Emanuele Maletta, Domenico Linari, Francesco Russo, Isabella Macrì, Beatrice Salerno, è stato premiato per il miglior montaggio. Il video ha affrontato la tematica proposta attraverso una serie di slide e di riprese effettuate all’interno della classe e della scuola, ma anche tramite interpretazioni affidate a personali elaborazioni grafiche. La “famiglia” negli ultimi anni è molto cambiata: si è allargata in alcuni casi, per via dell’aumento dei divorzi, o in altri ristretta, in quanto sono numerosi i casi di genitori single e di famiglie mononucleari o con sempre meno figli. Un problema che affligge però la famiglia di oggi è sicuramente la mancanza di dialogo: sempre più immersi nella rete e nelle amicizie virtuali, stiamo forse perdendo il piacere del confronto faccia a faccia. Miglior soggetto è stato considerato quello del video“#DOPPIAVERITÀ: QUANTO CONOSCI LA TUA FAMIGLIA?” realizzato da Donatella Cammarano, Giuseppe Perri, Rita Belsito, Giulia Luchet- ta, Giulia Fiorillo, della IV H. Il titolo rispecchia la scelta del montaggio “speculare” adottato dai ragazzi, focalizzando l’attenzione sui cambiamenti profondi indotti dai social network anche sulla comunicazione genitori-figli. La “provocazione” dell’utilizzo di facebook per “conoscere” l’altro si rivela come tale: l’imposizione dell’apparire sull’essere. Il messaggio che i ragazzi hanno inteso comunicare al mondo degli adulti, in particolare ai genitori, è centrato sulla necessità del dialogo continuo, che non può fermarsi ad un’ immagine superficiale, spesso distorta, costruita sui social network, che il più delle volte vengono utilizzati dai ragazzi per creare “profili” ideali o artificiali, ben lontani dalla realtà, o per mascherare le proprie debolezze. Occorre infatti insistere nel dialogo, riscoprire il valore del tempo, ritrovare se stessi nello sguardo attento e sincero dell’altro e non in uno schermo che spesso restituisce false verità. Occorre riscoprire il valore della parola, pronunciata di fronte all’altro e non solo freneticamente chattata con l’agile movimento delle dita. Sì ai social network, ma senza perdere di vista i valori che rendono la vita ed i rapporti interpersonali davvero degni di essere vissuti. Migliori riprese, infine, sono state valutate quelle effettuate da Claudia Milicchio (IIIA), Giulio Rizzuto (IIIA), Emma Milicchio (IIIAL), nel video “LA FAMIGLIA TRA VECCHIO E NUOVO”. Il video affronta le differenti realtà familiari ai tempi dei social network, avvalendosi di interventi di specialisti nonché di testimonianze di gente comune. L’inchiesta è condotta mediante un approccio giornalistico fresco e spontaneo. Monoparentale, mononucleare, multiculturale, sono tutti aggettivi che descrivono la famiglia di oggi ma che non possono certo esaurire in sé il significato profondo e atavico che il concetto di famiglia custodisce dalla notte dei tempi. L’amore, la collaborazione, il calore che caratterizzano il nido nel quale nasciamo e cresciamo sono valori che non passano con le mode e che, pur modificandosi per effetto dei tempi, rimarranno eternamente validi. Complimenti ai vincitori e…arrivederci alla prossima edizione! QUADRATUM LATINUM COMPONE SENTENTIAM Comple ut in omne quadratum lineam columnamque numeri ab I usque ad IX Sententiam compone a littera O ad R per saltus vel in lineam transversam vel in perpendiculum vel in lineam obliquam EXEMPLUM Errare humanum est AUCTOR: Filippo Calabrese IG REBUS AUCTOR: Filippo Calabrese IG LUDUS SCACCORUM Regem nigrum ad incitas per II tractus redigere DOMINO Quali tessere del domino devono essere inserite al posto dell’elemento mancante della figura I e della figura II? CONCORSO “LE SCRITTURE DELLA MUSICA” Si è conclusa la terza edizione del concorso “Le scritture della musica”, che ha visto