La voce del Pitagora n.15 UFFICIALE

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La voce del Pitagora n.15 UFFICIALE
VOCEdel
No. 15
Settembre 2016 - Dicembre 2016
1
la
PITAGOR A
LA VERITÀ TACIUTA
EL MUNDO HISPÁNICO EN
NÁPOLES
LE MENZOGNE E LE OMISSIONI DEI MEDIA
PER GARANTIRE IL CONTROLLO
DELL’OPINIONE PUBBLICA
“Si hablas con un hombre en un idioma que entiende, eso le va a la cabeza. Si
hablas con èl en su proprio idioma, eso
le va al corazòn” estas palabras son de
Nelson Mandela que propone el estudio de los idiomas Continua a pag. 3
PARRU CU TIA:
NUOVA RUBRICA A PAGINA 5
La presente rubrica si propone di ripensare il
Sud partendo dal sud: non si tratta di parlare di un sud pensato da altri ma da se stesso.
L’informazione ha una grande importanza nella nostra vita: essa ci
fornisce una chiave di lettura per analizzare e comprendere la realtà.
In un certo senso, essa condiziona la nostra concezione del mondo.
In particolar modo, le nostre opinioni, le nostre azioni, le nostre
stesse aspirazioni sono fortemente segnate da ciò di cui veniamo a
conoscenza. È lecito, dal momento che l’informazione riveste tanta importanza, interrogarsi sull’attendibilità delle fonti: a qualcuno
che riceve l’informazione (anche a rischio di modificare opinioni
e stili di vita), corrisponde qualcun altro che diffonde la suddetta
informazione. Se in un passato
non troppo distante qualsivoglia notizia arrivava attraverso
i giornali e le gazzette ufficiali,
oggi tecnologia e veicolazione
dell’informazione si sono notevolmente diversificate, e il vitale
compito di trasmissione informativa è affidato ai mass media:
tv, quotidiani cartacei, radio,
web. Ognuno di noi è, in tempo
reale, inondato da un mare di
notizie spesso discordanti: è forse questo il primo punto da analizzare: documentarsi prima di
decidere a cosa credere. Le nostre opinioni e la nostra personalità sono
troppi importanti per lasciare che vengano manipolate con facilità.
L’onda di notizie che quotidianamente si infrange dirompente su di noi necessita certamente di un filtro. (continua a pag.2)
QUANDO MUORE DAVVERO UN EROE?
L'Avana, 26 novembre 2016. E' ormai
notte quando Raul Castro annuncia,
tramite la televisione di Stato, la morte
di suo fratello Fidel, avvenuta poche
ore prima. Fidel Castro, l'eroe di Cuba,
il giovane laureato che ha portato la libertà alla sua gente e ha anteposto il
bene del popolo al proprio. Almeno,
così è visto dalla cultura popolare. Attorno a lui, infatti, è fiorita una vera e
propria leggenda. Era nato a Biran, Fidel, ma aveva frequentato l'Università
a L'Avana, dove entrò in contatto con
professori e altre personalità di ispirazione nazionalista, di cui lesse gli scritti e condivise le proposte, gli ideali. Diventò anche lui un nazionalista, deciso
ad emanciparsi dal colosso americano,
che aveva impedito a Cuba di compiere
il suo destino. Condannato, nel 1953, a
quindici anni di carcere per aver assaltato la caserma della Moncada, fu libe-
rato un anno dopo e mandato in esilio
in Messico e negli Stati Uniti. Deciso
a non arrendersi, il 1 Dicembre 1956,
a bordo del
Granma, Fidel
rimise piede
sull’sola natia,
in provincia di
Oriente. Lo accompagnavano
ottanta uomini, destinati a
sopravvivere in
pochi. Tra loro,
un giovane medico argentino, Ernesto Guevara, “el Che”, futuro Ministro
dell'Industria e altra grande anima del
socialismo cubano (poi separatosi da
Castro nel 1965, e ucciso nel ’67 a La
Higuera, in Bolivia, dove s’era recato
CONCORSO ASSOCIAZIONE
"STELLA COMETA"
Da sempre l'uomo, spinto dalla necessità, si allontana dal proprio luogo d’origine, alla ricerca di condizioni di vita migliori. . Continua a pag.6
LA SPERANZA DI PIF
“Ho preso in giro la mafia e sono ancora
vivo”, è Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif,
che parla di “La mafia uccide solo d’estate” e “In guerra per amore” usciti rispettivamente nel 2013 e 2016. Continua a pag.4
per sostenere il popolo Boliviano).I
soli dodici uomini di Castro, nel giro
di un anno, diventarono ottocento, e
nonostante lo svantaggio numerico, riuscirono ad avere la
meglio sulle truppe
del presidente Batista che, nel Capodanno del 1959, lasciò Cuba: le ' truppe
' di Castro entrarono
trionfanti nella capitale, L'Avana. L’isola
era ormai libera. Eppure, nel corso degli anni, quegli ideali
andarono scomparendo, finendo, anzi,
traditi. I diritti civili vennero messi da
parte, quasi umiliati, e i cubani videro
un sogno sparire, insieme alla propria
libertà: s’era instaurato il regime ca-
strista, da cui molti cubani cercarono
scampo fuggendo nella vicina Florida.
Eppure, Fidel Castro continuò ad essere esaltato da quei cubani (e da quanti
in tutto il mondo…) che in lui avevano
visto una speranza, una salvezza dalla
precedente dittatura. Non vi sono statue, né vie rinominate in suo onore,
semplicemente perché il “lider maximo” non approvava il culto della personalità. Indiscutibilmente un eroe dai
nobili ideali, che però, nel tempo, si è
trasformato in qualcos'altro. Un dittatore, un tiranno, a detta di molti. Fidel
Castro è uno dei tanti rivoluzionari
che si è saputo battere contro i poteri
forti ma che, forse, nel tempo ha ridotto gli spazi della democrazia a quello stesso popolo che voleva liberare.
Beatrice Ciccarelli, Martina Volpe
V AL
2
IL PITAGORA...
LA VERITÀ TACIUTA
Se così non fosse, la maggior parte dei destinatari sarebbe condotta ad un’occulta assuefazione che annichilirebbe tutte le capacità critiche.
Sono soprattutto il web e la televisione, ormai dominati dalla logica dell’audience/visualizzazione e
degli sponsor pubblicitari, a ‘deviare mentalmente’ e a distogliere la nostra attenzione dalla realtà.
