Gli italiani e i servizi bancari on line
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Gli italiani e i servizi bancari on line
E enti Settimanale - Anno 6 TERRITORIO | ISTITUZIONI | N° 18 Lunedì 25 marzo 2013 IMPRESE Spedizione con tariffa Posta Target Magazine conv. naz./304/2008 del 01-06-2008 Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media © GINA SANDERS - FOTOLIA.COM BANCHE & FINANZA Rapporto con il cliente: una volta c’era solo il telefono T utte le banche ormai fanno ricorso alle nuove tecnologie. Nei confronti dell’impresa, del professionista, del giovane e del cliente in generale la tendenza è ottimizzare il rapporto con il cliente, puntando, dunque, non solo più sulla proposta di prodotti bancari sempre nuovi, bensì sui servizi quotidiani. Tra le principali tecnologie di interazione utilizzate e che coinvolgono le figure del contact center, la chat area clienti è lo strumento sul quale le banche scommettono maggiormente. La percentuale di diffusione delle nuove tecnologie è in aumento soprattutto per la chat pubblica, la video chat, i forum e le community on line. Quanto ai contatti telefonici, sono motivati in particolare da esigenze informative e di assistenza. ■ INDAGINE CENSIS - ABI 1 / Modalità di contatto diversificate Gli italiani e i servizi bancari on line Il 62,1% usa Internet ma solo il 20% ricorre all’home banking A ssistenza e informazioni via web anzitutto. Ma non solo. Strumenti e programmi, applicazioni e apparecchi, contenuti elettronici e servizi, accessibilità e reperibilità in generale conquistano gli italiani in termini di servizi bancari e credito. I connazionali amano i prodotti elettronici e si stanno abituando a vivere l’innovazione anche nel rapporto con la propria banca. Così, le modalità di contatto tra istituto di credito e cliente si fanno sempre più diversificate, al punto che ai tradizionali mezzi si affiancano nuove soluzioni mutuate dal mondo dei social network. Sono solo alcuni dei risultati messi in luce dall’Osservatorio Censis – Abi sulla società italiana, un appuntamento bimestrale per monitorare ciò che si muove nel Paese, presentato a novembre dello scorso anno. Ecco in definitiva le conclusioni: c’è amore e un po’ di diffidenza da parte degli italiani per i devices elettronici, che vengono usati con crescente interesse (il 62,1% usa Internet e il 20% degli internauti ricorre all’home banking). Ma non manca nemmeno lo scetticismo, per- ché sono in molti a temere il rischio di violazione della privacy, per l’esattezza il 75,4% dei naviganti. Una realtà, sostanzialmente, che piazza il Bel Paese indietro rispetto al resto d’Europa nell’impiego di carte di credito e strumenti di pagamento elettronici. Il 75,4% degli utenti italiani teme il rischio di violazione della privacy: un dato che ci vede indietro rispetto al resto d’Europa nell’impiego di carte di credito e degli strumenti di pagamento elettronici Un altro dato interessante, che questa volta emerge dall’Osservatorio sui contact center bancari condotto da Abi Lab e dall’Ufficio analisi gestionali dell’Abi (nel settembre 2012), riguarda nello specifico l’assistenza e le informazioni ottenute tramite e-mail e chat. Nel 2011 sono state oltre 51 milioni le telefonate gestite fra quelle in entrata e in uscita, in particolare da notare come un numero significativo di contatti sia avvenuto via e-mail e chat, raggiungendo l’1,6 milioni di scambi banca-cliente. Le chat si confermano dunque in cima alle preferenza degli italiani, con numerosi progetti aperti dalle banche, con un buon successo presso la clientela. Considerando le banche già attive nel 2010, si arriva nel 2011 a registrare una crescita dei contatti chat pari al 50,4 per cento. Ruolo di protagonisti pure per i nuovi contatti per mezzo dei social network, che alle chat si affiancano con forte riscontro e soddisfazione di chi vi ricorre. Il tutto viaggia in linea con il contesto di evoluzione degli istituti di credito, sempre di più dediti a soluzioni tecnologiche di ultima generazione, che tra social media e nuovi dispositivi elettronici sta cambiando le abitudini di dialogo delle persone e influenzando le strategie di multicanalità delle banche italiane. 2 Banche & Finanza Eventi Lunedì 25 marzo 2013 ■ INDAGINE CENSIS - ABI 2 / Lo studio sul rapporto tra italiani e le alte tecnologie nella vita di tutti i giorni al mondo del credito, poiché a cambiare è proprio il modo di pensare e di operare, con una passione per la tecnologia che ha fatto breccia pure nel modo di pagare gli acquisti. Di rito è l’impiego di strumenti elettronici, considerati comodi e sicuri, rispetto al “vecchio” contante e i vecchi metodi. Nel 2011 sono stati effettuati oltre 280 milioni di pagamenti in rete, con un incremento del 24%. Le operazioni su web con carte di credito e prepagate sono cresciute del 27,6%, mentre i bonifici on line hanno fatto registrare un +20,3%. Forte poi la crescita delle carte di plastica negli ultimi anni, in pratica senza denaro contante in tasca: circa il 41% dei pagamenti cashless avviene con esse, il 30% tramite bonifico e il 14% attraverso addebiti diretti. Giusto per dare un’idea, le carte di pagamento nelle tasche degli italiani sono passate dai 77 milioni del 2009 agli 82 milioni del 2011, con una aumento del 6% nei tre anni. È un dato interessante che sta permettendo allo Stivale di recuperare terreno rispetto agli altri paesi, dove il volume di utilizzo delle card è maggiore. Pagare con le carte di plastica, come è stato fatto notare nel convegno Carte 2012, non significa solo vantaggio in termini di comodità e sicurezza per le famiglie, le imprese e le pubbliche amministrazioni che ne fanno uso tutti i giorni, bensì crescita e sviluppo per il Paese, in una fase difficile per l’economia nazionale e internazionale. In merito, non manca una simulazione condotta da Banca d’Italia, commentata in occasione della convention: si potrebbe risparmiare circa lo 0,3% del Pil se solo si colmasse il gap che ancora separa l’Italia dai paesi europei più evoluti nell’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici, riducendo l’uso del contante e dunque i costi sociali, di produzione e gestione sostenuti dal sistema-Paese. re, le imprese hanno sempre più bisogno di finanziamenti per l’internazionalizzazione e l’innovazione”, spiega Calcagni, “con la fusione e la prospettiva di diventare intermediario finanziario vigilato dalla Banca d’Italia nel 2013, stiamo lavorando per offrire una solida patrimonializzazione come garanzia alle banche. La fusione”, continua Calcagni, “ci consentirà di essere a disposizione delle Camere di commercio di tutte le province campane per facilitarne l’attività finanziaria”. Se da una parte il Consorzio ha seguito la strada dell’accorpamento, dall’altra l’obiettivo è una più capillare presenza sul territorio, poiché il supporto di prossimità garantisce al meglio le Pmi. Nel 2012 ha aumentato gli sportelli di zona, grazie a importanti accordi con enti territoriali. Vanno letti in questo senso i protocolli d’intesa firmati con Ance Avellino, finalizzato ad allargare il ventaglio di opportunità anche alle imprese di costruzione irpine, e con Confindustria Caserta, per ampliare la gamma dei servizi offerti all’industria e agevolarne l’accesso al credito. A ciò, Confidi Regione Campania abbinerà il progetto di allargamento della propria attività consortile. Lo dimostra il recente incontro del presidente Calcagni con i vertici di Banca di Credito Cooperativo del Cilento e Lucania Sud, rappresentati dal presidente Francesco Castiello e dal direttore generale Ciro Solimeno. Sono state poste le basi per una collaborazione che potrebbe portare il consorzio fuori regione, passo concreto per trasformarlo in riferimento autorevole per le aziende del Sud. Il contatto costante con le imprese ha fatto sì che si cercasse, con i servizi offerti, di interpretare le esigenze del mondo produttivo, offrendo ai soci soluzioni duttili e innovative per lo sviluppo aziendale. Tra le ultime novità, l’accordo con la Banca Nazionale del Lavoro, siglato all’inizio di gennaio, mette a disposizione della realtà economica locale 10 milioni di euro per supportare le Pmi, sia nella gestione della loro attività quotidiana, sia nella realizzazione di progetti di sviluppo in Italia e all’estero. La partnership si rivolge alle aziende associate a Confidi Regione Campania, a supporto delle attività di import-export e di sviluppo produttivo e commerciale. “Spero che il 2013 - osserva Calcagni - continui a fornici segnali positivi quali l’allentamento del credit crunch da parte del sistema bancario e l’adozione di valutazioni meno tecnicistica dei requisiti delle imprese. Sono le due grandi questioni sulle quali continueremo a lavorare; l’attenzione di alcuni istituti bancari ci dice che stiamo sulla buona strada”. Per maggiori informazioni www.confidiregionecampania.it In banca l’Italia digitale arranca ancora troppo Secondo la Banca d’Italia si potrebbe risparmiare lo 0,3 del Pil se colmassimo il gap con gli altri Paesi a banca sempre più tecnologica e produttiva. Questa la vera innovazione sul pianeta del credito. Dove i player informatici propongono ormai soluzioni puntate su efficienza, risparmio e maggiore vicinanza con la clientela, competitività dei servizi. Così in tempi in cui si fa più forte il calo dei prestiti delle banche a famiglie e imprese, crescono le reti di impresa nell’ottica dell’aggregazione e del fare sistema, ma aumenta anche il ricorso al microcredito, ecco che gli istituti di credito continuano a fare delle nuove tecnologie e dell’innovazione il proprio asso nella manica. È una delle voci chiave fra le priorità dei programmi d’investimento in tecnologia delle banche italiane, insieme all’adeguamento alle normative e al potenziamento della sicurezza. Ovvero, Ict a tutto E enti TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE DIN NEWSLETTER Settimanale - Anno 6 - Numero 18 Lunedì 25 marzo 2013 campo quale leva sostanziale per lo sviluppo. L’obiettivo è di ottimizzare processi e attività, nell’ottica di offrire servizi avanzati, efficienti, mirati ai clienti, con tanto di snellimento dei processi di erogazione, attenzione alla dematerializzazione, incremento del back office, miglioramento del controllo dei costi. Questo fondamentalmente il quadro di una banca che, pure nel pieno della crisi, cerca di essere al pieno servizio dei clienti e, per farlo, punta sulla competitività anzitutto in termini di efficienza e razionalità. Sia l’impresa che il privato, la famiglia, i giovani oggi più che mai fanno largo uso degli strumenti di ultima generazione. Superata ormai l’iniziale diffidenza, è raro non possedere smartphone, cellulari, tablet, lettori mp3, navigatori satellitari e altri strumenti Attività editoriale a cura de: Sede operativa: Via Carlo Pisacane, 1 20016 Pero - Milano elettronici portatili, in casa o in ufficio, al lavoro o nel tempo libero, in azienda e ovunque vi si trovi, per accedere a servizi, fare shopping ed effettuare pagamenti, per poter ricorrere a soluzioni a ‘portata di mano’ e Agente: AREA MEDIA sas Via Nannetti, 2/e 40122 Bologna Tel.: 051 6492589 Fax: 051 5282079 Mail: [email protected] Registrazione Tribunale di Milano numero 208 del 21 marzo 2005 Direttore responsabile: Mattia Losi © BYGIMMY - FOTOLIA.COM L Stampatori: ll Sole 24 Ore S.p.A. Via Busto Arsizio, 36 20151 Milano; Il Sole 24 Ore S.p.A. Via Tiburtina Valeria; Km 68,7 - 67061 Carsoli (Aq); Società Editrice Arena S.p.A. 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Ora espansione delle attività nelle regioni vicine 80.000.000 I segnali di fiducia che provengono dall’Eurozona dimostrano che la congiuntura internazionale sta migliorando. Lo hanno percepito anche le aziende campane che sono ritornate, dopo alcuni anni di cautela, a chiedere credito alle banche. Sta rinascendo, insomma, la voglia di investire e di avere maggiore liquidità per investire in progetti di crescita. 70.000.000 60.000.000 50.000.000 40.000.000 30.000.000 80.000.000 20.000.000 70.000.000 10.000.000 60.000.0000 50.000.000 40.000.000 30.000.000 20.000.000 10.000.000 0 Garanzie in essere 2001/2011 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Fidi erogati nel periodo 120.000.000 100.000.000 80.000.000 60.000.000 120.000.000 40.000.000 100.000.000 20.000.000 80.000.0000 60.000.000 2001 2002 40.000.000 Giuseppe Calcagni 20.000.000l’eccezionale rila crisi economica ha rallentaLo dimostra chiesta di adesione da parte to l’attività. 