la partecipazione di molti studenti del liceo scientifico-linguistico Pitagora, che hanno deciso di sfidare il mondo delle parole al fine di descrivere quella che per alcuni di loro è un vero e proprio sogno nel cassetto: la musica. L’obiettivo del concorso “promuovere la conoscenza critica e analitica della musica a partire dalla riflessione e dalla scrittura della musica, anche nelle scuole in cui non vi siano discipline musicali previste dal curricolo”. Il concorso svoltosi nell’arco di più mesi si è concluso nella giornata di venerdì 29 gennaio 2016 con la cerimonia di premiazione, che ha avuto luogo presso la sala conferenze di Confindustria. La giuria, composta da Maria Cristina Parise, presidente del comitato Dante Alighieri di Cosenza, dal M° Francesco Mazzei, fisarmonicista e direttore d’orchestra e da Maria Teresa Seta, ha assegnato il secondo premio aex-aequo alla studentessa Claudia Milicchio del liceo scientifico-liguistico Pitagora di Rende. DIVINUS HALITUS TERRAE Con il desiderio di scoprire questo “melting pot” di culture, noi studenti meritevoli scelti tra le seconde classi del Liceo Scientifico-Linguistico Pitagora, accompagnati dalla docente Cinzia Bianco, insieme ad una rappresentanza degli alunni dell’Istituto Comprensivo di San Fili, dell’Istituto comprensivo Rende Centro e dell’Istituto comprensivo di Montalto siamo partiti alla volta di Milano il 28 ottobre 2015. Ci ha accolti il Decumano, cuore pulsante di vitalità, che diramandosi nutre ciascun padiglione, infatti, per la prima volta nelle esposizioni universali il Paese ospitante occupa un intero viale. Passeggiando per il Cardo si possono assaporare le tradizioni delle regioni italiane in un exploit di colori e musica. Ad addolcire l’atmosfera, posto alla fine del percorso, si erigeva imponente l’albero della vita, pronto a arricchire l’ambiente di straordinarie emozioni con giochi d’acqua e di luce. Uno spettacolo che è riuscito ad abbagliare milioni di visitatori. Ed infine, il seme dell’impegno italiano germoglia in “Palazzo Italia” un assaggio di ciò che rappresenta la nostra nazione. L’edificio è la casa dell’identità italiana. Già dall’esterno del Padiglione si può notare la grande bellezza e la maestosità dei suoi quattro piani. Lungo il percorso espositivo, mozzafiato, troviamo la Potenza del Saper fare, raccontata attraverso storie di chi lavora a stretto contatto con la natura; la Potenza della Bellezza, racchiusa in una stanza di specchi; la Potenza del Limite, identificata nella stanza del Caos; infine la Potenza del Futuro, rappresentata dalle piante, simbolo di ogni regione, che testimoniano la ricchezza di biodiversità del nostro Paese. E poi ancora il Giappone e il Kazakistan, i Padiglioni più belli e interessanti da visitare. “Diversità armoniosa”, il tema della partecipazione per il Paese del Sol Levante, che si manifesta nelle tradizioni culinarie. Un coinvolgente percorso di emozioni, creatività e contenuti innovativi nella struttura del Kazakistan che va dalle proiezioni in 4D allo spazio cosmico delle steppe kazake. La sensazione che si percepiva ad Expo, però, era che si erano venuti a creare dei miti fruibili da pochi. Padiglioni con file interminabili, senza agevolazione alcuna nemmeno per i disabili, segno che l’Olimpo è meta di pochi. A coronare l’esperienza Expo la visita di Sirmione, “fiore delle penisole e delle isole”, come la definì Catullo che la scelse come residenza. Straordinario, affollato, immenso, innovativo, sorprendente, illuminante, artistico, spettacolare, formativo, originale, incredibile, entusiasmante … Noi ci abbiamo provato, ma certe esperienze non si possono descrivere, EXPO 2015 è una di quelle! “Le eccellenze” AUCTOR: Manuel Francesco Giraldi IG TROVA IL NUMERO MANCANTE TRA PACCHERI E PACCHE