La voce del Pitagora n.15 UFFICIALE
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La voce del Pitagora n.15 UFFICIALE
VOCEdel No. 15 Settembre 2016 - Dicembre 2016 1 la PITAGOR A LA VERITÀ TACIUTA EL MUNDO HISPÁNICO EN NÁPOLES LE MENZOGNE E LE OMISSIONI DEI MEDIA PER GARANTIRE IL CONTROLLO DELL’OPINIONE PUBBLICA “Si hablas con un hombre en un idioma que entiende, eso le va a la cabeza. Si hablas con èl en su proprio idioma, eso le va al corazòn” estas palabras son de Nelson Mandela que propone el estudio de los idiomas Continua a pag. 3 PARRU CU TIA: NUOVA RUBRICA A PAGINA 5 La presente rubrica si propone di ripensare il Sud partendo dal sud: non si tratta di parlare di un sud pensato da altri ma da se stesso. L’informazione ha una grande importanza nella nostra vita: essa ci fornisce una chiave di lettura per analizzare e comprendere la realtà. In un certo senso, essa condiziona la nostra concezione del mondo. In particolar modo, le nostre opinioni, le nostre azioni, le nostre stesse aspirazioni sono fortemente segnate da ciò di cui veniamo a conoscenza. È lecito, dal momento che l’informazione riveste tanta importanza, interrogarsi sull’attendibilità delle fonti: a qualcuno che riceve l’informazione (anche a rischio di modificare opinioni e stili di vita), corrisponde qualcun altro che diffonde la suddetta informazione. Se in un passato non troppo distante qualsivoglia notizia arrivava attraverso i giornali e le gazzette ufficiali, oggi tecnologia e veicolazione dell’informazione si sono notevolmente diversificate, e il vitale compito di trasmissione informativa è affidato ai mass media: tv, quotidiani cartacei, radio, web. Ognuno di noi è, in tempo reale, inondato da un mare di notizie spesso discordanti: è forse questo il primo punto da analizzare: documentarsi prima di decidere a cosa credere. Le nostre opinioni e la nostra personalità sono troppi importanti per lasciare che vengano manipolate con facilità. L’onda di notizie che quotidianamente si infrange dirompente su di noi necessita certamente di un filtro. (continua a pag.2) QUANDO MUORE DAVVERO UN EROE? L'Avana, 26 novembre 2016. E' ormai notte quando Raul Castro annuncia, tramite la televisione di Stato, la morte di suo fratello Fidel, avvenuta poche ore prima. Fidel Castro, l'eroe di Cuba, il giovane laureato che ha portato la libertà alla sua gente e ha anteposto il bene del popolo al proprio. Almeno, così è visto dalla cultura popolare. Attorno a lui, infatti, è fiorita una vera e propria leggenda. Era nato a Biran, Fidel, ma aveva frequentato l'Università a L'Avana, dove entrò in contatto con professori e altre personalità di ispirazione nazionalista, di cui lesse gli scritti e condivise le proposte, gli ideali. Diventò anche lui un nazionalista, deciso ad emanciparsi dal colosso americano, che aveva impedito a Cuba di compiere il suo destino. Condannato, nel 1953, a quindici anni di carcere per aver assaltato la caserma della Moncada, fu libe- rato un anno dopo e mandato in esilio in Messico e negli Stati Uniti. Deciso a non arrendersi, il 1 Dicembre 1956, a bordo del Granma, Fidel rimise piede sull’sola natia, in provincia di Oriente. Lo accompagnavano ottanta uomini, destinati a sopravvivere in pochi. Tra loro, un giovane medico argentino, Ernesto Guevara, “el Che”, futuro Ministro dell'Industria e altra grande anima del socialismo cubano (poi separatosi da Castro nel 1965, e ucciso nel ’67 a La Higuera, in Bolivia, dove s’era recato CONCORSO ASSOCIAZIONE "STELLA COMETA" Da sempre l'uomo, spinto dalla necessità, si allontana dal proprio luogo d’origine, alla ricerca di condizioni di vita migliori. . Continua a pag.6 LA SPERANZA DI PIF “Ho preso in giro la mafia e sono ancora vivo”, è Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, che parla di “La mafia uccide solo d’estate” e “In guerra per amore” usciti rispettivamente nel 2013 e 2016. Continua a pag.4 per sostenere il popolo Boliviano).I soli dodici uomini di Castro, nel giro di un anno, diventarono ottocento, e nonostante lo svantaggio numerico, riuscirono ad avere la meglio sulle truppe del presidente Batista che, nel Capodanno del 1959, lasciò Cuba: le ' truppe ' di Castro entrarono trionfanti nella capitale, L'Avana. L’isola era ormai libera. Eppure, nel corso degli anni, quegli ideali andarono scomparendo, finendo, anzi, traditi. I diritti civili vennero messi da parte, quasi umiliati, e i cubani videro un sogno sparire, insieme alla propria libertà: s’era instaurato il regime ca- strista, da cui molti cubani cercarono scampo fuggendo nella vicina Florida. Eppure, Fidel Castro continuò ad essere esaltato da quei cubani (e da quanti in tutto il mondo…) che in lui avevano visto una speranza, una salvezza dalla precedente dittatura. Non vi sono statue, né vie rinominate in suo onore, semplicemente perché il “lider maximo” non approvava il culto della personalità. Indiscutibilmente un eroe dai nobili ideali, che però, nel tempo, si è trasformato in qualcos'altro. Un dittatore, un tiranno, a detta di molti. Fidel Castro è uno dei tanti rivoluzionari che si è saputo battere contro i poteri forti ma che, forse, nel tempo ha ridotto gli spazi della democrazia a quello stesso popolo che voleva liberare. Beatrice Ciccarelli, Martina Volpe V AL 2 IL PITAGORA... LA VERITÀ TACIUTA Se così non fosse, la maggior parte dei destinatari sarebbe condotta ad un’occulta assuefazione che annichilirebbe tutte le capacità critiche. Sono soprattutto il web e la televisione, ormai dominati dalla logica dell’audience/visualizzazione e degli sponsor pubblicitari, a ‘deviare mentalmente’ e a distogliere la nostra attenzione dalla realtà. Dietro tutto ciò che si vede, c’è sempre un guadagno per una cerchia ristretta; in termini di denaro o di consenso. La disinformazione riguarda soprattutto la politica e le questioni sociali: viene diffuso solo ciò che fa comodo a chi comanda. È questa l’accusa più spesso rivolta ai diversi