Gli italiani e i servizi bancari on line

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Gli italiani e i servizi bancari on line
E enti
Settimanale - Anno 6
TERRITORIO
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ISTITUZIONI
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N° 18
Lunedì 25 marzo 2013
IMPRESE
Spedizione con tariffa
Posta Target Magazine
conv. naz./304/2008
del 01-06-2008
Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media
© GINA SANDERS - FOTOLIA.COM
BANCHE
& FINANZA
Rapporto con il cliente: una volta c’era solo il telefono
T
utte le banche ormai fanno ricorso alle
nuove tecnologie. Nei confronti dell’impresa, del professionista, del giovane e del cliente
in generale la tendenza è ottimizzare il rapporto con il cliente, puntando, dunque, non solo
più sulla proposta di prodotti bancari sempre
nuovi, bensì sui servizi quotidiani. Tra le principali tecnologie di interazione utilizzate e che
coinvolgono le figure del contact center, la chat
area clienti è lo strumento sul quale le banche
scommettono maggiormente. La percentuale di
diffusione delle nuove tecnologie è in aumento
soprattutto per la chat pubblica, la video chat,
i forum e le community on line. Quanto ai contatti telefonici, sono motivati in particolare da
esigenze informative e di assistenza.
■ INDAGINE CENSIS - ABI 1 / Modalità di contatto diversificate
Gli italiani e i servizi bancari on line
Il 62,1% usa Internet ma solo il 20% ricorre all’home banking
A
ssistenza e informazioni via web anzitutto. Ma
non solo. Strumenti e programmi, applicazioni e apparecchi, contenuti elettronici e
servizi, accessibilità e reperibilità in generale conquistano
gli italiani in termini di servizi bancari e credito. I connazionali amano i prodotti elettronici e si stanno abituando
a vivere l’innovazione anche
nel rapporto con la propria
banca. Così, le modalità di
contatto tra istituto di credito
e cliente si fanno sempre più
diversificate, al punto che ai
tradizionali mezzi si affiancano nuove soluzioni mutuate
dal mondo dei social network.
Sono solo alcuni dei risultati
messi in luce dall’Osservatorio Censis – Abi sulla società
italiana, un appuntamento
bimestrale per monitorare
ciò che si muove nel Paese,
presentato a novembre dello
scorso anno. Ecco in definitiva le conclusioni: c’è amore
e un po’ di diffidenza da parte degli italiani per i devices
elettronici, che vengono usati con crescente interesse (il
62,1% usa Internet e il 20%
degli internauti ricorre all’home banking). Ma non manca
nemmeno lo scetticismo, per-
ché sono in molti a temere il
rischio di violazione della privacy, per l’esattezza il 75,4%
dei naviganti. Una realtà, sostanzialmente, che piazza il
Bel Paese indietro rispetto al
resto d’Europa nell’impiego di
carte di credito e strumenti di
pagamento elettronici.
Il 75,4% degli utenti
italiani teme il rischio
di violazione della privacy:
un dato che ci vede
indietro rispetto al resto
d’Europa nell’impiego
di carte di credito
e degli strumenti
di pagamento elettronici
Un altro dato interessante, che
questa volta emerge dall’Osservatorio sui contact center
bancari condotto da Abi Lab
e dall’Ufficio analisi gestionali
dell’Abi (nel settembre 2012),
riguarda nello specifico l’assistenza e le informazioni ottenute tramite e-mail e chat.
Nel 2011 sono state oltre 51
milioni le telefonate gestite fra
quelle in entrata e in uscita, in
particolare da notare come un
numero significativo di contatti sia avvenuto via e-mail e
chat, raggiungendo l’1,6 milioni di scambi banca-cliente.
Le chat si confermano dunque in cima alle preferenza
degli italiani, con numerosi
progetti aperti dalle banche,
con un buon successo presso
la clientela. Considerando le
banche già attive nel 2010, si
arriva nel 2011 a registrare
una crescita dei contatti chat
pari al 50,4 per cento. Ruolo di protagonisti pure per i
nuovi contatti per mezzo dei
social network, che alle chat si
affiancano con forte riscontro
e soddisfazione di chi vi ricorre. Il tutto viaggia in linea con
il contesto di evoluzione degli
istituti di credito, sempre di
più dediti a soluzioni tecnologiche di ultima generazione,
che tra social media e nuovi
dispositivi elettronici sta cambiando le abitudini di dialogo
delle persone e influenzando
le strategie di multicanalità
delle banche italiane.
2 Banche & Finanza
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
■ INDAGINE CENSIS - ABI 2 / Lo studio sul rapporto tra italiani e le alte tecnologie nella vita di tutti i giorni
al mondo del credito, poiché a
cambiare è proprio il modo di
pensare e di operare, con una
passione per la tecnologia che
ha fatto breccia pure nel modo
di pagare gli acquisti.
Di rito è l’impiego di strumenti
elettronici, considerati comodi
e sicuri, rispetto al “vecchio”
contante e i vecchi metodi. Nel
2011 sono stati effettuati oltre
280 milioni di pagamenti in rete, con un incremento del 24%.
Le operazioni su web con carte di credito e prepagate sono
cresciute del 27,6%, mentre i
bonifici on line hanno fatto registrare un +20,3%. Forte poi
la crescita delle carte di plastica negli ultimi anni, in pratica
senza denaro contante in tasca:
circa il 41% dei pagamenti
cashless avviene con esse, il
30% tramite bonifico e il 14%
attraverso addebiti diretti. Giusto per dare un’idea, le carte di
pagamento nelle tasche degli
italiani sono passate dai 77 milioni del 2009 agli 82 milioni
del 2011, con una aumento del
6% nei tre anni.
È un dato interessante che
sta permettendo allo Stivale di recuperare terreno rispetto agli altri paesi, dove
il volume di utilizzo delle
card è maggiore. Pagare con
le carte di plastica, come è
stato fatto notare nel convegno Carte 2012, non significa
solo vantaggio in termini di
comodità e sicurezza per le
famiglie, le imprese e le pubbliche amministrazioni che
ne fanno uso tutti i giorni,
bensì crescita e sviluppo per
il Paese, in una fase difficile
per l’economia nazionale e
internazionale. In merito,
non manca una simulazione
condotta da Banca d’Italia,
commentata in occasione
della convention: si potrebbe risparmiare circa lo 0,3%
del Pil se solo si colmasse il
gap che ancora separa l’Italia
dai paesi europei più evoluti
nell’utilizzo di strumenti di
pagamento elettronici, riducendo l’uso del contante e
dunque i costi sociali, di produzione e gestione sostenuti
dal sistema-Paese.
re, le imprese hanno sempre
più bisogno di finanziamenti
per
l’internazionalizzazione e l’innovazione”, spiega
Calcagni, “con la fusione e
la prospettiva di diventare
intermediario finanziario vigilato dalla Banca d’Italia nel
2013, stiamo lavorando per
offrire una solida patrimonializzazione come garanzia
alle banche. La fusione”, continua Calcagni, “ci consentirà di essere a disposizione
delle Camere di commercio
di tutte le province campane
per facilitarne l’attività finanziaria”.
Se da una parte il Consorzio ha seguito la strada
dell’accorpamento, dall’altra
l’obiettivo è una più capillare
presenza sul territorio, poiché il supporto di prossimità
garantisce al meglio le Pmi.
Nel 2012 ha aumentato gli
sportelli di zona, grazie a importanti accordi con enti territoriali. Vanno letti in questo
senso i protocolli d’intesa
firmati con Ance Avellino, finalizzato ad allargare il ventaglio di opportunità anche alle
imprese di costruzione irpine,
e con Confindustria Caserta,
per ampliare la gamma dei
servizi offerti all’industria e
agevolarne l’accesso al credito. A ciò, Confidi Regione
Campania abbinerà il progetto di allargamento della
propria attività consortile. Lo
dimostra il recente incontro
del presidente Calcagni con
i vertici di Banca di Credito
Cooperativo del Cilento e Lucania Sud, rappresentati dal
presidente Francesco Castiello e dal direttore generale Ciro Solimeno. Sono state poste
le basi per una collaborazione
che potrebbe portare il consorzio fuori regione, passo
concreto per trasformarlo in
riferimento autorevole per le
aziende del Sud.
Il contatto costante con le
imprese ha fatto sì che si cercasse, con i servizi offerti, di
interpretare le esigenze del
mondo produttivo, offrendo ai soci soluzioni duttili e
innovative per lo sviluppo
aziendale. Tra le ultime novità, l’accordo con la Banca
Nazionale del Lavoro, siglato
all’inizio di gennaio, mette a
disposizione della realtà economica locale 10 milioni di
euro per supportare le Pmi,
sia nella gestione della loro
attività quotidiana, sia nella
realizzazione di progetti di
sviluppo in Italia e all’estero.
La partnership si rivolge alle
aziende associate a Confidi
Regione Campania, a supporto delle attività di import-export e di sviluppo produttivo
e commerciale. “Spero che il
2013 - osserva Calcagni - continui a fornici segnali positivi
quali l’allentamento del credit
crunch da parte del sistema
bancario e l’adozione di valutazioni meno tecnicistica
dei requisiti delle imprese.
Sono le due grandi questioni
sulle quali continueremo a
lavorare; l’attenzione di alcuni istituti bancari ci dice che
stiamo sulla buona strada”.
Per maggiori informazioni
www.confidiregionecampania.it
In banca l’Italia digitale arranca ancora troppo
Secondo la Banca d’Italia si potrebbe risparmiare lo 0,3 del Pil se colmassimo il gap con gli altri Paesi
a banca sempre più tecnologica e produttiva. Questa
la vera innovazione sul pianeta
del credito. Dove i player informatici propongono ormai
soluzioni puntate su efficienza,
risparmio e maggiore vicinanza con la clientela, competitività dei servizi.
Così in tempi in cui si fa più
forte il calo dei prestiti delle
banche a famiglie e imprese,
crescono le reti di impresa
nell’ottica dell’aggregazione e
del fare sistema, ma aumenta
anche il ricorso al microcredito, ecco che gli istituti di
credito continuano a fare delle
nuove tecnologie e dell’innovazione il proprio asso nella
manica. È una delle voci chiave
fra le priorità dei programmi
d’investimento in tecnologia
delle banche italiane, insieme
all’adeguamento alle normative e al potenziamento della
sicurezza. Ovvero, Ict a tutto
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DIN NEWSLETTER
Settimanale - Anno 6 - Numero 18
Lunedì 25 marzo 2013
campo quale leva sostanziale
per lo sviluppo. L’obiettivo è di
ottimizzare processi e attività, nell’ottica di offrire servizi
avanzati, efficienti, mirati ai
clienti, con tanto di snellimento dei processi di erogazione,
attenzione alla dematerializzazione, incremento del back
office, miglioramento del controllo dei costi.
Questo
fondamentalmente
il quadro di una banca che,
pure nel pieno della crisi, cerca di essere al pieno servizio
dei clienti e, per farlo, punta
sulla competitività anzitutto
in termini di efficienza e razionalità. Sia l’impresa che il
privato, la famiglia, i giovani
oggi più che mai fanno largo
uso degli strumenti di ultima
generazione. Superata ormai
l’iniziale diffidenza, è raro non
possedere smartphone, cellulari, tablet, lettori mp3, navigatori satellitari e altri strumenti
Attività editoriale a cura de:
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si trovi, per accedere a servizi,
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25030 Erbusco - (Bs);
di ‘mouse’. Come rivela l’indagine del Censis, su usi, costumi
e tendenze della nuova Italiadigitale (presentata nel convegno Carte 2012, organizzato
dall’Abi e dal Consorzio Bancomat al Palazzo dei Congressi
di Roma, a novembre 2012),
l’hi-tech fa parte a pieno titolo
delle abitudini delle famiglie
italiane. Basta un dato di fondo: su internet viaggia il 62%
della popolazione nazionale.
Ma non solo un amore che
sboccia nei confronti della rete in sé e degli accessi on line
■ CONFIDI CAMPANIA / Il consorzio verso una più ampia rete territoriale
Cresce la richiesta di credito
Da inizio anno già 95 domande
di adesione. Ora espansione delle attività nelle regioni vicine
80.000.000
I
segnali di fiducia che provengono dall’Eurozona dimostrano che la congiuntura
internazionale sta migliorando. Lo hanno percepito anche
le aziende campane che sono
ritornate, dopo alcuni anni di
cautela, a chiedere credito alle
banche. Sta rinascendo, insomma, la voglia di investire
e di avere maggiore liquidità
per investire in progetti di
crescita.
70.000.000
60.000.000
50.000.000
40.000.000
30.000.000
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Garanzie in essere 2001/2011
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40.000.000
Giuseppe Calcagni
20.000.000l’eccezionale rila crisi economica ha rallentaLo dimostra
chiesta di adesione
da parte to l’attività.
0
2001
2002 2003
2006
2007
Con 2004
circa 2005
2.000 aziende
asdelle imprese locali
a Confidi
Regione Campania, consor- sociate e 36 convenzioni banzio di garanzia fidi attivo sul carie attive, Confidi Regione
territorio: dall’inizio dell’an- Campania è uno dei consorzi
no, sono ben 95 le aziende che fidi più dinamici del Mezzohanno chiesto di associarsi, giorno.
considerandola un’opportuni- Sotto la guida di Giuseptà per superare la stretta cre- pe Calcagni (presidente del
ditizia, soprattutto da quando gruppo alimentare Besana),
il Consorzio sta lavorando a
operazioni di respiro strategi2008
2010 la2011
co, per2009
potenziare
base associativa ed espandere la rete
territoriale. La recente fusione con Confidi Salerno avalla
questo programma e risponde alla logica dell’accorpamento dei consorzi auspicata
dagli analisti per far fronte
al credit crunch. “Per cresce-
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
Banche & Finanza
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■ BANCA GIUSEPPE TONIOLO / Attivo dal 1895, l’Istituto di Credito Cooperativo, sede di San Cataldo, è intitolato all’economista proclamato beato l’anno scorso
Radici profonde nel territorio per alimentare la crescita
Una base sociale valida e convinta, un Cda saggio e competente, un presidente di valore e personale formato professionalmente
I
l credito cooperativo non è
solo un insieme di strutture bancarie. È un sistema forte, integrato, che vive di e per
la propria clientela. Che ha
nella profonda conoscenza
del suo territorio d’elezione
il punto di forza. Ogni Bcc
ha una sua specificità, e tutte insieme concorrono a far
crescere l’economia del Paese
e il benessere dei soci. Inserita in questo ampio contesto
di filosofia di vita è anche la
Bcc G. Toniolo di San Cataldo, il più grande istituto di
credito cooperativo della Sicilia, attiva ben dal 1895. Nel
1938 l’allora Cassa Rurale di
Prestiti di San Cataldo venne trasformata, con decreto regio, in Cassa Rurale ed
Artigiana. L’allora presidente
della Cassa, l’avvocato Arcangelo Cammarata, amico
del cardinale Montini, futuro
Paolo VI, e vicino agli ambienti nazionali della Fuci,
decise di rendere omaggio a
uno dei protagonisti del cattolicesimo italiano, Giuseppe
Toniolo, intitolandogli l’istituto.