Questa volta la cazziata iniziale e la pacca finale sono toccati ai Macrito, noti ristoratori maranesi. Ebbene, sì! Antonino Cannavacciulo, famoso cuoco e conduttore di “Cucine da incubo”, ha scelto, per la registrazione di una puntata della nuova stagione della trasmissione, proprio un noto locale di Marano. Il pluristellato chef napoletano è stato accolto da fuochi d’artificio e da una folla degna delle grandi occasione, “a’ra squagliata d’a nivi” (il giorno prima era nevicato). L’intervento è stato richiesto per risollevare non già l’attività, ma l’animo del proprietario, in un periodo difficile a causa della prematura morte del fratello. Detto, fatto! Il temutissimo erede di Gordon Ramsay ha degnamente adempiuto al suo compito e, messosi la candida parannanza, ha dispensato consigli al personale, provveduto al restyling della sala, ma soprattutto si è dato da fare con tielle e caccavelle.Per niente unto e bisunto, si è congedato, non con il consueto “Adios”, ma con una cordiale stretta di mano. Davide Ciro Santovito IV AL IMAGO ABSCONDITA Coniunge puncta ab III usque ad LVII ut imaginem restituas INQUISITIO VERBORUM Verba indicata inveni. Litterae reliquae imaginis delineatae nomen formabunt ARTIFICIUM BIBLIOTHECA BRITANNICUS COMITES DISCIPLINA DISCIPULI DOCTRINA EXAMEN GEOGRAPHIA HISTORIA INSTRUERE INTERROGATIO INTERVALLUM MAGISTER MATHEMATICA MEMORIAE MANDARE MODUS OPERANDI PHILOSOPHIA PHYSICA PUGILLARES SCIENTIA SEDULA SEX AUCTOR: Filippo Calabrese IG 6 7 SCRIVERE CHE PASSIONE! LEGGERE CHE PASSIONE! CREPUSCOLO Nel libro Fai bei sogni, Massimo Gramellini racconta le difficoltà di una vita, segnata da profonde ferite e ostacoli apparentemente insuperabili. Il libro è scritto sulla base del dolore più grande: la morte della madre, celata dietro un segreto che verrà svelato dopo ben quarant’anni, grazie a una vecchia lettera. Gli anni non saranno d’aiuto a Gramellini, che arriverà ad odiare se stesso, incolpandosi per aver fatto scappare la persona più importante della sua vita, vivendo ogni giorno con la paura di affrontare il mondo, insicuro. Le ferite sono profonde come solchi, l’intreccio di sentimenti vorticoso: “Chi è stato abbandonato si considera assaggiato e sputato come una caramella cattiva.” Tutti nella vita almeno una volta sentono questo senso di abbandono, tutti avvertono un grande vuoto, ma pochi riescono a colmarlo veramente. L’assenza di una persona amata è difficile da accettare e spiegare. Sin da piccoli abbiamo bisogno di amore, per avere delle certezze in un mondo di false speranze. Guardando in viso la realtà, capiamo però che la nostra vita, a causa di quella assenza, diventerà una continua ricerca, finalizzata a trovare qualcuno che ci sappia tenere per mano, che conosca a memoria le nostre debolezze, che capisca di quanta speranza abbiamo bisogno per vivere. Qualcuno che, guardandoci, veda il disastro che si nasconde in noi, provati dalla cattiveria del mondo, e che abbia il coraggio di curarci e di rimediare a tutto quel male con la sua costante presenza, i suoi sorrisi di comprensione e il suo amore. Andremo sempre alla ricerca di questo “qualcuno”, ma al contempo cercheremo (invano…) di allontanarci da tutti i ricordi che continuano a farci Ma un riscatto è sempre possibile… male, per dimenticare chi ci ha abbandonato. La vita si trasformerà così in Giulio Rizzuto IIIA una continua fuga per dimenticare, e costante ricerca di amore; sentiremo la mancanza dei sogni che avevamo posto in qualcuno troppo debole per reggere le nostre anime, deviate e ormai distrutte. Arriverà, però, un momento nel quale ci si stancherà di scappare, le energie si esauriranno e finiremo per guardare il mondo da una prospettiva diversa, con un pizzico d’odio. Ci vedremo più vuoti di prima, con degli occhi senza