Controllo nonlineare di hard disk con doppio attuatore
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Controllo nonlineare di hard disk con doppio attuatore
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA FACOLTÀ DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA DELL’AUTOMAZIONE A.A. 2006/2007 Tesi di Laurea CONTROLLO NON LINEARE DI HARD DISK CON DOPPIO ATTUATORE RELATORE CANDIDATO Prof. Luca ZACCARIAN Giacomo PERANTONI CORRELATORI I. MAREELS T. SUTHASUN dedicata a mio padre Indice Ringraziamenti 1 Introduzione 2 1 Cenni sugli Hard Disk Drives 5 1.1 Prestazioni e limiti di un Hard Disk . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 1.1.1 Capacità di archiviazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 1.1.2 Tempo di accesso ai dati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 1.1.3 Velocità di trasferimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 1.2 Obiettivi della ricerca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 1.3 Soluzione di Hard Disk a doppio attuatore. . . . . . . . . . . . . . . . 8 1.3.1 Attuatore primario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 1.3.2 Attuatore secondario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 2 Modellazione di un sistema HDD DSA 12 2.1 Identificazione nel dominio della frequenza . . . . . . . . . . . . . . . 12 2.2 Sistema sperimentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 2.3 Identificazione del sistema . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 2.3.1 Attuatore VCM . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 2.3.2 Attuatore PZT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 INDICE I INDICE 2.4 Saturazioni in ingresso agli attuatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 2.4.1 VCM . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 2.4.2 PZT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 3 Progetto di un sistema di controllo 3.1 21 Generalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 3.1.1 Approccio MIMO o SISO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 3.1.2 Progetto indipendente per i due attuatori . . . . . . . . . . . . 23 3.1.3 Calcolo del segnale di feedback (/feedforward) . . . . . . . . . 24 3.1.4 Scelta della frequenza di campionamento . . . . . . . . . . . . 25 Sistema di controllo in retroazione lineare . . . . . . . . . . . . . . . . 25 3.2.1 Controllore in retroazione dallo stato stimato . . . . . . . . . 25 3.2.2 Osservatore dello stato del VCM . . . . . . . . . . . . . . . . 27 3.2.3 Ricerca dei guadagni del controllore e dell’osservatore . . . . . 28 3.2.4 Controllore in Open-Loop virtuale del PZT . . . . . . . . . . . 29 3.3 Schema completo del sistema di controllo . . . . . . . . . . . . . . . . 30 3.4 Considerazioni sul controllore progettato . . . . . . . . . . . . . . . . 30 3.4.1 31 3.2 Fenomeni di saturazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 Controllo NL di doppio integratore saturato 4.1 4.2 4.3 INDICE 33 Anti-windup . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 4.1.1 Anti-windup non lineare applicato a sistemi di Eulero-Lagrange 36 4.1.2 Applicazione al doppio integratore . . . . . . . . . . . . . . . . 37 CNF . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 4.2.1 Applicazione al doppio integratore . . . . . . . . . . . . . . . . 40 Quasi bang bang . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 II INDICE 4.4 4.3.1 Applicazione al doppio integratore . . . . . . . . . . . . . . . . 47 4.3.2 Implementazione della legge di controllo . . . . . . . . . . . . 48 4.3.3 Riscalamento della legge di controllo . . . . . . . . . . . . . . 48 Metodi a confronto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51 5 Risultati 54 5.1 Adattamento della legge di controllo al VCM . . . . . . . . . . . . . . 54 5.2 Simulazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56 5.3 Possibili miglioramenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60 6 Conclusioni e sviluppi futuri 63 Bibliografia 65 INDICE III Ringraziamenti Per la stesura di questa tesi i miei ringraziamenti vanno a: Mareels e Suthasun, correlatori di questa tesi; i professori del mio corso universitario per la loro disponibilità e la capacità di semplificare tutti i problemi che si sono presentati durante i miei studi; i compagni di corso che mi hanno permesso di vivere piacevomente il tempo trascorso all’università; la mia famiglia per aver sostenuto le spese della mia istruzione; i Blink 182 e i Sum 41 per essere stati la colonna sonora della mia concentrazione; gli amici e i parenti che mi sono vicini. Un particolare ringraziamento al Prof. Luca Zaccarian, relatore di questa tesi, che è stato sempre presente quando ne ho avuto bisogno e in molte occasioni ha reso il mio lavoro più gradevole e appagante. Introduzione 1 Introduzione La tecnologia informatica dalla nascita dei primi calcolatori ad oggi si è diffusa in modo capillare praticamente in ogni settore dell’attività umana. Ricerca scientifica, intrattenimento, attività didattica, e altri ancora sono i campi in cui l’informatica fornisce un grosso supporto all’uomo, aumentandone la produttività e l’efficienza. Purtroppo (o per fortuna) le risorse tecnologiche informatiche disponibili sono spesso sfruttate al massimo delle prestazioni. Per questo è sempre presente la domanda di nuove tecnologie, alla quale i produttori di dispositivi informatici cercano di rispondere attraverso un’intensa attività di ricerca e sviluppo. Finora l’evoluzione dell’hardware è avvenuta per lo più in parallelo alla capacità di ridurre le dimensioni dei componenti, ma adesso si è arrivati ad un livello di riduzione tale da doversi misurare con i limiti fisici dei materiali utilizzati. Un esempio importante riguarda lo sviluppo delle CPU, che non potendo più essere migliorate facilmente riducendo le dimensioni dei transistor, sono ormai orientate all’aumento del numero di microprocessori (core) presenti in ogni singola unità CPU. Insieme alla velocità di calcolo, si richiede un aumento della capacità di archiviazione e recupero dei dati. Le unità di archiviazione di dati per eccellenza sono ancora gli Hard Disk magnetici (HDD). Tali supporti, rispetto ai supporti ottici o rimovibili, permettono di raggiungere maggiori velocità di trasferimento dei dati e di disporre di una maggiore capacità. Gli HDD magnetici si sono evoluti molto rapidamente fino ad arrivare alla realizzazione attuale. La prossima frontiera di svilluppo Introduzione 2 Introduzione è rivolta all’aumento del numero di attuatori che controllano la movimentazione dei componenti dinamici degli Hard Disk. Il lavoro descritto in questo documento è dedicato all’analisi e allo studio della possibilità di aumentare la prestazioni di un Hard Disk con testine controllate da due attuatori separati, ognuno dei quali dotato di caratteristiche dinamiche e strutturali differenti. La prospettiva è quella di compensare le carenze di ogni attuatore servendosi delle proprietà dell’altro. A questo proposito è necessario progettare dei sistemi di controllo differenti da quelli usati in precedenza che permettano di sfruttare al meglio le proprietà peculiari del sistema di cui si dispone. Sono già stati effettuati degli studi e sviluppate delle teorie che si adattino facilmente al problema presentato. Comunque in questo campo la ricerca è ancora aperta a nuove soluzioni che possano contribuire allo sviluppo della tecnologia. La tesi è strutturata come segue: nel Capitolo 1 si da una breve descrizione dei dispositivi HDD e dei relativi parametri prestazionali, con particolare attenzione alle necessità dello sviluppo e alle possibili soluzioni realizzative; nel Capitolo 2 vengono illustrate le fasi di identificazione di un sistema HDD a doppio attuatore, si ricava un modello per ognuno dei due attuatori e uno schema completo del modello ricavato per l’impianto; nel Capitolo 3 si descrive la procedura di progetto di un sistema di controllo in retroazione lineare per il sistema Hard Disk con doppio attuatore e si chiariscono le modalità con cui si producono i segnali in ingresso e in uscita dai controllori; nel Capitolo 4 si analizzano diverse tecniche di controllo non lineare in retroazione al fine di migliorare le prestazioni di un sistema a doppio integratore con saturazione e vengono confrontati i risultati ottenuti dall’applicazione di ogni metodo; nel Capitolo Introduzione 3 Introduzione 5 si mostrano i risultati del lavoro descritto, adattando il nuovo controllore non lineare al sistema Hard Disk DSA modellato. Introduzione 4 Capitolo 1 Cenni sugli Hard Disk Drives In questo capitolo verrà effettuata una breve descrizione dei dispositivi HDD e dei relativi parametri prestazionali. Si darà particolare attenzione alle necessità dello sviluppo e alle possibili soluzioni realizzative. Sarà accennata la dinamica di funzionamento di un microattuatore piezoelettrico per il comando di testine di Hard Disk. Un Hard Disk è un dispositivo fisico che permette l’archiviazione di dati in modo permanente. I dati da archiviare vengono registrati su tracce magnetiche disposte concentricamente su un disco di vetro o alluminio rivestito di materiale ferromagnetico. Un Hard Disk in genere contiene più di un disco, e per ogni disco due (una per ogni lato del disco) o più testine mobili collocate in prossimità 1 della superficie del disco, attraverso le quali si può effettuare la lettura o la scrittura dei dati. In Figura 1.1 è rappresentato un generico modello di Hard Disk commerciale. 1.1 Prestazioni e limiti di un Hard Disk Le caratteristiche più rilevanti di un Hard Disk sono la sua capacità, il tempo di accesso ai dati, e la velocità di trasferimento. 1 Ordine dei centesimi di nanometro. 5 Cap. 1 Cenni sugli Hard Disk Drives 1.1.1 §1.1 Prestazioni e limiti di un Hard Disk Capacità di archiviazione I dati sono memorizzati sulla superficie di ogni disco seguendo una logica secondo la quale si può suddividere il disco in tracce concentriche equidistanziate e in settori, cioè spicchi di disco ognuno ricoprente un arco di circonferenza di pari dimensioni. La capacità di archiviazione dei dati dell’Hard Disk è quindi direttamente dipendente dal numero di settori e dal numero di tracce che si possono distinguere su ogni singolo disco. 