LAURA L`ESPLORAZIONE DELLE RETI L`esplorazione di rete si è
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LAURA L`ESPLORAZIONE DELLE RETI L`esplorazione di rete si è
LAURA L’ESPLORAZIONE DELLE RETI L’esplorazione di rete si è compiuta attraverso vari incontri, con persone spesso nuove, appartenenti a questa rete. Gli strumenti utilizzati sono: la lista dei membri delle reti, la carta di rete, la tavola del supporto, la tavola degli effetti del supporto, la tavola delle fasi, il diario di bordo, da cui sono tratti brani significativi riportati in corsivo. Struttura delle reti Da un punto di vista strutturale si riscontra la presenza di reti primarie e di reti secondari di diritto e di mercato. Appare una centratura sulla rete familiare messa in luce anche dalla carta di rete Maria Laura fa una certa fatica a riconoscere i membri della sua rete che non siano i suoi stretti familiari, quelli con cui convive. Riguardo all’ampiezza la rete non è molto ampia (20 soggetti), la maggiore densità dei legami appartiene alla rete familiare. Negli stessi legami si riscontra anche intensità, i tre fratelli condividono fra loro molte cose concrete, per quanto riguarda l’intimità è presente maggiormente fra le due sorelle. Con i tre vicini di casa, abitanti in due appartamenti del condominio, il legame è debole, non ci sono sostanziali tipi di aiuto scambiati e, data la loro età avanzata, sono visti a loro volta bisognosi di aiuto piuttosto che una risorsa per il nucleo. Nell’ambito della rete familiare ci sono i rapporti più frequenti, di maggiore durata, di prossimità fisica, sono presenti anche tensioni, sia per la gravità della situazione da gestire, sia per le caratteristiche dei tre fratelli: Maria Laura più chiusa, “tiene tutto dentro”, dipendente, molto sofferente, afferma di soffrire la solitudine e di gradire la compagnia, aspetta l’aiuto senza però chiederlo, Giulio molto dipendente, quasi totalmente chiuso nel suo stato di malattia, e Alba “più diretta, espansiva”, la più attiva, quella che maggiormente si è assunta il carico di curare i fratelli e che comunque esprime la sua stanchezza, il rischio di non farcela ancora per molto e la sensazione che sia necessario qualcosa d’altro. La casa è molto chiusa all’ingresso di altre persone esterne alla famiglia, Maria Laura adduce una motivazione legata alle condizioni della casa “mi vergogno a far entrare la gente in casa perché è poco curata”, quando invece la difficoltà ad aprirsi e a comunicare si situa ad un livello ben più profondo ed investe il sé, la loro storia, una vita intera condizionata dal malessere e con scarse occasioni e disponibilità volte a cercare anche diversi motivi di convivenza con altri quali gli aspetti di piacevolezza, di svago. Funzioni della reti Da un punto di vista funzionale vediamo che la loro casa si apre a persone che portano un certo tipo di aiuto, essenzialmente materiale, spesso di tipo specialistico: il gestore di un negozio di alimentari sotto casa a cui di frequente si rivolgono per la spesa a domicilio, una suora per prestazioni infermieristiche, uno specialista privato che spesso va a visitare Giulio, il parroco che in passato aveva inviato qualche volta un volontario per trasportare Giulio. Non possono essere considerati degli aiutanti naturali poiché svolgono il ruolo loro assegnato e riconosciuto. Ma è nella rete familiare che avvengono gli scambi più intensi, di reciprocità, è in questo ambito che viene fornito un tipo di aiuto multidimensionale, esso costituisce la fonte di importanti supporti, quali il supporto materiale ed affettivo, si provvede al soccorso nei momenti di crisi. C’è una presenza molto importante, sempre nella rete familiare, che riguarda la famiglia allargata, il cugino Pier Giorgio, con cui c’è un legame forte e di vicinanza: è da lui che ricevono aiuto materiale, accompagnamento, aiuto affettivo. Tra gli effetti del supporto è soprattutto dal cugino Pier Giorgio che ricevono a livello motivazionale incoraggiamento, a livello normativo influenza positiva. Sullo stato psicologico generale è molto difficile riscontrare effetti significativi dell’aiuto. Infatti per i vissuti depressivi di Maria Laura e lo stato di prostrazione in cui quasi sempre si trova, l’incoraggiamento e la stima di sé vengono recepiti scarsamente, sembra in questo caso più influente