La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 287

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La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 287
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Anno XX - N° 287
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31 Ottobre 2015
A tre anni e mezzo dalla cancellazione delle quattro province decisa dal referendum, non è stata ancora approvata la riforma
I tempi infiniti della politica
I
Il percorso delle riforme non può essere fermato ma va assolutamente evitata una penalizzazione delle aree periferiche.
l 6 maggio 2012 le quattro province istituite con
la legge regionale n. 9 del
12 luglio 2001, Carbonia
Iglesias, Medio Campidano,
Ogliastra e Olbia Tempio, nate con le elezioni dell’8 maggio 2005, sono state abrogate
con il referendum regionale;
il 28 giugno 2013 il Consiglio
regionale ha approvato la legge n. 15 che ha disposto la nomina dei commissari e ha stabilito che entro trenta giorni il
Consiglio regionale avrebbe
dovuto approvare una legge di
riforma organica dell’ordinamento degli enti locali.
Oggi, a distanza di tre anni
e mezzo dal referendum abrogativo e di quasi due anni e
mezzo dall’approvazione dalla legge di riordino delle province, queste restano commissariate (la Giunta Pigliaru
con la legge regionale n° 7 del
12 marzo 2015 ha sostituito i
commissari nominati dalla
Giunta Cappellacci con amministratori straordinari con
poteri fino al 31 dicembre 2015)
e la proposta di legge di riforma è ancora all’esame della
commissione Autonomia.
I tempi della politica mal
si conciliano con quelli di una
Sardegna che vive una delle fasi più difficili della sua storia
recente. Si parla tanto, troppo,
di riforme, ma quando si deve
passare dalle parole ai fatti, i
tempi diventano infiniti.
Dal confronto in atto tra le
forze politiche sulle proposte
avanzate dalla Giunta emergono posizioni contrastanti.
Si parla di area metropolitana, province di vaste dimensioni, unioni e fusioni di comuni. Il percorso delle riforme non può essere fermato ma
va evitata una penalizzazione
delle aree periferiche.
Giampaolo Cirronis
ALL’INTERNO
Resta alto lo scontro sul servizio ADI di III livello
Non si placano le polemiche sul Piano Sulcis
I risultati del progetto dei GAL sull’Agrisociale
Storie di vita e di miniera a San Benedetto
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Abbattiamo le barriere mentali sulla disabilità
Il Cammino di Santa Barbara modello di eccellenza
Il Carbonia al 2° posto, risale la Monteponi
Partenza falsa per la VBA/Olimpia in B1
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Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Il commissario straordinario Antonio Onnis ha presentato il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera della ASL 7
«Lavoriamo per migliorare la sanità del Sulcis»
I
A Iglesias, intanto, resta alta l’opposizione al Piano da parte di associazioni, sindacalisti, consiglieri comunali e cittadini.
l commissario della Asl 7 Antonio Onnis ha presentato il Piano
di riorganizzazione della rete
ospedaliera. Al suo fianco, nella
sala riunioni del Centro direzionale
di via Dalmazia, a Carbonia, i sindaci
di Carbonia e Iglesias, Giuseppe Casti
ed Emilio Gariazzo, e Angelo Deidda,
sindaco di Domusnovas e vicepresidente della conferenza socio-sanitaria.
«Il mantenimento delle risorse assegnate per gli interventi di realizzazione di nuove opere e per l’innovazione delle strutture aziendali - ha
spiegato Antonio Onnis - è vincolato
alla stipula di un’obbligazione giuridicamente vincolante (OGV) entro il
31 dicembre 2015.»
Antonio Onnis ha poi presentato il
quadro dei lavori in corso.
«La collaborazione con un valido
pool di ingegneri - ha detto Onnis - ha
consentito, tra l’altro, di gestire in autonomia, con risorse aziendali, lo sviluppo delle progettazioni preliminari
degli interventi, con minori oneri economici e con tempi di acquisizione
degli stessi decisamente più compatibili con le scadenze. Tutti gli interventi programmati e finanziati hanno
già conseguito l’organizzazione giuridicamente vincolante o si trovano in
uno stadio di sviluppo gestionale che
ne assicura il conseguimento entro il
31 dicembre 2015.»
All’ospedale Sirai di Carbonia per
la manutenzione/revisione degli impianti del blocco operatorio è stata
espletata una gara; l’allestimento tecnologico è stato aggiudicato ad una
unica impresa per 1 milione di euro e
la fornitura e posa in opera della dotazione tecnologica del blocco operatorio dovrà essere completata entro
il 31 dicembre 2015, previa la conclusione dei lavori di manutenzione
straordinaria. Il blocco della nuova radiologia dovrà essere completato ugualmente entro il 31 dicembre 2015. è
prevista, infine, la realizzazione della piattaforma per alta intensità di cure,
destinata ad ospitare 11 posti letto di
rianimazione, la Stroke Unit. l’UTIC e
l’Osservazione Breve Intensiva (OBI),
per la quale è in fase di predisposizione il progetto preliminare.
«L’intervento - ha spiegato il commissario - è correlato alla complessiva riorganizzazione del sistema ospedaliero aziendale e in particolare al
completamento della prima fase dei
lavori al CTO.»
Antonio Onnis ha poi esposto il
quadro degli interventi in corso o programmati a breve scadenza al CTO di
Iglesias.
è stato indetto l’appalto di 4 milioni e mezzo di euro per la ristrutturazione della parte cosiddetta “bombardata”. Le offerte saranno valutate
entro il 15 novembre e l’organizzazione giuridicamente vincolante è prevista
entro il 1 dicembre 2015.
Per l’ampliamento del CTO, i lavori sono stati finanziati con 6,9 milioni di euro con fondi ex art. 20 della
legge 67/88 e sono stati appaltati al
I
raggruppamento temporaneo di imprese DCG srl - Tepor Spa. I lavori
sono stati ultimati e, a seguito della
rinuncia del collaudatore, è in corso
l’iter per la nomina di un nuovo professionista.
Il blocco operatorio del CTO è interessato da due interventi. I lavori sono stati finanziati per € 3.281.579,30
con fondi FSC 2007-2013, sono stati
aggiudicati al RTI DCG srl - Tepor Spa
ed è in corso l’iter per la nomina del
collaudatore. L’allestimento tecnologico è finanziato con 2 milioni di euro sempre con fondi FSC 2007-2013.
è in corso la gara d’appalto della fornitura, divisa in 13 lotti,.
I lavori di realizzazione del Pronto Soccorso e Rianimazione del CTO
sono stati finanziati per 2,2 milioni di
euro con fondi FSC 2007-2013 e sono stati aggiudicati alla ditta DCG srl.
è stata presentata istanza per la concessione edilizia. La successiva approvazione dei progetti definitivo ed
esecutivo darà corso all’avvio dei lavori, la cui conclusione è prevista in
circa un anno.
è in fase di avvio, infine, l’intervento di adeguamento del pavimento
con la realizzazione dell’opera e le
caratteristiche minime della stessa; la
disponibilità dell’area; la funzionalità spaziale e architettonica; pareri, nulla osta, autorizzazioni, assensi per la
realizzazione dell’opera pubblica; stima dei costi e finanziamenti ed ipotesi
di quadro economico.
Al termine della conferenza stampa,
sono intervenuti Giuseppe Casti, Emilio Gariazzo ed Angelo Deidda, che
hanno avuto parole di apprezzamento per il lavoro svolto dal commissario
straordinario ed hanno sottolineato come il rapporto sia decisamente migliorato rispetto al passato più o meno recente.
A Iglesias, intanto, non si ferma la
mobilitazione del fronte contrario alla riorganizzazione della rete ospedaliera approvata dalla Giunta regionale e al Piano del commissario della
Asl 7, guidato dal Comitato per la
salute del Sulcis Iglesiente.
«La nuova rete ospedaliera voluta
dalla Giunta regionale ed il Piano del
commissario della Asl 7, cancella la
sanità di Iglesias e Carbonia, un colpo
di spugna sulla salute dei cittadini del
Sulcis Iglesiente», hanno affermato
La conferenza stampa del commissario della Asl 7 Antonio Onnis.
della sala operatoria di Ostetricia (con
rifacimento in resina) e dei relativi
spazi comuni del sistema operatorio.
I lavori dovranno essere realizzati entro 15 giorni dalla loro assegnazione.
L’intervento è finalizzato alla realizzazione degli ambienti chirurgici per la
oculistica.
Per la realizzazione di tutti gli interventi ancora da realizzare al Sirai,
al CTO e al Santa Barbara, sono necessari circa 10 milioni di euro, mentre sono poco più di quattro milioni e
mezzo le risorse necessarie per gli interventi di ammodernamento tecnologico. Complessivamente sono necessari poco meno di 15 milioni di euro, per i quali la ASL 7 ha chiesto l’intervento della Giunta regionale.
Antonio Onnis ha concluso sottolineando che non è stata affatto accantonata l’idea dell’ospedale unico per il
Sulcis Iglesiente, per il quale è stato
predisposto un documento preliminare alla progettazione. Il documento
contiene precise indicazioni per gli
obiettivi che si intendono perseguire
le associazioni, i sindacalisti, i consiglieri comunali ed i cittadini che mentre Antonio Onnis esponeva lo stato
dell’arte del Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, si sono ritrovati nel palazzo comunale di Iglesias, nella sala Remo Branca, per approfondire il tema dei servizi sanitari
nel Sulcis Iglesiente.
Sono intervenuti: Manolo Mareddu che ha coordinato i lavori, Paride
Reale, Alberto Cacciarru, Giorgio Madeddu, rappresentanti della Uil e della Cgil, Giancarlo Sias, Valentina Pistis, cittadini, ed ha chiuso i lavori Efisio Aresti.
«Lo scenario prospettato dalla DGR
38/12, unitamente alle scelte del commissario della Asl 7 - è stato sottolineato nei vari interventi - di fatto hanno
avuto come effetto quello di aumentare la mobilità passiva verso le strutture pubbliche e private del Cagliaritano che, inevitabilmente, porteranno
lo stesso Sirai ad un ruolo di ospedale periferico di basso livello.».
Giampaolo Cirronis
I Riformatori ribadiscono la loro posizione sul futuro della sanità
«Un ospedale unico per il Sulcis Iglesiente»
l coordinamento dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente,
anche alla luce della delibera
con cui la Regione ha inteso ridefinire la rete ospedaliera, ha esaminato ancora una volta la situazione
dei tre presidi ospedalieri del Sulcis
Iglesiente (Sirai a Carbonia, Santa
Barbara e CTO a Iglesias) con il proposito di considerare le prospettive
della sanità nel territorio.
La situazione è ormai chiara a tutti e speriamo anche possa esserlo la
soluzione:
• le proposte di riorganizzazione
che si succedono non risultano in grado di garantire la qualità delle prestazioni alla quale hanno diritto i cittadini dalla gestazione alla fine della
vita;
• l’integrazione tra i presidi ospedalieri a causa delle condizioni strutturali e delle esigenze tecniche non
è in grado di realizzarsi se non in modo parziale e precario così che ven-
gono condizionate le prospettive di
sviluppo della sanità nel Sulcis Iglesiente;
• vi è una sola scelta risolutiva e
in grado quindi di garantire la qualità
Peppino La Rosa.
e lo sviluppo del servizio sanitario: un
nuovo ospedale, unico, come più volte ribadito dai Riformatori Sardi;
• non vi è tra le strutture ospedaliere esistenti la possibilità di realiz-
zare tale obiettivo se non con interventi strutturali molto ampi e costosi e con risultati incerti, considerate
le condizioni della logistica e della
impiantisca.
è giunto il momento, sigg. sindaci, sig. commissario, sig. assessore, di
puntare con assoluta determinazione alla costruzione del nuovo ospedale unico, in grado di garantire sia
la migliore assistenza ospedaliera sia
di liberare risorse per prestazioni diffuse nel territorio. è convinzione dei
Riformatori Sardi che, di fronte alla
determinazione del territorio, si possono trovare le soluzioni finanziarie,
compresa una quota significativa di
autofinanziamento, necessarie per
la più importante e prioritaria infrastruttura di cui abbiamo bisogno: il
nuovo ospedale unico per il Sulcis
Iglesiente.
Peppino La Rosa
Coordinatore dei Riformatori Sardi
del Sulcis Iglesiente
Restano distanti le posizioni sul servizio ADI di III livello
La Asl 7 ha avviato il nuovo servizio,
contestato dai malati e dai familiari
L
Dopo la clamorosa protesta, il caso è arrivato in Regione.
a protesta dei familiari dei
pazienti affetti da Sla o da
malattie neurodegenerative, aderenti all’associazione “Le Rondini” di Carbonia, dopo
la clamorosa manifestazione di protesta messa in atto martedì 27 ottobre
dai malati e dai loro familiari sotto
la sede della Asl 7, in via Dalmazia,
a Carbonia, in aperta contestazione
del nuovo servizio avviato dall’Azienda sanitaria, conclusasi con un confronto con il commissario straordinario Antonio Onnis, il 29 ottobre è
approdata nella commissione Sanità del Consiglio regionale che, dopo
aver ascoltato in due distinte audizioni i rappresentanti dell’organizzazione ed il commissario della Asl
7, ha preannunciato con il suo presidente, Raimondo Perra (Cristiano
popolari socialisti) un supplemento
di istruttoria sulla vicenda, nonché
l’audizione dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, per tentare di ricomporre lo scontro in atto tra i familiari
dei circa 40 pazienti e il commissario Asl sulla gestione dell’Assistenza domiciliare integrata (Adi) di III
livello.
Il commissario straordinario nel
suo intervento ha ripercorso le vicende che nell’ultimo decennio hanno caratterizzato la gestione dell’assistenza domiciliare nel Sulcis Iglesiente e non ha mancato di sottolineare problematiche e criticità tali a suo giudizio - da rendere necessaria una più efficace riorganizzazione del settore dell’assistenza domiciliare.
Antonio Onnis, in particolare,
ha definito “anomala” la situazione
che vede i servizi dell’Adi svolti su
base di disponibilità volontaria da
personale medico e infermieristico
dei reparti della Rianimazione e Anestesia degli ospedali di Carbonia e
Iglesias, ricordando come una segnalazione anonima abbia poi portato
all’apertura di un’inchiesta interna
all’Azienda sanitaria locale n° 7, le
cui conclusioni hanno condotto a
provvedimenti sanzionatori e disciplinari a carico dei numerosi dipendenti coinvolti, per accertate irregolarità amministrative alcune delle
quali riguardavano le dichiarazioni
di presenza al lavoro.
«Il vecchio sistema con cui venivano gestiti i servizi Adi - ha spiegato Antonio Onnis - presentava inoltre una palese illegittimità in ordine
all’orario di lavoro, poiché molti degli operatori risultavano impegnati
per più di 60 ore settimanali contro
le 48 ore settimanali che rappresenta il termine massimo d’impiego
consentito».
Il commissario ha quindi affermato che il costo dell’Adi nel 2014 ha
pesato circa 700 milioni sul bilancio
della Asl 7, con 420mila euro di prestazioni infermieristiche aggiuntive
e 58mila euro di rimborsi benzina.
«Con le risorse sborsate per i
servizi aggiuntivi - ha aggiunto Antonio Onnis - avremmo potuto coprire il costo di dodici nuovi infermieri.»
«Non vogliamo più avvallare una
gestione privatistica del servizio», ha
insistito Onnis in riferimento alle motivazioni della recente protesta dei
familiari dei pazienti che hanno impedito l’accesso ai nuovi operatori
dell’assistenza domiciliare per chiedere che l’Adi della Asl di Carbonia, per i pazienti affetti da Sla o da
malattie neurodegenerative, resti
strettamente correlata con il reparto
della Rianimazione.
«Attualmente - ha spiegato il commissario straordinario nominato dalla
Giunta regionale - è in vigore un
sistema di gestione “misto” dell’assistenza domiciliare ma a partire dal
1° novembre sarà pienamente operativo il piano di trasformazione che
si basa sulla costituzione di un apposito servizio (quindi non più collegato alla Rianimazione) con personale medico e infermieristico proprio e con la riqualificazione del ruolo del medico di Medicina generale.»
Antonio Onnis ha anche dichiarato che nessuno degli operatori in
servizio con il vecchio sistema di gestione dell’Adi ha offerto disponibili-
40 affetti da Sla o da malattie neurodegenerative nella Asl di Carbonia sia distaccata da quella delle cosiddette “cure palliative” e, dunque,
dalla nuova gestione dei servizi proposta dal commissario Onnis.
La delegazione ha quindi rivolto
scuse personali ai medici e agli infermieri ai quali, per protesta, non è
stato consentito l’accesso nelle abi-
Anronio Onnis con il presidente dell’associazione Le Rondini Sanzio Bertolazzo.
tà a lavorare nella nuova organizzazione e che quindi «l’azienda procederà anche d’ufficio per l’attribuzione del personale necessario».
Rispondendo alle domande formulate, in particolare, dai consiglieri
di Forza Italia, Ignazio Locci e Alberto Randazzo e dal consigliere di Sel
Luca Pizzuto, sulla possibilità di una
soluzione di mediazione, il commissario Onnis ha dichiarato: «Il ritorno
al vecchio sistema di gestione dell’Adi è una soluzione impraticabile
tazioni dei malati ma ha riconfermato
il proseguo dello sciopero contro la
nuova Adi della Asl n° 7, invitando
quindi la commissione Sanità a farsi promotrice di tutte le iniziative necessarie per garantire un’adeguata e
sicura assistenza domiciliare ai pazienti affetti da Sla e malattie neurodegenerative.
Il presidente della commissione,
Raimondo Perra, accogliendo anche
le richieste in tal senso formulate
dai consiglieri Locci (Fi) e Pizzuto
Il commissario Onnis a confronto con il sindaco Casti.
e, pertanto, non intravedo spazi di
mediazione, anche perché la grande parte dei 1.500 dipendenti dell’azienda sanitaria n° 7 ci invita a
procedere con la nuova organizzazione che è più efficace ed elimina
le logiche del privilegio».
