Rassegna del 02/03/2017

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Rassegna del 02/03/2017
Rassegna del 02/03/2017
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 02/03/2017
Trasporti e infrastrutture
Messaggero
Abruzzo
02/03/2017
p. 43
«Ferrovia, gravi inadempienze regionali»
Pino Veri
1
Corriere Fiorentino
02/03/2017
p. 12
La costa e i treni: un'altra Tirrenica da potenziare
Daniele
Marchetti
2
Giornale
02/03/2017
p. 23
Commessa dagli Usa da 336 milioni
Italia Oggi
02/03/2017
p. 11
I passeggeri di Malpensa crescono del 14 per cento
Manuel Follis
4
Panorama
02/03/2017
p. 12
Poltrone, l'importante è «partecipate»
Francesco Bisozzi
5
Panorama
02/03/2017
p. 52
Taxi, spiagge, ambulanti: l'arte di non decidere
Andrea Giuricin
6
3
Trasporto pubblico locale
Il Centro Aquila
02/03/2017
Indice Rassegna Stampa
p. 19
Vela: «Sì agli autisti-controllori sui bus»
8
Pagina I
«Ferrovia, gravi inadempienze regionali»
Rolandi (Filt Cgil) conferma i timori sull'abbandono
A novembre si promise un potenziamento che ora si è
della Marsica da parte di Trenitalia nonostante gli impegni trasformato in un deciso abbandono del comprensorio
«Sono passati pochi mesi (era novembre 2016) da quando Regione
Abruzzo e Trenitalia hanno finalmente trovato l'intesa per la sottoscrizione di un nuovo Contratto di
Servizio, valido fino al 2023, dal valore economico complessivo di 571
milioni di euro» scrive Franco Rolandi, segretario della Filt Cgil
Abruzzo al Messaggero. Quella
"svolta epocale" che non si vede, aggiunge Rolandi dopo i precedenti articoli dei giorni trascorsi che hanno
riportato interventi non solo della
Filt ma anche dell'ex sindacalista
Renzo Sabatini, del Comitato pendolari e per esso Daniele Luciani e, ieri
anche di Casapound.
«Ai problemi già noti - aggiunge Rolandi - riguardanti l'entrata in vigore dei nuovi orari cadenzati sulla Linea Adriatica e il nuovo rapporto di
Legambiente - che ha assegnato per
il 2016 all'Abruzzo la maglia nera
per la vetustà dei treni - si è aggiunta
una nuova importante incognita.
Circolano voci alquanto attendibili
sul futuro attestamento nella stazione di Mandela e non più in quella di
Avezzano di alcuni treni provenienti da Roma. A dire il vero è una ipotesi che ufficiosamente era già da
tempo nell'aria, suffragata dal fatto
che, proprio nella stazione di Mandela, Rete Ferroviaria Italiana sta
eseguendo lavori di potenziamento
infrastrutturale, aumentando anche il numero dei binari cosa che
normalmente, presuppone l'obiettivo di incrementare la capacità di fare incroci, precedenze ed attestamenti (soste) dei treni».
REGIONE LAZIO
Ma il pezzo forte della lettera aperta
di Rolandi è il seguente: «Nel caso
specifico, quindi, sarebbe stata la
Regione Lazio ad aver deciso di tagliare un significativo numero di
treni che in partenza dalla capitale e
diretti verso l'Abruzzo, si attesterebbero in realtà a Mandela, determinando la penalizzazione e l'isolamento dell'intera Marsica. Tuttavia
su quanto sta accadendo vi sono, a
nostro avviso, specifiche e innegabili responsabilità anche della Regione Abruzzo e del relativo Dipartimento regionale Trasporti, Infrastrutture, Mobilità e Logistica, nonché della stessa Trenitalia. E' infatti
impensabile e inimmaginabile che,
nessuno dei due contraenti, all'atto
della sottoscrizione del recente Contratto di Servizio, non sapesse delle
concrete intenzioni della Regione di
Lazio e di Trenitalia di fermare gran
parte dei treni in partenza dalla Capitale a Mandela». Fermo restando
che tale decisione che avrà ricadute
negative sull'Abruzzo e specificatamente sul territorio marsicano, «si
conoscerà con precisione solo al
prossimo cambio orario, è il caso
che da subito tutti i portatori di interesse si mobilitino per evitare ulteriori ed ennesime gravi ricadute sui
pendolari di un territorio che ha già
seri problemi di mobilità».
Pino Veri
RIPRODUZIONE RISERVATA
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La stazione di Avezzano e, nel tondo, Franco Rolando segretario regionale Filt-Cgil
Trasporti e infrastrutture
Pagina 1
RASTRUTTURE
LA COSTA E I TRENI:
UN'ALTRA.
