Poste Italiane Spa - Spedizione in ap DL 353/2003 (conv

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Poste Italiane Spa - Spedizione in ap DL 353/2003 (conv
Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46), Art. 1, comma 1, DCB-Modena
€ 4,00
SOMMARIO
Assemblea Enc
di Alessandro Serena
I Fratellini
p. 4
Il circo alla Fenice
di Alessandro Serena
p. 23
di Flavio Michi
p. 24
Circusfans on line
p. 13
Circo
Web Site: www.circo.it - E-mail: [email protected]
Nuova serie - Anno XXXVIV - N. 3 Marzo 2007
Direttore responsabile Egidio Palmiri
Redazione Alessandro Serena, Claudio Monti
Collaboratori
Serena Bassano, Roberta Battistin,Dario Duranti, Roberto Fazzini, Antonio Giarola,
Luciano Giarola, Jordì Jané, Michele Laganà, Ruggero Leonardi, Massimo Malagoli,
Flavio Michi, Francesco Mocellin, Alessandra Litta Modignani, Ettore Paladino.
Con la collaborazione di
Circus Zeitung (Germania)
Circus Planet (Germania)
Direzione, redazione, pubblicit , amministrazione
Ente Nazionale Circhi - Via Garbini 15, 37135 Verona
Tel. 045-500682 - Fax 045-8233483
Registrazione Tribunale di Livorno n. 344 del 25.5.1980
Pubblicit Inferiore al 45%
Progetto grafico La Cage aux Folles Modena
Fotolito e Stampa Italiana Produzioni - Castelfranco Emilia
Abbonamento 2006
Italia: 30 euro; estero: 40 euro.
Versamento sul ccp di Verona 55814610 (specificando la causale)
Intestato a: Ente Nazionale Circhi,
Via di Villa Patrizi 10, 00161 Roma.
Tutti i diritti di propriet sono riservati.
Fotografie e manoscritti non richiesti
non saranno restituiti.
di Alberto Fontanella
Amici del circo in rete
p. 10
Stato e Circo
di Nerea Colonnelli
p. 16
Artistes da Bouglione
p. 8
Romualdo Simili
di Ruggero Leonardi
di Massimo Lo curatolo
di Dario Duranti
p. 26
Mezzo secolo di presidenza per Egidio Palmiri
e nuovi traguardi per l’Enc. A cavallo nel Gran
Teatro La Fenice. Nerea Colonnelli traccia una
dettagliata fotografia del settore di ieri e di
oggi. Il clown Romualdo Simili e i Fratellini
attraverso il ritratto di Ruggero Leonardi e la
“traduzione” di Massimo Locuratolo. Artistes
al Cirque d’Hiver. Tracce di segatura sul web:
due casi di successo. Non delude il piccolo
festival di Monte Carlo.
In copertina: L ingresso di Mario Luraschi nel Teatro La Fenice (pag. 8)
Foto di Michele Crosera
Enis Togni consegna le onorificenze al presidente Palmiri
ENC
Era il 1954 quando per la
in questo lasso di tempo
prima volta Egidio Palnella categoria circenmiri veniva eletto
se? Palmiri nella
presidente delsua relazione ha
l’Ente Nazionale
parlato di orgoglio per gli obCirchi. È pasbiettivi raggiunti
sato mezzo see rammarico per
colo, si sono
di Alessandro Serena
quelli falliti. Tensuccedute tre o
tiamo un bilancio
quattro generazioni.
della sua “gestione
Sei papi. Nove presidenti
record” dell’Enc, iniziando con
della Repubblica. Una cinun parallelo con l’estero. Non esiste in
quantina di Governi (ma il numero è in
continua crescita). È cambiato il modo di vivere. Cin- tutto il mondo un’associazione di imprenditori anche solo
quant’anni fa gli associati dell’Enc per comunicare ai loro lontanamente paragonabile. Non in Francia, dove il circo
famigliari il nome del nuovo presidente dovettero prenotare è tenuto nella massima considerazione dagli organismi
una chiamata in teleselezione. Questa volta è bastato un centrali. Non in Germania dove il mercato circense e
sms. Nel frattempo siamo andati sulla Luna e paracircense è forse il più ricco del mondo. Nell’Italia, di
mandato un robot su Marte. E il computer ha solito fanalino di coda nelle classifiche di ogni tipo, fa
mutato il nostro modo di vivere. Cosa è cambiato eccezione questo particolare primato. Senza timore di
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smentite si può affermare che l’Ente Nazionale Circhi sia
un caso unico al mondo.