il rapporto con la rete secondaria, attraverso quindi gli aiuti di tipo specialistico. In questa rete appare un certo sbilanciamento rispetto alla simmetria degli scambi: due membri, Maria Laura e Giulio, chiedono molto, hanno molti bisogni, e sono in grado di dare poco. Per quanto riguarda le relazioni emerge che i tre fratelli sono molto legati, si aiutano reciprocamente, Maria Laura tiene però a precisare che “siamo anche autonomi, non siamo appiccicati”, lei, nonostante i suoi problemi, si sente in dovere di essere di aiuto per il fratello; questa rete familiare pare aver improntato una serie di rapporti sul carattere della formalità, fa parte della cultura di questa famiglia il senso di autosufficienza, di non dover chiedere, “il timore di disturbare”. Pur in condizioni così gravi non avevano mai pensato di rivolgersi a qualcuno per un aiuto a pagamento o ai Servizi Sociali del Comune. Tra gli eventi critici ricordiamo prima il trapianto in un’altra nazione, poi il successivo rimpatrio, con conseguenti difficoltà di adattamento relative ai due momenti. Per Maria Laura è rimasto molto vivo e presente il ricordo della vita condotta in Svizzera, e forse l’intuizione di una prospettiva di vita diversa che poi non si è potuta realizzare costituisce motivo di rimpianto, quindi si può dire che c’è stata una rottura con il passato, una rottura anche con la madre, dovuta alla sua morte, la quale rimane ancora molto presente nella loro vita. L’operatore fin dalla fase esplorativa sostiene la rete nella ricerca di soluzioni possibili attraverso un percorso di condivisione. Attraverso l’esplorazione di rete si è compiuto subito un importante passo per la rete rispetto alla formulazione del problema. Grazie anche alla presenza di persone nuove durante gli incontri di rete si è arrivati ad una più precisa definizione del loro bisogno, che il cugino formulava come esigenza di “vicinanza umana”, e Maria Laura come “ci vuole un aiuto per me e per mia sorella”. Ipotesi di rete In questa rete la domanda di aiuto viene portata dalla rete familiare con toni che esprimono una grande sofferenza ed un sentimento di solitudine. Si può ipotizzare che sia una situazione ad alto rischio: per la presenza di consistenti problemi di salute di ben due membri della famiglia, per la possibilità di esaurire le forze rimaste al loro interno, per l’eventualità di dover ricorrere in maniera urgente e drastica ad interventi radicali non più realizzabili in ambito familiare quale potrebbe dover essere ad esempio l’istituzionalizzazione per la persona meno autosufficiente, o l’aumento, in frequenza e/o in durata, dei ricoveri per Maria Laura. Infatti la situazione, attualmente tenuta e gestita dalla rete familiare, potrebbe diventare potenzialmente esplosiva qualora la famiglia non fosse più in grado di gestire economicamente, emotivamente, ed a livello organizzativo questo carico. Si ipotizza quindi la necessità di intervenire a due livelli: a livello strutturale ma anche funzionale. Per quanto riguarda il livello strutturale si tratta di aprire la rete ad altri legami, aprire la casa, stimolare la rete ad altre relazioni per accedere a nuove risorse, ad esempio attraverso aiutanti naturali, soggetti del volontariato o aiuti professionali. Riguardo al livello funzionale è opportuno sostenere la rete esistente in un affronto più condiviso delle questioni emergenti favorendo il coinvolgimento dei membri della rete in quanto agiscono legami che sono importanti o che, anche se attualmente non molto consolidati, sono potenzialmente significativi come risorse. Si ipotizza di accompagnare la rete nell’espressione delle resistenze, quali ad esempio quelle che Maria Laura esprime in occasione delle uscite, oppure quando al pensiero di chiedere aiuto, accentua i suoi sintomi depressivi, l’ansia, l’angoscia, facendo così aumentare la tensione del clima domestico, Inoltre si ritiene opportuno sorreggere la rete nell’accettare certe contraddizioni o ambivalenze, quali il riconoscimento del desiderio e della necessità di ricevere un aiuto e la difficoltà ad accettarlo, a fare spazio. Occorre mantenere l’aiuto alla rete nell’elaborazione delle tendenze contraddittorie verso lo statu quo e verso il cambiamento, favorire i suoi movimenti di apertura e accompagnarla nella verifica delle soluzioni messe in atto.