Eccomi, manda ME... - Azione Cattolica Bologna

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Eccomi, manda ME... - Azione Cattolica Bologna
Azione Cattolica dei Ragazzi
Bologna
“Eccomi,
manda ME...”
(Is. 6,8)
Due Giorni di Avvento per Ragazzi e Ragazze
INTRODUZIONE
Le notizie buone esistono, vanno colte, accolte e portate agli altri.
Il ragazzo si ritrova a essere “profeta” nella sua vita, nella sua ordinarietà, nei luoghi che frequenta,
dentro le sue relazioni...
ogni cristiano in forza del suo battesimo è chiamato a rispondere alla chiamata di Dio ad essere
profeta.
Ma chi è questo profeta? Il profeta è colui che cammina insieme agli altri, verso la meta, con la
torcia in mano. Il camminare è immagine dell'essere: io sono in quanto persona viva in movimento,
che cresce, scopre cose nuove, sceglie, sta in relazione, ama, soffre, fatica...
la meta è rappresentata da Dio e dal Regno di eternità che ci ha promesso, ma la meta possono
essere anche i mini obbiettivi che ogni giorno, durante l'anno e in ogni stagione della vita, i ragazzi,
più o meno consapevolmente, si danno e che cercano di raggiungere: Dio è anche in questi
obbiettivi, se sono santi e volti al bene nostro e degli altri; la torcia rappresenta la luce con la quale
i ragazzi illuminano il loro cammino e che mettono a disposizione degli altri, illuminando il sentiero
nel quale stanno camminando.
Il ragazzo si può così scoprire potenziale profeta nella sua vita, per se e per gli altri, capace cioè di
scorgere i segni di Dio nel mondo che abita.
Durante questo Avvento vogliamo aiutare e accompagnare i ragazzi a scoprirsi profeti nelle loro
vite, nelle loro relazioni, nei loro ambienti di vita quotidiana.
Per fare questo, abbiamo pensato di lasciarci affascinare dal Profeta Isaia, una figura che
sicuramente conosciamo per “sentito dire” (pensiamo alle prime letture delle domeniche di
avvento), ma che forse abbiamo sempre lasciato in disparte perché ritenuto un po'... “antico”.
Certo, anche lui ha già i suoi annetti, ma la sua opera e il suo stile di vita è attuale come non mai!!!
Ora però tocca a voi... tutti in carrozza... si parte!!!
Buon Viaggio!!!
-L'Equipe ACR-
LA STRUTTURA DELLA DUE GIORNI
Sabato
 Gioco di lancio
 Attività
 Veglia
Domenica
 Ritiro
 Messa
NB: questo che avete tra le mani è un sussidio fatto e pensato da un gruppo di giovani che come
voi seguono ragazzi in parrocchia e vivono il servizio dell'essere educatori... ma non pensiate che
sia da seguire passo passo... l'invito che vi facciamo è quello di leggerlo e cogliere il significato e il
senso della proposta, poi non abbiate paura di dare spazio alla vostra fantasia!!!
GIOCO
“Svegliati, o Acaz!”
Obbiettivo: introdurre le figure di Isaia e Acaz, in modo che i ragazzi scoprano "attivamente" qual
è stata la loro storia.
Il gioco: I ragazzi vengono divisi in quattro squadre, ognuna delle quali dovrà scegliere un
componente che abbia il ruolo di Isaia e uno che abbia il ruolo di Acaz. Tutte le squadre
giocheranno in uno stesso campo, ma si sfideranno a coppie.
Lo scopo del gioco è che il componente con il ruolo di Isaia riesca a raggiungere Acaz, dalla parte
opposta del campo, per poterlo "svegliare". Il tutto può essere impostato come una partita a
bandiera genovese, magari usando uno scalpo.
Il gioco ad un certo punto verrà interrotto e entrerà in scena Isaia (impersonato da un Educatore),
vestito con abiti del tempo e ben agghindato.
L'idea che vi lanciamo è quella di presentare ai ragazzi la figura di questo profeta in modo
semplice e divertente.
In fondo al sussidio trovate in allegato una piccola intervista/copione che vi può essere utile per
strutturare questo passaggio.
ATTIVITA'
"Impariamo ad essere profeti"
Obbiettivo: lo scopo di questo momento è stimolare i ragazzi a vedere, nella loro quotidianità, le
cose belle anche in un mondo che sempre di più ci mette davanti brutte notizie. È quindi
importante che si allenino a distinguere le brutte notizie da quelle belle.