0 2001 2002 2003 2006 2007 Con 2004 circa 2005 2.000 aziende asdelle imprese locali a Confidi Regione Campania, consor- sociate e 36 convenzioni banzio di garanzia fidi attivo sul carie attive, Confidi Regione territorio: dall’inizio dell’an- Campania è uno dei consorzi no, sono ben 95 le aziende che fidi più dinamici del Mezzohanno chiesto di associarsi, giorno. considerandola un’opportuni- Sotto la guida di Giuseptà per superare la stretta cre- pe Calcagni (presidente del ditizia, soprattutto da quando gruppo alimentare Besana), il Consorzio sta lavorando a operazioni di respiro strategi2008 2010 la2011 co, per2009 potenziare base associativa ed espandere la rete territoriale. La recente fusione con Confidi Salerno avalla questo programma e risponde alla logica dell’accorpamento dei consorzi auspicata dagli analisti per far fronte al credit crunch. “Per cresce- Eventi Lunedì 25 marzo 2013 Banche & Finanza 3 ■ BANCA GIUSEPPE TONIOLO / Attivo dal 1895, l’Istituto di Credito Cooperativo, sede di San Cataldo, è intitolato all’economista proclamato beato l’anno scorso Radici profonde nel territorio per alimentare la crescita Una base sociale valida e convinta, un Cda saggio e competente, un presidente di valore e personale formato professionalmente I l credito cooperativo non è solo un insieme di strutture bancarie. È un sistema forte, integrato, che vive di e per la propria clientela. Che ha nella profonda conoscenza del suo territorio d’elezione il punto di forza. Ogni Bcc ha una sua specificità, e tutte insieme concorrono a far crescere l’economia del Paese e il benessere dei soci. Inserita in questo ampio contesto di filosofia di vita è anche la Bcc G. Toniolo di San Cataldo, il più grande istituto di credito cooperativo della Sicilia, attiva ben dal 1895. Nel 1938 l’allora Cassa Rurale di Prestiti di San Cataldo venne trasformata, con decreto regio, in Cassa Rurale ed Artigiana. L’allora presidente della Cassa, l’avvocato Arcangelo Cammarata, amico del cardinale Montini, futuro Paolo VI, e vicino agli ambienti nazionali della Fuci, decise di rendere omaggio a uno dei protagonisti del cattolicesimo italiano, Giuseppe Toniolo, intitolandogli l’istituto. Il beato Giuseppe Toniolo Il presidente Salvatore Saporito La banca, che ha nel territorio siciliano il suo raggio d’azione, impegnata quotidianamente a sostenerne gli aspetti culturali, sociali ed economici, oggi conta 20 sportelli tra le province di Trapani, Palermo e Caltanissetta oltre 435 milioni di impieghi, una raccolta diretta superiore ai 750 milioni, una patrimonializzazione di un centinaio di milioni, 107 dipendenti e oltre 700 soci. Numeri significativi, frutto di un’intensa attività di ascolto e servizio che si è trasformata nella fiducia che da più di un secolo le persone le accordano. Per far sì che la banca sia sempre all’altezza delle richieste dei clienti, i dipendenti vengono accompagnati in un costante percorso formativo. Non solo: il rapporto che si La sede della Banca di Credito Cooperativo “G.Toniolo”, sede di San Cataldo Il direttore Tommaso Falzone È il territorio a godere i frutti della banca Il presidente Saporito “Esaltiamo l’uomo e lo sottraiamo dalla condizione umiliante di totale dipendenza dai meccanismi economico-sociali” L a Bcc di San Cataldo ha costruito nei decenni una rete di opere che hanno supportato il territorio siciliano. Per esempio, nel 1911 la banca acquista una notevole quantità di terreno per costruirvi l’istituto “M. Ausiliatrice” che, una volta completato, nel 1927, viene dato in comodato d’uso (e lo è tuttora) alle suore salesiane, che possono così iniziare un’intensa attività educativa (scuola elementare, media e istituto magistrale), offrendo un contributo importante in termini di crescita culturale. Seconda impresa in ordine di tempo è quella del 1933, quando la banca commissiona la costruzione di un grande silos, all’interno del quale gli agricoltori possono depositare il grano e percepire un acconto per far fronte alle spese più urgenti. È sempre la “Toniolo” a introdurre a San Cataldo i fertilizzanti chimici, rendendo possibile il raddoppio dei prodotti della terra. Nell’immediato secondo dopoguerra, inoltre, l’istituto favorisce la prima affittanza collettiva degli agricoltori e poi la costruzione della piccola proprietà contadina. Come si vede non parole, ma fatti concreti. Più recentemente - siamo arrivati nel 1983 - nasce a San Cataldo, sostenuto dalla banca, il Cen- tro studi sulla cooperazione “Arcangelo Cammarata”, diretto da monsignor Cataldo Naro (poi arcivescovo di Monreale), per promuovere studi sul movimento cooperativo (oggi conta 10 collane e circa 200 titoli) e costituire un archivio storico del movimento cooperativo. Costantemente progettuale, la Banca ha avviato la costruzione di un moderno auditorium che una volta completato potrà ospitare fino a 500 posti a sedere. La presenza della banca è costante in tutti gli aspetti della vita dei suoi soci e non solo: ci sono l’impegno sociale, l’appoggio economico, il sostegno collettivo. Quella della Bcc di San Cataldo è una porta che non si chiude mai di fronte a nessuno. Commenta il presidente Salvatore Saporito: “Come accadeva in passato, ancora oggi accedono alla Toniolo persone che non troverebbero accoglienza presso altri grossi istituti bancari. Conformemente alla storia del movimento cooperativo - conclude Saporito - la nostra finalità non è esclusivamente economica, bensì tende principalmente all’esaltazione dell’uomo nel tentativo di sottrarlo a ogni condizione umiliante di totale dipendenza dai meccanismi economico-sociali”. La banca fondata dai preti per aiutare tutti Q crea con il singolo cliente è improntato alla trasparenza, sia di forma che di sostanza. Come spiega il direttore Tommaso Falzone: “Adottare la cultura della legalità significa oggi soprattutto collaborazione attiva con le istituzioni nella lotta al riciclaggio”. Negli ultimi anni la banca si è strutturata in modo efficiente dal punto di vista dell’organizzazione interna, e oggi può contare su: “una base sociale valida e convinta, un consiglio di amministrazione che opera con grande saggezza e competenza, e l’indiscusso ruolo del presidente, Salvatore Saporito”. Questo movimento armonico di competenze e professionalità non fa che muoversi nel solco della tradizione. Da sempre la Bcc G. Toniolo di San Cataldo è conosciuta per il suo impegno nei confronti della promozione delle persone delle comunità del territorio siciliano. Tutto nasce (vedi riquadro a destra) dall’idea di un gruppo di sacerdoti e laici cattolici siciliani. Tra questi, monsignor Carletta, don Alberto Vassallo, poi Nunzio apostolico a Mona- uando a proteggere e vegliare sulle sorti di una banca c’è un grande economista, nonché beato, significa che anche la banca vive e respira un’aria di grandezza, solidità e serietà allo stesso tempo. La banca sancataldese porta il nome del grande economista Giuseppe Toniolo, che il papa emerito Benedetto XVI lo scorso anno ha proclamato beato nella basilica romana di San Paolo Fuori le Mura. Toniolo, una delle figure di riferimento del cattolicesimo impegnato nella vita sociale ed economica del nostro Paese, a cavallo tra Ottocento e Novecento fu esponente di quel movimento cattolico che, all’indomani dell’enciclica di Leone XIII, Rerum Novarum, portò alla nascita delle casse rurali. La Bcc di San Cataldo venne dedicata a Toniolo a partire dal 1937, per volere dell’allora presidente Arcangelo Cammarata. Va qui ricordato, con le parole del presidente onorario Gaetano Saporito che: “La banca, fondata nel 1895 da un gruppo di preti sociali illuminati, è stata la prima ad aprire i battenti in diocesi e una delle primissime in Sicilia”. C’è un importante filo rosso che lega Toniolo e la Bcc sicilana. Sia nella personalità dell’economista, che nella quotidianità della banca, forte è l’impegno economico e sociale. Per la Bcc, infatti, al centro dell’agire, e del progetto anche della banca, c’è l’uomo. Il suo bene e quello della comunità si saldano. Non allontanarsi da questi elementi costitutivi e vocazionali significa, per la cooperativa e per l’intero movimento cooperativo, rispettare e mantenere gli elementi costitutivi e di tradizione che li contraddistinguono. La mission è tanto più forte e importante, proprio perché si sta vivendo un momento impegnativo, di forte crisi e di dubbi e incertezze sociali. In questo tempo storico, la banca: “Va incontro al cliente e gli offre un sostegno sicuro e continuo. Come? Continuando a erogare credito a famiglie e imprese, ampliando, rispetto all’accordo Abi, i casi di sospensione totale o parziale delle rate di mutuo delle famiglie e delle imprese in difficoltà”. Ecco perché la Bcc G. Toniolo è un concreto punto di riferimento. co di Baviera e a Bruxelles, monsignor Cammarata e il giovane notaio Luigi Fascianella. Sin da subito, la banca imprime il coraggio al suo agire, adoperandosi per arginare il dilagante strozzinag- gio degli usurari, sostenendo le categorie sociali più deboli e agevolando la crescita morale, civile, religiosa e cultura della collettività locale. E l’impegno è oggi ugualmente costante e sentito. 4 Banche & Finanza Eventi Lunedì 25 marzo 2013 ■ BANCA DEI DUE MARI DI CALABRIA / Nel festeggiare un secolo di storia, il Cda si è impegnato in attività di risanamento e rilancio dell’istituto I primi cento anni di una banca che privilegia l’etica Propone prodotti differenziati non solo per l’industria, ma anche per artigiani e commercianti, donne, giovani e anziani Q uello che si è da poco concluso è stato un anno importante per la Banca dei Due Mari di Calabria, perché ha festeggiato i cento anni della sua storia. Un secolo fa il parroco Santo Paolo, insieme con tredici agricoltori, tre artigiani e cinque piccoli proprietari terrieri, diede vita alla società cooperativa denominata Cassa Rurale Cattolica di Terranova da Sibari che, negli anni, con le adesioni della Cassa di Corigliano, l’incorporazione della Cassa di Fagnano e per ultimo la fusione con Villapiana, ha dato luogo all’attuale Banca dei due Mari di Calabria. In questi 100 anni essa è stata una risorsa per il territorio, e così vuole continuare a essere per altri 100 ancora. Numerose le iniziative poste in essere negli ultimi tempi dall’attuale Consiglio di amministrazione, che sta operando con grande determinazione per il risanamento e il rilancio della Banca, in maniera da restituirle quel ruolo centrale per lo sviluppo del territorio che rappresenta la sua vocazione naturale. Tra gli eventi, va ricordato il convegno che si è svolto a Paola, con la partecipazione di apprezzati economisti, sul tema “Il rilancio economico, sociale ed etico del territorio: la sfida del modello cooperativo”. La prima edizione della fiera del credito cooperativo italiano ha costituito di fatto il primo mattone - e molto consistente -, di quello che potrà essere la vera unione del credito cooperativo. E si è trattato di un inizio già molto significativo, che ha richiamato alle ragioni ispiratrici di fondo del movimento. Proprio inaugurando quella fiera, a Corigliano, il presidente della Due Mari, Francesco Lopez, ha detto: “La tradizione cattolica, che ha segnato le radici del movimento cooperativo, ancora oggi sollecita tutto il mondo della finanza a ritrovare la vocazione di servizio e di sostegno all’economia di un territorio. La difficile congiuntura economica che viviamo vede una finanza senza etica e senza regole: è uno dei punti critici sui quali riflettere, per ridare alla politica e alla società civile la forza di essere garanti dei valori di giustizia, equità e at- Sede della filiale di Guardia Piemontese tenzione alle fasce più deboli. Benedetto XVI, nell’enciclica ‘Caritas in veritate’ ha denunciato il fatto che una finanza senza Dio, e che non tiene conto della dignità umana, ha causato l’attuale crisi mondiale, responsabile, a sua volta, di aver accresciuto le disuguaglianze sociali, le po- vertà estreme, il dramma del lavoro precario. Senza un tessuto di valori fondamentali condivisi, l’economia non ha futuro. Noi, che come movimento del credito cooperativo, siamo la vera banca etica. E, come recita l’art. 5 del nostro statuto, agiamo senza scopo di lucro, dobbiamo far- ci carico ed essere volano per la costruzione di una società e di una finanza più giusta, capace di avere l’uomo, e non il profitto senza limiti, come motivazione del nostro essere e del nostro agire”. La sede legale della banca è situata a Terranova da Sibari, mentre la sede amministrati- va è a Villapiana. La banca ha filiali a Terranova da Sibari, Corigliano Calabro Scalo, Schiavonea, Cantinella, Fagnano Castello, San Marco Argentano Scalo, Fuscaldo, Rossano, Villapiana, Castrovillari, Trebisacce, Guardia Piemontese. I vari prodotti che vengono offerti sono concepiti e articolati appositamente per venire incontro alle esigenze della realtà imprenditoriale, commerciale e umana di riferimento, con proposte specifiche rivolte ad artigiani e commercianti, a liberi professionisti e imprenditori agrari, ma anche a donne, giovani, anziani. Nella linea di una banca che vuole accompagnare i cittadini sostenendoli in tutte le fasi cruciali della loro esistenza. La Banca dei Due Mari di Calabria unisce, insomma, la bellezza dei territori situati tra lo Ionio e il Tirreno, all’ingegno dei loro abitanti. Conoscere questa terra, esserne parte vivente vuol dire saper operare per valorizzarne le risorse e trasformarne i sogni in realizzazioni, le potenzialità in ricchezza. Eventi Lunedì 25 marzo 2013 Banche & Finanza ■ BCC SAN GIOVANNI ROTONDO / Si distingue da sempre per le sue doti di solidità, innovazione e radicamento sul territorio Una realtà in costante espansione Tra i successi più recenti, l’apertura di una filiale a San Severo e la nomination all’Oscar di Bilancio S olidità, affidabilità, innovazione e radicamento sul territorio della Provincia di Foggia. È questa la formula che ha permesso alla Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo di registrare un trend positivo malgrado il difficile scenario economico attuale e di essere premiata con la nomination all’Oscar di Bilancio presso la Sala Borsa di Milano. Estremamente positivi i numeri: il bilancio intermedio approvato dal Consiglio di amministrazione il 30 giu- gno 2012 aveva già presentato risultati molto positivi, con un’importante crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche i dati di chiusura dell’anno 2012 registrano tutti un segno più. La raccolta diretta ha segnato un +7,50%, passando da 299 milioni di euro a 322 milioni. Continua la crescita degli impieghi che segnano un +9,7% rispetto a dicembre 2011, 273 milioni di euro contro i 249 milioni. Sono invece in fase di definizione i dati relativi al conto La nuova filiale di San Severo della Bcc Chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo economico dell’esercizio 2012 che dovrebbero esprimere valori di ulteriore e interessante consolidamento della redditività dell’istituto e conseguente patrimonializzazione. “A inizio anno abbiamo avviato il progetto ‘Una mano per la ripresa’, abbiamo ascoltato le famiglie e gli operatori economici, nostri soci e clienti, abbiamo attuato una serie di interventi al fine di mitigare gli attesi impatti negativi della crisi economica” sottolinea con soddisfazione il presidente della Bcc Giuseppe Palladino. “La verifica di metà anno dimostra che il credito cooperativo è lo strumento finanziario vincente per il sostegno dell’economia locale. Modello che stiamo trasferendo anche in altri comuni della provincia”. I frutti raccolti arrivano anche da un processo di rinnovamento aziendale che prosegue attraverso tappe significative. Fra queste l’inaugurazione della filiale di Foggia, trasferitasi in Viale Manfredi presso Palazzo Amgas e l’apertura della filiale di San Severo, la nona per l’Istituto garganico. “Per tutti noi è importante migliorare i servizi e rafforzare la nostra visibilità in tutto il territorio dove operiamo” afferma Palladino, “Questa la sfida della nostra banca: vogliamo migliorare e crescere, a Foggia, con il trasferimento della