mezzi di comunicazione. È comunque un dato di fatto che, attualmente, qualsivoglia forma di diffusione informativa presenti un bassissimo livello di credibilità; l’ambiguità dei contenuti e l’opinabilità di ciò che viene detto provocano grande confusione. Illuminante, al riguardo, il rilievo del sociologo Nazareno Ferraro: “I telegiornali hanno perso la propria anima e sono armi inestricabilmente legate a rubriche fisse, frivole, in grado di deviare l’attenzione dalle ‘vere’ notizie”. Non si tratta più di idee complottiste del popolo, non più di cinque anni fa, Amber Lyon, ex giornalista investigativa della CNN e conduttrice di un popolare programma sullo stesso canale, ha rivelato di aver ricevuto ordini di falsificare alcune notizie e di ometterne altre. Ciascuno di noi può essere controllato, gestito ed usato; davvero profetico il capolavoro di George Orwell “1984”: la storia del suo regime presagiva questa strategia, tesa a sottomettere un popolo con il controllo e la censura preventiva delle informazioni. Disinformazione è ledere la libertà, non consentire di avere una visione veritiera; è non poter essere a pieno sé stessi, vivere in una realtà falsa, filtrata per come ce la si vuole presentare. È non poter vedere con i propri occhi, non poter sentire con le proprie orecchie un mondo che scorre in sordina, quasi in silenzio, sopraffatto dalle mode del momento, dai falsi scoop, dalla spettacolarizzazione dei fatti di cronaca nera. Per l’attuale stato delle cose, la realtà è finta, artificiale. Ci stanno spegnendo la luce sul mondo; facciamo nostra la lezione dello scrittore americano Russell Baker: “Una persona istruita è quella che ha imparato che l’informazione si rivela sempre essere, al meglio, incompleta e molto spesso falsa, fuorviante, fittizia, mendace. Semplicemente totalmente errata.” Il limite dell’informazione non consiste in ciò che dice, ma in ciò che, opportunisticamente, tace. LUNGO LA VITA... PIRANDELLO A TEATRO Nell'ultimo incontro del progetto “La scuola a teatro” svoltosi presso il teatro Morelli di Cosenza, gli studenti dell'ultimo anno, dei vari licei del territorio cosentino, hanno assistito ad una rappresentazione teatrale sulla figura di Pirandello. L'attore protagonista è riuscito ad attirare l'attenzione dei giovani attraverso degli elementi chiave, come: la «finestra sul mondo», il cavalluccio di legno ed il treno, con cui ha costruito un ampio excursus sia sulla biografia sia sulla produzione letteraria del drammaturgo siciliano. Particolarmente coinvolgente è stato il racconto tratto dall’opera “La mosca” che vede protagonista il signor Greli, padre di Pirandello, che infastidito dal ripetuto suono delle campane che turbavano il suo riposo, sparò le stesse, colpendo quella più squillante. Emblematico è il ruolo rivestito dal treno, che segna l'intera vita di Pirandello, in particolare l'ultimo viaggio verso casa e alcune delle sue opere, come il viaggio inteso come fuga di Mattia Pascal. Determinate per il successo dell'incontro è stata la capacità dell'attore di catturare l'attenzione degli studenti, durante le circa tre ore di monologo, passando da espressioni dialettali, tipiche delle maschere pirandelliane, a momenti di suggestiva poesia, riuscendo a pervadere la scena di cultura e ironia, frutto dell’esperienza e della maturità professionale. Attraverso le parole di Pirandello l'attore ci ha salutato, ricordando che impareremo a nostre spese che nel lungo tragitto della vita incontreremo tante maschere e pochi volti. Francesco Catera VC Rosita Cairo e Laura Musolino VA VIOLENZA DI GENERE E FEMMINICIDIO Il femminicidio, inteso come forma di violenza da parte del genere maschile nei confronti di quello femminile, è un argomento molto discusso ed indubbiamente delicato che, per troppo tempo, è stato sottovalutato e non punito dalla legge italiana. Fino a non molti anni fa, nello stesso paese in cui ho dovuto imparare a vivere e che ha fatto da culla alla mia crescita e formazione personale, il perpetuarsi di una cultura patriarcale egemonica, basata su una serie di tradizioni e stereotipi arcaici nei confronti del sesso femminile, faceva sì che la donna venisse considerata come una proprietà legittima ed effettiva dell'uomo, ritenuta, quindi, un essere socialmente e moralmente inferiore. Negli ultimi tempi, tuttavia, grazie principalmente a centri anti-violenza, le giovani donne, vittime di abusi, hanno la possibilità di sfuggire alla disumana realtà con la quale devono convivere ogni giorno, aprendosi e confrontadosi con persone specializzate in modo tale da avere un sostegno psicologico o legale. Il Decreto Legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito in Legge 15 ottobre 2013, n. 119, ha introdotto, da non molto tempo, la legge sul femminicidio nel settore del diritto penale sostanziale e processuale. Si tratta di una serie di misure, preventive e repressive, per combattere la violenza contro le donne per motivi di genere. Ed è proprio la cosiddetta violenza di genere, con il suo carico di dolore e sofferenza, che racchiude al suo interno una serie di reati di diverso tipo: omicidio, maltrattamenti, stalking, percosse, lesioni, accomunati dal contesto e dal soggetto passivo cui sono diretti. Si tratta di una legge importante per far comprendere a noi donne quanto sia assurdo ed inaccettabile ritenersi proprietà di una persona che dice di amarci, perché un amore malato non è amore. Spesso il mondo tende ad ignorare quanto sia difficile nascere donna, quanto sia impegnativo dimostrare di avere le stesse identiche abilità in campo lavorativo e sociale di un qualsiasi individuo nato uomo, di quanto sia frustrante sentirsi dire che le violenze sessuali dipendano dal nostro abbigliamento, di quanto sia spesso devastante il dover convivere costantemente con limiti sociali e assurdi stereotipi provenienti da una società che non ci appartiene, che ci giudica inferiori indipendentemente dalle