Il beato Giuseppe Toniolo
Il presidente
Salvatore
Saporito
La banca, che ha nel territorio
siciliano il suo raggio d’azione, impegnata quotidianamente a sostenerne gli aspetti
culturali, sociali ed economici, oggi conta 20 sportelli tra
le province di Trapani, Palermo e Caltanissetta oltre 435
milioni di impieghi, una raccolta diretta superiore ai 750
milioni, una patrimonializzazione di un centinaio di milioni, 107 dipendenti e oltre
700 soci. Numeri significativi,
frutto di un’intensa attività di
ascolto e servizio che si è trasformata nella fiducia che da
più di un secolo le persone le
accordano.
Per far sì che la banca sia
sempre all’altezza delle richieste dei clienti, i dipendenti
vengono accompagnati in un
costante percorso formativo.
Non solo: il rapporto che si
La sede della Banca di Credito Cooperativo “G.Toniolo”,
sede di San Cataldo
Il direttore
Tommaso
Falzone
È il territorio a godere i frutti della banca
Il presidente Saporito “Esaltiamo l’uomo e lo sottraiamo dalla condizione
umiliante di totale dipendenza dai meccanismi economico-sociali”
L
a Bcc di San Cataldo ha costruito nei decenni una rete di opere che hanno supportato
il territorio siciliano. Per esempio, nel 1911 la
banca acquista una notevole quantità di terreno per costruirvi l’istituto “M. Ausiliatrice” che,
una volta completato, nel 1927, viene dato in comodato d’uso (e lo è tuttora) alle suore salesiane, che possono così iniziare un’intensa attività
educativa (scuola elementare, media e istituto
magistrale), offrendo un contributo importante
in termini di crescita culturale.
Seconda impresa in ordine di tempo è quella del 1933, quando la banca commissiona la
costruzione di un grande silos, all’interno del
quale gli agricoltori possono depositare il grano
e percepire un acconto per far fronte alle spese
più urgenti. È sempre la “Toniolo” a introdurre
a San Cataldo i fertilizzanti chimici, rendendo
possibile il raddoppio dei prodotti della terra.
Nell’immediato secondo dopoguerra, inoltre,
l’istituto favorisce la prima affittanza collettiva
degli agricoltori e poi la costruzione della piccola
proprietà contadina. Come si vede non parole,
ma fatti concreti.
Più recentemente - siamo arrivati nel 1983 - nasce a San Cataldo, sostenuto dalla banca, il Cen-
tro studi sulla cooperazione “Arcangelo Cammarata”, diretto da monsignor Cataldo Naro (poi
arcivescovo di Monreale), per promuovere studi
sul movimento cooperativo (oggi conta 10 collane e circa 200 titoli) e costituire un archivio
storico del movimento cooperativo.
Costantemente progettuale, la Banca ha avviato
la costruzione di un moderno auditorium che
una volta completato potrà ospitare fino a 500
posti a sedere.
La presenza della banca è costante in tutti gli
aspetti della vita dei suoi soci e non solo: ci sono
l’impegno sociale, l’appoggio economico, il sostegno collettivo. Quella della Bcc di San Cataldo
è una porta che non si chiude mai di fronte a
nessuno. Commenta il presidente Salvatore Saporito: “Come accadeva in passato, ancora oggi
accedono alla Toniolo persone che non troverebbero accoglienza presso altri grossi istituti bancari. Conformemente alla storia del movimento cooperativo - conclude Saporito - la nostra
finalità non è esclusivamente economica, bensì
tende principalmente all’esaltazione dell’uomo nel tentativo di sottrarlo a ogni condizione
umiliante di totale dipendenza dai meccanismi
economico-sociali”.
La banca fondata dai preti per aiutare tutti
Q
crea con il singolo cliente è
improntato alla trasparenza,
sia di forma che di sostanza. Come spiega il direttore
Tommaso Falzone: “Adottare la cultura della legalità
significa oggi soprattutto
collaborazione attiva con le
istituzioni nella lotta al riciclaggio”. Negli ultimi anni la
banca si è strutturata in modo
efficiente dal punto di vista
dell’organizzazione interna,
e oggi può contare su: “una
base sociale valida e convinta,
un consiglio di amministrazione che opera con grande
saggezza e competenza, e l’indiscusso ruolo del presidente,
Salvatore Saporito”.
Questo movimento armonico
di competenze e professionalità non fa che muoversi
nel solco della tradizione. Da
sempre la Bcc G. Toniolo di
San Cataldo è conosciuta per
il suo impegno nei confronti
della promozione delle persone delle comunità del territorio siciliano. Tutto nasce (vedi riquadro a destra) dall’idea
di un gruppo di sacerdoti e
laici cattolici siciliani. Tra
questi, monsignor Carletta,
don Alberto Vassallo, poi
Nunzio apostolico a Mona-
uando a proteggere e vegliare sulle sorti di una banca
c’è un grande economista, nonché beato, significa che
anche la banca vive e respira un’aria di grandezza, solidità
e serietà allo stesso tempo. La banca sancataldese porta il
nome del grande economista Giuseppe Toniolo, che il papa
emerito Benedetto XVI lo scorso anno ha proclamato beato
nella basilica romana di San Paolo Fuori le Mura.
Toniolo, una delle figure di riferimento del cattolicesimo impegnato nella vita sociale ed economica del nostro Paese, a
cavallo tra Ottocento e Novecento fu esponente di quel movimento cattolico che, all’indomani dell’enciclica di Leone XIII,
Rerum Novarum, portò alla nascita delle casse rurali.
La Bcc di San Cataldo venne dedicata a Toniolo a partire dal
1937, per volere dell’allora presidente Arcangelo Cammarata. Va qui ricordato, con le parole del presidente onorario
Gaetano Saporito che: “La banca, fondata nel 1895 da un
gruppo di preti sociali illuminati, è stata la prima ad aprire i
battenti in diocesi e una delle primissime in Sicilia”.
C’è un importante filo rosso che lega Toniolo e la Bcc sicilana.
Sia nella personalità dell’economista, che nella quotidianità
della banca, forte è l’impegno economico e sociale. Per la Bcc,
infatti, al centro dell’agire, e del progetto anche della banca, c’è l’uomo. Il suo bene e quello della comunità si saldano.
Non allontanarsi da questi elementi costitutivi e vocazionali
significa, per la cooperativa e per l’intero movimento cooperativo, rispettare e mantenere gli elementi costitutivi e di
tradizione che li contraddistinguono. La mission è tanto più
forte e importante, proprio perché si sta vivendo un momento impegnativo, di forte crisi e di dubbi e incertezze sociali.
In questo tempo storico, la banca: “Va incontro al cliente e
gli offre un sostegno sicuro e continuo. Come? Continuando
a erogare credito a famiglie e imprese, ampliando, rispetto
all’accordo Abi, i casi di sospensione totale o parziale delle rate di mutuo delle famiglie e delle imprese in difficoltà”.
Ecco perché la Bcc G. Toniolo è un concreto punto di riferimento.
co di Baviera e a Bruxelles,
monsignor Cammarata e il
giovane notaio Luigi Fascianella. Sin da subito, la banca
imprime il coraggio al suo
agire, adoperandosi per arginare il dilagante strozzinag-
gio degli usurari, sostenendo
le categorie sociali più deboli
e agevolando la crescita morale, civile, religiosa e cultura della collettività locale. E
l’impegno è oggi ugualmente
costante e sentito.
4 Banche & Finanza
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
■ BANCA DEI DUE MARI DI CALABRIA / Nel festeggiare un secolo di storia, il Cda si è impegnato in attività di risanamento e rilancio dell’istituto
I primi cento anni di una banca che privilegia l’etica
Propone prodotti differenziati non solo per l’industria, ma anche per artigiani e commercianti, donne, giovani e anziani
Q
uello che si è da poco
concluso è stato un anno importante per la Banca
dei Due Mari di Calabria,
perché ha festeggiato i cento
anni della sua storia. Un secolo fa il parroco Santo Paolo, insieme con tredici agricoltori, tre artigiani e cinque
piccoli proprietari terrieri,
diede vita alla società cooperativa denominata Cassa Rurale Cattolica di Terranova da
Sibari che, negli anni, con le
adesioni della Cassa di Corigliano, l’incorporazione della
Cassa di Fagnano e per ultimo la fusione con Villapiana,
ha dato luogo all’attuale Banca dei due Mari di Calabria.
In questi 100 anni essa è stata
una risorsa per il territorio, e
così vuole continuare a essere
per altri 100 ancora.
Numerose le iniziative poste
in essere negli ultimi tempi
dall’attuale Consiglio di amministrazione, che sta operando con grande determinazione per il risanamento
e il rilancio della Banca, in
maniera da restituirle quel
ruolo centrale per lo sviluppo
del territorio che rappresenta la sua vocazione naturale.
Tra gli eventi, va ricordato
il convegno che si è svolto a
Paola, con la partecipazione
di apprezzati economisti, sul
tema “Il rilancio economico,
sociale ed etico del territorio:
la sfida del modello cooperativo”. La prima edizione della
fiera del credito cooperativo
italiano ha costituito di fatto
il primo mattone - e molto
consistente -, di quello che
potrà essere la vera unione
del credito cooperativo. E si è
trattato di un inizio già molto
significativo, che ha richiamato alle ragioni ispiratrici
di fondo del movimento. Proprio inaugurando quella fiera, a Corigliano, il presidente
della Due Mari, Francesco
Lopez, ha detto: “La tradizione cattolica, che ha segnato le
radici del movimento cooperativo, ancora oggi sollecita
tutto il mondo della finanza
a ritrovare la vocazione di
servizio e di sostegno all’economia di un territorio. La difficile congiuntura economica
che viviamo vede una finanza
senza etica e senza regole: è
uno dei punti critici sui quali riflettere, per ridare alla
politica e alla società civile
la forza di essere garanti dei
valori di giustizia, equità e at-
Sede della filiale di Guardia Piemontese
tenzione alle fasce più deboli.
Benedetto XVI, nell’enciclica
‘Caritas in veritate’ ha denunciato il fatto che una finanza
senza Dio, e che non tiene
conto della dignità umana, ha causato l’attuale crisi
mondiale, responsabile, a sua
volta, di aver accresciuto le
disuguaglianze sociali, le po-
vertà estreme, il dramma del
lavoro precario. Senza un tessuto di valori fondamentali
condivisi, l’economia non ha
futuro. Noi, che come movimento del credito cooperativo, siamo la vera banca etica. E, come recita l’art. 5 del
nostro statuto, agiamo senza
scopo di lucro, dobbiamo far-
ci carico ed essere volano per
la costruzione di una società
e di una finanza più giusta,
capace di avere l’uomo, e non
il profitto senza limiti, come
motivazione del nostro essere
e del nostro agire”.
La sede legale della banca è
situata a Terranova da Sibari,
mentre la sede amministrati-
va è a Villapiana. La banca ha
filiali a Terranova da Sibari,
Corigliano Calabro Scalo,
Schiavonea, Cantinella, Fagnano Castello, San Marco
Argentano Scalo, Fuscaldo,
Rossano, Villapiana, Castrovillari, Trebisacce, Guardia
Piemontese.
I vari prodotti che vengono
offerti sono concepiti e articolati appositamente per
venire incontro alle esigenze
della realtà imprenditoriale, commerciale e umana di
riferimento, con proposte
specifiche rivolte ad artigiani e commercianti, a liberi
professionisti e imprenditori
agrari, ma anche a donne,
giovani, anziani. Nella linea
di una banca che vuole accompagnare i cittadini sostenendoli in tutte le fasi cruciali della loro esistenza.
La Banca dei Due Mari di
Calabria unisce, insomma,
la bellezza dei territori situati tra lo Ionio e il Tirreno,
all’ingegno dei loro abitanti.
Conoscere questa terra, esserne parte vivente vuol dire
saper operare per valorizzarne le risorse e trasformarne i
sogni in realizzazioni, le potenzialità in ricchezza.
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
Banche & Finanza
■ BCC SAN GIOVANNI ROTONDO / Si distingue da sempre per le sue doti di solidità, innovazione e radicamento sul territorio
Una realtà in costante espansione
Tra i successi più recenti, l’apertura di una filiale a San Severo e la nomination all’Oscar di Bilancio
S
olidità, affidabilità, innovazione e radicamento
sul territorio della Provincia
di Foggia. È questa la formula che ha permesso alla Banca di Credito Cooperativo
di San Giovanni Rotondo di
registrare un trend positivo
malgrado il difficile scenario
economico attuale e di essere
premiata con la nomination
all’Oscar di Bilancio presso la Sala Borsa di Milano.
Estremamente positivi i numeri: il bilancio intermedio
approvato dal Consiglio di
amministrazione il 30 giu-
gno 2012 aveva già presentato risultati molto positivi,
con un’importante crescita
rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente. Anche
i dati di chiusura dell’anno
2012 registrano tutti un segno più. La raccolta diretta
ha segnato un +7,50%, passando da 299 milioni di euro
a 322 milioni. Continua la
crescita degli impieghi che
segnano un +9,7% rispetto a
dicembre 2011, 273 milioni
di euro contro i 249 milioni.
Sono invece in fase di definizione i dati relativi al conto
La nuova filiale di San Severo della Bcc
Chiesa di
San Pio a
San Giovanni
Rotondo
economico dell’esercizio 2012
che dovrebbero esprimere valori di ulteriore e interessante
consolidamento della redditività dell’istituto e conseguente patrimonializzazione.
“A inizio anno abbiamo avviato il progetto ‘Una mano per la ripresa’, abbiamo
ascoltato le famiglie e gli
operatori economici, nostri
soci e clienti, abbiamo attuato una serie di interventi
al fine di mitigare gli attesi
impatti negativi della crisi
economica” sottolinea con
soddisfazione il presidente
della Bcc Giuseppe Palladino. “La verifica di metà anno
dimostra che il credito cooperativo è lo strumento finanziario vincente per il sostegno dell’economia locale.
Modello che stiamo trasferendo anche in altri comuni
della provincia”.
I frutti raccolti arrivano anche da un processo di rinnovamento aziendale che
prosegue attraverso tappe
significative.
Fra queste l’inaugurazione
della filiale di Foggia, trasferitasi in Viale Manfredi presso Palazzo Amgas e
l’apertura della filiale di San
Severo, la nona per l’Istituto
garganico.
“Per tutti noi è importante
migliorare i servizi e rafforzare la nostra visibilità in
tutto il territorio dove operiamo” afferma Palladino,
“Questa la sfida della nostra
banca: vogliamo migliorare
e crescere, a Foggia, con il
trasferimento della filiale, e
a San Severo con l’apertura
della nuova filiale”.