vita che farebbero paura a chiunque, e con la vana speranza che il nuovo giorno sia diverso dal precedente. Ci convinceremo di vivere in un mondo di ciechi, in un mondo dove nessuno ha il coraggio di notare quanta tristezza si possa nascondere negli occhi dell’altro. SOSPESI TRA ODIO E PAURA RISCRIVERE LA STORIA CON LA FORZA DELLE IDEE I fatti di Parigi, così come quelli che stanno segnando questa nostra triste storia, richiedono un’ analisi più approfondita di quella a caldo e immediata, che tradisce rabbia, sgomento e, soprattutto, tanta paura. È legittimo provare questi sentimenti. Tuttavia, non ci si può abbandonare ad un irrazionale desiderio di vendetta verso i responsabili, agendo con la stessa “violenza” di cui siamo vittime, accecati da un odio tale da “fare di tutta l’erba un fascio”. Un’analisi più approfondita del problema induce, invece, a pensare ad una soluzione più logica e probabilmente più efficace di quella estremista. All’opinione pubblica sfugge spesso che ci si ritrova a lottare contro un’idea più che contro un popolo. È facile credere di risolvere tutto con un intervento armato. È facile armarsi in un mondo in cui le “superpotenze” si sono arricchite costruendo e vendendo armi a quanti ora li usano per seminare terrore in nome di chissà quale divinità. Al contrario, è difficile comprendere che bisogna combattere non contro gli uomini ma contro le idee, soprattutto quando esse sono palesemente “sbagliate”. Riccardo Imbrogno IIIE Para mí leer es el camino para apropriarnos de una visión del hombre y sus pensamientos que a partir de ese momento entran a formar parte de nuestro ser. Una lectura disfrutada con riqueza y plenitud es la conquista más importante que puede hacer un hombre en su vida, una conquista que nos ayuda a crear un punto de vista crítico a través de un dialogo directo con el autor y al mismo tiempo representa un placer para el lector. Lucia Scalercio IIAL Cosa accade quando due essenze contrarie si incontrano, quando il trascendente si unisce al suo opposto in una meravigliosa contraddizione, come nell’istante in cui una dea si innamora di un mortale? Quando mi ritrovai in questo mondo, non ricordavo esattamente chi fossi, ma avevo ancora impressa nella mente l’immagine del cielo, dell’innegabile perfezione che caratterizzava il mio luogo di provenienza. La mia materia era la bellezza e la mia unica consapevolezza era che essa fosse tutto ciò che dovevo conoscere, che chi ne cogliesse l’essenza fosse più sapiente di qualunque saggio. Ero consapevole del fatto che solo occhi meravigliosi potessero contemplare la grazia che li circondava e dava valore al mondo, poiché tutti gli altri erano privi della materia prima che avrebbe permesso loro di ammirare tale perfezione: la perfezione stessa. Quando entrai in contatto con l’uomo ne rimasi profondamente colpito: era un essere incerto, contraddittorio e certamente ignorante, che conosceva tutto tranne se stesso, spaventato dalla sua anima e dai suoi desideri, schiavo di una morale in aperta contraddizione con la sua natura. Si era imposto delle leggi che non erano le sue, recitava un ruolo che non gli apparteneva e che non lo rispecchiava con una spaventosa naturalezza. Individuavo in lui tutto ciò che io non ero, comprendevo di trovarmi in un mondo al di là dello specchio, uguale ma opposto al tempo stesso a quello che io conoscevo. Detestai quel barbaro ed insignificante LIFE During life, everybody fights battles, And walks through storms. Everybody on the inside feels torn. There’s a way of getting over such sensations, Staying strong and holding on in any occasion. essere, nel quale non riuscivo a ritrovare neanche una parte di me e, senza accorgermene, iniziavo a somigliargli, mentre affogavo nelle limpide e fatali acque della mia