nostre doti e dalla nostra intelligenza. Non sarà mai sufficiente una legge o un luogo dove potersi sentire protette per salvaguardare la vita del genere femminile se non si ha anche un profondo mutamento di pensiero e di mentalità, se non si insegnano ai giovani degli ideali ben precisi e dei principi realmente autentici secondo i quali l'uomo e la donna camminano alla pari e nessuno deve essere sottomesso o privato della propria libertà. Auguro ad una mia futura ed ipotetica figlia di nascere in un mondo capace di apprezzarla e di darle le possibilità che merita, di realizzarsi respirando un senso di libertà e autonomia che a sua madre non è stata concessa, di poter indossare ciò che meglio crede senza doversi sentire necessariamente in pericolo e di vivere in una società che non insegna alle donne a difendersi, ma agli uomini a non fare loro del male. Giulia Zanolini IIG 3 ...GUARDA IL MONDO PRAGA…BRIVIDI DI PASSIONE La notte tra il 9 e il 10 gennaio 2017, noi studenti delle classi quinte del liceo scientifico-linguistico Pitagora siamo partiti per quello che è stato il nostro ultimo viaggio d'istruzione, ed è stata proprio questa consapevolezza di vivere per l'ultima volta quelle emozioni, che ci ha accompagnato per tutto il viaggio, permettendoci di vivere appieno tutte le esperienze che si sono presentate. Abbiamo visitato la città di Praga alternando la cultura al divertimento; passando dal castello reale alle vie dello shopping, alle piazze principali come Piazza St.Vencislao e la suggestiva Piazza dell'Orologio dove abbiamo visitato l'antico comune della città. La seconda sera l'abbiamo trascorsa in un pub, dove non potevamo non brindare con la tipica birra di Praga. Sicuramente il momento più emozionante e suggestivo è stato il giorno prima di partire, quando abbiamo visitato il campo di concentramento di Terezin. Infatti dal momento in cui siamo entrati è stato un susseguirsi di forti emozioni, che hanno lasciato un indelebile segno in tutti noi. Per concludere al meglio questo viaggio, l'ultima sera i professori ci hanno portato in discoteca, la più grande d'Europa, Karlovy Lazně, è stata una serata indimenticabile. La mattina seguente ci siamo messi in viaggio per il ritorno, tutti con qualcosa in più da raccontare, con un bagaglio culturale ricco di emozioni e tanti ricordi, ma soprattutto certi di poter affrontare al meglio l'inverno Calabrese, dopo essere sopravvissuti ai -15°. Ora non ci resta che impegnarci al massimo per poter affrontare al meglio i tanto temuti esami di stato. Claudia Aiello VA LISCIO COME L’OLIO ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO SENSIBILIZZA SULLE ECCELLENZE CALABRESI Con il decreto legge della “Buona Scuola” l’alternanza scuola-lavoro diventa obbligatoria nel corso dell’ultimo triennio della scuola secondaria di secondo grado; tra le tante finalità preposte dal MIUR per i giovani studenti italiani: “favorire l’orientamento dei giovani, acquisire competenze spendibili anche nel mercato del lavoro, correlare l’offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio”. Proprio in virtù della valorizzazione del territorio si è svolta l’attività di alternanza scuola-lavoro degli studenti della classe IVF del Liceo Scientifico-Linguistico “Pitagora” di Rende. La scuola ha avuto la possibilità di collaborare con il Consiglio per la ricerca e l’analisi dell’economia agraria di Rende (CREA-OLI), esperienza che ha permesso ai ragazzi di conoscere e analizzare uno dei prodotti calabresi di eccellenza: l’olio. Il corso a cui hanno partecipato i ragazzi, supervisionato dal Capo Panel Massimiliano Pellegrino, ha previsto la formazione nell’analisi sensoriale degli oli d’oliva, nella tecnica di assaggio e nella valutazione delle principali caratteristiche chimico-fisiche per l’indivi- duazione dei pregi e dei difetti dell’olio (rancido, riscaldato, avvinato). Il Dott. Enzo Perri, direttore incaricato del CREA-OLI, ha spiegato agli alunni coinvolto che la tradizione olivicola calabrese risale ad antenati ancora più antichi dei Greci: erano gli Enotri a coltivare le olive per le prime produzioni di olio nella penisola. Lo stesso ha poi aggiunto: “Formare i giovani nella capacità di riconoscere un buon prodotto da un olio contraffatto non è altro che un piacere per la nostra stessa terra, che produce un olio di ottima qualità”. A conclusione di un’esperienza del tutto positiva sia per la valenza formativa e la ricaduta didattica sugli studenti, sia per la valorizzazione dei prodotti di alta qualità calabresi, il 21 ottobre scorso, al Museo del Presente di Rende, è stato consegnato ai ragazzi del Liceo “Pitagora”, dalla Dirigente Scolastica Prof.ssa Elisa Policicchio e dal Dott.Perri, l’attestato di idoneità fisiologica all’assaggio degli oli di oliva. Giulio Talarico IVF EL MUNDO HISPÁNICO EN NÁPOLES como medio para entender los usos y las costumbres de una población de manera eficaz y cautivante. Los estudiantes de lengua del Instituto de Idiomas “Pitagora” en Rende pensamos que vale la pena compartir esta idea, practicando las lenguas extranjeras de manera directa e interactiva y no frìa y distante. En este contexto el Instituto Cervantes nos dio la oportunidad de realizar un viaje místico a través de la historia, las tradiciones y las leyendas de la cultura Hispanica. El viernes 4 de noviembre 2016, la mayoría de las clases de nuestro Instituto visitamos la ciudad de Nápoles para vivir una experiencia extraordinaria. Antes de todo, fue muy importante porque descubrimos el mundo hispánico en Nápoles, centro históricamente y ar- tisticamente muy influenciado por la cultura española, y así conocimos más de la cultura española e hispanoamericana; luego porque visitamos el casco antiguo de Nápoles y aprecíamos nuestro Sur de Italia. Por último, fue una experiencia importante también porque nos permitió entablar amistad entre compañeros. Por la mañana visitamos el Instituto Cervantes, donde participamos