“L’apertura della nuova filiale costituisce un ulteriore
importante tassello del nostro progetto di sviluppo e di
espansione territoriale; stiamo facendo rilevanti investimenti sulle strutture, la tecnologia, la comunicazione,
le risorse umane e la formazione” aggiunge il direttore
Augusto de Benedictis.
Se si lavora bene, del resto,
arrivano i risultati e gli apprezzamenti. In tal senso,
la Bcc di San Giovanni Rotondo è salita sul prestigioso
podio dell’Oscar di Bilancio
rientrando tra le tre finaliste
nella sezione medie e piccole
impresse bancarie non quotate. Il premio è promosso
dalla Ferpi, e la cerimonia
si è svolta a Milano presso
la sede della Borsa italiana
lo scorso dicembre. Significativa la motivazione della
giuria: “Bilancio completo,
facilmente fruibile anche
sul sito Internet, in cui vengono confrontati i risultati
con quelli delle altre banche, per fornire un quadro
completo e di raffronto del
proprio operato. Esemplare
l’applicazione delle tecniche
della ‘metrica mutualistica’
per rilevare e monitorare indicatori di performance che
consentono di misurare la
capacità di produrre valore
sociale, economico, etico e
ambientale per il territorio e
l’azienda, e per definire strategie politiche future.”
“Lo strumento della ‘metrica
mutualistica’ è un modo per
raccontare il nostro impegno nel favorire la crescita
del territorio” conclude il
presidente Palladino. “Impegno che continuerà come
sempre, così come il nostro
modo di fare banca. Efficienza e territorialità: è questa la
nostra missione”.
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Garantire un alto livello di efficienza e di affidabilità
su tutte le attività di supporto: dalla gestione degli
incassi alle funzioni di reportistica e rendicontazione, sino alla gestione e alla trasmissione dei dati e
dei flussi di scambio con i sistemi informativi e contabili delle aziende committenti. Fides si occupa di
servizi per la tutela del credito dal 1995. I servizi offerti al cliente, dunque, sono frutto di un’esperienza
ultradecennale nonché degli obiettivi dell’azienda,
orientati a fornire alti standard in termini di percentuali di successo e di qualità dei servizi erogati. In
questo contesto, viene dato particolare rilievo alla
salvaguardia del rapporto delle società committenti
con i loro clienti affidati a Fides.
La sua sede legale e operativa è in Viale Regina
Margherita 8/A, a Catania.
Le filiali presenti sul territori sono a Prato in Via Modigliani 7 e a Napoli al centro direzionale Is. F3.
Tanti i punti di forza dell’azienda.
In primis la struttura dedicata al recupero telefonico (Phone Collection) con due caratteristiche:
•
l’orientamento ad ottimizzare performance e
gestione del lavoro
•
la precisa volontà di garantire la massima continuità con gli standard di contatto e di gestione impostati dal committente.
Fra gli altri, due sono gli strumenti utilizzati: il controllo dal punto di vista quantitativo orientato alla
verifica delle performance di recupero secondo gli
obiettivi indicati dal committente. Il secondo, qualitativo, è indirizzato verso il controllo e la verifica dei
fl ussi di lavoro e delle azioni svolte dal team o da
ogni singolo collaboratore. La seconda tipologia di
servizio offerto è l’attività di Home Collection ovvero il servizio di recupero domiciliare svolto sul campo, a diretto contatto con i clienti dei committenti.
Essa richiede competenze e preparazione specifi che nonché persone selezionate per serietà ed af-
5
fidabilità. Gli agenti di Fides presenti sul territorio
costituiscono una risorsa preziosa e una componente importante della squadra. Ad essi vengono
affiancati i responsabili di area, con il compito di
supportarli dal punto di vista operativo, monitorando costantemente il livello di qualità e performance
raggiunte.
Fides cerca di fornire ai propri collaboratori gli
strumenti che possano metterli nelle condizioni di
massimizzare la propria efficienza e, al contempo, concentrare sull’azienda la propria attività. I
software gestionali e di collection utilizzati da Fides
sono interamente sviluppati “in house”: ciò rende
più semplice e sicura la personalizzazione delle
procedure, della reportistica e dei flussi dati secondo le esigenze e le indicazioni del committente.
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gestione e recupero crediti.
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6 Banche & Finanza
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
■ ORDINE DEGLI INGEGNERI NAPOLI / Il Partenariato pubblico privato (Ppp): strumento indispensabile. Però criticità da risolvere
Tutto bene, ma dubbi su tariffe e finanziamenti
La Pa trasferisce ai privati l’attuazione di progetti o servizi. Esposito “Però serve coerenza documentale”
C
on il Partenariato pubblico privato (Ppp) la Pubblica amministrazione affida
ai privati, sulla base di uno
specifico contratto stipulato
a seguito di una procedura a
evidenza pubblica, l’attuazione di un progetto per la realizzazione di opere pubbliche
o di pubblica utilità e per la
gestione del relativo servizio.
In questo modo, sono assicurati livelli adeguati di qualità
di vita ai cittadini.
Dunque, uno strumento ormai indispensabile, ma che
nella sua concreta applicazione non manca di criticità,
come spiegano all’Ordine degli ingegneri di Napoli e provincia, impegnato su questo
fronte proprio per trovare soluzioni e superare gli ostacoli.
“Si tratta di criticità note, in
tutte le fasi”, dice il tesoriere
Giovanni Esposito. “In quella
programmatoria, ad esempio
per la mancata sostenibilità
finanziaria delle tariffe del
servizio da parte dell’utenza e
la scarsa conoscenza del Partenariato pubblico privato.
In quella progettuale, invece,
poiché il servizio richiesto
non è compiutamente definito in termini di output e
livelli qualitativi a garanzia di
un’erogazione efficace e verificabile dei servizi nel lungo
periodo. Ci sono problemi
pure nella fase aggiudicativa.
In questo caso esempi sono la
ridotta capitalizzazione delle imprese, l’elevato rischio
amministrativo e i costi di
aggiudicazione per il privato.
Infine, non mancano all’appello quella realizzativa, per
via della bancabilità non concessa e dell’uso sproporzionato di ricorsi amministrativi,
nonché quella gestionale,
per la mancanza della cultura di erogazione del servizio
al cliente/utilizzatore con un
livello di servizio erogato
che incontri il gradimento
dell’utenza”.
Insomma, alla base di tutto
si intravedono l’asimmetria
informativa tra Pa, operatori
privati e istituti finanziatori e
l’assenza di una cultura di governance dell’intero iter.
In proposito, il presidente
Luigi Vinci afferma “Vi è pertanto la necessità di avviare a
beneficio dei soggetti pubblici e privati, un processo culturale capace di creare conoscenza dei diversi strumenti
di Ppp e introdurre metodo-
Da sinistra:
il presidente
dell’Ordine
degli
ingegneri,
Luigi Vinci e
il tesoriere
Giovanni
Esposito
logie di lavoro adatte a rendere possibili il loro utilizzo”.
Così potrebbe svilupparsi un
‘mercato delle competenze’ in
tema di finanza di progetto e
Ppp, sia dal lato della domanda che dal lato dell’offerta.
“Di recente”, continua Vinci,
“è stata approntata una nuova
Specifica tecnica predisposta
da Uni TS 11453, Linee guida per l’iter di finanziamento delle costruzioni, alla cui
stesura ha partecipato anche
il Consiglio nazionale degli
ingegneri. Essa introduce
criteri e parametri oggettivi
con i quali è possibile fornire
le giuste garanzie agli istituti di credito sulla regolarità
dell’andamento del progetto, agevolando il dialogo tra
banche e impresa, assicurando agli enti pubblici costi,
tempi certi e tracciabilità dei
pagamenti dei sub appalti”.
La specifica tecnica trova
naturale applicazione in tutte quelle opere soggette a finanziamenti o garanzie per
le quali vi è la necessità di
produrre documenti di cui
occorra verificare univocità
e coerenza informativa. In
particolare, la specifica tecnica sposta l’attenzione dal
“soggetto” investitore all’“oggetto”: ovvero al progetto
dell’opera o del servizio da re-
alizzare e alla sua capacità di
autofinanziamento, in linea
con gli strumenti della finanza di progetto e del Ppp.
Gli Ordini provinciali degli
ingegneri di Catania, Milano,
Napoli e Torino hanno scelto di proporre l’applicazione
pratica della norma Uni TS
11453, quale strumento capace di rispondere alle esigenze
applicative del Ppp tramite
l’applicazione di un rigoroso processo di riferimento.
Quattro i convegni divulgativi per presentare nei dettagli la specifica tecnica: due
si sono svolti a Catania e a
Milano, il terzo sarà a Napoli
(18 aprile), il quarto a Torino
(maggio-giugno).
“In più”, aggiunge il tesoriere
Esposito, “l’Ordine di Napoli ha costituito una struttura, senza fini di lucro, di
coordinamento fra le forze
imprenditoriali, finanziarie
e professionali, interessate
allo sviluppo della finanza
di progetto e del Ppp”. È l’associazione per la Finanza di
progetto che ha visto l’adesione dei soggetti associativi
che rappresentano una larga
fetta del partenariato privato e pubblico. Tra le finalità
spicca quella di voler contribuire al rafforzamento della
capacità della pubblica amministrazione di identificare
e risolvere i problemi di implementazione dei progetti.
In tale scenario l’associazione
ha proposto alla Pa un proprio gratuito coinvolgimento
integrato e a lungo termine,
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Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
Banche & Finanza
■ BCC / La Banca di Credito Cooperativo della Valle del Fitalia di Longi, nata nel 1978, conta oggi 5 Agenzie e 500 soci
Un valore economico e sociale per la comunità
Tra i vari ruoli della banca c’è anche quello di strutturare percorsi di formazione e di business per le Pmi
L
a Banca di Credito Cooperativo della Valle del
Fitalia di Longi nasce nel
1978 all’interno della grande
famiglia Bcc e, al pari degli
altri Istituti di Credito Cooperativo, si caratterizza non
solo per la capacità di esercitare una funzione creditizia
a tutto tondo, ma anche per
quella di creare una sinergia tra obiettivi economici e
obiettivi sociali, con particolare attenzione alle persone
e alla promozione dello sviluppo locale. Se i capisaldi
del credito cooperativo sono
proprio cooperazione, mutualità e localismo, la Banca
di Credito Cooperativo della
Valle del Fitalia di Longi raduna perfettamente in sé questi valori, che si concretizzano
in un impegno costante nel
soddisfare i bisogni finanziari dei propri soci e clienti e
nel creare valore economico,
sociale e culturale a beneficio dei soci e della comunità
locale. Il forte radicamento
nel territorio, l’attenzione al
localismo e allo sviluppo delle
piccole e medie imprese nonché la profonda conoscenza
della clientela fanno di questa banca nel cuore del Parco
dei Nebrodi un patrimonio di
tutte le comunità che ne ospitano le Agenzie.
Fondata oltre 30 anni fa dal
ragioniere Antonino Russo
che, motivato dal desiderio
di costruire qualcosa di importante per il paese di Longi
spinse un gruppo di persone ad associarsi attraverso il
modello cooperativo per dare vita alla prima banca sui
Nebrodi, la Bcc è cresciuta
nel tempo in modo significativo e rappresenta oggi un
punto fermo e autorevole per
l’economia di gran parte del
territorio della Valle del Fitalia e del comprensorio dei
Nebrodi.
Conta 5 Agenzie, compresa
la sede sociale a Longi, 16 dipendenti e 500 soci, abbraccia
le principali comunità Nebroidee: Alcara Li Fusi, Frazzanò, Galati Mamertino e San
Marco d’Alunzio.
Da anni ormai, l’Istituto di
Credito rappresenta non solo il punto di riferimento finanziario ed economico del
territorio, ma anche, grazie al
grande impegno dell’attuale
presidente Luigi Fabio e del
direttore generale Adele Machì, un punto di riferimento
sociale e culturale, attraverso
diverse attività di promozione di iniziative e organizzazione eventi, tutte volte alla
valorizzazione e allo sviluppo
socio-culturale, oltre che economico, delle comunità locali, incarnando così lo spirito
fondante del Credito Cooperativo.
La sede sociale di Longi sorge
in una location d’eccezione,
all’interno di un castello medioevale che è stato il primo
nucleo abitativo del paese, e
nei confini del parco regionale dei Nebrodi, equidistante
dalle numerose attrattive turistiche della zona.
“La posizione strategica ci
pone nella condizione di
sfruttare le nuove istanze che
da questo tipo di economia,
prevalentemente
turistica,
Il presidente
Luigi Fabio
Il direttore
generale
Adele Machì
proverranno - afferma il presidente Fabio -. Non da meno,
la banca svolge un ruolo di
consulenza nei confronti delle micro-imprese presenti sul
territorio, che è un territorio
marginale, isolato, abbandonato dalla politica locale e regionale. Ad esempio, la zona
si caratterizza per un prodotto tipico di eccellenza, quale il
suino nero, che viene utilizzato per la produzione di un
prosciutto molto pregiato e
particolare: si tratta di piccole produzioni artigianali che
dovrebbero essere valorizzate.
Creare opportunità di lavoro
significa contribuire a contrastare il fenomeno di migrazione verso la zona costiera se
non verso il nord Italia”.
Non da meno, la Sicilia è oggetto di un programma europeo per il quinquennio 20072013 che prevede fondi - per il
momento bloccati - stanziati
attraverso la Regione per la
crescita economica e sociale
del territorio.
“La difficoltà nei confronti
dell’utilizzo di questi finanziamenti è legata al fatto che
nella nostra Regione manca la
formazione - spiega Fabio -.
Molto spesso le aziende si
trovano nell’impossibilità di
accedere a tali fondi perché
incapaci di realizzare un business plan. La nostra banca
si assume dunque il ruolo di
strutturare percorsi di formazione per spiegare alle piccole
e medie imprese come avere
accesso ai finanziamenti, così
da poter allargare la propria
attività da livello locale a livel-
7
lo regionale”. L’impegno della
Banca di Credito Cooperativo
della Valle del Fitalia di Longi
si affaccia però su più fronti,
portando avanti, ad esempio,
progetti di formazione lavoro.
“Dal 2007, offriamo ai figli
dei nostri soci la possibilità di
svolgere uno stage formativo
remunerato di sei mesi presso
la Banca - continua il presidente -. Si tratta di una iniziativa che dà l’opportunità ai
giovani del comprensorio di
misurarsi direttamente con il
lavoro in Banca, costituendo
non solo un momento di formazione in ambito bancario,
ma una vera e propria esperienza di lavoro per il proprio
curriculum”.