1.1.2 Tempo di accesso ai dati Lo spostamento fra le tracce è effettuato utilizzando uno o più attuatori che hanno la funzione di avvicinare o allontanare la testina dall’asse di rotazione del disco. Dalla velocità con cui si riesce a muovere la testina da una traccia ad un’altra dipende il tempo di accesso ai dati. Quanto più la testina è veloce, tanto minore è il tempo che si deve attendere prima che si possano iniziare a leggere o scrivere i dati su una nuova traccia. 1.1.3 Velocità di trasferimento Per passare da un settore a un altro si fa ruotare l’intero disco tramite un motore elettrico che controlla la rotazione dei dischi e che permette di raggiungere velocità di rotazione di oltre 10.000 giri al minuto. La velocità di trasferimento di un Hard Disk è la velocità massima con cui si riescono a leggere o scrivere i dati su disco e aumenta proporzionalmente al numero di settori in cui è diviso il disco e alla velocità di rotazione. Generalmente il valore reale della velocità di trasferimento dei dati è inferiore alla velocità di trasferimento teorica perché questa velocità è fortemente limitata dal 6 Cap. 1 Cenni sugli Hard Disk Drives §1.1 Prestazioni e limiti di un Hard Disk tempo di accesso. Per trasferire dati su tracce diverse è necessario almeno un tempo relativo alla velocità di trasferimento più tutti i tempi di accesso che intercorrono nello spostamento della testina tra le tracce. Quindi il tempo di accesso rappresenta un punto cruciale nello sviluppo degli Hard Disk in particolare laddove si richiede un aumento della velocità di trasferimento utile. Figura 1.1: Esempio di Hard Disk commerciale. 7 Cap. 1 Cenni sugli Hard Disk Drives 1.2 §1.2 Obiettivi della ricerca Obiettivi della ricerca La progettazione di nuovi Hard Disk deve tenere conto della crescente richiesta di un aumento della capacità e delle prestazioni dei dispositivi di archiviazione. Nei nuovi modelli di Hard Disk si cerca di aumentare la capacità incrementando il numero di dischi o anche il numero di tracce e settori su ogni disco. La necessità di mantenere una dimensione standard dei dispositivi fa sı̀ che all’aumento della quantità di tracce consegua una riduzione della dimensione di ogni traccia di dati. Per posizionare la testina su una traccia di dimensioni ridotte si deve disporre di un attuatore più preciso e meno sensibile ai disturbi che possono provocare uno spostamento della testina dal centro della traccia richiesta. Un altro obiettivo fondamentale per i costruttori di Hard Disk è ridurre il tempo di accesso ai dati. È desiderabile che lo spostamento della testina da una traccia ad un’altra avvenga in un periodo di tempo più breve. Si deve quindi aumentare la velocità di movimentazione della testina. Una soluzione a tale scopo è di modificare l’attuatore che controlla il movimento della testina rendendolo più veloce. Modificare il sistema di movimentazione della testina può quindi risultare utile sia per accrescere la capacità di archiviazione che per aumentare la velocità di trasferimento utile dei dati. 1.3 1.3.1 Soluzione di Hard Disk a doppio attuatore. Attuatore primario Sarebbe molto difficile andare incontro alla domanda di alta densità delle tracce con un servocontrollore per la posizione della testina di lettura/scrittura utilizzando un convenzionale attuatore singolo. Questi attuatori, tipicamente Voice Coil Motors 8 Cap. 1 Cenni sugli Hard Disk Drives §1.3 Soluzione di Hard Disk a doppio attuatore. (VCM), hanno una grande inerzia che limita la reattività e quindi la velocità raggiungibile dal servomeccanismo. La situazione è inoltre aggravata dalla presenza di modi meccanici poco smorzati. Le testine di lettura/scrittura sono attaccate alla punta di una sospensione, un sottile raggio fatto di acciaio inossidabile montato sul braccio dell’attuatore. I modi risonanti poco smorzati sono dovuti a queste sospensioni e al loro accoppiamento con il supporto della testina e il braccio dell’attuatore. Le frequenze di questi modi si trovano alla frequenza di pochi kHz. Proprio questo tipo di costruzione dell’attuatore singolo rende difficile ottenere una larghezza di banda di 1 kHz o maggiore per il servomeccanismo. Per ottenere il tempo di accesso medio desiderato per Hard Disk ad alta densità è necessaria una larghezza di banda maggiore di 1 kHz. Questa limitazione può essere superata utilizzando un servomeccanismo a doppio attuatore. 1.3.2 Attuatore secondario Un secondo attuatore a bassa inerzia è montato sul più lento attuatore VCM ottenendo un Dual-Stage Actuator (DSA). L’attuatore secondario può spostare la testina di lettura/scrittura più rapidamente e quindi aiuta a incrementare la velocità complessiva. Possono essere considerati differenti approcci per implementare il secondo stadio di attuazione nei dispositivi Hard Disk. Un approccio è usare una struttura microelettromeccanica (MEMS) sul supporto della testina come descritto in [1]. In questo modo si posiziona l’attuatore molto vicino al punto di controllo (in questo caso la testina) rendendo questa la soluzione più efficiente. Il secondo approccio, presentato in [2], sfruttando la fisica delle deformazioni piezoelettriche, usa un trasduttore piezoelettrico in lega Lead-Zirconium-Titanate (PZT) fabbricato come parte integrante 9 Cap. 1 Cenni sugli Hard Disk Drives §1.3 Soluzione di Hard Disk a doppio attuatore. della sospensione. L’attuatore secondario in questo caso è posizionato più lontano dal punto di controllo in confronto allo stadio secondario MEMS. Questa separazione tra l’attuatore PZT e la testina è paragonabile ad una amplificazione meccanica. Un piccolo movimento del PZT può produrre spostamenti relativamente ampi della punta della sospensione e quindi della testina di lettura/scrittura. Il micro-attuatore PZT sembra offrire una soluzione più adeguata per l’attuazione secondaria. La minore attrattiva degli attuatori MEMS è attribuita a due fattori: mostrano modi torsionali a frequenze molto più basse di quelle dei modi risonanti degli attuatori piezoelettrici ed è poco realizzabile una produzione in massa di attuatori MEMS. Microattuatore PZT Per l’applicazione nei servomeccanismi per il posizionamento delle testine degli Hard Disk, il micro-attuatore piezoelettrico è fabbricato come parte integrante della sospensione. Benché la lunghezza della sospensione provveda all’amplificazione meccanica, la flessibilità della stessa ha un effetto deteriorante sulle caratteristiche dinamiche del micro-attuatore che si manifesta sotto forma di vibrazioni strutturali. L’attuatore secondario ha un raggio di movimento molto limitato, tipicamente meno di qualche micrometro. Perciò, l’attuatore primario è ancora richiesto per effettuare spostamenti di maggiore ampiezza. L’ampiezza di banda ottenuta utilizzando il micro-attuatore è maggiore rispetto a quella del singolo attuatore primario. Dunque, il sistema a doppio attuatore fornisce una soluzione per implementare un servomeccanismo con risposta in banda sufficientemente ampia e ancora capace di movimenti a lungo raggio. Lo spostamento del supporto della testina di lettura/scrittura è l’effetto combinato dell’azione di entrambi gli attuatori primario e secondario. Nel modello DSA con 10 Cap. 1 Cenni sugli Hard Disk Drives §1.3 Soluzione di Hard Disk a doppio attuatore. micro-attuatore disegnato per l’applicazione negli Hard Disk non è possibile misurare lo spostamento relativo tra i due attuatori. In altre parole il DSA è un sistema Dual-Input-Single-Output (DISO). Una misura diretta dello spostamento del microattuatore sarebbe vantaggiosa per il progetto indipendente dei controllori per il sistema Dual-Input-Dual-Output (DIDO). La progettazione e l’analisi qui effettuata si riferisce a un modello DISO. PZT anulare rotativo Un tipo di attuatore PZT è l’anulare rotativo, di cui è data una schematizzazione in Figura 1.2. La base dell’attuatore è fissa ed è collegata all’estremità libera tramite un elemento piezoelettrico anulare. Gli elettrodi sono applicati alle superfici dell’anello. L’elemento piezoelettrico anulare è polarizzato nella direzione dello spessore. Il comando in tensione agisce sull’elemento piezoelettrico in modo da contrarre o espandere le parti che lo compongono e generare un movimento rotatorio relativo tra estremità mobile e estremità fissa. Tale movimento rotatorio avviene nel piano su cui giace l’anello. Figura 1.2: Schema di un attuatore PZT anulare rotativo. 11 Capitolo 2 Modellazione di un sistema HDD DSA In questo capitolo verranno illustrate le fasi di identificazione del sistema HDD a doppio attuatore effettuato in [11]. Si ricaverà un modello per ognuno dei due attuatori riportando le rispettive saturazioni in ingresso valutate. Infine si fornirà uno schema completo del modello ricavato per l’impianto. Il lavoro qui effettuato è collocato nell’ambito di una collaborazione con gli autori di [11], correlatori di questa tesi. 2.1 Identificazione nel dominio della frequenza Per realizzare un modello dell’impianto è stato utilizzato in [11] il metodo di identificazione nel dominio della frequenza. I dati della risposta in frequenza si possono ottenere facilmente applicando in ingresso al sistema un segnale sinusoidale e raccogliendo le misure ingresso-uscita sullo spettro di frequenze desiderato. Il rapporto segnale-rumore può essere minimizzato facendo una media su lunghi periodi in modo da assicurare l’alta fedeltà della misura. Un modello della funzione di trasferimento è stato identificato utilizzando il metodo non lineare dei minimi quadrati che minimizza la funzione di errore 2 N X B (jωk ) − G (ω ) k A (jωk ) (2.1.1) k=1 12 Cap. 2 Modellazione di un sistema HDD DSA §2.2 Sistema sperimentale dove B(s)/A(s) e G(ωk ) sono rispettivamente la funzione di trasferimento identificata per l’impianto e la risposta in frequenza misurata a N frequenze differenti. I gradi dei polinomi A(s) e B(s) sono scelti in modo da garantire una buona corrispondenza nel raggio delle frequenze di interesse. 