Dietro tutto ciò che si vede, c’è sempre un guadagno per una cerchia ristretta; in termini di denaro o di consenso. La disinformazione riguarda soprattutto la politica e le questioni sociali:
viene diffuso solo ciò che fa comodo a chi comanda.
È questa l’accusa più spesso rivolta ai diversi mezzi
di comunicazione. È comunque un dato di fatto che,
attualmente, qualsivoglia forma di diffusione informativa presenti un bassissimo livello di credibilità;
l’ambiguità dei contenuti e l’opinabilità di ciò che viene detto provocano grande confusione. Illuminante,
al riguardo, il rilievo del sociologo Nazareno Ferraro:
“I telegiornali hanno perso la propria anima e sono
armi inestricabilmente legate a rubriche fisse, frivole,
in grado di deviare l’attenzione dalle ‘vere’ notizie”.
Non si tratta più di idee complottiste del popolo, non più di cinque anni fa, Amber Lyon, ex
giornalista investigativa della CNN e conduttrice di un popolare programma sullo stesso canale, ha rivelato di aver ricevuto ordini di falsificare alcune notizie e di ometterne altre. Ciascuno
di noi può essere controllato, gestito ed usato; davvero profetico il capolavoro di George Orwell
“1984”: la storia del suo regime presagiva questa strategia, tesa a sottomettere un popolo con il
controllo e la censura preventiva delle informazioni. Disinformazione è ledere la libertà, non
consentire di avere una visione veritiera; è non poter essere a pieno sé stessi, vivere in una
realtà falsa, filtrata per come ce la si vuole presentare. È non poter vedere con i propri occhi,
non poter sentire con le proprie orecchie un mondo che scorre in sordina, quasi in silenzio,
sopraffatto dalle mode del momento, dai falsi scoop, dalla spettacolarizzazione dei fatti di cronaca nera. Per l’attuale stato delle cose, la realtà è finta, artificiale. Ci stanno spegnendo la luce
sul mondo; facciamo nostra la lezione dello scrittore americano Russell Baker: “Una persona
istruita è quella che ha imparato che l’informazione si rivela sempre essere, al meglio, incompleta e molto spesso falsa, fuorviante, fittizia, mendace. Semplicemente totalmente errata.” Il
limite dell’informazione non consiste in ciò che dice, ma in ciò che, opportunisticamente, tace.
LUNGO LA VITA... PIRANDELLO A TEATRO
Nell'ultimo incontro del progetto “La scuola
a teatro” svoltosi
presso il teatro
Morelli di Cosenza, gli studenti dell'ultimo
anno, dei vari
licei del territorio
cosentino,
hanno assistito
ad una rappresentazione teatrale sulla figura di Pirandello.
L'attore protagonista è riuscito ad attirare l'attenzione dei
giovani attraverso degli elementi chiave, come: la «finestra sul mondo», il cavalluccio di legno ed il treno, con
cui ha costruito un ampio excursus sia sulla biografia sia
sulla produzione letteraria del drammaturgo siciliano.
Particolarmente coinvolgente è stato il racconto tratto dall’opera
“La mosca” che vede protagonista il signor Greli, padre di Pirandello, che infastidito dal ripetuto suono delle campane che turbavano il suo riposo, sparò le stesse, colpendo quella più squillante.
Emblematico è il ruolo rivestito dal treno, che segna l'intera vita
di Pirandello, in particolare l'ultimo viaggio verso casa e alcune
delle sue opere, come il viaggio inteso come fuga di Mattia Pascal.
Determinate per il successo dell'incontro è stata la capacità dell'attore di catturare l'attenzione degli studenti, durante
le circa tre ore di monologo, passando da espressioni dialettali, tipiche delle maschere pirandelliane, a momenti di suggestiva poesia, riuscendo a pervadere la scena di cultura e
ironia, frutto dell’esperienza e della maturità professionale. Attraverso le parole di Pirandello l'attore ci ha salutato, ricordando che impareremo a nostre spese che nel lungo tragitto della vita incontreremo tante maschere e pochi volti.
Francesco Catera VC
Rosita Cairo e Laura Musolino VA
VIOLENZA DI GENERE E FEMMINICIDIO
Il femminicidio, inteso come forma di violenza da parte del genere maschile
nei confronti di quello femminile, è un argomento molto discusso ed indubbiamente delicato che, per troppo tempo, è stato sottovalutato e non punito
dalla legge italiana. Fino a non molti anni fa, nello stesso paese in cui ho dovuto imparare a vivere e che ha fatto da culla alla mia crescita e formazione
personale, il perpetuarsi di una cultura patriarcale egemonica, basata su una
serie di tradizioni e stereotipi arcaici nei confronti del sesso femminile, faceva sì che la donna venisse considerata come una proprietà legittima ed effettiva dell'uomo, ritenuta, quindi, un essere socialmente e moralmente inferiore.
Negli ultimi tempi, tuttavia, grazie principalmente a centri anti-violenza, le giovani donne, vittime di abusi, hanno la possibilità di sfuggire alla disumana realtà con la quale devono convivere ogni giorno, aprendosi e confrontadosi con
persone specializzate in modo tale da avere un sostegno psicologico o legale.
Il Decreto Legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito in Legge 15 ottobre 2013, n.
119, ha introdotto, da non molto tempo, la legge sul femminicidio nel settore del diritto penale sostanziale e processuale. Si tratta di una serie di misure,
preventive e repressive, per combattere la violenza contro le donne per motivi
di genere. Ed è proprio la cosiddetta violenza di genere, con il suo carico di
dolore e sofferenza, che racchiude al suo interno una serie di reati di diverso
tipo: omicidio, maltrattamenti, stalking, percosse, lesioni, accomunati dal contesto e dal soggetto passivo cui sono diretti. Si tratta di una legge importante
per far comprendere a noi donne quanto sia assurdo ed inaccettabile ritenersi
proprietà di una persona che dice di amarci, perché un amore malato non è
amore. Spesso il mondo tende ad ignorare quanto sia difficile nascere donna,
quanto sia impegnativo dimostrare di avere le stesse identiche abilità in campo
lavorativo e sociale di un qualsiasi individuo nato uomo, di quanto sia frustrante sentirsi dire che le violenze sessuali dipendano dal nostro abbigliamento, di
quanto sia spesso devastante il dover convivere costantemente con limiti sociali
e assurdi stereotipi provenienti da una società che non ci appartiene, che ci giudica inferiori indipendentemente dalle nostre doti e dalla nostra intelligenza.