filiale, e a San Severo con l’apertura della nuova filiale”. “L’apertura della nuova filiale costituisce un ulteriore importante tassello del nostro progetto di sviluppo e di espansione territoriale; stiamo facendo rilevanti investimenti sulle strutture, la tecnologia, la comunicazione, le risorse umane e la formazione” aggiunge il direttore Augusto de Benedictis. Se si lavora bene, del resto, arrivano i risultati e gli apprezzamenti. In tal senso, la Bcc di San Giovanni Rotondo è salita sul prestigioso podio dell’Oscar di Bilancio rientrando tra le tre finaliste nella sezione medie e piccole impresse bancarie non quotate. Il premio è promosso dalla Ferpi, e la cerimonia si è svolta a Milano presso la sede della Borsa italiana lo scorso dicembre. Significativa la motivazione della giuria: “Bilancio completo, facilmente fruibile anche sul sito Internet, in cui vengono confrontati i risultati con quelli delle altre banche, per fornire un quadro completo e di raffronto del proprio operato. Esemplare l’applicazione delle tecniche della ‘metrica mutualistica’ per rilevare e monitorare indicatori di performance che consentono di misurare la capacità di produrre valore sociale, economico, etico e ambientale per il territorio e l’azienda, e per definire strategie politiche future.” “Lo strumento della ‘metrica mutualistica’ è un modo per raccontare il nostro impegno nel favorire la crescita del territorio” conclude il presidente Palladino. “Impegno che continuerà come sempre, così come il nostro modo di fare banca. Efficienza e territorialità: è questa la nostra missione”. www.fidessrl.com Condividiamo i tuoi progetti… Garantire un alto livello di efficienza e di affidabilità su tutte le attività di supporto: dalla gestione degli incassi alle funzioni di reportistica e rendicontazione, sino alla gestione e alla trasmissione dei dati e dei flussi di scambio con i sistemi informativi e contabili delle aziende committenti. Fides si occupa di servizi per la tutela del credito dal 1995. I servizi offerti al cliente, dunque, sono frutto di un’esperienza ultradecennale nonché degli obiettivi dell’azienda, orientati a fornire alti standard in termini di percentuali di successo e di qualità dei servizi erogati. In questo contesto, viene dato particolare rilievo alla salvaguardia del rapporto delle società committenti con i loro clienti affidati a Fides. La sua sede legale e operativa è in Viale Regina Margherita 8/A, a Catania. Le filiali presenti sul territori sono a Prato in Via Modigliani 7 e a Napoli al centro direzionale Is. F3. Tanti i punti di forza dell’azienda. In primis la struttura dedicata al recupero telefonico (Phone Collection) con due caratteristiche: • l’orientamento ad ottimizzare performance e gestione del lavoro • la precisa volontà di garantire la massima continuità con gli standard di contatto e di gestione impostati dal committente. Fra gli altri, due sono gli strumenti utilizzati: il controllo dal punto di vista quantitativo orientato alla verifica delle performance di recupero secondo gli obiettivi indicati dal committente. Il secondo, qualitativo, è indirizzato verso il controllo e la verifica dei fl ussi di lavoro e delle azioni svolte dal team o da ogni singolo collaboratore. La seconda tipologia di servizio offerto è l’attività di Home Collection ovvero il servizio di recupero domiciliare svolto sul campo, a diretto contatto con i clienti dei committenti. Essa richiede competenze e preparazione specifi che nonché persone selezionate per serietà ed af- 5 fidabilità. Gli agenti di Fides presenti sul territorio costituiscono una risorsa preziosa e una componente importante della squadra. Ad essi vengono affiancati i responsabili di area, con il compito di supportarli dal punto di vista operativo, monitorando costantemente il livello di qualità e performance raggiunte. Fides cerca di fornire ai propri collaboratori gli strumenti che possano metterli nelle condizioni di massimizzare la propria efficienza e, al contempo, concentrare sull’azienda la propria attività. I software gestionali e di collection utilizzati da Fides sono interamente sviluppati “in house”: ciò rende più semplice e sicura la personalizzazione delle procedure, della reportistica e dei flussi dati secondo le esigenze e le indicazioni del committente. Fides ha conseguito la certificazione di qualità ISO 9001:2008 per l’attività di erogazione di servizi di gestione e recupero crediti. Sede legale e operativa: Viale Regina Margherita n° 8/A – 95125 Catania tel. 095/7167000 pbx - fax 095/432631 e-mail [email protected] 6 Banche & Finanza Eventi Lunedì 25 marzo 2013 ■ ORDINE DEGLI INGEGNERI NAPOLI / Il Partenariato pubblico privato (Ppp): strumento indispensabile. Però criticità da risolvere Tutto bene, ma dubbi su tariffe e finanziamenti La Pa trasferisce ai privati l’attuazione di progetti o servizi. Esposito “Però serve coerenza documentale” C on il Partenariato pubblico privato (Ppp) la Pubblica amministrazione affida ai privati, sulla base di uno specifico contratto stipulato a seguito di una procedura a evidenza pubblica, l’attuazione di un progetto per la realizzazione di opere pubbliche o di pubblica utilità e per la gestione del relativo servizio. In questo modo, sono assicurati livelli adeguati di qualità di vita ai cittadini. Dunque, uno strumento ormai indispensabile, ma che nella sua concreta applicazione non manca di criticità, come spiegano all’Ordine degli ingegneri di Napoli e provincia, impegnato su questo fronte proprio per trovare soluzioni e superare gli ostacoli. “Si tratta di criticità note, in tutte le fasi”, dice il tesoriere Giovanni Esposito. “In quella programmatoria, ad esempio per la mancata sostenibilità finanziaria delle tariffe del servizio da parte dell’utenza e la scarsa conoscenza del Partenariato pubblico privato. In quella progettuale, invece, poiché il servizio richiesto non è compiutamente definito in termini di output e livelli qualitativi a garanzia di un’erogazione efficace e verificabile dei servizi nel lungo periodo. Ci sono problemi pure nella fase aggiudicativa. In questo caso esempi sono la ridotta capitalizzazione delle imprese, l’elevato rischio amministrativo e i costi di aggiudicazione per il privato. Infine, non mancano all’appello quella realizzativa, per via della bancabilità non concessa e dell’uso sproporzionato di ricorsi amministrativi, nonché quella gestionale, per la mancanza della cultura di erogazione del servizio al cliente/utilizzatore con un livello di servizio erogato che incontri il gradimento dell’utenza”. Insomma, alla base di tutto si intravedono l’asimmetria informativa tra Pa, operatori privati e istituti finanziatori e l’assenza di una cultura di governance dell’intero iter. In proposito, il presidente Luigi Vinci afferma “Vi è pertanto la necessità di avviare a beneficio dei soggetti pubblici e privati, un processo culturale capace di creare conoscenza dei diversi strumenti di Ppp e introdurre metodo- Da sinistra: il presidente dell’Ordine degli ingegneri, Luigi Vinci e il tesoriere Giovanni Esposito logie di lavoro adatte a rendere possibili il loro utilizzo”. Così potrebbe svilupparsi un ‘mercato delle competenze’ in tema di finanza di progetto e Ppp, sia dal lato della domanda che dal lato dell’offerta. “Di recente”, continua Vinci, “è stata approntata una nuova Specifica tecnica predisposta da Uni TS 11453, Linee guida per l’iter di finanziamento delle costruzioni, alla cui stesura ha partecipato anche il Consiglio nazionale degli ingegneri. Essa introduce criteri e parametri oggettivi con i quali è possibile fornire le giuste garanzie agli istituti di credito sulla regolarità dell’andamento del progetto, agevolando il dialogo tra banche e impresa, assicurando agli enti pubblici costi, tempi certi e tracciabilità dei pagamenti dei sub appalti”. La specifica tecnica trova naturale applicazione in tutte quelle opere soggette a finanziamenti o garanzie per le quali vi è la necessità di produrre documenti di cui occorra verificare univocità e coerenza informativa. In particolare, la specifica tecnica sposta l’attenzione dal “soggetto” investitore all’“oggetto”: ovvero al progetto dell’opera o del servizio da re- alizzare e alla sua capacità di autofinanziamento, in linea con gli strumenti della finanza di progetto e del Ppp. Gli Ordini provinciali degli ingegneri di Catania, Milano, Napoli e Torino hanno scelto di proporre l’applicazione pratica della norma Uni TS 11453, quale strumento capace di rispondere alle esigenze applicative del Ppp tramite l’applicazione di un rigoroso processo di riferimento. Quattro i convegni divulgativi per presentare nei dettagli la specifica tecnica: due si sono svolti a Catania e a Milano, il terzo sarà a Napoli (18 aprile), il quarto a Torino (maggio-giugno). “In più”, aggiunge il tesoriere Esposito, “l’Ordine di Napoli ha costituito una struttura, senza fini di lucro, di coordinamento fra le forze imprenditoriali, finanziarie e professionali, interessate allo sviluppo della finanza di progetto e del Ppp”. È l’associazione per la Finanza di progetto che ha visto l’adesione dei soggetti associativi che rappresentano una larga fetta del partenariato privato e pubblico. Tra le finalità spicca quella di voler contribuire al rafforzamento della capacità della pubblica amministrazione di identificare e risolvere i problemi di implementazione dei progetti. In tale scenario l’associazione ha proposto alla Pa un proprio gratuito coinvolgimento integrato e a lungo termine, in qualità di partner. TI ASPETTIAMO NELLA NUOVA FILIALE DI LECCE Via Leuca, 194 Filiali: Carmiano – Via Cesare Battisti, 27 Monteroni di Lecce - Via V. Emanuele II, 57 Borgagne – P.zza S. Antonio Melendugno – P.zza M. L. King Lecce Sede – V.le G. Leopardi, 73 Lecce Ag.2 – Via Leuca, 194 Eventi Lunedì 25 marzo 2013 Banche & Finanza ■ BCC / La Banca di Credito Cooperativo della Valle del Fitalia di Longi, nata nel 1978, conta oggi 5 Agenzie e 500 soci Un valore economico e sociale per la comunità Tra i vari ruoli della banca c’è anche quello di strutturare percorsi di formazione e di business per le Pmi L a Banca di Credito Cooperativo della Valle del Fitalia di Longi nasce nel 1978 all’interno della grande famiglia Bcc e, al pari degli altri Istituti di Credito Cooperativo, si caratterizza non solo per la capacità di esercitare una funzione creditizia a tutto tondo, ma anche per quella di creare una sinergia tra obiettivi economici e obiettivi sociali, con particolare attenzione alle persone e alla promozione dello sviluppo locale. Se i capisaldi del credito cooperativo sono proprio cooperazione, mutualità e localismo, la Banca di Credito Cooperativo della Valle del Fitalia di Longi raduna perfettamente in sé questi valori, che si concretizzano in un impegno costante nel soddisfare i bisogni finanziari dei propri soci e clienti e nel creare valore economico, sociale e culturale a beneficio dei soci e della comunità locale. Il forte radicamento nel territorio, l’attenzione al localismo e allo sviluppo delle piccole e medie imprese nonché la profonda conoscenza della clientela fanno di questa banca nel cuore del Parco dei Nebrodi un patrimonio di tutte le comunità che ne ospitano le Agenzie. Fondata oltre 30 anni fa dal ragioniere Antonino Russo che, motivato dal desiderio di costruire qualcosa di importante per il paese di Longi spinse un gruppo di persone ad associarsi attraverso il modello cooperativo per dare vita alla prima banca sui Nebrodi, la Bcc è cresciuta nel tempo in modo significativo e rappresenta oggi un punto fermo e autorevole per l’economia di gran parte del territorio della Valle del Fitalia e del comprensorio dei Nebrodi. Conta 5 Agenzie, compresa la sede sociale a Longi, 16 dipendenti e 500 soci, abbraccia le principali comunità Nebroidee: Alcara Li Fusi, Frazzanò, Galati Mamertino e San Marco d’Alunzio. Da anni ormai, l’Istituto di Credito rappresenta non solo il punto di riferimento finanziario ed economico del territorio, ma anche, grazie al grande impegno dell’attuale presidente Luigi Fabio e del direttore generale Adele Machì, un punto di riferimento sociale e culturale, attraverso diverse attività di promozione di iniziative e organizzazione eventi, tutte volte alla valorizzazione e allo sviluppo socio-culturale, oltre che economico, delle comunità locali, incarnando così lo spirito fondante del Credito Cooperativo. La sede sociale di Longi sorge in una location d’eccezione, all’interno di un castello medioevale che è stato il primo nucleo abitativo del paese, e nei confini del parco regionale dei Nebrodi, equidistante dalle numerose attrattive turistiche della zona. “La posizione strategica ci pone nella condizione di sfruttare le nuove istanze che da questo tipo di economia, prevalentemente turistica, Il presidente Luigi Fabio Il direttore generale Adele Machì proverranno - afferma il presidente Fabio -. Non da meno, la banca svolge un ruolo di consulenza nei confronti delle micro-imprese presenti sul territorio, che è un territorio marginale, isolato, abbandonato dalla politica locale e regionale. Ad esempio, la zona si caratterizza per un prodotto tipico di eccellenza, quale il suino nero, che viene utilizzato per la produzione di un prosciutto molto pregiato e particolare: si tratta di piccole produzioni artigianali che dovrebbero essere valorizzate. Creare opportunità di lavoro significa contribuire a contrastare il fenomeno di migrazione verso la zona costiera se non verso il nord Italia”. Non da meno, la Sicilia è oggetto di un programma europeo per il quinquennio 20072013 che prevede fondi - per il momento bloccati - stanziati attraverso la Regione per la crescita economica e sociale del territorio. “La difficoltà nei confronti dell’utilizzo di questi finanziamenti è legata al fatto che nella nostra Regione manca la formazione - spiega Fabio -. Molto spesso le aziende si trovano nell’impossibilità di accedere a tali fondi perché incapaci di realizzare un business plan. La nostra banca si assume dunque il ruolo di strutturare percorsi di formazione per spiegare alle piccole e medie imprese come avere accesso ai finanziamenti, così da poter allargare la propria attività da livello locale a livel- 7 lo regionale”. L’impegno della Banca di Credito Cooperativo della Valle del Fitalia di