La delegazione dell’associazione
“le Rondini”, guidata dal presidente Emilio Sanzio Bertolazzo e dalla
vice presidente, Franca Boi, ha ribadito di «avere a cuore soltanto l’interesse a garantire un’assistenza adeguata per i propri familiari in regime di Adi e di non voler entrare nel
merito delle questioni di pertinenza
della Asl n° 7 né tantomeno sulle
problematiche interne alla stessa. Il
progetto che sta portando avanti il
commissario non è in linea con quello che vogliono le famiglie - ha sottolineato Bertolazzo - e noi vorremmo continuare ad avere un filo diretto
con la Rianimazione nel momento
dell’urgenza».
Un’ulteriore richiesta riguarda «il
bisogno di personale qualificato che
segua gli assistiti e che sia disposto
a intervenire tempestivamente».
«I vertici della Asl - ha dichiarato
Franca Boi - sembrano poi non tenere conto delle implicazioni di carattere psicologico che sui nostri malati ha il cambio degli infermieri e
dei medici che si recano al nostro
domicilio.»
L’associazione ha quindi reiterato la richiesta che l’assistenza dei
(Sel) e rimarcando la necessità di
ricercare una soluzione al problema
che da tempo vede contrapposta la
associazione dei familiari con i vertici dell’Asl 7 ha quindi preannunciato la convocazione in audizione
dell’assessore regionale Luigi Arru,
nonché un supplemento di istruttoria della questione dell’Adi a Carbonia.
La protesta dei familiari dei malati in ADI di III livello non si ferma.
«Comprendiamo l’importanza e
sosteniamo la necessità per la popolazione del nostro territorio di
una nuova organizzazione quale il
servizio di Hospice, terapia del dolore e cure palliative - si legge in una
nota diffusa dall’associazione Le
Rondini due giorni dopo l’audizione nella commissione Sanità del
Consiglio regionale - ma contemporaneamente riteniamo e ribadiamo che i pazienti rappresentati dalla nostra associazione debbano seguire un percorso diversificato. Per
la loro complessità e particolarità è
indispensabile la presa in carico e la
continuità assistenziale con le Rianimazioni affinché siamo accompagnati lungo tutto un percorso diagnostico e terapeutico appropriato,
dal momento del ricovero fino alla
“ospedalizzazione domiciliare” e
non assorbiti in una struttura completamente distaccata ed indipendente.»
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Il presidente della Regione Pigliaru e il coordinatore regionale Cherchi hanno illustrato lo stato di attuazione del Piano Sulcis
«Nessun progetto del Piano Sulcis è in stallo»
I
Dallo scorso mese di luglio è operativa nelle strutture della miniera di Monteponi l’unità di assistenza tecnica alle imprese.
l presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e il coordinatore
regionale per l’attuazione del
Piano Sulcis, Tore Cherchi, hanno illustrato ai sindacati regionali lo
stato di attuazione del Piano Sulcis
aggiornato al 15 ottobre 2015. Nel corso dell’incontro, svoltosi nel palazzo di viale Trento a Cagliari, il presidente della Regione ha anche riferito
in merito alle interlocuzioni in corso
con il Governo su diversi temi: energia, continuità territoriale, infrastrutture contro il dissesto idrogeologico,
istruzione e servitù militari.
«Con Roma stiamo lavorando per
costruire degli interventi - ha detto il
presidente Francesco Pigliaru - che
incidano prioritariamente sui divari
determinati dall’insularità. Da parte
del Governo c’è l’impegno a stringere i tempi per la messa a punto definitiva del Patto Stato-Regione».
Il presidente ha quindi fatto il punto sul lavoro dei tavoli tecnici e politici attivati per il rilancio del settore
industriale, che riguardano gli investimenti per il riavvio di Eurallumina
e gli impegni (in primis sulla certezza e stabilità delle condizioni di mercato dell’energia) per la cessione e la
messa in produzione dello smelter di
alluminio di Alcoa.
Il coordinatore del piano Sulcis,
Tore Cherchi, si è invece soffermato
sull’aggiornamento dei singoli punti
del Piano. «Nessun progetto è in stallo - ha detto - nel passato sono stati
accumulati ritardi che non possono
essere eliminati. Dopo avere rimesso
in moto i progetti, l’obiettivo è procedere speditamente».
I fondi (europei, nazionali, regionali e provinciali) ammontano a 602,17
milioni di euro. Rispetto al precedente
stato di attuazione di 6 mesi fa, si re-
gistra una lieve diminuzione (-1,93
per cento). Le risorse sono soggette a
variazioni e rimodulazioni in seguito
al percorso di realizzazione degli interventi.
La Zona franca urbana opera a
pieno regime (il dettaglio nell’articolo a fianco). Va avanti l’iter autorizzativo per il progetto di costruzione
di un impianto di cogenerazione alimentato a carbone di potenza termica
pari a 285 MWt, infrastruttura preliminare alla ripresa produttiva della
fabbrica. Intanto, è in corso la pratica
te sviluppate le azioni che consentiranno di attuare i programmi relativi
a infrastrutture per valorizzare i luoghi e per la produzione, la ricerca e
la formazione. Il complesso di questa azione vale 55,7 milioni di euro.
Le attività sono in concreto sviluppo e un ruolo decisivo lo sta avendo IGEA che è stata tolta dallo stato
di liquidazione. Compiti importanti
sono stati assegnati anche ai Comuni.
Oltre agli interventi già previsti, so-no
state istruite le azioni necessarie per
la bonifica dell’area ex Sardamag.
Francesco Pigliaru.
Salvatore Cherchi.
per la concessione di CIG straordinaria per il triennio necessario per
l’investimento e l’avvio a regime dell’impianto. È anche in corso l’avviamento ai corsi di riqualificazione di
320 lavoratori, in funzione degli investimenti di Eurallumina.
Sotacarbo (per cui il piano prevede interventi pari a 38,5 milioni con
30 ricercatori impegnati) ha approvato il piano di attività triennale. I ricercatori con contratto di lavoro precario sono stati stabilizzati.
Da luglio è operativa a Monteponi
l’unità di assistenza tecnica alle
imprese. In questo periodo sono sta-
Entro un mese sarà operativa la convenzione che affida il compito a
IGEA (stanziati 5,5 milioni di euro).
È stata raggiunta l’intesa tra Governo e Regione per riformare il decreto istitutivo e lo Statuto. La comunità del Parco ha approvato il testo, e la Regione ha fatto quanto di
propria competenza. È stato definito
anche il testo condiviso per l’Accordo di Programma sul Cammino di
Santa Barbara che comprende itinerari con estensione di 400 chilometri.
È pronta la delibera per l’avvio del
primo programma finanziato con 600
mila euro.
Duro attacco dell’Unione dei comuni del Sulcis al Governatore
L
«Non intendiamo tollerare scelte
che non siano convidise dal territorio»
’Unione dei comuni del
Sulcis attacca il governatore Francesco Pigliaru sul
Piano Sulcis: «Non intendiamo tollerare scelte che non siano condivise dal territorio».
«Vale la pena ricordarlo - sottolinea in una nota l’Unione dei
comuni del Sulcis -, il 13/11/2012
si stipulò un protocollo d’intesa tra
Governo e rappresentanti del Sulcis Iglesiente alla Grande Miniera
di Serbariu; a tale protocollo presero parte e lo sottoscrissero, anche se con perplessità, dati i dubbi
sul contenuto, i sindaci del territorio; sottoscrizione giustificata dalla speranza ed il fine di poter incidere concretamente nello sviluppo
del loro territorio, fortemente minato da una crisi socio-economica
che pareva non aver più alcuna
possibilità di svolta. Il Governo e
la RAS promisero rilevanti investimenti e, soprattutto, un nuovo
modo di rapportarsi tra Stato, Regione e Comuni-Territorio da sintetizzarsi in un unico concetto: “La
concertazione”.»
«Il risultato del nuovo modo di
concepire lo sviluppo - aggiunge
l’Unione dei comuni del Sulcis - è
stato quello di imporre un coordinatore, di istituire un sito RAS dedicato, nonché promettere l’esecuzione dei primi progetti esecutivi
entro tre mesi dalla stipula del protocollo. Da allora i ritardi all’esecuzione del Piano sono allarmanti;
eppure una qualsiasi persona può
leggere nel sito RAS che “tale piano registra importanti progressi”;
gli importanti progressi sono due
anni di parole che non possono essere responsabilità della precedente
Giunta, anche quello, ma soprattutto dell’attuale; gli importanti progressi sono visibili solo alla Giunta regionale ed al coordinatore, ma
i territori compresi nel Basso Sulcis certamente non hanno visto, né
ricevuto alcun rilevante beneficio
da tali promesse-parole, salvo quel-
li della fiscalità di vantaggio, null’altro. Ad oggi non esiste un solo
cantiere avviato.»
«I sindaci - aggiunge l’Unione
dei comuni - sono diventati sempre di più delle semplici comparse
per la RAS, sui quali scaricare responsabilità. Ci si chiede, ove siano
finite le risorse per l’interconnessione tra i bacini, elemento concreto
per lo sviluppo agricolo del Basso
Sulcis; 50 milioni era l’intervento
previsto: oggi la risorsa disponibile è scesa ad 1 milione; bando 99
IDEAS, si parla ancora di ideare, non
di dare esecuzione a progetti concreti che diano risposte alla fame di
lioni di euro, agli attuali 16 milioni.»
«La delibera della Giunta nella
premessa, chiarisce come la RAS,
preso atto del protocollo d’intesa
siglato in data 13/11/2012, Piano
Straordinario del Sulcis, che aveva lo scopo di definire obiettivi e
condizioni di sviluppo nel Sulcis;
prende encomiabilmente atto, che
adotta un atto in palese violazione
dello stesso, perché ci si chiede, dove è stata la dovuta concertazione
con i sindaci? Chi la sta attuando?
Chi decide il futuro del Sulcis: i
ministri, la Giunta, i burocrati e/o i
suoi coordinatori?»
«Il territorio del Sulcis - sotto-
L’incontro del 13 novembre 2012 che si concluse con la firma del Piano Sulcis.
occupazione e di sviluppo integrato.
E, infine, non ultima, la delibera Giunta RAS n. 47/13 del 29/092015, che a conferma di quanto
sopra e degli interventi strutturali;
ha deliberato come ulteriore rimodulazione, i cosiddetti interventi
strutturali sulla viabilità, competenza assessorato dei Lavori pubblici,
ove gli interventi di adeguamento
SS 195, strada di collegamento San
Giovanni Suergiu-Giba (SS 195),
messa in sicurezza Strada GibaNuxis-SS 293, hanno visto decurtare i finanziamenti già previsti dal
Piano Sulcis, concordati con tutti i
comuni del territorio, dai 30 mi-
linea ancora l’Unione dei comuni
del Sulcis - si interroga ancora una
volta, sul perché si debbano subire
tali imposizioni; perché non sono
stati coinvolti i sindaci del Sulcis
“previamente” per valutare ed esprimere il loro parere sulla rimodulazione degli interventi infrastrutturali, una delle speranze di sviluppo
del loro territorio.
Quando sono stati coinvolti i
comuni del Sulcis - conclude la
nota dei sindaci - per accettare la
riduzione e/o l’utilizzo in altre parti
della Regione delle risorse relative
alla strategia di sviluppo atta a favorire l’agricoltura e il turismo?»
Il coordinatore del Piano Sulcis ha presentato i dati al 15/10
I
Tore Cherchi: «La fiscalità di vantaggio
nel territorio è pienamente operativa»
l coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, ha reso noto il documento stato di
attuazione della fiscalità di
vantaggio per le piccole e medie
imprese del Sulcis Iglesiente, aggiornato alla data del 15 ottobre
2015.
«L’applicazione del regime fiscale e contributivo di Zona Franca
Urbana alle piccole e micro imprese del Sulcis Iglesiente è pienamente operativa. La ZFU ha carattere
“sperimentale”: è la prima in Italia
ad avere un’estensione provinciale mentre, di regola, riguarda aree
infra-comunali di dimensione minima prestabilita.
Al bando, chiuso il 7 aprile 2014,
sono seguiti i provvedimenti di attuazione (Decreti Direttoriali MISE del 17.04.2014 e del 2.05.2014)
che hanno approvato gli elenchi
delle imprese ammesse alle agevolazioni. I benefici fiscali e contributivi sono diventati disponibili
a inizio estate 2014.»
Le risorse assegnate ammontano a 124,95 milioni di euro, le imprese beneficiarie 4.375 (il 62,3%
ditte individuali). Il 66,7% delle
imprese ammesse al beneficio fiscale si concentrano in tre settori
di attività economica: commercio
e riparazione, costruzioni, alloggio
e ristorazione.
Al 2 settembre 2015 le imprese
che hanno avviato la fruizione sono 3.282 (il 75,02% delle ammesse),
l’importo concesso ammonta a 92,49
milioni di euro, l’importo fruito 31,2
milioni di euro (33,73% sul concesso).
Le imprese che hanno avviato
l’utilizzo del beneficio fiscale sono state categorizzate per classi di
importo fruito:
- il 22,8%, 747 unità, ha fruito
tra il 60%-100% del beneficio loro
assegnato. Si tratta sostanzialmente di ditte individuali (38,6%) e società di capitale (26,8%);
- la maggior parte, il 57,9% -
pari a 1.899 unità, ne hanno al momento usufruito solo sino al 30%;
- le rimanenti 636 unità (il 19,4%)
hanno utilizzato tra il 30%-60% del
beneficio loro assegnato.
Il decreto MISE del 10.04.2013
definisce le imprese di nuova o recente costituzione quali unità di micro e piccola dimensione che, alla
data dell’istanza per le agevolazioni,
si trovano nei primi tre periodi di
imposta dalla data di costituzione
dell’impresa.
Il 12,8% delle imprese ammesse
ad agevolazione sono unità di nuova o recente costituzione (561 unità), con un’agevolazione concessa
bono il 70,7% degli importi fruiti via
F24 (22,05 milioni di euro): Carbonia 24,7%, Iglesias 21,2%, Sant’Antioco 9,2%, Carloforte 6,9%, Domusnovas 4,6%, Portoscuso 4,1%.
Ciò rispecchia la distribuzione
delle unità produttive sul territorio.
Nei medesimi 6 Comuni si colloca,
infatti, il 70,03% delle unità locali
della provincia di Carbonia Iglesias con il 77,1% del numero degli
addetti.
Il decreto MISE del 10.04.2013
all’articolo 19 definisce i casi/situazioni e modalità secondo cui le
agevolazioni concesse vengono revocate. Tra queste, ad esempio, l’ac-
pari a 24,8 milioni di euro (il 19,9%
degli importi complessivi assegnati
alla misura)
Oltre la metà (57,2% - 321 unità) delle nuove/recenti imprese hanno avviato la fruizione e utilizzato
3,07 milioni di euro di beneficio
fiscale (il 9,8% del totale fruito dalle
imprese che hanno complessivamente avviato l’utilizzo del beneficio fiscale).
Il 67,8 delle 3.282 imprese che
hanno avviato la fruizione del beneficio fiscale sono localizzate in 6
Comuni della Provincia ed assor-
certamento dell’insussistenza dei
requisiti previsti per l’accesso alle
agevolazioni, il trasferimento dell’attività economica al di fuori della ZFU prima dei 5 anni previsti dalla data di accoglimento dell’istanza
di agevolazione, ecc.
Sono 183 i preavvisi di revoca
accertati al 2.09.2015, pari al 4,2%
delle imprese ammesse al beneficio fiscale dai decreti di concessione.
3,69 milioni di euro gli importi
in fase di revoca, pari al 2,95% del
totale delle agevolazioni concesse.
La posizione di CGIL, CISL e UIL sullo stato di attuazione
V
«Lo snellimento della gestione burocratica
è decisivo per lo sviluppo del Piano Sulcis»
enerdì 16 ottobre alla
Presidenza della Regione ci è stato illustrato lo
stato di attuazione del
Piano Sulcis sul quale, la stessa presidenza, ha emesso una nota stampa
che riassume gran parte della propria
comunicazione.
Per parte nostra abbiamo evidenziato il nostro rammarico sui
tempi, in capo al Governo nazionale, per dare corpo ed esigibilità al
Protocollo d’Intesa, sottoscritto con
la Glencore l’8 novembre dello
scorso anno, e indispensabile per
dare avvio alla vera trattativa per
la cessione e la ripresa della produzione dello stabilimento ex Alcoa. Abbiamo inoltre rimarcato come i ritardi nell’applicazione delle
procedure, nell’elaborazione, nell’iter progettuale ed esecutivo degli interventi e nel processo burocratico / autorizzativo, seppure in
parte derivati dalla precedente legislatura e difficilmente recuperabili, mal si conciliano con la pesantissima situazione del territorio. Situazione economica, sociale
ed occupazionale che peraltro è ulteriormente aggravata dall’assenza di qualsiasi ripresa del lavoro e
dalla fuoriuscita di migliaia di persone dal sistema degli ammortizzatori sociali.
Ritardi che rischiano poi di por-
tare a perdere gran parte delle risorse poiché trattasi di Fondi europei, nazionali, regionali che hanno tempi di attuazione con scadenze ben definite.
Per questo occorre assolutamente operare, vigilare ed evitare che i
progetti su opere infrastrutturali,
ad esempio della rete stradale e del
nuovo collegamento per Sant’Antioco, che stanno in capo ad Agenzie sotto il diretto controllo dello
Stato, vengano portati a compimento entro i limiti di tempo che sono
fissati al mese di giugno del 2016.
Evitando cioè che all’eventuale e
ragionevolmente non impossibile
danno, si aggiunga la beffa delle
penalizzazioni e della cancellazione delle risorse.