Prima Parte: la bellezza nel mondo
I ragazzi vengono divisi in gruppi. Ad ogni gruppo vengono consegnati quotidiani e riviste: la sfida
di ciascuno è riuscire a trovare le notizie belle, che secondo loro possono donare un sorriso o
portare gioia a chi le legge, oppure cercare le notizie che all'apparenza sembrano brutte ma che
possono avere dei risvolti positivi. Sarebbe bello alla fine di questo momento realizzare un
cartellone con quello che ciascun gruppo ha trovato.
Seconda parte: la bellezza nella mia quotidianità
A ciascun gruppo viene presentata unna situazione "critica", magari con un video, una mail o una
lettera che ricevono da qualcuno a loro caro, uno stralcio di un film. A quel punto un educatore
propone una possibile soluzione, magari non scontata, mentre un altro spiega i motivi per cui
questa soluzione non sarebbe affidabile. Ai ragazzi spetta poi confrontarsi sull’opportunità o meno
di fidarsi, caso per caso. L'obiettivo è riflettere sul fatto che a volte non bisogna lasciarsi
sconfiggere dalle brutte notizie, bensì dare fiducia ed esporsi, per poi riuscire a trarre il meglio da
ogni situazione (anche se ci viene sempre più facile dare credito alle notizie brutte anziché a
quelle belle). Per equilibrare meglio l’attività, si possono inserire, accanto a situazioni in cui ha un
senso fidarsi della soluzione proposta, situazioni in cui sarebbe avventato (come quelle cure o
diete alternative che in realtà hanno effetti collaterali devastanti, oppure problemi economici che
sembrerebbero risolversi con facili prestiti in realtà usurari): anche su questo si possono far
riflettere i ragazzi.
VEGLIA
“Chi manderò e chi andrà per noi?”
L'Avvento è il periodo che ci porta verso il Natale: è pieno di momenti importanti e significativi, che
servono a spiegare e preparare il mistero della nascita di Gesù. Uno dei temi su cui ci si sofferma
più spesso è l'annuncio, cioè l'annuncio del Natale. Gli angeli annunciano ai pastori, i pastori
riferiscono in giro ciò che hanno visto e udito...
Dall'Antico Testamento si parla della venuta del Messia, e questi pre-annunciatori erano i profeti.
Tutta la storia del popolo ebraico è un susseguirsi di profeti che cercano di mantenere o
recuperare il popolo di Dio nella fede, di guidarlo durante le difficoltà.
Come si diventa profeti? Cosa avevano di speciale, di differente da chi avevano intorno?
Nel pomeriggio ai ragazzi è stato presentato il profeta Isaia, il primo dei profeti maggiori, citato
spesso anche nei Vangeli. La sua vocazione è quasi spettacolare: nel tempio, avvicinato dai
Serafini, vede il Signore e sperimenta la grandezza di Dio. In quel momento la sua vita cambia.
Conosceva anche prima la storia del suo popolo e la legge di Mosè, ma la sua vocazione inizia
quando vede la luce ed accetta la missione che gli viene affidata. Il primo passo per diventare
profeta è quindi il riconoscimento della bellezza di Dio nel creato.
Obbiettivo: chiediamo ai ragazzi di “diventare profeti” nella loro vita, cercando le buone notizie, le
cose belle che la abitano e a riconoscerle come segno della presenza di Dio che cammina in
mezzo a loro.
Cose tecniche: La veglia si divide in tre momenti. Gli spazi sono di preferenza il sagrato e l'interno
della chiesa (ma va bene anche una sala grande, se non è possibile altrimenti) per creare un
ambiente suggestivo che aiuti la riflessione. Ai ragazzi serve solo avere con sé una torcia.
Primo momento
(esterno, al buio, solo gli educatori hanno la torcia accesa).
Si legge il brano di Isaia Is 7, 1-17 e quello della venuta dei magi Mt 2, 1-12
A questo punto si accende una luce sopra l'altare, in modo che la chiesa rimanga comunque in
penombra, ma l'altare bene illuminato (va bene anche una torcia puntata).
Secondo momento
(interno, alla luce della torcia sull'altare).
Viene quindi spiegato loro il parallelismo fra i due brani: sarebbe carino poter farlo a due voci,
oppure attraverso un racconto o un'intervista. Lasciamo molto spazio alla vostra fantasia di
educatori.
 Isaia è un sacerdote, conoscitore della Legge, riconosce la grandezza di Dio e decide di
seguirlo; i magi sono astronomi-sacerdoti, quando vedono la stella riconoscono in essa
l'annuncio del Salvatore.