Non sarà mai sufficiente una legge o un luogo dove potersi sentire protette per
salvaguardare la vita del genere femminile se non si ha anche un profondo mutamento di pensiero e di mentalità, se non si insegnano ai giovani degli ideali ben
precisi e dei principi realmente autentici secondo i quali l'uomo e la donna camminano alla pari e nessuno deve essere sottomesso o privato della propria libertà.
Auguro ad una mia futura ed ipotetica figlia di nascere in un mondo capace di apprezzarla e di darle le possibilità che merita, di realizzarsi respirando un senso di libertà
e autonomia che a sua madre non è stata concessa, di poter indossare ciò che meglio
crede senza doversi sentire necessariamente in pericolo e di vivere in una società
che non insegna alle donne a difendersi, ma agli uomini a non fare loro del male.
Giulia Zanolini IIG
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...GUARDA IL MONDO
PRAGA…BRIVIDI DI PASSIONE
La notte tra il 9 e il 10 gennaio 2017, noi studenti delle classi quinte del liceo scientifico-linguistico Pitagora siamo partiti per quello che è stato il nostro ultimo viaggio d'istruzione, ed è stata proprio questa
consapevolezza di vivere per l'ultima volta quelle emozioni, che ci ha accompagnato per tutto il viaggio,
permettendoci di vivere appieno tutte le esperienze che si sono presentate. Abbiamo visitato la città di
Praga alternando la cultura al divertimento; passando dal castello reale alle vie dello shopping, alle piazze principali come Piazza St.Vencislao e la suggestiva Piazza dell'Orologio dove abbiamo visitato l'antico
comune della città. La seconda sera l'abbiamo trascorsa in un pub, dove non potevamo non brindare con
la tipica birra di Praga. Sicuramente il momento più emozionante e suggestivo è stato il giorno prima di
partire, quando abbiamo visitato il campo di concentramento di Terezin. Infatti dal momento in cui siamo entrati è stato un susseguirsi di forti emozioni, che hanno lasciato un indelebile segno in tutti noi. Per
concludere al meglio questo viaggio, l'ultima sera i professori ci hanno portato in discoteca, la più grande
d'Europa, Karlovy Lazně, è stata una serata indimenticabile. La mattina seguente ci siamo messi in viaggio
per il ritorno, tutti con qualcosa in più da raccontare, con un bagaglio culturale ricco di emozioni e tanti ricordi, ma soprattutto certi di poter affrontare al meglio
l'inverno Calabrese, dopo essere sopravvissuti ai -15°. Ora non ci resta che impegnarci al massimo per poter affrontare al meglio i tanto temuti esami di stato.
Claudia Aiello VA
LISCIO COME L’OLIO
ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO SENSIBILIZZA SULLE
ECCELLENZE CALABRESI
Con il decreto legge della “Buona Scuola” l’alternanza scuola-lavoro diventa obbligatoria nel corso dell’ultimo triennio della scuola secondaria di secondo grado; tra le tante finalità preposte dal MIUR per i giovani studenti italiani: “favorire l’orientamento dei giovani, acquisire
competenze spendibili anche nel mercato del lavoro, correlare l’offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio”.
Proprio in virtù della valorizzazione del territorio si è svolta l’attività di alternanza scuola-lavoro degli studenti della classe IVF del Liceo Scientifico-Linguistico “Pitagora” di Rende. La scuola ha avuto la possibilità di collaborare con il Consiglio per la ricerca e l’analisi dell’economia
agraria di Rende (CREA-OLI), esperienza che ha permesso ai ragazzi
di conoscere e analizzare uno dei prodotti calabresi di eccellenza: l’olio.
Il corso a cui hanno partecipato i ragazzi, supervisionato dal Capo
Panel Massimiliano Pellegrino, ha previsto la formazione nell’analisi sensoriale degli oli d’oliva, nella tecnica di assaggio e nella
valutazione delle principali caratteristiche chimico-fisiche per l’indivi-
duazione dei pregi e dei difetti dell’olio (rancido, riscaldato, avvinato).
Il Dott. Enzo Perri, direttore incaricato del CREA-OLI, ha spiegato agli alunni
coinvolto che la tradizione olivicola calabrese risale ad antenati ancora più
antichi dei Greci: erano gli Enotri a coltivare le olive per le prime produzioni
di olio nella penisola. Lo stesso ha poi aggiunto: “Formare i giovani nella capacità di riconoscere un buon prodotto da un olio contraffatto non è altro che
un piacere per la nostra stessa terra, che produce un olio di ottima qualità”.
A conclusione di un’esperienza del tutto positiva sia per la valenza formativa e la
ricaduta didattica sugli studenti, sia per la valorizzazione dei prodotti di alta qualità
calabresi, il 21 ottobre scorso, al Museo del Presente di Rende, è stato consegnato
ai ragazzi del Liceo “Pitagora”, dalla Dirigente Scolastica Prof.ssa Elisa Policicchio e dal Dott.Perri, l’attestato di idoneità fisiologica all’assaggio degli oli di oliva.
Giulio Talarico IVF
EL MUNDO HISPÁNICO EN NÁPOLES
como medio para
entender los usos
y las costumbres
de una población
de manera eficaz y
cautivante. Los estudiantes de lengua del
Instituto de Idiomas
“Pitagora” en Rende
pensamos que vale la
pena compartir esta
idea, practicando las
lenguas extranjeras
de manera directa e
interactiva y no frìa
y distante. En este
contexto el Instituto
Cervantes nos dio la
oportunidad de realizar un viaje místico
a través de la historia, las tradiciones
y las leyendas de la
cultura Hispanica.
El viernes 4 de noviembre 2016, la
mayoría de las clases de nuestro Instituto visitamos la
ciudad de Nápoles
para vivir una experiencia extraordinaria. Antes de todo,
fue muy importante
porque descubrimos
el mundo hispánico
en Nápoles, centro
históricamente y ar-
tisticamente muy influenciado por la cultura española, y así
conocimos más de
la cultura española
e hispanoamericana; luego porque
visitamos el casco
antiguo de Nápoles
y aprecíamos nuestro Sur de Italia.
Por último, fue una
experiencia importante también porque nos permitió
entablar
amistad
entre compañeros.