Abbiamo poi sollecitato una
maggiore attenzione e decisione
per andare incontro alla realizzazione delle infrastrutture e della ricettività necessaria per provare a
dare avvio alla valorizzazione dell’economia di sistema nel settore
turistico.
Su questo tema abbiamo ricordato l’esito della riunione tenutasi
alla Presidenza della Regione nello scorso mese di marzo, nella quale il complesso delle rappresentanze istituzionali e sociali del territorio ha unanimemente espresso il
proprio parere favorevole verso la
prima decina di progetti pubblici e
privati, presentati dai sindaci e dal
coordinatore del Piano Sulcis.
Infine, anche considerata la premessa fatta dal Presidente sul sistema dei trasporti ferroviari in Sardegna, abbiamo evidenziato la situazione oramai intollerabile del
trasporto ferroviario del territorio, il
quale è peraltro l’unico mezzo pubblico di mobilità e senza alcuna alternativa, da e per il Sulcis Iglesiente.
La riunione, per noi positiva sul
merito del riconoscimento delle difficoltà e sulla condivisione della
necessità di dare un nuovo impulso
all’attuazione e l’implementazione del Piano Sulcis, si è conclusa
con l’impegno di riprendere urgentemente, in riunione specifica con
i sindaci del territorio, la discussione sulla tematica del turismo con
gli annessi e connessi; di attivare 2
tavoli specifici sul tema delle infrastrutture e del trasporto ferroviario;
e in ultimo di affrontare il tema dello snellimento della gestione burocratico/autorizzativa che è e rimane
lo snodo fondamentale per lo sviluppo delle attività del Piano e per
la ripresa e lo sviluppo dell’economia e del lavoro nel Sulcis Iglesiente.
Roberto Puddu (CGIL)
Fabio Enne (CISL)
Daniela Piras (UIL)
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4
Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Si è concluso il 26 ottobre con un evento all’Anfiteatro della Regione, a Cagliari, il progetto organizzato dai Gruppi di Azione Locale
Agrisociale: coltiviamo cittadinanza
I
L’iniziativa ha coinvolto il GAL Sulcis (capofila), il Gal Sarrabus Gerrei Trexenta, il GAL Linas Campidano e due GAL finlandesi.
l 26 ottobre la sala anfiteatro
della Regione Sardegna, a Cagliari, ha ospitato l’evento di
chiusura del progetto “Agrisociale: Coltiviamo cittadinanza - Cultivating citizenship”, organizzato
dal GAL Sulcis Iglesiente Campidano e Capoterra di Cagliari in qualità
di capofila e dai partner GAL Sarrabus Gerrei Trexenta e GAL Linas
Campidano.
Il progetto ha avuto un respiro internazionale, con il coinvolgimento
di due GAL finlandesi, con i quali per
tre anni c’è stato un continuo scambio di esperienze.
I lavori sono stati aperti dall’intervento di Luciano Cristoforo Piras, presidente del GAL Sulcis e
dell’Asso-GAL. I dirigenti dei tre
GAL hanno poi presentato i risultati del progetto Agrisociale e della
“Carta dei principi dell’agricoltura
sociale”, caratterizzato da un processo partecipativo dal basso che ha
fatto continuo riferimento alle esigenze dei territori e degli imprenditori agricoli ed è stato analizzato
lo stato dell’arte dell’agricoltura sociale in Sardegna, con il contributo
di numerosi operatori presenti.
Hanno seguito i lavori anche numerosi sindaci dei comuni coinvolti
(per il GAL Sulcis erano presenti i
sindaci di Teulada Daniele Serra, di
Santadi Elio Sundas, di Sant’Antioco Mario Corongiu, di Masainas
Ivo Melis e di Villaperuccio Antonello Pirosu).
Sono intervenute Maria Giuseppina Cireddu, direttore del Servizio
Sviluppo dei territori e delle comunità rurali, che ha presentato le azioni a favore dell’agricoltura sociale
previste dal Programma di Sviluppo
Rurale regionale 2014-2020; e Francesca Giarrè, rappresentante del
CREA (Consiglio per la ricerca economica in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, ex INEA), che
ha illustrato la legge nazionale approvata recentemente.
Hanno portato le loro esperienze i presidenti degli altri due GAL,
Alessandro Congiu per il GAL Sarrabus Gerrei Trexenta ed Antonio
Marrocu per il GAL Linas Campidano. Quest’ultimo ha rimarcato gli
ostacoli posti al lavoro dei GAL dal-
Serena...Mente, realizzato con i giovani che hanno partecipato al progetto.
L’evento rientra nelle attività del
progetto di cooperazione transnazionale “Agrisociale: Coltiviamo
cittadinanza - Cultivating citizenship”, che ha visto impegnati in un
percorso partecipativo di oltre un
anno di attività, tre Gruppi di azione locale sardi e due finlandesi: il
GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e
Campidano di Cagliari (capofila del
progetto); il GAL Sarrabus, Gerrei
L’evento svoltosi nell’anfiteatro della Regione Sardegna, a Cagliari,
la macchina burocratica che costituisce un fortissimo limite anche allo sviluppo delle imprese che spesso sono portate ad abbandonare la
attività per i tempi infiniti nell’espletamento delle pratiche e per le enormi difficoltà nell’accesso al credito.
L’incontro si è concluso con un
confronto sulle opportunità offerte
dalla programmazione unitaria tra
le diverse strutture regionali competenti e la proiezione di un filmato,
e Trexenta; il GAL Linas Campidano; il GAL SILMU; il GAL SEPRA.
Sono stati realizzati workshop transnazionali e regionali, attività di visit inspection e di educational tour
e coinvolti attori provenienti dai
settori pubblico e privato.
Il progetto rientra nella misura
421 del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Sardegna (periodi
di programmazione 2007-2013).
Giampaolo Cirronis
Il Consiglio comunale di Sant’Anna Arresi ha approvato il Piano
I
Ok alla gestione del SIC del promontorio,
delle dune e della zona umida di Porto Pino
l Consiglio comunale di Santa
Anna Arresi ha approvato il nuovo Piano di gestione del Sito di
Interesse Comunitario (promontorio, dune e zona umida di Porto
Pino, che comprende oltre Sant’Anna Arresi, anche Masainas e Teulada), del quale è Comune capofila.
L'obiettivo generale dei SIC, è quello di «salvaguardare e tutelare le caratteristiche ambientali e gli equilibri
ecologici degli habitat e degli ambienti florovivaistici e faunistici presenti del sito, nonché di valorizzare
le risorse storico-culturali attraverso
azioni di recupero e riqualificazione
di edifici, strutture e infrastrutture atte alla fruibilità eco-sostenibile del
sito». Tale obiettivo, in ottemperanza alla direttiva comunitaria Habitat
nell’ottica della sostenibilità ambientale, è orientato al risultato della «riduzione della frammentazione di numerosi habitat, riduzione di disturbi
causati alla fauna e incremento della
sensibilità verso le problematiche ambientali», alla «riduzione degli effetti
degli impatti dovuti al flusso veicolare
sugli habitat e le specie presenti nel sito» e, in particolare, nella spiaggia di
Porto Pino, ad «arginare i fenomeni
di erosione ed impatto antropico».
I
«Poiché la parte del Sic appartenente al territorio di Teulada ricade
in zona militare (anch’essa SIC a sua
volta) - dice Emanuela Pilloni, consigliera di maggioranza - sarebbe
auspicabile, per una più efficace ed
efficiente gestione, se l’intera area di
Il golfo di Porto Pino.
nostra pertinenza (dune comprese
quindi) entrasse nella piena disponibilità dell’ente gestore piuttosto che
farci assistere impotenti al passaggio
di mezzi militari e bombardamenti
quotidiani sulle nostre bellissime coste, il cui impatto sulla sostenibilità,
a mio avviso non è “ottemperante”
alla direttiva che impone la riduzione degli “elementi di disturbo”.»
Il capogruppo UDC in Consiglio
regionale, Gianluigi Rubiu, intanto,
ha presentato un’interpellanza rivolta
al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore regiona-
le del Turismo, Francesco Morandi,
per conoscere «quali particolari parametri hanno portato all’esclusione
della spiaggia di Porto Pino, sito di
interesse comunitario, dalla Carta
delle spiagge della Sardegna, redatta
dall’assessorato regionale del Turismo.»
Prestigioso incarico per il giovane presidente del Consiglio di Iglesias
Mauro Usai è stato eletto nell’Anci Giovani
l 26 ottobre, a Ghilarza, si è
riunita l’Assemblea congressuale regionale dell’Anci Giovani aperta a tutti i giovani amministratori sardi dai 18 ai 35 anni.
Durante l’assemblea, Mauro Usai,
26 anni, presidente del Consiglio
comunale di Iglesias (carica che
ricopre dall’inizio della consiliatura, 28 giugno 2013), è stato eletto
componente del coordinamento
regionale Anci Giovani.
Faccio i migliori auguri al presidente Usai - dice il sindaco Emilio
Mauro Usai.
Gariazzo - per questo importante
incarico al servizio di tutti i comuni sardi che sono certo saprà svolgere con la passione e l’entusiasmo
che caratterizzano la sua attività amministrativa.»
«Mi sento onorato - commenta
il presidente Usai - di far parte del
coordinamento regionale Anci
giovani. Farò del mio meglio per
promuovere la formazione dei
giovani amministratori sulle tematiche dell’innovazione e delle
smart city.»
A
Il 23 ottobre Iglesias ha ricordato la storica visita del 1985
Il messaggio di Papa Wojtyla è sempre attuale
Nella miniera di Monteponi è stata inaugurata una lapide.
30 anni dalla storica visita di Papa Giovanni Paolo II a Iglesias, è stata
inaugurata una lapide sul
piazzale Giovanni Paolo II, nella
miniera di Monteponi. Hanno presenziato, tra gli altri, il vescovo, mons.
Giovanni Paolo Zedda; il sindaco e
il vicesindaco di Iglesias, Emilio
Gariazzo e Simone Franceschi, le
massime autorità militari del Sulcis
Iglesiente e rappresentanti dei lavoratori del settore minerario.
Al termine, alle 18.00, al Centro
culturale di via Cattaneo, si è svolto
un incontro, introdotto dal vescovo
di Iglesias, mons. Giovanni Paolo
Zedda, con la proiezione del filmdocumentario sulla visita di Giovanni
Paolo II a Iglesias, realizzato dalla
SarFilm di Salvatore Sardu. Dopo
il saluto del sindaco, Emilio Gariazzo, don Roberto Caria, docente di
Morale sociale alla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, ha tenuto una relazione su “Il lavoro nella
dottrina sociale da Giovanni Paolo
II a Francesco”. Successivamente
sono intervenuti alcuni ospiti testimoni della visita di Papa Wojtyla.
I lavori sono stati coordinati dal
giornalista Ottavio Olita.
La giornata è stata organizzata
dalla diocesi di Iglesias, con la collaborazione di Igea Spa e del comune di Iglesias.
Giovanni Paolo II con i minatori nella galleria di Monteponi.
La lapide inaugurata sul piazzale Giovanni Paolo II.
Il progetto di due giovani fotografi sulcitani sulla città di Carbonia
È
La mostra fotografica “La città del carbone”
dall’8 al 23 novembre a Sorachi, in Giappone
in programma dall’8 al 23
novembre a Sorachi, in
Giappone, la mostra fotografica su Carbonia “La
città del carbone”. Le fotografie sono di Lorenzo Uccheddu e dell’assistente Ester Lai. La mostra è stata
realizzata da Sora-degna Project (J.I.
Exchange Inc.), Sorachi Carbon Memorial Center, con i patrocini dell’Ambasciata italiana in Giappone,
del comune di Carbonia, del comune di Iwamizawa, del comune di
Mikasa, della prefettura di Sorachi,
dell’associazione italo-giapponese
dell’Hokkaido. Le foto storiche sono state fornite dal comune di Carbonia, Grande Miniera di Serbariu
(Centro Italiano della Cultura del
Carbone).
L’evento fotografico sulla miniera di Carbonia sarà il primo di una
serie di eventi che aiuteranno a scoprire due aree ancora reciprocamente
sconosciute: da una parte la provincia di Sorachi (Hokkaido) per gli
italiani e dall’altra l’isola della Sardegna per i giapponesi. Il progetto
Sora-degna (un gioco di parole che
deriva dai nomi delle due località:
Sora-chi e Sar-degna) è nato con il
proposito di costruire rapporti di
amicizia e scambi culturali tra queste due aree. L’idea nacque quando
Davide Uccheddu (origini sarde, residente nella città di Mikasa e direttore della ditta J.I. Exchange Inc.) vide casualmente per la prima volta una
mappa della provincia di Sorachi a
un evento vinicolo. Il primo pensiero che gli sorse fu il seguente: «Perché in un’azienda vinicola giapponese è presente una cartina della
Sardegna?». Ci volle un po’ di tempo
per capire che quella non era una
mappa della Sardegna ma, bensì, della provincia di Sorachi. Sorpreso
dalla similitudine tra le forme delle
due zone, Davide Uccheddu iniziò
a informarsi trovando diversi punti
in comune: storia del carbone (con
porti e ferrovie che nacquero solo per
trasportarlo), agricoltura, presenza
di aziende vinicole importanti e in
ultimo, ma non per importanza, il fatto che queste due zone sono considerate posti turistici per eccellenza per
il loro patrimonio naturale. Inoltre,
sfogliando vari reperti storici, Davide Uccheddu notò che il primo europeo a mettere piede in Hokkaido
fu proprio un italiano nel lontano
1618. Il suo nome è Girolamo De Angelis, evangelizzatore gesuita.
Attualmente nella prefettura dell’Hokkaido ci sono diversi gemellaggi con città estere: 25 con città
canadesi, 23 con città americane, 17
con città russe, 12 con città cinesi
ecc… Purtroppo però non è ancora
eventi ma reputo questo progetto particolarmente significativo. Davide
ha avuto una bellissima idea; inizialmente ero incredulo, poi le cose
pian piano si sono fatte più concrete, Davide ha contattato tutti gli enti
che hanno accolto con entusiasmo
il nostro progetto e da quel momento mi son gettato a capofitto sul lavoro. Per questo devo assolutamente ringraziare lui ma anche il direttore della Grande Miniera di Serbariu, Mauro Villani, per la disponibilità concessami sin dai primi
giorni di lavoro, per tutti i chiarimenti e la stupenda esperienza all’interno della miniera stessa.»
La Grande Miniera di Serbariu vista da Monte Sirai.
presente una connessione con nessuna città italiana. Questo progetto
è nato proprio con la speranza di un
futuro rapporto interculturale e di un
eventuale gemellaggio. ”Sora” in
giapponese significa “cielo azzurro”. “Sora-Degna”, “degna del cielo azzurro”. Due parole che ci esprimono il valore nascosto di questi due
territori ancora tutti da scoprire.
«La mia passione per la fotografia - spiega Lorenzo Uccheddu - nasce fin da quando ero bambino. Solo dieci anni fa ho acquistato la mia
prima reflex ed ho iniziato a capire
quali fossero veramente le difficoltà
e i divertimenti della fotografia. Ho
collaborato diverse volte per tanti
La mostra sarà ulteriormente arricchita da una conferenza sulla Sardegna che verrà presentata in tutte le
sue vesti più belle: dalla parte storico-culturale (argomentata dalla mia
assistente e compagna di viaggio
Ester Lai - dott.ssa in Beni culturali e
studentessa del Corso di laurea Magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte dell’università di Cagliari), si
proseguirà con un excursus sui parchi regionali, nazionali, i monti, i
mari e, naturalmente, le miniere del
Sulcis, non dimenticando il vero
obiettivo principale del progetto:
La Grande Miniera di Serbariu.
Giampaolo Cirronis
www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com
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Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Nel 1941 una frana abbatté una casa e seppellì una giovane donna nel borgo minerario del comune di Iglesias
Storie di vita e di miniera a San Benedetto
S
Nonostante i soccorsi immediati, per Gina Melas non ci fu niente da fare e il suo corpo venne ritrovato sotto le macerie.
ono trascorsi
quarantaquattro
anni da quando
conobbi ziu Giginu, al secolo Luigi Garau, classe
1919, minatore,
Giuseppe Mura.
tubista, magazziniere, nonché autista e custode di una
“Apecar 50 ”, il mezzo di locomozione per apparecchiature e persone,
in forza al reparto strumentazione dello stabilimento di produzione piombo
e zinco della società Ammi spa. Era il
1971, io di anni ne contavo 25 e lui 51.
Maistru Giginu, come lo chiamavano, amichevolmente ma rispettosamente, gli operai del laboratorio
strumenti a cui era stato assegnato in
qualità di attrezzista tuttofare, o signor
Garau, come lo chiamai io per tutta
la vita, per rispetto verso la sua età che
mi pareva allora quasi veneranda. Con
la barba sempre di tre giorni, prima
che quella lunghezza divenisse di
moda, lo sguardo che ti fulminava da
sopra gli occhialini da lettura appollaiati sulla punta del naso e un berrettino da ciclista calato sulla fronte, incuteva una certa soggezione anche
se poi, lo scoprii più in là nei mesi e
negli anni passati a lavorare insieme,
aveva un cuore grande ed un animo
gentile.
Era stato assegnato al servizio strumentazione, presso cui lavoravo come
assistente tecnico, dai “Servizi Generali” reparto in cui, provvisoriamente, venivano “parcheggiati” gli operai anziani provenienti dalle miniere
metallifere del territorio, che già in
quegli anni cominciavano a subire gli
effetti di una crisi che avrebbe portato alla loro definitiva chiusura.
Erano considerati dei “ferrivecchi”
della forza lavoro, delle persone da
rottamare, si direbbe oggi parafrasando un termine divenuto di moda
recentemente, troppo vecchi per essere riconvertiti in operai specializzati, troppo giovani per poter essere
collocati a riposo.