a tres laboratorios: uno sobre el nacimiento del mundo para los Mayas, otro sobre la ciudad de Barcelona y al final visitamos la biblioteca “Rafael Alberti”, la más meridional de Italia. Por la tarde, dimos un paseo por calle Toledo y por el casco antiguo, y por fin antes de regresar a Rende cenamos en una pizería de tapeo en calle Medina. Fue una experiencia inolvidable que nos enriqueció culturalmente y lingüísticamente. Antonio Legato e AlessandroBruno IIIBL 4 PITAGORA INSIDE I GIOVANI INCONTRANO LE ISTITUZIONI Gli esseri umani, per vivere bene in società, hanno bisogno di leggi. Il compito di fornire buone norme e quello di farle rispettare da tutti i cittadini spetta allo Stato che, tramite i tribunali, interviene a sanzionare e punire chi le trasgredisce. L’attività svolta dai tribunali riguarda dunque la vita di tutti noi, ma spesso ne ignoriamo i meccanismi. Il progetto “I giovani incontrano le istituzioni”, realizzato da alcuni studenti del Liceo Scientifico-Linguistico “Pitagora” di Rende, vuole appunto favorire un approccio più consapevole, da parte delle nuove generazioni, a tematiche come la legalità, la giustizia, il funzionamento della macchina giudiziaria. In data 1 dicembre 2016, accompagnati dalle docenti referenti del progetto Palopoli Serafina e Conticchio Maria Filippa, abbiamo avuto occasione di assistere a varie udienze di processi penali presso il Tribunale di Cosenza. Tali processi, ciascuno in fasi diverse di svolgimento, ci hanno fatto confrontare con una casistica molto varia di reati, da quelli ambientali alla truffa, dalla diffamazione alle molestie, dal furto all’abusivismo edilizio, dalla violenza domestica al possesso abusivo di armi e di stupefacenti. Tutte le situazioni hanno suscitato il nostro interesse e la nostra partecipazione emotiva; per esempio, particolarmente riprovevole ci è sembrato il caso di un uomo, accusato di estorsione, che ha minacciato di morte una bambina, figlia dell’accusante. Molto interessante, poi, è stata l’illustrazione, da parte del magistrato dottoressa Pingitore, dell’iter burocratico di una causa e del ruolo e dei compiti del pubblico ministero. Grazie a questo progetto, in una mattinata, abbiamo imparato tante cose che non sapevamo e osservato da vicino il lavoro di chi si impegna in prima linea per far rispettare la legge; pensiamo che questo aiuti i giovani a riacquistare quella fiducia nelle istituzioni pubbliche che ultimamente si è un po’ persa e a continuare a credere in un’Italia migliore. Clelia Graziana Mammone 5E LA SPERANZA DI PIF Pif lascia agli studenti un messaggio di speranza perché , come egli stesso afferma, mentre vent’anni fa sarebbe stato impossibile parlare e criticare apertamente la mafia oggi se ne parla ma avverte: “siamo un popolo che dimentica in fretta”, per questo la sua idea di parlare con i giovani e informarli di tutto ciò che è successo è estremamente affascinante, ma ancora più affascinante è la sua idea di futuro. Alla domanda “sarà possibile un giorno combattere apertamente la mafia specialmente nel sud Italia?” la sua risposta non è soltanto positiva, ma, ricordando figure quali Falcone o Borsellino, afferma “È solo una questione di tempo”, frase sicuramente forte, significativa e anche un po’ utopica ma che trasmessa ad un popolo di giovani infonde tanta speranza e ammirazione verso il regista che ha deciso di combatterla tramite l’informazione e attaccarla con l’ironia. Totò Riina che aveva difficoltà ad usare il telecomando per l’aria condizionata e che viene sbeffeggiato nel suo primo film o, ancora, Arturo Giammarresi che la combatte mostrandola al popolo siciliano sono tentativi ben riusciti di sminuire gli intoccabili mafiosi. In un sistema politico con infiltrazioni mafiose non esiste un ‘buono’ o un ‘cattivo’ ma diventiamo tutti colpevoli: tutti coloro che guardano ma non vedono, che ascoltano ma fingono di non aver sentito e rimangono con le mani in mano.“Ero come voi, un diciottenne incazzato e mi sento ancora così, parte di una generazione che ha preso tutto ciò che ha potuto” e Pif ha saputo prendere tutti i suoi ricordi da adolescente nato e cresciuto in Sicilia inserendoli in en- trambi i suoi film, dove interpreta uomini che quasi per casualità incontrano la Storia. Racconta piccoli aneddoti dei film: perché in entrambi i protagonisti hanno gli stessi nomi, o ancora da dove arriva il nome “La mafia uccide solo d’estate”, frase detta al telefono o “caduta dal cielo”, spiegando che in un recente incontro con la figlia di Paolo Borsellino la donna gli abbia chiesto come faceva a sapere che con quella affermazione il padre la rassicurava da bambina.Critica film come ‘Il padrino’ colpevole di aver creato un’idea sbagliata della mafia: “Più che un film è stato un equivoco, ha raccontato una mafia americana degli anni 40 trasformandola idealmente in una mafia siciliana moderna”.Conclude il suo discorso riallacciandosi al tema principale dell’incontro: la speranza. “Voi appartenete a voi stessi, non a loro” riferendosi non solo alla mafia ma anche a tutte le mentalità chiuse che sperano in un futuro nella propria regione o nel proprio paese per i giovani, continua a ribadirlo mentre racconta di come abbia fatto del suo sogno il suo lavoro, di come sia partito dal basso per poi dirigere e recitare in due film. La sua speranza è che i giovani di regioni come la Calabria, la Sicilia o la Puglia non debbano andare via per poter studiare o lavorare, incita il ‘popolo del domani’ ad effettuare una presa di coscienza.