Gravidanza ed emorroidi e complicanze pelviche parto - UCP-Club
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Gravidanza ed emorroidi e complicanze pelviche parto - UCP-Club
Flebologia Oggi 2009;12:25-8 L’impatto della gravidanza sulle emorroidi: rischi e complicanze pelviche del parto vaginale S. AYABACA 1, M. PESCATORI 2 L Premessa e emorroidi sono delle ectasie di uno o più rami dei plessi venosi emorroidari. Le ectasie del plesso emorroidario durante la gravidanza e il puerperio sono frequenti ma temporanee, nella maggior dei casi scompaiono lasciando talvolta delle sequele. Il plesso venoso emorroidario inferiore prende origine da piccole vasi situati al di sotto della linea pettinea ed è da qui che si formano i tronchi venosi più grossi che decorrono sulla superficie esterna del retto e dell’elevatore dell’ano 1. A seconda della loro origine, le emorroidi vengono distinte in interne, posizionate nei 2/3 superiori del canale anale ricoperte dall’epitelio di transizione e da quello colonnare e in esterne, situate nel terzo inferiore del canale anale rivestito da un epitelio squamoso e dalla cute dell’orifizio anale 2. Patogenesi Quasi tutte le donne (80%) durante la gravidanza soffrono di ectasie del plesso emorroidario dovute all’aumento della pressione venosa distrettuale e alla debolezza della parete basale. Autore di contatto: S. Ayabaca, Casa di Cura Nuova Villa Claudia, via Flaminia Nuova 280, 00191 Roma, Italia. Vol. 12, N. 1-2 1Casa di Cura Nuova Villa Claudia, Roma, Italia 2ARS Medica, Roma, Italia Le cause che determinano l’insorgere della malattia sono le seguenti: 1) l’aumento del volume dell’utero gravidico nel 2° e 3° trimestre provoca lo schiacciamento delle valvole nel sistema portale di cui è tributaria la vena emorroidaria superiore quindi un incremento della pressione venosa nella parte declive del tronco 3 e conseguente pressione del feto sulle grosse vene rettali e anali; 2) le modificazioni ormonali con un aumento degli estrogeni e soprattutto del progesterone, in particolare nel periodo che va dalla 3a alla 23a settimana di gravidanza 4; 3) la cedevolezza del connettivo lasso che circonda il plesso emorroidario; 4) il drenaggio della vena emorroidaria media e inferiore attraverso le tuniche muscolari dell’anello sfinterico con frequenti e prolungate compressioni; 5) la stipsi gravidica che può concorrere alla formazione di varici; 6) una non corretta alimentazione scarsa di liquidi e di cibi ricchi di fibra; FLEBOLOGIA OGGI 25 AYABACA L’IMPATTO DELLA GRAVIDANZA SULLE EMORROIDI Figura 1. — Diciottesima settimana gravidanza gemellare. buona regola da parte delle gestanti adottare una serie di semplici comportamenti fin dall’inizio del periodo di gravidanza: 1) costante controllo del peso corporeo con un aumento massimo al termine della stessa non superiore ai 10-14 kg; 2) una dieta ricca di fibre con l’assunzione di almeno 1,5 litri di acqua al giorno per ammorbidire la massa fecale; 3) contrastare una eventuale stitichezza con l’assunzione di lassativi blandi, per ridurre lo sforzo alla defecazione che facilita il protrudere e il sanguinamento delle emorroidi, seguendo in questo caso le indicazioni dello specialista; 4) assumere eventualmente del glucomannano, dopo aver consultato il proprio medico curante, soprattutto se in presenza di diabete gestazionale e/o eccessivo aumento ponderale 4-6; 5) una buona attività fisica quale una lunga passeggiata quotidiana; 6) mantenere sempre una buona igiene locale con detergenti a pH acido non superiore a 5,5. 7) una limitata attività fisica delle gestanti dovuta proprio al loro particolare stato; 8) l’obesità: si calcola ad esempio che un sovrappeso corporeo del 30% rispetto al peso ideale comporti un aumento del rischio di problemi emorroidari che va dal 10% al 30%; 9) il travaglio prolungato, specialmente con periodo espulsivo lungo, nonché il parto operativo, costituiscono elementi “ostetrici” causanti o aggravanti di varici emorroiTerapia conservativa darie in puerperio; 10) infine nelle donne multipare il rischio Qualora, nonostante una accurata prevendi crisi emorroidarie aumenta dal 30% al 40%. zione, si dovesse manifestare una crisi emorroidaria determinata probabilmente da fattori ereditari, da cattiva circolazione oppure Sintomi e prevenzione da gravidanze successive alla prima (dopo due o tre gravidanze il rischio del prolasso Durante la gestazione è particolarmente delle emorroidi aumenta del 20-30%), è conrilevante la condizione anatomo-funzionale