Sempre nell’ambito della formazione, un’iniziativa di cui
la banca si è fatta promotrice
attiva, in collaborazione con
il locale Istituto Comprensivo
di istruzione Primaria e Secondaria, è l’English Camp:
corso estivo di inglese che si
avvale dell’esperienza e della
competenza di professori madrelingua, destinato ai figli di
soci delle scuole secondarie di
primo grado.
Sempre in ambito scolastico,
durante il 2012, la banca ha
realizzato un progetto per la
promozione della cultura al
risparmio rivolto agli alunni
delle scuole primarie e secondarie. L’iniziativa - che passa
sotto il nome de “La Banca
dell’Arcobaleno” e che ha
previsto una serie di incontri
formativi/informativi tra i ragazzi delle scuole primarie e
secondarie del comprensorio
Nebroideo ed alcuni esponenti aziendali - ha avuto come principale obiettivo quello di sensibilizzare le giovani
generazioni all’importanza
del risparmio e alla coscienziosa gestione delle proprie
risorse.
Oltre all’ambito formativo,
la Banca di Credito Cooperativo della Valle del Fitalia
di Longi ha offerto il proprio
contributo in termini di risorse economiche e logistiche
anche alla cultura, ospitando
in diverse occasioni, presso i
suggestivi locali della propria
sede convegni, conferenze e
workgroup, sulla storia locale, sulla promozione turistica
e letteraria del territorio, sulla
valorizzazione naturalistica.
Conti correnti agevolati per giovani studenti e anziani
Vista dall’alto
del comune
di Longi,
sede sociale
della banca e
foto di gruppo di
alcuni dipendenti
Tra i prodotti finanziari figurano l’accesso al credito a tassi agevolati per i
soci, condizioni particolari sui depositi, conti speciali per i pensionati
A
nche nell’ambito specificatamente bancario, la Banca di Credito Cooperativo della
Valle del Fitalia di Longi non
perde mai di vista la propria
mission, facendo della costante
attenzione al socio e al territorio i principi base sui quali
orientare la propria offerta di
prodotti.
“Ci stanno particolarmente
a cuore le agevolazioni per
chi vuole investire nello studio - afferma Luigi Fabio - e
per questo motivo disponiamo
di conti correnti agevolati per
giovani studenti”. Tra i prodotti finanziari figurano l’accesso
al credito a tassi agevolati per
i soci, condizioni di remunerazione particolari sui depositi,
conti speciali per i pensionati,
e il nuovissimo conto Internet
veloce, riservato attualmente,
perché in fase di test, ai soli soci dell’Agenzia di Longi,
che offre, a condizioni più che
vantaggiose, una connessione
a Internet veloce compresa nel
canone mensile oltre a tutti i
servizi legati al conto corrente.
Nell’attuale scenario econo-
mico e politico nazionale, e
siciliano in particolar modo,
alla luce delle sempre crescenti
difficoltà che le piccole comunità montane si trovano giornalmente a dover affrontare, la
Banca di Credito Cooperativo
della Valle del Fitalia di Longi
rappresenta una realtà cruciale per il proprio territorio
e insieme un patrimonio da
preservare con esso, perché costituisce nel contempo l’attuale
forza per lo sviluppo e la progettualità nonché il futuro di
territorio stesso.
8 Banche & Finanza
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
■ BCC TERRA D’OTRANTO / L’unica presente sulle piazze di Lecce, Carmiano, Melendugno, Borgagne e Monteroni
È “responsabile” la banca che guarda al futuro
Aperta di recente la seconda filiale a Lecce, per presidiare un bacino d’utenza di oltre 100.000 abitanti
S
toricamente il Salento è
stato il territorio italiano
a maggiore concentrazione di
banche locali.
Si trattava di banche detenute
spesso da un’unica famiglia
che aveva investito nel settore
bancario i proventi derivanti
dal latifondo e, in alcuni casi, da fortunate attività commerciali. Ne ricordiamo solo
alcune: Banca del Salento,
Banca Leuzzi e Megha, Banca Arditi Galati, Banca Tamborrino Sangiovanni, Banca
Tamborrino, Banca Agricola
Salentina. A fianco di queste
realtà familiari, nel Salento vi
è stata una radicata tradizione di banche popolari: Banca
Popolare di Lecce, Credito
Popolare Salentino, Banca
Popolare Sud Puglia.
Questi istituti di credito
avevano tutte un’operatività
concentrata a livello esclusivamente provinciale e il loro
numero consentiva un notevole livello di concorrenza.
Nel periodo che va dalla metà
La nuova filiale a Lecce della Bcc di Terra d’Otranto
degli anni Novanta alla metà
degli anni Duemila, il fenomeno della concentrazione
in pochi player dell’intero
mercato finanziario nazionale, ha provocato una radicale
trasformazione del sistema
bancario.
Oggi, dopo quello tsunami,
nel Salento non ha più sede
alcuna banca privata, mentre
sono sopravvissute solo una
popolare e due Bcc. I grandi
gruppi nazionali, stretti dalla
situazione economica e da feroci piani di ristrutturazione,
stanno radicalmente riorganizzando la propria presenza
sul territorio salentino attraverso la chiusura di un rilevante numero di filiali.
In questo panorama non
esaltante, si inserisce la positiva realtà della Banca di
Credito Cooperativo di Terra
d’Otranto Sc. Nata nel 1957
come Cassa Rurale e Artigiana di Carmiano (dinamico
centro agricolo alle porte di
Lecce), nel 1995 assume l’attuale denominazione di Bcc
di Terra d’Otranto, a seguito
della fusione tra il Credito
Cooperativo di Carmiano e il
Credito Cooperativo di Melendugno e Borgagne. Succes-
Da sinistra:
Dino
Mazzotta
e Italo Potì,
presidente
e vice
presidente
di Bcc Terra
d’Otranto
sivamente vengono aperte le
filiali di Otranto e Lecce, in
cui viene fissata anche la sede
amministrativa.
Tra la fine degli anni Novanta
e i primi del Duemila, mentre
la sua base sociale si allarga,
la Banca continua una politica di sviluppo senza dimenticare la solidarietà sociale e
l’impegno nei confronti della
realtà locale: vengono erogate borse e prestiti di studio,
finanziamenti per l’acquisto
di computer, pacchetti inno-
vativi creati appositamente
per famiglie, pensionati e
imprese; si finanziano servizi socio-sanitari, per la cooperazione internazionale,
l’ambiente e la promozione
culturale e sportiva. Oggi la
Terra d’Otranto, con il suo
patrimonio di banca “differente per forza”, è l’unica Bcc
presente sulle piazze di Lecce,
Carmiano, Melendugno, Borgagne e Monteroni.
Di recente è stata aperta la
seconda filiale Bcc nel ca-
poluogo salentino per essere maggiormente presente
in una città che conta oltre
100.000 abitanti e costituisce
quindi un bacino di sviluppo
prospettico estremamente interessante.
A guidare questa esemplare
realtà di credito locale, i soci
hanno chiamato un giovane
e preparato presidente, Dino
Mazzotta, e un veterano della
storia del credito cooperativo,
Italo Potì, quale vice presidente; un mix estremamente
fecondo di esperienza e visione prospettica, all’interno di
un percorso vecchio di oltre
mezzo secolo di storia.
“Ferme restando le nostre
radici nei territori di storica
presenza, è giunto il momento di guardare con maggior
attenzione a realtà territoriali
di più ampio respiro, che rappresentano quelle opportunità di sviluppo che non possono essere trascurate al fine
di garantire alla nostra banca
altri cinquant’anni di sviluppo - dichiara Dino Mazzotta
-. In tale contesto, si inserisce
l’apertura della seconda filiale a Lecce, città capoluogo
del Salento, a cui riserviamo
un’attenzione particolare e
dove stiamo concentrando
tutto il nostro interesse”.
Alle radici e alla storia della
banca punta anche Italo Potì,
per il quale “una sana e corretta gestione della banca sono i presupposti per guardare
serenamente al suo futuro in
una logica di sviluppo oculato
e accorto, orientata al lungo
periodo”.
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LA TUTELA DEL CREDITO
In un mercato come quello nazionale, assetato di celerità e professionalità nella definizione e certificazione delle posizioni debitorie, voci determinanti nella redazione dei
bilanci aziendali, Credit Consulting si è proposta - sin dalla sua costituzione - di coniugare la snellezza operativa tipica di una società di recupero crediti telefonica e l’elevata
competenza di uno studio legale, specializzato nel contenzioso bancario “recuperatorio”.
Questo ambizioso obiettivo, oggi, può considerarsi raggiunto da Credit Consulting,
operante per conto di Banche e Finanziarie di rilevanza nazionale ed in grado di gestire,
nel corso del 2012, oltre 44.000 posizioni debitorie per un controvalore di circa 95 milioni di euro, così come evidenzia il suo Amministratore Unico, Dott. Nicola Ferrecchia.
Al suo successo ha sicuramente contribuito la creazione di Credit Network, di cui Credit Consulting è parte attiva e che garantisce una gestione dei crediti a 360 gradi.
L’avv. Gennaro Ferrecchia, che ne cura le relazioni esterne, precisa che trattasi di
un sodalizio di professionisti, da anni attivi nel “variegato mondo” della gestione del
credito, il cui obiettivo è quello di assicurare al cliente la piena e compiuta tutela
delle proprie ragioni creditorie. Oltre che da Credit Consulting, detto network
è composto da Credit Collection, che svolge a
attività di riscossione crediti
domiciliare, e da Credit Legal Division, ap
appendice dello Studio Legale
Ferrecchia & Silvestri (specializzato in contenzioso bancario con
particolare riguardo al recupero ccrediti), la quale garantisce
un prezioso supporto legale a
all’attività recuperatoria e di
cui è responsabile l’avv
l’avv. Massimiliano Silvestri. Le
tre strutture assistono sinergicamente i clienti nell’ambito della riscossione dei crediti
insoluti, sia in sede stragiudiziale sia in sede giudiziale, operando su scala nazionale
all’insegna della affidabilità e della tempestività.
Tornando a Credit Consulting, va evidenziato come tecnologia e professionalità siano
alla base della propria attività telefonica di recupero crediti; la stessa, infatti, grazie ad
avanzati strumenti informatici ed alla competenza di operatori costantemente impegnati
in corsi di formazione, è in grado di gestire considerevoli volumi di posizioni debitorie in
maniera “personalizzata”, ovverosia con metodologie di recupero taylor-made per ogni
diversa casistica. Sullo sfondo: rintraccio del debitore, invio di “invito ad adempiere” a
mezzo posta prioritaria, intensa attività telefonica tramite operatori altamente specializzati nel recupero crediti stragiudiziale nonchè - in caso di esito negativo - invio a mezzo
raccomandata a.r. di formale lettera di costituzione in mora, a cura e firma dello Studio
Legale Ferrecchia & Silvestri, a cui viene demandata la successiva fase stragiudiziale di
eventualità di definitivo mancato recupero, stesura da parte
recupero crediti; quindi, nell’eventualità
a relazione, sulla base della quale il cliente-creditore
di Credit Consulting di una
valuta l’opportunità di agire giudizialmente a tutela del proprio credito ovvero
o, con i conseguenti benefici fiscali.
di “girare a perdite” lo stesso,
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Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
Banche & Finanza
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Il problematico credito
alle imprese in Puglia
Da qualche giorno sono stati
diffusi da parte di Banca d’Italia i dati sul credito alle PMI nel
2012. Si tratta di dati preoccupanti perché confermano un
rallentamento dell’economia in
generale e anche della nostra
Regione. In particolare, in Puglia
l’attività industriale ha registrato
una flessione rispetto all’anno
scorso. Si è registrato, infatti, un
calo del fatturato di oltre il 50%
delle imprese prese a campione
nell’indagine condotta da Banca
d’Italia. Anche gli investimenti mostrano un calo che continuerà anche per il 2013. Infatti
il 44% delle imprese intervistate
ha dichiarato una contrazione
della spesa per investimenti.
L’attività produttiva nel settore
delle costruzioni è ulteriormente
diminuita. La causa è da ricercarsi nella riduzione di appalti
per le opere pubbliche e nella la
drastica riduzione della compravendita di immobili residenziali
(- 23.3%). Per quanto riguarda
il comparto dei servizi possiamo
evidenziare che il commercio ha
registrato una consistente flessione, mentre il turismo presenta un incremento dovuto a una
maggiore affluenza dei turisti
stranieri. Di converso i trasporti hanno subito un calo per effetto della riduzione dei traffici
portuali. Il mercato del lavoro in
Puglia, in controtendenza rispetto al Mezzogiorno, ha registrato
un aumento, seppure minimo,
anche se si tratta, fondamentalmente, di regolarizzazioni ai fini
fiscali e retributivi. La dinamica
dei prestiti bancari ha continuato a indebolirsi divenendo
negativa nel corso dell’anno. A
fronte di una riduzione dei prestiti bancari si è registrato un
calo delle erogazioni alle imprese. È pur vero che le imprese hanno ridotto loro stesse la
domanda di credito, soprattutto
nel comparto delle costruzioni.
Infatti, a fronte di una riduzione
della domanda per investimenti,
aumentano le richieste delle imprese propense a ristrutturare il
debito, mentre si riducono quelle volte a coprire il fabbisogno
legato al circolante. Il prezzo del
denaro è salito e sono diventati
sempre più rilevanti i costi accessori e le garanzie richieste. Il
flusso delle nuove sofferenze è
andato accelerando e sono aumentati sensibilmente i prestiti
classificati a incaglio. Un ulteriore peggioramento ha interessato
le posizioni caratterizzate da minore anomalia: l’incidenza delle
partite deteriorate è aumentata
dell’8%. I Consorzi Fidi, che da
sempre intercettano le imprese
accompagnandole all’accesso
al credito, hanno fatto della crisi













Andamento dei volumi di garanzia di Fidindustria Puglia
un’opportunità. Nel corso degli
ultimi anni, infatti, le imprese
che hanno scelto di utilizzare un
consorzio fidi per ottenere nuova finanza, sono sensibilmente aumentate in percentuale al
credito totale erogato alle PMI.
Questo significa principalmente che le banche riconoscono e
utilizzano la garanzia rilasciata
dai consorzi per mitigare i propri
rischi di credito, pur a determinate condizioni, e sono sempre
più numerose le imprese che
affidano a questi organismi di
garanzia l’aspetto finanziario. In
una fase in cui il sistema bancario e quello imprenditoriale faticano a parlarsi, il ruolo dei confidi è quanto mai fondamentale.