Ad accompagnarlo in ufficio fu ziu
Annibale, il responsabile del servizio
di sorveglianza, anche lui proveniente dalle miniere; ex operaio che aveva saputo crearsi una discreta posizione come persona di fiducia della
direzione, grazie alla notevole intelligenza e capacità di trattare con gli
ex minatori dei quali godeva la fiducia e il rispetto. Anche al signor Annibale spettava il titolo di ziu, che in
Sardegna si attribuiva a tutte le persone di una certa età, meritevoli di rispetto, così come quello di maistu o
maistru, secondo una variante di pronuncia sulcitana, apparteneva di diritto a coloro che esercitavano una professione riconosciuta pubblicamente;
così c’era il muratore, su maistu de
muru, il falegname, su maistu de linna, il carpentiere costrittore di carri,
su maistu de carru e così di seguito.
Fatte le presentazioni, il signor Annibale lo indicò con le poche dita che
gli restavano in una mano a cui ne mancavano buona parte, ricordo di un antico infortunio causato dalla corrente
elettrica ad alta tensione che passava
in un cavo quando non avrebbe dovuto
circolarvi, e sorridendo disse, aggiustandosi con la mano integra il berretto sulla fronte, in un gesto che gli era
abituale:
Parri mau ma esti scetti leggiu. Sembra cattivo ma è solo brutto. Era una battuta che poteva permettersi, in virtù di un’antica amicizia nata fin da quando, bambini, ruzzolavano insieme dietro una palla di
pezza nella polvere del borgo Minerario di San Benedetto. Una sorta di
ringhio da parte di Gigino e una risatina educata degli altri presenti concluse la presentazione.
Imparai, con il tempo che maistru
Gigino, che per anni aveva fatto, come secondo lavoro, il barbiere nel
paese minerario di San Benedetto e,
come è noto, le barberie del paese,
ritrovo obbligato dei maschi del borgo, erano il ricettacolo delle storie e
dei pettegolezzi del luogo, custodiva,
dietro quella fronte accigliata, storie
di miniera e di vita degli abitanti del
paese nato e sviluppatosi a “bocca di
pozzo”.
Signor Garau, dalle chiacchiere dei
suoi clienti e dalla sua lunga esperienza di lavoro, custodiva, ben ordinati
e catalogati nell’archivio della memoria, una quantità di aneddoti e storie che poi passava, a me che lo sollecitavo a raccontare, in pillole di saggezza condite da una discreta dose di
ironia.
Ripercorsi, attraverso le sue parole, la storia di un celebre bandito che
imperversò nelle campagne del Sulcis
Iglesiente, uccidendo chiunque sospettasse di delazione, taglieggiando
pastori e contadini finché, nel 1937,
trovandosi malato, fu costretto a chiedere aiuto, lui così orgoglioso e pre-
Luigi “Gigino” Garau.
potente, ad un pastore che aveva un
ovile nella zona di Carraras, ai piedi
del Marganai, il massiccio montuoso
che caratterizza il paesaggio dell’Iglesiente. Scontò però il fio della sua
passata crudeltà, perché il pastore,
un seunese che pascolava un gregge
di pecore nelle campagne dell’Iglesiente con suo figlio, ben sviluppato
fisicamente ma con il cervello di un
bambino, tant’è che veniva chiamato
con il soprannome di “pagus allegas”,
attese che la malattia facesse il suo
corso; pare, infatti, che il brigante fosse
malato di tubercolosi, poi quando lo
San Benedetto.
vide completamente spossato e in fin
di vita, lo finì a pugnalate con l’aiuto
del figlio, quindi, lavatosi il sangue
dalle mani, andò a chiamare i carabinieri per intascare la taglia.
I suoi ricordi non sempre avevano
conclusioni così tragiche, erano, talvolta, storie capaci di mostrare spicchi
di vita degli abitanti di un borgo minerario negli anni precedenti la seconda guerra mondiale:
Ziu Angiuleddu Congia, faceva
di professione “su carradori”, carriolante, ovvero conduttore di carri, per
il trasporto del minerale, dipendente
della società mineraria, concessionaria
del giacimento di Montevecchio,
Si trattava di carri trainati da gioghi
di buoi, animali enormi dalle grandi
corna lunate e di pelo rossiccio-bruno, dei quali era responsabile e che
accudiva con una cura che rasentava
l’affetto. Dodici gioghi, 24 buoi che
si alternavano nel traino dei carri e che
Angiuleddu chiamava ed incitava per
nome; nomi che erano poi dei vezzeggiativi, presi a prestito dalla natura o dalla fervida fantasia del carriolante: gravellu, garofano, maccu tottu,
tutto matto, graziosu, carino o barrosu, prepotente.
Ziu Congia era magro e secco come uno stecco, ma assolutamente vitale, oltre ad essere un apprezzato carradori. Aveva un fisico asciutto, lui,
mentre sua moglie, zia Battistina, era
robusta e prosperosa. Insieme formavano una copia che costituiva un
vanto per l’intera comunità sanbenedettese, avendo raggiunto il primato
di aver messo al mondo ben 17 figlioli,
dei quali 14 viventi, meritandosi, con
ampio distacco dalla seconda coppia,
la medaglia che Benito Mussolini, concedeva ai padri delle famiglie numerose e la nomina, questa meno ufficiale, che veniva loro affibbiata dai compagni di lavoro e d’osteria di Cavalieri
di braghetta.
La consorte, commai Battistina,
oltre che essere una fattrice generosa
era anche massaia infaticabile. Dopo
i primi parti, infatti, che le servirono
di “rodaggio”, quando restava in cinta, cosa ormai consueta per lei, lavorava fino all’ultimo minuto prima del
parto. Si raccontava che alcune volte
le capitò di avere le doglie mentre si
trovava al fiume a lavare i panni e,
quando le fitte raggiunsero la frequenza critica, chiese ad una delle altre
donne, che come lei erano al fiume
per sciacquare con la liscivia la biancheria, di badare al suo bucato per un
poco e si avviò, da sola, su per il sentiero sassoso verso casa. Appena sgravatasi agevolmente da quel fardello,
lavato e fasciato il nuovo componente
della tribù Congia, lo affidò alle cure
della figlia maggiore, già ammaestrata
alla bisogna, e tornò, come se nulla
fosse, al fiume per finire il lavaggio
dei panni.
Non passò molto tempo che Benito
Mussolini, per premiare tanta dedizione nel procreare giovani vite alla
Patria, assegnò ad Angiuleddu un podere nella zona tra Barbusi e Barega.
Erano di questo tenore gli avvenimenti che, fino allo scoppio della
guerra, nel 1940, avevano animato le
chiacchere da barberia che Gigino
ascoltava e riponeva subito negli scaffali della memoria; poi l’entrata in
guerra dell’Italia aveva sconvolto, non
solo le chiacchiere della sera, davanti a
un bicchiere di vino novello, ma anche
le vite dei minatori che attendevano
da un momento all’altro l’arrivo del
postino con la fatidica “cartolina” di
richiamo.
Nel 1941, quando già da tempo,
tanti giovani erano partiti per la guerra, si paventava l’arrivo di un’auto dei
carabinieri d’Iglesias a portare la notizia che una giovane vita era andata
perduta. Purtroppo, non solo la guerra poteva gettare nel lutto una famiglia, ma talvolta ci si metteva di mezzo, la fatalità o il destino o comunque
lo si voglia chiamare.
le otto quando, avvolta in un ampio
scialle di pesante lana bruna, si avviò,
a passi rapidi lungo lo sterrato che dal
paese saliva, attraverso il canalone che
separava il colle di Montixeddu da
Monte Perda, fino ai pozzi uno e due,
detti di San Giovanni.
Arrivò sullo spiazzo davanti all’ingresso delle gallerie ansante per l’ascesa e, salutate con un cenno le cernitrici di minerale che dalle sei del
mattino, lavoravano sedute intorno ad
un lungo tavolo, separando manualmente sassi di minerale buono da
quelli di sterile, si avviò lungo il sentiero che fiancheggiava i binari, sui
quali, un grosso cavallo trainava una
lunga fila di vagoncini colmi di calamina, fino al piano inclinato da dove
Il macigno che distrusse la casa e finì sul fondo del canalone.
***
Era il mese di febbraio del 1941
quando, fischiettando piano per non
disturbare il resto della famiglia che
ancora dormiva, Gigino scivolò in
cucina dove sua madre, già in piedi
aveva appena posato sul tavolo una
tazzona colma di latte fumante, vi
inzuppò un bel pezzo di pane raffermo di qualche giorno, poi con invidiabile appetito consumò la sua colazione quindi, staccata dal gancio la
candela a carburo, uscì nell’aria buia
del primo mattino, unendosi ai gruppi
Il rudere della casa.
di minatori diretti, come lui ai diversi
cantieri minerari.
Nonostante quella stessa mattina,
poco più tardi, facesse ancora molto
freddo, il sole che brillava tra le foglie gocciolanti rugiada degli alberi,
preannunciava una giornata serena,
fredda ma luminosa e presto sarebbe
arrivata la primavera.
Isabella, la sorella minore di Gigino, si era svegliata presto quando
aveva sentito chiudersi la porta alle
spalle del fratello che usciva a fare il
suo primo turno in miniera, ma era
rimasta a crogiolarsi, ancora un poco, sotto le coltri tiepide, godendosi
il gradevole calduccio del letto.
Si svegliò definitivamente quando
i primi raggi di sole si fecero strada
tra le fessure dell’impannata. Si alzò
allora e si vestì rapidamente rabbrividendo per il freddo del pavimento
a contatto dei piedi nudi.
La campana della chiesetta batteva
il minerale sarebbe stato calato fino
alla laveria più a valle.
Percorse la massicciata che proseguiva lungo il costone del monte
fino alla casetta dove, il guardiano della polveriera abitava con la sua famiglia e, senza bussare, spinse la porta
entrando direttamente nella piccola cucina; era quella l’abitazione dove, in
tempi normali, insieme al padre, la
madre e la sorella, viveva Silvio, su
sposu, il suo fidanzato “ufficiale”. Non
erano però quelli tempi normali perché, essendo l’Italia in guerra, il giovanotto, si trovava sotto le armi.
Il custode della polveriera, Antoniccu Melas, il futuro suocero di Isabella, aveva avuto quel lavoro in quanto ex combattente della Grande Guerra e, insieme al lavoro, l’uso della modesta casa a pochi metri dalla polveriera. Il suo compito specifico era quello di fare la guardia agli esplosivi,
aprendo la porta metallica del deposito solo alle persone autorizzate dalla società mineraria, al ritiro del materiale esplodente.
La casa che gli era stata assegnata
era modesta ma sufficiente alle sue
esigenze familiari: due stanzette al piano terra e altrettante al piano rialzato,
sotto la cannicciata che sosteneva le
tegole.
Isabella, dunque, entrò direttamente nella cucina e salutò allegramente
zia Anna, madre del “promesso”, e Gina, sua coetanea e sorella di Silvio, che
sfaccendavano in cucina.
Insieme, le tre donne si misero ad
impastare la farina per preparare i culurgiones, i ravioli tipici sardi da riempire di morbida ricotta, per il desinare
del di successivo.
Buona parte della mattinata trascorse così, con le tre donne intorno al
tavolo, intente ai lavori “donneschi”
e a chiacchierare allegre e vivaci, con
ziu Antoniccu che un poco accudiva
al suo lavoro alla polveriera, un poco
badava ai suoi animali con cui arrotondava il salario: le galline che razzolavano intorno alla casa, qualche
capra che forniva il latte e il capretto
per il pranzo pasquale e due o tre asinelli da soma, all’occorrenza, fonte di
proteine animali quando il numero
superava le necessità, Appena aveva
qualche minuto non impegnato, il signor Antonio entrava nella cucina calda per riscaldarsi un poco, anche con
l’ausilio di un mezzo bicchiere di vino.
Alla terza o quarta visita in cucina,
con altrettanti mezzi bicchieri, quando
il faccione tondo di Antoniccu cominciava a virare verso un colore rosso
paonazzo, si udì, distintamente nella
stanza un rumore, come di uno schianto, lo stesso tipo di rumore che fa un
vecchio mobile in legno, quando si
assesta, ma molto più forte.
Il custode bloccò l’operazione che
aveva in corso di versamento di liquido dal fiasco al bicchiere e uscì dalla
casa per sincerarsi di cosa si trattasse.
Il giorno precedente erano state fatte brillare alcune grosse mine nelle
gallerie che crivellavano la montagna
e la scossa conseguente era stata avvertita, distintamente nella casa del custode. Nel corso della notte poi era
piovuto abbondantemente e di prima
mattina erano stati uditi brontolii e
scricchiolii provenire, sembrava, dal
ventre stesso della montagna.
Assestamenti in profondità - aveva
sentenziato il capo famiglia -; questa
spiegazione era stata accettata senza
commenti e nessuno ci pensò più…
fino a quel momento.
Ziu Antoniccu, a detta di tutti coloro che lo conobbero era di statura
piccola, ma in compenso, mi raccontò
sig. Garau, era largo quanto alto, una
specie di palla che procedeva sostenuta dalle due, corte gambe, ma in
quell’occasione, potremmo dire che
rotolò velocissimo lungo la parete fino a superarne lo spigolo rivolto verso
la polveriera, quindi si volse verso la
china del monte, mentre cresceva tutt’intorno, un rumore di cascata, uno
scroscio metallico, mentre una pioggia di sassi e detriti rotolava a valle,
battendo nella sua corsa sul muro addossato alla montagna e sul tetto, spaccando le tegole e riversandosi poi oltre, lungo la parete opposta e davanti
alla porta. Il signor Melas, fece per lanciarsi verso casa per far uscire le donne, ma fu allora che vide un’ombra
scura scendere rombando come un treno in corsa, lungo il pendio puntando
su di lui: un macigno enorme gli stava piombando addosso… tutto finì in
una frazione di secondo: il masso nella sua corsa, urtò una roccia affiorante
dal terreno e deviò di qualche grado
la direzione, fu sufficiente perché si
abbattesse con un fragore sinistro sul
tetto della casa, frantumandolo e polverizzando muri e pavimento, Spianata così la costruzione, proseguì la
corsa tracciando nella macchia un solco largo diversi metri, attraversò la
massicciata trascinando con sé le rotaie dei binari e travolgendo il recinto degli asini che scomparvero insieme al blocco di pietra, con una corte di
sassi e macigni più piccoli, giù per il
pendio, fermandosi finalmente sul fondo del canalone.
Inebetito per il terrore, ma illeso,
Antoniccu si volse verso la casa che
non esisteva più, non più tetto, né
sottotetto, rimanevano solo mozziconi di mura; della parete di fondo,
quella appoggiata al pendio, restava
un’altezza forse di un metro e mezzo, il muro opposto non si vedeva
più, sommerso da un mucchio di calcinacci, mattoni e tegole, dal quale
spuntavano assi e frammenti di mobilio. Tutt’intorno, dopo il frastuono
della frana, era calato un silenzio irreale.
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Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Quando si parla di disabilità vengono in mente le barriere architettoniche ma i problemi non si fermano agli elementi costruttivi
Abbattiamo finalmente le barriere mentali
F
A questo tema si sono avvicinati, creandone il corto “Gomiti negli occhi”, il regista Ignazio Vacca e la sceneggiatrice Petula Farina.
arsi largo tra i lettori scrivendo di disabilità senza però
rischiare di cadere nel banale
non è certo cosa facile, i riferimenti all’argomento sono continui,
sono parte integrante della nostra quotidianità. E quando si parla di disabilità vengono immediatamente in mente
le barriere architettoniche... elementi costruttivi che impediscono o limitano
gli spostamenti alle persone con problemi di capacità motoria o sensoriale. Ma se per limitare ciò, lo Stato ha
predisposto leggi ben precise a cui ci
si deve attenere... di contro esistono
delle barriere che necessitano di un
impegno da parte di noi tutti, affinché
spariscano definitivamente, in virtù
di una vita migliore dove il disagio da
parte di queste persone scompaia e
possano vivere più serenamente... mi
riferisco alle barriere mentali, fatte di
pregiudizi e preconcetti. Spesso è la
stessa famiglia che per iperprotettività tiene il congiunto disabile in un ambiente protetto, per non rischiare di
esporlo ad un possibile rifiuto. Le persone “abili” dovrebbero quanto prima
abituarsi a dividere gli spazi con chi
è “diversamente abile”, mettersi al
suo fianco, condividendo idee e sentimenti, per una migliore qualità della vita in vista di una svolta socio-culturale di cui poter andare fieri. A questo delicato e complesso tema si sono
C
avvicinati con passione ed attenzione,
creandone un corto, Ignazio Vacca,
nelle vesti di regista, e Petula Farina, nel
ruolo di sceneggiatrice. “Gomiti negli occhi”, racchiude nel titolo la sofferenza di chi, improvvisamente si ritrova a vivere una vita da disabile, che
altro non vede dalla sua carrozzina, se
non “i gomiti” delle persone che, impegnate nelle loro faccende, “transitano” distrattamente intorno a loro.
tagonista, Loredana Ventura, racconta l’esperienza vissuta nel ruolo di
paraplegica, che in seguito ad un incidente stradale, verificatosi per un
uso improprio del cellulare, si ritrova
ad affrontare una difficile sfida: accettare la propria disabilità. Nel cortometraggio compaiono professionisti che hanno interpretato il loro ruolo lavorativo per dare un fondo ancor
più veritiero a quella complicata realtà
Una scena del cortometraggio “Gomiti negli occhi”.
Il corto, presentato in anteprima
all’Arena Mirastelle di Carbonia il 3
settembre e in seguito in via Roma
50, sempre a Carbonia, ha scosso la
sensibilità del pubblico che ha seguito con estrema attenzione, convalidandogli il carattere di messaggio socioculturale forte e chiaro. L’attrice pro-
che solo attraverso la sensibilizzazione
può migliorare.
Combattiamo insieme per abbattere le barriere mentali e liberare definitivamente il pensiero, perché la diversità arrivi ad essere considerata da
tutti come un valore aggiunto.