Longi si affaccia però su più fronti, portando avanti, ad esempio, progetti di formazione lavoro. “Dal 2007, offriamo ai figli dei nostri soci la possibilità di svolgere uno stage formativo remunerato di sei mesi presso la Banca - continua il presidente -. Si tratta di una iniziativa che dà l’opportunità ai giovani del comprensorio di misurarsi direttamente con il lavoro in Banca, costituendo non solo un momento di formazione in ambito bancario, ma una vera e propria esperienza di lavoro per il proprio curriculum”. Sempre nell’ambito della formazione, un’iniziativa di cui la banca si è fatta promotrice attiva, in collaborazione con il locale Istituto Comprensivo di istruzione Primaria e Secondaria, è l’English Camp: corso estivo di inglese che si avvale dell’esperienza e della competenza di professori madrelingua, destinato ai figli di soci delle scuole secondarie di primo grado. Sempre in ambito scolastico, durante il 2012, la banca ha realizzato un progetto per la promozione della cultura al risparmio rivolto agli alunni delle scuole primarie e secondarie. L’iniziativa - che passa sotto il nome de “La Banca dell’Arcobaleno” e che ha previsto una serie di incontri formativi/informativi tra i ragazzi delle scuole primarie e secondarie del comprensorio Nebroideo ed alcuni esponenti aziendali - ha avuto come principale obiettivo quello di sensibilizzare le giovani generazioni all’importanza del risparmio e alla coscienziosa gestione delle proprie risorse. Oltre all’ambito formativo, la Banca di Credito Cooperativo della Valle del Fitalia di Longi ha offerto il proprio contributo in termini di risorse economiche e logistiche anche alla cultura, ospitando in diverse occasioni, presso i suggestivi locali della propria sede convegni, conferenze e workgroup, sulla storia locale, sulla promozione turistica e letteraria del territorio, sulla valorizzazione naturalistica. Conti correnti agevolati per giovani studenti e anziani Vista dall’alto del comune di Longi, sede sociale della banca e foto di gruppo di alcuni dipendenti Tra i prodotti finanziari figurano l’accesso al credito a tassi agevolati per i soci, condizioni particolari sui depositi, conti speciali per i pensionati A nche nell’ambito specificatamente bancario, la Banca di Credito Cooperativo della Valle del Fitalia di Longi non perde mai di vista la propria mission, facendo della costante attenzione al socio e al territorio i principi base sui quali orientare la propria offerta di prodotti. “Ci stanno particolarmente a cuore le agevolazioni per chi vuole investire nello studio - afferma Luigi Fabio - e per questo motivo disponiamo di conti correnti agevolati per giovani studenti”. Tra i prodotti finanziari figurano l’accesso al credito a tassi agevolati per i soci, condizioni di remunerazione particolari sui depositi, conti speciali per i pensionati, e il nuovissimo conto Internet veloce, riservato attualmente, perché in fase di test, ai soli soci dell’Agenzia di Longi, che offre, a condizioni più che vantaggiose, una connessione a Internet veloce compresa nel canone mensile oltre a tutti i servizi legati al conto corrente. Nell’attuale scenario econo- mico e politico nazionale, e siciliano in particolar modo, alla luce delle sempre crescenti difficoltà che le piccole comunità montane si trovano giornalmente a dover affrontare, la Banca di Credito Cooperativo della Valle del Fitalia di Longi rappresenta una realtà cruciale per il proprio territorio e insieme un patrimonio da preservare con esso, perché costituisce nel contempo l’attuale forza per lo sviluppo e la progettualità nonché il futuro di territorio stesso. 8 Banche & Finanza Eventi Lunedì 25 marzo 2013 ■ BCC TERRA D’OTRANTO / L’unica presente sulle piazze di Lecce, Carmiano, Melendugno, Borgagne e Monteroni È “responsabile” la banca che guarda al futuro Aperta di recente la seconda filiale a Lecce, per presidiare un bacino d’utenza di oltre 100.000 abitanti S toricamente il Salento è stato il territorio italiano a maggiore concentrazione di banche locali. Si trattava di banche detenute spesso da un’unica famiglia che aveva investito nel settore bancario i proventi derivanti dal latifondo e, in alcuni casi, da fortunate attività commerciali. Ne ricordiamo solo alcune: Banca del Salento, Banca Leuzzi e Megha, Banca Arditi Galati, Banca Tamborrino Sangiovanni, Banca Tamborrino, Banca Agricola Salentina. A fianco di queste realtà familiari, nel Salento vi è stata una radicata tradizione di banche popolari: Banca Popolare di Lecce, Credito Popolare Salentino, Banca Popolare Sud Puglia. Questi istituti di credito avevano tutte un’operatività concentrata a livello esclusivamente provinciale e il loro numero consentiva un notevole livello di concorrenza. Nel periodo che va dalla metà La nuova filiale a Lecce della Bcc di Terra d’Otranto degli anni Novanta alla metà degli anni Duemila, il fenomeno della concentrazione in pochi player dell’intero mercato finanziario nazionale, ha provocato una radicale trasformazione del sistema bancario. Oggi, dopo quello tsunami, nel Salento non ha più sede alcuna banca privata, mentre sono sopravvissute solo una popolare e due Bcc. I grandi gruppi nazionali, stretti dalla situazione economica e da feroci piani di ristrutturazione, stanno radicalmente riorganizzando la propria presenza sul territorio salentino attraverso la chiusura di un rilevante numero di filiali. In questo panorama non esaltante, si inserisce la positiva realtà della Banca di Credito Cooperativo di Terra d’Otranto Sc. Nata nel 1957 come Cassa Rurale e Artigiana di Carmiano (dinamico centro agricolo alle porte di Lecce), nel 1995 assume l’attuale denominazione di Bcc di Terra d’Otranto, a seguito della fusione tra il Credito Cooperativo di Carmiano e il Credito Cooperativo di Melendugno e Borgagne. Succes- Da sinistra: Dino Mazzotta e Italo Potì, presidente e vice presidente di Bcc Terra d’Otranto sivamente vengono aperte le filiali di Otranto e Lecce, in cui viene fissata anche la sede amministrativa. Tra la fine degli anni Novanta e i primi del Duemila, mentre la sua base sociale si allarga, la Banca continua una politica di sviluppo senza dimenticare la solidarietà sociale e l’impegno nei confronti della realtà locale: vengono erogate borse e prestiti di studio, finanziamenti per l’acquisto di computer, pacchetti inno- vativi creati appositamente per famiglie, pensionati e imprese; si finanziano servizi socio-sanitari, per la cooperazione internazionale, l’ambiente e la promozione culturale e sportiva. Oggi la Terra d’Otranto, con il suo patrimonio di banca “differente per forza”, è l’unica Bcc presente sulle piazze di Lecce, Carmiano, Melendugno, Borgagne e Monteroni. Di recente è stata aperta la seconda filiale Bcc nel ca- poluogo salentino per essere maggiormente presente in una città che conta oltre 100.000 abitanti e costituisce quindi un bacino di sviluppo prospettico estremamente interessante. A guidare questa esemplare realtà di credito locale, i soci hanno chiamato un giovane e preparato presidente, Dino Mazzotta, e un veterano della storia del credito cooperativo, Italo Potì, quale vice presidente; un mix estremamente fecondo di esperienza e visione prospettica, all’interno di un percorso vecchio di oltre mezzo secolo di storia. “Ferme restando le nostre radici nei territori di storica presenza, è giunto il momento di guardare con maggior attenzione a realtà territoriali di più ampio respiro, che rappresentano quelle opportunità di sviluppo che non possono essere trascurate al fine di garantire alla nostra banca altri cinquant’anni di sviluppo - dichiara Dino Mazzotta -. In tale contesto, si inserisce l’apertura della seconda filiale a Lecce, città capoluogo del Salento, a cui riserviamo un’attenzione particolare e dove stiamo concentrando tutto il nostro interesse”. Alle radici e alla storia della banca punta anche Italo Potì, per il quale “una sana e corretta gestione della banca sono i presupposti per guardare serenamente al suo futuro in una logica di sviluppo oculato e accorto, orientata al lungo periodo”. GESTIONE E RISCOSSIONE CREDITI TELEFONICA GESTIONE E RISCOSSIONE CREDITI www.credit-network.it VIA OBERDAN N.14 - 73100 LECCE VIA OBERDAN N.14 - 73100 LECCE LA TUTELA DEL CREDITO In un mercato come quello nazionale, assetato di celerità e professionalità nella definizione e certificazione delle posizioni debitorie, voci determinanti nella redazione dei bilanci aziendali, Credit Consulting si è proposta - sin dalla sua costituzione - di coniugare la snellezza operativa tipica di una società di recupero crediti telefonica e l’elevata competenza di uno studio legale, specializzato nel contenzioso bancario “recuperatorio”. Questo ambizioso obiettivo, oggi, può considerarsi raggiunto da Credit Consulting, operante per conto di Banche e Finanziarie di rilevanza nazionale ed in grado di gestire, nel corso del 2012, oltre 44.000 posizioni debitorie per un controvalore di circa 95 milioni di euro, così come evidenzia il suo Amministratore Unico, Dott. Nicola Ferrecchia. Al suo successo ha sicuramente contribuito la creazione di Credit Network, di cui Credit Consulting è parte attiva e che garantisce una gestione dei crediti a 360 gradi. L’avv. Gennaro Ferrecchia, che ne cura le relazioni esterne, precisa che trattasi di un sodalizio di professionisti, da anni attivi nel “variegato mondo” della gestione del credito, il cui obiettivo è quello di assicurare al cliente la piena e compiuta tutela delle proprie ragioni creditorie. Oltre che da Credit Consulting, detto network è composto da Credit Collection, che svolge a attività di riscossione crediti domiciliare, e da Credit Legal Division, ap appendice dello Studio Legale Ferrecchia & Silvestri (specializzato in contenzioso bancario con particolare riguardo al recupero ccrediti), la quale garantisce un prezioso supporto legale a all’attività recuperatoria e di cui è responsabile l’avv l’avv. Massimiliano Silvestri. Le tre strutture assistono sinergicamente i clienti nell’ambito della riscossione dei crediti insoluti, sia in sede stragiudiziale sia in sede giudiziale, operando su scala nazionale all’insegna della affidabilità e della tempestività. Tornando a Credit Consulting, va evidenziato come tecnologia e professionalità siano alla base della propria attività telefonica di recupero crediti; la stessa, infatti, grazie ad avanzati strumenti informatici ed alla competenza di operatori costantemente impegnati in corsi di formazione, è in grado di gestire considerevoli volumi di posizioni debitorie in maniera “personalizzata”, ovverosia con metodologie di recupero taylor-made per ogni diversa casistica. Sullo sfondo: rintraccio del debitore, invio di “invito ad adempiere” a mezzo posta prioritaria, intensa attività telefonica tramite operatori altamente specializzati nel recupero crediti stragiudiziale nonchè - in caso di esito negativo - invio a mezzo raccomandata a.r. di formale lettera di costituzione in mora, a cura e firma dello Studio Legale Ferrecchia & Silvestri, a cui viene demandata la successiva fase stragiudiziale di eventualità di definitivo mancato recupero, stesura da parte recupero crediti; quindi, nell’eventualità a relazione, sulla base della quale il cliente-creditore di Credit Consulting di una valuta l’opportunità di agire giudizialmente a tutela del proprio credito ovvero o, con i conseguenti benefici fiscali. di “girare a perdite” lo stesso, lla deontologia unitamente ad una elevaProfessionalità e rispetto della ta specializzazione, frutto di una ultradecennale esperienza nella tutela del credito, fanno dii Credit Consulting un partner di indubbia affidabilità. Per qualsiasi ulteriore informazione: [email protected] http://www.creditconsultingsrl.com Eventi Lunedì 25 marzo 2013 Banche & Finanza INFORMAZIONE PUBBLICITARIA Il problematico credito alle imprese in Puglia Da qualche giorno sono stati diffusi da parte di Banca d’Italia i dati sul credito alle PMI nel 2012. Si tratta di dati preoccupanti perché confermano un rallentamento dell’economia in generale e anche della nostra Regione. In particolare, in Puglia l’attività industriale ha registrato una flessione rispetto all’anno scorso. Si è registrato, infatti, un calo del fatturato di oltre il 50% delle imprese prese a campione nell’indagine condotta da Banca d’Italia. Anche gli investimenti mostrano un calo che continuerà anche per il 2013. Infatti il 44% delle imprese intervistate ha dichiarato una contrazione della spesa per investimenti. L’attività produttiva nel settore delle costruzioni è ulteriormente diminuita. La causa è da ricercarsi nella riduzione di appalti per le opere pubbliche e nella la drastica riduzione della compravendita di immobili residenziali (- 23.3%). Per quanto riguarda il comparto dei servizi possiamo evidenziare che il commercio ha registrato una consistente flessione, mentre il turismo presenta un incremento dovuto a una maggiore affluenza dei turisti stranieri. Di converso i trasporti hanno subito un calo per effetto della riduzione dei traffici portuali. Il mercato del lavoro in Puglia, in controtendenza rispetto al Mezzogiorno, ha registrato un aumento, seppure minimo, anche se si tratta, fondamentalmente, di regolarizzazioni ai fini fiscali e retributivi. La dinamica dei prestiti bancari ha continuato a indebolirsi divenendo negativa nel corso dell’anno. A fronte di una riduzione dei prestiti bancari si è registrato un calo delle erogazioni alle imprese. È pur vero che le imprese hanno ridotto loro stesse la domanda di credito, soprattutto nel comparto delle costruzioni. Infatti, a fronte di una riduzione della domanda per investimenti, aumentano le richieste delle imprese propense a ristrutturare il debito, mentre si riducono quelle volte a coprire il fabbisogno legato al circolante. Il prezzo del denaro è salito e sono diventati sempre più rilevanti i costi accessori e le garanzie richieste. Il flusso delle nuove sofferenze è andato accelerando e sono aumentati sensibilmente i prestiti classificati a incaglio. Un ulteriore peggioramento ha interessato le posizioni caratterizzate da minore anomalia: l’incidenza delle partite deteriorate è aumentata dell’8%. I Consorzi Fidi, che da sempre intercettano le imprese accompagnandole all’accesso al credito, hanno fatto della crisi Andamento dei