“Siamo figli di questo Mondo e non della nostra terra, se vuoi fare un lavoro del genere o vai a Roma o vai a Milano, perché se vai via dal tuo paesino per realizzarti non fai del bene solo a te, ma fai del bene alla Calabria o alla Sicilia come ho fatto io”. Adele Bilotta VD CONCORSO STELLA COMETA Da sempre l'uomo, spinto dalla necessità, si allontana dal proprio luogo d’origine, alla ricerca di condizioni di vita migliori. Spesso però queste speranze sono vane perché, a volte, ciò che è diverso da sé, viene identificato come un pericolo, e quindi ciò che si pensava potesse essere un futuro roseo, viene demolito dai pregiudizi infondati, causati dall'ignoranza. Per fortuna, però, nel corso del tempo sono sorte delle associazioni come Stella cometa onlus, la quale ha lo scopo di accogliere le persone in cerca di casa e dar loro conforto. Inoltre da anni questa associazione promuove iniziative al fine di far comprendere ai giovani l'importanza del confronto tra culture, inteso non come bruta competizione, ma come arricchimento collettivo. Tra queste, vi è il concorso “Tra diluvio e arcobaleno” che spinge i ragazzi di tutte le scuole del cosentino a realizzare degli elaborati sul tema dell'integrazione. L'ultima edizione del concorso ha visto come vincitori proprio noi alunni dell'attuale 4A del Liceo scientifico-linguistico Pitagora, entusiasti di partecipare a questa attività. "Fra le varie opzioni proposteci, abbiamo deciso di realizzare un video”, ci informa Melissa D'ambrosio che ha curato il cortometraggio", perché a nostro parere nulla rimane più impresso nella mente che delle immagini forti nella loro semplicità e chiarezza". Lo scopo di questo cortometraggio è quello di spingere noi ragazzi a riflettere, su quanto sia difficile per delle persone costrette a fuggire dalla loro stessa patria, trovarsi catapultati in un ambiente completamente diverso da quello in cui sono abituati a vivere. In fondo è molto più complicato cambiare paese, amici, scuola, anziché accettare qualcuno che a prima vista può sembrarci estremamente diverso, e quindi in qualche modo intimorirci, ma che è realmente molto differente da noi. Abigail Della Cananea IVA 5 PARRU CU TIA "Parru cu tia, to è la curpa si porti lu sidduni e un ti lamenti." -Ignazio Buttitta, parru cu tia IL PENSIERO MEDITERRANEO La presente rubrica si propone di ripensare il Sud partendo dal sud: non si tratta di parlare di un sud pensato da altri ma da sé stesso. Se il sud è pensato da altri, il suo pensiero insegue sempre quello degli altri e non li raggiunge mai, invece bisogna offrire ai non meridiani lo spunto per riflettere su grosso debito che la cultura italiana ed europea ha nei confronti del Mediterraneo. Il pensiero meridiano contribuisce a chiarire l’identità mediterranea mettendo in luce l’incidenza dei luoghi e dell’ambiente sui modi di pensare, evidenziando come vi sia un’omologia strutturale fra la configurazione geografica di un luogo e la sua cultura. Esistono modi di essere e di pensare che si sono formati anche in virtù di un clima, di un ambiente, di un’atmosfera. V’è, insomma, una geografia e una storia, ma v’è soprattutto una geostoria, come l’ha definita Braudel proprio richiamandosi al Mediterraneo. La mediterraneità, sostiene Albert Camus, è l'armonia originaria, l'equilibrio naturale tra uomo e mondo: è quella condizione solare e luminosa nella quale non cade ancora nessuna «ombra di pensiero». Una condizione pre-riflessiva, pre-concettuale, e dunque silenziosa, di quel silenzio accogliente che solo gli elementi naturali sanno offrire: “Spesso mi è stato detto: non esiste nulla di cui essere fiero. Si, qualcosa c'è: questo sole, questo mare, il mio cuore che balza di giovinezza, il mio corpo che sa di sale e l'immenso scenario dove si incontrano l'amore e la gloria nel giallo e nell'azzurro”. La bellezza, per i greci consisteva nella misura, e misura sta proprio in questo: nel considerare tutto e sempre, e di conseguenza nel non escludere mai un aspetto dell'esistenza (ad esempio, la natura) a discapito di un altro (ad esempio, la ragione). Noi abbiamo esiliato la bellezza, i Greci per essa han preso le armi. Invece la nostra Europa nega la bellezza ed esalta una sola cosa: l'impero futuro della ragione. Per cui il pen- siero mediterraneo è un pensiero che dà ai sensi la capacità di espandersi e di ragionare. TELESIO con l’affermazione dell’esperienza, della fondamentale importanza e della primaria funzione dei sensi, ripudiò una razionalità che si aggiri in sé medesima. Contrariamente, afferma Telesio, a ciò che si è per troppi secoli sostenuto, i sensi non ingannano ma guidano, sorreggono e promuovono l’umana conoscenza che ha a suo oggetto e matrice l’universo immenso delle cose che popolano il mondo. Non dunque, lontananza razionale, di una ragione chiusa in sé stessa; ma rapporto sensibile immediato, diretto con gli esseri, con tutti gli esseri, con tutte le cose che ci contornano. Significa demitizzare la storia riscoprendo le molte storie che affondano le loro radici nelle tradizioni locali. Significa riscoprire e valorizzare la dimensione locale del pensiero. Pensiero meridiano significa restituire al sud l’antica dignità di soggetto del pensiero, interrompere una lunga sequenza in cui esso è stato pensato da altri. È quel pensiero che si inizia a sentir dentro laddove inizia il mare, quando si scopre che il confine non è un luogo dove il mondo finisce, ma quello dove i diversi si toccano e la partita del rapporto con l’altro diventa difficile e vera. È un pensiero che è nato proprio nel Mediterraneo, sulle coste della Grecia, con l’apertura della cultura greca ai discorsi, ai dissòi logoi (discorsi duplici). Il pensiero meridiano è radicato qui, nella resistenza della molteplicità delle voci, delle vie, della dignità, nella capacità di rovesciare in risorse quelli che nell’ottica dello sviluppo sembrano solo vincoli, limiti e vizi. L’identità e la cultura meridiana danno un contributo straordinario al mondo, il nostro è uno straordinario modo di stare al mondo, pertanto essere autonomi, ripensare la nostra identità, significa interrogarsi sulla nostra forma di modernità e costringere l’Europa intera a volersi interrogare se non potrebbe trarre vantaggio dal nostro modo di stare al mondo. UOMO LIBERO Adagiandomi sull'umida sabbia, ella mi accoglie tenendomi al