Nadia Pische
La popolazione di Cortoghiana ha vinto la sua battaglia
Il TAR ha riaperto l’ufficio postale
ortoghiana ha vinto la sua
battaglia: il 22 ottobre dopo la sentenza del TAR, è
stato riaperto l’ufficio po-
stale.
Il TAR ha accolto il ricorso del
Comune ritenendo «illegittimo, per
difetto di motivazione, il provvedimento con il quale la società Poste
Italiane ha disposto la chiusura permanente di un ufficio postale».
La decisione di Poste Italiane si
è basata sul riferimento generico ad
un Piano di efficientamento finalizzato ad adeguare l’offerta alla domanda di servizi postali in tutti i Comuni del territorio nazionale, senza
un’analisi dei fatti riferibili al caso
specifico di Cortoghiana, mentre la
giurisprudenza raccomanda una
comparazione dei vari interessi, compresi quelli evidenziati dai Comuni
anche in relazione alla conformazione del territorio comunale.
Come si legge nella sentenza è lo
La visita del sindaco all’Ufficio postale.
stesso Consiglio di Stato ad affermare
che «a garanzia del servizio postale
universale, nella sua matrice comunitaria, la scelta della soppressione
di un ufficio postale, deve essere il
frutto di un ragionevole ed equilibrato bilanciamento tra il dato economico e le esigenze degli utenti,
specie di quanti si trovano in condizioni più disagiate, individuando valide soluzioni alternative, a tutela della coesione sociale e territoriale».
Il 2 novembre il sindaco di Carbonia ha incontrato i cittadini presenti nell’Ufficio postale ed ha assicurato che l’impegno del Comune
prosegue per far in modo che il servizio continui a funzionare.
«Le persone in fila, oggi, dimostrano la necessità di questo servizio - ha detto Giuseppe Casti -. La
Amministrazione comunale di Carbonia continuerà a battersi per tenerlo aperto.»
Storie di vita e di miniera a San Benedetto
dalla pagina 5
***
All’interno, in cucina, subito dopo che Antoniccu era schizzato fuori,
le donne avevano smesso di impastare, le orecchie tese per cercare di
capire cosa accadeva.
Quando, un attimo dopo, cominciò lo scroscio di pietre che, arrivando sul tetto e frantumando le tegole,
creava un frastuono infernale mentre tutta la casa tremava come scossa dalla mano di un gigante.
«Il terremoto, il terremoto», urlò Isabella terrorizzata e, afferrata per
un polso commai Anna che impietrita con la testa fra le mani emetteva
un gemito prolungato e acuto come
un guaito, la trascinò con sé verso
quello che le parve l’unico possibile
rifugio: il camino nell’angolo della
cucina.
Si infilò, con i piedi nel focolare,
diritta e tremante, con la testa infilata nella canna fumaria.
Fortunatamente zia Anna aveva
una corporatura filiforme, magra e
sottile quanto il marito era corpulento; Isabella la abbracciò stretta traendola a sé a formare un corpo unico
e trepidante, in attesa del crollo che
le avrebbe annichilite.
Gina si trovava dall’altro lato del
tavolo quando era cominciata la pioggia di sassi, non vedendo altra possibile via di fuga, si era lanciata verso la
porta: abbassò la levetta che liberava
la chiusura e spinse con forza, ma il
battente non si aprì, spinse allora con
tutte le sue forze ma la porta non si
mosse: I sassi che cadevano dal monte sul tetto, finivano poi a terra e, formando un mucchio, impedivano alla porta di aprirsi verso l’esterno.
***
Ziu Antoniccu, sfiorato, com’era
stato, dal macigno e dalla morte, aveva assistito impietrito alla distruzione dalla sua casa, rimase immobile,
inebetito con lo sguardo fisso sulle
macerie, la bocca aperta in un urlo
silenzioso.
Si riscosse, infine, e si lanciò, alla massima velocità che le sue corte
gambe gli consentivano.
Sul luogo dove era stata la sua
abitazione, vi era ora un cumulo di
calcinacci misti a pietrame, restavano in piedi mozziconi di muri e, dove
era la cucina, un masso di grigia dolomia. Non un rumore né un gemito; tutt’intorno, dopo il rombo della
frana, un silenzio irreale.
Tenendosi la testa fra le mani aggirò la pietra assassina e allora vide
che nell’angolo estremo contro la
parete addossata alla montagna, là
dove era stata la cucina, solo il camino era rimasto intatto come un
dito puntato verso il cielo. Nel piccolo spazio del focolare due corpi abbracciati, in piedi e tremanti.
Le gambe non ressero più alla
tensione e Antoniccu cadde sulle
ginocchia, in lacrime.
***
I soccorsi arrivarono subito.
Dapprima l’arganista che azionava il motore del piano inclinato, poche centinaia di metri più avanti in
direzione Coremò, poi gli operai che
lavoravano nello spiazzo davanti ai
pozzi 1 e 2 di San Giovanni; con i
soccorritori provenienti dal paese
arrivò, poco dopo, Gigino, il fratello
di Isabella.
Trovò la sorella e zia Anna in lacrime e ancora sotto shock, ma senza un graffio, non si trovava invece,
traccia di Gina, forse, si temeva, era
stata schiacciata dalla pietra al centro
della casa.
Il suo corpo fu ritrovato, poco dopo sotto la macerie davanti all’uscio,
con il braccio teso e la mano aperta,
nel tentativo di aprire quella porta
che non esisteva più.
Muti testimoni, rimangono oggi,
mozziconi di muri a delimitare il perimetro di quella che fu la casa della famiglia Melas. Al suo interno un
grigio macigno, sul quale, nel 2011,
mani pietose posero una targa metallica a ricordo della tragedia di settant’anni prima.
Il masso assassino, quello enorme
che aveva colpito per primo l’abitazione e che si era arrestato solo sul
fondo del canalone, risultò essere così
grande da dovere essere frantumato
con delle mine. Le macerie risultanti
furono poi portate via con i carri.
Giuseppe Mura
S
Grande partecipazione all’assemblea dell’associazione A.N.M.I.G.
Sì al bilancio e festa per il cav. Casimiro Fois
abato 10 ottobre nella sede
dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di
Guerra, si è svolta l’Assemblea annuale che ha visto anche quest’anno numerosi ospiti, tra i quali
il presidente regionale A.N.M.I.G.
Agnese Delogu, che ha presieduto
la riunione. Ad animare l’incontro,
sono intervenuti, esprimendo parole di compiacimento per il lavoro
svolto dal presidente cavalier Modesto Melis e dai soci della sezione di Carbonia: il commissario di
Pubblica Sicurezza e vice-questore di Carbonia, dott.ssa Maria Gabriella Comi; il colonnello Orazio
Sechi, vice comandante del 1° Reggimento Corazzato di Teulada; il
vice sindaco ed assessore dei Servizi sociali del comune di Carbonia, prof.ssa Maria Marongiu; il
presidente della sezione A.N.P.S.
di Carbonia, dott. Luciano Arus; il
presidente dell’A.N.P.d’I. sezione
Carbonia Iglesias, Antonio Cossu;
il vice presidente dell’A.N.C. sezione di Iglesias, Guglielmo Vivona; il vice presidente della sezione
A.N.M.I.G. di Cagliari, Maria Luisa Boi; il generale Angelo Mura del
151° Reggimento Brigata Sassari.
Il presidente Modesto Melis nella sua relazione ha raccontato quella
che è stata l’attività della Sezione,
elogia il lavoro dei nuovi soci nel
rappresentare l’A.N.M.I.G. nella
manifestazione “Monumenti Aperti” e nelle varie cerimonie. Ha narrato della sua storia nei campi di
concentramento di Mauthausen e
Gusen descritta nel libro “L’animo
degli offesi” che da quasi tre anni
viene divulgato in numerose scuole di tutta la Sardegna, con grande
partecipazione degli studenti.
Durante l’Assemblea, i presidenti dell’A.N.M.I.G. Modesto
Melis e dell’A.N.P.d’I. Antonio Cossu hanno scambiato le medaglie in
segno di fratellanza tra le due sezioni, in quanto il presidente dell’A.N.M.I.G Modesto Melis, essendo stato paracadutista nel periodo della guerra, è iscritto anche alla sezione A.N.P.d’I. Antonio Cossu,
con grande commozione, ha con-
I
segnato a Modesto Melis anche il
distintivo dei parà con il grido “parà” e risposta “Folgore” fatta da
tutti i numerosi partecipanti.
Il presidente regionale dell’A.N.
M.I.G Agnese Delogu ha consegnato una pergamena a tutti coloro
che hanno contribuito a divulgare
direttamente o indirettamente la
storia dei soci dell’A.N.M.I.G. in
occasione di ogni assemblea.
Il presidente Modesto Melis, infine, ha consegnato una targa al
cavaliere Casimiro Fois, socio storico sempre presente ed impegnato nell’attività della sezione, per i
suoi 98 anni appena compiuti.
Sono state consegnate inoltre le
medaglie dell’A.N.M.I.G. all’Associazione Nazionale Carabinieri
L’intervento del presidente regionale Agnese Delogu.
Il cavaliere Casimiro Fois.
occasione della manifestazione
Monumenti Aperti, svoltasi a Carbonia il 2 e 3 maggio 2015: Giada
Marrone Giada, Gabriella Leone,
Federico Cocco, Gabriella Cadoni,
Elvira Todde, Terezia Csendes e,
infine, Elisabetta Pisu, vedova Delogu, per la sua costante partecipazione e... per i dolci che prepara in
Sezione di Iglesias nella persona
del vice presidente Guglielmo Vivona, all’Associazione Nazionale
Polizia di Stato Sezione di Carbonia al presidente Luciano Arus.
Al termine, l’Assemblea ha approvato all’unanimità il bilancio
consuntivo 2014 e quello di previsione 2016.
Nel 2005 il Parlamento ne ha riconosciuto ufficialmente il ruolo
Una giornata per dire grazie ai nonni
l 2 ottobre 2015, in Italia, abbiamo festeggiato la decima edizione della “Festa dei nonni”. Il Parlamento, con la legge 159 del 31 luglio 2005, per dire grazie ai nonni e riconoscere il loro ruolo fondamentale all’interno di ogni famiglia e della società, ha istituito
una giornata, stringendoli ufficialmente in un grande
abbraccio e gridandogli a gran voce quanto sono importanti. La “Festa degli Angeli custodi”, come ormai la
chiamano, perché istituita il giorno in cui la Chiesa cattolica festeggia gli “Angeli custodi”, nasce per rimarcare
quanto determinante sia la loro figura dal punto di vista
culturale ed educativo, loro rappresentano il legame con
gli usi e le tradizioni di un passato... tesoro da non dimenticare, sono dei veri e propri pilastri della famiglia.
I nonni rappresentano il nostro bagaglio storico-culturale, sono un punto di riferimento in una società in
continua evoluzione, un pozzo di saggezza da cui attingere per crescere armonicamente e ricchi di valori. Il
fiore simbolo di questa festa è il “Non ti scordar di me”,
la canzone, a loro dedicata e tradotta in varie lingue, si
intitola “Tu sarai”, scritta e realizzata dal cantautore Walter
Bassani.
La scuola, in risposta a quanto chiesto dallo Stato in
materia organizzativa per questo evento, omaggia con
amore i nonni nei modi più svariati, ponendoli al centro
dell’attenzione. Nel ricordare però che non solo in questo giorno devono essere amati e rispettati... riportiamo
attraverso le parole “della voce dell’innocenza” l’esperienza vissuta quest’anno presso il plesso di Is Meis,
dell’Istituto Comprensivo Satta di Carbonia. Gli alunni
delle classi quarta e quinta nei loro quaderni scrivono
tanto...
Ecco alcuni stralci...
Festa dei nonni: il gioco impazzisce!
Nonni interrogati tra quiz... canti e merenda...
La quarta ruba due risposte alla quinta... ma la quinta
recupera e vince!
La festa dei nonni alla scuola di Is Meis inizia con la
merenda... I nonni ritornano a scuola per essere festeggiati allegramente con canzoni, giochi e quiz... Al momento delle canzoni c’erano nonni che cantavano a
squarciagola e ballavano pezzi anni ‘70... I canti hanno
riportato i nonni indietro nel tempo... In poche parole i
nonni si sono divertiti!... Abbiamo voluto festeggiare i
nonni che non ci sono più... Le nonne “ci hanno dato
dentro” preparando una merenda a base di “panino gigante con nutella” e un’infinità di bibite e dopo abbiamo
fatto un quiz divertente e a trabocchetto... il Rischia-
tutto... Un’insegnante leggeva le domande, i nonni suggerivano le risposte ai nipoti, la squadra che suonava
prima la campana urlava la risposta... I bambini erano
gioiosi perché sapevano di rendere felici i propri nonni...
Alla fine i nonni hanno ricevuto un attestato di merito e dopo tante risate si sono commossi.
Che dire ancora dopo questa pioggia di belle parole
dettate dal cuore?
Posso solo concludere con una frase di Alex Haley,
giornalista e scrittore statunitense, famoso per un suo
romanzo intitolato “Radici”: «I nonni cospargono la
polvere di stelle sulla vita dei bambini.»
Nadia Pische
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Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015
7
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Un provvedimento della Giunta regionale va incontro ai lavoratori espulsi dal mercato del lavoro e prossimi alla pensione
Prestiti previdenziali ai lavoratori “anziani”
P
Accanto al Fondo, è previsto un sostegno al reddito (collegato ad attività di utilità sociale) che precederà l’erogazione della pensione.
restiti previdenziali ai lavoratori “anziani”, espulsi dal
mercato del lavoro e prossimi al raggiungimento dei requisiti per l’accesso al trattamento
pensionistico. Li prevede una delibera della Giunta regionale approvata
su proposta dell’assessore del Lavoro,
Virginia Mura, che istituisce un Fondo
apposito nell’ambito della Programmazione Unitaria 2014/2020.
Il provvedimento nasce dalla necessità di intervenire, con una rete di
protezione sociale, sulla fascia più anziana dei lavoratori, a fronte delle fortissime difficoltà di reinserimento occupazionale di queste persone, una
volta fuoriuscite dal tessuto produttivo. Dagli ultimi dati SIL (Sistema Informativo Lavoro) emerge, infatti, che è
in progressiva crescita il numero dei
disoccupati iscritti nei CSL (Centri
Servizi per il Lavoro) per la fascia di
età 55-64 anni, ed in misura ancora più
rilevante quello degli over 64 (+5,1
%), per i quali risulta altamente improbabile il ricollocamento in attività
produttive.
Il Fondo consentirà l’erogazione
di un prestito ai lavoratori espulsi dal
mercato del lavoro e prossimi al raggiungimento dei requisiti per l’accesso al trattamento pensionistico (0-24
mesi), per anticipare all’Inps i versamenti dei contributi necessari per
accedere alla pensione. I tempi, le
forme e le modalità di erogazione e
I
di restituzione del prestito (inclusi gli
aspetti assicurativi e di garanzia connessi) saranno definite in raccordo
con INPS, e saranno calibrate in funzione delle caratteristiche del beneficiario e dell’entità dei contributi necessari. La restituzione del prestito potrà avvenire, da parte del lavoratore
beneficiario in unica soluzione oppure ratealmente, nell’arco di massi-
L’assessore del Lavoro Virginia Mura.
mo 7 anni, a tasso zero. La gestione
del Fondo sarà affidata alla SFIRS,
società in house della Regione.
Accanto al Fondo, verrà attivata una
misura di sostegno al reddito (collegata allo svolgimento di attività di utilità sociale) durante il “periodo” (7-9
mesi) che precederà l’erogazione della
pensione. Per i lavoratori fuoriusciti
dagli ammortizzatori sociali che, per
motivi anagrafici, incontrano difficoltà
pressoché insormontabili a rientrare
nel mercato del lavoro, è prevista l’attivazione, in collaborazione con l’Anci
e con le organizzazioni del Terzo Settore, di progetti di straordinari a impatto sociale, in linea con quanto già
previsto a livello nazionale.
Il Fondo per i «prestiti previdenziali» (che sarà un Fondo di rotazione che si rifinanzierà con la restituzione dei prestiti erogati) avrà una
dotazione iniziale di € 7.500.000 (a
valere sulla L.R. n. 12/2015), incrementabili sino ad un massimo di
ulteriori € 14.000.000 con risorse da
rintracciare nei pertinenti capitoli del
bilancio regionale; la misura di sostegno al reddito durante il “periodo
cuscinetto” ha una dotazione di €
1.000.000.
Con l’approvazione della delibera da parte della Giunta regionale si
mette in moto un crono programma
che, indicativamente, prevede entro
il mese di novembre la costituzione
del Fondo da parte della Sfirs e la
convenzione con l’Inps per la definizione degli aspetti procedurali e tecnici di erogazione e restituzione dei
prestiti previdenziali. Entro la fine
del 2015 si prevede la pubblicazione
dell’Avviso a cui potranno rispondere i lavoratori che possiedono i requisiti ed intendono accedere al prestito
previdenziale.
Il Consiglio comunale ha respinto la mozione di sfiducia
Roberto Lallai resta sindaco di Nuxis
l Consiglio comunale di Nuxis
ha respinto a maggioranza la
mozione di sfiducia contro il
sindaco Roberto Lallai e la sua
Giunta. Nella votazione finale, al
termine di una riunione molto calda, in una sala consiliare piena con
numerosi rappresentanti del Comitato cittadino che da mesi si oppone
al trasferimento del servizio idrico
ad Abbanoa, è stato decisivo il voto
del sindaco, Roberto Lallai, primo
obiettivo della protesta dei 6 consiglieri di opposizione (Michele Fanutza, Francesco Manca, Mariano
Nonnis, Piero Andrea Pinna, Simone
Secci e Maurizio Vacca) e del Comitato cittadino, visto che il risultato è stato di 7 a 6 (i consiglieri di maggioranza Gianluca Crobeddu, Sergio Manca, Susanna Pilisi, Luca Pisanu, Mirko Pubusa e Claudia Serra
Una delle manifestazioni di protesta organizzate dal Comitato cittadino.
hanno respinto la mozione con il
sindaco Roberto Lallai)
Il Comitato cittadino, dopo la
rinnovata fiducia ricevuta dal sindaco Lallai, continuerà comunque la
sua battaglia contro la privatizzazione dell’acqua, ritenuta dannosa
sia in termini di qualità del servizio
sia di costi a carico dei cittadiniutenti.
