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Luis F. Ladaria
GESÙ CRISTO
SALVEZZA DI TUTTI
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NUOVI SAGGI TEOLOGICI
Collana interconfessionale per la promozione della ricerca teologica
40. M. Semeraro, Mistero, comunione e missione. Manuale di ecclesiologia
41. N. Valentini, Pavel A. Florenskij: la sapienza dell'amore. Teologia della bellezza e linguaggio della verità
42. G. Mazzanti, I sacramenti simbolo e teologia. 1. Introduzione generale
43. C. Rocchetta, I sacramenti della fede. Saggio di teologia biblica dei sacramenti come
«eventi di salvezza» nel tempo della Chiesa. 1. Sacramentaria biblica speciale
44. C. Rocchetta, I sacramenti della fede. Saggio di teologia biblica dei sacramenti come
«eventi di salvezza» nel tempo della Chiesa. 2. Sacramentaria biblica speciale
45. G. Mazzanti, I sacramenti simbolo e teologia. 2. Eucaristia, Battesimo e Confermazione
46. B. Petrà, La Chiesa dei Padri. Breve introduzione all’Ortodossia
47. Y. Spiteris, Salvezza e peccato nella tradizione orientale
48. Papato ed ecumenismo. Il ministero petrino al servizio dell’unità, a cura di P. Hünermann
49. C. Rocchetta, Teologia della tenerezza. Un «vangelo» da riscoprire
50. J. Laffitte, Il perdono trasfigurato
51. M. Neri, La testimonianza in H.U. von Balthasar. Evento originario di Dio e mediazione
storica della fede
52. A. Vaccaro, Perché rinunziare all’anima? La questione dell’anima nella filosofia della
mente e nella teologia
53. Vescovi per la speranza del mondo, a cura di M. Fabri dos Anjos
54. G. Mazzanti, Teologia sponsale e sacramento delle nozze. Simbolo e simbolismo nuziale
55. H. Verweyen, Sacramenti perché?
56. F. Pilloni, Teologia come sapienza della fede. Teologia e filosofia nella crisi ariana del IV
secolo
57. Le Chiese del Novecento, a cura di G. Ruggieri
58. Y. Spiteris, Ecclesiologia ortodossa. Temi a confronto tra Oriente e Occidente. Presentazione di L. Sartori
59. B. Petrà, Preti sposati per volontà di Dio? Saggio su una Chiesa a due polmoni
60. L. Padovese, Lo scandalo della croce. La polemica anticristiana nei primi secoli
61. G. Sgubbi, Dio di Gesù Cristo Dio dei filosofi. Il cristico e il critico
62. L. Bressan, La parrocchia oggi. Identità, trasformazioni, sfide
63. B. Petrà, La penitenza nelle Chiese ortodosse. Aspetti storici e sacramentali
64. F. Franco, La passione dell’amore. L’ermeneutica cristiana di Balthasar e Origene
65. G. Mazzanti, Persone nuziali. Communio nuptialis. Saggio teologico di antropologia
66. N. Madonia, Cristo sempre vivo nello Spirito. Per una cristologia pneumatologica
67. G. Meloni, Lo Spirito Santo in Karl Barth
68. G. Frosini, Babele o Gerusalemme? Teologia delle realtà terrestri: I. La città
69. C. Theobald, La Rivelazione
70. A. Torres Queiruga, Ripensare la Risurrezione. La differenza cristiana tra religioni
e cultura
71. I. Siviglia, Antropologia teologica in dialogo
72. A. Torres Queiruga, Dialogo delle religioni e autocomprensione cristiana
73. G. Tangorra, La Chiesa secondo il Concilio
74. Alfonso Maria Iannucci e la teologia neoscolastica, a cura di V. Di Cerbo
75. A. Milano, Donna e amore nella Bibbia. Eros, agape, persona
76. G. Frosini, Un nuovo volto di Dio?
77. L.F. Ladaria, Gesù Cristo salvezza di tutti
Series Maior
H. de Lubac – G. Benedetti, Mezzo secolo di teologia al servizio della Chiesa. Una corrispondenza teologica
A. Milano, Quale verità. Per una critica della ragione teologica
G. Pasquale, La teologia della storia della salvezza nel secolo XX
Fedeli a Dio, fedeli all’uomo, a cura di A. Gasperoni
Pier Damiani l’eremita, il teologo, il riformatore (1007-2007), a cura di M. Tagliaferri