2.2 Sistema sperimentale Gli esperimenti, sia per l’identificazione che per l’implementazione del controllore riportati in [11] sono stati effettuati su un sistema sperimentale costituito da un Polytec LDV (OFN- 3001), analizzatore di spettro Stanford (SRT 785), un modulo piezoamplificatore (EPA 104), e un driver VCM. La copertura superiore del HDD è stata rimossa per permettere al raggio laser del LDV di raggiungere il braccio scorrevole. L’analizzatore di spettro genera il segnale di eccitazione per gli esperimenti di identificazione. Il segnale di eccitazione e lo spostamento misurato dal LDV sono inviati ai due canali in ingresso all’analizzatore. L’analizzatore produce i dati relativi alla risposta in frequenza che sono salvati per essere in seguito processati dal toolbox di frequency domain identification di MATLABT M . 2.3 2.3.1 Identificazione del sistema Attuatore VCM Gli esperimenti di identificazione del VCM sono stati effettuati separatamente dagli esperimenti di identificazione del PZT. La risposta dell’attuatore primario, riportata in Figura 2.1 e 2.2, è stata calcolata per un raggio di frequenze da 100 Hz a 8 kHz. Durante lo stadio di misurazione l’input del PZT è stato impostato a zero per assicurare 13 Cap. 2 Modellazione di un sistema HDD DSA §2.3 Identificazione del sistema che l’attuatore secondario non fosse eccitato e non andasse a modificare la risposta in frequenza calcolata per il VCM. La risposta del voice coil motor, con l’attuatore piezo-elettrio bloccato, può essere modellata come un doppio integratore più diversi modi risonanti ad alte frequenze leggermente smorzati. L’approssimazione del doppio integratore è valida per il raggio di frequenze fino a circa 1 kHz, con la principale risonanza che appare intorno ai 3 kHz. Il modello identificato dell’attuatore VCM è Gv (s) = Kv Hd1 (s) Hd2 (s) Hd3 (s) . s2 (2.3.1) La dinamica del corpo rigido dell’attuatore VCM è descritta dal doppio integratore Kv /s2 . Le funzioni di trasferimento Hd1 (s), Hd2 (s) e Hd3 (s) rappresentano le dinamiche di tre coppie di poli e zeri dominanti chiaramente visibili nella risposta in frequenza misurata. Queste funzioni di trasferimento sono: Hd1 (s) = 2 ωvp1 2 s2 + 2ξvp1 ωvp1 s + ωvp1 (2.3.2) Hd2 (s) = 2 s2 + 2ξvz1 ωvz1 s + ωvz1 2 ωvz1 (2.3.3) Hd3 (s) = 2 ωvp2 . 2 s2 + 2ξvp2 ωvp2 s + ωvp2 (2.3.4) I parametri del modello identificato sono mostrati in Tabella 2.1. Per la progettazione del controllore per il VCM, si considera solo il modello a doppio integratore, mentre per le simulazioni del sistema a ciclo chiuso e studi di valutazione è usato il modello dell’impianto dato dall’Equazione (2.3.1). 14 Cap. 2 Modellazione di un sistema HDD DSA §2.3 Identificazione del sistema Figura 2.1: Risposta in frequenza (modulo) dell’attuatore VCM. Figura 2.2: Risposta in frequenza (fase) dell’attuatore VCM. 15 Cap. 2 Modellazione di un sistema HDD DSA 2.3.2 §2.3 Identificazione del sistema Attuatore PZT Gli esperimenti di identificazione del PZT sono stati effettuati separatamente dagli esperimenti di identificazione del VCM. La risposta dell’attuatore sencondario, riportata in Figura 2.3 e 2.4, è stata calcolata per un raggio di frequenze da 100 Hz a 20 kHz. Durante queste misure l’input del VCM è stato impostato a una corrente costante per vincere l’effetto della forza di bias esercitata sull’attuatore VCM dal collegamento flessibile dovuta agli spostamenti che verrebbero provocati sul VCM dal movimento del PZT. La risposta del micro-attuatore mostra un guadagno costante per un ampio spettro di frequenze, e un comportamento risonante lievemente smorzato a frequenze più alte. Il modello identificato dell’attuatore PZT è Gm (s) = 2 Km ωmp1 2 s2 + 2ξmp1 ωmp1 s + ωmp1 2 2 ωmp2 (s2 + 2ξmz1 ωmz1 s + ωmz1 ) . 2 2 2 ωmz1 s + 2ξmp2 ωmp2 s + ωmp2 (2.3.5) I parametri del modello contenente due coppie di poli leggermente smorzati e una coppia di zeri leggermente smorzati, stimati dai dati della risposta in frequenza, sono mostrati nella Tabella 2.2. Il modello è ragionevolmente accurato e affidabile fino a circa 15 kHz. 16 Cap. 2 Modellazione di un sistema HDD DSA §2.3 Identificazione del sistema Figura 2.3: Risposta in frequenza (modulo) dell’attuatore PZT. Figura 2.4: Risposta in frequenza (fase) dell’attuatore PZT. 17 Cap. 2 Modellazione di un sistema HDD DSA §2.3 Identificazione del sistema Parametro Simbolo Valore Accelerazione costante Frequenza del primo polo Frequenza del secondo polo Frequenza del primo zero Smorzamento del primo polo Smorzamento del secondo polo Smorzamento del primo zero Kv ωvp1 ωvp2 ωvz1 ξvp1 ξvp2 ξvz1 3 × 10−7 Hz−2 18850 rad/s 34840 rad/s 24540 rad/s 0.03 0.014 0.02 Tabella 2.1: Parametri identificati per l’attuatore VCM. Parametro Simbolo Valore Accelerazione costante Frequenza del primo polo Frequenza del secondo polo Frequenza del primo zero Smorzamento del primo polo Smorzamento del secondo polo Smorzamento del primo zero Km ωmp1 ωmp2 ωmz1 ξmp1 ξmp2 ξmz1 0.25 Hz−2 35180 rad/s 56550 rad/s 41220 rad/s 0.010 0.065 0.055 Tabella 2.2: Parametri identificati per l’attuatore PZT. 18 Cap. 2 Modellazione di un sistema HDD DSA 2.4 §2.4 Saturazioni in ingresso agli attuatori Saturazioni in ingresso agli attuatori Il sistema reale del HDD DSA costituito dall’insieme dei due attuatori è soggetto a fenomeni di non linearità. Il modello deve essere completato inserendo delle saturazioni sui segnali in ingresso al VCM e al PZT. 2.4.1 VCM Il VCM è un motore molto resistente, e benché esista un limite di tensione e di potenza, tale limite risulta difficilmente un problema. Sopraggiungono altri effetti indesiderati prima che si raggiunga il limite di tensione, che è un limite dell’isolamento, o il limite di potenza, che è essenzialmente un limite della batteria o dell’alimentazione. Si può considerare il VCM come una sorgente di coppia. La tensione di controllo è proporzionale alla coppia su un raggio d’azione molto ampio. Si possono verificare delle non linearità sulla caratteristica di coppia a causa delle proprietà dei materiali, anche se normalmente non si portano i materiali del VCM in prossimità di saturazione. In caso di VCM costruiti con materiali magneticamente duri si può anche avere il fenomeno dell’isteresi. Tutti questi effetti sono normalmente presi in considerazione dal circuito del drive. In risultato ci si può aspettare un limite di ampiezza, e dell’elettronica che compensi le non linearità. Ai fini di modellazione e controllo, un modello lineare con saturazione all’ingresso è sufficiente. È ragionevole assumere un limite di saturazione di −5V / + 5V sull’ingresso del VCM. 19 Cap. 2 Modellazione di un sistema HDD DSA 2.4.2 §2.4 Saturazioni in ingresso agli attuatori PZT I margini di utilizzazione dell’attuatore PZT sono dettati dai limiti fisici di allungamento dei materiali piezoelettrici. Considerando il PZT come una costante di proporzionalità tra ingresso, dato in V, e uscita, in µm, si possono definire i limiti in ingresso considerando le massime escursioni che si hanno in uscita restando in tale rapporto di proporzionalità. Per l’ingresso del PZT si considera un limite di saturazione di −1.8V / + 1.8V . Osservazione 2.4.1. La risposta in frequenza misurata si riferisce a un segnale in ingresso misurato in Volt e a un segnale in uscita misurato in Volt. In questo modo la funzione di trasferimento è senza unità di misura. Il segnale in uscita può essere convertito in unità di misura di spostamento usando il fattore di scala 2 µm/V . 20 Capitolo 3 Progetto di un sistema di controllo In questo capitolo sarà descritta la procedura di progetto di un sistema di controllo in retroazione lineare per il sistema Hard Disk con doppio attuatore. Si chiariranno le modalità con cui si producono i segnali in ingresso e in uscita dai controllori e in particolare sarà presentato un modello di osservatore discreto dello stato del VCM. Si fornirà infine un modello completo del sistema di controllo. 3.1 Generalità Gli obiettivi di progettazione per il sistema a ciclo chiuso sono qualitativamente definiti come: 1. spostare l’attuatore rapidamente da una traccia all’altra, e 2. mantenere la testina di lettura/scrittura al centro della traccia con la minima variazione in presenza di vari disturbi. Il bias in input all’attuatore VCM, le imprecisioni nelle tracce di dati idealmente circolari, l’eccentricità del disco, shock e vibrazioni esterne, etc. sono le maggiori fonti di disturbo agenti sul servomeccanismo. La forza di bias è esercitata dal collegamento flessibile che supporta i conduttori che trasportano i segnali tra le testine e la scheda a circuiti del HDD, e deve essere compensata dal compensatore del VCM. Lo spettro 21 Cap. 3 Progetto di un sistema di controllo §3.1 Generalità dei disturbi dato dalle variazioni nelle tracce di dati e dall’eccentricità nella rotazione dei dischi è relativo alla velocità angolare del motore spindle. Con il crescere della velocità del motore, che è utile per un trasferimento dei dati più rapido, lo spettro di questo disturbo si sposta verso alte frequenze e, come risultato, si estende oltre la banda raggiungibile dell’attuatore VCM. Il micro-attuatore a bassa inerzia è usato per contrastare tali disturbi. Lo spostamento della testina di lettura/scrittura durante la lunga ricerca è dominato dall’attuatore VCM. Ma la correzione di disturbi ad alta frequenza e la breve ricerca può e dovrebbe essere eseguita usando il micro-attuatore. Il vantaggio complessivo che si ha utilizzando un sistema dual-stage è una maggiore capacità di correzione del disturbo, in media un tempo di ricerca minore per la maggior parte delle tracce, e un significativo miglioramento per le operazioni di piccola ricerca. 