volumi di garanzia di Fidindustria Puglia un’opportunità. Nel corso degli ultimi anni, infatti, le imprese che hanno scelto di utilizzare un consorzio fidi per ottenere nuova finanza, sono sensibilmente aumentate in percentuale al credito totale erogato alle PMI. Questo significa principalmente che le banche riconoscono e utilizzano la garanzia rilasciata dai consorzi per mitigare i propri rischi di credito, pur a determinate condizioni, e sono sempre più numerose le imprese che affidano a questi organismi di garanzia l’aspetto finanziario. In una fase in cui il sistema bancario e quello imprenditoriale faticano a parlarsi, il ruolo dei confidi è quanto mai fondamentale. Fidindustria Puglia, un consorzio fidi operante dal 1979 prevalentemente in ambito regionale, ha subìto in questi ultimi cinque anni una crescita strutturale superando la soglia limite che impone il passaggio a intermediario vigilato. “Ciò che spaventa nel passaggio a intermediario vigilato”, interviene il Presidente di Fidindustria Puglia, Vitopaolo Nitti alla guida del consorzio dal 1995, “È la rigidità imposta dalla normativa sulla vigilanza, simile a quella prevista per una banca, pur limitata nell’attività. Il nostro consorzio, che ha in essere oltre 85 milioni di garanzie, registra posizioni a sofferenza fisiologiche e non ha problemi di patrimonializzazione. Ciò principalmente perché affidiamo aziende che vengono valutate con un sistema di rating interno che consente di verificare la PD a un anno. Il nostro bilancio anche quest’anno, come negli anni precedenti, chiuderà con un utile in linea con quello dello scorso anno.” Come si colloca Fidindustria nello scenario dei Consorzi Fidi regionali? “Posso affermare che siamo diventati un punto di riferimento non solo per le PMI ma anche per la banche. Seppure di matrice confindustriale, il nostro portafoglio clienti ormai annovera aziende appartenenti a tutti i settori produttivi (industria, artigianato, commercio e agricoltura). Ci posizioniamo ai vertici del sistema non solo in Puglia ma in tutta l’Italia meridionale con dati di segno positivo in controtendenza rispetto alle indicazioni che riscontriamo negli altri confidi italiani. La nostra attenzione nel tempo non è stata limitata alla semplice prestazione di garanzia ma abbiamo inteso assistere la clientela in un percorso di crescita finanziaria che rappresenta il punto debole della gestione dell’imprenditore che si accinge a richiedere credito bancario”. Anche i confidi risentono della crisi? “È di tutta evidenza che la crisi che ha colpito l’economia in generale ha avuto una pesante ricaduta sul credito e sugli operatori (confidi) che si relazionano con le banche. C’è da aggiungere che la normativa di riferimento risulta incompiuta e gli aiuti ai confidi in forma pubblica e privata non sono caratterizzati da una univocità di attenzione per cui spesso determinate misure sono affidate più alla professionalità e capacità dell’Amministratore pubblico di turno che a una seria e ponderata politica di misure di sostegno. La Puglia da questo punto di vista rappresenta un’anomalia positiva nello scenario nazionale”. In che senso la Puglia rappresenta un’anomalia? “Basti pensare che negli ultimi anni la Regione Puglia ha attivato interventi in favore dei confidi per oltre 150 milioni. Nessuna regione italiana ha fatto altrettanto. Questo ha significato ridurre innanzitutto l’eccessiva frammentazione dei consorzi fidi in Puglia che ormai sono ridotti a 4 organismi e, principalmente, ha sviluppato aiuti concreti alle imprese che hanno potuto e possono accedere al credito bancario con maggiore facilità in un momento così drammatico”. Può parlarci più in dettaglio di questi interventi regionali? “Da quando sono stati stanziati i primi contributi a favore del rafforzamento patrimoniale dei Confidi, si è materializzata una grande opportunità per i confidi pugliesi e cioè quella di sostenere il credito alle aziende con Fidindustria Puglia: Via Amendola 172/5 - 70126 Bari Tel. 080 9643694 - Fax 080 9751681 - e-mail: [email protected] www.fidindustria.it Dott. Vitopaolo Nitti Presidente Fidindustria Puglia operazioni di consolidamento delle passività, di patrimonializzazione e investimenti. Negli anni successivi, e in particolare con l’ultima misura regionale “PO FESR 2007 – 2013 ASSE VI - LINEA DI INTERVENTO 6.1 - AZIONE 6.1.6 – II^ tranche”, l’attuale giunta regionale ha inteso perseguire le seguenti finalità: investimenti, riequilibrio finanziario (attraverso la trasformazione delle linee di credito a breve termine in linee di credito a medio-lungo termine) e finanziamento all’attivo circolante. Questo pacchetto complessivamente consentirà di sviluppare 500 milioni di euro di finanziamenti. Il nostro Consorzio, che già aveva utilizzato per intero e per primo tra i confidi pugliesi, le somme stanziate nella prima tranche, è risultato aggiudicatario di oltre 11 milioni di euro che sono già attivi ed utilizzabili dalla imprese. La misura regionale, in accordo con ABI, completa l’intervento con altri due altrettanto importanti misure: un fondo di controgaranzia di 40 milioni e tranched cover da 10 milioni. Complessivamente svilupperà 1,6 miliardi di euro di aiuti alle imprese. Ne consegue che il nostro ruolo è quanto mai decisivo per il particolare momento di crisi. Io credo che il patrimonio di conoscenze territoriali acquisito durante questi anni passati in trincea, ci permette e ci permetterà in futuro di valutare e dare risposte concrete alla situazione di debolezza delle imprese. Non è facile ma gli imprenditori contano su di noi.” 9 10 Banche & Finanza Eventi Lunedì 25 marzo 2013 ■ TECNOLOGIA / Mutui Connect: la piattaforma digitale che collega banche, notai e parte finanziaria Portabilità del mutuo, basta un click Con piena validità giuridica, l’iniziativa risponde all’esigenza di rapidità nella surroga maggio 2010, è stata completata l’analisi di fattibilità di una piattaforma elettronica in grado di interfacciare le © AURIS - FOTOLIA.COM N ell’ottica della funzionalità e della produttività, ma soprattutto per andare incontro alla clientela le banche nazionali non solo puntano su Ict e tecnologie per innovarsi, bensì sulla razionalità e sullo snellimento delle pratiche. Basta un esempio su tutti: la vecchia portabilità dei mutui con lo spostamento fisico cliente, notaio, banca nuova, banca vecchia. Anche in questo ambito si è di fronte a una svolta, grazie a Mutui Connect. La notizia è di fine novembre 2012. Ed è quanto stabilito dal Protocollo d’intesa siglato tra Abi e Consiglio nazionale del notariato, a Roma, nel corso della terza edizione di “Credito al Credito 2012”, finalizzato a individuare specifiche procedure di colloquio elettronico tra banche e notai. Sostanzialmente si tratta di un altro passo in avanti verso tutto ciò che punta a ottimizzare la razionalità bancaria. In particolare, nell’ambito dei lavori volti a migliorare l’efficienza del mercato dei servizi finanziari e creditizi, anche in base a quanto i due referenti hanno già sottoscritto nel banche aderenti all’iniziativa e la rete dei servizi del Consiglio Nazionale del notariato. Ora dunque si può passare al- la fase successiva: dare corso, secondo l’Intesa, alla definizione convenzionale dei criteri di realizzazione e gestione di essa. La prima applicazione prevista della piattaforma è appunto Mutui Connect. Essere al passo con i tempi, soprattutto nei confronti della clientela, resta in cima agli obiettivi delle banche italiane, che per questo non mancano di continuare a strutturarsi secondo criteri e processi mirati verso efficienza e velocità. Quanto alla Mutui Connect, nello specifico, è una procedura che ha lo scopo di consentire il perfezionamento delle operazioni di portabilità dei mutui in modalità telematica con il collegamento tra banche, intermediari finanziari e notai. I soggetti coinvolti possono contare dunque su un nuovo strumento, collegandosi sul proprio sistema di riferimento (piattaforma Abi/ ConsorzioCbi per le banche (e intermediari) e piattaforma Run/Notartel per i notai) scambiandosi flussi informativi e documenti secondo un processo condiviso, in sicurezza e con piena validità giuridica. L’iniziativa ri- ■ TREND / Le donne assunte in banca Tra il 2015 e il 2017 le donne saranno il 50% dell’organico L e donne sono la grande risorsa delle banche italiane. Tra mutamenti ed evoluzioni, si va anche verso un progressivo cambiamento in termini di occupazione negli istituti di credito nazionali con buone prospettive il personale femminile. Parlano i dati relativi al 2011, fine dicembre, che rivelano come le lavoratrici bancarie rappresentano oltre il 43% dell’occupazione complessiva. Più della metà dei neoassunti sono donne e, tra il 2015-2017, si prevede di arrivare a una vera e propria parità con gli uomini. Fondamentalmente l’Italia è ancora indietro rispetto ad altri paesi europei, ma in prospettiva i ritmi sono in accelerata e in netto recupero. Negli ultimi cinque anni, tra 2005 e 2010, l’incremento della presenza femminile è secondo solo a quello registrato in Spagna, pari a quasi un punto percentuale all’anno. Questi solo alcuni dei dati presentati nel convegno Abi “Donne, banche e sviluppo: l’Italia che cambia passo per crescere”. sponde all’esigenza di rapidità dell’operazione di surroga. Mutui Connect, che non comporta alcun costo per il cittadino, trova applicazione solo dopo che il cliente abbia verificato sul mercato le migliori condizioni offerte dalle banche, acquisite le relative proposte e quando la banca subentrante abbia valutato la fattibilità dell’operazione di erogazione o di portabilità del mutuo. Alla piattaforma telematica si lega lo sviluppo di altre attività relative, come un organo collegiale Abi-Cnn, per analizzare il mercato della portabilità dei mutui e pubblicare uno specifico report annuale nel quale saranno riportati le risultanze quantitativa dell’analisi, nonché proporre modifiche al presente protocollo e al suo allegato tecnico, anche in vista della loro estensione a nuove iniziative e attività. Ma pure predisporre una relazione annuale (peraltro entro il mese di aprile) sull’andamento dell’iniziativa e vigilare sul buon andamento dell’iniziativa. Eventi Lunedì 25 marzo 2013 Banche & Finanza 11 ■ CASSA EDILE / Attiva dal 1962 nelle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia Innovazione e alta qualità dei servizi Eroga ai lavoratori una parte significativa delle retribuzioni dovuti dalle imprese C ombattere la crisi innovandosi e mettendo al centro funzionalità, qualità nei servizi erogati ed efficacia nelle risposte alle imprese iscritte: un percorso avviato con successo dalla Cassa Edile delle province di Catanzaro Crotone e Vibo Valentia, nata il 13 marzo 1962. La Cassa è un ente paritetico di emanazione contrattuale, promosso e gestito dalle associazioni datoriali (Ance - Confindustria) e dalle organizzazioni sindacali Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil provinciali, con finalità esclusivamente mutualistica e assistenziale. Una realtà dinamica, guidata dal presidente Giovanni Forte e dal vice presidente, Enzo Scalese, che provvede a erogare ai lavoratori una parte importante del trattamento retributivo dovuto dalle imprese. Nello specifico, la Cassa Edile gestisce il trattamento economico spettante ai lavoratori per ferie e gratifica natalizia, l’istituto dell’Ape (Anzianità professionale edile), il trattamento economico di malattia e infortunio e l’assistenza integrativa attraverso la concessione di contributi ai lavoratori (come le borse di studi per i figli dei lavoratori). Da sinistra: il direttore della Cassa Edile, Luigi Severini, e il presidente, Giovanni Forte Inoltre, la Cassa Edile, ai sensi del Decreto legislativo 276 del 2003, rilascia alle imprese iscritte la certificazione Durc (Documento unico di regolarità contributiva), che attesta la regolarità contributiva e il rispetto degli obblighi contrattuali alla cassa stessa. Un settore centrale è quello sul versante formativo, dove tale realtà avvia progetti e collabora con gli enti paritetici collegati, proprio nell’ambito della formazione professionale degli addetti al settore (Scuola edile), oltreché per la tutela e la prevenzione degli infortuni sul lavoro (Comitato paritetico territoriale). Interventi che impattano contro la crisi mondiale dei mercati. I numeri del settore, così come a livello nazionale, fornitici dal direttore dell’ente, Luigi Severini, esprimono tutta la negatività del momento, con una particolare flessione dal 2008 a oggi: il numero di imprese del circondario territoriale Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, è passato, su base annua, da 2.451 nel 2008 a 2.030 unità nel 2012, facendo registrare un -17 %. Contestualmente, il numero dei lavoratori denunciati in Cassa, nello stesso periodo e area geografica, è passato da 13.505 a 9.402 unità, con un -30%, mentre per quanto riguarda il numero delle ore denunciate, da un totale di 17.282.312 si è giunti a 10.055.402 ore, con una flessione pari a un -40% per effetto di un maggior ricorso alla Cig. Infine, i dati allarmanti continuano con il valore relativo alla massa salari dichiarati in Cassa: da 105 a 68 milioni di euro, con una riduzione di circa il -35%. Nonostante questo, la Cassa Edile ha affrontato, con diverse iniziative e azioni, i contraccolpi di un mercato paralizzato: “I numeri e la statistica rendono perfettamente il dramma che il comparto dell’edilizia sta vivendo - ha precisato il presidente della Cassa, Giovanni Forte -. La mancanza di investimenti, la complessità burocratica e i ritardi dei pagamenti della Pa, così come l’assenza di strategie che facciano da volano nell’economia generale, rischiano di farci arretrare ancora di più rispetto alla situazione attuale. Il settore infatti La sede con gli uffici centrali in Catanzaro è ritornato ai livelli di ricchezza prodotta nel 2005. Da qui il sostegno ai nostri iscritti, con nuovi servizi a sostegno della regolarità dell’impresa e una serie crescente di attività integrate sugli aspetti informativi”. Interventi che si inseriscono in un quadro di innovazione della stessa Cassa Edile, che ha avviato nuovi servizi via Web (Siceweb), rivolti specificatamente a imprese, consulenti, lavoratori e che, tra breve, potranno fruire, per la prima volta per un tale tipo di realtà, di un’applicazione dedicata agli smartphone e palmari. Una realtà dinamica - dicevamo - che, l’11 maggio 2013 festeggerà il completamento del proprio cinquantennale dalla nascita, con una cerimonia in cui verranno premiate imprese e lavoratori iscritti, connotandosi per quella cultura sussidiaria e per quell’essere parte attiva nel settore a favore di imprese e lavoratori. 