sicuro, alzando gli occhi non posso evitare di guardarti, uomo libero dagli infiniti abissi, dalle spumeggianti braccia. Sperduto nelle buie profondità della vita, preferisco farmi trasportare nelle profondità delle tue acque, viaggiare tra i turbolenti vortici d'aria delle tue onde, rendermi un tutt'uno con la freschezza degli schiaffi con cui ti infrangi sulle malinconiche scogliere. A te rivolgo i miei dolori, confido le mie angosce, rivelo i miei segreti, tu che, senza mai svelarmi le tue intimità, mi baci con una brezza salata, e pungente, mi abbracci con un gelido vento; così con le tue sfumature plachi i miei indomabili lamenti, diventi per me salvezza, protettore contro le quotidiane inquietudini. Innocente distesa di azzurro cristallino, sei memore di tutti i miei rimpianti, sei un'odiosa figura sbeffeggiata, offesa e denigrata. Spesso finisco col detestarti per via dei miei insopportabili capricci, ma sentendo il tuo profumo e il rumore delle tue ridenti onde, non posso che amarti. Giulio Rizzuto IVA 6 LEGGERE CHE PASSIONE! “UN BACIO”, MOLTO PIÙ DI UNA LEZIONE, UNA LEZIONE “AL BACIO” Un tema tanto scottante quanto ignorato dalla società di oggi: l’omosessualità. Una condizione che spesso spaventa, allontana, emargina a causa di convenzioni ormai radicate o assurdi pregiudizi che colpiscono violentemente la sensibilità di chi li vive in prima persona. È questo ciò che il film “Un Bacio” ha saputo trasmettere con lucidità e realismo, delineando una società che si ferma alle apparenze e al freddo giudizio, ostacola l’affermazione dell’io e soffoca la libertà di espressione. Uscito nelle sale cinematografiche lo scorso anno, il film è stato riproposto lo scorso 29 novembre presso il cinema Citrigno di Cosenza, e ha coinvolto diversi studenti, tra cui i ragazzi delle classi quinte del Liceo Scientifico “Pitagora” di Rende. Basato sull’omonimo romanzo dello scrittore Ivan Cotroneo, che ne ha curato anche la regia, il film colpisce per l’impianto narrativo schietto ed efficace, capace di costruire un “quadretto di vita” degli adolescenti di oggi. Tre i protagonisti. Lorenzo, omosessuale dichiarato, non ha paura di mostrar- si al mondo: la sua voglia di vivere, amare e gioire va ben oltre i pregiudizi e gli insulti che riceve abitualmente. È testardo e orgoglioso, con un tragico passato alle spalle: i suoi genitori sono morti ed è stato da una coppia che lo incoraggia e insieme a lui lotta affinché a scuola non venga soltanto “tollerato” da insegnanti che lo accusano di “esagerata stranezza che rompe l’equilibrio della classe”, ma “accettato” per quello che è. Blu, sedicenne fiera e intraprendente, si rifugia nella scrittura per sfogare la sua rabbia verso un mondo in cui non si riconosce; saranno i suoi diari a mantenere viva la memoria dell’adolescen- za che ha vissuto tra mille difficoltà. Infine, Antonio, giocatore di basket, introverso, che stenta a mostrare i propri sentimenti, e vive condizionato dallo spettro del fratello prematuramente scomparso, che ogni sera lo sollecita a conformarsi alle aspettative dei genitori. Casualmente, le vite dei tre ragazzi si incrociano: da qui una profonda amicizia, un bacio inaspettato che trasforma un amore puro e semplice in un momento di alta drammaticità; ciò rivelerà l’essenza dei personaggi, i loro desideri, le loro ambizioni, la lotta dell’inconscio contro la “razionalità” pretesa da certi ambienti e da stereotipi accettati dalla maggioranza come esempio di “normalità”. Data la delicatezza dei temi trattati, la visione del film ha suscitato vivaci discussioni, ma è stata anche motivo di riflessione e confronto. “Un Bacio” apre la mente per la sua carica emotiva e pone lo spettatore di fronte a una realtà segnata da ostilità e storture verso chi viene giudicato “diverso”, qualunque sia la sua presunta diversità. Matteo Ferrara VH IL SISTEMA PERIODICO JACK FRUSCIANTE È menica pomeriggio” a stravolgere le giornate monotone del protagoUSCITO DAL GRUPPO Jack Frusciante è uscito dal gruppo è il romanzo di esordio dello scrittore bolognese Enrico Brizzi. Pubblicato nel 1994, quando l’autore aveva vent’anni, ha ottenuto subito un grande successo, probabilmente perché, leggendo il romanzo, narrato da una voce che sostiene di conoscere bene il protagonista Alex, chiunque potrebbe rivedersi in lui, nella sua rabbia da adolescente che combatte contro le imposizioni e le prassi consolidate della società. Alex D. rappresenta un po’ tutti noi, con il bagaglio di vita che vivremo, che già abbiamo vissuto o che, leggendo il romanzo, avremmo desiderato vivere. La sua è la storia semplice, lineare, senza tante pretese di un diciassettenne qualunque, che si affaccia al mondo, ne scopre i meccanismi e ne rimane deluso, tanto da desiderare la ribellione. La lettura del romanzo Due di due e la musica, di cui è appassionato, alimentano questo desiderio di anticonformismo, la voglia di “uscire dal gruppo”, affermando la propria personalità. È il percorso tipico della crescita (la storia di Alex è un racconto di formazione), a cui un contributo fondamentale è dato dall’amore. Il nostro Alex è innamorato. Diversamente da quanto accade con i romanzi indirizzati a una giovane fascia d’età, questo libro non descrive la storia d’amore con toni dolci e smielati (ed è questo uno dei suoi pregi), ma tramite le corse in bici tra le strade bolognesi, la musica rock-punk, gli amici che restano e se ne vanno, i compiti da saltare e le lezioni da evitare. Tutti pezzi di un puzzle che insieme formano il volto della dolce Adelaide, arrivata casualmente (o forse poi non così tanto) in una “pseudo-primaverile do- “Il sistema periodico” di Primo Levi è un libro unico che sfugge a qualsiasi classificazione. E’ un’autobiografia, è vero, “se non nei limiti parziali e simbolici in cui è un’autobiografia ogni opera umana”, come afferma l’autore stesso. Di sicuro è una storia, la storia di un mestiere, il mestiere di colui il quale ha la