Fidindustria Puglia, un consorzio
fidi operante dal 1979 prevalentemente in ambito regionale, ha
subìto in questi ultimi cinque
anni una crescita strutturale
superando la soglia limite che
impone il passaggio a intermediario vigilato. “Ciò che spaventa nel passaggio a intermediario
vigilato”, interviene il Presidente
di Fidindustria Puglia, Vitopaolo Nitti alla guida del consorzio
dal 1995, “È la rigidità imposta
dalla normativa sulla vigilanza,
simile a quella prevista per una
banca, pur limitata nell’attività. Il
nostro consorzio, che ha in essere oltre 85 milioni di garanzie,
registra posizioni a sofferenza
fisiologiche e non ha problemi di patrimonializzazione. Ciò
principalmente perché affidiamo
aziende che vengono valutate
con un sistema di rating interno che consente di verificare la
PD a un anno. Il nostro bilancio
anche quest’anno, come negli
anni precedenti, chiuderà con
un utile in linea con quello dello
scorso anno.”
Come si colloca Fidindustria
nello scenario dei Consorzi
Fidi regionali?
“Posso affermare che siamo diventati un punto di riferimento
non solo per le PMI ma anche
per la banche. Seppure di matrice confindustriale, il nostro
portafoglio clienti ormai annovera aziende appartenenti a tutti i
settori produttivi (industria, artigianato, commercio e agricoltura). Ci posizioniamo ai vertici del
sistema non solo in Puglia ma in
tutta l’Italia meridionale con dati
di segno positivo in controtendenza rispetto alle indicazioni
che riscontriamo negli altri confidi italiani. La nostra attenzione
nel tempo non è stata limitata
alla semplice prestazione di garanzia ma abbiamo inteso assistere la clientela in un percorso
di crescita finanziaria che rappresenta il punto debole della
gestione dell’imprenditore che
si accinge a richiedere credito
bancario”.
Anche i confidi risentono della
crisi?
“È di tutta evidenza che la crisi che ha colpito l’economia in
generale ha avuto una pesante
ricaduta sul credito e sugli operatori (confidi) che si relazionano
con le banche. C’è da aggiungere che la normativa di riferimento risulta incompiuta e gli aiuti ai
confidi in forma pubblica e privata non sono caratterizzati da
una univocità di attenzione per
cui spesso determinate misure
sono affidate più alla professionalità e capacità dell’Amministratore pubblico di turno che
a una seria e ponderata politica
di misure di sostegno. La Puglia
da questo punto di vista rappresenta un’anomalia positiva nello
scenario nazionale”.
In che senso la Puglia rappresenta un’anomalia?
“Basti pensare che negli ultimi
anni la Regione Puglia ha attivato interventi in favore dei confidi
per oltre 150 milioni. Nessuna
regione italiana ha fatto altrettanto. Questo ha significato ridurre innanzitutto l’eccessiva
frammentazione dei consorzi fidi
in Puglia che ormai sono ridotti
a 4 organismi e, principalmente, ha sviluppato aiuti concreti
alle imprese che hanno potuto
e possono accedere al credito
bancario con maggiore facilità in
un momento così drammatico”.
Può parlarci più in dettaglio di
questi interventi regionali?
“Da quando sono stati stanziati i primi contributi a favore del
rafforzamento patrimoniale dei
Confidi, si è materializzata una
grande opportunità per i confidi
pugliesi e cioè quella di sostenere il credito alle aziende con
Fidindustria Puglia: Via Amendola 172/5 - 70126 Bari
Tel. 080 9643694 - Fax 080 9751681 - e-mail: [email protected]
www.fidindustria.it
Dott. Vitopaolo Nitti
Presidente Fidindustria Puglia
operazioni di consolidamento
delle passività, di patrimonializzazione e investimenti. Negli
anni successivi, e in particolare
con l’ultima misura regionale
“PO FESR 2007 – 2013 ASSE
VI - LINEA DI INTERVENTO 6.1
- AZIONE 6.1.6 – II^ tranche”,
l’attuale giunta regionale ha inteso perseguire le seguenti finalità: investimenti, riequilibrio
finanziario (attraverso la trasformazione delle linee di credito a
breve termine in linee di credito
a medio-lungo termine) e finanziamento all’attivo circolante.
Questo pacchetto complessivamente consentirà di sviluppare
500 milioni di euro di finanziamenti.
Il nostro Consorzio, che già
aveva utilizzato per intero e
per primo tra i confidi pugliesi,
le somme stanziate nella prima
tranche, è risultato aggiudicatario di oltre 11 milioni di euro che
sono già attivi ed utilizzabili dalla
imprese. La misura regionale, in
accordo con ABI, completa l’intervento con altri due altrettanto importanti misure: un fondo
di controgaranzia di 40 milioni
e tranched cover da 10 milioni.
Complessivamente svilupperà
1,6 miliardi di euro di aiuti alle
imprese. Ne consegue che il nostro ruolo è quanto mai decisivo
per il particolare momento di crisi. Io credo che il patrimonio di
conoscenze territoriali acquisito
durante questi anni passati in
trincea, ci permette e ci permetterà in futuro di valutare e dare
risposte concrete alla situazione
di debolezza delle imprese. Non
è facile ma gli imprenditori contano su di noi.”
9
10 Banche & Finanza
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
■ TECNOLOGIA / Mutui Connect: la piattaforma digitale che collega banche, notai e parte finanziaria
Portabilità del mutuo, basta un click
Con piena validità giuridica, l’iniziativa risponde all’esigenza di rapidità nella surroga
maggio 2010, è stata completata l’analisi di fattibilità di
una piattaforma elettronica
in grado di interfacciare le
© AURIS - FOTOLIA.COM
N
ell’ottica della funzionalità e della produttività,
ma soprattutto per andare incontro alla clientela le banche
nazionali non solo puntano
su Ict e tecnologie per innovarsi, bensì sulla razionalità
e sullo snellimento delle pratiche. Basta un esempio su
tutti: la vecchia portabilità
dei mutui con lo spostamento fisico cliente, notaio, banca
nuova, banca vecchia. Anche
in questo ambito si è di fronte
a una svolta, grazie a Mutui
Connect.
La notizia è di fine novembre
2012. Ed è quanto stabilito dal
Protocollo d’intesa siglato tra
Abi e Consiglio nazionale del
notariato, a Roma, nel corso
della terza edizione di “Credito al Credito 2012”, finalizzato
a individuare specifiche procedure di colloquio elettronico tra banche e notai. Sostanzialmente si tratta di un altro
passo in avanti verso tutto ciò
che punta a ottimizzare la razionalità bancaria.
In particolare, nell’ambito dei
lavori volti a migliorare l’efficienza del mercato dei servizi
finanziari e creditizi, anche in
base a quanto i due referenti hanno già sottoscritto nel
banche aderenti all’iniziativa
e la rete dei servizi del Consiglio Nazionale del notariato.
Ora dunque si può passare al-
la fase successiva: dare corso,
secondo l’Intesa, alla definizione convenzionale dei criteri di realizzazione e gestione
di essa. La prima applicazione
prevista della piattaforma è
appunto Mutui Connect.
Essere al passo con i tempi,
soprattutto nei confronti della clientela, resta in cima agli
obiettivi delle banche italiane,
che per questo non mancano
di continuare a strutturarsi
secondo criteri e processi mirati verso efficienza e velocità.
Quanto alla Mutui Connect,
nello specifico, è una procedura che ha lo scopo di consentire il perfezionamento
delle operazioni di portabilità
dei mutui in modalità telematica con il collegamento tra
banche, intermediari finanziari e notai. I soggetti coinvolti possono contare dunque
su un nuovo strumento, collegandosi sul proprio sistema di
riferimento (piattaforma Abi/
ConsorzioCbi per le banche
(e intermediari) e piattaforma Run/Notartel per i notai)
scambiandosi flussi informativi e documenti secondo
un processo condiviso, in
sicurezza e con piena validità giuridica. L’iniziativa ri-
■ TREND / Le donne assunte in banca
Tra il 2015 e il 2017 le donne
saranno il 50% dell’organico
L
e donne sono la grande risorsa delle banche italiane. Tra
mutamenti ed evoluzioni, si va anche verso un progressivo cambiamento in termini di occupazione negli istituti di
credito nazionali con buone prospettive il personale femminile. Parlano i dati relativi al 2011, fine dicembre, che rivelano come le lavoratrici bancarie rappresentano oltre il 43%
dell’occupazione complessiva. Più della metà dei neoassunti
sono donne e, tra il 2015-2017, si prevede di arrivare a una
vera e propria parità con gli uomini.
Fondamentalmente l’Italia è ancora indietro rispetto ad altri paesi europei, ma in prospettiva i ritmi sono in accelerata e in netto recupero. Negli ultimi cinque anni, tra 2005 e
2010, l’incremento della presenza femminile è secondo solo
a quello registrato in Spagna, pari a quasi un punto percentuale all’anno. Questi solo alcuni dei dati presentati nel
convegno Abi “Donne, banche e sviluppo: l’Italia che cambia
passo per crescere”.
sponde all’esigenza di rapidità
dell’operazione di surroga.
Mutui Connect, che non
comporta alcun costo per il
cittadino, trova applicazione
solo dopo che il cliente abbia
verificato sul mercato le migliori condizioni offerte dalle
banche, acquisite le relative
proposte e quando la banca
subentrante abbia valutato la
fattibilità dell’operazione di
erogazione o di portabilità
del mutuo. Alla piattaforma
telematica si lega lo sviluppo di altre attività relative,
come un organo collegiale
Abi-Cnn, per analizzare il
mercato della portabilità dei
mutui e pubblicare uno specifico report annuale nel quale
saranno riportati le risultanze quantitativa dell’analisi,
nonché proporre modifiche
al presente protocollo e al
suo allegato tecnico, anche in
vista della loro estensione a
nuove iniziative e attività. Ma
pure predisporre una relazione annuale (peraltro entro il
mese di aprile) sull’andamento dell’iniziativa e vigilare sul
buon andamento dell’iniziativa.
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
Banche & Finanza
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■ CASSA EDILE / Attiva dal 1962 nelle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia
Innovazione e alta qualità dei servizi
Eroga ai lavoratori una parte significativa delle retribuzioni dovuti dalle imprese
C
ombattere la crisi innovandosi e mettendo al
centro funzionalità, qualità
nei servizi erogati ed efficacia nelle risposte alle imprese
iscritte: un percorso avviato
con successo dalla Cassa Edile
delle province di Catanzaro
Crotone e Vibo Valentia, nata
il 13 marzo 1962. La Cassa è
un ente paritetico di emanazione contrattuale, promosso
e gestito dalle associazioni datoriali (Ance - Confindustria)
e dalle organizzazioni sindacali Fillea-Cgil, Filca-Cisl e
Feneal-Uil provinciali, con
finalità esclusivamente mutualistica e assistenziale.
Una realtà dinamica, guidata
dal presidente Giovanni Forte e dal vice presidente, Enzo
Scalese, che provvede a erogare ai lavoratori una parte
importante del trattamento
retributivo dovuto dalle imprese. Nello specifico, la Cassa
Edile gestisce il trattamento
economico spettante ai lavoratori per ferie e gratifica natalizia, l’istituto dell’Ape (Anzianità professionale edile),
il trattamento economico di
malattia e infortunio e l’assistenza integrativa attraverso
la concessione di contributi
ai lavoratori (come le borse di
studi per i figli dei lavoratori).
Da sinistra: il direttore della Cassa Edile, Luigi Severini,
e il presidente, Giovanni Forte
Inoltre, la Cassa Edile, ai sensi del Decreto legislativo 276
del 2003, rilascia alle imprese
iscritte la certificazione Durc
(Documento unico di regolarità contributiva), che attesta
la regolarità contributiva e il
rispetto degli obblighi contrattuali alla cassa stessa.
Un settore centrale è quello
sul versante formativo, dove
tale realtà avvia progetti e collabora con gli enti paritetici
collegati, proprio nell’ambito
della formazione professionale degli addetti al settore
(Scuola edile), oltreché per la
tutela e la prevenzione degli
infortuni sul lavoro (Comitato paritetico territoriale). Interventi che impattano contro
la crisi mondiale dei mercati.
I numeri del settore, così come a livello nazionale, fornitici dal direttore dell’ente, Luigi
Severini, esprimono tutta la
negatività del momento, con
una particolare flessione dal
2008 a oggi: il numero di
imprese del circondario territoriale Catanzaro, Crotone
e Vibo Valentia, è passato, su
base annua, da 2.451 nel 2008
a 2.030 unità nel 2012, facendo registrare un -17 %.
Contestualmente, il numero
dei lavoratori denunciati in
Cassa, nello stesso periodo
e area geografica, è passato
da 13.505 a 9.402 unità, con
un -30%, mentre per quanto riguarda il numero delle
ore denunciate, da un totale di 17.282.312 si è giunti a
10.055.402 ore, con una flessione pari a un -40% per effetto di un maggior ricorso alla
Cig. Infine, i dati allarmanti
continuano con il valore relativo alla massa salari dichiarati in Cassa: da 105 a 68 milioni di euro, con una riduzione
di circa il -35%.
Nonostante questo, la Cassa Edile ha affrontato, con
diverse iniziative e azioni, i
contraccolpi di un mercato
paralizzato: “I numeri e la statistica rendono perfettamente
il dramma che il comparto
dell’edilizia sta vivendo - ha
precisato il presidente della
Cassa, Giovanni Forte -. La
mancanza di investimenti,
la complessità burocratica e
i ritardi dei pagamenti della Pa, così come l’assenza di
strategie che facciano da volano nell’economia generale,
rischiano di farci arretrare ancora di più rispetto alla situazione attuale. Il settore infatti
La sede con gli uffici centrali in Catanzaro
è ritornato ai livelli di ricchezza prodotta nel 2005. Da qui
il sostegno ai nostri iscritti,
con nuovi servizi a sostegno
della regolarità dell’impresa
e una serie crescente di attività integrate sugli aspetti
informativi”. Interventi che
si inseriscono in un quadro
di innovazione della stessa
Cassa Edile, che ha avviato
nuovi servizi via Web (Siceweb), rivolti specificatamente
a imprese, consulenti, lavoratori e che, tra breve, potranno
fruire, per la prima volta per
un tale tipo di realtà, di un’applicazione dedicata agli smartphone e palmari.
Una realtà dinamica - dicevamo - che, l’11 maggio 2013 festeggerà il completamento del
proprio cinquantennale dalla
nascita, con una cerimonia in
cui verranno premiate imprese e lavoratori iscritti, connotandosi per quella cultura sussidiaria e per quell’essere parte
attiva nel settore a favore di
imprese e lavoratori.
12 Banche & Finanza
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
■ COOPERFIDI SICILIA / Messi a punto due prodotti finanziari per sostenere le realtà dell’Isola
La via di salvezza per ridurre il rischio
L
© JOJJE11 - FOTOLIA.COM
e cooperative siciliane possono contare su un prezioso aiuto per traghettarsi oltre
il periodo economico complicato che tutta la nazione sta
vivendo.
Promosso da Confcooperative e Legacoop, il consorzio di
garanzia collettiva Cooperfidi Sicilia si prefigge di offrire
strumenti finanziari di analisi
e di sostegno finanziario finalizzato in materia di credito alle cooperative che operano sul
territorio.