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GESÙ CRISTO
SALVEZZA DI TUTTI
EDIZIONI DEHONIANE BOLOGNA
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Titolo originale: Jesucristo, Salvación de todos
Traduzione dallo spagnolo di Gianni Pulit
©
2007 San Pablo Madrid
2007 Universidad Pontificia Comillas
© 2007 Luis Francisco Ladaria Ferrer
©
©
2009 Centro editoriale dehoniano
via Nosadella, 6 – 40123 Bologna
EDB®
ISBN 978-88-10-40592-5
Stampa: Sograte s.r.l., Città di Castello (PG) 2009
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Prologo
Sollecitato da voci amiche che non ritengo opportuno ignorare,
mi decido, dopo alcune esitazioni, a riunire in questo volume alcuni
articoli, pubblicati in questi anni (2003-2006). Gli scritti qui raccolti
sono, in larga misura, d’occasione. Tre di essi (uno è il risultato della
fusione di due articoli che, sebbene non identici, sviluppavano tematiche molto simili) corrispondono in origine a conferenze tenute in
diverse località della Spagna e dell’Italia (Santiago de Compostela,
Torino, Madrid); gli altri due sono apparsi in opere collettive in
omaggio a illustri colleghi. Eccetto che in un caso, il tema mi fu suggerito dagli editori e dagli organizzatori dei rispettivi volumi o giornate di studio. Il lettore, pertanto, non si trova davanti a uno studio
sistematico e unitario che sviluppi un tema in forma articolata dal
principio alla fine. Questo, però, non vuol dire che negli articoli ora
citati non vi sia una certa unità.
Nell’attuale dibattito circa l’unicità e l’universalità dell’azione salvifica di Gesù Cristo mi è stato chiesto ripetute volte di affrontare il
tema della salvezza. Perché Cristo è il salvatore di tutti? Perché noi
cristiani dobbiamo mantenere questa pretesa, che non poche volte
risulta inintelligibile e perfino scandalosa a molti dei nostri contemporanei? In realtà, non appena si riflette sulla soteriologia e sull’antropologia cristiana, ci rendiamo conto che ciò che non si può spiegare senza Cristo è la natura stessa della salvezza, che il Nuovo Testamento e l’insegnamento della Chiesa ci presentano come la vocazione e la perfezione ultima di ogni uomo. Nella sua morte e risurrezione egli ha vinto il peccato e la morte e ci ha comunicato la propria
vita in maniera tale che la salvezza che ci offre non può in alcun modo
essere separata dalla sua persona. Per esplicitare fin dal primo
momento questa relazione intima, nel titolo del libro si parla di Gesù
Cristo come salvezza dell’uomo e non semplicemente come suo salvatore. Gesù non ci ha portato dei beni, per quanto grandi si possano
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pensare, che siano estranei alla sua persona. È lui stesso che, con la
sua venuta al mondo, porta tutta la novità, secondo la bella formula
di sant’Ireneo di Lione. Con tutta la sua storia umana, e specialmente con la sua morte e risurrezione, ci rende partecipi della sua stessa
vita, che lui, in quanto uomo, acquista in pienezza nella sua risurrezione con l’essere glorificato dal Padre. La risurrezione e la glorificazione di Cristo, che significano la sua perfezione in relazione alla
natura umana assunta, sono la causa della nostra pienezza. Perché
egli è morto e risorto possiamo passare anche noi, con lui e come lui,
dalla morte alla vita. La salvezza e la pienezza dell’essere umano
sono la partecipazione alla gloria di Cristo, che la possiede nell’umanità assunta nella sua incarnazione e dalla quale non si è separato né
mai si separerà. Per tutta l’eternità il Figlio di Dio esiste come Dio e
uomo, come Figlio eterno del Padre e come Capo dell’umanità.