In merito ai rapporti con le istituzioni centrali, il 21 aprile
1968 la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
pubblicava la legge numero 337. Da questo momento in
avanti si susseguono una serie di “conquiste” importantissime dal punto di vista normativo.
E oggi? Palmiri ha ricordato come il nuovo Ministro Francesco Rutelli si sia presentato con ottimi intenti, integrando
subito 50 milioni di euro al FUS e promettendo di continuare
in questa direzione negli anni a venire. L’Ente ha instaurato
ottimi rapporti con il vice sindaco di Roma Monica Cirinnà
(attiva animalista) e sta tentando di fare lo stesso con il
Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. Più in
generale quando un Dicastero deve emanare un provvedimento che in qualche modo riguarda il settore, non manca
di interpellare l’Associazione, come fanno i principali
Comuni italiani. Per capire in quale conto sia tenuta dagli
organismi centrali basti ricordare che di recente l’Ente
Nazionale Circhi è stato autorizzata a rilasciare le dichiarazioni di qualifica richieste dal Ministero del lavoro per
gli artisti stranieri. Ma lo spirito di Palmiri resta liberale e
meritocratico. Se uno spettacolo piace al pubblico lo stato
deve agevolare piuttosto che sostenere. Invece dei contributi
propugna una politica di sgravi fiscali e di agevolazioni.
Come riduzioni sul costo del carburante, dell’energia
elettrica, delle aree pubbliche. Ha ottenuto il rimborso
degli oneri previdenziali (di Enpals, Inps e Inail), partendo
dal 30% per arrivare sino al 75%, prossimo obbiettivo il
90%. E l’Enc ha ottenuto di cambiare più volte la metodologia di attribuzione dei contributi, segnalando di volta in
volta modifiche al passo con i tempi e col mutare del
“Novità importante è una più convinta adesione all’ECA, l’Associazione Europea dei
Circhi”.
panorama. Anche col rischio di lacerazioni interne, come
nel caso del famigerato “rinnovo attrezzature”. Non ha
mancato di prendere delle posizioni difficili come la
battaglia per l’esonero dall’obbligo del registratore di
cassa. Prossimo importante obbiettivo, la redazione e la
stipula di un contratto nazionale dei lavoratori che permetterà, oltre alla tutela dei diritti del personale, anche un
migliore controllo delle pratiche di assunzione.
Un momento dell Assemblea che si
tenuta presso l Agis
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Insomma, mezzo secolo i cui risultati sono sotto gli occhi
di tutti e l’attività dell’associazione di categoria è stata un
tutt’uno con quella del presidente. Che pare godere di
gran stima anche presso alti livelli della Repubblica, visto
che ha di recente ricevuto il titolo di Grand Ufficiale e le
onorificenze gli sono state date dal consigliere anziano
Enis Togni durante l’assemblea.
Fabio Montico
“Le cariche sociali sono state confermate
con poche eccezioni, fra le quali la presenza
di Fabio Montico, fra i responsabili del successo del Festival del Circo di Latina”
In quanto all’assemblea, si è trattato di una tra le più
tranquille di sempre. Il dibattito si è limitato al riscontro
dell’esigenza di riscrivere le regole di alternanza dei
complessi nelle piazze. A tale riguardo, il regolamento
interno dell’Enc risale a 15 anni or sono, come segnalato
dallo stesso Palmiri. Nel frattempo il numero dei complessi
attivi è quasi raddoppiato e di conseguenza sono mutate
le problematiche. Per questo verrà formata una commissione che presenterà poi al Consiglio la proposta di un
nuovo regolamento.
Novità importante è una più convinta adesione all’ECA,
l’Associazione Europea dei Circhi. La presidenza dell’ente
continentale è stata assunta da Urs Pils e ci sono ora tutti
i presupposti affinché possa farsi sentire in Europa. Uno
dei primi passi di Pils è la formazione di un consiglio
direttivo forte, del quale è stato invitato a far parte anche
lo stesso Palmiri.
In merito ai conti, il bilancio consuntivo del 2006 è tornato
in attivo e il preventivo 2007, pur con metodi prudenziali,
indica già un pareggio.