D;1 PUTI v7.
di Daniele Marchetti*
aro direttore,
dopo l'ultima fase anC data in scena sul progetto di completamento dell'autostrada Tirrenica proposto da
Sat alla Conferenza dei servizi
a Roma martedì scorso e dopo
le recentissime manifestazioni
di piazza, il no corale di tante
istituzioni maremmane e, non
ultimo, le difficoltà di far quadrare i conti dell'investimento,
più di una domanda s'impone.
Perché invece di arrovellarsi su
di un tracciato autostradale
ex-novo fortemente avversato,
non si pensa prima di tutto a
potenziare la tratta ferroviaria
Genova-Roma?
Perché non si è mai davvero
puntato ad un adeguamento
di questa infrastruttura all'alta
velocità e all'alta capacità anche in considerazione della
presenza di porti turistici e
commerciali di tutto rispetto
come Carrara, Livorno e Piombino (per non parlare di Genova, La Spezia e Civitavecchia
comunque interessate dalla
stessa tratta ferroviaria)?
Molti miglioramenti sono
Trasporti e infrastrutture
indubbiamente intervenuti
negli ultimi anni (anche a seguito della tragedia mai dimenticata di Viareggio), ma
resta il fatto
ed i fatti hanno
la testa dura
che per il potenziamento ad alta velocità
della ferrovia tirrenica non si
ricordano atti formali promossi dalla Regione Toscana né
presso il governo né presso
Rfi.
Possibile che per un viaggio
Viareggio-Roma che in termini di chilometraggio richiama
alla mente la tratta Firenze-Roma percorsa normalmente in
un'ora e mezza, servano
nel
migliore dei casi
3 ore e lo?
Perché mai una linea su cui
«sfrecciano» i Fracciabianca
(con una velocità massima di
20o km/h) non può essere
Due velocità
Da Firenze a Roma basta
un'ora e mezza
Perché da Viareggio
invece ne servono 3?
adeguata ad ospitare treni più
veloci come i Frecciarossa con
investimenti ecologicamente
(e forse anche economicamente) molto più sostenibili
della Tirrenica?
Possibile che l'Italia, per la
poca lungimiranza di molti,
debba rimanere per sempre a
rischio «scissione» perché
collegata, sia per quanto attiene le auto (penso all'Autosole)
che per i treni (Alta Velocità),
ad un'unica direttrice? Possibile che gli italiani, vita natural
durante, debbano essere obbligati a «sciacquare i panni in
Arno»?
I due progetti: Tirrenica e
potenziamento della tratta ferroviaria costiera non sono necessariamente alternativi, anzi! Ma per la costa toscana essere parte del corridoio europeo autostradale 5, non può
essere certamente considerato
come si è voluto far credere
in questi decenni
più importate di un'infrastruttura su
ferro moderna, veloce, sicura
ed efficiente.
*vicepresidente
della Commissione Assetto
e Tutela dei Territorio - Porcari
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Pagina 2
Qbmmessa dagli Usa da 336 milioni
lane, società del gruppo Salini Impregilo, si aggiudica negli Stati Uniti un nuovocontratto, <design-build», del valore di 336 milioni di dollari. Il
progetto prevede la realizzazione della estensione della 395 Express Lanes nello stato della VI rginia. I lavori avranno inizio questo mese.
Trasporti e infrastrutture
Pagina 3
I p asseggeri d i Malp ensa
crescono del 14 per cento
DI MANUEL FoLLIs
numeri di Sea, la società che gestisce i due
aeroporto lombardi di Malpensa e di Linate,
crescono e lo fanno anche più della media
del settore. E la società ha finalmente trovato un equilibrio nella gestione dei due aeroporti la cui convivenza, un tempo problematica
, oggi sembra possibile. Per il futuro il gruppo si
concentrerà su voli intercontinentali e low cost,
sulla generazione di cassa e sugli investimenti
con un totale restyling di entrambi gli scali. Il
presidente di Sea, Pietro Modiano , ha illustrato il piano industriale 2016-2021 ma anche
un masterplan con alcune idee per un possibile
sviluppo di Linate al 2030. «I dati ci indicano
che siamo di fronte a un ciclo economico positivo», ha spiegato Modiano. «Per la prima volta
da quando sono alla guida di Sea, cresciamo
molto più degli altri competitor. I passeggeri
sono aumentati del 9% a novembre, del 15%
a dicembre, del 14% a gennaio e chiuderemo
febbraio con un incremento che toccherà quasi
il 10%. Per non parlare del cargo, dove stiamo
crescendo a doppia cifra, mentre gli altri aeroporti sono quasi fermi».