sigliabile ricorrere alla visita di uno specialiemorroidaria pre-esistente. In caso di predi- sta per le valutazioni del caso. sposizione si avrà una comparsa precoce delSi consiglia, in caso di dolore persistente e la crisi emorroidaria mentre se la patologia era in attesa di consultare lo specialista, l’uso di: già presente si avrà un aggravamento della — anestetici locali; sintomatologia che sarà precoce e più mar— lievi astringenti e calmanti (come i sacata, arrivando più velocemente, specie in li di bismuto, l’ossido di zinco o l’hamamelis); puerperio, alla trombosi venosa con trom— flavonoidi e derivati dell’ippocastano boflebite, causa di forte dolore non solo al- (ottimi in trattamento combinato anche per l’evacuazione ma anche semplicemente alla via orale, perché migliorano il tono della muposizione seduta. Dal 2° al 3° trimestre si po- scolatura liscia delle vene e riducono la protrà avere dolore, bruciore e prurito nella zo- duzione di prostaglandine, sostanze che cauna anale, sanguinamento postevacuatorio, sano il dolore); edema, sensazione di pesantezza e disagio. — derivati della liquirizia (acido 18-betaIn base a quanto fin qui esposto sarebbe glicirretico), che hanno spiccate attività an26 FLEBOLOGIA OGGI Vol. 12, N. 1-2 L’IMPATTO DELLA GRAVIDANZA SULLE EMORROIDI AYABACA tinfiammatorie, antiedema e cicatrizzanti, e che possono essere usati con piena sicurezza in gravidanza; — uso topico locale a base di colostro (Colostrum Gel) 1 applicazione 3 volte al dì perché possiede un alto contenuto di inmunoglobuline, citochine, lisozima, lattoferrina ed è un batteriostatico 7; — semicupi con acqua tiepida dopo l’evacuazione 8; — non utilizzare carta igienica con profumo e alcol; in caso urgente: salviette umide. Uno studio di Gaj e Trecca su 165 ostetrici consultati ha dimostrato che, pur avendo il 95% delle loro pazienti gravide sintomi di malattia emorroidaria attiva, solo il 42% di essi hanno consigliato il consulto con un proctologo 9. Interventi ambulatoriali Qualora vi sia un persistente sanguinamento, a seconda dei casi si può intervenire in due modi: 1. con le legature elastiche. Senza nessuna anestesia possono essere applicati 1 o 2 anelli elastici alla base delle emorroidi interne compromesse; 2. con la scleroterapia o la fotocoagulazione all’infrarosso, indicate in caso di emorroidi non prolassate ma sanguinanti. Terapia chirurgica Chirurgia mini-invasiva Nel caso in cui si abbia una infiammazione delle emorroidi esterne accompagnata da dolore e dalla formazione di grumi di sangue, previa anestesia locale con il topico (EMLA), si può effettuare una incisione per rimuovere il coagulo riducendo così il dolore. Procedure chirurgiche Nel caso in cui la terapia non invasiva non risolva il problema e persistano i sintomi e il dolore intenso dovuto alla presenza di emorroidi prolassate e sanguinanti con il rischio di Vol. 12, N. 1-2 necrosi, alla paziente deve essere consigliato l’intervento chirurgico con ricovero ospedaliero utilizzando eventualmente lo strumento laser o il bisturi bipolare. L’emorroidectomia è indicata in caso di tromboflebite massiva, necrosi ed emorragia severa. La emorroidopessi con stapler dà meno dolore e una più rapida convalescenza. Talvolta però provoca importanti complicanze ed è gravata da un’alta percentuale di recidive 10-15. Conclusioni In conclusione possiamo dire che fortunatamente le emorroidi in gravidanza non costituiscono una minaccia al buon andamento della gravidanza stessa. Il disturbo si può considerare di carattere sintomatico anche se accompagnato da trombosi emorroidaria, avente effetto soltanto sulla qualità della vita, eccetto che non causi gravi rettorragie responsabili di anemia ferropriva. In tale situazione è assolutamente necessario ricorrere allo specialista colo-proctologo il quale valuterà quali siano i provvedimenti da adottare. L’espletamento del parto per via vaginale ovviamente è più spesso responsabile di crisi emorroidarie, ma anche con il parto cesareo le puerpere non ne sono esenti, evidentemente a causa delle problematiche vascolari ed ormonali di questa fase, a prescindere dalle spinte espulsive. In ogni caso anche i fatti trombotici non comportano complicanze a livello pelvico, ma rivestono solo un rilievo locale. Bibliografia 1. Goligher JC. Chirurgia dell’ano e del colon. Padova: Piccin Editore; 1982. p. 123, 125. 2. Pirolla G, Merlo E et al. Emorroidi in gravidanza. Ospedale “Sacra Famiglia “ Erba, Como. 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