Si trattava di un’assemblea elettiva, ma dopo un inizio del
genere il risultato delle elezioni pareva scontato. Le cariche
sociali sono state confermate con poche eccezioni, fra le
quali la presenza di Fabio Montico, fra i responsabili del
successo del Festival del Circo di Latina, che diventa il
più giovane consigliere di questa tornata.
Al termine della propria relazione Palmiri aveva detto: “Il
merito maggiore dei buoni risultati è vostro. Se non mi
aveste seguito ed appoggiato non avremmo raggiunto
nessun obbiettivo. Oggi vi confermo che finché avrò salute,
fiducia e la vostra stima, sarò qui per aiutarvi.” C’è da
credere che sarà ancora per lungo tempo.
I NUOVI ORGANI DIRETTIVI DELL’ENC:
Consiglio direttivo: Presidente Egidio Palmiri, vice presidente Antonio Buccioni, consiglieri:
Enis Togni, Elio Casartelli, Walter Nones, Fabio Montico, Nevio Errani, Mike Togni, Pietro
Coda Prim. Consiglio di presidenza: Enis Togni, Elio Casartelli, Walter Nones, Mike Togni.
Revisori dei conti: Luciano Giarola, Giorgio Montico, Eugenio Busnelli.
Desidero ringraziare di cuore tutti gli associati per il modo in cui si è svolta la nostra assemblea generale.
il rispetto, la collaborazione, lo spirito di amicizia e la fattiva partecipazione alle varie fasi dei lavori, sono per
me motivo di profonda riconoscenza.
Egidio Palmiri
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Il Circo
a La Fenice
Torna un’antica tradizione
di Alessandro Serena
Mario Luraschi in platea a La Fenice (Le foto a colori sono di Michele Crosera)
Luraschi e Snegina Medaeva
gruppo olandese I Frappanti con Carla van der Steen in una
romantica acrobazia con sedie, così come il gioco con le
bolle dell’olandese Arno e il percussionista Paul van der
Heijden forse un po’ penalizzato dall’aria condizionata della
sala. Ma la vera protagonista, definita “étoile del balletto” dai
giornalisti presenti in sala, è stata Snegina Nedaeva che prima
in coppia con Luraschi e nella seconda parte con un numero
aereo ai tessuti, ha confermato un talento artistico straordinario.
La serata è stata magistralmente condotta da Bob R. White
nel ruolo di presentatore-affabulatore.
Molti i personaggi che hanno animato le sale di ingresso e
Apollinee del teatro, per lo più appartenenti alla celeberrima
compagnia de calza “I Antichi” che, come nel loro motto,
hanno saputo “divertire divertendosi”.
Il successo della serata, confermata da tutti i media presenti,
anche internazionali, fa ben sperare, dopo la rinascita, in una
lunga vita di questo gran ballo mascherato che contribuisce
al prestigio all’arte circense.
EVENTI
Mario Luraschi, in sella al suo stallone spagnolo, ha attraversato
la platea del Teatro La Fenice per poi salire sul palco e dare
inizio ad un poetico pas des deux con la ballerina-acrobata
Snegina Nedaeva. Un inizio entusiasmante dello spettacolo
circense ideato e diretto da Roberto Bianchin e Antonio
Giarola che ha costituito il cuore del Ballo della Cavalchina,
l’evento più esclusivo e sfarzoso di quest’ultimo carnevale di
Venezia.
Famosissima nell'Ottocento, celebrata da pittori, poeti e
scrittori, e ripresa una sola volta dalla Fenice in tempi moderni,
all'inizio degli anni Ottanta del secolo scorso quando segnò
la resurrezione del Carnevale veneziano, la Gran Cavalchina
del 2007, la prima del nuovo secolo, ha fatto rivivere per una
sera il fascino e l'atmosfera del passato con un’orchestra di
quaranta elementi, quasi cinquanta artisti e oltre cinquecento
ospiti per lo più in costume.