A oggi Malpensa rappresenta il 60% del
movimento merci di tutta Italia. «L'export è
sempre stato costante ed è sempre andato ab-
Trasporti e infrastrutture
bastanza bene», ha commentato Modiano, «ma
quello che ci ha colpito è la crescita dell'import,
che è salito del 16%», a testimonianza di un
particolare momento felice dell'area milanese-lombarda. «Per i prossimi anni lavoreremo sempre di più con i vettori low cast, come
Ryanair ed Easyjet, che insieme dovrebbero
rappresentare il 62% dei nuovi posti sugli
aerei», il che implicherà un lavoro complesso
per aumentare i margini visto che, di norma,
questi vettori comprimono la redditività degli
aeroporti.
Il presidente, nel presentare i dati e le
prospettive, ha ricordato il grande lavoro fatto
sull'handling, con la creazione di Sea Handling
che ha scongiurato il pagamento di una multa
europea. Il piano industriale prevede anche una
crescita nel settore dei voli intercontinentali
del 3% medio annuo, passando dai 5,6 milioni
di passeggeri del 2015 a 6,6 nel 2021. Dal 2016
(con somme già stanziate) al 2021 il gruppo ha
previsto il rifacimento della pista di Linate (da
effettuare per legge obbligatoriamente entro
il 2019) e il completo restyling del Terminal 2
di Malpensa, il cui completamento è previsto
entro il 2020.Gli investimenti su Linate prevedono anche un restyling estetico (a partire
dalla facciata) che dovrebbe essere completato
già nel 2017.
Pagina 4
ITALIA
Nella foto, il ministro per
la Semplificazione e la
pubblica amministrazione,
Marianna Madia.
Poltrone, l'importante è «partecipate»
Secondo la riforma Madia sono migliaia le società pubbliche da eliminare . Ma si salveranno , grazie a molte eccezioni.
essuno tocchi le «partecipate» pubbliche. Non
Consiglio dei ministri assieme a quello sui furbetti del
perché servano tutte (su circa 7 mila organismi
cartellino (entrambi erano stati bocciati dalla Consulta
1.279 sarebbero delle scatole vuote), ma perché
a novembre), ha concesso un'ulteriore proroga agli enti
fanno comodo a qualcuno : secondo la Uil i
pubblici che adesso hanno tempo fino al 30 giugno per
consigli di amministrazione delle aziende conindividuare le società da eliminare.
trollate da Stato ed enti locali darebbero lavoro
Ma la versione soft della riforma che ha preso corpo
a 26.500 manager, che ci costano 2,5 miliardi
in seguito alla stroncatura della Corte costituzionale
di euro l' anno . Il nuovo decreto Madia sul taglio delle
prevede anche la possibilità per i presidenti delle Regioni
partecipate non torcerà loro un capello . Il governo ha
di escludere dalla stretta quelle partecipate meritevoli di
rinunciato infatti a sottoporre a una cura
un trattamento di favore. Quanto ai criteri
dimagrante i board di controllo: se la riforsulla base dei quali andrà svolta la selezione
ma prevedeva un modello di governance
di quelle da cassare, si è scelto di eliminare
È L'ATTUALE
semplificato con un unico amministratore,
le società con un numero di dipendenti
NUMERO DELLE
ora alle società è stato concesso di manteinferiore a quello degli amministratori olPARTECIPATE
PUBBLICHE.
nere un cda con 3 o 5 membri.
tre a quelle con un fatturato al di sotto del
DOVREBBERO
Secondo la Corte dei Conti le partecimilione di euro: sommate farebbero 3.139
SCENDERE
pate attualmente sarebbero in tutto 7.181.
partecipate in meno, stando ai dati in posA MILLE.
In più di 1200 ci sono meno dipendenti che
sesso della Corte dei Conti. Per arrivare a
amministratori, mentre 791 hanno chiuso il 2014 con i
mille partecipate, come promesso all'inizio, all'appello
conti in rosso. Da anni ormai si parla di ridurre a mille gli
mancano altri 3 mila organismi da eliminare.
organismi, ma finora ci sono stati solo rinvii: il decreto
(Francesco Bisozzi)
bis sul riordino delle partecipate, appena approvato in
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N
Trasporti e infrastrutture
Pagina 5
LIBERALIZZAZIONI MANCATE
A più di 10 anni dall'approvazione, la direttiva europea Bolkestein è in gran parte disattesa.