12 Banche & Finanza Eventi Lunedì 25 marzo 2013 ■ COOPERFIDI SICILIA / Messi a punto due prodotti finanziari per sostenere le realtà dell’Isola La via di salvezza per ridurre il rischio L © JOJJE11 - FOTOLIA.COM e cooperative siciliane possono contare su un prezioso aiuto per traghettarsi oltre il periodo economico complicato che tutta la nazione sta vivendo. Promosso da Confcooperative e Legacoop, il consorzio di garanzia collettiva Cooperfidi Sicilia si prefigge di offrire strumenti finanziari di analisi e di sostegno finanziario finalizzato in materia di credito alle cooperative che operano sul territorio. “Offriamo un supporto ai nostri associati basato su due prodotti strategici che spesso sono l’unica via di salvezza nella situazione recessiva attuale - afferma il presidente Francesco Davide Biondini -. Il primo è il factoring e il secondo è il supporto alla capitalizzazione. Con importanti istituti di factoring abbiamo strutturato un prodotto di gestione, finanziamento e correlata garanzia da parte nostra, che è operativo oramai da 4 anni. È uno strumento rivolto a imprese non di piccolissime dimensioni. Quindi a cooperative che hanno un valore di crediti da cedere, per essere monetizzati, di almeno 150.000 euro. Sono cedibili i crediti in ambito sia pubblico sia privato. Il valore medio dei nostri affidamenti è di circa 750.000 euro e in 4 anni di questa attività abbiamo fatto affidare e garantito cooperative per circa 24 milioni di euro”. Il prodotto è stato pensato sia dal punto di vista finanziario sia per il servizio amministrativo che offre. “La validità”, dice Biondini, “è testimoniata dal fatto che non abbiamo mai avuto perdite sul fondo di garanzia. Lavoriamo su un fondo di garanzia cappato che consiste in un saldo di conto corrente dato in pegno a favore di chi finanzia. Altra caratteristica che aiuta a ridurre il rischio finanziario è la certificazione del credito, richiesta nel facto- ring, specie all’ente pubblico”. Cooperfisicilia offre non solo la garanzia sul prodotto che ha strutturato ma anche l’assistenza in tutte le fasi del rapporto di affidamento e di gestione ordinaria con la società di factoring, nella richiesta delle anticipazioni sui crediti man mano ceduti, nella verifica delle certificazioni, nella verifica dell’andamento del rapporto di factoring. Tempi rapidi sia nella fase di valutazione, sia nella fase di stipula del contratto di factoring e nei tempi di erogazione sono il plus ulteriore del Consorzio. “Il factoring rispetto al credito bancario è un prodotto più sofisticato”, precisa Biondini. Noi diamo un servicing professionale sia all’associato sia alla società di factoring”. Altra criticità per le cooperative riguarda la bassa capitalizzazione delle stesse che limita il ricorso al credito bancario e riduce le capacità di autofinanziamento. Cooperfidisicilia ha pensato a un prodotto finanziario per favorire il rafforzamento patrimoniale. “La capitalizzazione”, dice Biondini, “consente alla cooperativa di rafforzare il patri- Francesco Davide Biondini, presidente Cooperfidi Sicilia monio netto e quindi il rating bancario. Inoltre permette di dotare la stessa di mezzi finanziari stabili con cui poter sostenere ritardi eccessivi di pagamento da parte dei clienti ovvero di coprire le perdite economiche, o per effettuare investimenti, o ridurre il debito di breve periodo. Siamo riusciti a ottenere da Banca Agricola Popolare di Ragusa un plafond di 5 milioni di euro, finalizzato a favorire la capitalizzazione delle cooperative”. La Banca concede alla cooperativa un mutuo chirografario, per attualizzare il versamento al capitale sociale che i soci si impegnano a sostenere in un periodo massimo di cinque anni. “In pratica”, dice Biondini, “i soci sono chiamati a ricapitalizzare la cooperativa con versamenti periodici: il finanziamento chirografario che concede la Banca serve ad attualizzare i versamenti effettuati dai soci”. Il Consorzio anche in questo caso svolge attività di servicing, definendo insieme alla cooperativa il reale fabbisogno del capitale sociale ed elaborando un progetto di versamenti da sottoporre ai soci. “Individuiamo”, conclude Biondini, il fabbisogno dell’aumento di capitale, le modalità di versamento e anche le procedure legali e statutarie per realizzarlo. Questi due prodotti costituiscono un supporto essenziale per offrire alle cooperative maggiore stabilità ed efficienza”. IL CREDITO CHE UNISCE. Dal 25 marzo 2013 anche ad Altavilla, Calabritto, Castelcivita e Felitto. Il tuo risparmio regge il nostro territorio. www.bcccomunicilentani.it facebook.com/bcccomunicilentani comunicazione www.giannacomunica.eu Gli aiuti del Consorzio di garanzia promosso da Confcooperative e Legacoop Eventi Lunedì 25 marzo 2013 Banche & Finanza ■ CASSA GALENO / Nel 2012 ha festeggiato i 20 anni di attività, con 5.000 soci titolari e 15.000 assistiti La cassa mutua cooperativa creata dai medici per i medici e i loro familiari La quota mensile garantisce assistenza sanitaria globale e una previdenza integrativa N el 2012 ha tagliato il traguardo dei 20 anni, confermando la bontà dell’idea iniziale: costituire una cassa di assistenza e previdenza integrativa creata dai medici per i medici e i loro familiari, attraverso lo strumento della società mutua cooperativa, il cui fine dunque non è il profitto ma i migliori servizi possibili per i soci, che diventano tali con l’iscrizione alla cassa. È questo il profilo di Cassa Galeno, oggi in continua crescita, come conferma il presidente Aristide Missiroli. A fine 2012 i soci titolari supereranno i 5.000 aderenti e gli assistiti - che comprendono i familiari dei soci - la soglia delle 15mila unità. Ma la vera scommessa vinta dal presidente consiste nel “boom” di nuovi iscritti a Galeno Family, che dopo un anno dal suo start up supererà le 600 ade- sioni. Galeno Family, ricorda il presidente Missiroli, “è la nuova area creata all’interno della Cassa per dare la possibilità ai figli dei medici che abbiano raggiunto i 18 anni (26 anni se studenti) di proseguire con le stesse opportunità assistenziali, previdenziali e assicurative riservate ai loro genitori”. È ampia la carta dei valori che connota l’attività di Cassa Galeno, improntata a responsabilità, rispetto, flessibilità, integrazione, professionalità, trasparenza, passione per i soci e uno spirito pioneristico sempre attento all’innovazione. Tratti che contribuiscono ad accrescere la differenza tra la Cassa e le normali polizze assicurative sanitarie. Il sistema assicurativo privato, gestito interamente da compagnie di assicurazione, risponde inevitabilmente a logiche di profitto e ciò comporta dei limiti per gli assicurati. La Cassa che, come per legge, è dotata di proprio statuto e regolamento ed è soggetta al controllo del ministero del Lavoro, è riuscita ad evitare per i suoi soci molti di questi limiti. “Sulle polizze assi- curative - prosegue il presidente - tutti i soci pagano un premio, tutti i premi vanno in un fondo, il fondo deve essere sufficiente per pagare le spese mediche agli assicurati, oltre alle spese di gestione e garantire un profitto agli assicuratori. Queste ultime due voci, però, sono ridotte Il Cda e il collegio sindacale di Cassa Galeno Generare valore con un basso profilo di rischio È il “diktat” della società in tema di risparmio, con rendimenti annui non inferiori al 2,5% lordo L e famiglie italiane hanno un’alta propensione al risparmio, spesso con la finalità di un “cuscinetto” di protezione da imprevisti. Queste sono anche le motivazioni che spingono i soci di Cassa Galeno a richiedere di integrare - con versamenti periodici aggiuntivi - la quota destinata al “Salvadanaio” di Galeno, che è riuscito anche in questi ultimi anni di grande turbolenza dei mercati finanziari a mantenere le sue promesse: “Generare valore in presenza di un basso profilo di rischio”, afferma il presidente, Aristide Missiroli. I risparmi dei soci sono accantonati nelle gestioni separate della Fondiaria Sai denominate “press” e “nuova press”. Le gestioni separate so- al minimo, poiché la Cassa è governata dagli stessi soci”. La quota che ciascun socio versa ogni mese garantisce l’assistenza sanitaria globale a lui ed al suo nucleo famigliare, l’“Ombrello”, e una previdenza integrativa al socio ed agli eredi, il “Salvadanaio”. Nella Cassa Galeno tutto ciò che non viene speso per il fondo assistenza (con una tempistica di rimborso ai soci che mediamente si attesta sui 20 giorni lavorativi dalla chiusura della pratica del danno) alimenta il fondo previdenziale, aumentando così la quota di pensione integrativa. “I soldi non utilizzati cioè non sono persi - sottolinea il presidente - e coloro che non usufruiscono dei servizi assistenziali hanno diritto ad una parte dei risparmi di gestione che va ad alimentare la propria posizione previdenziale”. A questo proposito, tracciando un preconsuntivo del 2012, il presidente evidenzia come “Cassa Galeno, in controtendenza con i dati di mercato, continua a registrare una sostanziale tenuta degli andamenti tecnici dei contratti assicurativi, sia grazie ai provvedimenti presi dal Cda durante gli esercizi precedenti, sia grazie all’alto senso di responsabilità con i quali i soci utilizzano la leva dei rimborsi. Tutto ciò potrà consentire anche nel prossimo esercizio di corrispondere a favore dei soci considerevoli quote di risparmio da destinare alla loro posizione previdenziale”. no infatti identificabili sotto il profilo del rischio come una gestione prudente del risparmio. Inoltre, ricorda Missiro- Il presidente Aristide Missiroli li, “sono tenute contabilmente distinte delle altre attività della compagnia assicurativa, a tutela dei risparmi e i risultati conseguiti sono annualmente certificati da una società di revisione contabile, che ne attesta la correttezza”. Vi sono poi diversi altri vantaggi per chi investe in questi strumenti. Innanzitutto, i rendimenti annualmente riconosciuti ai soci non possono mai essere inferiori al 2,5% lordo (interesse minimo garantito) almeno fino al termine della convenzione che scadrà nel 2020. Inoltre, vi è il consolidamento delle prestazioni assicurate (capitale o pensione) e cioè dalla definitiva acquisizione da parte del socio dei rendimenti annuali della gestione separata o dal rendimento minimo garantito, se superiore. I risparmi investiti, poi, sono sostenuti da una notevole flessibilità, poiché è consentito smobilizzare il capitale accumulato con riscatti parziali a partire dal quinto anno (fino al 90% di quanto accantonato) senza alcuna giustificazione né formalità. Prima del passaggio al “Piano cent’anni”, infine, è poi possibile convertire il capitale maturato in una rendita vitalizia rivalutabile ed eventualmente reversibile. Trattandosi di strumenti di natura assicurativa le somme accantonate sono insequestrabili, impignorabili, esenti da tasse di successione e non rientrano nell’asse ereditario. 13 Prestazioni migliorate ogni anno L e famiglie italiane che possiedono un’assicurazione contro i danni da malattia e da infortunio sono circa 1,5 milioni, mentre sono circa 2 milioni gli assistiti da casse mutue private. Un numero destinato a crescere rapidamente, conferma il presidente di Cassa Galeno, Aristide Missiroli, come già avvenuto negli altri paesi europei. Di fronte a questo scenario c’è una realtà che da quasi venti anni si è specializzata nel fornire servizi di assistenza e previdenza integrative ai medici riuscendo a “governare la spesa sanitaria” a tal punto che ogni anno da quando è operativa ha sempre migliorato le sue prestazioni senza mai “mettere le mani in tasca” ai propri soci. Questa realtà è Cassa Galeno, Società mutua cooperativa, fondata nel 1992, che agisce senza fini di lucro ed è esclusivamente riservata agli iscritti all’Ordine dei medici e ai loro familiari, garantendo soluzioni personalizzate nell’area dell’assistenza e in quelle della previdenza integrativa. L’assistenza garantisce al socio e ai suoi familiari la copertura delle spese sanitarie, la tutela per l’invalidità e la premorienza sia da infortunio che da malattia, la protezione contro la perdita dell’autosufficienza. Con la previdenza integrativa offre invece la possibilità di costituirsi una seconda pensione potendo scegliere tra diverse formule. La formula prevista da Galeno per la copertura delle spese sanitarie prevede - secondo i limiti previsti dal tariffario adottato dalla cassa - il rimborso al socio di tutte le spese sostenute per ricovero estendendo la garanzia al risarcimento delle spese per esami accertamenti diagnostici e visite specialistiche nei 100 giorni precedenti e successivi al ricovero stesso. Se il ricovero fosse fatto in regime di Servizio sanitario nazionale Galeno indennizza il socio con una diaria sostitutiva di 200 euro giornalieri fino ad un massimo di 180 giorni. Galeno copre anche le prestazioni extraricovero relative all’alta diagnostica e alle cure oncologiche domiciliari con un’attenzione alla prevenzione oncologica. In Galeno non ci sono limiti di età alla garanzia sanitaria (grazie all’accesso al piano Cent’anni) né limiti territoriali. 