3.1.1 Approccio MIMO o SISO L’attuatore dual stage può essere considerato ai fini del progetto di un sistema di controllo sia come un sistema DISO (Dual Input Single Output), calcolando separatamente l’ingresso di ognuno dei due attuatori, che come un sistema SISO (Single Input Single Output), se si considera solo la traccia di riferimento come ingresso e la posizione della testina come uscita. Diversi autori ([3], [4]) trattano il problema del progetto di un controllore per un impianto DISO come un caso particolare di un progetto MIMO, e usano strumenti standard per la progettazione MIMO. Tali tecniche assicurano la stabilità robusta ma generalmente producono un controllore di ordine elevato che non è desiderabile dal punto di vista dell’implementazione. Per questo tipo di problema di progettazione, in [6] viene usato un design SISO 22 Cap. 3 Progetto di un sistema di controllo §3.1 Generalità sequenziale assumendo che non esistano interazioni tra il loop del VCM e il loop del micro-attuatore, e questo approccio è chiamato il “master-slave” design. Il problema associato al design master-slave è superato in [5] usando il metodo chiamato PQ. Questo metodo deduce direttamente l’interferenza tra i due singoli loop. Sfortunatamente ignora il problema della stabilità in caso di avaria del micro-attuatore. La stabilità del loop del VCM è richiesta per assicurare operazioni corrette del servo-meccanismo HDD anche nel caso di tale avaria. I metodi presentati in questa trattazione enfatizzano la stabilità dei singoli loop e inoltre usano controllori di complessità inferiore rispetto a quelli ottenuti usando convenzionali tecniche MIMO. La semplicità di progetto senza perdita di prestazioni è il principale contributo dei controllori proposti. 3.1.2 Progetto indipendente per i due attuatori Il progetto del sistema di controllo avviene separatamente per ognuno dei due attuatori. L’idea di fondo è di utilizzare un controllo in retroazione sull’attuatore VCM per stabilizzare la risposta dell’attuatore principale. Con un tale controllore si ha la garanzia che, finito il transitorio della risposta, la sospensione della testina sia in linea con la traccia di riferimento. Il microattuatore è utilizzato fondamentalmente per correggere l’errore di posizione per bassi spostamenti dalla traccia di riferimento. Principalmente l’errore sul posizionamento delle testine dipende dallo spostamento dell’asse del braccio comandata dall’attuatore primario rispetto alla posizione di riferimento. L’obiettivo di progetto del controllore per il microattuatore è di ridurre rapidamente per quanto possibile questo spostamento. A questo scopo è adatto un controllore in feedforward che compensi adeguatamente il riferimento in ingresso, in questo caso l’errore di posizione del singolo attuatore VCM. 23 Cap. 3 Progetto di un sistema di controllo 3.1.3 §3.1 Generalità Calcolo del segnale di feedback (/feedforward) La posizione delle testine in un Hard Disk può essere calcolata grazie all’informazione codificata sulle tracce usando degli schemi magnetici pre-scritti. Purtroppo i dati sulla posizione delle testine non danno nessuna informazione sullo spostamento relativo dei due attuatori, quindi non si può avere una stima diretta della posizione dell’asse del braccio comandata dal VCM. Al fine di calcolare tale valore si introduce un modello discreto del microattuatore che possa restituire un’approssimazione dello spostamento relativo delle testine provocato dal solo attuatore PZT. La posizione finale delle testine è data dalla somma tra la posizione dell’asse mossa dal VCM e lo spostamento relativo dovuto all’azione del microattuatore. Sottraendo lo spostamento relativo approssimato al valore restituito dai sensori sulla posizione delle testine si ottiene una stima sufficientemente affidabile della posizione dell’attuatore primario. Il valore cosı̀ calcolato sarà usato sia come feedback nel sistema di controllo del VCM che come riferimento in feedforward per il sistema di controllo del PZT. Questa modalità di controllo dell’impianto è in linea con la richiesta della stabilità anche in caso di errore del microattuatore a patto che il guadagno statico della catena composta da controllore e attuatore del PZT sia scelto sufficientemente piccolo. Più è piccolo il guadagno statico del controllo in feedforward, minore è l’autorità del microattuatore sull’uscita dell’intero sistema, e quindi minore è l’errore provocato da un malfunzionamento del PZT. 24 Cap. 3 Progetto di un sistema di controllo §3.2 Sistema di controllo in retroazione lineare 3.1.4 Scelta della frequenza di campionamento La volontà di sopprimere adeguatamente la risonanza del micro-attuatore a 5.6 kHz e i disturbi dovuti all’eccentricità portano a scegliere una frequenza di campionamento di 20 kHz. I progettisti di servocontrollori per HDD spesso non sono liberi di scegliere arbitrariamente la frequenza di campionamento, e la scelta è determinata da un compromesso tra capacità di archiviazione e prestazioni. Controllori multi-rate possono essere una soluzione realistica per ottenere buone prestazioni nonostante le limitazioni sulla frequenza di campionamento. La banda aspettata per il micro-controllore e la necessità di sopprimere la risonanza a 5.6 kHz richiede un’elevata frequenza di campionamento. Per il VCM, d’altra parte, non è richiesto ottenere una simile risposta, quindi si potrebbe utilizzare una frequenza di campionamento inferiore per il relativo controllore. In futuro si cercherà di usare una frequenza di campionamento inferiore per campionare l’output e aggiornare l’input del VCM, ma una maggiore frequenza di campionamento per quanto riguarda il controllo dell’input del PZT. 3.2 3.2.1 Sistema di controllo in retroazione lineare Controllore in retroazione dallo stato stimato Il modello a doppio integratore del VCM corrisponde bene alle osservazioni sperimentali nel raggio di frequenze fino a 1 kHz. Per i dati della risposta in frequenza mostrati in Figura 2.1 la costante di accelerazione del modello a doppio integratore è Kv = 3 × 107 . Si è scelto di implementare un controllore PD, l’ovvio candidato per il modello a doppio integratore, usando la retroazione degli stati osservati. La rappresentazione nello spazio di stato per il doppio integratore è 25 Cap. 3 Progetto di un sistema di controllo §3.2 Sistema di controllo in retroazione lineare dx = dt 0 1 0 0 x+ 0 3 × 107 uv , yv = 1 0 x (3.2.1) con uv (t) e yv (t) ingresso e uscita del VCM. Il vettore degli stati x = (x1 , x2 )T include la posizione x1 e la velocità x2 della punta del braccio dell’attuatore derivate dal movimento del VCM. Il modello nominale a tempo discreto dell’attuatore VCM per una frequenza di campionamento di 20 kHz e un organo di tenuta di ordine zero (zero-order hold) è x (k + 1) = yv (k) = 0 5 × 10−5 0 0 1 0 x (k) + 0.0375 1500 uv (k) , . (3.2.2) x (k) Un controllo integrale è una possibile soluzione per contrastare il problema del bias in input, ma questo limita la banda raggiungibile. Il disturbo viene dunque stimato usando uno stimatore di bias e compensandolo direttamente come descritto in [7]. Trattando il disturbo in ingresso come un nuovo stato x3 si definisce un vettore aumentato degli stati xa = (x1 , x2 , x3 )T . Assumendo costante il bias in ingresso, il modello a tempo discreto del sistema aumentato è x (k + 1) = Ae xa (k) + Be uv (k) , (3.2.3) yv (k) = Ce xa (k) dove 26 Cap. 3 Progetto di un sistema di controllo §3.2 Sistema di controllo in retroazione lineare 1 5 × 10−5 3.75 × 10−2 1 1500 Ae = 0 0 0 1 Be = 3.2.2 −2 3.75 × 10 1500 0 , Ce = 1 0 0 . (3.2.4) Osservatore dello stato del VCM Gli stati dell’attuatore primario sono stimati usando l’osservatore x̄ (k + 1) = Ae x̄ (k) + Be uv (k) + L (yv (k) − Ce x̄ (k)) , (3.2.5) dove L è il guadagno dell’osservatore e x è la stima del vettore degli stati dell’attuatore. Il sistema aumentato è osservabile ma non controllabile e quindi il bias in ingresso, benché stimato, non può essere controllato usando la retroazione. L’effetto del bias è cancellato sottraendo il suo valore stimato direttamente dall’input del VCM uv (k) = −K1 x̄1 (k) − −K2 x̄2 (k) − x̄3 (k) . (3.2.6) Sfortunatamente l’uscita dell’attuatore VCM yv usato nell’osservatore dell’Equazione (3.2.5) non può essere misurata. L’output misurato è la somma degli spostamenti yv e ym effettuati rispettivamente dal VCM e dal micro-attuatore. Si potrebbe implementare un controllore usando un osservatore di ordine pieno per il modello DISO dell’attuatore dual stage. Dato il modello nominale per entrambi gli attuatori, esso 27 Cap. 3 Progetto di un sistema di controllo §3.2 Sistema di controllo in retroazione lineare richiede un osservatore con 9 stati, due associati al VCM, uno per stimare il bias, e sei associati al micro-attuatore (si ricorda che non si considerano le risonanze dell’attuatore primario nella sintesi ma che sono inclusi nel modello dell’impianto che si usa per le simulazioni). La dinamica del micro-attuatore è più veloce di quella della risposta del loop del VCM desiderata e il PZT può essere modellato come un semplice guadagno per la maggior parte dello spettro di frequenze in cui il VCM svolge il ruolo principale. Queste caratteristiche possono essere utilizzate per ottenere una stima abbastanza buona dell’output del VCM sottraendo una stima dell’output del micro-attuatore dalla misura dello spostamento. Gli inevitabili errori di modellazione dell’attuatore PZT contribuiscono ad errori dello stimatore. Ma questo approccio permette di progettare un osservatore più semplice e veloce. L’osservatore (parziale) ha tre stati e può essere circa tre volte più veloce di un osservatore completo a nove stati. Dal momento che il tempo di acquisizione è più importante dell’accuratezza (avendo un 5% di tolleranza nel posizionamento sulla traccia) si preferisce questa strategia. 3.2.3 Ricerca dei guadagni del controllore e dell’osservatore Per trovare il guadagno del feedback dallo stato K e il guadagno dell’osservatore L è stata usata la tecnica di posizionamento dei poli che usa la formula di Ackerman. Ma non tutte le specifiche di progetto nel dominio della frequenza possono essere soddisfatte dai poli scelti. Per mettere a punto i guadagni K e L in modo da soddisfare le specifiche di progetto si può usare un metodo di ricerca come il “random neighborhood search” descritto in [7]. In questo caso è stato usato in [11] l’approccio “trial-anderror” per trovare i guadagni adeguati K = (0.221.5 ∗ 10−4 ) e Lc = (1.280000.55)T . 