stessa vanità, proprio come fece Narciso, che in se stesso trovò la sua tragica fine, lasciando che il mondo intero compiangesse la perdita di un essere tanto meraviglioso. Vanità… Quale uomo, poi, non ne è schiavo, con le sue continue giustificazioni, con le sue mere e illusorie convinzioni? Colui che mente a se stesso nella speranza di apparire migliore di quanto in verità non sia era infinitamente uguale a me. Quando lo realizzai, tutte le mie convinzioni si sgretolarono nelle mie mani e svanirono nell’aria, leggere e insignificanti come la polvere. Fu proprio quando colsi la vera natura dell’uomo che mi identificai in lui e dubitai di me stesso, capii di essermi illuso durante tutta la mia esistenza, guardando con amaro disgusto i miei simili come farebbe un essere trascendente dall’alto dei suoi cieli, deluso da come non vedessero in me la perfezione che io vedevo nella mia anima. Compresi, infine, di non sapere nulla. Molti individui perseverano nel ribadire quanto risulterebbe, a loro parere, tediosa la perfezione, se davvero fosse tangibile, trascurando il fatto che, se fosse privata della sua trascendenza e cessasse di essere una mera illusione, cadremmo tutti in ginocchio, in un’eternità di pura contemplazione. O forse non saremmo in grado di riconoscerla, poiché la ignoriamo, o, in fondo, non crediamo davvero che esista. Valentina Palermo IV AL IL LIBRO DELLA VITA SILENCE IL MERCANTE DI LUCE “Il mercante di luce” è un romanzo del famoso autore e cantautore italiano Roberto Vecchioni. Il protagonista del racconto è Stefano Quondam, un professore di letteratura greca. Il suo unico figlio, Marco, è affetto da una malattia rara e incurabile, la progeria, che causa un invecchiamento precoce. Difatti, Marco, mentalmente è un diciassettenne, ma fisicamente è molto anziano, vicino, quindi, alla morte. Stefano non può più scappare da questa tragica realtà: suo figlio ha paura e lui deve stargli vicino. Decide, pertanto, di iniziare una guerra contro il tempo, quello di Marco, che corre velocissimo, offrendogli la possibilità di conoscere ogni aspetto della realtà e della natura umana. Stefano vuole “donare” al figlio tutto ciò che, altrimenti, gli sarà negato. Decide di farlo attraverso la letteratura greca che egli ama così tanto. Non a caso i greci, in balia dei numerosi dubbi esistenziali propri dell’uomo, inventarono la Tragedia, per creare una realtà parallela, depurata e concentrata sui grandi temi e valori del mondo. Inizia, così, questo straordinario viaggio di Stefano e di Marco, con i suoi mille interrogativi. Parlano tanto insieme; parlano del caos e dell’armonia, del destino e dell’amore, della paura e dell’odio; parlano della vita e della morte, tema particolarmente caro ai grandi autori greci del passato che, a pensarci bene, non sembra più così lontano. Intenso il loro cammino lungo il sentiero della vita, “filtrata” dalle più significative pagini della letteratura. Ma il viaggio giunge al termine: Marco muore e Stefano, già sconfitto più volte dalla vita, medita il suicidio, almeno fino a quando non comprende che il figlio non aveva paura di morire ma di vivere. Marco, infatti, aveva superato la sua paura grazie al dono del padre: la “LUCE” con la quale aveva potuto sconfiggere le “TENEBRE” della sua esistenza. “Il mercante di luce” è senza dubbio un romanzo molto com- plesso che dimostra come i grandi autori classici, attraverso le loro opere, ancora oggi possono essere guide indispensabili. Ciò vale soprattutto per l’uomo che vuole sconfiggere le “tenebre” dell’ignoranza con la “luce” della conoscenza. Il protagonista non può fare altro che trasmettere questi insegnamenti al figlio, diventando, così, il “MERCANTE DI LUCE”. Lo stile del romanzo rispecchia pienamente il contenuto: l’intreccio è ricco di