Interrogazione dell’on. Piero Comandini (PD) in Consiglio regionale
L
«Si attivi il fondo di anticipazione
per restituire liquidità ai GAL»
’on. Piero Comandini è il primo firmatario, insieme al
alcuni esponenti del gruppo PD in Consiglio regionale, di un’interrogazione urgente
sulla mancata attivazione del fondo
di anticipazione, previsto nella finanziaria 2015, a favore dei Gruppi
di Azione Locale i quali non dispongono di risorse proprie, per cui si rende assolutamente necessario intervenire con fondi regionali, così da
garantire le anticipazioni indispensabili per chiudere e rendicontare i
progetti finanziati con il PSR
2007/2013.
I lunghissimi tempi di istruttoria
delle domande, nonché i tempi di
pagamento delle stesse da parte dell’organismo pagatore (AGEA) hanno determinato una mancanza di liquidità dei GAL della Sardegna che
non sono in grado di liquidare gli impegni assunti per la chiusura de Piani Locali di Sviluppo, con il conseguente fallimento degli stessi.
Piero Comandini sollecita «una
risposta urgente da parte dell’assessorato dell’agricoltura, per capire le
motivazioni che hanno portato alla
mancata attivazione del fondo di anticipazione, a favore dei GAL, così
come stabilito dall’art. 9 della L.R.
5 del 9 marzo 2015, fondo previsto
proprio per evitare la bancarotta dei
GAL e salvaguardare un settore già
fortemente provato. I GAL - aggiunge Piero Comandini - svolgono un
Piero Comandini.
ruolo chiave per lo sviluppo locale,
attuano gli assi III e IV del Programma di Sviluppo Rurale, che è il principale strumento di programmazione e attuazione in materia di agricol-
tura, definisce le strategie, gli obiettivi e gli interventi per il settore agricolo, agro-industriale e forestale e
per lo sviluppo rurale dell’isola, per
promuovere la crescita e creare occupazione nelle zone rurali e per migliorare la sostenibilità».
Piero Comandini precisa che «il
costo delle anticipazioni sarebbe pari a zero per la Regione Sardegna in
quanto i GAL restituirebbero le somme ricevute a seguito del rimborso
da parte di AGEA, perciò “chiediamo” - sottolinea ancora Piero Comandini - l’immediata attivazione
del fondo di anticipazione e l’erogazione dei finanziamenti, indispensabili per evitare il fallimento dei
GAL. Inoltre, sarebbe auspicabile
valutare la possibilità di chiedere, visti i tempi ristretti, una proroga delle
rendicontazioni 2007/2013 a giugno
2016».
«è nostro dovere dare un appoggio alle comunità̀interessate - conclude il consigliere del Partito Democratico - offrire ad esse e a tutti i
sardi le necessarie garanzie per prevenire forti e negativi ripercussioni,
al fine di evitare situazioni di instabilità da cui possano scaturire gravi
danni al settore.»
Le radici della città di Carbonia attingono da una cultura antica
D
Il figlio del minatore
a bambino accompagnavo mio padre a prendere
il treno che quotidianamente lo portava a Carbonia a lavorare in miniera. Volevo
portare io, fino alla stazione, lo zaino con dentro il pane, il formaggio,
l’acqua e qualche ortaggio o frutta di
stagione. Mi piaceva guardare quel
mostro d’acciaio nero sbuffante come il drago sotto i piedi di San Giorgio che era nell’edicola a destra della chiesa della Madonna della Neve.
Il mostro d’acciaio però non era cattivo. Era bello vedere quelle fiamme
nel suo ventre quando il macchinista apriva il portellone per buttarci
dentro altro carbone; era bello sentirlo sbuffare e sparare fuori vapore
bianco come facesse un grande starnuto; era bello vedere quell’enorme
pennacchio nero che gli usciva dalla testa: aveva un odore che per me
era un profumo che non avrei mai più
dimenticato. Lo percepivo da lontano,
quando il treno tornava la sera per
riportare mio padre a casa. In stazione arrivavo io prima del treno. Secondo me bisognava che andassi ad
aiutarlo perché al ritorno, oltre allo
zaino, portava con sé unu tropulu, uno
spezzone di tronco d’albero, avanzo
dei legni usati nella carpenteria di
miniera. Il treno da lontano fischiava
ripetutamente e questo fischio era
come un segnale per il paese che
apriva i cuori alla gioia, alla festa:
rientravano gli uomini. Anche altri
ragazzini correvano alla stazione a
incontrare i loro padri. Era buffo vedere quegli uomini grandi spesse
volte con la faccia tutta nera dalla
polvere di carbone, con i denti e gli
occhi che brillavano, come fosse
carnevale.
Chi avrebbe mai detto allora che
quel trenino, col suo passo lento ma
grave come un destino inesorabile,
penetrava in una cultura antica di
millenni per distruggerla dall’interno, per sempre. Ancora per poco mia
madre avrebbe cotto i cibi in sa giminera. L’asinello non sarebbe più
servito po moli su trigu, né sarebbe
più servito il forno per cuocere il pane. Mio padre non sarebbe più andato a coltivare il grano per farne incetta per l’inverno. La cultura dell’autosufficienza e del baratto stava
finendo; stava arrivando la cultura
del denaro. Si intravedevano spiragli
di modernità. Un giorno nella strada principale che attraversa il paese
venne a passare un uomo in bicicletta che però non costituiva meraviglia; quello che costituiva meraviglia era che appresso aveva il figlioletto con una bici dimensionata
per lui, mentre io dovevo pedalare
sbilenco con una gamba infilata nel
triangolo del telaio della bici di mio
padre. Un altro giorno passò una carrozza senza cavallo: camminava da
sola e dentro c’era gente che veniva
trasportata, come nel treno ma senza
il carbone, non si vedeva fumo ed
era più silenziosa; aveva anche un
nome: FIAT BALILLA.
Il minatore, a fine mese, portava
a casa enormi fogli rossi ognuno dei
quali valeva diecimila lire. Con quelli,
la fatica di uno avrebbe dovuto liberare gli altri. Troppe aspettative di libertà erano legate a quei fogli.
A me che ancora non apprezzavo
il valore dei soldi, era il treno che
faceva sognare. Chi sa da dove partiva, chi sa fin dove arrivava. Salii
anche su di un piccolo monte con
l’intento di seguire con lo sguardo
il tracciato della ferrovia. Ne scesi
deluso, affannato per la corsa che mi
ero dovuto fare per non rientrare troppo in ritardo e prendere botte da mia
madre. Con lo sguardo non riuscii a
seguire le tracce del treno, ma con
la fantasia sì.
Chi sa che mondo c’era la dove
andava a finire il treno. Avevo la
sensazione di vivere in una gabbia
dalla quale volevo uscire. Vivevo in
un contesto sociale in cui la vita di
ciascuno era predeterminata. Almeno
così pensavano le persone più grandi. Ma gli uomini che salivano sul
treno la mattina, alla sera ne scendevano con qualcosa di cambiato nel
loro animo e diffondevano questo
qualcosa di nuovo come una malattia contagiosa. Mio padre per primo
non faceva più il contadino ma il
minatore: Ma castia cussu! Ha lassau
sa terra po nci cravai asutt ‘e terra,
era il commento che facevano gli altri, oppure d’harai biu de su babbu!
Neanch’io volevo fare quello che
faceva mio padre; né quello che faceva prima, né quello che faceva
dopo. Questo non impedì che, terminate le scuole elementari, andassi a lavorare nei campi. Quei fogli
rossi per quanto grandi, non erano
sufficienti per sfamare una famiglia
di nove persone. Era necessaria la
Una vecchia locomotiva delle FMS.
Il treno
Sentivo l’odore da lontano
l’odore del carbone carboniese
che si stendeva per tutto il paese,
quando il treno se n’era andato.
Per me, prima ancora di vederlo,
era una grande festa ogni giorno
da quando lo sentivo fischiare
per avvisarmi che babbo stava tornando.
Sempre mi prendeva a cavallino
dalla contentezza non sentiva alcun dolore
anche se era stanco e tutto nero.
Mi avevano ritrovato dopo l’imbrunire
aspettandolo ancora nel chiaro di luna
piangendo molto per disperazione.
Come allora io sono rimasto
aspettando il treno del minatore che
mi restituisca la vita che mi ha rubato.
I minatori tornavano completamente neri
dalla polvere di carbone.
I ragazzini, divertiti, ridevano perché, in
tutto quel nero, brillavano gli occhi e i denti.
All’imbrunire, nella chiesa del paese,
suonava la campana per ricordare alla gente
che era l’ora di dire le preghiere.
collaborazione di tutti quelli che erano in grado di farlo. Così, tanto per
seguire l’inveterata tradizione, da
giugno ad agosto andai a lavorare con
un amico di mio padre, giusto per
fare l’apprendistato. A cabudanni, a
settembre, che era il mese in cui,
ancora con il calendario bizantino,
iniziava l’anno agrario, e quindi si
stipulavano i contratti di lavoro, iniziai la mia carriera di lavoratore agricolo. Diciottomila lire l’anno più una
percentuale del raccolto. La cosa certo non mi aveva entusiasmato. Durante la frequenza della scuola mi
veniva sempre detto: «Studia perché se ti bocciano vai a lavorare».
Mi aspettavo di proseguire negli studi, ma non fu così. Nei primi anni
che mio padre lavorava in miniera,
abituati com’eravamo a vivere quasi senza moneta, quei bigliettoni sembrarono una ricchezza. In realtà, dovendo comprare quasi tutto ed essendo aumentate anche le esigenze,
non bastavano più. Le ragazze per
esempio, come crescevano, non volevano più vestire a nostrara, cioè
come da secoli si erano vestite le loro
madri, ma volevano vestire a senora, cioè come vestivano a Carbonia.
E quei vestiti non venivano prodotti
in famiglia, ma comprati. Non poterono quindi i miei genitori mandarmi a fare le scuole medie nel paese
vicino. Mentre frequentavo le elementari, andavo anche in falegnameria e qualcosa guadagnavo. Ma ora,
oltre all’aumentata spesa per i libri,
sarei dovuto andare fuori paese e non
avrei potuto fare alcun lavoro.
A me però non piaceva quel mestiere. Non piaceva far pascolare i
buoi; dargli da mangiare nelle loro
mangiatoie; pulire le stalle; zappare;
arare; mietere il grano e l’orzo con
la falce. Lo facevo sì, e anche bene,
perché a me è sempre piaciuto fare
bene quel che faccio, ma era un lavoro mortificante, senza prospettive. Tutto quanto era piccolo e senza
prospettive. Il paese, sempre lo stesso, con le case basse che davano la
sensazione che qualcuno le avesse
spinte da sopra e ficcate per metà
sotto terra. La gente: la maggior parte
delle donne e un buon numero di
uomini vestivano ancora a sa maurredhina. Mi chiedevo continuamente
come avrei potuto fare per evadere
da quella prigione.
Si diceva che a Carbonia c’era
lavoro per tutti, anche per i ragazzi.
Era una città, c’era il cinema e tanti
altri divertimenti. Lì era facile parlare e frequentare le ragazze. Non
erano come le nostre, coperte con
quelle gonne lunghe che per vedere
i malleoli dovevamo metterci dietro
le spigolatrici. Mio padre però non
me l’avrebbe permesso, così come
non mi avrebbe permesso di andare
a lavorare a Teulada, dove stavano
costruendo un campo militare. Nella mia mente non c’era che il treno.
Solo lui mi avrebbe potuto portare
lontano, non importa dove, non importa a fare che, l’importante era che
mi portasse via da lì, da quei confini chiusi come da una muraglia.
Lui portava mio padre a Carbonia dove io pensavo vivesse un’altra vita con gli amici e i compagni
di lavoro. Lui poteva portarmi in un
altro ambiente dove mi sarei potuto
costruire una vita mia come io avrei
voluto. Così, a sedici anni, presi quel
treno. Passai davanti alla città e la
guardai con occhi avidi, alla ricerca
di carpirle qualche segreto della sua
vita intima che mi sarebbe servito
per il futuro che ancora non sapevo
che impronta avrebbe avuto. Mi dava una bella sensazione stare su quel
treno. C’ero salito altre volte, solo di
frodo però: quando era fermo a riempirsi la pancia d’acqua e il macchinista si distraeva a chiacchierare e
non mi vedeva. Mentre camminava
era diverso, tutto un’altra cosa: io ero
fermo ed il mondo mi passava davanti. Mi sembrava di sentire anche
un sapore speciale in bocca. Ancora
oggi, con qualsiasi mezzo viaggi, mi
siedo vicino al finestrino per sentire
di nuovo quelle sensazioni.
Il giorno dopo mi sono ritrovato
davanti San Pietro, a Roma, col sapore e l’odore del treno addosso,
chiedendomi dove fossi finito. Ero
tranquillo però. La parte del mio mondo che mi era rimasta dentro mi avrebbe aiutato a superare qualsiasi difficoltà. La monumentalità di quelle
costruzioni che vedevo per la prima
volta, non mi spaventarono né mi
meravigliarono. Era come se le avessi sempre conosciute. Forse era un
atteggiamento mentale: nulla mi
avrebbe fermato, neanche enormi
cose come quella basilica immensa
con tutto quello che la circondava.
Ora che Carbonia si sta guardando intorno per costruirsi un avvenire
con o senza il carbone, mi è sembrato interessante riferire un barlume
della vita che si svolgeva nel suo
territorio prima che nascesse e durante la sua crescita. Tenendo ben
presente che la maggior parte dei suoi
abitanti discendono da quei contadini e pastori diventati minatori trasportati proprio da quel treno che li
prendeva dai loro medaus e furriadroxus per portarli alla Grande Miniera e riportarli, alla fine del turno,
a casa loro. Un po’ alla volta si sono
spostati qui e, temprati come erano
al sacrificio, hanno poi resistito e lottato per non farla morire.
Pietro Sanna
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Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Grande riconoscimento del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo per gli itinerari storico-religiosi
Il Cammino di Santa Barbara modello di eccellenza
G
Gli itinerari si snodano per 400 km, attraversano tutti i luoghi di culto, siti minerari dismessi, antiche strade, mulattiere e ferrovie.
rande riconoscimento per
il Cammino di Santa Barbara, scelto dal ministero
dei Beni culturali tra i modelli d’eccellenza del turismo religioso, insieme alla Via Francigena, al
percorso di San Francesco e a quello
di San Benedetto. Questi itinerari sono stati presentati alla presenza dell’assessore Francesco Morandi e del
ministro Dario Franceschini, nella sala della biblioteca di Castel Sant’Angelo a Roma, in occasione della
conferenza stampa su “I cammini
incontrano il Giubileo”.
Il Cammino di Santa Barbara, gestito dall’associazione Pozzo Sella, si
snoda per circa 400 chilometri, attraversa tutti i luoghi di culto, siti minerari dismessi, si sviluppa su antiche
strade, mulattiere e ferrovie usate in
passato per il trasporto dei metalli.
«L’itinerario è simbolo di sostenibilità e trasversalità - spiega l’assessore del Turismo Morandi - associa alla valorizzazione del patrimonio culturale e religioso, del quale è
pienamente salvaguardata la valenza
spirituale, anche lo sviluppo complessivo del territorio, coinvolgendo
comunità ed imprese nella produzione di beni e servizi.»
Cammini significa anche sentieri,
ippovie, ciclovie: «Per completare il
nostro progetto di valorizzazione di
queste iniziative occorrerà una stretta sinergia fra tutte le amministrazioni locali con la regia regionale e la
strutturazione di un’offerta capace di
posizionarsi sui mercati del Centro e
Nord Europa».
All’interno dell’iniziativa avviata
dall’assessorato del Turismo, artigianato e commercio, sono in via di realizzazione azioni di promozione delle proposte più significative del turismo religioso isolano. Come i cammini già iscritti nel registro ufficiale di
Nostra Signora Bonaria, San Giorgio vescovo di Suelli (dalla Trexenta
alle Baronie), di Santu Jacu (dal Campidano di Cagliari alla Barbagia), di
Sant’Efisio (da Cagliari a Pula). E i
due Itinerari dello Spirito, già entrati
a far parte dei circuiti internazionali
con il coinvolgimento dei comuni di
Dorgali, Galtellì, Gesturi, Laconi,
Luogosanto, Orgosolo e Sant’Antioco.
Il Giubileo straordinario del 2016
proclamato dal Papa, potrebbe essere
Foto di gruppo durante un’escursione.
Escursione in uno splendido paesaggio del Sulcis.
Cantina Santadi
del turismo religioso, ‘“Arte romanica, natura e spiritualità” e “Miniere,
nuraghi e spiritualità”. Inoltre sta per
decollare il piano di valorizzazione
delle destinazioni di pellegrinaggio
anche l’Anno dei Cammini. Con questa prospettiva il ruolo strategico degli itinerari storico-religiosi e dello
sviluppo del turismo sostenibile assumerebbe ancora più valore.
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LATINIA
Vino dolce da vendemmia tardiva di uve Nasco
dei vigneti ad alberello - antica vigna “Latina” del Basso Sulcis della Sardegna.
Vino mediterraneo, caldo, solare che,
servito a 10°-12° C, esalta il dessert
e partecipa a tutti i momenti di incontro e di festa.