28 Cap. 3 Progetto di un sistema di controllo §3.2 Sistema di controllo in retroazione lineare 3.2.4 Controllore in Open-Loop virtuale del PZT La risonanza nel micro-attuatore è compensata attraverso un compensatore robusto in feedforward posizionando un numero adeguato di zeri nel raggio di frequenze intorno ai modi risonanti. Questo controllore in feedforward antivibrazioni deve essere robusto rispetto a variazioni del 20% sulle frequenze dei modi risonanti dell’attuatore PZT. La velocità del micro-attuatore viene sfruttata usandolo in una modalità di open-loop virtuale e assicurando che il VCM venga usato per ciò per cui si comporta in modo migliore: rimuovere errori sulle condizioni iniziali e grossi spostamenti. Il micro-attuatore è usato per permettere transitori rapidi e cancellazione dei disturbi. Il compensatore per il micro-attuatore è implementato usando il filtro FIR Cm (z −1 ) = 0.22 (1 + 0.37z −1 + 0.965z −2 ) × (1 + 1.28z −1 + 0.955z −2 ) × (1 − 0.32z −1 + 0.97z −2 ) . (3.2.7) Poiché il micro-attuatore è approssimativamente cinque volte più veloce dell’attuatore VCM gli è permesso di agire sullo stesso errore di posizione che è dato in ingresso all’attuatore primario. In conseguenza a ciò il micro-attuatore satura rapidamente per ampi cambiamenti della posizione di riferimento, ed è assicurato un buon inseguimento solo quando l’attuatore VCM ha abbassato l’errore fino a portarlo al centro del raggio d’azione del micro-attuatore. Il posizionamento del micro-attuatore al centro del suo raggio d’azione è anche ottimo dal punto di vista della reiezione dei disturbi perché consente la massima escursione. Il segnale prodotto dal controllore del micro-attuatore potrebbe risultare abbastanza veloce da attivare i modi risonanti dell’attuatore PZT. Ciò avviene quando il 29 Cap. 3 Progetto di un sistema di controllo §3.3 Schema completo del sistema di controllo riferimento in ingresso al controllore assume valori troppo elevati, in particolare superiori allo scostamento massimo del micro-attuatore. Per evitare la comparsa dei modi risonanti si è inserita una saturazione sul segnale in ingresso al controllore del PZT. I margini di tale saturazione sono calcolati per non far superare al segnale in uscita dal controllore i limiti di saturazione all’ingresso del micro-attuatore. Il guadagno statico del controllore è pari a 2.74 (8.76dB), e dato che la saturazione in ingresso al microattuatore è di −1.8V / + 1.8V si impone che la saturazione in ingresso al controllore abbia come limiti (−1.8V /2.74)/(+1.8V /2.74) ovvero −0.66V / + 0.66V . 3.3 Schema completo del sistema di controllo Lo schema completo del sistema di controllo è mostrato in Figura 3.1 includendo un modello dell’attuatore PZT che genera una stima dello spostamento del microattuatore ȳm . L’equazione dell’osservatore è modificata come segue: x̄ (k + 1) = Ae x̄ (k) + Be uv (k) + L (yt (k) − ȳm (k) − Ce x̄ (k)) . 3.4 (3.3.1) Considerazioni sul controllore progettato Proprio come ci si aspettava, con l’uso del controllore progettato, il micro-attuatore svolge un ruolo rilevante per quanto riguarda spostamenti di piccola entità (ordine di pochi micrometri 0-5). Inoltre l’attuatore PZT grazie al sistema di feedforward virtuale permette di cancellare il disturbo in modo molto più efficiente di come farebbe l’attuatore VCM. Allo stesso tempo l’attuatore primario continua a dare il contributo 30 Cap. 3 Progetto di un sistema di controllo §3.4 Considerazioni sul controllore progettato Figura 3.1: Schema completo del sistema di controllo lineare per l’Hard Disk DSA. principale per spostamenti tra le tracce di maggior ampiezza. Un ulteriore vantaggio generato dal sistema di controllo progettato è che si ottengono in media migliori prestazioni sulla ricerca delle tracce senza incombere nei limiti meccanici che prima caratterizzavano il singolo attuatore VCM, come i modi risonanti dovuti alle vibrazioni strutturali. 3.4.1 Fenomeni di saturazione Il controllore progettato per il VCM garantisce una risposta soddisfacente dell’attuatore principale fino a quando l’errore sullo spostamento della testina non è tanto grande da fare in modo che il controllore richieda un segnale in ingresso al VCM (tipicamente un riferimento superiore ai 400 micrometri) che superi i limiti di saturazione. È proprio il fenomeno di non linearità della saturazione il principale problema che si presenta utilizzando un semplice controllore lineare per il controllo in retroazione dallo stato. Il sintomo più evidente del cattivo funzionamento del controllore del VCM 31 Cap. 3 Progetto di un sistema di controllo §3.4 Considerazioni sul controllore progettato in presenza di non linearità è la comparsa di una sovraelongazione della risposta del VCM per spostamenti tra le tracce troppo ampi. Allo scopo di ridurre un tale effetto indesiderato verrà introdotto un componente non lineare nel sistema di controllo del VCM. Il principale obiettivo è di adattare il comportamento del controllore all’azione della saturazione sull’ingresso dell’attuatore in modo che venga sfruttato a pieno l’input assegnabile al VCM mantenendo per quanto possibile le proprietà di stabilità garantite dal controllore lineare. Nei paragrafi seguenti si tenta di migliorare le prestazioni del sistema per ampi spostamenti senza perdere i risultati ottenuti finora dal progetto del sistema di controllo lineare. Una soluzione alternativa sarebbe di assicurare che l’attuatore sia abbastanza potente da non raggiungere mai la saturazione durante le operazioni di movimentazione o, equivalentemente, garantire che il segnale di riferimento sia abbastanza lento da non far mai raggiungere la saturazione all’attuatore. Comunque questo tipo di soluzione potrebbe essere difficilmente adottabile o avere un notevole impatto sui costi di produzione. Inoltre le prestazioni raggiungibili dal dispositivo non sarebbero sfruttate a pieno, perché gli attuatori non verrebbero sempre impiegati al massimo delle loro possibilità. 32 Capitolo 4 Controllo non lineare di un doppio integratore saturato Qui si analizzeranno diverse tecniche di controllo non lineare in retroazione al fine di migliorare le prestazioni di un sistema a doppio integratore. Si discuterà un metodo per il controllo particolare di un doppio integratore. Verranno infine confrontati i risultati ottenuti dall’applicazione di ogni metodo. Il modello ricavato per l’attuatore VCM è un doppio integratore con guadagno costante e saturazione con limiti costanti in ingresso. Dunque il comportamento dell’attuatore primario non è dissimile da quello di un sistema a doppio integratore con guadagno unitario e una saturazione di valore m = 1 sull’ingresso. La funzione di saturazione è definita come −m u < −m u −m ≤ u ≤ +m σm (u) = +m u > +m (4.0.1) Le risposte dei sistemi a doppio integratore con guadagno in ingresso unitario, con e senza saturazione sono mostrate in Figura 4.1: la risposta del sistema senza saturazione raggiunge il valore di rifermiento rapidamente mentre la risposta del sistema saturato mostra una consistente sovraelongazione e un maggior tempo di assestamento. 33 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.1 Anti-windup 1.4 Saturato Non Saturato 1.2 Spostamento 1 0.8 0.6 0.4 0.2 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Tempo [s] 3 3.5 4 4.5 5 Figura 4.1: Risposta del doppio integratore con e senza saturazione. Per tale modello sono stati studiati diversi tipi di controllo che permettano di migliorare le prestazioni a ciclo chiuso introducendo componenti non lineari. Il principale obiettivo è di trovare un controllore che ottimizzi le prestazioni della risposta per il modello semplificato e in seguito applicarlo al VCM. Ci si aspetta in questo modo di ottenere un comportamento più desiderabile per il sistema a ciclo chiuso del DSA. 4.1 Approccio anti-windup Qui viene affrontato il problema della saturazione dell’ingresso di un sistema a doppio integratore secondo la filosofia dell’anti-windup proposta in [9] per cui, dato un controllore progettato senza tenere in considerazione gli effetti di saturazione, si lascia che l’attuatore raggiunga i suoi limiti di saturazione, migliorando però il controllore 34 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.1 Anti-windup con delle dinamiche aggiuntive. Si assicura la completa corrispondenza nelle prestazioni della risposta a ciclo chiuso che si avrebbe in assenza di saturazione se i limiti di saturazione non vengono raggiunti, e si assicura un degradamento accettabile della risposta, mantenendo la stabilità, negli altri casi. Nel metodo anti-windup il miglioramento avviene su un sistema di controllo già progettato che stabilizzi la risposta a ciclo chiuso. Il recupero delle prestazioni del sistema di controllo è il principale obiettivo della modifica del controllore. Il vantaggio dell’approccio anti-windup, rispetto a una procedura di sintesi in cui l’intero sistema di controllo è progettato da zero considerando la saturazione, è che, tipicamente, la risposta non saturata1 può essere meglio caratterizzata in termini di prestazioni, e tale comportamento è completamente recuperato quando i segnali nel ciclo chiuso sono abbastanza piccoli. D’altra parte la presenza delle modifiche diventa cruciale quando i segnali diventano grandi, e l’obiettivo dell’anti-windup è, in tal caso, di recuperare più velocemente possibile quella che sarebbe stata la risposta del ciclo chiuso se non ci fosse stata la saturazione. Un altro vantaggio significativo del metodo anti-windup è che si possono conservare degli specifici schemi di controllo, generalmente progettati per rispondere a diversi requisiti sul sistema di controllo, fin quando non si raggiungono i limiti di saturazione. 1 Per non saturata si intende la risposta che si avrebbe per il sistema di controllo in assenza di saturazione. 