 Entrambi, in un periodo di difficoltà del popolo ebraico, partono verso il loro re per dare la
buona notizia della salvezza di Israele.
 Acaz ed Erode, hanno perso la fede e non ascoltano le parole dei profeti.
 La legge e la storia ebraica erano conosciute da tutti, ma solo Isaia si fida; la stella è in
cielo visibile a tutti, ma solo i magi iniziano a seguirla.
Questo è l'essere profeti: essere attenti ai segni che Dio ci manda ed iniziare a seguirli.
Dopo aver ascoltato la spiegazione delle due figure che abbiamo incontrato, i ragazzi sono invitati
a meditare sulla loro vita, sulle stelle che hanno incontrato e seguito, sui segni che Dio ha sparso
con amore nella loro vita, sui momenti nuvolosi dove scorgere una stella è veramente dura... nella
vita si è sempre un po' Isaia e un po' Acaz, un po' Magi e un po' Erode... i ragazzi pensano a
quando si sono fatti profeti con slancio e voglia di fare, e quando invece sono rimasti nei loro
palazzi convinti di stare bene così e che qualcosa di nuovo prima o poi busserà alla loro porta,
senza dover fare troppa fatica!
Durante questo tempo di meditazione personale, si possono fare canti adatti tipo canoni.
Terzo momento
Quando un ragazzo ha terminato la sua meditazione, in silenzio si pone sotto l'altare con la sua
torcia in mano accesa, illuminando la chiesa.
Questo gesto rappresenta come la luce di Dio ci illumina e grazie a noi si moltiplica e propaga
attorno a noi.
Al termine della veglia, infatti, tutti i ragazzi saranno sotto l'altare dentro una chiesa illuminata da
loro stessi.
RITIRO
“Prove di profezia”
Messaggio: Con la nascita di Gesù una luce è entrata nel mondo, e ha rischiarato le tenebre ed è
arrivata fino a noi. Di anno in anno la Chiesa ci annuncia che è Natale. Noi lo annunciamo ai
ragazzi, ma questo annuncio spesso muore sulle nostre labbra o nelle orecchie di chi ci ascolta.
Questo annuncio ha mosso a camminare invece un popolo, e sempre lo muove. Desideriamo
allora nel ritiro farci bruciare da questo annuncio per poi saperlo riannunciare, per sapere
accenderlo nel cuore dei nostri amici, delle nostre comunità.
Il ritiro ha una prima parte più celebrativa in cui leggiamo la vocazione di Isaia, che si offre per
portare quella parola che ha purificato le sue labbra. Vogliamo incarnare questo annuncio e
affidare ai ragazzi una parola che bruci, vogliamo aiutare ciascuno a dire il suo eccomi.
Nella seconda parte, ci mettiamo in ascolto personale del fuoco che l’annuncio del Natale
accende nei nostri cuori: un annuncio di luce, di gioia, di liberazione e di pace.
Nella terza parte con l’aiuto degli educatori, prepariamo incarnazioni di questo annuncio,
pensiamo con i ragazzi a come lo vorremo proporre ai ragazzi che non lo conoscono, a chi è nelle
tenebre. Facciamo esercizio di profezia, cerchiamo il modo di condividere l’annuncio.
I frutti di questa ultima parte possono essere poi condivisi a casa nella modalità (es: durante la
messa del giorno o della notte di Natale, in piazza la vigilia di natale…) che ogni gruppo riterrà
opportune.
Prima parte:
“Eccomi…”
Dal libro del profeta Isaia (6,1-6)
Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo
manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano degli angeli; ognuno aveva sei ali: con due si
copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. E dissi: "Ohimè! Io sono perduto,
perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti".
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con
le molle dall'altare. Egli mi toccò la bocca e disse: "Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è
scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato”.
Io udii la voce del Signore che diceva: "Chi manderò e chi andrà per noi?". E io risposi: "Eccomi,
manda me!". Egli disse: "Va' e parla a questo popolo”.
 Isaia vive un momento di crisi del popolo: la lontananza da Dio, la disobbedienza
all’alleanza, il volgersi ad altri dei hanno fatto soccombere Israele che ora è assediato dai
nemici. E’ un tempo di sconforto, di sfiducia, di buio. Isaia in questo tempo vede Dio, ma
non è un privilegio fine a se stesso, non è premio per il suo essere diverso. E’ per Isaia,
che si sente unito nella colpa a tutto il popolo, il momento in cui dire “Eccomi” a una parola
bruciante che gli è posta sulla bocca, il momento in cui diventare portatore di una parola di
luce, di speranza, di riconciliazione.