“Offriamo un supporto ai nostri associati basato su due
prodotti strategici che spesso
sono l’unica via di salvezza nella situazione recessiva attuale
- afferma il presidente Francesco Davide Biondini -. Il primo
è il factoring e il secondo è il
supporto alla capitalizzazione. Con importanti istituti di
factoring abbiamo strutturato
un prodotto di gestione, finanziamento
e correlata
garanzia
da parte nostra, che è operativo oramai da 4 anni. È uno
strumento rivolto a imprese
non di piccolissime dimensioni. Quindi a cooperative che
hanno un valore di crediti da
cedere, per essere monetizzati,
di almeno 150.000 euro. Sono
cedibili i crediti in ambito sia
pubblico sia privato. Il valore
medio dei nostri affidamenti
è di circa 750.000 euro e in 4
anni di questa attività abbiamo
fatto affidare e garantito cooperative per circa 24 milioni
di euro”.
Il prodotto è stato pensato sia
dal punto di vista finanziario
sia per il servizio amministrativo che offre. “La validità”,
dice Biondini, “è testimoniata
dal fatto che non abbiamo
mai avuto perdite
sul fondo
di garanzia.
Lavoriamo su
un fondo di
garanzia cappato
che consiste in un
saldo di conto corrente
dato in pegno a favore di chi
finanzia. Altra caratteristica
che aiuta a ridurre il rischio
finanziario è la certificazione
del credito, richiesta nel facto-
ring, specie all’ente pubblico”.
Cooperfisicilia offre non solo
la garanzia sul prodotto che ha
strutturato ma anche l’assistenza in tutte le fasi del rapporto
di affidamento e di gestione
ordinaria con la società di
factoring, nella richiesta delle
anticipazioni sui crediti man
mano ceduti, nella verifica delle certificazioni, nella verifica
dell’andamento del rapporto di
factoring.
Tempi rapidi sia nella fase di
valutazione, sia nella fase di stipula del contratto di factoring
e nei tempi di erogazione sono
il plus ulteriore del Consorzio.
“Il factoring rispetto al credito
bancario è un prodotto più sofisticato”, precisa Biondini. Noi
diamo un servicing professionale sia all’associato sia alla
società di factoring”.
Altra criticità per le cooperative riguarda la bassa capitalizzazione delle stesse che limita
il ricorso al credito bancario e
riduce le capacità di autofinanziamento. Cooperfidisicilia ha
pensato a un prodotto finanziario per favorire il rafforzamento patrimoniale.
“La capitalizzazione”, dice
Biondini, “consente alla cooperativa di rafforzare il patri-
Francesco
Davide
Biondini,
presidente
Cooperfidi
Sicilia
monio netto e quindi il rating
bancario. Inoltre permette di
dotare la stessa di mezzi finanziari stabili con cui poter
sostenere ritardi eccessivi di
pagamento da parte dei clienti ovvero di coprire le perdite
economiche, o per effettuare
investimenti, o ridurre il debito di breve periodo. Siamo
riusciti a ottenere da Banca
Agricola Popolare di Ragusa
un plafond di 5 milioni di euro,
finalizzato a favorire la capitalizzazione delle cooperative”.
La Banca concede alla cooperativa un mutuo chirografario,
per attualizzare il versamento
al capitale sociale che i soci si
impegnano a sostenere in un
periodo massimo di cinque
anni. “In pratica”, dice Biondini, “i soci sono chiamati a
ricapitalizzare la cooperativa
con versamenti periodici: il
finanziamento chirografario
che concede la Banca serve ad
attualizzare i versamenti effettuati dai soci”.
Il Consorzio anche in questo
caso svolge attività di servicing, definendo insieme alla
cooperativa il reale fabbisogno
del capitale sociale ed elaborando un progetto di versamenti da sottoporre ai soci.
“Individuiamo”,
conclude
Biondini, il fabbisogno dell’aumento di capitale, le modalità
di versamento e anche le procedure legali e statutarie per
realizzarlo. Questi due prodotti costituiscono un supporto
essenziale per offrire alle cooperative maggiore stabilità ed
efficienza”.
IL CREDITO
CHE UNISCE.
Dal 25 marzo 2013 anche
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Gli aiuti del Consorzio di garanzia promosso da Confcooperative e Legacoop
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
Banche & Finanza
■ CASSA GALENO / Nel 2012 ha festeggiato i 20 anni di attività, con 5.000 soci titolari e 15.000 assistiti
La cassa mutua cooperativa creata
dai medici per i medici e i loro familiari
La quota mensile garantisce assistenza sanitaria globale e una previdenza integrativa
N
el 2012 ha tagliato il traguardo dei 20 anni, confermando la bontà dell’idea
iniziale: costituire una cassa
di assistenza e previdenza
integrativa creata dai medici
per i medici e i loro familiari,
attraverso lo strumento della
società mutua cooperativa, il
cui fine dunque non è il profitto ma i migliori servizi possibili per i soci, che diventano
tali con l’iscrizione alla cassa.
È questo il profilo di Cassa
Galeno, oggi in continua crescita, come conferma il presidente Aristide Missiroli. A
fine 2012 i soci titolari supereranno i 5.000 aderenti e gli
assistiti - che comprendono
i familiari dei soci - la soglia
delle 15mila unità. Ma la vera
scommessa vinta dal presidente consiste nel “boom” di
nuovi iscritti a Galeno Family,
che dopo un anno dal suo
start up supererà le 600 ade-
sioni. Galeno Family, ricorda
il presidente Missiroli, “è la
nuova area creata all’interno
della Cassa per dare la possibilità ai figli dei medici che
abbiano raggiunto i 18 anni
(26 anni se studenti) di proseguire con le stesse opportunità assistenziali, previdenziali
e assicurative riservate ai loro
genitori”.
È ampia la carta dei valori che connota l’attività di
Cassa Galeno, improntata a
responsabilità, rispetto, flessibilità, integrazione, professionalità, trasparenza, passione per i soci e uno spirito
pioneristico sempre attento
all’innovazione. Tratti che
contribuiscono ad accrescere la differenza tra la Cassa
e le normali polizze assicurative sanitarie. Il sistema
assicurativo privato, gestito
interamente da compagnie
di assicurazione, risponde
inevitabilmente a logiche di
profitto e ciò comporta dei
limiti per gli assicurati. La
Cassa che, come per legge,
è dotata di proprio statuto e
regolamento ed è soggetta al
controllo del ministero del
Lavoro, è riuscita ad evitare
per i suoi soci molti di questi limiti. “Sulle polizze assi-
curative - prosegue il presidente - tutti i soci pagano un
premio, tutti i premi vanno
in un fondo, il fondo deve essere sufficiente per pagare le
spese mediche agli assicurati, oltre alle spese di gestione
e garantire un profitto agli
assicuratori. Queste ultime
due voci, però, sono ridotte
Il Cda e il collegio
sindacale
di Cassa Galeno
Generare valore con un basso profilo di rischio
È il “diktat” della società in tema di risparmio, con rendimenti annui non inferiori al 2,5% lordo
L
e famiglie italiane hanno
un’alta propensione al risparmio, spesso con la finalità
di un “cuscinetto” di protezione da imprevisti.
Queste sono anche le motivazioni che spingono i soci
di Cassa Galeno a richiedere
di integrare - con versamenti
periodici aggiuntivi - la quota destinata al “Salvadanaio”
di Galeno, che è riuscito anche in questi ultimi anni di
grande turbolenza dei mercati finanziari a mantenere
le sue promesse: “Generare
valore in presenza di un basso profilo di rischio”, afferma
il presidente, Aristide Missiroli. I risparmi dei soci sono
accantonati nelle gestioni
separate della Fondiaria Sai
denominate “press” e “nuova
press”. Le gestioni separate so-
al minimo, poiché la Cassa
è governata dagli stessi soci”.
La quota che ciascun socio
versa ogni mese garantisce
l’assistenza sanitaria globale a
lui ed al suo nucleo famigliare, l’“Ombrello”, e una previdenza integrativa al socio ed
agli eredi, il “Salvadanaio”.
Nella Cassa Galeno tutto ciò
che non viene speso per il
fondo assistenza (con una
tempistica di rimborso ai
soci che mediamente si attesta sui 20 giorni lavorativi
dalla chiusura della pratica
del danno) alimenta il fondo
previdenziale, aumentando
così la quota di pensione integrativa.
“I soldi non utilizzati cioè
non sono persi - sottolinea il
presidente - e coloro che non
usufruiscono dei servizi assistenziali hanno diritto ad una
parte dei risparmi di gestione
che va ad alimentare la propria posizione previdenziale”.
A questo proposito, tracciando un preconsuntivo del
2012, il presidente evidenzia come “Cassa Galeno, in
controtendenza con i dati
di mercato, continua a registrare una sostanziale tenuta
degli andamenti tecnici dei
contratti assicurativi, sia grazie ai provvedimenti presi
dal Cda durante gli esercizi
precedenti, sia grazie all’alto
senso di responsabilità con i
quali i soci utilizzano la leva
dei rimborsi. Tutto ciò potrà
consentire anche nel prossimo esercizio di corrispondere
a favore dei soci considerevoli
quote di risparmio da destinare alla loro posizione previdenziale”.
no infatti identificabili sotto il
profilo del rischio come una
gestione prudente del risparmio. Inoltre, ricorda Missiro-
Il presidente
Aristide
Missiroli
li, “sono tenute contabilmente
distinte delle altre attività della compagnia assicurativa, a
tutela dei risparmi e i risultati
conseguiti sono annualmente
certificati da una società di
revisione contabile, che ne attesta la correttezza”.
Vi sono poi diversi altri vantaggi per chi investe in questi strumenti. Innanzitutto,
i rendimenti annualmente
riconosciuti ai soci non possono mai essere inferiori al
2,5% lordo (interesse minimo
garantito) almeno fino al termine della convenzione che
scadrà nel 2020. Inoltre, vi è
il consolidamento delle prestazioni assicurate (capitale o
pensione) e cioè dalla definitiva acquisizione da parte del
socio dei rendimenti annuali
della gestione separata o dal
rendimento minimo garantito, se superiore. I risparmi
investiti, poi, sono sostenuti
da una notevole flessibilità,
poiché è consentito smobilizzare il capitale accumulato
con riscatti parziali a partire
dal quinto anno (fino al 90%
di quanto accantonato) senza
alcuna giustificazione né formalità.
Prima del passaggio al “Piano
cent’anni”, infine, è poi possibile convertire il capitale maturato in una rendita vitalizia
rivalutabile ed eventualmente
reversibile. Trattandosi di
strumenti di natura assicurativa le somme accantonate
sono insequestrabili, impignorabili, esenti da tasse di
successione e non rientrano
nell’asse ereditario.
13
Prestazioni
migliorate
ogni anno
L
e famiglie italiane che
possiedono un’assicurazione contro i danni da
malattia e da infortunio
sono circa 1,5 milioni,
mentre sono circa 2 milioni gli assistiti da casse
mutue private.
Un numero destinato a
crescere
rapidamente,
conferma il presidente di
Cassa Galeno, Aristide
Missiroli, come già avvenuto negli altri paesi europei. Di fronte a questo
scenario c’è una realtà
che da quasi venti anni
si è specializzata nel fornire servizi di assistenza
e previdenza integrative
ai medici riuscendo a
“governare la spesa sanitaria” a tal punto che ogni
anno da quando è operativa ha sempre migliorato
le sue prestazioni senza
mai “mettere le mani in
tasca” ai propri soci. Questa realtà è Cassa Galeno,
Società mutua cooperativa, fondata nel 1992, che
agisce senza fini di lucro
ed è esclusivamente riservata agli iscritti all’Ordine dei medici e ai loro
familiari,
garantendo
soluzioni personalizzate
nell’area dell’assistenza e
in quelle della previdenza
integrativa. L’assistenza
garantisce al socio e ai
suoi familiari la copertura delle spese sanitarie,
la tutela per l’invalidità
e la premorienza sia da
infortunio che da malattia, la protezione contro
la perdita dell’autosufficienza. Con la previdenza integrativa offre invece
la possibilità di costituirsi
una seconda pensione potendo scegliere tra diverse
formule.
La formula prevista da
Galeno per la copertura delle spese sanitarie
prevede - secondo i limiti previsti dal tariffario
adottato dalla cassa - il
rimborso al socio di tutte le spese sostenute per
ricovero estendendo la
garanzia al risarcimento delle spese per esami
accertamenti diagnostici
e visite specialistiche nei
100 giorni precedenti
e successivi al ricovero
stesso. Se il ricovero fosse
fatto in regime di Servizio
sanitario nazionale Galeno indennizza il socio con
una diaria sostitutiva di
200 euro giornalieri fino
ad un massimo di 180
giorni.
Galeno copre anche le
prestazioni extraricovero
relative all’alta diagnostica e alle cure oncologiche
domiciliari con un’attenzione alla prevenzione
oncologica.
In Galeno non ci sono limiti di età alla garanzia
sanitaria (grazie all’accesso al piano Cent’anni) né
limiti territoriali.
14 Banche & Finanza
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
■ CASSA DEI DOTTORI COMMERCIALISTI / Ecco l’analisi sulle misure per l’adeguatezza delle prestazioni
Luce verde per la quota parte del contributo integrativo
Previdenza. Nel sistema contributivo via libera all’introduzione del meccanismo incrementativo delle future pensioni
L
a questione dell’adeguatezza delle prestazioni è
diventato un tema centrale
nell’attuale (e futuro) modello di Welfare; problema che
riguarda tutti i lavoratori,
dipendenti e liberi professionisti, di qualunque età,
ma di pertinenza soprattutto delle giovani generazioni.
Sono generalmente a carico
di queste ultime, infatti, gli
effetti sovente penalizzanti
che scaturiscono dalle modifiche apportate alle regole
previdenziali preesistenti o
addirittura dall’introduzione
di nuove norme.
A differenza del sistema pubblico, maggiormente caratterizzato da problemi di sostenibilità finanziaria di medio
lungo periodo, alcune Casse
di previdenza – grazie all’autonomia e ai positivi risultati
delle analisi pluridecennali di
sostenibilità– stanno pensando a diverse forme (previdenziali e assistenziali) a sostegno
dei professionisti aventi redditi medio/bassi le cui future
pensioni, soprattutto quelle
calcolate con il metodo contributivo, si attesteranno su
livelli inferiori a quelle di colleghi già pensionati.
È notizia di pochi giorni fa
il via libera dei ministeri vigilanti all’introduzione, nel
sistema previdenziale della
Cassa dei Dottori Commercialisti, di un meccanismo
incrementativo delle future
pensioni contributive mediante l’utilizzo di quota parte
del contributo integrativo.
