il culto di s. cesarea nel salento

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il culto di s. cesarea nel salento
IL CULTO DI S. CESAREA NEL SALENTO
I
Un'antica leggenda del Salento parla di una S. Cesàrea e ne ubica le
vicende, che avrebbero dato origine alla sua santificazione, nelle grotte
solfuree dell'odierna S. Cesàrea Terme.
Questa leggenda comprende diverse varianti; di esse, alcune sono
riportate dai Bollandisti negli Acta Sanctorum; altre, dal salentino Antonio De Ferraris detto il Galateo, in De Situ Japygiae, da A. Trifone
Nutricati in Intorno ai canti e racconti popolari leccesi e dal La Sorsa
nelle Leggende marinare di Puglia. S. Cesàrea (1).
La più nota di queste varianti è quella secondo la quale una
vergine di nome Cesàrea, per sottrarsi al padre che voleva usarle violenza, si gettò nelle grotte di S. Cesàrea Terme. Vi si buttò anche il
genitore nell'inseguirla, ma egli, cadendo, rimase ucciso mentre, dal
terreno, reso putrido dal suo cadavere sgorgò la fonte delle acque
solfuree.
Cesàrea, poi, per questo suo sacrificio, divenne una santa.
Per quello che dirò in appresso, ritengo opportuno insistere nel
fatto che la vicenda di questa santa Cesàrea, pur nelle diverse varianti
della leggenda, è connessa alle grotte solfuree di S. Cesàrea Terme,
come risulta o come si deduce da tutte le varianti della leggenda stessa;
non alle grotte di un'altra località dei Salento, cioè dell'odierno Porto
Cesare°, come si congettura da qualcuno.
E debbo dire anche che la leggenda di questa santa Cesàrea è, in
genere, ritenuta un adattamento, una trasformazione, in epoca cristiana,
della precedente leggenda pagana dai giganti Leuterni (2) che, scacciati dal mitico Ercole, dalla Campania, si sarebbero rifugiati nelle
grotte di S. Cesàrea Terme; ma, raggiunti da Ercole, sarebbero stati
tutti uccisi; e, dal terreno reso putrido dai loro cadaveri, avrebbero
(1) In merito, vedi La Zagaglia, V, 1963, n. 17, pp. 19-26.
(2) Non poche leggende pagane furono, col Cristianesimo, trasformate in 1Pg,
gende cristiane.
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avuto origine le odierne sorgenti solfuree delle grotte di S. Cesàrea
Terme.
Premesso tutto ciò, è ora di vedere se questa santa di nome Cesàrea,
della leggenda salentina, debba essere identificata in un personaggio
ignoto, magari, anche, fantastico; oppure in un personaggio vero, noto.
Vediamo :
La critica moderna, mancando in merito a questa santa Cesàrea
della leggenda salentina, ogni notizia, ogni indizio, propende a ritenerla
un personaggio ignoto, anzi del tutto leggendario. E la Chiesa si limita
a tollerarlo (A. Bianchi, Insegnamenti ascetico-morali desunti dalla
leggbnda della vita di S. Cesàrea, Bari 1938).
Un personaggio leggendario, nato dalla fantasia, per effetto, ad
esempio, ripeto, della personificazione del congetturato nome romano
della località che, secondo tale ipotesi, sarebbe stato quello di Cesàrea;
oppure, sempre per esempio, dal fatto che una congetturata dea pagana
di nome Cesàrea sarebbe stata trasformata, col Cristianesimo, in una
santa cristiana dello stesso nome?
Io, sino a poco tempo fa, sono stato per la prima delle due predette
ipotesi che ho esposto ed illustrato brevemente nel mio articolo Le
origini e la denominazione di Santa Cesàrea e di Porto Cesàreo. (in
« II Meridionale », Brindisi, 31 luglio - 7 agosto 1963).
Posteriormente a detto articolo, sono venuto a conoscenza che
esiste una santa Cesàrea storica cioè S. Cesàrea di Arles (Francia),
sorella di S. Cesario di Arles, monaca e badessa morta intorno al 524.
Ed allora, in base a ciò, ho cambiato idea ed ho, da tale momento,
ritenuto che la S. Cesàrea della leggenda salentina possa, debba essere
identificata nella S. Cesàrea di Arles; almeno, sino a prova contraria.
Qualcuno potrà obiettare che il culto di una santa nata e vissuta
in Francia, cioè in un paese tanto lontano dal Salento, non possa essere
stato introdotto qui.
A tale eventuale obiezione rispondo che in ciò non vi è niente
di straordinario, perchè, come è ben noto, in non pochi paesi, si venerano santi nati e vissuti in paesi lontani. Cito qualche esempio : S. Irene,
venerata a Lecce, nacque e visse in Macedonia; S. Cosimo, venerato ad
Oria, nacque in Arabia e visse nell'Asia Minore; S. Martino, venerato
a Martina Franca, nacque in Ungheria e visse in Francia; S. Giorgio
era dell'Asia Minore; etc.
Niente di straordinario, quindi, che, nel Salento e, precisamente,
nella località in cui oggi, è S. Cesàrea Terme, possa essere stato
introdotto sin dai tempi remoti, per un motivo o per un altro, il culto
di una santa così forestiera, come S. Cesàrea d'Arles.