Por la mañana visitamos el Instituto
Cervantes,
donde
participamos a tres
laboratorios:
uno
sobre el nacimiento
del mundo para los
Mayas, otro sobre la
ciudad de Barcelona
y al final visitamos
la biblioteca “Rafael Alberti”, la más
meridional de Italia.
Por la tarde, dimos
un paseo por calle
Toledo y por el casco antiguo, y por
fin antes de regresar
a Rende cenamos en
una pizería de tapeo en calle Medina.
Fue una experiencia
inolvidable
que nos enriqueció
culturalmente
y lingüísticamente.
Antonio Legato e
AlessandroBruno
IIIBL
4
PITAGORA INSIDE
I GIOVANI INCONTRANO LE ISTITUZIONI
Gli esseri umani, per vivere bene in società, hanno bisogno di leggi. Il compito di fornire buone norme e quello di farle rispettare da tutti i cittadini spetta allo Stato che, tramite i tribunali, interviene a
sanzionare e punire chi le trasgredisce. L’attività svolta dai tribunali riguarda dunque la vita di tutti
noi, ma spesso ne ignoriamo i meccanismi. Il progetto “I giovani incontrano le istituzioni”, realizzato
da alcuni studenti del Liceo Scientifico-Linguistico “Pitagora” di Rende, vuole appunto favorire un
approccio più consapevole, da parte delle nuove generazioni, a tematiche come la legalità, la giustizia,
il funzionamento della macchina giudiziaria. In data 1 dicembre 2016, accompagnati dalle docenti referenti del progetto Palopoli Serafina e Conticchio Maria Filippa, abbiamo avuto occasione di assistere
a varie udienze di processi penali presso il Tribunale di Cosenza. Tali processi, ciascuno in fasi diverse
di svolgimento, ci hanno fatto confrontare con una casistica molto varia di reati, da quelli ambientali
alla truffa, dalla diffamazione alle molestie, dal furto all’abusivismo edilizio, dalla violenza domestica
al possesso abusivo di armi e di stupefacenti. Tutte le situazioni hanno suscitato il nostro interesse
e la nostra partecipazione emotiva; per esempio, particolarmente riprovevole ci è sembrato il caso
di un uomo, accusato di estorsione, che ha minacciato di morte una bambina, figlia dell’accusante.
Molto interessante, poi, è stata l’illustrazione, da parte del magistrato dottoressa Pingitore, dell’iter burocratico di una causa e del ruolo e dei compiti del pubblico ministero. Grazie a questo progetto, in una mattinata, abbiamo imparato tante cose che non sapevamo e osservato da vicino il lavoro di chi si impegna in prima linea per far rispettare la legge; pensiamo che questo aiuti i giovani a riacquistare quella fiducia nelle istituzioni pubbliche che ultimamente si è un po’ persa e a continuare a credere in un’Italia migliore.
Clelia Graziana Mammone 5E
LA SPERANZA DI PIF
Pif lascia agli studenti un messaggio di speranza perché , come egli stesso afferma, mentre vent’anni fa sarebbe stato impossibile parlare e criticare apertamente la mafia oggi se
ne parla ma avverte: “siamo un popolo che dimentica in fretta”, per questo la sua idea di parlare con i giovani e informarli di tutto ciò che
è successo è estremamente affascinante, ma
ancora più affascinante è la sua idea di futuro.
Alla domanda “sarà possibile un giorno combattere apertamente la mafia specialmente
nel sud Italia?” la sua
risposta non è soltanto
positiva, ma, ricordando figure quali Falcone
o Borsellino, afferma
“È solo una questione
di tempo”, frase sicuramente forte, significativa e anche un po’ utopica ma che trasmessa
ad un popolo di giovani
infonde tanta speranza
e ammirazione verso
il regista che ha deciso di combatterla tramite l’informazione e
attaccarla con l’ironia.
Totò Riina che aveva
difficoltà ad usare il telecomando per l’aria condizionata e che viene
sbeffeggiato nel suo primo film o, ancora, Arturo Giammarresi che la combatte mostrandola al popolo siciliano sono tentativi ben
riusciti di sminuire gli intoccabili mafiosi.
In un sistema politico con infiltrazioni mafiose non esiste un ‘buono’ o un ‘cattivo’
ma diventiamo tutti colpevoli: tutti coloro
che guardano ma non vedono, che ascoltano ma fingono di non aver sentito e rimangono con le mani in mano.“Ero come voi,
un diciottenne incazzato e mi sento ancora
così, parte di una generazione che ha preso tutto ciò che ha potuto” e Pif ha saputo
prendere tutti i suoi ricordi da adolescente
nato e cresciuto in Sicilia inserendoli in en-
trambi i suoi film, dove interpreta uomini
che quasi per casualità incontrano la Storia.
Racconta piccoli aneddoti dei film: perché in entrambi i protagonisti hanno
gli stessi nomi, o ancora da dove arriva
il nome “La mafia uccide solo d’estate”, frase detta al telefono o “caduta dal cielo”, spiegando che in un recente incontro con la figlia di Paolo Borsellino la donna gli abbia
chiesto come faceva a sapere che con quella
affermazione il padre la rassicurava da bambina.Critica film come ‘Il
padrino’ colpevole di aver
creato un’idea sbagliata
della mafia: “Più che un
film è stato un equivoco,
ha raccontato una mafia
americana degli anni 40
trasformandola idealmente in una mafia siciliana
moderna”.Conclude
il
suo discorso riallacciandosi al tema principale
dell’incontro: la speranza.
“Voi appartenete a voi
stessi, non a loro” riferendosi non solo alla
mafia ma anche a tutte
le mentalità chiuse che
sperano in un futuro nella propria regione o nel proprio paese per i
giovani, continua a ribadirlo mentre racconta di come abbia fatto del suo sogno
il suo lavoro, di come sia partito dal basso per poi dirigere e recitare in due film.
La sua speranza è che i giovani di regioni come
la Calabria, la Sicilia o la Puglia non debbano
andare via per poter studiare o lavorare, incita
il ‘popolo del domani’ ad effettuare una presa
di coscienza.“Siamo figli di questo Mondo e
non della nostra terra, se vuoi fare un lavoro
del genere o vai a Roma o vai a Milano, perché se vai via dal tuo paesino per realizzarti non fai del bene solo a te, ma fai del bene
alla Calabria o alla Sicilia come ho fatto io”.