La tradizione della Chiesa ci ha parlato di un’unione molto intima fra Cristo e tutti gli uomini. Il concilio Vaticano II (GS 22) si è
fatto eco di questo insegnamento quando ha affermato che il Figlio
di Dio, con la sua incarnazione, si è unito in qualche maniera a ogni
uomo. A partire da questo presupposto è impossibile che la vita divina di Cristo capo non sia anche quella del corpo intero. La comunicazione della vita nuova da parte del Signore risorto e l’unione del
Figlio con tutta l’umanità nella sua incarnazione sono due facce inseparabili della stessa medaglia. Nella sua infinita condiscendenza, il
Figlio unico di Dio ha voluto essere il primogenito tra molti fratelli
(cf. Rm 8,29), e così ha associato irrevocabilmente il nostro destino
al suo. In lui, per il dono dello Spirito Santo che ci rende un solo corpo, il genere umano acquisisce l’unione più solida e definitiva. Non
possiamo più separare Cristo dalla sua Chiesa, che è il suo Corpo,
però neppure dal genere umano nella sua totalità, giacché il Signore
si è unito con tutti ed è morto e risorto per tutti. Cristo è il salvatore
di tutti perché, in quanto Figlio incarnato, è l’unico che possa portare i figli al Padre (cf. Gv 14,6). Non si possono separare il cammino
e il destino finale. Solo il Figlio, in forza del suo Spirito, ci può fare
figli di Dio in pienezza. Solo in unione con lui, «uomo perfetto» (GS
22.41), noi uomini raggiungiamo la pienezza. D’altra parte, Gesù
deve condurci necessariamente al Padre dal quale lui stesso è venuto e al quale si sente congiunto in tutti i momenti della sua vita e a
cui ritorna dopo aver portato a termine l’opera che lo stesso Padre
l’aveva incaricato di compiere. Gesù, il Figlio, ci rende figli di Dio in
lui. Solo così partecipiamo alla vita del Dio uno e trino, Padre, Figlio
e Spirito Santo. Questa è l’unica vocazione divina di ogni uomo. Per
vie che Dio solo conosce, lo Spirito Santo dà a tutti la possibilità di
essere associati al mistero pasquale (cf. GS 22). Noi cristiani siamo
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stati associati a questo mistero di morte e di risurrezione nel nostro
battesimo. Per nessun essere umano può essere indifferente questa
incorporazione a Cristo e alla sua Chiesa. L’influsso salvifico di Gesù
e del suo Spirito, però, non conosce frontiere. La mediazione di Cristo è universale. E inoltre Gesù, l’unico mediatore, non può mai essere considerato una tappa da superare. Solo uniti a lui abbiamo già in
questo mondo le primizie della vita di Dio e solo in lui l’avremo in
pienezza nella consumazione escatologica. La salvezza in Cristo è
possibile per tutti gli uomini, e nell’orizzonte della riflessione teologica può perfino affiorare la speranza che questa salvezza raggiunga
di fatto tutti. Si snaturerebbe però la salvezza stessa se si volesse
affermare la sua assoluta certezza e se si allontanasse dalla nostra
vista la possibilità della perdizione. Dio ci offre la sua pienezza in un
atto d’amore senza limiti che può essere accettato solo nell’amore.
La nostra libera corrispondenza all’amore divino è una dimensione
essenziale della salvezza cristiana. Da ciò la possibilità – tremenda –
di dire no che si apre a ogni essere umano.