Bianchin e Giarola, esperti in produzioni legate al carnevale
veneziano, hanno creato un cast di ottimo livello che ha
intrattenuto gli ospiti con animazioni ed un vero e proprio
spettacolo in due tempi sul palco. Tra i principali artisti, oltre
alla straordinaria performance di Mario Luraschi che segnerà
la storia della Fenice, vanno ricordati gli interventi di David
Larible (arrivato appositamente da Las Vegas), dei Pellegrini
Brothers e i Los Manducas. Meno famosi ma di alto livello
anche gli interventi della contorsionista mongola Assiya che
si è esibita “senza veli” con una coreografia appositamente
preparata per l’occasione sulla celebre aria “Ombra mai fu”
dal Serse di Georg F. Händel. Così come il duo Pekino con un
lavoro di equilibrio con candele e l’accompagnamento dal
vivo della soprano Cristina Pastorello che ha interpretato
un’aria dell’opera La Wally di Catalani. Interessante e utile
nella preparazione dei vari attrezzi, anche l’intervento del
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Romualdo Simili al Medrano (foto di Gianluigi Di Napoli)
ritratti
Sfoglio, per caaccolto i milaso, il numero di
nesi il circo che
Circo datato
aveva piantato le
di
Ruggero
Leonardi
novembre 1981 e
tende per Natale
subito ho un susdopo un autunno
sulto. Alle pagg. 30 –
egemonizzato dai
34 Giovanni Sanquirico
successi del Medrano. Ma
propone ai lettori un quiz fotoil circo era quello di Cesare Togni
grafico: “Sapete riconoscere l’augusto di
e l’entusiasmo per l’arte circense con il
serata ritratto in queste immagini?” La prendo come una loro arrivo non scemò per nulla, anzi. Me ne diede la
provocazione che giunge con 26 anni di ritardo. Figuriamoci spiegazione il mio direttore a Oggi, Vittorio Buttafava, non
se non mi ricordo di quel mascherone con sorriso che esperto di circo ma cronista di teatro di squisita sensibilità.
tagliava la faccia in due, di quell’immenso posteriore che C’era tanta giovinezza in quello spettacolo, giovinezza non
si aggirava sulla pista con le movenze di una chioccia. come puro dato anagrafico ma come metafora della gioia
Devo a Romualdo Simili una riflessione sulla complessità d’essere circo. L’esempio lo fornivano i figli di Cesare con
dei fattori che possono giocare sulla buona riuscita di uno la loro allegria del saltare: Italo fenomenale nella battuta
spettacolo di circo. Anche un clown che non è Grock e all’americana, Alex capace di tripla piroetta, Elvio che si
non è Charlie Rivels può rivelarsi elemento prezioso faceva fiondare a colpi di zampa da una elefantessa dalla
se “clown giusto nella compagine giusta”. Mi bascula alla testa di un’altra elefantessa, Viviana reginetta
riferisco alla memorabile stagione in cui Leonida a cavallo.
Casartelli aveva portato a Milano un Medrano E Romualdo? Dentro a capofitto in questo “mare magnum”
in cui non solo c’erano gli Sforzi, i Larible, i Bello, di giovinezza incurante dei dislivelli dell’età. Che gioiello,
i Romanus ma anche i Caroli che tornavano in per esempio, l’entrata comica del dentista, con Romualdo
Italia dopo tanti anni di permanenza all’estero. cavadenti e alcuni giovani attorno a lui a fargli da assistenti.
C’era da tremare al pensiero di come avrebbero Il paziente di turno, che non ha nessuna voglia di essere
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paziente, viene adagiato su una poltrona. Quattro giovanotti
con faccia colorata e camice bianco lo tengono fermo.
Romualdo, che ha in mano una tenaglia smisurata, prende
la rincorsa dal bordo della pista perché l’operazione abbia
più “slancio”. Quando il paziente si trova davanti la tenaglia,
urla, scalcia e si dibatte. Ne nasce una mischia generale,
in cui il paziente va sopra e il dentista finisce sotto. Qualche
arnese vola via, Romualdo vola via e tutti si buttano a far
confusione ai bordi della pista, qualche volta anche fra
le gambe di qualche spettatore (meglio se spettatrice).
Sono spinte, ruzzoloni, ognuno recita a soggetto e se lo
spettatore non capisce, nemmeno adesso, che cosa si
intende per spirito di circo, perde la grande occasione
della sua vita e qui lo salutiamo. Il paziente è ormai a
terra esanime. Due infermieri lo caricano su una barella
e poi se ne vanno senza paziente perché la tela della
barella è rimasta sotto il suo corpo e loro hanno in mano
solo le stanghe. Il poveraccio deve alzarsi e correre dietro
ai barellieri, con inciampiconi di ogni genere, augurandosi
che un dentista come Romualdo non gli capiti più.