Adele Bilotta VD
CONCORSO STELLA COMETA
Da sempre l'uomo, spinto dalla necessità, si allontana dal
proprio luogo d’origine, alla ricerca di condizioni di vita
migliori. Spesso però queste speranze sono vane perché,
a volte, ciò che è diverso da sé, viene identificato come un
pericolo, e quindi ciò che si pensava potesse essere un futuro roseo, viene demolito dai pregiudizi infondati, causati dall'ignoranza. Per fortuna, però, nel corso del tempo
sono sorte delle associazioni come Stella cometa onlus,
la quale ha lo scopo di accogliere le persone in cerca di
casa e dar loro conforto. Inoltre da anni questa associazione promuove iniziative al fine di far comprendere ai
giovani l'importanza del confronto tra culture, inteso non
come bruta competizione, ma come arricchimento collettivo. Tra queste, vi è il concorso “Tra diluvio e arcobaleno” che spinge i ragazzi di tutte le scuole del cosentino a
realizzare degli elaborati sul tema dell'integrazione. L'ultima edizione del concorso ha visto come vincitori proprio
noi alunni dell'attuale 4A del Liceo scientifico-linguistico
Pitagora, entusiasti di partecipare a questa attività. "Fra
le varie opzioni proposteci, abbiamo deciso di realizzare
un video”, ci informa Melissa D'ambrosio che ha curato il
cortometraggio", perché a nostro parere nulla rimane più
impresso nella mente che delle immagini forti nella loro
semplicità e chiarezza". Lo scopo di questo cortometraggio è quello di spingere noi ragazzi a riflettere, su quanto
sia difficile per delle persone costrette a fuggire dalla loro
stessa patria, trovarsi catapultati in un ambiente completamente diverso da quello in cui sono abituati a vivere. In
fondo è molto più complicato cambiare paese, amici, scuola, anziché accettare qualcuno che a prima vista può sembrarci estremamente diverso, e quindi in qualche modo
intimorirci, ma che è realmente molto differente da noi.
Abigail Della Cananea IVA
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PARRU CU TIA
"Parru cu tia,
to è la curpa
si porti lu sidduni
e un ti lamenti."
-Ignazio Buttitta, parru cu tia
IL PENSIERO MEDITERRANEO
La presente rubrica si propone di ripensare il Sud
partendo dal sud: non si tratta di parlare di un sud
pensato da altri ma da sé stesso. Se il sud è pensato da altri, il suo pensiero insegue sempre quello
degli altri e non li raggiunge mai, invece bisogna
offrire ai non meridiani lo spunto per riflettere su
grosso debito che la cultura italiana ed europea
ha nei confronti del Mediterraneo. Il pensiero meridiano contribuisce a chiarire l’identità
mediterranea mettendo in luce l’incidenza dei
luoghi e dell’ambiente sui modi di pensare, evidenziando come vi sia un’omologia strutturale fra la configurazione geografica di un luogo
e la sua cultura. Esistono modi di essere e di
pensare che si sono formati anche in virtù di
un clima, di un ambiente, di un’atmosfera. V’è,
insomma, una geografia e una storia, ma v’è
soprattutto una geostoria, come l’ha definita
Braudel proprio richiamandosi al Mediterraneo. La mediterraneità, sostiene Albert Camus,
è l'armonia originaria, l'equilibrio naturale tra
uomo e mondo: è quella condizione solare e
luminosa nella quale non cade ancora nessuna
«ombra di pensiero». Una condizione pre-riflessiva, pre-concettuale, e dunque silenziosa,
di quel silenzio accogliente che solo gli elementi
naturali sanno offrire: “Spesso mi è stato detto:
non esiste nulla di cui essere fiero. Si, qualcosa c'è:
questo sole, questo mare, il mio cuore che balza di
giovinezza, il mio corpo che sa di sale e l'immenso
scenario dove si incontrano l'amore e la gloria nel
giallo e nell'azzurro”. La bellezza, per i greci consisteva nella misura, e misura sta proprio in questo:
nel considerare tutto e sempre, e di conseguenza
nel non escludere mai un aspetto dell'esistenza
(ad esempio, la natura) a discapito di un altro (ad
esempio, la ragione). Noi abbiamo esiliato la bellezza, i Greci per essa han preso le armi. Invece la
nostra Europa nega la bellezza ed esalta una sola
cosa: l'impero futuro della ragione. Per cui il pen-
siero mediterraneo è un pensiero che dà ai sensi
la capacità di espandersi e di ragionare. TELESIO
con l’affermazione dell’esperienza, della fondamentale importanza e della primaria funzione dei
sensi, ripudiò una razionalità che si aggiri in sé
medesima. Contrariamente, afferma Telesio, a ciò
che si è per troppi secoli sostenuto, i sensi non ingannano ma guidano, sorreggono e promuovono
l’umana conoscenza che ha a suo oggetto e matrice l’universo immenso delle cose che popolano il
mondo. Non dunque, lontananza razionale, di una
ragione chiusa in sé stessa; ma rapporto sensibile
immediato, diretto con gli esseri, con tutti gli esseri, con tutte le cose che ci contornano. Significa demitizzare la storia riscoprendo le molte storie che
affondano le loro radici nelle tradizioni locali.
Significa riscoprire e valorizzare la dimensione
locale del pensiero. Pensiero meridiano significa restituire al sud l’antica dignità di soggetto
del pensiero, interrompere una lunga sequenza
in cui esso è stato pensato da altri. È quel pensiero che si inizia a sentir dentro laddove inizia
il mare, quando si scopre che il confine non è
un luogo dove il mondo finisce, ma quello dove
i diversi si toccano e la partita del rapporto con
l’altro diventa difficile e vera. È un pensiero che
è nato proprio nel Mediterraneo, sulle coste
della Grecia, con l’apertura della cultura greca
ai discorsi, ai dissòi logoi (discorsi duplici). Il
pensiero meridiano è radicato qui, nella resistenza della molteplicità delle voci, delle vie,
della dignità, nella capacità di rovesciare in risorse quelli che nell’ottica dello sviluppo sembrano solo vincoli, limiti e vizi. L’identità e la cultura meridiana danno un contributo straordinario
al mondo, il nostro è uno straordinario modo di
stare al mondo, pertanto essere autonomi, ripensare la nostra identità, significa interrogarsi sulla
nostra forma di modernità e costringere l’Europa
intera a volersi interrogare se non potrebbe trarre vantaggio dal nostro modo di stare al mondo.