TAXI, SPIAGGE, AMBULANTI :
L'ARTE DI NON DECIDERE
di Andrea Giuricin
docente di economia
dei trasporti
all'Università Milano
Bicocca
Trasporti e infrastrutture
a liberalizzazione dei servizi è un
tema molto complicato che pone al
contempo sia degli enormi problemi
sociali che di concorrenza. Correva l'anno 2006 quando la direttiva
2016/123, meglio conosciuta come
Bolkestein dal nome del Commissario
europeo, veniva approvata dal Parlamento europeo. Sono passati più di 10 anni e
ancora in Italia non si è riusciti a trovare la
quadra del cerchio tra gli interessi dei privati
e un ambiente competitivo.
La Bolkestein è una direttiva che ha l'obiettivo di creare un quadro concorrenziale
all'interno dell'Europa in tema di servizi.
Tuttavia non tutti i servizi sono ricompresi
in questa direttiva: il trasporto taxi e quelli
finanziari non rientrano nella legge approvata dal Parlamento europeo nel 2006.
La direttiva è già costata cara all'Europa
dato che proprio durante la discussione
della Bolkestein si celebrò il referendum
Pagina 6
Non solo nel nostro Paese. Anche in Spagna e Francia le novità restano al palo.
giore competizione permette di avere un
settore più dinamico, ma al tempo stesso
è comprensibile la paura di tutti quegli
operatori che nel corso del tempo hanno
sviluppato il loro business.
sulla Costituzione europea in Francia che
venne vinto dal fronte del no. L'invasione
degli idraulici polacchi, vale a dire la libertà di movimento dei prestatori di servizi
all'interno dei Paesi dell'Unione, presente
in una prima bozza della Bolkestein, era
stato il motivo per il quale venne bloccata
l'adozione della Costituzione stessa.
Gli ambulanti e le coste.
Il tema della liberalizzazione dei
servizi si è trascinato in Italia per oltre
un decennio. L'adozione della direttiva
continua a essere rimandata, poiché i
diversi governi non sono ancora riusciti
a trovare un punto di equilibrio tra i diritti precedenti di alcune categorie e la
concorrenza. L'idea è quella di introdurre
dei bandi di gara per l'assegnazione dei
servizi, ma le concessioni esistenti, come
quelle rilasciate agli ambulanti, continuano a essere prorogate. L'ultimo rinvio è di
qualche settimana fa
II blocco dei
e prevede la proroga
tassisti contro
il rinvio a fine anno a fine del 2018.
della nuova
È interessante
normativa per le
notare
che questa
auto Ncc ( noleggio
procedura di gara
con conducente).
non è mai facile da
introdurre. Nel settore ferroviario, che
esula dalla Bolkestein, la liberalizzazione arriverà solo nel 2032 per i servizi
passeggeri dei pendolari. In questo caso,
le pressione esercitata dai diversi Stati
membri e dalle grandi aziende ferroviarie
è stata in grado di rallentare l'apertura
alla concorrenza. Per gli ambulanti e i lidi
balneari, invece, il cambio di regolazione
sembra più imminente, nonostante tutte
le proroghe. È indubbio che una mag-
Trasporti e infrastrutture
La normativa fuori dall 'Italia.
Tutti i Paesi europei sono stati obbligati a confrontarsi con il cambiamento
che presupponeva la direttiva Bolkestein.
E come tutti i cambiamenti, non sono
facili da accettare per chi sente di avere
dei diritti acquisiti.
Il tema è stato però risolto senza aprire
delle procedure d'infrazione da parte della Commissione europea nei Paesi nostri
vicini. In alcuni casi la legislazione già
imponeva l'obbligo di gara, mentre in altri
casi si sono cercati dei compromessi. È il
caso della Spagna dove la «ley de costas»
successivo alla Bolkestein ha previsto un
prolungamento delle concessioni per 30
anni dei chiringuitos. Tuttavia proprio nel
Paese iberico si è deciso di liberalizzare il
settore degli ambulanti. In questo ultimo
caso i Comuni sono obbligati a fare delle
gare per l'assegnazione dei posti delle
bancarelle.
In Francia, per esempio, una nazione dove la concorrenza non è mai vista
troppo bene, è stato introdotto l'obbligo
di gara per l'assegnazione dei posti delle
bancarelle. Tutti questi servizi rientrano
nella direttiva Bolkestein, ma ci sono
stati altri casi di protesta in Italia legati
sempre a settori dei servizi chiusi alla
concorrenza, come quello dei taxi.
La protesta dei tassisti italiani.