capacità di sposare gli elementi e farli reagire, mettendo in luce la nobile viltà della materia. La vita, nel senso più generale possibile, per Levi, può essere descritta proprio attraverso la narrazione delle piccole sconfitte e le piccole vittorie di un chimico, quale egli è ancor prima di essere uno scrittore. L’autore racconta episodi della sua vita legati ad elementi della tavola periodica e attraverso ciò riesce a pla- nista. Purtroppo non per molto: Adelaide infatti presto partirà per un lungo anno di studi in America e i due dovranno separarsi. Intanto, però, cercando di non pensarci, insieme scoprono e cercano un mondo che sembra così nuovo ma che in realtà è sempre stato davanti a loro: il mondo visto dagli occhi di chi sta crescendo. Fatto di novità, sorprese, responsabilità e spesso, purtroppo, rinunce. Il linguaggio utilizzato da Enrico Brizzi è ricco di termini gergali, abbreviazioni, spesso quasi privo di punteggiatura: è un modo di esprimersi che ben si adatta a riferire pensieri, emozioni e sentimenti di un ragazzo che sta crescendo a modo suo, andando oltre ai confini imposti da chi gli sta attorno, ma pur sempre rimanendo un bravo ragazzo, che ha momenti di dolcezza ed altri di grande insicurezza. Come ognuno di noi. “Alla fine l’equilibrio interiore non è che da cercare. Forse ce l’abbiamo già, e più ci muoviamo o agitiamo o altro, e più ce ne allontaniamo.” Chiara Maletta IIC smare una storia personale ma collettiva, la storia di Primo Levi, ma al tempo stesso la storia di una generazione ribelle e libera, la storia di una nazione che cambia e che è costretta a cambiare. Lo stile è chiaro e semplice, Levi ha intenzione di raccontare, solo di raccontare, e lo fa alla perfezione, in maniera asciutta e scientifica, comprensibile e appassionata. Nessuno come Levi conosce la potenza della misura, la forza delle parole che si cela dietro una scrittura scorrevole. Emanuele Maletta VG 7 SCRIVERE CHE PASSIONE! LOVE IN CERCA DI CERTEZZE… Imagine yourself walking, Down your peaceful little street, And to feel your heart start throbbing, Just because of a person you meet. At first you’ll try and deny it, Yet something caught your eye, And though no one can explain it, Deep feelings start to rise. Some time may swiftly go, And one day you’ll realize, That what you felt during your walk, Was pure love at first sight. In cerca di certezze… In testa le tempeste Fulmini e saette. Nella mente due bestie Scatenarsi come la luce nelle tenebre delle debolezze. Guardi il mondo da un paio di finestre, Le cose sono diverse, Non più le stesse… Confusioni immerse In mari di incertezze. Porte chiuse, strade sempre aperte. Gaia Mirabelli IC Emma Milicchio IVAL THE RED STRING OF FATE Have you ever heard of the red string of fate? They say it's a crimson coloured thread that ties destined lovers, it will bend, stretch, but never break. Quite the cute metaphore for true love, I thought, but then again, I never believed in such things. But one day I saw it, the red string of fate. I did try to ignore it, but wouldn't go away, it obstinately would appear in front of my eyes, to the point I decided to follow it, to see where it would have crossed me to. I walked miles and miles, or so it seemed to me. My heart hammered soundly in my chest, it hurt. Finally the thread had reached its destination: it was a graveyard I had never seen before in my life, but it felt like it was there that my soul belonged to. I knelt before the grave that owned the other end of my fated string. There was my soulmate, he was just some meters away from me, yet I couldn't reach for his hand. I did not know the name engraved on that cold stone, but I guess our souls knew each other far too well. They had loved each other, in a far away time and land. Since then, I know that true love exists, it doesn't exist for me. Not anymore, at least. FRIENDSHIP Every year that comes and goes, Brings its flowers and its snows. Happiness comes without promising to leave, And once it disappears you’re afraid to live. One day you’ll be hurt, The pain will be real, And you’ll think that a simple wound will not heal. Some things take up time, and knowing it costs, Some tears and a few burning scars at the most. If that is your case, you should never fear, Because with a helping hand, a friendship is near. Let people join you every step of the way, And form a special bond, a chain they’ll never break. Emma Milicchio IVAL Martina Palermo VAL OGNUNO È LIBERO! “È certissimo che ci sono uomini più liberi di altri, per la stessa ragione che non siamo tutti in egual misura intelligenti e robusti. La libertà è la salute dell’anima; pochi la possiedono intera e inalterabile”. Così, con sottile ironia, la retorica di Voltaire ci porta a riflettere non solo sul ruolo di fondamentale importanza della libertà nella vita di ogni singolo individuo, ma di come questa sia concepita come un privilegio riservato ad un élite di prescelti. Per millenni, per generazioni intere, abbiamo assistito alle manifestazioni della volontà umana di rendersi libera: guerre, sacrifici, rivoluzioni... tutto in nome di un unico ideale, la libertà. Il testimone è passato di mano in mano, ha ispirato poeti e filosofi e li ha convinti che un mondo migliore, un mondo libero, fosse possibile e attuabile. La domanda è "come"? Se davvero l'uomo nasce libero, come sostiene il filosofo francese Rousseau, perché molti arrivano a dover lottare per acquisire quello che dovrebbe essere un diritto di nascita? Perché egli ha bisogno di essere educato. Ritorna però il medesimo quesito, "come"? Secondo Rousseau il progresso morale e civile dell'umanità è determinato dallo studio dell'arte e delle scienze.. quindi l'uomo non riceve un indottrinamento da parte di un altro essere limitato e finito come lui, ma è l'essenza dell'universo stesso che tramite le sue manifestazioni sensibili riesce a comunicare allo spirito umano. La libertà è solo un