UOMO LIBERO
Adagiandomi sull'umida sabbia, ella mi accoglie tenendomi al sicuro, alzando gli occhi non posso evitare di
guardarti, uomo libero dagli infiniti abissi, dalle spumeggianti braccia. Sperduto nelle buie profondità della
vita, preferisco farmi trasportare nelle profondità delle tue acque, viaggiare tra i turbolenti vortici d'aria delle
tue onde, rendermi un tutt'uno con la freschezza degli schiaffi con cui ti infrangi sulle malinconiche scogliere.
A te rivolgo i miei dolori, confido le mie angosce, rivelo i miei segreti, tu che, senza mai svelarmi le tue intimità, mi baci con una brezza salata, e pungente, mi abbracci con un gelido vento; così con le
tue sfumature plachi i miei indomabili lamenti, diventi per me salvezza, protettore contro le quotidiane inquietudini. Innocente distesa di azzurro cristallino, sei memore di tutti i miei rimpianti, sei un'odiosa figura sbeffeggiata, offesa e denigrata. Spesso finisco col detestarti per via dei miei insopportabili capricci, ma sentendo il tuo profumo e il rumore delle tue ridenti onde, non posso che amarti.
Giulio Rizzuto IVA
6
LEGGERE CHE PASSIONE!
“UN BACIO”, MOLTO PIÙ DI UNA LEZIONE,
UNA LEZIONE “AL BACIO”
Un tema tanto scottante
quanto ignorato dalla società di oggi: l’omosessualità. Una condizione che
spesso spaventa, allontana,
emargina a causa di convenzioni ormai radicate
o assurdi pregiudizi che
colpiscono violentemente
la sensibilità di chi li vive
in prima persona. È questo ciò che il film “Un
Bacio” ha saputo trasmettere con lucidità
e realismo, delineando una società che si
ferma alle apparenze
e al freddo giudizio,
ostacola l’affermazione dell’io e soffoca la
libertà di espressione. Uscito nelle sale
cinematografiche lo
scorso anno, il film
è stato riproposto lo
scorso 29 novembre
presso il cinema Citrigno di Cosenza, e
ha coinvolto diversi studenti, tra cui
i ragazzi delle classi quinte del Liceo
Scientifico “Pitagora”
di Rende. Basato sull’omonimo romanzo dello scrittore Ivan Cotroneo, che ne
ha curato anche la regia, il
film colpisce per l’impianto narrativo schietto ed efficace, capace di costruire
un “quadretto di vita” degli adolescenti di oggi. Tre
i protagonisti. Lorenzo,
omosessuale dichiarato,
non ha paura di mostrar-
si al mondo: la sua voglia
di vivere, amare e gioire
va ben oltre i pregiudizi e
gli insulti che riceve abitualmente. È testardo e
orgoglioso, con un tragico
passato alle spalle: i suoi
genitori sono morti ed è
stato da una coppia che lo
incoraggia e insieme a lui
lotta affinché a scuola non
venga soltanto “tollerato”
da insegnanti che lo accusano di “esagerata stranezza che rompe l’equilibrio
della classe”, ma “accettato”
per quello che è. Blu, sedicenne fiera e intraprendente, si rifugia nella scrittura
per sfogare la sua rabbia
verso un mondo in cui
non si riconosce; saranno i
suoi diari a mantenere viva
la memoria dell’adolescen-
za che ha vissuto tra mille
difficoltà. Infine, Antonio,
giocatore di basket, introverso, che stenta a mostrare i propri sentimenti,
e vive condizionato dallo
spettro del fratello prematuramente scomparso, che
ogni sera lo sollecita a conformarsi alle aspettative
dei genitori. Casualmente,
le vite dei tre ragazzi
si incrociano: da qui
una profonda amicizia, un bacio inaspettato che trasforma un
amore puro e semplice in un momento
di alta drammaticità;
ciò rivelerà l’essenza dei personaggi, i
loro desideri, le loro
ambizioni, la lotta
dell’inconscio contro
la “razionalità” pretesa da certi ambienti
e da stereotipi accettati dalla maggioranza come esempio di
“normalità”. Data la
delicatezza dei temi
trattati, la visione del
film ha suscitato vivaci
discussioni, ma è stata anche motivo di riflessione e
confronto. “Un Bacio” apre
la mente per la sua carica
emotiva e pone lo spettatore di fronte a una realtà
segnata da ostilità e storture verso chi viene giudicato “diverso”, qualunque sia
la sua presunta diversità.
Matteo Ferrara VH
IL SISTEMA PERIODICO
JACK FRUSCIANTE È menica pomeriggio” a stravolgere
le giornate monotone del protagoUSCITO DAL GRUPPO
Jack Frusciante è uscito dal gruppo è il romanzo di esordio dello
scrittore bolognese Enrico Brizzi. Pubblicato nel 1994, quando
l’autore aveva vent’anni, ha ottenuto subito un grande successo,
probabilmente perché, leggendo
il romanzo, narrato da una voce
che sostiene di conoscere bene il
protagonista Alex, chiunque potrebbe rivedersi in lui, nella sua
rabbia da adolescente che combatte contro le imposizioni e le
prassi consolidate della società.
Alex D. rappresenta un po’ tutti
noi, con il bagaglio di vita che vivremo, che già abbiamo vissuto o
che, leggendo il romanzo, avremmo desiderato vivere. La sua è
la storia semplice, lineare, senza
tante pretese di un diciassettenne
qualunque, che si affaccia al mondo, ne scopre i meccanismi e ne rimane deluso, tanto da desiderare la
ribellione. La lettura del romanzo
Due di due e la musica, di cui è
appassionato, alimentano questo
desiderio di anticonformismo, la
voglia di “uscire dal gruppo”, affermando la propria personalità.
È il percorso tipico della crescita
(la storia di Alex è un racconto di
formazione), a cui un contributo
fondamentale è dato dall’amore.
Il nostro Alex è innamorato. Diversamente da quanto accade con
i romanzi indirizzati a una giovane fascia d’età, questo libro non
descrive la storia d’amore con
toni dolci e smielati (ed è questo
uno dei suoi pregi), ma tramite
le corse in bici tra le strade bolognesi, la musica rock-punk, gli
amici che restano e se ne vanno, i
compiti da saltare e le lezioni da
evitare. Tutti pezzi di un puzzle
che insieme formano il volto della dolce Adelaide, arrivata casualmente (o forse poi non così tanto)
in una “pseudo-primaverile do-
“Il sistema periodico” di Primo Levi è un libro unico che sfugge a qualsiasi classificazione.
