PDF - Spaghetti Writers
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1 LUNEDÌ DAVID VALENTINI 2 Un balzo e sono dall’altra parte. Raccattano gli zaini lanciandoseli poi in spalla, sorridono di complicità ai tornelli scavalcati e si stravaccano sulla panchina sporca. La ragazza è l’unica in piedi, ciancica a bocca aperta, fa scoppiare un palloncino di gomma e saliva in faccia agli altri tre del branco. Avrà quindici anni, forse sedici, è molto bella nonostante il trucco che copre l’acne, approfondisce degli occhi che così poco hanno visto, gonfia delle labbra non ancora di donna. Quattro minuti ancora. Il controllore ha seguito la scena da sotto il cartello di vietato fumare. S’è grattato il pacco con la mano sinistra, con la destra ingiallita e pelosa s’è portato la sigaretta alla bocca. La brace ha frizzato rossa e lui ha goduto espirando una nuvola bianca verso il soffitto annerito. Scorre lo smartphone mentre un tizio alto s’accoda al signore dalla faccia nervosa che ha appena strisciato la tessera. In due entrano, uno solo ha pagato il suo debito. Tre minuti ancora. Il vecchio finge di leggere il giornale. Crede di essere invisibile schiacciato contro la parete barricato dietro notizie sportive, lo osservo passarsi la lingua lungo le labbra mentre fissa il perizoma rosa sgusciato fuori dai pantaloni a vita bassa della ragazza, allungatasi per mollare una borsettata al maschio alpha che le ha fatto esplodere la gomma sulle guance di fondotinta. Lei ride complice, lui sorride autorevole. Due minuti ancora. Sull’altra banchina c’è una vestita di nero, cuffie enormi incollate alle orecchie, mani nelle tasche da cui pendono catenella e Jack Skeletron di plastica. Avrà una ventina d’anni, è ripiegata su se stessa, scuote la testa mentre il controllore dal ventre tumido schiaccia la cicca a terra roteando il piede. Sposta lo sguardo, c’incrociamo un istante. Alzo il mento a indicarle lo zingarello che sta cercando di infilare la mano nella borsa dei Bullet For My Valentine, lei si volta curiosa e quello riprende a camminare altrove. Niente è accaduto, ma forse accadrà. Un minuto ancora. Una coppia accanto a me, la ragazza magrissima dà le spalle al fidanzato che si sistema col braccio gonfio il berretto incollato alla fronte; intrecciata intorno alle braccia conserte, gli nega tutto. Lui le tocca la spalla facendola sussultare, urla sottovoce parole sorde, s’agita, smanaccia, colpisce spiegazzandolo il giornale del vecchio, che a questo punto lo rimbrotta con le sopracciglia cespugliose distogliendo finalmente lo sguardo predatorio dalla ragazza intenta a scombinare i capelli gelatinati del suo – probabile, a giudicare dal sorriso largo e bianco, dalla brama che straborda dagli occhi colmi di ombretto, eyeliner, matita – desiderio incarnato. Qualche secondo ancora. La folla umana s’agita, tremola, balbetta all’unisono verso destra. Tutto si scuote in un sussulto, un grande respiro d’animale s’alza verso l’alto venendo però fagocitato dallo stridere spigoloso dei freni che spargono nell’aria odore di ferraglia e plastica lisi. Il vagone arranca addosso alla banchina, il mucchio s’accalca e si scalda, scalcia e si spinge addosso come bestiame al macello. Fra le capocce e i colli infagottati intravedo il ragazzo tenersi il berretto con una mano, con l’altra afferrare le ossa della compagna che ancora gli nega tutto, e dietro di loro il vecchio tenersi il giornale raggrumato sotto l’ascella, lo sguardo a cercare di nuovo la ragazzina truccata da donna. Siamo stretti, ammaccati, nasi troppo vicini a bocche e aliti 3 rancidi di alcol e sigarette, guardiamo verso l’alto alle prossime fermate, lanciamo verso il basso occhiate protettive ai nostri zaini, alle nostre valigie. Fuori resta il controllore, scorre lo smartphone schivando il nostro mondo ferale. Arriva altra gente. Qualcuno fa un balzo ed è dall’altra parte. David Valentini 4