concetto, un'ideale, ma diviene necessaria per la sopravvivenza dell'uomo e, soprattutto, per la sua elevazione a livello morale e mentale. Siamo una specie che si distingue per la sua capacità di imparare dagli errori e trasformarli in insegnamenti e lezioni di vita, allora non perdiamo l'occasione di dimostrare quanto possiamo essere in grado di maturare e ritornare al semplice concetto che ognuno può scrivere la sua storia, ognuno può migliorare, ognuno è libero. Giulia Fiorillo, Giuseppe Rovito, Vincenzo Barbuto VH 8 LUDI PITAGORICI AL PITAGORA DI RENDE “SPORT IN ENGLISH” Gli studenti del Liceo Scientifico-Linguistico Pitagora imparano divertendosi e in modo innovativo. Quintiliano già in epoca romana, affermava “mens sana in corpore sano”, alludendo all’equilibrio psico-fisico che deve esistere in ogni essere umano. Lo sport non è un gioco: impone di dominare gli istinti e di rispettare regole e scadenze. Sono principi tipici di un cittadino modello, e sono compresi nel progetto del Liceo Scientifico-Linguistico Pitagora. Agli studenti è stato offerta l’opportunità di praticare un’attività a scelta. I professori Cino, Rovito, Martino e Paparo coordinati dalla D.S. Prof.ssa Elisa Policicchio, hanno proposto diverse iniziative: rafting presso Papasidero, equitazione con visita ai Giganti della Sila , tracking in collaborazione con il club alpino italiano, vela in collaborazione con il circolo velico Lampetia di Ce- traro, canoa in collaborazione con il centro sportivo di Lorica sul lago Arvo. A sostenere le attività era presente anche la professoressa di inglese Luigina De Luca , la quale ha permesso di coniugare l’attività sportiva con l’approfondimento della lingua ingle- se, soprattutto per quanto riguarda l’ambito atletico. Le attività hanno concesso agli alunni di socializzare e di trascorrere momenti di spensieratezza, di conoscere nuovi ambienti del nostro territorio e di apprendere nuove abilità. Come affermato dal famoso scienziato Konrad Lorenz:"La vita è un pro- cesso di conoscenza. Vivere è imparare". E non si impara solo dai libri. Bisogna anche avere contatti con nuovi contesti e cimentarsi nelle occasioni condivise da amici e non. Non si deve poi sottovalutare l’uso della lingua inglese, mezzo linguistico importante di cui gli studenti potranno avvalersi in caso di viaggi all’estero e in futuro nel mondo del lavoro. Questo progetto è un piccolo esempio dell’incitamento alla curiosità per le nuove generazioni. Secondo Plutarco: " La mente non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere". I nostri giovani devono ricevere gli stimoli giusti per imparare. Non ne saranno capaci senza la buona volontà. E’ per questo che deve essere loro ispirato il giusto atteggiamento. In tal modo potranno acquisire gli strumenti necessari per un confronto diretto e continuo fra la loro cultura e le altre. Lo sport è un veicolo di inclusione sociale e può aiutare a contrastare le problematiche legate al disagio giovanile. Ida Federico VD GLI SCACCHISTI DEL LICEO SCIENTIFICO” PITAGORA” DI RENDE A SCALEA Il gioco degli scacchi è ormai diventato popolare in tutto il mondo, da secoli appassionati di tutte le età e di tutte le nazionalità sono stati rapiti dal fascino di quello che solo apparentemente potrebbe sembrare un mero divertimento, dando luogo in alcuni casi a delle vere e proprie competizioni a livello agonistico che sono diventate, dunque, un punto di ritrovo per gli scacchisti più bravi, dotati di curiosità e voglia di partecipazione. Anche gli studenti del Liceo Scientifico Pitagora hanno avuto l’ occasione di sperimentare l’emozione unica di prendere parte ad una competizione di scacchi, i tre studenti Cerminara Vincenzo, Secreti Giovanni e Ciancio Antonio, accompagnati dal prof. Luigi Forlano, hanno infatti composto la squadra che ha rappresentato il nostro istituto al torneo “ Riviera dei Cedri”. L’iniziativa promossa dall’ARCA ha avuto luogo a Scalea, e le scuole partecipanti alle fasi finali sono state in tutto otto provenienti da Calabria, Lazio, Marche, Veneto, Basilicata e Montenegro, la competizione difatti a partire dall’ anno scorso ha assunto stampo internazionale, dimostrando così anche il diffuso interesse suscitato dal gioco degli scacchi. Il torneo si è svolto nella fase eliminatoria nella sede del santa Caterina di scalea, mentre la finalissima si è disputata nel Palazzo Spinelli di Aieta. Durante questi tre intensi giorni però, tutti i partecipanti hanno avuto modo non soltanto di sfidarsi dietro la scacchiera, ma è stata offerta loro la possibilità di partecipare ad uno stage di approfondimento organizzato in due parti e di visitare attraverso escursioni guidate il territorio che li ha accolti. L’ esperienza quindi si è rivelata formativa ed interessante, i nostri studenti e come loro tutti gli aderenti alla iniziativa, hanno potuto esercitare una delle loro passioni e contemporaneamente apprendere sia dal punto di vista tecnico, grazie alle conoscenze derivate dallo stage che sono servite per migliorare il proprio metodo di gioco, sai dal punto di vista umano intraprendendo nuove conoscenze, dialogando e venendo a contatto con quelli che all’ inizio di questa esperienza, erano semplici sconosciuti. Il bilancio finale pertanto è certamente positivo, lo dimostra il fatto che i nostri tre ragazzi sono rientrati entusiasti, soddisfatti e consapevoli che ogni competizione, al di là del risultato, è sempre un’opportunità di arricchimento. Direttore Responsabile: Prof.ssa Elisa Policicchio, Dirigente Scolastico. Coordinamento Redazione: Prof.ssa Cinzia Bianco. Docenti Tutor: Prof.ssa Barbara Colistra, Prof.ssa Maria Teresa Palma, Prof.ssa Tommasa Perrelli, Prof.ssa Luigia Rizzo, Prof.ssa Erminia Sannuti, Prof. Massimo Vita, Prof. ssa Vincenza Giordano, Prof. Dario Cozza, Prof.ssa Antonella Milito, Prof.ssa Lida Cino Impaginazione, grafica e illustrazioni:: Claudia Milicchio e Giulio Rizzuto Cecilia Sperli’ VD