Esplosa nelle scorse settimane ha
avuto come centro della discussione un
emendamento che ritardava a fine anno
l'applicazione di una norma relativa al
noleggio con conducente (Ncc). Questa
norma del 2009 prevede che alla fine del
servizio un Ncc sia costretto a tornare in
autorimessa prima di riprendere servizio.
Tale disposizione era stata introdotta
quando i servizi (come la piattaforma
Uber) ancora non esistevano e tuttavia
è stata bocciata anche dalla Corte di giustizia europea.
Tuttavia il blocco illegale del servizio
taxi ha messo in moto un processo che
ha portato il governo, dopo quasi una
settimana di proteste, a convocare un
tavolo di concertazione con le parti.
Tempi troppo lunghi.
La protesta dei taxi ha dunque obbligato il governo ad aprire una discussione sul settore, mentre le proteste degli
ambulanti sotto il Senato hanno portato
all'ennesimo rinvio nell'applicazione
della direttiva Bolkestein.
Qualunque sarà la futura decisione
dell'esecutivo, ancora una volta dimostrerà come la politica non è in grado di
legiferare in tempi rapidi. Una situazione
non accettabile e che dimostra una volta
di più come il Paese sia bloccato dagli
interessi di alcuni gruppi di pressione
in termini di liberalizzazione, ma soprattutto da politici che non hanno ben
chiara la direzione da prendere. Molto
interessante è stata la posizione espressa
dal Movimento 5 stelle, che da paladino
della modernità si è schierato alla prima occasione contro l'economia delle
piattaforme, quelle alla base dei servizi
di Uber e Flixbus.
L ennesima dimostrazione di capacità
di cambiamento di posizione tipica di
molti partiti italiani. Perché tutto cambia,
ma niente cambia.
■
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Pagina 7
Comune sta giaapplicando la proposta della Cisl: così abbatteremo l'evasione dei biglietti
1 SULMONA
È già stata fatta propria dall'amministrazione comunale di Sulmona la proposta degli autisti-controllori, per abbattere
l'evasione quasi totale sui biglietti del trasporto urbano. Lo
assicura l'assessore ai Trasporti, Alessandra Vella . L'idea è arrivata da Angelo De Angelis della Csil trasporti. «Da dicembre
abbiamo deciso di attuare questa formula degli autisti-controllori», interviene Vella, «che
ci permetterà di abbattere l'evasione dei biglietti degli autobus,
che è molto elevata». Effettivamente, il problema dell'evasione in città fa il paio con gli appena 6Omila euro annui che si re-
cuperano dalla vendita di biglietti e abbonamenti, cui vanno scorporate le spese per il personale di 720mila euro, 44mila
di manutenzione, 90mila di carburante, 55mila di gestione.
Con un contributo regionale di
560mila euro. La proposta è
proprio quella di garantire biglietti a bordo con autisti-controllori, per abbattere l'evasione dei titoli di viaggio. In pratica, basterebbe che i conducenti
diventassero agenti giurati, con
un semplice giuramento in Comune che li autorizza a chiedere il biglietto alle persone che
salgono a bordo. Sulla questione estemalizzazione, annunciata nell'ultimo consiglio, l'assessore rallenta. «È una cosa che
stiamo valutando», dice, «ma
che va approfondita». Su 23 autobus in totale del parco mezzi
comunale ne funziona appena
la metà. Di tutti i bus, 19 dovevano essere del trasporto urbano e 4 sono scuolabus, ma solo
12 sono funzionanti, 4 sono in
riparazione, 4 sono da demolire
e tre sono in disuso, perché costerebbe troppo ripararli. Fra
questi ultimi c'è anche l'autobus elettrico, che non supera i
25 chilometri orari e che è abbandonato su un lato del deposito-discarica. Si trovano in condizioni ben peggiori, invece,
quelli abbandonati all'esterno,
con i motori sviscerati dai vari
pezzi e le erbacce che escono
dal cofano. Anche quelli in ripa-
razione all ' interno non versano
in buone condizioni, fra pneumatici smontati e pezzi di carrozzeria buttati sui sedili . Preoccupanti e al limite dell 'igiene sono anche le condizioni in cui
versa la stessa rimessa - deposito, col tetto in onduline crollato
in più punti e il guano di piccioni e gli escrementi di topi a terra. All'esterno, la discarica va in
scena fra cassonetti buttati,
pensiline rotte e carcasse di bus
e camion della nettezza urbana. Abbandonati anche la piattaforma del lavaggio e della riparazione . Sullo sfondo l'impianto del gasolio ancora in
uso, reperto di archeologia industriale .
(f. p.)
©RI PRODUZIONE RISERVATA
L'assessore Alessandra Vella
Trasporto pubblico locale
Pagina 8