Ha ricevuto il “Premio speciale”
“miglior vino dolce dell’anno” 2002
e i 3 bicchieri del “Gambero Rosso”
Miglior vino da dessert al Vinexpò 2001 di Bordeaux.
L
La sezione Italia Nostra di Sant’Antioco lancia l’allarme
“Su Semafuru” sta crollando
a sezione dell’associazione
Italia Nostra di Sant’Antioco lancia l’allarme:
“Su Semafuru” sta crollando. Si tratta della vecchia stazione per le segnalazioni semaforiche di Capo Sperone, a Sant’Antioco conosciuta appunto come “Su
Semafuru”. L’associazione ambientalista già dallo scorso mese di
agosto aveva segnalato all’Agenzia
della Conservatoria delle Coste della Sardegna, ripetuti furti di tegole,
piastrelle, mattoni, etc... oltre la manomissione della sbarra che chiude
l’accesso allo stradello che porta
all’edificio.
«In questi ultimi due mesi i furti
di tegole, mattoni e piastrelle sono
proseguiti e, probabilmente a causa delle continue manomissioni di
ladri e vandali, è crollata la torretta ubicata nella parte più alta del
lato sud dell’edificio - spiega Graziano Bullegas, presidente regionale di Italia Nostra -. La struttura
appare ormai sempre più un cumulo di macerie pericolanti che potrebbe arrecare pregiudizio all’integrità dei numerosi visitatori che si
recano sul colle che domina Capo
Sperone.»
Così, anche per evitare ulteriori crolli e danni alle persone, l’associazione ambientalista ha chiesto
un intervento di messa in sicurezza
dell’immobile e la recinzione delle aree più a rischio e l’affissione di
cartelli che indichino la pericolosità
del sito.
L’immobile riveste una grande
U
importanza storico-culturale che,
come altre strutture presenti lungo
le coste della Sardegna, rappresenta
un’importante testimonianza della
storia moderna dell’isola.
“Su Semafuru” nel 2011 era
tornato alla ribalta quando l’intera
comunità antiochense si era mobilitata a difesa dell’immobile per
“Su Semafuru” è in rovina.
impedire che il compendio ospitasse
un radar di profondità di produzione israeliana che, se installato, avrebbe potuto creare seri problemi alla
salute delle persone e all’ecosistema, a causa dell’emissione di potenti onde elettromagnetiche.
Anche allora Italia Nostra aveva
appoggiato la protesta della comunità tesa alla salvaguardia dell’area
di “Su Semafuru”, vietando qualsiasi intervento che avrebbe potuto
snaturare il pregio architettonico e
paesaggistico della struttura. A fine dicembre dello stesso anno, la
Giunta regionale affidò la gestione
di diverse Torri Costiere e di alcune
Stazioni radio e Stazioni segnali,
compresa la struttura di “Su Sema-
furu” di capo Sperone, con annessi
alloggi e terreni all’Agenzia della
Conservatoria delle Coste della
Sardegna. Struttura di cui però è
ignota la sorte da quando, lo scorso anno, la Giunta Pigliaru ha deciso di sciogliere la Conservatoria
delle Coste.
Tito Siddi
[email protected]
Straordinaria partecipazione alla 7ª edizione del Festival
Tuttestorie per 12.000 studenti
n’iniziativa fantastica,
quella che quest’anno è
giunta alla decima edizione, il “Festival Tuttestorie”, che ha visto coinvolti venti
comuni dell’isola, registrando ben
trecentocinquanta appuntamenti in
soli sette giorni. Oltre ottanta tra scrittori, narratori, illustratori, artisti, musicisti ed esperti di letteratura per
ragazzi, hanno colorato con la loro
fantasia il tempo che tante scolaresche hanno deciso di passare in loro compagnia. Dal 7 al 13 ottobre di
quest’anno dodicimila studenti sono stati i veri protagonisti dell’evento, una festa della cultura, animata con l’obiettivo di far centro
nella curiosità di bambini e ragazzi,
appuntamento unico nel suo genere in
Sardegna che ogni anno si presenta
con un tema diverso, portatore di
sorprese ed arricchimenti. Un fiume
di entusiasmo da parte di chi organizza e di chi ospite non sarà mai,
perché coinvolto a trecentosessanta gradi in letture, racconti e giochi
animati, dove l’esperienza va a passeggio con l’improvvisazione.
Questo decimo compleanno del
festival ha avuto come tema “Exra! Racconti, visioni e libri per guardare più in là”, una vera e propria
ricerca di tutto quel che è strano,
straniero, straordinario, stravagante
e se non bastasse anche “stravanato”, nel senso di fuori dall’ordinario! Oltre a scrittori ed illustratori
italiani, anche inglesi, tedeschi, francesi e cinesi, un panorama internazionale perché la cultura viaggia e
non conosce confini.
un momento in cui i tagli alla cultura minano i progetti e ne rallentano l’attuazione. La speranza è che
le forze politiche preposte facciano non il possibile, ma “l’impossibile” per tenere in piedi eventi come questo perché la cultura è cibo
L’incontro dei ragazzi con Mirco Maselli nella biblioteca di Carbonia.
Lettura e cultura sono imprescindibili nella formazione del cittadino del domani e chi sostiene il “Festival” lo sa benissimo ed è per questo che lo porta avanti nonostante
le difficoltà che il periodo economico-sociale che stiamo attraversando, renda tutto più complicato,
per le nostre menti. E a proposito
di cultura, il drammaturgo e saggista, nonché uomo politico inglese,
avrebbe concluso l’articolo scrivendo “La lettura è per la mente quel
che l’esercizio è per il corpo”, che
aggiungere ancora?
Nadia Pische
La Provincia del Sulcis Iglesiente
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Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Ha preso il via il 18 ottobre il XVII Festival Internazionale di Musica da Camera organizzato dall’associazione Anton Stadler
H
Musica da Camera, jazz, tango e musica contemporanea
Gli undici eventi del Festival, dopo l’apertura di Villamassargia e Iglesias, sono programmati a Iglesias (7), Calasetta e Oristano.
a preso il via il 18 ottobre
la XVII edizione del Festival Internazionale di Musica da Camera, appuntamento consolidato per il territorio del
Sulcis Iglesiente che quest’anno farà
tappa complessivamente in quattro
comuni, pur prediligendo, come di
consueto, quella che ormai è stata
consacrata sede naturale della rassegna: il Teatro Electra di Iglesias.
Il Festival, organizzato dall’Associazione Culturale Anton Stadler e
da sempre sotto la direzione artistica
di Fabio Furia, vede in scena, anche
quest’anno, i protagonisti del panorama cameristico nazionale ed internazionale. Regina indiscussa, la musica da camera. Non mancheranno tuttavia incursioni musicali legate al jazz,
al tango, alla musica contemporanea.
La XVII edizione del Festival si
pone inoltre quale importante omaggio all’opera lirica. Sono numerosi,
infatti, gli appuntamenti in cui saranno
proposte diverse interpretazioni delle più celebri arie d’opera, con l’obbiettivo di preparare il pubblico a questo genere di “arte totale”, capace di
unire musica, canto, teatro, arti plastiche e a volte anche danza. Un progetto ideato nell’ottica di una sinergia di intenti con l’importante azione
di divulgazione culturale da sempre
portata avanti dall’attività del Teatro
Lirico di Cagliari.
A rendere ancor più fruibile, infine, la rassegna sarà la commistione di
elementi collaterali che ruoteranno
attorno alla musica, nucleo principale della manifestazione: dal teatro al
cinema, dall’arte alla letteratura, fino
alle tradizioni enogastronomiche e all’arte del ri-uso.
Il primo appuntamento si è tenuto domenica 18 ottobre nei locali di
Casa Fenu, a Villamassargia, con lo
spettacolo musico‐teatrale “Mare &
Sardegna”, prodotto e distribuito
dall’Anton Stadler, frutto della collaborazione artistica tra Fabio Furia e
Simeone Latini. Sul palco il NovaFonic Quartet & Simeone Latini: Simeone Latini, attore, regista e autore
teatrale; Fabio Furia, bandoneonista,
compositore ed arrangiatore; Marcello Melis pianoforte; Gianmaria Melis violino; Giovanni Chiaramonte,
contrabbasso. Video a cura di Luca
Sgualdini. L’evento era inserito nella
manifestazione Note Secolari, organizzata dal comune di Villamassargia.
Venerdì 30 ottobre il Teatro Electra
di Iglesias ha accolto lo spettacolo
“Dissonanze”, all’insegna della contaminazione, dell’equilibrio e della tecnica, ma anche dell’immaginazione
e dell’improvvisazione. Protagoniste
dello spettacolo le composizioni originali di Fabio Furia, in cui trovano in
sintesi gli studi classici ed il suo eclettico percorso dalla musica da camera
alla world music, dal tango al jazz.
Sul palco ancora il Novafonic Quartet.
La serata di sabato 7 novembre,
alle ore 20.00, presso il Teatro Electra di Iglesias, intitolata “La voce
delle donne”, sarà un vero e proprio
omaggio ai grandi della musica classica, da Mozart, a Puccini, fino a Verdi
e Donizetti. Letizia Grassi soprano ed
Edoardo Bruni al pianoforte accompagneranno il pubblico in una passeggiata musicale all’insegna delle più
celebri arie d’Opera, intramezzate da
alcune appassionate composizioni
romantiche e contemporanee, dedicate al pianoforte solo.
Sabato 14 novembre, alle ore 20.00,
sarà ancora il Teatro Electra di Iglesias a fare da cornice ad uno spettacolo
fortemente innovativo all’interno del
programma del XVII Festival Internazionale di Musica da Camera, la
sonorizzazione dal vivo per pianoforte a quattro mani del film muto
“The Lodger”, prodotto e diretto da
A. Hitchcock nel 1927.
L’inconsueto spettacolo ha l’obbiettivo di trasmettere a tutti la passione per il cinema muto, perciò non
si tratterà semplicemente di “accompagnare” la proiezione del film “The
Lodger”, ma lo si commenterà, lo si
anticiperà, lo si spiegherà integralmen-
Il Teatro Electra di Iglesias.
te con i suoni, grazie alle partiture composte ad hoc dalla pianista e compositrice Rossella Spinosa. Sul palco
Rossella Spinosa e Alessandro Calcagnile, pianoforte a quattro mani.
Domenica 15 novembre, alle ore
20.00, il Festival varcherà i confini
provinciali approdando, ancora una
volta, al Teatro San Martino di Oristano. Grazie alla collaborazione dell’Associazione Accademia della Sardegna,
Francesco Pilia, violino e Matteo Cau,
chitarra, proporranno all’ascoltatore
Si è concluso il 10 ottobre il concorso dedicato al grande artista
G
Giuliano Gabriele Ensemble e Marina Mulopulos
si sono aggiudicati a Cagliari l’8° Premio Parodi
iuliano Gabriele Ensemble e Marina Mulopulos hanno vinto il 10
ottobre, a Cagliari, l’8°
Premio Andrea Parodi. L’Auditorium comunale di piazzetta Dettori ha ospitato la serata finale che ha
visto esibirsi come ospiti i Tazenda,
Totore Chessa, Alejandra Ribera e
Mario Incudine.
Nove i finalisti in gara: Alarc’h
(brano: Ninna e la ninnella, calabrese), Calatia (Arrammulì, napoletano), Claudia Aru Band (Fogu,
sardo), Corimè (La scelta, italiano),
Davide Casu (Sant’Eulalia, algherese), Giuliano Gabriele Ensemble (Lettera dalla Francia, dialetto
Giuliano Gabriele Ensemble.
ciociaro), Koralira (Nero, calabrese),
Marina Mulopulos (Lati’, greco),
Valeria Tron (Senso dire rien, occitano).
È stata un’edizione di successo,
sotto la direzione artistica di Elena
Ledda, a partire dall’affluenza del
pubblico che già dalla prima serata
ha riempito l’auditorium. In quell’occasione, purtroppo, sono mancati gli annunciati Tazenda, per un
malessere stagionale del cantante
Nicola Nite, che si è poi ristabilito
per l’ultima serata.
Al loro posto è toccato a Totore
Chessa, premio Albo d’oro 2015,
inizialmente previsto per sabato. È
stato proprio lui ad aprire la prima
serata, a sorpresa, salendo sul palco da solo con il suo organetto. Un
inizio emozionante.
Alto il livello medio dei concorrenti, come si è potuto evincere
dal brano in gara ma anche da un
secondo brano che ognuno degli artisti ha proposto.
L’allerta meteo ha invece impedito il regolare svolgimento della seconda serata. I concorrenti hanno comunque avuto modo di esibirsi in un’audizione privata davanti
alla giuria, composta da giornalisti
ed addetti ai lavori provenienti da
tutta Italia.
Sabato gran finale con l’apertura
Marina Mulopulos con Elena Ledda.
dei Tazenda, la canadese Alejandra
Ribera ed il siciliano Mario Incudine. Prima della proclamazione dei
vincitori, c’è stato tempo per una
bellissima jam session che ha coinvolto tutti gli artisti ospiti e quelli in
giuria.
La manifestazione è stata presentata da Gianmaurizio Foderaro
di RadioRai e da Ottavio Nieddu.
Durante le serate, non solo i concorrenti ma anche tutti gli ospiti
hanno cantato un brano di Andrea
Parodi. Il Premio si è tenuto in prossimità del 9° anniversario della sua
scomparsa (17 ottobre 2006).
Andrea Parodi è stato un grande
artista con un percorso fuori dagli
schemi: passato dal pop d’autore
con i Tazenda ad una carriera solista di grande valore e rielaborazione delle radici, è diventato un riferimento internazionale della World
Music, collaborando fra l’altro con
artisti come Al Di Meola e Noa. A
lui è dedicato un museo multimediale, visitabile attualmente ad Ottana, presso la Casa Fenudi.
Le precedenti edizioni del Premio Andrea Parodi sono state vinte nel 2014 da Flo (Campania), nel
2013 da Unavantaluna (Sicilia), nel
2012 da Elsa Martin (Friuli), nel 2011
da Elva Lutza (Sardegna), nel 2010
dalla Compagnia Triskele (Sicilia),
Nicola Nite e Gigi Marielli.
nel 2009 da Francesco Sossio (Puglia).
Questi tutti i premiati del Premio Andrea Parodi 2015:
Vincitore assoluto - Giuliano
Gabriele Ensemble
Premio della critica - Marina
Mulopulos
Miglior musica - Davide Casu
Miglior arrangiamento - Corimè
Miglior interpretazione - Claudia Aru e Corimè
Miglior testo - Davide Casu
Premio dei concorrenti - Corimè
e Giuliano Gabriele Ensemble
Premio dei bambini in sala Calatia.
un salto nella vita di corte settecentesca, all’interno dei più lussuosi palazzi signorili accompagnato dall’inconfondibile rigore contrappuntistico bachiano e dalle pregiatissime idee musicali di Antonio Vivaldi. A seguire una
degustazione enogastronomica di
prodotti della tradizione locale.
Sabato 28 novembre, alle ore 20.00,
ancora una volta al Teatro Electra di
Iglesias, serata interamente dedicata alle intramontabili sonorità dello strumento più emblematico del Romanticismo,
il pianoforte. Sulle note dei più grandi maestri dell’‘800, Hugues Leclere,
al pianoforte, presenta lo spettacolo
“Quadri di un’esposizione”, rendendo
omaggio agli eterni modelli stilistici
e compositivi dell’era romantica, condensati nei più celebri brani di F. Chopin e nella monumentale composizione di M.P. Musorgskij, da cui prende
appunto il titolo la serata.
Sabato 12 dicembre, alle ore 20.00,
sarà la volta del Trio Opera Viwa: Silvia Martinelli soprano, Fabio Taruschio
flauto, Andrea Trovato pianoforte, che
si esibirà al Teatro Electra di Iglesias
nello spettacolo “Le Chant du Rossignol”. Un repertorio dedicato alla natura e alle sue forme, in cui i suoni diventano immagini e atmosfere, accompagnando l’ascoltatore attraverso paesaggi incantati. L’evento è realizzato
in collaborazione con il Circuito Multidisciplinare Sardegna - CeDAC.
Sabato 19 dicembre, alle ore 20.00,
Yolanta Stanelite, soprano, Giuseppe
Nese, flauto, Gabriella Orlando, pianoforte, sempre al Teatro Electra, presenteranno lo spettacolo “Se tu lo vedi
gli dirai che l’amo”. Un “percorso sentimentale” dalle intense atmosfere,
dedicato alla musica vocale e strumentale che mette in risalto tutte le sfaccettature dell’amore. Composizioni
di grandi autori legate dal “filo sottile ed invisibile” delle emozioni, dei
ricordi e delle passioni.
Contestualmente, presso il foyer
del teatro, verrà allestita la mostra di
ecodesign “Suoni del riciclo”. A cura
dell’Associazione dallamente&dallemani, Sviluppo locale sostenibile.
Domenica 20 dicembre, alle ore
20.00, il Teatro Electra accoglierà gli
allievi del corso di bandoneon e del
corso di interpretazione stilistica nel
Tango del Conservatorio di Musica
G.P. da Palestrina di Cagliari, della
classe del maestro Fabio Furia. Un
importante momento di crescita e di
confronto per gli allievi, ai quali spesso, nel corso dell’anno accademico,
non sono riservati spazi sufficienti per
poter saggiare le proprie abilità e la
efficacia del proprio studio davanti ad
una platea di spettatori, in una vera sala
da concerto. Una preziosa occasione
di approfondimento didattico sul campo. L’evento è realizzato in collaborazione con il Conservatorio di Musica
G.P. da Palestrina di Cagliari.
Mercoledì 23 dicembre, alle ore
19.00, sarà il Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta ad ospitare il
penultimo appuntamento della rassegna, “Promenade a Paris”, con Angelica Perra (flauto) e Raoul Moretti
(arpa). Una passeggiata tra i profumi
di una Parigi irriverente, dove l’impressionismo si fonde con il romanticismo, dando vita ai più pregiati capolavori musicali del primo ‘900, dedicati alla formazione flauto ed arpa.