Questo risultato è il frutto di
un percorso intrapreso dalla
Cassa dei Dottori Commercialisti in questi ultimi anni
che ha visto prima l’ente impegnato al raggiungimento
della sostenibilità finanziaria
di lungo periodo e, dopo, al
perseguimento di una sempre
maggiore adeguatezza delle
future prestazioni pensionistiche in un’ottica di equità
intra e intergenerazionale.
VOLUMI DI AFFARI MEDI E REDDITI MEDI 2011-2012 PER REGIONI
Regione
Media Iva
2011
Media Rnp
2011
Media Iva
2012
Media Rnp
2012
49.108
29.762
49.553
29.475
Basilicata
Calabria
37.810
21.812
39.014
22.964
Campania
49.685
29.120
50.673
30.077
Puglia
50.390
29.655
49.933
29.167
Sicilia
53.482
31.806
53.351
32.171
108.919
62.284
110.690
63.397
Totale Nazionale
Elaborazione: febbraio 2013
Con la riforma del 2004 è
stata garantita la sostenibilità
finanziaria del sistema attraverso l’introduzione di una
serie di misure quali l’eleva-
zione dell’età pensionabile,
l’aumento dei contributi e
l’introduzione del metodo
di calcolo contributivo per il
calcolo delle future quote di
pensione. Questo ha comportato una sensibile riduzione
dei trattamenti pensionistici
attesi rispetto a quelli in erogazione, a parità di iscrizio-
Un momento
del Forum In
Previdenza.
L’appuntamento
annuale sulle
tematiche
previdenziali
promosso dalla
Cassa dei Dottori
Commercialisti si
terrà a Roma il 9
maggio prossimo
e tratterà il tema
dell’Autonomia
(imperfetta)
Tasso di sostituzione atteso (%)
48,53
50,00
45,97
43,41
45,00
38,29
Tasso di sostituzione
40,00
35,00
30,00
35,73
32,01
40,85
27,74
42,25
39,69
37,13
34,57
29,87
44,81
32,01
36,28
34,14
25,61
25,00
20,00
Nel grafico
risultano evidenti
gli effetti positivi
derivanti
dall’introduzione
dei due
strumenti,
aliquota di
computo e
accredito di parte
dell’integrativo a
montante
15,00
Base
10,00
Base +
maggiore
aliquota
di computo
5,00
0,00
12%
Renzo Guffanti,
presidente della
Cassa dei Dottori
Commercialisti
13%
14%
15%
Aliquota di contribuzione soggettiva
16%
17%
Totale con
accredito
integrativo
ne e di contribuzione versata
con effetti proporzionalmente
crescenti nei confronti delle
più giovani generazioni.
Dopo un primo periodo di
cadenzate verifiche di sostenibilità finanziaria, la Cassa
- a partire dall’anno 2012 ha incrementato l’aliquota di
computo rispetto a quella di
finanziamento riconoscendo
all’iscritto una contribuzione
maggiore di quella effettivamente versata, in misura
crescente al crescere dell’aliquota contributiva scelta e
delle annualità maturate con
il metodo contributivo. Già
in presenza di un’aliquota
di contribuzione dell’11% la
Cassa riconosce a montante il
14% del reddito (+4% in presenza di aliquote pari o superiori al 17%).
Successivamente all’entrata in
vigore della L. 133/2011 (c.d.
Legge Lo Presti), la Cassa ha
introdotto un’ulteriore misura a sostegno dei più giovani
iscritti, finalizzata a riconoscere sul montante contributivo degli iscritti il 25% del
contributo integrativo versato. Anche per questa misura
trova conferma il meccanismo di equità intergenerazionale attraverso il quale il
premio viene riconosciuto in
misura piena a coloro la cui
pensione sarà calcolata interamente con il metodo contributivo (iscritti dal 2004)
e viene progressivamente ridotto al crescere dei ratei pensionistici maturati con il più
generoso metodo reddituale
(ante 2004).
Considerando il caso in cui
il fatturato sia pari a 1,5 volte
il reddito, il beneficio derivante dal riconoscimento di
¼ di contributo integrativo
genera un’ulteriore premialità dell’1,5% del reddito in
aggiunta a quanto già garantito dalla maggiore aliquota di
computo.
Inoltre, entrambi i meccanismi sopra ricordati (innalzamento dell’aliquota di
computo rispetto a quella di
finanziamento e utilizzo di
quota parte del contributo in-
Sostenibilità finanziaria
e adeguantezza delle
future prestazioni
pensionistiche.
Ecco il risultato frutto
delle azioni della Cassa
tegrativo ai fini previdenziali) prevedono, in un’ottica di
equità intragenerazionale, il
riconoscimento di un importo minimo per tutti gli iscritti
al di sotto di una determinata
soglia di redditi e volumi di
affari. Questa previsione è
decisamente importante considerato che all’interno della
Categoria dei Dottori Commercialisti esistono realtà
diverse in termini reddituali.
Ciò dimostra che la Cassa pur
introducendo meccanismi di
incentivazione ad un maggiore risparmio previdenziale
ha voluto comunque tenere
in debita considerazione che
non tutti (soprattutto in periodi difficili come quello che
stiamo vivendo) possono attestarsi su livelli contributivi
elevati.
A questo si aggiunga che in
particolari aree depresse del
territorio nazionale, ci sono
realtà reddituali che mostrano una crescita contenuta e,
di conseguenza, la contribuzione versata dai professionisti è spesso pari a quella minima stabilita annualmente
dalla Cassa, decretando un
forte impatto al ribasso sulle
prestazioni pensionistiche.
L’essenza, dunque, di questi
due meccanismi è quella di
offrire ai propri associati un
sistema dinamicamente attento ai mutamenti contestuali
ed al tempo stesso in grado
di garantire una maggiore
adeguatezza delle prestazioni,
specialmente laddove l’azione
di diverse tipologie di fattori
potrebbe determinare un livello di trattamento pensionistico non del tutto adeguato.
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
Banche & Finanza
15
■ CONFCOMMERCIO PUGLIA / Aderiscono al suo Confidi 8.440 imprese
Ecco un aiuto per imprese e start up
Tra Foggia e Taranto, già nel giugno 2012, prestate garanzie per quasi 65 milioni
A
gevolare l’accesso al credito delle piccole e medie
imprese del territorio attraverso la concessione di garanzie e
promuovere una rete di Confidi sempre più efficiente, in
grado di sostenere una politica
di sviluppo industriale nel medio-lungo periodo. Con questo
obiettivo negli ultimi anni la
Regione Puglia ha puntato sulla crescita e sull’aggregazione
delle Cooperative Fidi pugliesi
utilizzando la leva della finanza
agevolata. È il caso del nuovo
Confidi Confcommercio Puglia, nato l’1 gennaio 2013 da
un progetto di fusione dei due
Confidi, la Società di Garanzia
tra commercianti di Taranto e
la Cofidi commercianti di Capitanata, realizzato grazie alla
possibilità di accedere a contributi comunitari del Piano
Operativo Puglia 2007-2013
(asse VI, azione 6.1.7).
Il bando della Regione prevedeva la concessione di aiuti in
regime de minimis ai Consorzi fidi con sede legale e operativa nella regione Puglia con
l’obiettivo di portare a termine progetti di aggregazione o
di iscrizione nell’elenco speciale previsto dall’articolo 107
del decreto legislativo 385 del
1993 (Testo Unico Bancario).
“Siamo”, ha commentato il
presidente di Confidi Confcommercio Puglia, Giuseppe
Sebastio, “uno dei 4 Confidi assegnatari dei 50 milioni erogati
dalla Regione Puglia e siamo
già operativi”.
Il nuovo Confidi, con sede legale a Bari e sedi operative a
Foggia e Taranto, si è subito
aggiudicato 11,5 milioni di euro di contributi comunitari da
utilizzare a garanzia delle operazioni di credito concesse dalle banche convenzionate, tutte
le più importanti sul territorio
regionale, e in grado di attiva-
re finanziamenti per circa 100
milioni di euro. Il bando pubblicato il 16 agosto 2012 grazie
al Piano Operativo 2007/2013
della Regione Puglia (asse VI,
azione 6.1.6) metteva a disposizione di cooperative di garanzia e consorzi fidi nuove risorse
Ue per incrementare la dotazione del fondo-rischi impiegato per la concedere garanzie
su operazioni di credito attivate
dalle Pmi della Regione Puglia.
“È importante”, sottolinea Sebastio, “che oggi il Confidi
Confcommercio Puglia sia in
grado di garantire fino all’80%
i finanziamenti bancari alle
imprese che hanno sede operativa in Regione. In questo momento di crisi questo può dare
nuovo slancio all’erogazione
del credito”. Si tratta inoltre di
una garanzia diretta e non sussidiaria che - come spiega il vicepresidente, Damiano Gelsomino - “consente alla banca di
potersi rivalere sulla garanzia
prestata in caso di insolvenza
dell’impresa anche se nel primo bando non abbiamo registrato casi di default. In questo
momento, poi, l’intervento dei
Confidi rappresenta un’agevolazione non solo per il socio ma
anche per la banca”.
La sede di Foggia
del Confidi presso
la Confcommercio
di Foggia
La sede di
Taranto
del Confidi
Le garanzie prestate dal Confidi sono in grado di coprire
sia investimenti fino a 1 milione di euro che operazioni
di ristrutturazioni del debito
fino a un tetto di 800mila euro.
Particolarmente innovativo,
come sottolinea ancora il presidente, è un terzo intervento,
la copertura dei finanziamenti
sull’attivo circolante fino a un
importo di 400mila euro utilizzabili per l’acquisto di scorte di
materie prime e prodotti finiti,
contratti di credito edilizio per
costruzioni, l’anticipo exportimport, l’anticipo di fatture, o
ancora l’anticipo di contratti
salvo buon fine. Un altro intervento è dedicato in particolare
alle start up e prevede il rilascio
di garanzie su operazioni di finanziamento fino a 50 mila euro concesse ad aziende esistenti
da almeno tre mesi e considerate attive presso le Camere di
Commercio.
Ad oggi al Confidi Confcommercio Puglia aderiscono complessivamente 8.440 imprese di
cui le 4.456 associate al Confidi di Taranto e le 3.984 socie
del Consorzio di garanzia di
Foggia. Al 30 giugno del 2012
entrambi i Confidi avevano
prestato garanzie per circa 63,8
milioni di euro e gestito contributi pubblici per quasi 12,8 milioni di euro (oltre 8,6 milioni
quello di Taranto e più di 4,1
milioni il Confidi di Foggia).
Il Confidi regionale di Confcommercio aspira a diventare
uno strumento di politica industriale coniugando la politica mutualistica dei confidi e
la finalità pubblica di sviluppo
economico e sociale.
16 Banche & Finanza
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
■ BCC DEL LAMETINO / Nata nel 2002 dalla fusione delle Bcc di Carlopoli e di Pianopoli, dispone di sportelli in cinque comuni dell’entroterra tra Lamezia e Catanzaro
Un rete di sistema vicina ai soci e al territorio
Servizi rinnovati per poter rispondere al meglio ai bisogni delle famiglie e delle piccole e medie imprese
L
a Banca di Credito Cooperativo del Lametino
nasce nel 2002 dalla fusione
delle Bcc di Carlopoli e di
Pianopoli, in provincia di
Catanzaro. Due paesini situati nell’entroterra tirrenico
nell’area urbana di Lamezia
Terme (da qui la denominazione), con competenza anche
sul capoluogo, e accomunati
da cultura, tradizioni, valori
e da un contesto territoriale e
socio-economico omogeneo,
pur nelle diverse specificità. Il
progetto nasce dalla volontà
delle due compagini di unire
le forze e di ottenere, tramite
le risorse di ciascuna azienda,
sinergie produttive e maggiore efficienza in uno scenario
di mercato che già allora richiedeva un crescente livello
nell’offerta dei servizi bancari e finanziari. Il percorso di
sviluppo intrapreso nei dieci
anni di attività, celebrati nel
dicembre 2012 unitamente
ai Soci della Banca, è testimoniato dai numeri. Oggi la
Bcc del Lametino, con i suoi
cinque sportelli, l’ultimo dei
quali operativo dall’aprile del
2011, amministra circa 150
milioni di euro a fronte degli
85 milioni del 2002 e ha un
patrimonio di circa 13 milioni di euro a fronte dei 7,3
Il direttore generale
Marco Chiappetta
milioni di euro del 2002.
“Nell’esercizio della sua attività - dichiara il presidente
Flavio Alfredo Talarico -, la
Bcc del Lametino si ispira,
come tutto il sistema del credito cooperativo, ai principi
della mutualità senza fini di
speculazione privata. Come
cita lo stesso statuto, lo scopo
principale è proprio quello di
sostenere i soci e gli appartenenti alle comunità locali,
perseguendo il miglioramento delle condizioni morali,
culturali ed economiche degli
stessi”. La Bcc del Lametino opera in territori difficili,
dove assolve ad una vera e
propria funzione sociale. “Il
sostegno alle famiglie e alle
piccole e medie imprese così
come la conoscenza diretta
della clientela e la capacità
risolutiva rispetto a tutte le
problematiche tipiche delle
imprese - continua Talarico ci consentono di definirci una
banca differente”.
L’anno appena trascorso è stato particolarmente complesso. “Il nostro Paese che cresceva troppo poco già prima
della crisi, nel 2012 ha visto
ridurre di 2,6 punti il Pil reale tornando ai livelli di otto
Il presidente
Flavio Alfredo
Talarico
anni fa - continua il direttore
generale Marco Chiappetta -.
Per il futuro permane avanti a
noi uno scenario difficile caratterizzato da una domanda
interna debole, da una forte
limitazione degli investimenti fissi e da una sempre più
ridotta capacità di accumulo
da parte delle famiglie. Di
questa situazione anche la
nostra Banca, come il resto
del sistema bancario, ha subito le implicazioni, senza
compromettere, tuttavia, la
solidità ed il patrimonio della
banca. In tale contesto, tutto il ‘Credito Cooperativo’ è
chiamato a rinnovare profondamente la propria capacità
di servizio salvaguardando
la propria identità mutualistica, imprimendo maggiore
impulso alla realizzazione di
una vera e propria rete di sistema nella consapevolezza
che solo ‘insieme’ potranno
essere affrontati e superati
gli ostacoli presenti e futuri.
Lo scenario che fa da sfondo
al nostro decidere e al nostro
agire quotidiano va letto con
senso critico e oggettività”.
I progetti futuri riguardano
il posizionamento territoriale della Banca, la necessità
di una rivitalizzazione delle
capacità di sviluppo commerciale, soprattutto sulla piazza
di Lamezia Terme grazie alla
nuova filiale operativa da soli due anni presso il centro
commerciale dei Due Mari.
“Valuteremo inoltre le possibilità offerte da un eventuale
sviluppo per linee esterne
- afferma Talarico - ossia
prendendo in considerazione
l’opportunità di operazioni di
aggregazione con altre consorelle”.