 Inseriamo nella preghiera del mattino questa lettura come introduzione al ritiro, attraverso
un gesto simbolico: consegniamo così il sussidio del ritiro, come un carbone ardente posto
sulle nostre labbra. (su come realizzare questa parola carbone ardente lasciamo alla vostra
fantasia)
 A questo momento aggiungiamo, una sorta di chiamata, di presa di coscienza che la parola
ricevuta sulle labbra non è per noi ma va annunciata. Per cui si può ipotizzare come finale
della preghiera, una piccola liturgia di invio, perché i ragazzi sentano l’importanza del
momento. E’ grazia la parola che ci è annunciata, è grazia l’essere mandati a condividerla,
una volta che questa parola ha infiammato i nostri cuori.
Si può ripetere la domanda del Signore: “Chi manderò e chi andrà per noi’” e i ragazzi uno alla
volta rispondono: “Eccomi, manda me” e sulle labbra è posto il “Carbone ardente”della Parola.
Brano del ritiro da consegnare:
Dal libro del profeta Isaia (9,1-6):
Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra
tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a
te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo
aguzzino, come nel giorno di Madian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava
rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo
nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli
viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre. Questo farà lo zelo
del Signore degli eserciti.
Seconda parte:
(momento personale)
“Viaggiando verso Te...”
1) Viaggiando nella luce
Dal libro del profeta Isaia:
Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra
tenebrosa una luce rifulse.
Dal vangelo secondo Luca
C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte
facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore
li avvolse di luce…
…I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto,
com'era stato detto loro.
Una parola che illumina:
 Gesù viene per esser luce per le mie tenebre; tenebra è ciò che mi oscura la vista, che non
mi fa vedere oltre me stesso, che mi disorienta. Cerca in te una tenebra e affidala a Gesù.
2) Viaggiando nella gioia
Dal libro del profeta Isaia
Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si
miete e come si esulta quando si divide la preda.
Dal vangelo secondo Luca
Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi
da grande timore, ma l'angelo disse loro: "Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che
sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”
Una parola che dà gioia:
 Gesù è fonte di Gioia, Gioia vera e piena. Quale gioia abita la tua vita? Quale gioia sogni?
La gioia non è il semplice, ma importante essere felice e stare bene, ma è qualcosa che
mette in moto un contagio. Pensa a cosa porta Gioia alla tua vita e affidala al Signore.
3) Viaggiando nella libertà
Dal libro del profeta Isaia
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo
aguzzino, come nel giorno di Madian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava
rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Dal vangelo secondo Matteo
Apparve in sogno a Giuseppe un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non
temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo
Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo
dai suoi peccati”.
Una parola che libera:
 Gesù libera, lui è libero e liberante. Libertà che non significa fare tutto ciò che vogliamo, ma
essere protagonisti di quello che viviamo e che facciamo perché lo abbiamo scelto e
accolto. Pensa a quando nella tua vita ti sei sentito legato da qualcosa e da qualcuno e
affidalo a Gesù.
4) Viaggiando nella pace
Dal libro del profeta Isaia
Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo
nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli
viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre. Questo farà lo zelo
del Signore degli eserciti.
Dal vangelo secondo Luca:
Subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: "Gloria
a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”.
Una parola che dona pace:
 Gesù è pace! La sua compagnia e la sua presenza donano pace e serenità. Davanti a Lui,
a fine fine di questo momento personale, pensa a una cosa che ti inquieta, che ti fa paura,
che ha bisogno di sentirsi dire “Non temere!”. Affidala al Signore che illumina, sorride, libera
e dona Pace!
Terza parte
In questa parte i ragazzi raggiungono quattro educatori con i cartelli: Luce, Gioia, Libertà e Pace. I
ragazzi scelgono liberamente con quale parola andare. Compito di questa attività è che, partendo
dalla risposta che hanno dato alla domanda precedente sulla parola scelta, si pensa insieme come
tradurre oggi il Natale di Gesù. Il frutto del lavoro può essere condiviso nella messa.
Si possono trovare dei testi da accompagnare, per comprendere meglio e avere qualche esempio
di rilettura del Natale.
Allegato n. 1
Intervista a Isaia
Isaia: Fermatevi! Che cosa state facendo?
Educatore 1: E tu chi sei? Cosa vuoi? Cosa fai? Da dove vieni?
Isaia: Mi chiamo Isaia. Mi manda il Signore. Sono un profeta.