Il programma rappresenta un unicum,
dal quale emerge nitidamente lo stile
francese in tutte le sue sfumature impressioniste, tardo-romantiche, neoclassiche, folkloristiche, dai preludi alle habanere, dalle danze alle pavane.
A seguire si terrà una degustazione
enogastronomica. L’evento è realizzato in collaborazione con la Fondazione
MACC e la Cantina di Calasetta.
Gli appuntamenti musicali si concluderanno domenica 27 dicembre,
alle ore 20.00, al Teatro Electra di
Iglesias con lo spettacolo “Un flauto
all’opera”, interpretato dal duo formato da Alessandro Crosta, flauto e
Nadia Testa, pianoforte. Un mélange
di suoni e di colori tratto dalle più celebri melodie delle più note opere liriche, appositamente rivisitate in chiave moderna, per la formazione flauto
e pianoforte. Da “La Traviata” e di
G. Verdi alla “Carmen” di G. Bizet,
un piacevole repertorio poliedrico,
capace di soddisfare tutti i gusti musicali ed il pubblico più esigente.
Un calendario di eventi poliedrico,
vario e coinvolgente, capace di soddisfare tutti i gusti musicali ed il pubblico più esigente, che affianca alla
musica anche altri comparti culturali,
favorendo, così, momenti di incontro
collettivo all’insegna della cultura.
Si arricchisce il ventaglio degli artisti della Rassegna 12x12
D
Inizio d’autunno in arte al Portico di Carbonia
con Ruggero Soru e Barbara Fioni Cappella
al 19 al 25 settembre, le
vignette satiriche dell’artista fumettista Ruggero Soru, hanno calcato
le scene della saletta del Portico di
Carbonia. “Canna pensante ha parlato” e tanti visitatori hanno “udito” ed apprezzato quel modo di
rappresentare ironicamente i problemi che tanto affliggono la nostra
società e che attanagliano la nostra
quotidianità. Matita saggia quella
di Ruggero, che delinea con puntualità, problematiche “serie”, corredandole di un non so che di pungente che fa arrivare il messaggio
forte e chiaro. Il titolo della mostra,
appunto “Canna pensante ha parlato”, si ispira ad un pensiero di Blaise Pascal, matematico, fisico, filosofo e teologo francese, che considera l’uomo «una canna pensante,
la più debole della natura, ma una
canna che pensa...» proprio come
il fumettista in questione, una vera
e propria “canna pensante” che, attraverso chiare immagini e poche
parole, smantella “argomenti seri”
per poi andare a ricomporli su un
foglio bianco. Politica e problemi
sociali trionfano tra le sue scelte,
Ruggero “parla” senza mai offendere, elegante e mai volgare... mostra
di essere una vera e propria “canna pensante”, dai proiettili che mirano dritti alla riflessione... nella
speranza di far sempre centro!
E nel “diramare” dai fumetti ci
ritroviamo subito a parlare di “Diram-azioni”, la personale di Barbara Fioni Cappella, l’artista che ha
esposto dal 3 all’11 ottobre. Una vera
e propria carica esplosiva per colori
e creatività quella che caratterizza
“la prof”, come la chiamano i suoi
alunni, che tanto hanno apprezzato
la sua mostra. Un’iniezione di positività traspare dalle sue opere che mettono in luce il suo amore per la madre
terra e i suoi elementi, che recepisce
come fondamentali Fuoco...Acqua...
Terra e Aria”, che danno vita all’acronimo “Fata”, da cui poi nasce l’opera “Ninna nanna terra” che l’ar-
tista immagina come fosse un abbraccio alla terra stanca, che necessita di
essere accudita e coccolata. Barbara, romana per nascita ma ormai da
sedici anni sarda d’adozione, ha fatto della sua passione il suo lavoro o
forse viceversa... la linea è talmente
sottile che non si capisce bene dove finisca l’uno e cominci l’altra...
capaci di “parlare” all’occhio curioso dell’osservatore, comunicandogli lo stato d’animo dell’artista
che fa dei colori i veri e unici protagonisti delle sue opere. Un uscire
dai canoni, il suo modo di essere,
che fa di Barbara Fioni Cappella
un’artista a tutto tondo, sempre in
cerca di nuove sfide, nuove sco-
Una vignetta satirica di Ruggero Soru proiettata alle elezioni 2016.
Tre opere di Barbara Fioni Cappella.
studia, studia e studia ancora, per
scoprire e “possedere” nuove conoscenze da donare ai suoi alunni...
lei che vive d’arte, di essa si ciba con
un’energia trascinante e contagiosa.
I colori fluttuano morbidi nelle sue
tele, tracciando movimenti di onde
perte e nuove sfaccettature dell’arte da esplorare, per poi far concretizzare dai suoi pennelli che, danzando, accendono di luce e colore
tele bianche, che altro non aspettano
se non un’anima che le renda vive.
Nadia Pische
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
CANALE 40
IN ONDA IL FUTURO
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I primi risultati negativi sono costati la panchina a Giampaolo Murru alla Monteponi e a Massimo Comparetti al Carloforte
Il Carbonia con 4 vittorie lancia la sfida alle grandi
Q
Nel girone A del campionato di Prima categoria la Fermassenti di Walter Poncellini guida la classifica e si candida per la Promozione.
uattro vittorie consecutive
lanciano il Carbonia al secondo posto dopo le prime sette giornate del girone A del campionato di Promozione
regionale. La squadra di Andrea Marongiu ha dimenticato in fretta la sconfitta di misura, immeritata per quel che
s’è visto in campo, subita nel derby
casalingo la Monteponi e, dopo la beffa subita a Senorbì, dov’è stata raggiunta sull’1 a 1 al 93’, ha cambiato
marcia risalendo la classifica fino a due
passi dalla vetta.
Andrea Marongiu è riuscito a dare rapidamente un’identità ad un organico profondamente rinnovato, costruito con alcuni elementi d’esperienza (Daniele Bove, Stefano Demontis, Marco Foti, Fabiano Todde e
Giancarlo Porcu) e i migliori giovani
del florido vivaio costruito negli ultimi
anni. La squadra ha acquisito consapevolezza del proprio potenziale e
l’affidabilità nasce da una difesa arcigna (5 reti subite in 7 partite) che valorizza quanto riesce a produrre l’attacco (9 reti). Tre delle quattro vittorie
U
consecutive sono maturate con un goal
di scarto (1 a 0 sulla capolista Orrolese, 2 a 1 sul campo del Siliqua e 1
a 0 sulla Tharros), la quarta con due
goal, sul campo del Sant’Elena.
scavalcato in testa alla classifica.
I primi risultati negativi seguiti alla vittoria di Carbonia, sono costati la
panchina della Monteponi al tecnico
Giampaolo Murru, entrato in contra-
Giancarlo Porcu (Carbonia) e Antonio Ferraro (Monteponi).
I biancoblù sono ora attesi ad una
prova di maturità sul campo dell’Arbus, in cerca di un riscatto dopo essere stato battuto 3 a 0 dall’Orrolese e
sto con il presidente Sandro Foti, e la
guida della squadra è stata affidata
ad Alessandro Cuccu. La reazione è
stata immediata, con due brillanti vit-
Una bella giornata di sole ha accompagnato il XVI Meeting
Una grande festa dell’atletica leggera
al “Città di Carbonia” in via Balilla
na bella giornata di sole
ha accompagnato il XVI
Meeting Città di Carbonia, svoltosi il 18 ottobre a Carbonia, nell’impianto polivalente intitolato al maestro Pinuccio Dettori. La cadetta Dalia
Kaddari (Tespiense Quartu) si è migliorata ancora sui 300 piani che
ha corso in 41”20. Sulla stessa distanza, tra i ragazzi, bella sfida tra
Enrico Loche (Atletica Dolianova),
primatista regionale dei 1.200 siepi,
record migliorato appena una settimana fa, e Roberto Calia (Sulcis
Carbonia): 39”34 contro 39”68.
Vittoria con il tempo di 13”23 per
Beatrice Porcu (Sulcis) negli 80
metri ad ostacoli. Tra le più giovani, in evidenza due “piccine” della
Tespiense Quartu: Michela Picci,
classe 2006, 3,40 metri nel salto in
lungo e Lucrezia Marchese, classe
2005, 7,83 nei 50 metri piani.
Le premiazioni degli atleti sono state effettuate dal sindaco, Giuseppe Casti, e dall’assessore dello
Sport, Fabio Desogus.
Tutti i i prini classificati.
100 metri Uomini
Lorenzo Mameli 1999 “Quelli
che l’atletica...” 11”58.
3.000 metri Uomini Over 35
Sergio Fulgheri 1958 “A.S.D.
Sulcis Atletica Carbonia” 11’07”14.
Salto in lungo/LJ Uomini
Christian Zucca 1996 “Atl. Pod.
San Gavino” 6,38 metri.
Peso/SP kg 7,26 Uomini
Luca Medda 1985 “Atl. Pod.
San Gavino” 9,35 metri.
Peso/SP kg 5 Allievi
Lorenzo Riva 1999 “AS Tespiense Quartu” 11,05 metri.
100 metri Donne
Daniela Lai 1979 “C.U.S. Cagliari” 12,69 metri.
3.000 metri Donne Over 35
Patrizia Bernardini 1972 A.S.D.
“Sulcis Atletica Carbonia” 12’24”39.
Salto in lungo/LJ Donne
Chiara Giovanna Nughedu 1997
“Pol. Olimpia Bolotana” 4,63 metri.
Peso/SP kg 4 Donne
Tamara Barin 1974 “A.S.D. Atletica Mineraria Carbona” 7,78 metri.
Peso/SP kg 3 Allieve
Daniela Marongiu 1998 “Atletica Iglesias” 6,49 metri.
300 piani Cadetti
Enrico Loche 2000 “G.S. Atl.
Dolianova” 39”34.
Salto in lungo/LJ Cadetti
Daniele Marangoni 2000 “ASD
Sulcis Atletica Carbonia” 5,86 metri.
Peso/SP kg 4 Cadetti
Christian Gammino 2001 “A.S.D.
Atletica Mineraria Carbonia” 7,98
metri.
Staffetta 4X100 Cadetti
Luca Serra - Roberto Calia - Nicola Putzulu - Daniele Marangoni
“A.S.D. Sulcis Atl. Carbonia” 48”84.
300 piani Cadette
Dalia Kaddari 2001 “AS Tespiense Quartu” 41”20.
L’arrivo della gara dei 100 metri.
80 Hs H 76 Cadette
Beatrice Porcu 2001 “A.S.D.
Sulcis Atletica Carbonia” 13”23.
Salto in lungo/LJ Cadette
Annakarin Sorbellini 2000 “S.G.
Amsicora” 4,21 metri.
Staffetta 4X100 Cadette
Moran Chirigu - Valentina Mei
Camilla Garau - Beatrice Porcu
“A.S.D. Sulcis Atl. Carbonia” 58”03.
60 piani Ragazzi
Nicola Abraham Piras 2002
“Nuova Atletica Sestu” 9”00.
Vortex Ragazzi
Elian Gnudi 2002 “S.G. Amsicora” 49,57 metri.
60 piani Ragazze
Federica Loi 2002 “Quelli che
l’atletica...” 8”90
Vortex Ragazze
Benedetta Abis 2003 “Pol. Libertas Campidano” 31,40 metri.
200 metri Esord. Maschile C
Riccardo Daga 2008 “Pol. Jolao Iglesias” 38"34.
300 piani Esord. Maschile B
Alessio Ullio 2006 “Atletica
Selargius” 52”51.
Salto in lungo/LJ Esordienti
Maschile C
Michele Samuel Deplano 2008
“Atletica Selargius” 3,00 metri.
Salto in lungo/LJ Esordienti
Maschile B
Gianmarco Musino 2006 “A.S.D.
Atl. Mineraria Carbonia” 3,40 metri.
50 metri Esordienti Maschile A
Daniel Chima Oguzie 2005
“Nuova Atletica Sestu” 7”87.
Vortex Esordienti Maschile A
Nicola Olla 2004 “Atletica Selargius” 32,35 metri.
200 metri Esord. Femminile C
Stefania Angius 2008 “AS Tespiense Quartu”.
300 piani Esord. Femminile B
Marta Paderi 2006 “Atletica Selargius” 55”03.
Salto in lungo/LJ Esordienti
Femminile C
Valeria Barlini 2008 “Atletica
Cortoghiana” 2,75 metri.
Salto in lungo/LJ Esordienti
Femminile B
Michela Picci 2006 “AS Tespiense Quartu” 3,40 metri.
50 metri Esord. Femminile A
Lucrezia Marchese 2005 “AS
Tespiense Quartu” 7”83.
torie: 1 a 0 a Elmas, sul campo della
Frassinetti, e travolgente 5 a 0 sulla
matricola Villacidrese, che ha subito a
Iglesias la terza sconfitta consecutiva
(è scesa dal primo al decimo posto).
subentrato all’esonerato Massimo
Comparetti, primo punto in assoluto
per quella di Gianni Maricca.
Nel girone A di Prima categoria,
la Fermassenti di Walter Poncellini ha
Marco Foti (Carbonia) e Claudio Di Meglio (Monteponi), entrambi ex.
è finito in parità il derby Carloforte - Atletico Narcao, 1 a 1, quarto pari stagionale per la squadra tabarchina, guidata da Roberto Santamaria,
P
perso i primi punti stagionali cedendo
in casa al Vecchio Borgo Sant’Elia, 1
a 2, ma resta capolista solitaria con un
punto in più ed una partita in meno
disputata rispetto alle prime inseguitrici Vecchio Borgo Sant’Elia e Villamassargia (1 a 1 a Domusnovas).
Cresce il Tratalias di Graziano
Milia che ha rifilato un tennistico 6 a 3
Walter Poncellini (Fermassenti).
alla vicecapolista Villasimius, mentre
l’Iglesias, piegato 3 a 0 sul campo della Ferrini, è ultima con un solo punto.
Giampaolo Cirronis
Partenza falsa della squadra sulcitana nel campionato di B1
La nuova Vba/Olimpia è ancora in costruzione
artenza falsa, per la VBA/Olimpia Sant’Antioco, nel
girone B del campionato di
B1 maschile di volley. Dopo il ko dell’esordio, 1 a 3 casalingo
con l’Edilfox Sol Caffè Grosseto,
e la sconfitta subita, sempre per 3
a 1, sul campo della Pol. Roma 7
Volley, la squadra di Adrian Pablo
Pasquali ha subito la terza sconfitta consecutiva, seconda casalinga,
con la Videx Grottazzolina, ancora con il punteggio di 3 set a 1 (2025, 25-19, 19-25, 21-25).
In casa biancoblù c’è grande delusione per un avvio di campionato così stentato che va al di là delle
attese per una squadra quasi interamente rinnovata rispetto alla passata stagione che pure l’aveva vista
in difficoltà all’inizio e poi protagonista di un’eccellente stagione che
alla fine la vide sfiorare l’accesso
ai play-off, sfumato solo all’ultima
giornata.
Il coach italo-argentino dovrà
lavorare tanto per ritrovare i giusti
equilibri ed il miglior rendimento.
Il girone è molto competitivo e non
ci sono “squadre materasso”. Ogni
partitasi sta rivelando una battaglia
e “rimettersi in carreggiata” non
sarà facile.
Sabato 7 novembre, alle 21.00,
I
la VBA/Olimpia giocherà sul campo della Pallavolo Massa, formazione che nelle prime tre giornate
ha incontrato due delle tre squadre
impostesi a Sant’Antioco: la Videx
Grottazzolina, vittoriosa nettamente all’esordio a Massa per 3 a
girone, l’esordiente Pallavolo Sarroch, ha iniziato la stagione con il piede sbagliato, collezionando tre sconfitte in tre giornate, in coda alla
classifica, ancora a digiuno di punti,
in compagnia della VBA/Olimpia.
Ha perso prima a Carpi, 3 a 0 (25-
Un time out della VBA/Olimpia nella partita d’esordio del campionato di B1.
0 (19-25, 15-25, 22-25), e l’Edilfox Sol Caffè, battuta per 3 a 1 a
Grosseto (22-25, 25-18 23-25, 2325). Nella terza giornata, ha perso
3 a 0 a Spoleto (28-26, 25-17, 3028).
Anche l’altra squadra sarda del
21, 25-19, 25-17), poi in casa con il
Niagara 4 Torri Ferrara, 1 a 3 (1925, 25-19, 20-25, 19-25) e ancora in
trasferta con la Medea Montalbano, 3 a 1 (23-25, 25-22 25-12, 2515). Sabato 7 novembre, alle 18.00,
ospiterà la Fanton Modena Est.
Una mozione trasversale per portare il Giro d’Italia in Sardegna
Le imprese di Fabio Aru esaltano l’Isola
Riformatori hanno presentato una mozione trasversale, condivisa da gran parte del Consiglio
regionale (primo firmatario il coordinatore regionale, Michele Cossa) che sarà discussa in Consiglio regionale, che impegna la Giunta regionale ad attivarsi concretamente presso gli organizzatori (principalmente la Gazzetta dello Sport) e le altre competenti sedi per riportare l’importante manifestazione sportiva internazionale in Sardegna, isola che ha dimostrato
grande interesse per il ciclismo tifando compatta per
Fabio Aru, ultimo vincitore della Vuelta spagnola.
È dal 2007 che il Giro d’Italia salta la Sardegna. «La
Sardegna - sostengono i Riformatori - deve dimostrare
di saper promuovere un’iniziativa ad alto impatto economico attraverso una solida e concreta collaborazione
tra istituzioni, visto che il Giro d’Italia rappresenta una
straordinaria occasione di promozione turistico-culturale internazionale, opportunità di crescita economica.»
Fabio Aru in maglia rosa al Giro d’Italia 2015.
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Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015
La Provincia del Sulcis Iglesiente
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