35 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato 4.1.1 §4.1 Anti-windup Anti-windup non lineare applicato a sistemi di EuleroLagrange Lo schema anti-windup proposto in [9] è rappresentato in Figura 4.2. Figura 4.2: Schema di controllo antiwindup per sistemi Eulero-Lagrange. Tale schema può essere visto come l’unione di due controllori, dove uno è un controllore statico (un guadagno non lineare) che garantisce il “global set-point tracking” per il sistema di Eulero-Lagrange con saturazione dell’ingresso (questo corrisponde alla funzione γ(., .) che sarà definita in seguito), e l’altro è un controllore dinamico (un controllore non lineare con stati interni) che garantisce delle prestazioni più desiderabili per il sistema a ciclo chiuso, al prezzo di garantirle solo localmente fin quando l’uscita del controllore non raggiunge i limiti di saturazione. Per mezzo della dinamica aggiunta, la struttura rappresentata in Figura 4.2 permette di combinare questi due controllori in un unico schema di controllo che presenta (localmente) le prestazioni desiderate introdotte dal controllore libero, mentre si sfruttano le proprietà del controllore globale che assicura la stabilità globale del ciclo chiuso completo. Un grande vantaggio che risiede in questa unione dello schema è che i due controllori possono essere progettati indipendentemente fin quando il controllore locale garantisce le proprietà di Stabilità Asintotica Globale (GAS) e Stabilità Esponenziale Locale (LES) 36 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.1 Anti-windup del ciclo chiuso senza saturazione e il controllore globale soddisfa adeguate proprietà di stabilità. Una desrizione dettagliata per il progetto di uno schema anti-windup per sistemi di Eulero-Lagrange è stata realizzata in [9]. 4.1.2 Applicazione al doppio integratore Si sceglie come controllore locale un controllore PD con guadagni (Kp , Kd ) = (22, 8.2158). Dal momento che le equazioni di Eulero-Lagrange per il sistema sono lineari, l’equazione del compensatore antiwindup risultante è estremamente semplificata e corrisponde a: ẋw = Aw xw + Bw (σ1 (σ1 (yc ) + v1 ) − yc ) , (4.1.1) con Aw = 0 1 0 0 , Bw = 0 1 . (4.1.2) Si dovrebbe anche notare che in questo caso, per via della linearità della dinamica dell’impianto, il compensatore antiwindup non richiede nessuna misura dello stato. La scelta di γ(., .) è dipendente solo da xw = (qw , q̇w ) e il segnale v1 può essere scritto come v1 = −Kg σ1 Kg−1 Kq qe − γE (qe , q̇e ) K0 q̇e . (4.1.3) Riguardo la scelta dei parametri scalari Kg , Kq e K0 , prima si sceglie Kg = 0.99 come massimo valore possibile in rispetto delle condizioni di progetto. Quindi si esegue il tuning per i rimanenti due parametri con una procedura simile a quella che si usa per 37 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.2 CNF i quadagni PD con l’obiettivo di ottenere un desiderabile recupero della risposta. In particolare si sono scelti Kq = 80 e K0 = 30. La risposta a ciclo chiuso del sistema è rappresentata in Figura 4.3. La risposta del sistema saturato (in nero) mostra una consistente sovraelongazione mentre la risposta del sistema con antiwindup (in blu) evidenzia un miglior recupero della risposta del sistema libero. 1.4 1.2 Spostamento 1 0.8 0.6 0.4 Lineare Anti−Windup 0.2 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Tempo [s] 3 3.5 4 4.5 5 Figura 4.3: Risposta del sistema controllato con anti-windup per sistemi EuleroLagrange. 4.2 Retroazione Non lineare Composita (CNF) Un differente approccio per incrementare le prestazioni del sistema a ciclo chiuso durante il transitorio è usare la tecnica di controllo a retroazione non lineare composita (Composite Nonlinear Feedback). Recentemente in [8] è stato sviluppato un controllo 38 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.2 CNF CNF per una classe di sistemi più generale con misura della retroazione. Il controllo CNF consiste in una legge di retroazione lineare e una legge di retroazione non lineare senza alcun elemento di switching. La parte di feedback lineare è progettata per rendere un sistema a ciclo chiuso con un basso coefficiente di smorzamento per avere una risposta rapida. La parte di feedback non lineare è usata per incrementare il coefficiente di smorzamento del sistema a ciclo chiuso quando l’uscita del sistema si avvicina al riferimento per ridurre la sovraelongazione provocata dalla parte lineare. Si cerca di progettare una legge di controllo CNF in modo tale che il sistema a ciclo chiuso abbia le prestazioni desiderate, in particolare una risposta rapida e una bassa sovraelongazione. Figura 4.4: Schema del sistema di controllo CNF. È utile notare che benché la struttura del controllore CNF, rappresentata in Figura 4.4, appaia simile a un progetto di controllo anti-windup, le filosofie di questi due metodi di progettazione sono totalmente differenti. La progettazione anti-windup aiuta ad alleviare o ad eliminare il fenomeno del “windup”, lasciando agire solo il 39 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.2 CNF compensatore originale (la parte lineare) fino a quando non raggiunge i limiti sull’ingresso. Solo quando il segnale in ingresso è saturato, le modifiche non lineari aggiunte prendono effetto per sopprimere le oscillazioni non desiderate e velocizzare la risposta transitoria. Il controllo CNF, dall’altro lato, aiuta a incrementare le prestazioni nel transitorio del sistema a ciclo chiuso per ottenere una risposta rapida e una minore sovraelongazione. La funzione non lineare è progettata per restituire valori piccoli quando l’uscita è lontana dal segnale di riferimento e valori sempre più elevati quando l’uscita si avvicina al riferimento. In generale quando la parte non lineare diventa apprezzabile, il segnale di controllo duvuto al controllore lineare non satura. La parte di controllo disponibile prima di entrare in saturazione può essere utilizzata dalla parte di controllo non lineare per realizzare gli scopi detti. 4.2.1 Applicazione al doppio integratore Per progettare la legge di controllo CNF, si usa la legge di controllo lineare uL = F x = −22 −8.2158 x. (4.2.1) Nel rispetto della seguente equazione di Lyapunov (A + BF )′ P + P (A + BF ) = −I2 , una possibile soluzione 2 (4.2.2) per P può essere 2 Ottenuta risolvendo l’equazione matriciale lineare (4.2.2) con il solver Y ALM IP pacchetto di M AT LAB T M . 40 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato P = §4.2 CNF 0.5865 0.022727 0.022727 0.063624 . (4.2.3) La funzione non lineare ρ(r, y), che deve essere una funzione localmente Lipschitziana non-positiva, è scelta come ρ (r, y) = −50(e−0.5|y−r| ). (4.2.4) Infine la legge di controllo CNF è data da u = uL + uN = F x + Gr + ρ (r, y) B ′ P (x − Ge r) , (4.2.5) −1 G = − C (A + BF )−1 B (4.2.6) con −1 Ge = − (A + BF ) . BG La risposta a ciclo chiuso del sistema è rappresentata in Figura 4.5. La risposta del sistema saturato (in nero) mostra una consistente sovraelongazione mentre la risposta del sistema CNF (in verde) manifesta una minore sovraelongazione e raggiunge un intorno sufficientemente piccolo (−0.01/ + 0.01) del riferimento in un tempo inferiore. 41 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.3 Quasi bang bang 1.4 1.2 Spostamento 1 0.8 0.6 Lineare CNF 0.4 0.2 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Tempo [s] 3 3.5 4 4.5 5 Figura 4.5: Risposta del sistema controllato con tecnica CNF. 4.3 Tecnica di controllo “quasi bang bang” Un altro modo per tentare di migliorare le prestazioni del sistema a ciclo chiuso è progettare un controllore che possa prevedere il comportamento del sistema in presenza di saturazioni. Ciò è possibile conoscendo a priori le proprietà del sistema. In particolare l’attenzione è rivolta al modello nominale del doppio integratore con una saturazione all’ingresso. Si cercherà di proporre un progetto di controllore che ottimizzi le prestazioni della risposta, riducendo al minimo il transitorio e la sovraelongazione del segnale in uscita. È intuitivo pensare che per ottenere le migliori prestazioni di un sistema a doppio integratore sia opportuno mantenere il segnale in ingresso sempre prossimo (se non pari) ai limiti di saturazione. Considerando un ingresso costante e pari al margine 42 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.3 Quasi bang bang inferiore o superiore di saturazione si può prevedere il comportamento del sistema e nello specifico della dinamica degli stati. Nel modello rappresentato dalle equazioni dq (t) = dt 0 1 0 0 q (t) + 0 1 u (t) , (4.3.1) gli stati q1 e q2 sono, rispettivamente, la posizione e la velocità di spostamento dell’attuatore. Per tale modello è semplice ricavare le equazioni che descrivono l’evoluzione degli stati in funzione del tempo. Se, come affermato in precedenza, si mantiene un ingresso costante in un determinato intervallo di tempo, l’evoluzione nel tempo degli stati del sistema corrisponde a una retta3 per quanto riguarda la velocità e a una parabola per quanto riguarda la posizione. Una volta definiti gli intervalli di tempo in cui l’ingresso assume il valore massimo e gli intervalli in cui assume il valore minimo è possibile tracciare il comportamento degli stati del sistema nel tempo. La velocità è una funzione continua del tempo rappresentabile come una sequenza di segmenti. La posizione è una funzione nel tempo derivabile al primo ordine rappresentabile come una sequenza di spezzate di parabola. Il modo più efficiente per stabilizzare il sistema e portare l’errore di posizione a zero è utilizzare un ingresso pari al valore massimo della saturazione, fin quando la velocità di spostamento dell’attuatore non sia sufficientemente grande da permettere di raggiungere lo stato desiderato con un ingresso equivalente al valore opposto della saturazione. Il compito del controllore è di capire quale sia il momento in cui deve avvenire l’inversione di spinta. Se il controllore si comporta nel modo desiderato l’evoluzione del sistema può essere suddivisa in una fase di accelerazione massima 3 Retta con coefficiente angolare pari al valore dell’ingresso. 43 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.3 Quasi bang bang seguita da una fase di decelerazione massima4 . In Figura 4.6 sono visualizzati i grafici ideali di ingresso, velocità e posizione per un sistema 5 con un riferimento unitario controllato come descritto. 1 Ingresso 0.5 0 −0.5 −1 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 0 0.5 1 1.5 Tempo [s] 2 2.5 3 Velocità 1 0.5 0 Posizione 1 0.5 0 Figura 4.6: Grafici di ingresso, velocità e posizione nel caso desiderato. 4 5 Accelerazione sempre massima in modulo ma opposta in verso. Doppio integratore saturato. 