Ed introdottolo, il popolo, gli agiografi l'avranno inquadrato nel
nuovo ambiente; avranno fatto della santa francese, una santa loca43
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le (3). Non solo, ma siccome, sul luogo, esisteva un'antica leggenda
pagana connessa alle locali grotte e sorgenti solfuree, così, all'antica
leggenda pagana avranno sostituito una leggenda cristiana con protagonista S. Cesarea : S. Cesarea d'Aries.
II
Nella rivista leccese « La Zagaglia », M. Moscardino ha pubblicato, nei nn. 17-19 (marzo-sett. 1963) un interessante ed erudito lavoro
su S. Cesàrea. Ora, in detto articolo, si sostiene che il culto di S. Cesàrea, nel Salento, avrebbe avuto ordine, non a S. Cesàrea Terme,
ma a Porto Cesàreo; località, questa che, da secoli è una dipendenza
di Nardò.
Da Porto Cesàreo, poi, il culto di S. Cesàrea si sarebbe esteso a
S. Cesàrea Terme.
I motivi in base ai quali il Moscardino sostiene ciò, sono i seguenti :
a) l'odierno Porto Cesàreo, nell'epoca romana imperiale, sarebbe
stata la città di Cesàrea (Cesàrea, da Cesare Augusto);
b) nella predetta città si sarebbe venerata una dea pagana di
nome Cesarea;
c) con l'introduzione del Cristianesimo, la predetta dea sarebbe
stata trasformata in S. Cesarea.
Ora io non condivido la congettura del Moscardino perchè:
a) è contraria alla vetusta tradizione salentina orale e scritta,
(4) e nessun nuovo elemento, ci autorizza, a cambiarlo, nessuna necessità ci spinge a modificarla;
b) la leggenda di S. Cesàrea, nel Salento, come ho già detto, e
come è ben chiaro, è connessa alle grotte di S. Cesàrea Terme, non alle
grotte più o meno fantomatiche di Porto Cesare() o adiacenze; e, se
non proprio fantomatiche, non così grandiose, appariscenti e ben
note, sin dall'antichità, come quella di S. , Cesarea Terme (5).
E che la leggenda di S. Cesàrea sia connessa alle grotte di
S. Cesàrea Terme, è riconosciuto dallo stesso Moscardino il quale
nel n. 17 di questa Rivista, a p. 21, riferendosi alla leggenda salentina
(3) In non pochi casi gli agiografi ed il popolo adattarono a paesi diversi, la
vita ed i miracoli di uno stesso santo.
(4) La vetusta tradizione salentina scritta si ha nel già citato Galateo.
(5) Sono citate già da Aristotele, nel V secolo a. C.
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di S. Cesàrea, dice testualmente: « E' l'antica leggenda dei giganti
Leuterni per opera di Ercole che ha subito un adattamento... »;
c) per quel che mi consta, e sino a prova contraria, nessuna dea
pagana di nome Cesàrea sarebbe mai esistita.
Concludendo : per me, ed in pieno contrasto con l'egregio dott.
Moscardino, il culto di S. Cesàrea, nel Salento, ebbe origine a S. Cesarea Terme, non a Porto Cesareo.
E, se già nel XV secolo, come risulta dal salentino Ant. De Ferraris detto il Galateo (De Situ Japygiae) vi era a Porto Cesareo una
chiesa dedicata a S. Cesàrea, ciò vuoi dire che il culto della santa in
oggetto, da S. Cesàrea Terme si era esteso a Porto Cesareo. E vi si
sarebbe esteso perchè gli abitanti del luogo, allora soltanto Cesarea e
non ancora Porto Cesareo, (6) avranno ritenuto opportuno introdurre
da S. Cesàrea Terme, il culto della santa che aveva lo stesso nome del
loro paese.
Nel suo articolo, poi, l'egregio dott. Moscardino congettura, anzi,
mi pare che, affermi, addirittura, che la leggenda, di Santa Cesàrea
salentina è legata alle vicende della famiglia feudataria Vinciguerra Sambiase la quale avrebbe diffuso il culto della santa da Nardò (Porto Cesareo) a S. Cesàrea Terme e da qui a Francavilla Fontana.
Ora, per quanto l'egregio autore tratti a lungo tale argomento, io
non vedo nella trattazione alcun elemento positivo che confermi tale
congettura; la quale resta, solo una congettura.
Egli inoltre, in base al Teofilato, afferma che la Francavilla citata
nel Cataiogum Baronum, fatto compilare da re Guglielmo il Buono,
sia l'odierna Francavilla Fontana. In merito, e con tutto il rispetto
allo scomparso amico francavillese, Cesare Teofilato, debbo dire che
sull'argomento, che il Teofilato mi pare svolse con po' di spirito
campanilistico, non è ancora detta l'ultima parola.
Mesagne, ottobre 1963
LUIGI SCODITTI
(6) Al villaggio di Cesarea, detto, tuttora, in dialetto locale, Cisària o Cesàrea,
e citato con tale nome in documenti medievali, il nome di Porto Cesare() le fu
dato, nel XVI secolo, dal geografo e storico tedesco Cluverio (Vedi il mio articolo
già citato).
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