14 Banche & Finanza Eventi Lunedì 25 marzo 2013 ■ CASSA DEI DOTTORI COMMERCIALISTI / Ecco l’analisi sulle misure per l’adeguatezza delle prestazioni Luce verde per la quota parte del contributo integrativo Previdenza. Nel sistema contributivo via libera all’introduzione del meccanismo incrementativo delle future pensioni L a questione dell’adeguatezza delle prestazioni è diventato un tema centrale nell’attuale (e futuro) modello di Welfare; problema che riguarda tutti i lavoratori, dipendenti e liberi professionisti, di qualunque età, ma di pertinenza soprattutto delle giovani generazioni. Sono generalmente a carico di queste ultime, infatti, gli effetti sovente penalizzanti che scaturiscono dalle modifiche apportate alle regole previdenziali preesistenti o addirittura dall’introduzione di nuove norme. A differenza del sistema pubblico, maggiormente caratterizzato da problemi di sostenibilità finanziaria di medio lungo periodo, alcune Casse di previdenza – grazie all’autonomia e ai positivi risultati delle analisi pluridecennali di sostenibilità– stanno pensando a diverse forme (previdenziali e assistenziali) a sostegno dei professionisti aventi redditi medio/bassi le cui future pensioni, soprattutto quelle calcolate con il metodo contributivo, si attesteranno su livelli inferiori a quelle di colleghi già pensionati. È notizia di pochi giorni fa il via libera dei ministeri vigilanti all’introduzione, nel sistema previdenziale della Cassa dei Dottori Commercialisti, di un meccanismo incrementativo delle future pensioni contributive mediante l’utilizzo di quota parte del contributo integrativo. Questo risultato è il frutto di un percorso intrapreso dalla Cassa dei Dottori Commercialisti in questi ultimi anni che ha visto prima l’ente impegnato al raggiungimento della sostenibilità finanziaria di lungo periodo e, dopo, al perseguimento di una sempre maggiore adeguatezza delle future prestazioni pensionistiche in un’ottica di equità intra e intergenerazionale. VOLUMI DI AFFARI MEDI E REDDITI MEDI 2011-2012 PER REGIONI Regione Media Iva 2011 Media Rnp 2011 Media Iva 2012 Media Rnp 2012 49.108 29.762 49.553 29.475 Basilicata Calabria 37.810 21.812 39.014 22.964 Campania 49.685 29.120 50.673 30.077 Puglia 50.390 29.655 49.933 29.167 Sicilia 53.482 31.806 53.351 32.171 108.919 62.284 110.690 63.397 Totale Nazionale Elaborazione: febbraio 2013 Con la riforma del 2004 è stata garantita la sostenibilità finanziaria del sistema attraverso l’introduzione di una serie di misure quali l’eleva- zione dell’età pensionabile, l’aumento dei contributi e l’introduzione del metodo di calcolo contributivo per il calcolo delle future quote di pensione. Questo ha comportato una sensibile riduzione dei trattamenti pensionistici attesi rispetto a quelli in erogazione, a parità di iscrizio- Un momento del Forum In Previdenza. L’appuntamento annuale sulle tematiche previdenziali promosso dalla Cassa dei Dottori Commercialisti si terrà a Roma il 9 maggio prossimo e tratterà il tema dell’Autonomia (imperfetta) Tasso di sostituzione atteso (%) 48,53 50,00 45,97 43,41 45,00 38,29 Tasso di sostituzione 40,00 35,00 30,00 35,73 32,01 40,85 27,74 42,25 39,69 37,13 34,57 29,87 44,81 32,01 36,28 34,14 25,61 25,00 20,00 Nel grafico risultano evidenti gli effetti positivi derivanti dall’introduzione dei due strumenti, aliquota di computo e accredito di parte dell’integrativo a montante 15,00 Base 10,00 Base + maggiore aliquota di computo 5,00 0,00 12% Renzo Guffanti, presidente della Cassa dei Dottori Commercialisti 13% 14% 15% Aliquota di contribuzione soggettiva 16% 17% Totale con accredito integrativo ne e di contribuzione versata con effetti proporzionalmente crescenti nei confronti delle più giovani generazioni. Dopo un primo periodo di cadenzate verifiche di sostenibilità finanziaria, la Cassa - a partire dall’anno 2012 ha incrementato l’aliquota di computo rispetto a quella di finanziamento riconoscendo all’iscritto una contribuzione maggiore di quella effettivamente versata, in misura crescente al crescere dell’aliquota contributiva scelta e delle annualità maturate con il metodo contributivo. Già in presenza di un’aliquota di contribuzione dell’11% la Cassa riconosce a montante il 14% del reddito (+4% in presenza di aliquote pari o superiori al 17%). Successivamente all’entrata in vigore della L. 133/2011 (c.d. Legge Lo Presti), la Cassa ha introdotto un’ulteriore misura a sostegno dei più giovani iscritti, finalizzata a riconoscere sul montante contributivo degli iscritti il 25% del contributo integrativo versato. Anche per questa misura trova conferma il meccanismo di equità intergenerazionale attraverso il quale il premio viene riconosciuto in misura piena a coloro la cui pensione sarà calcolata interamente con il metodo contributivo (iscritti dal 2004) e viene progressivamente ridotto al crescere dei ratei pensionistici maturati con il più generoso metodo reddituale (ante 2004). Considerando il caso in cui il fatturato sia pari a 1,5 volte il reddito, il beneficio derivante dal riconoscimento di ¼ di contributo integrativo genera un’ulteriore premialità dell’1,5% del reddito in aggiunta a quanto già garantito dalla maggiore aliquota di computo. Inoltre, entrambi i meccanismi sopra ricordati (innalzamento dell’aliquota di computo rispetto a quella di finanziamento e utilizzo di quota parte del contributo in- Sostenibilità finanziaria e adeguantezza delle future prestazioni pensionistiche. Ecco il risultato frutto delle azioni della Cassa tegrativo ai fini previdenziali) prevedono, in un’ottica di equità intragenerazionale, il riconoscimento di un importo minimo per tutti gli iscritti al di sotto di una determinata soglia di redditi e volumi di affari. Questa previsione è decisamente importante considerato che all’interno della Categoria dei Dottori Commercialisti esistono realtà diverse in termini reddituali. Ciò dimostra che la Cassa pur introducendo meccanismi di incentivazione ad un maggiore risparmio previdenziale ha voluto comunque tenere in debita considerazione che non tutti (soprattutto in periodi difficili come quello che stiamo vivendo) possono attestarsi su livelli contributivi elevati. A questo si aggiunga che in particolari aree depresse del territorio nazionale, ci sono realtà reddituali che mostrano una crescita contenuta e, di conseguenza, la contribuzione versata dai professionisti è spesso pari a quella minima stabilita annualmente dalla Cassa, decretando un forte impatto al ribasso sulle prestazioni pensionistiche. L’essenza, dunque, di questi due meccanismi è quella di offrire ai propri associati un sistema dinamicamente attento ai mutamenti contestuali ed al tempo stesso in grado di garantire una maggiore adeguatezza delle prestazioni, specialmente laddove l’azione di diverse tipologie di fattori potrebbe determinare un livello di trattamento pensionistico non del tutto adeguato. Eventi Lunedì 25 marzo 2013 Banche & Finanza 15 ■ CONFCOMMERCIO PUGLIA / Aderiscono al suo Confidi 8.440 imprese Ecco un aiuto per imprese e start up Tra Foggia e Taranto, già nel giugno 2012, prestate garanzie per quasi 65 milioni A gevolare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese del territorio attraverso la concessione di garanzie e promuovere una rete di Confidi sempre più efficiente, in grado di sostenere una politica di sviluppo industriale nel medio-lungo periodo. Con questo obiettivo negli ultimi anni la Regione Puglia ha puntato sulla crescita e sull’aggregazione delle Cooperative Fidi pugliesi utilizzando la leva della finanza agevolata. È il caso del nuovo Confidi Confcommercio Puglia, nato l’1 gennaio 2013 da un progetto di fusione dei due Confidi, la Società di Garanzia tra commercianti di Taranto e la Cofidi commercianti di Capitanata, realizzato grazie alla possibilità di accedere a contributi comunitari del Piano Operativo Puglia 2007-2013 (asse VI, azione 6.1.7). Il bando della Regione prevedeva la concessione di aiuti in regime de minimis ai Consorzi fidi con sede legale e operativa nella regione Puglia con l’obiettivo di portare a termine progetti di aggregazione o di iscrizione nell’elenco speciale previsto dall’articolo 107 del decreto legislativo 385 del 1993 (Testo Unico Bancario). “Siamo”, ha commentato il presidente di Confidi Confcommercio Puglia, Giuseppe Sebastio, “uno dei 4 Confidi assegnatari dei 50 milioni erogati dalla Regione Puglia e siamo già operativi”. Il nuovo Confidi, con sede legale a Bari e sedi operative a Foggia e Taranto, si è subito aggiudicato 11,5 milioni di euro di contributi comunitari da utilizzare a garanzia delle operazioni di credito concesse dalle banche convenzionate, tutte le più importanti sul territorio regionale, e in grado di attiva- re finanziamenti per circa 100 milioni di euro. Il bando pubblicato il 16 agosto 2012 grazie al Piano Operativo 2007/2013 della Regione Puglia (asse VI, azione 6.1.6) metteva a disposizione di cooperative di garanzia e consorzi fidi nuove risorse Ue per incrementare la dotazione del fondo-rischi impiegato per la concedere garanzie su operazioni di credito attivate dalle Pmi della Regione Puglia. “È importante”, sottolinea Sebastio, “che oggi il Confidi Confcommercio Puglia sia in grado di garantire fino all’80% i finanziamenti bancari alle imprese che hanno sede operativa in Regione. In questo momento di crisi questo può dare nuovo slancio all’erogazione del credito”. Si tratta inoltre di una garanzia diretta e non sussidiaria che - come spiega il vicepresidente, Damiano Gelsomino - “consente alla banca di potersi rivalere sulla garanzia prestata in caso di insolvenza dell’impresa anche se nel primo bando non abbiamo registrato casi di default. In questo momento, poi, l’intervento dei Confidi rappresenta un’agevolazione non solo per il socio ma anche per la banca”. La sede di Foggia del Confidi presso la Confcommercio di Foggia La sede di Taranto del Confidi Le garanzie prestate dal Confidi sono in grado di coprire sia investimenti fino a 1 milione di euro che operazioni di ristrutturazioni del debito fino a un tetto di 800mila euro. Particolarmente innovativo, come sottolinea ancora il presidente, è un terzo intervento, la copertura dei finanziamenti sull’attivo circolante fino a un importo di 400mila euro utilizzabili per l’acquisto di scorte di materie prime e prodotti finiti, contratti di credito edilizio per costruzioni, l’anticipo exportimport, l’anticipo di fatture, o ancora l’anticipo di contratti salvo buon fine. Un altro intervento è dedicato in particolare alle start up e prevede il rilascio di garanzie su operazioni di finanziamento fino a 50 mila euro concesse ad aziende esistenti da almeno tre mesi e considerate attive presso le Camere di Commercio. Ad oggi al Confidi Confcommercio Puglia aderiscono complessivamente 8.440 imprese di cui le 4.456 associate al Confidi di Taranto e le 3.984 socie del Consorzio di garanzia di Foggia. Al 30 giugno del 2012 entrambi i Confidi avevano prestato garanzie per circa 63,8 milioni di euro e gestito contributi pubblici per quasi 12,8 milioni di euro (oltre 8,6 milioni quello di Taranto e più di 4,1 milioni il Confidi di Foggia). Il Confidi regionale di Confcommercio aspira a diventare uno strumento di politica industriale coniugando la politica mutualistica dei confidi e la finalità pubblica di sviluppo economico e sociale. 16 Banche & Finanza Eventi Lunedì 25 marzo 2013 ■ BCC DEL LAMETINO / Nata nel 2002 dalla fusione delle Bcc di Carlopoli e di Pianopoli, dispone di sportelli in cinque comuni dell’entroterra tra Lamezia e Catanzaro Un rete di sistema vicina ai soci e al territorio Servizi rinnovati per poter rispondere al meglio ai bisogni delle famiglie e delle piccole e medie imprese L a Banca di Credito Cooperativo del Lametino nasce nel 2002 dalla fusione delle Bcc di Carlopoli e di Pianopoli, in provincia di Catanzaro. Due paesini situati nell’entroterra tirrenico nell’area urbana di Lamezia Terme (da qui la denominazione), con competenza anche sul capoluogo, e accomunati da cultura, tradizioni, valori e da un contesto territoriale e socio-economico omogeneo, pur nelle diverse specificità. Il progetto nasce dalla volontà delle due compagini di unire le forze e di ottenere, tramite le risorse di ciascuna azienda, sinergie produttive e maggiore efficienza in uno scenario di mercato che già allora richiedeva un crescente livello nell’offerta dei servizi bancari e finanziari. Il percorso di sviluppo intrapreso nei dieci anni di attività, celebrati nel dicembre 2012 unitamente ai Soci della Banca, è testimoniato dai numeri. Oggi la Bcc del Lametino, con i suoi cinque sportelli, l’ultimo dei quali operativo dall’aprile del 2011, amministra circa 150 milioni di euro a fronte degli 85 milioni del 2002 e ha un patrimonio di circa 13 milioni di euro a fronte dei 7,3 Il direttore generale Marco Chiappetta milioni di euro del 2002. “Nell’esercizio della sua attività - dichiara il presidente Flavio Alfredo Talarico -, la Bcc del Lametino si ispira, come tutto il sistema del credito cooperativo, ai principi della mutualità senza fini di speculazione privata. Come cita lo stesso statuto, lo scopo principale è proprio quello di sostenere i soci e gli appartenenti alle comunità locali, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi”. La Bcc del Lametino opera in territori difficili, dove assolve ad una vera e propria funzione sociale. “Il sostegno alle famiglie e alle piccole e medie imprese così come la conoscenza diretta della clientela e la capacità risolutiva rispetto a tutte le problematiche tipiche delle imprese - continua Talarico ci consentono di definirci una banca differente”. L’anno appena trascorso è stato particolarmente complesso. “Il nostro Paese che cresceva troppo poco già prima della crisi, nel 2012 ha visto ridurre di 2,6 punti il Pil reale tornando ai livelli di otto Il presidente Flavio Alfredo Talarico anni fa - continua il direttore generale Marco Chiappetta -. Per il futuro permane avanti a noi uno scenario difficile caratterizzato da una domanda interna debole, da una forte limitazione degli investimenti fissi e da una sempre più ridotta capacità di accumulo da parte delle famiglie. Di questa situazione anche la nostra Banca, come il resto del sistema bancario, ha subito le implicazioni, senza compromettere, tuttavia, la solidità ed il patrimonio della banca. In tale contesto, tutto il ‘Credito Cooperativo’ è chiamato a rinnovare profondamente la propria capacità di servizio salvaguardando la propria identità mutualistica, imprimendo maggiore impulso alla realizzazione di una vera e propria rete di sistema nella consapevolezza che solo ‘insieme’ potranno essere affrontati e superati gli ostacoli presenti e futuri. Lo scenario che fa da sfondo al nostro decidere e al nostro agire quotidiano va letto con senso critico e oggettività”. I progetti futuri riguardano il posizionamento territoriale della Banca, la necessità di una rivitalizzazione delle capacità di sviluppo commerciale, soprattutto sulla piazza di Lamezia Terme grazie alla nuova filiale operativa da soli due anni presso il