44 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.3 Quasi bang bang La soluzione proposta è utilizzabile per un modello di doppio integratore ideale. Si vuole estendere il progetto per permettere di applicare un simile controllore anche a sistemi non ideali e quindi introdurre un sistema di retroazione dallo stato che garantisca un comportamento desiderabile anche in presenza di non idealità. A tale proposito si cerca di eseguire una previsione sul comportamento futuro del sistema a partire dalla stima degli stati. Se la velocità con la quale ci si sta avvicinando al riferimento raggiunge un valore per cui si supererebbe la posizione richiesta anche se si rallentasse agendo con tutto l’ingresso utilizzabile (ovvero in saturazione), non si deve continuare a spingere il sistema verso il riferimento, ma si deve iniziare la fase di decelerazione. Il metodo per calcolare l’istante in cui deve avvenire l’inversione di spinta è ideato a priori sulla base di una valutazione del comportamento del sistema a doppio integratore eseguita tramite lo sviluppo integrale delle equazioni di stato. Per ricavare la legge si integrano le equazioni all’indietro come segue: q̇1 (t) = −q2 (t) (4.3.2) q̇2 (t) = ±m dove il segno nella seconda equazione dipende dalla direzione dell’ingresso. Integrando si ha q1 (t) = − Rt 0 q2 (τ ) dτ (4.3.3) q2 (t) = ±mt da cui 45 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.3 Quasi bang bang 2 q1 (t) = ∓ mt2 (4.3.4) q2 (t) = ±mt la curva di commutazione si ottiene eliminando il tempo dall’equazione precedente: dalla seconda si ricava mt = ±q2 (t) e sostituendo nella prima q1 (t) = − q1 (t) = q22 (t) , 2m q22 (t) , 2m se q2 (t) ≥ 0 (4.3.5) se q2 (t) ≤ 0 , che possono essere scritte nella seguente forma semplificata: q1 (t) + q2 (t) |q2 (t)| = 0. 2m (4.3.6) Intuitivamente, se lo spostamento sta avvenendo in direzione opposta al riferimento, la quantità (4.3.6) continua ad aumentare finché la velocità non diventa nulla. In tal caso il segnale di controllo resta quindi in saturazione di segno opposto al riferimento, spingendo il sistema verso di esso al massimo delle possibilità. Quando la distanza dal valore di riferimento è sufficientemente piccola si vuole tornare a controllare il sistema con una retroazione lineare per sfruttare le prestazioni che un controllore lineare può garantire. Il passaggio dal controllo di tipo non lineare al controllo lineare e viceversa è gestito da un’operazione di switching che si attiva nel momento in cui il valore della velocità di spostamento diventa rispettivamente minore o maggiore di un valore costante predefinito Kd /Kp . Di conseguenza il controllo in feedback lineare agisce anche se la distanza dal riferimento non è trascurabile, nel 46 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.3 Quasi bang bang caso in cui la velocità sia inferiore al detto valore. 1.4 Lineare Quasi Bang Bang 1.2 Spostamento 1 0.8 0.6 0.4 0.2 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Tempo [s] 3 3.5 4 4.5 5 Figura 4.7: Risposta del sistema con tecnica di controllo quasi bang bang. 4.3.1 Applicazione al doppio integratore Il sistema di controllo presentato è applicato al modello del doppio integratore. Il segnale di controllo generato dalla funzione non lineare è u = −kp max kd |x2 | , kp 2 x2 + (x1 − r) , (4.3.7) con (Kp , Kd ) = (22, 8.2158) per mantenere la parte di controllo lineare invariata rispetto ai metodi precedenti. La risposta del sistema controllato in modo non lineare (in rosso), rappresentata in Figura 4.7, mostra delle prestazioni migliori rispetto al sistema controllato linearmente (in nero). La sovraelongazione è decisamente ridotta 47 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.3 Quasi bang bang e il tempo di assestamento del segnale in uscita è minore. 4.3.2 Implementazione della legge di controllo La legge di controllo è stata implementata in codice M AT LAB T M : Figura 4.8: Implementazione della legge di controllo quasi bang bang. 4.3.3 Riscalamento della legge di controllo La legge di controllo è stata progettata per un sistema a doppio integratore con guadagno in ingresso unitario e limiti di saturazione sull’ingresso pari a -1/+1. Per poter applicare la legge di controllo a un generico sistema a doppio integratore con saturazione in ingresso si deve effettuare un riscalamento dei parametri scelti per la stabilizzazione. L’operazione di riscalamento permette di ottenere una dinamica equivalente per sistemi con guadagno in ingresso costante K e limiti di saturazione −m/ + m. Per ricalcolare i coefficienti utilizzati nella legge di controllo si riscrive la dinamica 48 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.3 Quasi bang bang del sistema introducendo le modifiche sul guadagno o sulla saturazione, e si esegue una trasformazione di variabili per cui le equazioni della dinamica del sistema riscritto utilizzando le nuove variabili siano identiche alle equazioni del sistema originale q̇1 = q2 q̇2 = σ1 (u) . u = −F (q1 , q2 ) (4.3.8) Limiti di saturazione Il modello con limiti di saturazione costanti qualsiasi è q̇1 = q2 q̇2 = σm (u)= m · σ1 u = −F (q1 , q2 ) u m . (4.3.9) applicando il seguente cambio di variabili, q q̃1 = m1 q2 q̃2 = m , u ũ = m (4.3.10) si ottiene una dinamica uguale a quella di partenza. Moltiplicazione dell’ingresso per una costante Il modello con guadagno costante qualsiasi è q̇1 = q2 q̇2 = K · σ1 (u) . u = −F (q1 , q2 ) (4.3.11) 49 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.3 Quasi bang bang applicando il seguente cambio di variabili, q q̂1 = K1 q̂2 = qK2 , û = u (4.3.12) si ottiene una dinamica uguale a quella di partenza. Riduzione del tempo di risposta È possibile che in un sistema in cui il guadagno in ingresso o i limiti di saturazione siano differenti da quelli del sistema originale il tempo di risposta non sia il migliore che si possa ottenere. Ciò avviene perché con il riscalamento dei parametri si cerca di mantenere la dinamica originale per quanto consentito dai limiti sull’ingresso e dunque non si tenta di ridurre il transitorio. Per aumentare la velocità di risposta si devono modificare i coefficienti Kp e Kd in modo da spostare gli autovalori del sistema a ciclo chiuso. Modificando i coefficiente Kp e Kd si agisce direttamente sulla posizione degli autovalori che si ottengono durante la fase di controllo lineare e si modifica la velocità di risposta anche per la fase di controllo non lineare. Poiché durante la fase lineare vale: F = Kp Kd A + BF = 0 1 −Kp −Kd ; (4.3.13) pA+BF (s) = s2 + Kd s + Kp 50 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.4 Metodi a confronto allora osservando che Kd = λ1 + λ2 e Kp = λ1 λ2 risulta evidente che per spostare gli autovalori a sinistra di un fattore η bisogna moltiplicare Kd per η e Kp per η 2 . 4.4 Metodi a confronto Si possono a questo punto confrontare le prestazioni delle tre diferenti risposte per i sistemi a ciclo chiuso. In Figura 4.9 sono rappresentate le risposte dei sistemi a ciclo chiuso per un riferimento unitario: in nero la risposta del sistema con controllore lineare; in blu la risposta del sistema con controllo anti-windup per sistemi di EuleroLagrange; in verde la risposta del sistema con tecnica di controllo CNF; in rosso la risposta del sistema con metodo di controllo quasi bang bang. Il metodo anti-windup per sistemi di Eulero Lagrange tenta di mantenere il segnale 1.4 1.2 Spostamento 1 0.8 Lineare Anti−Windup CNF Quasi Bang Bang 0.6 0.4 0.2 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Tempo [s] 3 3.5 4 4.5 5 Figura 4.9: Grafico delle risposte dei sistemi a ciclo chiuso con riferimento unitario. di controllo all’interno dei limiti di saturazione. In questo modo la dinamica del si- 51 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato §4.4 Metodi a confronto stema non è sfruttata a pieno e la velocità di risposta risulta penalizzata. Nelle altre due tecniche di controllo il segnale in ingresso all’impianto è sfruttato maggiormente, per questo non si sceglie di utilizzare questo sistema di controllo sull’attuatore VCM. Il contributo non lineare del CNF può migliorare le prestazioni del sistema in modo significativo se il segnale di controllo in uscita dal controllore lineare non manda in saturazione l’ingresso del sistema. Considerando le condizioni in cui si vogliono migliorare le prestazioni dell’attuatore VCM, con il relativo controllore lineare, l’ingresso non è in saturazione solo per piccoli periodi. La scelta del CNF non è quindi la più indicata per incrementare le prestazioni del sistema. La tecnica di controllo quasi bang bang risulta la migliore per prestazioni ottenute, dal momento che fornisce la risposta con la minima sovraelongazione e il minimo tempo di assestamento. Il segnale in ingresso in questo caso è sfruttato completamente nei limiti di saturazione. Tale metodo si presta meglio per l’utilizzo sull’attuatore VCM visto che la dinamica non lineare entra in gioco anche quando la distanza dal riferimento è piccola. Per cui, l’alta autorità della componente non lineare e l’alto sfruttamento del segnale di controllo utilizzabile inducono alla scelta di questo genere di controllo per l’adattamento al VCM. Nella Tabella 5.1 sono riportati i parametri prestazionali rilevati dalle risposte dei differenti sistemi per un riferimento unitario. Il confronto tra le risposte dei sistemi per un riferimento pari a 10 mostra in modo ancora più evidente che il controllo quasi bang bang è il più adatto per l’impiego su 52 Cap. 4 Controllo NL di doppio integratore saturato Tecnica di controllo §4.4 Metodi a confronto Tempo di risposta Sovraelongazione (tolleranza 0.02%) Lineare Eulero-Lagrange CNF quasi Bang Bang 3.06s 2.83s 2.62s 2.42s 0.203 0.053 0.061 0.045 Tabella 4.1: Dati rilevati dalle simulazioni. un sistema a doppio integratore. Dalla Figura 4.10 si può notare come il controllo quasi bang bang riduca la sovraelongazione della risposta e impedisca l’oscillazione del sistema, che si verifica in tutti gli altri casi. Di conseguenza il tempo di risposta risulta decisamente ridotto e il comportamento generale del sistema molto più desiderabile. 18 16 14 Spostamento 12 10 8 6 4 Lineare Anti−Windup CNF Quasi Bang Bang 2 0 0 5 10 15 Tempo [s] 20 25 30 Figura 4.10: Grafico delle risposte dei sistemi a ciclo chiuso con riferimento pari a 10. 