“Comunque sia, bisogna dare
fiducia e credere nella nostra
banca - dichiara Chiappetta -.
È una Banca di persone fatta
per le persone. Le Bcc sono un
bene da salvaguardare perché
sono le ultime banche ‘autenticamente’ ed ‘esclusivamente’
calabresi con sede e governance nella nostra regione. La
Bcc del Lametino nel concreto ha ‘la testa dove sono i piedi’ e ha il preciso impegno di
far crescere i ‘frutti dove sono
poste le radici’”.
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
Banche & Finanza
17
■ CPT NAPOLI / Nel 2012 il Comitato ha effettuato 1.453 visite, riscontrando oltre 10.000 infrazioni. Più l’attività di formazione svolta direttamente sul campo
Obiettivo: prevenzione e sicurezza nei cantieri edili
Tra i progetti più innovativi dell’ultimo biennio, c’è il Si.S.Ca che compie controlli e monitoraggi con tecnologie innovative
A
Napoli, prima città in
Italia, si stanno sperimentando tecnologie avanzate per prevenire gli infortuni sul lavoro nei cantieri
edili. Parliamo del progetto
Si.S.Ca, (Sistema Sicurezza
Cantieri Edili), finanziato
dall’Inail Direzione Regionale per la Campania, elaborato dal Comitato Paritetico
Territoriale di Napoli (Cpt)
in partnership con Enginfo
Consulting e con la collaborazione delle facoltà di
ingegneria e di architettura
dell’Università Federico II.
Un progetto che è stato valutato positivamente sia da
soggetti, imprese e lavoratori
del settore, sia dalle istituzioni locali e regionali.
Il sistema, attraverso porte elettroniche, consente di
monitorare l’intera area di
cantiere e le relative attività,
verificando che i dispositivi
di protezione previsti siano correttamente utilizzati
e, al tempo stesso, verifica
che nell’ambiente non siano
presenti sostanze chimiche
pericolose.
Più in dettaglio, un software
collegato a sensori, “controlla”, dal versante della sicu-
rezza, che le attività siano
svolte a norma, segnalando
comportamenti
difformi.
Il sistema, per esempio nel
caso di lavori in galleria, è
anche in grado, di segnalare
tempestivamente agli operatori la presenza di gas o di altre sostanze tossiche nell’ambiente. In pratica, quando si
verificano situazioni anomale vengono immediatamente
comunicate sia agli operatori
interessati sia a chi è preposto alla sicurezza.
La fase sperimentale del progetto è stata realizzata nel
cantiere della galleria della
strada statale sorrentina,
in due cantieri della linea
1 della metropolitana e nel
cantiere di restauro delle ex
scuderie borboniche nel palazzo Reale di Napoli.
A breve, il progetto dovrebbe ottenere la certificazione
di “buona prassi” in materia
di sicurezza da parte della Commissione consultiva
permanente
sull’applicazione del decreto 81/2008.
Inoltre, l’Associazione internazionale per la sicurezza sociale ha manifestato
interesse a diffondere anche
all’estero il progetto. Mentre
lo scorso novembre, Si.S.Ca.
è stato anche presentato
all’Inail Focal Piont Italia,
sempre come buona prassi.
L’artefice del progetto, il Cpt
di Napoli, che vede come
presidente Paola Marone e
vice presidente Andrea Lanzetta, è un ente bilaterale
costituito dai soggetti complementari del settore delle
costruzioni (Associazione
Costruttori Edili della Provincia di Napoli) e dai sindacati di categoria (Feneal Uil,
Filca Cisl e Fillea Cgil), con
l’obiettivo di fornire servizi
di consulenza, di formazione
e informazione per i lavoratori e per le stesse imprese di
costruzioni.
“La sicurezza sui luoghi di
lavoro può essere garantita
dalla prevenzione –sottolinea Marone -. Si.S.Ca. è un
prezioso strumento di verifica diretta per il rispetto
delle normative vigenti. La
collaborazione istituzionale
e il confronto costante con
le imprese sono le precondizioni per affrontare efficacemente un tema delicatissimo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda
è il vice presidente del Ctp,
Andrea Lanzetta, vicepresidente Cpt
Lanzetta. “Si tratta di un sistema di avanguardia per la
sicurezza dei lavoratori nei
cantieri edili, per la tutela
della loro salute. Un sistema
che può estendersi in tutti i
cantieri. E le aziende virtuose, disponibili a investire in
sicurezza, potranno beneficiare anche di meccanismi
premiali”.
Nel corso del convegno di
presentazione del progetto,
che si è svolto all’inizio di
marzo, sono arrivate proposte interessantissime da parte degli esponenti delle istituzioni locali. “Si.S.Ca. sarà
oggetto di valutazioni attente
per verificare la praticabilità
Paola Marone,
presidente
del Cpt
di Napoli
di un suo inserimento tra gli
oneri per la sicurezza in modo da garantire alle imprese
che adottano il sistema di recuperare i costi relativi”, afferma l’assessore regionale ai
lavori pubblici Edoardo Cosenza. Non solo. Potranno
rivelarsi efficaci altre iniziative di carattere istituzionale.
“La Regione Campania - annuncia l’assessore regionale
al lavoro Severino Nappi - ha
stanziato due milioni di euro per premiare le aziende
virtuose che investono nella
formazione, nella prevenzione e utilizzano tecnologie e
modelli informatici nell’ambito della sicurezza”.
18 Banche & Finanza
Eventi
Lunedì 25 marzo 2013
■ FEDERMANAGER / Il contributo dei dirigenti d’azienda per la crescita delle Pmi nel trasferimento di know-how
Le politiche
di reimpiego
2012-2014
Una risposta concreta per ogni richiesta
I
l ministero del lavoro
ha autorizzato, per
il periodo 2012-2014,
un provvedimento volto alla ricollocazione di
dirigenti over 50. Con
9.715.000 euro di risorse complessive messe
a disposizione, Italia
Lavoro ha progettato le
attività attraverso due
avvisi pubblici, condivisi con Federmanager
e Manageritalia, che
prevedono contributi ai
datori di lavoro finalizzati al reinserimento lavorativo di ex dirigenti
o quadri disoccupati, e
contributi a ex dirigenti o quadri disoccupati
per autoimpiego e creazione di impresa. In tale
contesto è previsto un
contributo denominato
“bonus assunzionale” di
diversa entità per contratto di lavoro a tempo
indeterminato, a tempo
determinato della durata di almeno 24 mesi
o almeno 12 mesi, nonché di collaborazione a
progetto per almeno 12
mesi.
Ambrogioni, presidente dell’Associazione “La nostra esperienza e formazione al servizio di chi vuol crescere”
I
n una economia sempre più
globale, le Pmi devono crescere e, per crescere, devono
avvalersi di un management
professionale portatore di
esperienze e competenze. Ad
affermarlo è Giorgio Ambrogioni presidente di Federmanager, l’Organizzazione che
rappresenta 180mila dirigenti
in servizio e in pensione del
settore industriale.
“In Italia”, dichiara Ambrogioni, “è sempre più forte
l’attenzione al tema della piccola impresa, che necessita,
oggi più che mai, dell’apporto di competenze esterne che
completino quelle del piccolo
imprenditore, così da poter
avviare processi di internazionalizzazione, innovazione
e di ricerca. La necessità di
superare il “nanismo” delle
imprese italiane e favorirne la
managerializzazione sono le
questioni su cui noi lavoriamo
da tempo con Confindustria e
Confapi”.
Se è vero che sono proprio le
piccole imprese a costituire il
substrato produttivo nazionale, queste stesse, spesso, non
sono ritenute attrattive dalle nuove generazioni. Molti
giovani hanno infatti una immagine negativa della piccola
impresa, considerata come un
posto di lavoro dove è difficile
trovare sbocchi professionali
interessanti. Ma non è così.
“I manager possono
offrire anche alle Pmi
le competenze sviluppate
precedentemente
in una grande azienda”
“Dobbiamo adoperarci”, afferma Ambrogioni, “per far
capire ai giovani che la piccola
impresa non è come la immaginano, al contrario, rappresenta un contesto economico
e sociale che contiene tutti gli
elementi per arricchirsi e per
crescere professionalmente”.
In questo senso, Federmanager, insieme a Confindustria,
è impegnata in un lavoro finalizzato a diffondere “cultura
d’impresa e una corretta immagine delle Pmi”.
“Attraverso il nostro gruppo
di giovani dirigenti”, continua
Ambrogioni, “stiamo avviando un percorso che ci porti
negli istituti tecnico professionale a parlare di cosa è l’impresa - in particolare la piccola impresa - che cosa chiede e
che cosa offre”.
Di certo, affinché possa offrire
maggiori opportunità qualificate ai giovani, è necessario
che la piccola impresa capisca
la necessità di una modernizzazione dei sistemi di gestione, avvalendosi, ad esempio,
di un management professionale. “È importante”, sottolinea Ambrogioni, “che un
manager possa offrire anche
alle Pmi le competenze sviluppate precedentemente in
ambito di una grande azienda
globalizzata, così da attuare
un processo di trasferimento
di know-how. Questo vale sia
per i dirigenti ancora attivi nel
mondo del lavoro ma anche
per i nostri senior”.
Non a caso, Federmanager
chiede da tempo strumenti
utili a supportare il reimpiego
di manager disoccupati o in
pensione, figure indispensabili per il trasferimento di esperienze e competenze e quindi
strategiche per la crescita e la
competitività delle imprese.
Oggi, infatti, in Italia, sono
presenti numerosi manager
senior disponibili a fare da
tutor, così da aiutare il piccolo imprenditore a favorire
dell’utilizzo dell’alto apprendistato.
“Si tratta di una prassi che
altrove è molto diffusa ma
che nel nostro paese stenta
ad affermarsi”, continua Ambrogioni. “Non possiamo più
permetterci il lusso di sprecare intelligenze, saperi e conoscenze dei nostri lavoratori
anziani, che sono portatori di
notevole competenze: in questo senso, ci siamo attrezzati
per favorire l’inserimento di
tali figure nel ciclo produttivo
della piccola impresa”.
In questo contesto è di prossima uscita un bando promosso
da Italia Lavoro che, tramite
l’erogazione di contributi ai
datori di lavoro, è finalizzato
a favorire il reinserimento di
dirigenti senior nel mondo
aziendale. Non da meno, Federmanager, con CDi Manager, è impegnata a supportare
l’impiego di dirigenti senior e
non nelle forme di ‘temporary
manager’:uno strumento di
managerialità molto efficace
che in altri paesi è ampiamente utilizzato ma che in Italia
ancora fatica ad affermarsi.
Federmanager è anche focalizzata sul tema delle “reti
d’impresa”, che rappresentano
un importante strumento di
politica industriale e che, se
diffuse e ben gestite, possono
replicare il successo che hanno avuto i cosiddetti distretti
industriali negli anni ‘60 e ‘70.
“Perché una rete d’impresa
espliciti tutte le sue potenzialità”, nota Ambrogioni, “ha
bisogno di essere gestita da
manager di rete, che sappiano
affrontare la complessità del
far collaborare un gruppo di
piccoli imprenditori, spesso
gelosi l’uno dell’altro, e far capire loro il vantaggio di mettere assieme un pezzo di governance aziendale”.
Sebbene le reti in Italia si stiano affermando ancora troppo
lentamente,
rappresentano
tuttavia una condicio sine qua
non per i processi di internazionalizzazione. Non è imma-
Giorgio
Ambrogioni,
presidente di
Federmanager:
organizzazione
che rappresenta
180 mila dirigenti
in servizio e
in pensione
del settore
industriale
I convegni
sono sempre
un’occasione
di confronto
e di crescita
professionale
ginabile, infatti, che un piccolo imprenditore possa portare
i propri prodotti nel mondo
con le proprie sole forze, deve
capire la necessità di fare sinergia, massa critica.
Queste ed altre tematiche sono al centro del documento
“l’Italia che vogliamo”, un programma politico presentato
da Cida - Manager e Alte Professionalità per l’Italia, Federmanager e Manageritalia, che
contiene le proposte dei manager per il rilancio del Paese.
“Proposte che”, conclude Am-
Le associazioni nel Mezzogiorno d’Italia
REGIONE
ASSOCIAZIONE
SITO WEB
Basilicata
Matera
www.federmanager.it
Calabria
Catanzaro
www.federmanager.it
Campania
Napoli
www.sicdai.federmanager.it
Salerno
www.salerno.federmanager.it
Puglia
Bari
www.puglia.federmanager.it
Sicilia
Catania
Federmanager Sicilia Orientale
www.catania.federmanager.it
Palermo
Federmanager Sicilia Occidentale
www.palermo.federmanager.it
Siracusa
www.federmanager.it
Manifesto delle giovani classi dirigenti
Promosso dall’Associazione classi dirigenti della Pa, Agdp,
Numeri Primi e Concreta-Mente, unisce manager privati e della Pa
È
stato presentato lo scorso gennaio
un documento - promosso da Federmanager, l’Associazione classi dirigenti
delle pubbliche amministrazioni - Agdp,
Numeri Primi e Concreta-Mente - con il
quale giovani manager pubblici e privati hanno delineato insieme una possibile
road map per la crescita del Paese. Una
crescita che passa attraverso profonde riforme strutturali, in particolare nel settore lavoro e welfare, formazione e ricerca,
e rinnovamento della pubblica amminiLa formazione è un aspetto su cui puntare sempre
brogioni, “presuppongono un
paese “governato”, non nella
logica del day-by-day, ma con
una visione di medio e lungo
periodo” “La mancanza di
questa visione è un problema
di classe dirigente, politica e
non politica”.
strazione ma, soprattutto, attraverso un
ricambio generazionale delle classi dirigenti.
“Se vogliamo che l’Italia recuperi il proprio ruolo anche sul piano della competizione internazionale”, si legge nel
documento”, il Paese deve utilizzare il
“potenziale inespresso”, dei suoi trenta/
quarantenni, cercando in questo modo
di svecchiare la pubblica amministrazione, ma anche il mondo delle imprese
e delle professioni, e far riprendere così
un percorso di crescita”. La priorità per
i prossimi anni dovrà dunque essere un
investimento massimo sulla formazione e
sulla ricerca, il vero “petrolio” dell’epoca
moderna, su cui l’Italia da troppo tempo
ha smesso di investire. Ed è proprio in
questo contesto che si pone il problema
della selezione e della formazione delle
classi dirigenti. “È necessario”, afferma
Ambrogioni, “riscoprire un approccio
più selettivo, fondato su basi qualitative del management di questo paese,
sia pubblico che privato. C’è bisogno di
un approccio formativo adeguato alle
sfide che da qui in avanti si dovranno
sostenere. Quindi c’è bisogno di una vera formazione manageriale non solo di
aggiornamento professionale”.
*Valori di massima ai sensi del D.Lgs 185/2000
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