Educatore 2: Un pro-che cosa?
Isaia: Pro-fe-ta.
Educatore 2: E che cosa vuol dire?
Educatore 1: Ma dai, sì, lo sanno tutti, il profeta è quello dell’oroscopo, che indovina quello che
succederà…
Isaia: Fammi il favore di non confondere i ciarlatani con i profeti! Il profeta è un uomo che parla per
conto di Dio.
Educatore 1: Ma quindi è Dio che ti manda?
Isaia: Certo. Io ho visto il Signore, in tutta la sua gloria e a quel punto mi sono addolorato perché
mi sono reso conto di avere le labbra impure, di essere un peccatore.
Educatore 2: E poi che cosa è successo?
Isaia: Uno dei serafini è volato a purificarmi le labbra con un carboncino, dicendomi che il mio
peccato era perdonato. A quel punto il Signore ha chiesto “Chi manderò a parlare in mio nome?”. E
io, non saprei dirti perché, forse solo perché mi sentivo pieno di fiducia in Dio e di preoccupazione
per il mio popolo, comunque, insomma, mi sono offerto. E il Signore mi ha mandato a parlare al
popolo d’Israele, che è devastato dalle guerre e dalle invasioni.
Educatore 1: Ma quindi tu senti la voce di Dio in un orecchio e poi la ripeti?
Isaia: Non direi che funziona così! Diciamo che essere profeti significa aver imparato a non
fermarsi davanti alle notizie tragiche e preoccupanti ma saper guardare oltre, consapevoli che Dio
non abbandonerà il suo popolo. Significa saper vedere segni di speranza anche quando ogni
battaglia sembra perduta… E questo non posso tenermelo per me! Io ci sono per portare questa
speranza a tutto il popolo. È come quando hai un lumino acceso in mezzo alla bufera: con quello
devi provare ad accendere i lumini di tutte le altre persone, che brancolano nel buio.
Educatore 2: Ma sei sposato? Hai dei figli? Oppure te ne vivi tutto solo in una caverna?
Isaia: Ma mi vuoi spiegare che cosa c’entra questo? Sembri i ragazzi che parlano di calcio quando
sono al gruppo… Comunque sì, sono una persona normale, ho una moglie e due figli. Ma adesso
basta con le chiacchiere! Voglio parlare con Acaz, il vostro re.
Acaz: Eccomi, che cosa vuoi?
Isaia: Acaz, tu sei preoccupato e impaurito perché gli eserciti di Aram e di Samaria stanno
marciando contro Gerusalemme. Tu e il tuo popolo siete agitati, terrorizzati e vi preparate
all’assedio nella disperazione. Ebbene, io ti dico: chiedi al Signore tuo Dio un segno, dal cielo, o
dalle profondità della terra, e così avrete conferma che Lui non vi abbandona.
Acaz: No, Isaia, chi sono io per scomodare il Signore? Mi hanno insegnato che non è bello
chiedere sempre cose a Dio, metterlo sempre alla prova. Perché dovrei essere così maleducato?
Isaia: Sei un falso ipocrita bugiardo, e sei anche meschino! Tu non dici così per rispetto, ma solo
perché manchi di fiducia in Dio! Perché non credi affatto che Lui possa salvarti! Ebbene, sai cosa ti
dico? Che Dio un segno ve lo darà lo stesso, perché il Signore è più grande anche della vostra
durezza di cuore e della vostra stupidità. Ecco, ci sarà una giovane, che darà alla luce un figlio. Lo
chiameranno Emmanuele. Mangerà panna e miele finché imparerà a distinguere male e bene.
Così su questo popolo, che, dietro a te, Acaz, cammina nelle tenebre e nell’angoscia, splenderà
una grande luce, che li riempirà di una gioia grandissima. Questo bambino nascerà per tutti noi.
Regnerà, come erede di Davide, e il suo regno sarà un regno di pace per sempre. Lo chiameranno
consigliere ammirabile e principe della pace, padre per sempre e Dio potente. E così, sul tronco di
Iesse, che è la tua famiglia, Acaz, e che si sta seccando, sorgerà un germoglio, piccolo ramo
verde, che però verrà cercato e desiderato da tutti i popoli. Riceverà in abbondanza i doni dello
Spirito e sarà pieno di giustizia. E finalmente ci sarà la pace, e finiranno guerre e esili, ma non per
merito tuo Acaz, ma perché il Signore è più buono e più grande della nostra meschinità. L’ha detto
e lo farà. Abbiate fede! Addio!