Romualdo Simili aveva stipulato con il tempo un rapporto
tutto suo. Dei Simili già fa menzione Alessandro Cervellati
in “Questa sera grande spettacolo” parlando di una famiglia
di pertichisti. E con l’arte della pertica, assai ben custodita
dalle sorelle maggiori, aveva fatto esperienza anche
Romualdo, figlio di circo senza discussioni anche perché
sua madre era una Caroli. Purtroppo apparteneva alla
generazione destinata ad arruolarsi nell’esercito per
partecipare alla Seconda Guerra Mondiale e non si può
certo dire che a lui la sorte avesse fatto sconti: fronte
francese, raccontava, poi fronte jugoslavo, e infine fronte
russo. Un bel carico di guerra preso sulle spalle per intero,
con il non trascurabile privilegio, tuttavia, di esserne uscito
vivo a differenza di tanti commilitoni. Nel dopoguerra aveva
stretto un rapporto con Ugo Togni che non si sarebbe mai
più sciolto. Ma importante, ovviamente, era stata anche
la successiva esperienza americana. Si può anzi dire che
il Romualdo come noi l’abbiamo conosciuto nasce lì.
Se qualcuno vuol prendersi il gusto di sfogliare un album
dei clown americani anni ’50 non può non sobbalzare
davanti al faccione di uno dei più famosi e dire: “Ma
questo è Romualdo!” No, questo è Lou Jacobs, ma la
somiglianza non è casuale. Romualdo laggiù si era innamorato della clownerie americana ricca di illustri esponenti
e l’aveva fatta sua. La faccia manipolata così da costituire
una maschera con tutti i richiami della tradizione clownesca,
La troupe Simili (foto archivio Cedac)
ritratti
”Anche un clown che non è Grock e non è Charlie
Rivels può rivelarsi elemento prezioso se “clown
giusto nella compagine giusta”.
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“Romualdo laggiù si era innamorato della clownerie
americana ricca di illustri esponenti e l’aveva fatta
sua. La faccia manipolata così da costituire una
maschera con tutti i richiami della tradizione
clownesca, il corpo addobbato di marchingegni
così da consentirgli di essere sempre vero e
sempre finto in ogni suo gesto”.
ritratti
il corpo addobbato di marchingegni così da consentirgli
di essere sempre vero e sempre finto in ogni suo gesto.
Certo doveva anche a questo travestimento la popolarità
cui doveva la sua longevità in pista. Ricordo i bellissimi
ritratti di Dario Berisso, che era riuscito a smascherare un
certo quale tocco di voglia bambina dietro la fissità del
grande trucco. Ricordo il dipinto di lui accanto a un’ara
macao, faccione rosso in concorrenza con il pappagallo,
eseguito da Ivan Berlendis e pubblicato sulla copertina
del numero di marzo 1978 di Circo. Ricordo quando
raccontava di Federico Fellini, che a lungo si era intrattenuto
con lui per parlare della sua maschera, dei suoi trucchi,
da cui era rimasto affascinato.
Ecco, è lì che Romualdo aveva sigillato il suo patto con
il tempo, recuperando gli anni che gli erano stati sottratti
quando avrebbe potuto fare tanto buon circo anziché la
guerra. Lì, in quell’enorme viluppo in cui si rifugiava durante
lo spettacolo e per muoversi in mezzo ai ventenni dimentico
di averne 50 di più. Ho in mente una sera al
termine di uno spettacolo, quando più non aveva
un ruolo ma poteva, con tutto il suo armamentario
di clown, presentarsi al pubblico nel gran finale
per salutare bambini di ogni età. “Questo ancora
me lo concedono”, mi disse con un sospiro: ma
era chiaro che, fosse stato per lui, non avrebbe
esitato a impugnare di nuovo le spropositate
tenaglie del dentista e a buttarsi nella mischia.
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Concludo con un piccolo flash familiare. Quella sera al
circo di Cesare Togni si era concluso lo spettacolo ma era
iniziata una di quelle sue feste di cui ho vivo il ricordo.