analessi e prolessi tipici del “flusso di coscienza”; il registro è colloquiale e il tono, date le condizioni di Marco, spesso “cupo”. Forse un tantino “pedanti” le digressioni letterarie! Del resto, l’autore , come Stefano Quondam, è un professore di Letteratura greca. Ciò nonostante, vale la pena abbandonarsi alla lettura di questa storia che, proprio attraverso i richiami letterari, fa riflettere sul valore del tempo e della conoscenza quanti sembrano, invece, sopraffatti da un’epoca “frenetica” e “vuota”. Gabriele Celebre VF Silence is a mere and fierce beast, Which slowly erases words and communication, Until there’s nothing more than such a horrible sensation. Silence can sometimes be scary enough, To let emotions fall apart. We’re frightened of talking and letting them out, Afraid to be judged by the people around. But love and bravery, at the end of the day, Are the key to make everything okay. Emma Milicchio IIIAL Quel piccolo spiffero di luce che entra in te. Come una luce sottile in una gelida caverna. Prepara alla primavera Prepara alla gioia. Prepara però prima ad un dolore che dev’esser superato. La fine dell’inverno Alessia Filice III F Mi svegliai lentamente in uno strano luogo, un posto che mai prima di allora avessi visto, etereo, così luminoso da ferirmi gli occhi. Non c’era altro, se non la distesa più immacolata che avessi mai avuto il piacere di ammirare. Eppure, qualcos’altro c’era: in quell’abbagliante candore, d’improvviso, si materializzò una figura. Era una donna di bellezza ineffabile: qualsiasi parola, espressione o frase non sarebbe stata in grado di descrivere quell’immenso splendore. Si avvicinava adagio a me, scrutandomi con attenzione, senza proferir parola: la sua unica azione fu lasciarmi fra le mani un grosso tomo, per poi sorridermi e dissolversi, sparendo con la stessa velocità con la quale era apparsa. Presi finalmente il mio tempo per osservare il libro che giaceva fra le mie mani. Non ricordo esattamente che aspetto avesse, ricordo solamente delle lettere stampate in oro a decorarne la copertina: formavano la parola ‘vita’. A quel punto rimasi piuttosto sorpreso, indeciso su quale decisione fosse meglio prendere: se in quel libro fosse stata scritta per filo e per segno la mia vita, passato, presente e futuro, gioie e dolori, sorrisi e lacrime, come avrei reagito? Al manifestarsi del mio destino, quale sarebbe stata la mia reazione? Davvero volevo sapere cosa la vita avesse in serbo per me? D’altro canto, se non avessi aperto quel volume, per tutta la vita l’avrei rimpianto, mi sarei, in futuro, sicuramente pentito di non aver colto quell’occasione più unica che rara. Raccolsi il mio coraggio, respirai a pieni polmoni; quindi, mi accinsi ad aprire il misterioso libro. Bianco, completamente vuoto, per quante volte controllassi ogni pagina non riuscivo a trovare neppure il più leggero segno d’inchiostro, se non una frase, scritta elegantemente sul fondo dell’ultimo foglio: ‘Scrivi tu il tuo destino.’ Col senno di poi, quello fu davvero un sogno bizzarro. Martina Palermo IV AL 8 MENS SANA...IN CORPORE SANO MERITATI PREMI PER IL NOSTRO LICEO La giornata dell’undici giugno è stata movimentata per gli studenti del nostro liceo i quali hanno partecipato attivamente a due importanti manifestazioni volte a premiare i ragazzi che si sono distinti durante il corso dell’anno scolastico, ormai giunto al termine, in gare sportive e non, ma anche a rafforzare lo spirito di squadra e condivisione importantissimo per lo sviluppo della personalità di noi giovani. Anche questa volta il Liceo Scientifico-Linguistico “Pitagora” di Rende ha dato prova delle sue capacità “sportive”: una rappresentanza di ragazzi della nostra scuola è stata infatti protagonista nella cerimonia di premiazione delle gare