Non è estraneo alla questione della salvezza in Cristo il problema antropologico fondamentale della relazione fra l’essere umano e
Cristo già a partire dalla creazione. Cristo, immagine del Dio invisibile, è il modello dell’uomo. Dio modella il primo Adamo con i tratti che a suo tempo rivestirà il secondo. Con le opportune distinzioni,
che è doveroso fare, è indubbio che, già per il fatto stesso della creazione, dato che questa si è realizzata in Cristo e per Cristo, non c’è
nessun uomo che gli sia del tutto estraneo e che non sia toccato dalla sua luce (cf. Gv 1,9). Se la salvezza, sempre gratuita e immeritata,
non dev’essere un qualcosa di estrinseco all’uomo, Cristo non dev’essere solo l’ultima parola sull’essere umano, ma anche la prima. La
salvezza, in tutta la sua imprevedibile novità, deve condurre l’uomo
alla sua intrinseca pienezza. La presenza di Cristo nella definizione
stessa dell’uomo, la vocazione iniziale dell’essere umano di conformarsi a lui, sono in relazione molto diretta con la mediazione unica
e universale di Cristo. Già il Nuovo Testamento ci invita, e non senza motivo, a inquadrare in un solo sguardo la mediazione creatrice e
quella della salvezza (cf. Col 1,15-20). Le due si implicano a vicenda.
Ci può salvare e portare alla pienezza solo chi sta all’origine di quanto siamo, e a sua volta questa origine è pensata da sempre con lo
sguardo fisso nella perfezione finale del Risorto. La dottrina circa
l’immagine e somiglianza divina che parte da Cristo come immagine
del Dio invisibile (cf. Col 1,15; 2Cor 4,4) ha, senza dubbio, molti punti di contatto con quella dell’universalità della mediazione salvifica.
Tanto il magistero che la teologia degli ultimi decenni si sono occupati in diverse occasioni della rilevanza «protologica» della cristolo7
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gia, così decisiva in epoca patristica, che era stata in parte dimenticata nel corso dei secoli. L’incarnazione, morte e risurrezione di Gesù
costituiscono il centro del disegno divino. Alla luce di questo centro
si deve comprendere la creazione del mondo e dell’uomo. E nel contempo, da questo centro, e solo da esso, scaturisce per gli uomini il
dono dello Spirito che ci rinnova e che è pegno di vita eterna, primizia della nostra pienezza escatologica.
La mediazione universale di Gesù e la rilevanza della cristologia
per la dottrina della creazione dell’uomo1 sono i temi fondamentali
che da diversi punti di vista e con alcune variazioni si affrontano negli
articoli riuniti in questo libro. Nella preparazione della presente pubblicazione due dei lavori precedenti, come si è già indicato, sono stati oggetto di una fusione (attuale cap. 3). Rispondendo in parte a problemi identici, aveva poco senso presentarli qui giustapposti.2 Gli altri
hanno subìto solo lievi modifiche: si è aggiornata la bibliografia, si
sono aggiunti alcuni dati e se ne sono eliminati o ridotti altri.
Dovendo affrontare temi identici o simili da diversi punti di vista,
è naturale che, malgrado le modifiche cui ho appena alluso, si incontrino ancora delle ripetizioni. Nonostante tutto ho deciso di mantenerle per una ragione che il lettore comprenderà facilmente: eliminarle tutte avrebbe significato snaturare i diversi articoli, convertirli
in semplici frammenti e, simultaneamente, moltiplicare i riferimenti
interni. Gli stessi dati, le stesse citazioni, svolgono funzioni distinte in
differenti contesti. Non sempre è inutile ritornare sullo stesso argomento da angolazioni e prospettive diverse. Ogni articolo, con l’eccezione già segnalata, mantiene così la propria configurazione e, integrato nell’insieme, può essere completato o illuminato con quanto si
dice negli altri saggi.
Spero non risulti del tutto inutile l’intento di mettere con più facilità alla portata di molti lettori questi articoli che, altrimenti, possono risultare di difficile, se non impossibile, localizzazione. La mia gratitudine a quanti hanno reso possibile l’impresa.
1 Al primo tema rispondono i lavori che ora compaiono nel terzo, quarto e quinto capitolo. Al secondo quelli che compaiono nel primo e secondo capitolo. L’ordine
è semplicemente quello cronologico.
2 Desidero ringraziare Ángel Cordovilla per il suo paziente lavoro nella fusione
di questi due lavori precedenti.
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