Claudio, il più piccolo dei miei tre figli, si era addormentato
ai bordi della pista e Cesare lo aveva ricoperto con il suo
mantello. Si risvegliò d’improvviso e io temevo che si
mettesse a piangere. Ma sul suo volto era chino il faccione
di Romualdo e allora sorrise, come altre volte aveva sorriso
quando il clown, porgendogli la mano, aveva illuminato il
suo naso rosso. Ben lontani dall’addormentarsi, invece,
gli altri miei figli: Marco, pure lui gratificato dal naso rosso,
e Marzia che invece, essendo fanciulla, faceva battere il
cuore elettrico del clown. Claudio è oggi giornalista professionista come suo padre, Marco è sanitario della
Protezione Civile e Marzia animatrice di spettacoli per
bambini e anziani.
Ma a tutti e tre, quando nomino Romualdo, spunta il
sorriso anche se in quel momento hanno ben altro per la
testa.
Lou Jacobs, il clown a cui si ispir Simili
f) incentivare la circuitazione e la diffusione dell’attività
circense;
di Nerea Colonnelli
g) favorire il rinnovo degli impianti, macchinari, attrezzature
e beni strumentali;
Pubblichiamo ampi stralci dell intervento pronunciato da h) attuare il riequilibrio territoriale, favorendo le iniziative
Nerea Colonnelli, Dirigente del Servizio Danza, Circhi e realizzate nelle aree meno servite;
Spettacolo viaggiante - Direzione Generale Spettacolo dal i) sostenere la promozione internazionale della tradizione
Vivo - del Ministero per i Beni e leAttivit Culturali,in occasione circense italiana all’estero.
del V Simposio dell Eca. L incontro si svolto a Monte Carlo La legge del 1968 prevedeva il rilascio di un’autorizzazione
il 19 gennaio scorso e la Dirigente ha portato il saluto del ministeriale per l’esercizio dell’attività circense, che veniva
Ministro Francesco Rutelli e del Direttore Generale dello rilasciata in presenza di determinati requisiti tecnicoSpettacolo dal Vivo dr. Salvatore Nastasi.
professionali. Nel 1998 è stata eliminata creando difficoltà
per i Comuni che dovevano rilasciare le licenze di occupazione
Nell’illustrare un breve excursus storico sulla normativa che di suolo pubblico, in quanto nell’autorizzazione ministeriale
regola l’attività circense, occorre ricordare che, dopo l’abro- era indicata la categoria di appartenenza del circo individuata
gazione per referendum popolare, del Ministero del Turismo sulla base del numero dei posti e dei dipendenti. In mancanza
e Spettacolo, a partire dal 1998 la materia dello spettacolo della indicazione della categoria il Comune può avere problemi
è entrata nelle competenze del Ministero per i Beni e le Attività ad autorizzare il circo idoneo alla grandezza della città.
Culturali. Lo spettacolo ottiene dunque l’ufficiale riconoscimento Con la legge del 1968 vengono introdotte le prime tipologie
di attività culturale. Tra le Attività Culturali del Ministero sono di sostegno economico al settore.
compresi i vari settori dello spettacolo, Cinema, Musica, Prosa, Il primo contributo statale a favore dei circhi equestri è quello
Danza, Attività circensi e spettacolo viaggiante. Per esigenze a titolo di concorso nelle spese per la ricostituzione degli
di organizzazione amministrativa l’Ufficio Attività circensi e di impianti distrutti o danneggiati per effetto di eventi fortuiti,
spettacolo viaggiante nel 2005 è stato unificato all’Ufficio quali gli eventi naturali e climatici (nevicate, nubifragi, ecc.).
Danza, con il quale presenta elementi di affinità artistica. La stessa legge prevede contributi anche per difficoltà di
La prima legge di riferimento del settore circhi, per la cui gestione dell’impresa circense, ai quali si fa poco ricorso per
approvazione molto si adoperò Egidio Palmiri attraverso l’AGIS, la difficoltà di esibire documentazione contabile idonea a
è la legge n° 337 del 1968, che seguì gli inquadramenti dimostrare la difficoltà economica.
legislativi del cinema con la legge del 1965 e della musica Un importante nuovo riconoscimento statale al settore si ha
con la legge del 1967.
nel 1980 quando vengono previsti contributi per l’acquisto
E’ una legge importante che ha riconosciuto al circo dignità di nuovi impianti, macchinari ed attrezzature, tra cui gli
di spettacolo artistico alla pari della musica, della prosa e chapiteaux ed anche le carovane-abitazione.
della danza. Al circo è stata inoltre assegnata dallo Stato una Nel 1982 viene compiuto un ulteriore passo avanti nel
“funzione sociale”, cioè è stato riconosciuto che con i suoi riconoscimento della dignità artistica del circo, con l’introduzione
valori di sano divertimento, l’arte circense può concorrere alla di contributi per la realizzazione di spettacoli circensi, così
formazione etica e culturale dei giovani e della società.
come già da tempo avveniva per i settori musica e prosa.