sportive annuali, disputate tra gli istituti secondari di tutta Italia, tenutasi presso l’ITIS “Monaco” di Cosenza. Naturalmente anche quest’anno i nostri compagni, sapientemente e costantemente guidati dalla prof.ssa Lidia Cino, si sono destreggiati in gare di corsa campestre, atletica leggera, tornei di badminton e calcio a cinque primeggiando in quella che ormai sembra essere diventata la nostra specialità : la corsa campestre, per la quale deteniamo il primo posto, a livello regionale, da tre anni consecutivi; anche nelle altre specialità abbiamo avuto soddisfacenti risultati occupando il secondo ed il terzo gradino del podio per i tornei di calcio a cinque ed atletica. Nel nostro istituto invece la mattinata si è aperta con un torneo di pallavolo giocatosi all’interno della nuova palestra. Al termine dell’amichevole competizione sportiva alunni e docenti si sono ritrovati nell’anfiteatro, appena ristrutturato, dove la preside ha dato inizio alla premiazione degli alunni che hanno partecipato a concorsi e gare scolastiche. All’evento hanno preso parte due ospiti d’eccezione: il pallavolista Marco Lo Bianco e il campione mondiale di pallanuoto nonché punta di diamante della nazionale Amaurys Perez. Giornata trascorsa all’insegna dello sport e conclusasi con un caloroso arrivederci al prossimo anno. Martina Luzzi IV D Fase Istituto Corsa Campestre A.S. 2015/5016 Triangolare De Coubertin - Pitagora - Falcone Fase Istituto Corsa Campestre A.S. 2015/5016 Sila avventura A.S. 2015/5016 Direttore Responsabile: Prof.ssa Elisa Policicchio, Dirigente Scolastico. Coordinamento Redazione: Prof.ssa Cinzia Bianco. Docenti Tutor: Prof.ssa Barbara Colistra, Prof.ssa Maria Teresa Palma, Prof.ssa Tommasa Perrelli, Prof.ssa Luigia Rizzo, Prof.ssa Erminia Sannuti, Prof. Massimo Vita. Impaginazione e grafica: Eleonora De Luca, Claudia Milicchio, Giulio Rizzuto, Emanuele Maletta. Illustrazioni: Alessandro Bruno, Serena Fida, Marika Straticò, Martina Volpe. IL PITAGORA SEMPRE PIÙ SPORTIVO Gli studenti del Liceo Scientifico-Linguistico “Pitagora” di Rende (CS) hanno partecipato alla 5° edizione della manifestazione denominata “Pitagorici in corsa”, valevole anche come fase d’istituto di corsa campestre per i campionati sportivi studenteschi. Starter di eccezione il dirigente scolastico dell’istituto prof.ssa Elisa Policicchio che ha provveduto anche a premiare i ragazzi che si sono distinti . Le selezioni si sono svolte presso il Campo Scuola di Cosenza dove gli alunni, sapientemente e costantemente guidati dai docenti di scienze motorie, hanno effettuato anche le fasi di preparazione mostrando grande interesse, entusiasmo e spirito di squadra. Nelle gare maschili si sono distinti: Ritacco Emanuele (I° classificato), Adamo Lorenzo (2°classificato), Ruffolo Emanuele (3°classificato) e Morrone Faustino (4° classificato; mentre nelle gare femminili abbiamo Turco Elena ( 1° classificata), Basile Maria Celeste (2° classificata, Napoli Michaela (3° classificata), Barbuscio Daniela (4° classificata). Vi è stata inoltre la partecipazione straordinaria di Napolitano Eduardo che ha vinto per la sua categoria. La corsa campestre rappresenta la specialità di punta dell’Istituto, che detiene ormai da tre anni il titolo di campione regionale e la conseguente partecipazione ai campionati nazionali. Non mancano, tuttavia, tornei di calcio, pallavolo, tennis da tavolo, attività quali rafting, equitazione e trecking. Una nota di merito per l’organizzazione va non solo ai prof. di educazione fisica, ma anche alla prof.ssa Paola Armentano sempre molto sensibile nella promozione di tutte le manifestazioni capaci di rafforzare lo spirito di condivisione e lo sviluppo della personalità dei giovani studenti. Maria Felice Gagliardi VD Foto: Vincenzo Cerminara IV G