E’ un’autobiografia, è vero, “se non nei limiti parziali e simbolici in cui è un’autobiografia ogni opera umana”, come afferma
l’autore stesso. Di sicuro è una storia, la storia di un mestiere, il
mestiere di colui il quale ha la capacità di sposare gli elementi
e farli reagire, mettendo in luce la nobile viltà della materia. La
vita, nel senso più generale possibile, per Levi, può essere descritta proprio attraverso la narrazione delle piccole sconfitte e
le piccole vittorie di un chimico, quale egli è ancor prima di essere uno scrittore. L’autore racconta episodi della sua vita legati
ad elementi della tavola periodica e attraverso ciò riesce a pla-
nista. Purtroppo non per molto:
Adelaide infatti presto partirà per
un lungo anno di studi in America e i due dovranno separarsi. Intanto, però, cercando di non pensarci, insieme scoprono e cercano
un mondo che sembra così nuovo
ma che in realtà è sempre stato davanti a loro: il mondo visto dagli
occhi di chi sta crescendo. Fatto
di novità, sorprese, responsabilità e spesso, purtroppo, rinunce.
Il linguaggio utilizzato da Enrico
Brizzi è ricco di termini gergali,
abbreviazioni, spesso quasi privo di punteggiatura: è un modo
di esprimersi che ben si adatta a
riferire pensieri, emozioni e sentimenti di un ragazzo che sta crescendo a modo suo, andando oltre
ai confini imposti da chi gli sta attorno, ma pur sempre rimanendo
un bravo ragazzo, che ha momenti
di dolcezza ed altri di grande insicurezza. Come ognuno di noi.
“Alla fine l’equilibrio interiore non
è che da cercare. Forse ce l’abbiamo
già, e più ci muoviamo o agitiamo
o altro, e più ce ne allontaniamo.”
Chiara Maletta IIC
smare una storia personale ma collettiva, la storia di Primo Levi,
ma al tempo stesso la storia di una generazione ribelle e libera,
la storia di una nazione che cambia e che è costretta a cambiare.
Lo stile è chiaro e semplice, Levi ha intenzione di raccontare, solo di raccontare, e lo fa alla perfezione, in maniera
asciutta e scientifica, comprensibile e appassionata. Nessuno come Levi conosce la potenza della misura, la forza delle parole che si cela dietro una scrittura scorrevole.
Emanuele Maletta VG
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SCRIVERE CHE PASSIONE!
LOVE
IN CERCA DI CERTEZZE…
Imagine yourself walking,
Down your peaceful little street,
And to feel your heart start throbbing,
Just because of a person you meet.
At first you’ll try and deny it,
Yet something caught your eye,
And though no one can explain it,
Deep feelings start to rise.
Some time may swiftly go,
And one day you’ll realize,
That what you felt during your walk,
Was pure love at first sight.
In cerca di certezze…
In testa le tempeste
Fulmini e saette.
Nella mente due bestie
Scatenarsi come la luce
nelle tenebre delle debolezze.
Guardi il mondo da un paio di finestre,
Le cose sono diverse,
Non più le stesse…
Confusioni immerse
In mari di incertezze.
Porte chiuse, strade sempre aperte.
Gaia Mirabelli IC
Emma Milicchio IVAL
THE RED STRING OF FATE
Have you ever heard of the red string of fate? They say it's a crimson coloured thread that ties destined
lovers, it will bend, stretch, but never break. Quite the cute metaphore for true love, I thought, but then
again, I never believed in such things. But one day I saw it, the red string of fate. I did try to ignore it,
but wouldn't go away, it obstinately would appear in front of my eyes, to the point I decided to follow
it, to see where it would have crossed me to. I walked miles and miles, or so it seemed to me. My heart
hammered soundly in my chest, it hurt. Finally the thread had reached its destination: it was a graveyard I had never seen before in my life, but it felt like it was there that my soul belonged to. I knelt
before the grave that owned the other end of my fated string. There was my soulmate, he was just some
meters away from me, yet I couldn't reach for his hand. I did not know the name engraved on that
cold stone, but I guess our souls knew each other far too well. They had loved each other, in a far away
time and land. Since then, I know that true love exists, it doesn't exist for me. Not anymore, at least.
FRIENDSHIP
Every year that comes and goes,
Brings its flowers and its snows.
Happiness comes without promising to leave,
And once it disappears you’re afraid to live.
One day you’ll be hurt,
The pain will be real,
And you’ll think that a simple wound will not heal.
Some things take up time, and knowing it costs,
Some tears and a few burning scars at the most.
If that is your case, you should never fear,
Because with a helping hand, a friendship is near.
Let people join you every step of the way,
And form a special bond, a chain they’ll never break.
Emma Milicchio IVAL
Martina Palermo VAL
OGNUNO È LIBERO!
“È certissimo che ci sono uomini più liberi di altri, per la stessa ragione che non siamo tutti in
egual misura intelligenti e robusti. La libertà è
la salute dell’anima; pochi la possiedono intera e
inalterabile”. Così, con sottile ironia, la retorica di
Voltaire ci porta a riflettere non solo sul ruolo di
fondamentale importanza della libertà nella vita
di ogni singolo individuo, ma di come questa sia
concepita come un privilegio riservato ad un élite
di prescelti. Per millenni, per generazioni intere,
abbiamo assistito alle manifestazioni della volontà
umana di rendersi libera: guerre, sacrifici, rivoluzioni... tutto in nome di un unico ideale, la libertà.
Il testimone è passato di mano in mano, ha ispirato poeti e filosofi e li ha convinti che un mondo migliore,
un mondo libero, fosse possibile e attuabile. La domanda
è "come"? Se davvero l'uomo
nasce libero, come sostiene
il filosofo francese Rousseau, perché molti arrivano a
dover lottare per acquisire
quello che dovrebbe essere
un diritto di nascita? Perché
egli ha bisogno di essere educato. Ritorna però il medesimo quesito, "come"? Secondo
Rousseau il progresso morale
e civile dell'umanità è determinato dallo studio
dell'arte e delle scienze.. quindi l'uomo non riceve un indottrinamento da parte di un altro essere
limitato e finito come lui, ma è l'essenza dell'universo stesso che tramite le sue manifestazioni
sensibili riesce a comunicare allo spirito umano.