53 Capitolo 5 Schema completo e risultati simulativi In questo capitolo la legge di controllo per doppio integratore sarà adattata alle caratteristiche del VCM. Si costruirà un modello completo del sistema HDD DSA controllato in modo non lineare e verrano illustrati i risultati delle simulazioni effettuate su di esso. 5.1 Adattamento della legge di controllo al VCM Per applicare la tecnica di controllo quasi bang bang al modello dell’attuatore VCM si deve riscalare la legge descritta nel Paragrafo 4.3. In particolare si devono scegliere i parametri Kp e Kd in modo appropriato e introdurre dei coefficienti moltiplicativi in ingresso e in uscita al controllore non lineare. Per quanto riguarda la scelta dei parametri Kp e Kd si fa riferimento al controllore in retroazione lineare progettato nel Paragrafo 3.1 in modo da semplificare il confronto delle prestazioni dei sistemi a ciclo chiuso. Si ha quindi (Kp , Kd ) = (0.22, 1.5×10−4 )/3×107 . Dato il limite di saturazione per l’ingresso dell’attuatore VCM M = −5V / + 5V si devono moltiplicare le variabili in ingresso alla funzione di controllo non lineare e l’uscita (segnale di controllo) della stessa funzione per un coefficiente 1/M = 1/5V −1 . Considerando ora il guadagno Kv in ingresso al doppio integratore sarà necessario moltiplicare ancora le variabili di 54 Cap. 5 Risultati §5.1 Adattamento della legge di controllo al VCM stato osservate per un coefficiente 1/Kv = 1/37 . Dopo tale adattamento è possibile costruire un modello completo dell’impianto controllato e su di esso effettuare delle simulazioni della risposta in relazione al segnale di riferimento in ingresso. Figura 5.1: Schema di controllo non lineare. Osservazione 5.1.1. Il segnale in ingresso alla funzione di controllo non lineare è un vettore di dimensione 3 dato dalla differenza tra il riferimento e lo stato stimato per il modello nominale del VCM. Visto che il riferimento è uno scalare che indica la T posizione da raggiungere, si moltiplica tale valore per il vettore 1 0 0 (blocco “augmented reference”), dal momento che la posizione stimata è data dal primo degli stati stimati. 55 Cap. 5 Risultati 5.2 §5.2 Simulazioni Simulazioni Le risposte del sistema simulato sono rappresentate nei grafici riportati nelle Figure 5.2, 5.3, 5.4 e 5.5. Si nota che la dinamica lineare è riprodotta abbastanza fedelmente per riferimenti dell’ordine dell’unità (riferimenti in V). Ciò risponde alle aspettative dal momento che per tali riferimenti l’ingresso dell’attuatore controllato linearmente è in saturazione per un intervallo di tempo trascurabile. Aumentando il valore del riferimento si nota che il solo controllo lineare provocherebbe una sovraelongazione non proprio trascurabile mentre il controllore non lineare permette di ridurre notevolmente tale fenomeno. Per riferimenti dell’ordine delle decine di Volt il tempo di assestamento della risposta non cambia in modo rilevante anche se la sovraelongazione è ridotta. Invece una riduzione del tempo di risposta avviene in caso di segnali di riferimento dell’ordine delle centinaia di Volt. Per spostamenti molto ampi (oltre 500V) si evita inoltre l’oscillazione che si avrebbe con il solo controllo lineare. In Tabella 5.1 sono riportati i dati rilevati dalle simulazioni relativi a sovraelongazione e tempo di risposta per diverse grandezze del riferimento. Riassumendo, le prestazioni medie della risposta sono incrementate per quello che riguarda la riduzione della sovraelongazione e la velocità di risposta, soprattutto in caso di ampi spostamenti del riferimento. Ciò si traduce in uno spostamento della testina di lettura/scrittura più desiderabile e in una riduzione del tempo medio di accesso ai dati. Nel complesso la nuova tecnica di controllo quasi bang bang potrebbe permettere una velocità di trasferimento utile dei dati sulle tracce del disco in media più elevata. 56 Cap. 5 Risultati §5.2 Simulazioni Riferimento 1V 20V 400V 1000V Tempo di risposta tolleranza 0.02V Lineare N onlineare 0.70ms 0.64ms 2.54ms 2.71ms 6.57ms 5.52ms 12.8ms 8.03ms Sovraelongazione Lineare N onlineare 0.016V 0.017V 0.123V 0.113V 64.64V 20.19V 406.92V 30.53V Tabella 5.1: Dati rilevati dalle simulazioni. 1.4 Lineare Quasi Bang Bang 1.2 Spostamento [V] 1 0.8 0.6 0.4 0.2 0 0 0.5 1 1.5 2 Tempo [s] 2.5 −3 x 10 Figura 5.2: Risposta per il riferimento di 1V. 57 Cap. 5 Risultati §5.2 Simulazioni 25 Lineare Quasi Bang Bang Spostamento [V] 20 15 10 5 0 0 0.5 1 1.5 2 Tempo [s] 2.5 3 3.5 4 −3 x 10 Figura 5.3: Risposta per il riferimento di 20V. 500 450 400 Spostamento [V] 350 300 Lineare Quasi Bang Bang 250 200 150 100 50 0 0 1 2 3 4 Tempo [s] 5 6 7 8 −3 x 10 Figura 5.4: Risposta per il riferimento di 400V. 58 Cap. 5 Risultati §5.2 Simulazioni 1500 Spostamento [V] 1000 Lineare Quasi Bang Bang 500 0 0 0.005 0.01 0.015 Tempo [s] Figura 5.5: Risposta per il riferimento di 1000V. 59 Cap. 5 Risultati 5.3 §5.3 Possibili miglioramenti Possibili miglioramenti Finora si è usato sempre lo stesso controllore lineare per l’implementazione di un sistema di controllo. Si possono migliorare le prestazioni del sistema a ciclo chiuso, sfruttando i vantaggi portati dal controllo non lineare soprattutto per quanto riguarda la riduzione della sovraelongazione. Modificando il controllore lineare si può fare in modo che la risposta sia più rapida limitando allo stesso tempo la sovraelongazione che si avrebbe senza il controllore non lineare a causa della saturazione. Provando a modificare i coefficienti Kp e Kd effettivamente si riesce ad ottenere una risposta più rapida, ma allo stasso tempo si introducono delle oscillazioni indesiderate nella risposta. Le oscillazioni sono dovute alla comparsa dei modi risonanti dell’attuatore VCM che non sono stati tenuti in considerazione nel progetto del sistema di controllo. In Figura 5.6 si mostra come nella risposta del sistema per (Kp , Kd ) = (0.77, 5.25 × 10−4 )/3 × 107 appaiano dette oscillazioni, mentre le oscillazioni del VCM sono completamente assenti nella risposta del sistema con modello nominale del VCM in Figura 5.7. Il tuning dei parametri Kp e Kd deve essere dunque effettuato allo scopo di velocizzare il più possibile la risposta fino al punto in cui i modi risonanti iniziano ad assumere valori non trascurabili ai fini dell’utilizzo del dispositivo HDD. Inoltre tali parametri possono essere scelti per avere un buon compromesso tra basso tempo di risposta e ridotta sovraelongazione: in Tabella 5.2 sono indicati i valori prestazionali per due diverse scelte di Kp e Kd . 60 Cap. 5 Risultati §5.3 Possibili miglioramenti Riferimento Tempo di risposta tolleranza 0.02V 1V 20V 400V 1000V Sovraelongazione (0.308,2.1×10−4 ) 3×107 (0.33,2.25×10−4 ) 3×107 (0.308,2.1×10−4 ) 3×107 (0.33,2.25×10−4 ) 3×107 0.66ms 2.18ms 5.24ms 7.40ms 0.66ms 2.10ms 5.26ms 7.45ms 0.007V 0.024V 15.16V 26.01V 0.005V 0.013V 14.26V 25.33V Tabella 5.2: Dati rilevati dalle simulazioni. 1.2 1 Spostamento [V] 0.8 0.6 y PZT y VCM 0.4 yTOT 0.2 0 −0.2 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Tempo [s] 3 3.5 4 4.5 5 −3 x 10 Figura 5.6: Risposta del sistema controllato quasi bang bang con (Kp , Kd ) = (0.77, 5.25 × 10−4 )/3 × 107 . 61 Cap. 5 Risultati §5.3 Possibili miglioramenti 1.2 1 Spostamento [V] 0.8 0.6 y PZT y VCM 0.4 yTOT 0.2 0 −0.2 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Tempo [s] 3 3.5 4 4.5 5 −3 x 10 Figura 5.7: Risposta del sistema con modello nominale del VCM controllato quasi bang bang con (Kp , Kd ) = (0.77, 5.25 × 10−4 )/3 × 107 . 62 Capitolo 6 Conclusioni e sviluppi futuri Dopo aver dato una descrizione generale dei dispositivi Hard Disk per ciò che riguarda le caratteristiche prestazionali e le necessità di sviluppo, è stato preso in analisi il sistema di Hard Disk a doppio attuatore proposto in [11]. L’identificazione del modello per il sistema HDD DSA e il progetto del sistema di controllo lineare effettuati dai correlatori di questa tesi, sono stati il punto di partenza per lo sviluppo di un sistema di controllo più efficiente. Per semplificare lo studio delle prestazioni per i nuovi sistemi di controllo è stato utilizzato un modello di doppio integratore saturato, paragonabile al modello nominale dell’attuatore primario del dispositivo DSA. Con le prime due tecniche di controllo non lineare1 adattate al doppio integratore saturato, si sono ottenute prestazioni non consistentemente migliori di quelle del sistema originale. Perciò è stata introdotta una legge di controllo che tenesse in considerazione le proprietà del sistema da controllare. Questa tecnica di controllo quasi bang bang è stata dunque applicata al modello DSA e le prestazioni del nuovo sistema sono state paragonate a quelle dell’originale, riscontrando sensibili miglioramenti. 1 Anti-windup per sistemi di Eulero-Lagrange descritta in [9], e Composite Nonlinear Feedback descritta in [10] 63 Cap. 6 Conclusioni e sviluppi futuri È stato mostrato come una legge di controllo non lineare applicata a un sistema Hard Disk a doppio attuatore può permettere un miglioramento delle prestazioni del dispositivo. L’incremento della velocità potrebbe essere decisamente superiore se si riuscisse a ridurre l’entità dei modi risonanti per l’attuatore VCM. A tale proposito si può pensare di aumentare la frequenza di campionamento del controllore PZT o progettare particolari filtri per il segnale in ingresso al VCM. Il sistema di controllo proposto potrebbe essere esteso a una più larga classe di impianti modellabili come doppio integratore come ad esempio altre classi di motori elettrici. Inoltre seguendo la filosofia di progetto adottata per lo sviluppo della tecnica di controllo si possono pensare soluzioni simili anche per catene di integratori di ordine diverso dal secondo. 64 Bibliografia [1] Semba, T. et al. (1999). Dual-stage servo controller for HDD using MEMS microactuator. “IEEE Transaction Magneics, 35(5),”, 2271-2273. [2] Evans, R. B., Griesbach, J. S., & Messner, W. C. (1999). Piezoelectric micro actuator for dual stage control. “IEEE Transactions on magnetics, 35(2),”, 977982. [3] Hu X., Guo W., Huang T., & Chen B. M., (1999). Discrete-time LQG/LTR dual stage controller design and implementation for high tracking density HDDs. “Proceedings of the American control conference,”, San Diego, CA, USA (pp. 4111-4115). [4] Hernandez D., Park S. S., Horowitz R., & Packard A. K. (1999). 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