centro commerciale dei Due Mari. “Valuteremo inoltre le possibilità offerte da un eventuale sviluppo per linee esterne - afferma Talarico - ossia prendendo in considerazione l’opportunità di operazioni di aggregazione con altre consorelle”. “Comunque sia, bisogna dare fiducia e credere nella nostra banca - dichiara Chiappetta -. È una Banca di persone fatta per le persone. Le Bcc sono un bene da salvaguardare perché sono le ultime banche ‘autenticamente’ ed ‘esclusivamente’ calabresi con sede e governance nella nostra regione. La Bcc del Lametino nel concreto ha ‘la testa dove sono i piedi’ e ha il preciso impegno di far crescere i ‘frutti dove sono poste le radici’”. Eventi Lunedì 25 marzo 2013 Banche & Finanza 17 ■ CPT NAPOLI / Nel 2012 il Comitato ha effettuato 1.453 visite, riscontrando oltre 10.000 infrazioni. Più l’attività di formazione svolta direttamente sul campo Obiettivo: prevenzione e sicurezza nei cantieri edili Tra i progetti più innovativi dell’ultimo biennio, c’è il Si.S.Ca che compie controlli e monitoraggi con tecnologie innovative A Napoli, prima città in Italia, si stanno sperimentando tecnologie avanzate per prevenire gli infortuni sul lavoro nei cantieri edili. Parliamo del progetto Si.S.Ca, (Sistema Sicurezza Cantieri Edili), finanziato dall’Inail Direzione Regionale per la Campania, elaborato dal Comitato Paritetico Territoriale di Napoli (Cpt) in partnership con Enginfo Consulting e con la collaborazione delle facoltà di ingegneria e di architettura dell’Università Federico II. Un progetto che è stato valutato positivamente sia da soggetti, imprese e lavoratori del settore, sia dalle istituzioni locali e regionali. Il sistema, attraverso porte elettroniche, consente di monitorare l’intera area di cantiere e le relative attività, verificando che i dispositivi di protezione previsti siano correttamente utilizzati e, al tempo stesso, verifica che nell’ambiente non siano presenti sostanze chimiche pericolose. Più in dettaglio, un software collegato a sensori, “controlla”, dal versante della sicu- rezza, che le attività siano svolte a norma, segnalando comportamenti difformi. Il sistema, per esempio nel caso di lavori in galleria, è anche in grado, di segnalare tempestivamente agli operatori la presenza di gas o di altre sostanze tossiche nell’ambiente. In pratica, quando si verificano situazioni anomale vengono immediatamente comunicate sia agli operatori interessati sia a chi è preposto alla sicurezza. La fase sperimentale del progetto è stata realizzata nel cantiere della galleria della strada statale sorrentina, in due cantieri della linea 1 della metropolitana e nel cantiere di restauro delle ex scuderie borboniche nel palazzo Reale di Napoli. A breve, il progetto dovrebbe ottenere la certificazione di “buona prassi” in materia di sicurezza da parte della Commissione consultiva permanente sull’applicazione del decreto 81/2008. Inoltre, l’Associazione internazionale per la sicurezza sociale ha manifestato interesse a diffondere anche all’estero il progetto. Mentre lo scorso novembre, Si.S.Ca. è stato anche presentato all’Inail Focal Piont Italia, sempre come buona prassi. L’artefice del progetto, il Cpt di Napoli, che vede come presidente Paola Marone e vice presidente Andrea Lanzetta, è un ente bilaterale costituito dai soggetti complementari del settore delle costruzioni (Associazione Costruttori Edili della Provincia di Napoli) e dai sindacati di categoria (Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil), con l’obiettivo di fornire servizi di consulenza, di formazione e informazione per i lavoratori e per le stesse imprese di costruzioni. “La sicurezza sui luoghi di lavoro può essere garantita dalla prevenzione –sottolinea Marone -. Si.S.Ca. è un prezioso strumento di verifica diretta per il rispetto delle normative vigenti. La collaborazione istituzionale e il confronto costante con le imprese sono le precondizioni per affrontare efficacemente un tema delicatissimo”. Sulla stessa lunghezza d’onda è il vice presidente del Ctp, Andrea Lanzetta, vicepresidente Cpt Lanzetta. “Si tratta di un sistema di avanguardia per la sicurezza dei lavoratori nei cantieri edili, per la tutela della loro salute. Un sistema che può estendersi in tutti i cantieri. E le aziende virtuose, disponibili a investire in sicurezza, potranno beneficiare anche di meccanismi premiali”. Nel corso del convegno di presentazione del progetto, che si è svolto all’inizio di marzo, sono arrivate proposte interessantissime da parte degli esponenti delle istituzioni locali. “Si.S.Ca. sarà oggetto di valutazioni attente per verificare la praticabilità Paola Marone, presidente del Cpt di Napoli di un suo inserimento tra gli oneri per la sicurezza in modo da garantire alle imprese che adottano il sistema di recuperare i costi relativi”, afferma l’assessore regionale ai lavori pubblici Edoardo Cosenza. Non solo. Potranno rivelarsi efficaci altre iniziative di carattere istituzionale. “La Regione Campania - annuncia l’assessore regionale al lavoro Severino Nappi - ha stanziato due milioni di euro per premiare le aziende virtuose che investono nella formazione, nella prevenzione e utilizzano tecnologie e modelli informatici nell’ambito della sicurezza”. 18 Banche & Finanza Eventi Lunedì 25 marzo 2013 ■ FEDERMANAGER / Il contributo dei dirigenti d’azienda per la crescita delle Pmi nel trasferimento di know-how Le politiche di reimpiego 2012-2014 Una risposta concreta per ogni richiesta I l ministero del lavoro ha autorizzato, per il periodo 2012-2014, un provvedimento volto alla ricollocazione di dirigenti over 50. Con 9.715.000 euro di risorse complessive messe a disposizione, Italia Lavoro ha progettato le attività attraverso due avvisi pubblici, condivisi con Federmanager e Manageritalia, che prevedono contributi ai datori di lavoro finalizzati al reinserimento lavorativo di ex dirigenti o quadri disoccupati, e contributi a ex dirigenti o quadri disoccupati per autoimpiego e creazione di impresa. In tale contesto è previsto un contributo denominato “bonus assunzionale” di diversa entità per contratto di lavoro a tempo indeterminato, a tempo determinato della durata di almeno 24 mesi o almeno 12 mesi, nonché di collaborazione a progetto per almeno 12 mesi. Ambrogioni, presidente dell’Associazione “La nostra esperienza e formazione al servizio di chi vuol crescere” I n una economia sempre più globale, le Pmi devono crescere e, per crescere, devono avvalersi di un management professionale portatore di esperienze e competenze. Ad affermarlo è Giorgio Ambrogioni presidente di Federmanager, l’Organizzazione che rappresenta 180mila dirigenti in servizio e in pensione del settore industriale. “In Italia”, dichiara Ambrogioni, “è sempre più forte l’attenzione al tema della piccola impresa, che necessita, oggi più che mai, dell’apporto di competenze esterne che completino quelle del piccolo imprenditore, così da poter avviare processi di internazionalizzazione, innovazione e di ricerca. La necessità di superare il “nanismo” delle imprese italiane e favorirne la managerializzazione sono le questioni su cui noi lavoriamo da tempo con Confindustria e Confapi”. Se è vero che sono proprio le piccole imprese a costituire il substrato produttivo nazionale, queste stesse, spesso, non sono ritenute attrattive dalle nuove generazioni. Molti giovani hanno infatti una immagine negativa della piccola impresa, considerata come un posto di lavoro dove è difficile trovare sbocchi professionali interessanti. Ma non è così. “I manager possono offrire anche alle Pmi le competenze sviluppate precedentemente in una grande azienda” “Dobbiamo adoperarci”, afferma Ambrogioni, “per far capire ai giovani che la piccola impresa non è come la immaginano, al contrario, rappresenta un contesto economico e sociale che contiene tutti gli elementi per arricchirsi e per crescere professionalmente”. In questo senso, Federmanager, insieme a Confindustria, è impegnata in un lavoro finalizzato a diffondere “cultura d’impresa e una corretta immagine delle Pmi”. “Attraverso il nostro gruppo di giovani dirigenti”, continua Ambrogioni, “stiamo avviando un percorso che ci porti negli istituti tecnico professionale a parlare di cosa è l’impresa - in particolare la piccola impresa - che cosa chiede e che cosa offre”. Di certo, affinché possa offrire maggiori opportunità qualificate ai giovani, è necessario che la piccola impresa capisca la necessità di una modernizzazione dei sistemi di gestione, avvalendosi, ad esempio, di un management professionale. “È importante”, sottolinea Ambrogioni, “che un manager possa offrire anche alle Pmi le competenze sviluppate precedentemente in ambito di una grande azienda globalizzata, così da attuare un processo di trasferimento di know-how. Questo vale sia per i dirigenti ancora attivi nel mondo del lavoro ma anche per i nostri senior”. Non a caso, Federmanager chiede da tempo strumenti utili a supportare il reimpiego di manager disoccupati o in pensione, figure indispensabili per il trasferimento di esperienze e competenze e quindi strategiche per la crescita e la competitività delle imprese. Oggi, infatti, in Italia, sono presenti numerosi manager senior disponibili a fare da tutor, così da aiutare il piccolo imprenditore a favorire dell’utilizzo dell’alto apprendistato. “Si tratta di una prassi che altrove è molto diffusa ma che nel nostro paese stenta ad affermarsi”, continua Ambrogioni. “Non possiamo più permetterci il lusso di sprecare intelligenze, saperi e conoscenze dei nostri lavoratori anziani, che sono portatori di notevole competenze: in questo senso, ci siamo attrezzati per favorire l’inserimento di tali figure nel ciclo produttivo della piccola impresa”. In questo contesto è di prossima uscita un bando promosso da Italia Lavoro che, tramite l’erogazione di contributi ai datori di lavoro, è finalizzato a favorire il reinserimento di dirigenti senior nel mondo aziendale. Non da meno, Federmanager, con CDi Manager, è impegnata a supportare l’impiego di dirigenti senior e non nelle forme di ‘temporary manager’:uno strumento di managerialità molto efficace che in altri paesi è ampiamente utilizzato ma che in Italia ancora fatica ad affermarsi. Federmanager è anche focalizzata sul tema delle “reti d’impresa”, che rappresentano un importante strumento di politica industriale e che, se diffuse e ben gestite, possono replicare il successo che hanno avuto i cosiddetti distretti industriali negli anni ‘60 e ‘70. “Perché una rete d’impresa espliciti tutte le sue potenzialità”, nota Ambrogioni, “ha bisogno di essere gestita da manager di rete, che sappiano affrontare la complessità del far collaborare un gruppo di piccoli imprenditori, spesso gelosi l’uno dell’altro, e far capire loro il vantaggio di mettere assieme un pezzo di governance aziendale”. Sebbene le reti in Italia si stiano affermando ancora troppo lentamente, rappresentano tuttavia una condicio sine qua non per i processi di internazionalizzazione. Non è imma- Giorgio Ambrogioni, presidente di Federmanager: organizzazione che rappresenta 180 mila dirigenti in servizio e in pensione del settore industriale I convegni sono sempre un’occasione di confronto e di crescita professionale ginabile, infatti, che un piccolo imprenditore possa portare i propri prodotti nel mondo con le proprie sole forze, deve capire la necessità di fare sinergia, massa critica. Queste ed altre tematiche sono al centro del documento “l’Italia che vogliamo”, un programma politico presentato da Cida - Manager e Alte Professionalità per l’Italia, Federmanager e Manageritalia, che contiene le proposte dei manager per il rilancio del Paese. “Proposte che”, conclude Am- Le associazioni nel Mezzogiorno d’Italia REGIONE ASSOCIAZIONE SITO WEB Basilicata Matera www.federmanager.it Calabria Catanzaro www.federmanager.it Campania Napoli www.sicdai.federmanager.it Salerno www.salerno.federmanager.it Puglia Bari www.puglia.federmanager.it Sicilia Catania Federmanager Sicilia Orientale www.catania.federmanager.it Palermo Federmanager Sicilia Occidentale www.palermo.federmanager.it Siracusa www.federmanager.it Manifesto delle giovani classi dirigenti Promosso dall’Associazione classi dirigenti della Pa, Agdp, Numeri Primi e Concreta-Mente, unisce manager privati e della Pa È stato presentato lo scorso gennaio un documento - promosso da Federmanager, l’Associazione classi dirigenti delle pubbliche amministrazioni - Agdp, Numeri Primi e Concreta-Mente - con il quale giovani manager pubblici e privati hanno delineato insieme una possibile road map per la crescita del Paese. Una crescita che passa attraverso profonde riforme strutturali, in particolare nel settore lavoro e welfare, formazione e ricerca, e rinnovamento della pubblica amminiLa formazione è un aspetto su cui puntare sempre brogioni, “presuppongono un paese “governato”, non nella logica del day-by-day, ma con una visione di medio e lungo periodo” “La mancanza di questa visione è un problema di classe dirigente, politica e non politica”. strazione ma, soprattutto, attraverso un ricambio generazionale delle classi dirigenti. “Se vogliamo che l’Italia recuperi il proprio ruolo anche sul piano della competizione internazionale”, si legge nel documento”, il Paese deve utilizzare il “potenziale inespresso”, dei suoi trenta/ quarantenni, cercando in questo modo di svecchiare la pubblica amministrazione, ma anche il mondo delle imprese e delle professioni, e far riprendere così un percorso di crescita”. La priorità per i prossimi anni dovrà dunque essere un investimento massimo sulla formazione e sulla ricerca, il vero “petrolio” dell’epoca moderna, su cui l’Italia da troppo tempo ha smesso di investire. Ed è proprio in questo contesto che si pone il problema della selezione e della formazione delle classi dirigenti. “È necessario”, afferma Ambrogioni, “riscoprire un approccio più selettivo, fondato su basi qualitative del management di questo paese, sia pubblico che privato. C’è bisogno di un approccio formativo adeguato alle sfide che da qui in avanti si dovranno sostenere. Quindi c’è bisogno di una vera formazione manageriale non solo di aggiornamento professionale”. *Valori di massima ai sensi del D.Lgs 185/2000 Eventi Lunedì 25 marzo 2013 Banche & Finanza 19 20 Banche & Finanza Eventi Lunedì 25 marzo 2013