La libertà è solo un concetto, un'ideale, ma diviene necessaria per la sopravvivenza dell'uomo e,
soprattutto, per la sua elevazione a livello morale
e mentale. Siamo una specie che si distingue per
la sua capacità di imparare dagli errori e trasformarli in insegnamenti e lezioni di vita, allora non
perdiamo l'occasione di dimostrare quanto possiamo essere in grado di maturare e ritornare al
semplice concetto che ognuno può scrivere la sua
storia, ognuno può migliorare, ognuno è libero.
Giulia Fiorillo, Giuseppe Rovito,
Vincenzo Barbuto VH
8
LUDI PITAGORICI
AL PITAGORA DI RENDE “SPORT IN ENGLISH”
Gli studenti del Liceo
Scientifico-Linguistico Pitagora imparano divertendosi e
in modo innovativo.
Quintiliano
già
in epoca romana,
affermava
“mens sana in corpore sano”, alludendo all’equilibrio psico-fisico che deve esistere in ogni essere umano.
Lo sport non è un gioco: impone di dominare gli istinti e di rispettare regole e scadenze. Sono principi tipici di un cittadino modello, e sono compresi nel progetto del Liceo
Scientifico-Linguistico Pitagora. Agli studenti è stato
offerta l’opportunità di praticare un’attività a scelta.
I professori Cino, Rovito, Martino e Paparo coordinati dalla D.S. Prof.ssa Elisa Policicchio, hanno proposto diverse iniziative: rafting presso Papasidero,
equitazione con visita ai Giganti della Sila , tracking
in collaborazione con il club alpino italiano, vela in
collaborazione con il circolo velico Lampetia di Ce-
traro, canoa in collaborazione con il centro sportivo
di Lorica sul lago Arvo. A sostenere le attività era
presente anche la professoressa di inglese Luigina
De Luca , la quale ha permesso di coniugare l’attività
sportiva con l’approfondimento della lingua ingle-
se, soprattutto per quanto riguarda l’ambito atletico.
Le attività hanno concesso agli alunni di socializzare e di trascorrere momenti di spensieratezza, di
conoscere nuovi ambienti del nostro territorio e di
apprendere nuove abilità. Come affermato dal famoso scienziato Konrad Lorenz:"La vita è un pro-
cesso di conoscenza. Vivere è imparare". E non si
impara solo dai libri. Bisogna anche avere contatti
con nuovi contesti e cimentarsi nelle occasioni condivise da amici e non. Non si deve poi sottovalutare
l’uso della lingua inglese, mezzo linguistico importante di cui gli studenti potranno avvalersi in caso
di viaggi all’estero e in futuro nel mondo del lavoro.
Questo progetto è un piccolo esempio dell’incitamento alla curiosità per le nuove generazioni.
Secondo Plutarco: " La mente non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere". I nostri giovani devono ricevere gli stimoli giusti per imparare. Non ne saranno capaci senza la buona volontà.
E’ per questo che deve essere loro ispirato il giusto atteggiamento. In tal modo potranno acquisire
gli strumenti necessari per un confronto diretto e
continuo fra la loro cultura e le altre. Lo sport è un
veicolo di inclusione sociale e può aiutare a contrastare le problematiche legate al disagio giovanile.
Ida Federico VD
GLI SCACCHISTI DEL LICEO SCIENTIFICO” PITAGORA” DI RENDE A SCALEA
Il gioco degli scacchi è ormai diventato popolare in tutto il mondo, da secoli
appassionati di tutte le età e di tutte le nazionalità sono stati rapiti dal fascino
di quello che solo apparentemente potrebbe sembrare un mero divertimento,
dando luogo in alcuni casi a delle vere e proprie competizioni a livello agonistico che sono diventate, dunque, un punto di ritrovo per gli scacchisti più bravi, dotati di curiosità e voglia di partecipazione. Anche gli studenti del Liceo
Scientifico Pitagora hanno avuto l’ occasione di sperimentare l’emozione unica di prendere parte ad una competizione di scacchi, i tre studenti Cerminara
Vincenzo, Secreti Giovanni e Ciancio Antonio, accompagnati dal prof. Luigi
Forlano, hanno infatti composto la squadra che ha rappresentato il nostro istituto al torneo “ Riviera dei Cedri”. L’iniziativa promossa dall’ARCA ha avuto
luogo a Scalea, e le scuole partecipanti alle fasi finali sono state in tutto otto provenienti da Calabria, Lazio, Marche, Veneto, Basilicata e Montenegro, la competizione difatti a partire dall’ anno scorso ha assunto stampo internazionale,
dimostrando così anche il diffuso interesse suscitato dal gioco degli scacchi. Il
torneo si è svolto nella fase eliminatoria nella sede del santa Caterina di scalea,
mentre la finalissima si è disputata nel Palazzo Spinelli di Aieta. Durante questi
tre intensi giorni però, tutti i partecipanti hanno avuto modo non soltanto di
sfidarsi dietro la scacchiera, ma è stata offerta loro la possibilità di partecipare
ad uno stage di approfondimento organizzato in due parti e di visitare attraverso
escursioni guidate il territorio che li ha accolti. L’ esperienza quindi si è rivelata
formativa ed interessante, i nostri studenti e come loro tutti gli aderenti alla iniziativa, hanno potuto esercitare una delle loro passioni e contemporaneamente
apprendere sia dal punto di vista tecnico, grazie alle conoscenze derivate dallo
stage che sono servite per migliorare il proprio metodo di gioco, sai dal punto di vista umano intraprendendo nuove conoscenze, dialogando e venendo a
contatto con quelli che all’ inizio di questa esperienza, erano semplici sconosciuti. Il bilancio finale pertanto è certamente positivo, lo dimostra il fatto che
i nostri tre ragazzi sono rientrati entusiasti, soddisfatti e consapevoli che ogni
competizione, al di là del risultato, è sempre un’opportunità di arricchimento.
Direttore Responsabile: Prof.ssa Elisa Policicchio, Dirigente Scolastico.
Coordinamento Redazione: Prof.ssa Cinzia Bianco.
Docenti Tutor: Prof.ssa Barbara Colistra, Prof.ssa Maria Teresa Palma, Prof.ssa Tommasa Perrelli, Prof.ssa Luigia Rizzo, Prof.ssa Erminia Sannuti, Prof. Massimo Vita, Prof.
ssa Vincenza Giordano, Prof. Dario Cozza, Prof.ssa Antonella Milito, Prof.ssa Lida Cino
Impaginazione, grafica e illustrazioni:: Claudia Milicchio e Giulio Rizzuto
Cecilia Sperli’ VD