Con il cedro, e il lulav (la palma ,il mirto e il salice), ecco i simboli di

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Con il cedro, e il lulav (la palma ,il mirto e il salice), ecco i simboli di
Con il cedro, e il lulav, il mazzetto con la palma ,il mirto e il salice…
ecco i simboli di Sukkot!
I cristiani la conoscono come “festa dei tabernacoli”, di cui si parla nel cap. 7 del Vangelo
di Giovanni, in un brano aspro e di non agevole comprensione, almeno per i non
specialisti.
Comunque Gesù, che all’inizio recalcitra perché “non è la sua ora”, alla fine vi partecipa,
benché criticamente. Questo mi fa pensare che ci fosse in gioco qualcosa di molto
importante, se non per Gesù, almeno per la sua comunità e per l’estensore del vangelo.
Il tema della tenda, della dimora è sicuramente centrale; nella lettura cristologica della
Scrittura, la “tenda di D.o tra gli uomini “( di cui si parla soprattutto nell’ Avvento,
citando i profeti :“questa è la mia dimora in eterno, io vi abiterò perchè l’ho amata”) è
Gesù stesso come Cristo/Messia.
E’ in gioco quindi la tristemente famosa, e si spera superata, “teoria della sostituzione”; e
anche il tema della missione di Gesù non solo alla casa di Israele, ma ai pagani e a tutte le
genti (“…nella casa del Padre mio vi sono molte dimore”).
Nel brano evangelico si precisa che circa alla metà del tempo di festa (che dura 7/8 giorni),
Gesù entra nel Tempio e si mette a insegnare, e in un crescendo drammatico chiede conto
ai suoi fratelli e correligionari (Gesù era ebreo!), della loro intenzione di ucciderlo; poi si
dice ancora che al culmine della festa dichiara con la Scrittura :”Chi ha sete venga a me e
beva e a chi crede in me sgorgheranno dal seno fiumi di acqua viva”.
L’accenno all’acqua non è peregrino, perché, considerando l’origine agricola di questa
festa, come della maggior parte delle antiche festività, tra le tante letture e preghiere
previste, ve n’è anche una per la pioggia e se non ricordo male è citato anche questo passo.
Sicuramente si legge il Salmo 42:” Come una cerva anela i corsi d’acqua..”
Gesù avrà molto probabilmente pregato questo Salmo.
La festa conclude le tre importanti feste del pellegrinaggio, Pesach (La liberazione)
Shavuot (il dono della Torah)) e appunto Sukkot , quando il cammino, dopo il lungo
vagare nel deserto (vagare errando, errare, peccare, pentirsi, digiunare, tornare a D.o)) è
ormai al termine, come l’anno agricolo e si raccolgono i frutti.
Si aprono i cancelli e si è ammessi nella terra promessa, si è accolti nella redenzione. Non
entrano solo gli stretti appartenenti al popolo di Israele, quelli che hanno osservato il
digiuno e il pentimento di Kippur, ma chiunque bussi, con cuore pentito.
Questa accoglienza misericordiosa fa parte del patrimonio spirituale ebraico e Gesù
probabilmente si scaglia proprio contro coloro che l’avrebbero snaturata, costringendo
l’amore in regole fine a se stesse.
Ma anche il Cristianesimo ha fatto questo e tutti i messaggi alti corrono questo rischio,
essendo interpretati da poveri uomini.
Gesù aiuta a ritrovare il messaggio autentico del D.o di Israele, è il massimo esegeta ed
ermeneuta della Scrittura, del Primo Testamento.
Egli è il Secondo Testamento (diateke,patto) vivente, non solo finchè è vissuto nella sua
carne umana, ma, per i credenti cristiani, sempre vivente come Risorto.
Il Testamento scritto vero e proprio è il primo; il secondo ne è l’ermeneutica viva,
incarnata e il suo racconto.
Ogni cristiano dovrebbe, a mio avviso, rileggere il Primo Testamento, non tramite libri, ma
per mezzo di un’ immersione spirituale, di una partecipazione che tenga presente quella
chiave di lettura che Gesù, l’ebreo Gesù, ci ha fornito.
Opporsi a qualunque idolatria, onorare l’unico D.o, come Signore della nostra vita, vivere
da santi, a immagine e somiglianza del Santo,onorare chi ci ha dato la vita, non uccidere,
non rubare, non tradire la fiducia, onorare gli amici di D.o.; rispettare e amare lo straniero.
E’ proprio scritto (Isaia, 56), che sia l’eunuco sia il figlio dello straniero, non saranno
considerati né, il primo, un albero secco né, il secondo, un estraneo.
Verrà anzi dato loro un nome eterno e la Casa di D.o sarà “Casa di preghiera tutti i popoli”.
Quando Gesù rovescia i banchi dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombi presso
il Tempio, cita appunto, Isaia:”La mia casa è una casa di preghiera, ma voi ne avete fatto
una spelonca di ladri”.
E così, una volta scacciati gli affaristi, il Tempio si può aprire ai ciechi, agli storpi, agli
zoppi “ ed Egli li guarì”.
Perché era stato inviato per questo;quando, in un passaggio emozionante, si
alza, nella sinagoga di Nazaret e apre il libro sul passo di Isaia, leggerà:
” Lo Spirito del Signore è sopra di me; perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha
mandato ad annunziare la liberazione ai prigionieri, e ai ciechi il recupero delle vista; a
rimettere in libertà gli oppressi e a proclamare l’anno di grazia del Signore” .
Riflessione di Adelina Bartolomei