Nella stessa legge viene enunciato il principio che “lo Stato La stessa legge introduce contributi per la strutturazione di
sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore”.
La normativa attualmente vigente, il D.M. 21 dicembre 2005
enuncia gli obiettivi che lo Stato si pone nel suo intervento
finanziario:
a) favorire la qualità artistica e il costante rinnovamento
dell’offerta dello spettacolo circense italiano e consentire ad
un pubblico sempre più ampio, con particolare riguardo alle
nuove generazioni ed alle categorie meno favorite, di accedere
alla cultura circense;
b) promuovere nella produzione dello spettacolo circense la
qualità, l’innovazione, la ricerca, la sperimentazione di nuove
tecniche e nuovi stili, anche favorendo il ricambio generazionale;
c) agevolare la valorizzazione della tradizione italiana ed
europea;
d) sostenere la funzione sociale, ricreativa e pedagogica
dell’attività circense;
e) sostenere la formazione e tutelare le professionalità in
Nerea Colonnelli
campo artistico, tecnico ed organizzativo;
Lo Stato e il Circo in Italia
13
Alcuni relatori al Simposio dell ECA
14
un centro di eccellenza per la formazione artistica circense,
a livello dell’Accademia Nazionale di Danza e dell’Accademia
“Silvio D’Amico” per la prosa. Lo stesso CEDAC, Centro di
documentazioni delle arti circensi, che ho avuto modo di
visitare personalmente, così come l’Accademia, è un completo,
efficiente e professionale Archivio della memoria storica del
circo.
La legge del 1985 ha introdotto i contributi per le tournée
all’estero, che vengono calcolati in prevalenza sulle spese di
viaggio e trasporto, tenendo anche conto delle dimensioni
del circo, del numero di dipendenti e degli oneri previdenziali.
I paesi europei più visitati sono Francia, Grecia, Spagna,
Slovenia e Belgio.
I contributi per gli spettacoli circensi in Italia vengono assegnati
sulla base della determinazione di alcuni dati quantitativi
(una percentuale degli oneri sociali e quote a rappresentazione
differenziate in relazione alle dimensioni dell’impresa circense).
Sono inoltre previsti incentivi se il 50% delle rappresentazioni
è effettuato in Comuni compresi nelle Regioni dell’obiettivo
1 come definito nel Regolamento dell’U.E.
Oltre che dalla parte quantitativa, il contributo è determinato
dalla valutazione qualitativa, effettuata da una Commissione
consultiva per i circhi composta da esperti del settore istituita
presso il Ministero, che esprime un parere sulla validità artistica
del progetto prendendo in esame vari elementi. Tale valutazione
qualitativa può determinare la variazione in aumento o in
diminuzione fino al 50% dell’ammontare dei costi ammessi
per la determinazione della parte quantitativa.
Sotto il profilo della gestione amministrativa del settore
circense, devo riconoscere che negli ultimi anni la
capacità organizzativa, gestionale e di rapportarsi con
gli Uffici amministrativi, degli esercenti circensi è molto
cresciuta e l’Ufficio cerca di venire incontro alle difficoltà
operative di una categoria che svolge un lavoro itinerante.
Dal 2006, nell’ottica di un progetto di snellimento e
semplificazione dell’attività amministrativa, è stato
introdotto il sistema on-line di presentazione delle
domande di contributo, che dopo un’iniziale difficoltà,
DIBATTITI
aree attrezzate per l’esercizio di attività circense. A quest’ultimo
tipo di contributo hanno fatto ricorso in realtà pochi soggetti.
Infatti il problema principale per i Comuni (che pure potrebbero
richiedere tale contributo) non è quello finanziario di attrezzare
le aree, ma quello di individuare le aree da destinare ad
attività circense, che la legge del 1968 poneva come obbligo
annuale per i Comuni ma che di fatto è stata poi raramente
attuata e questo è uno dei principali ostacoli in Italia per gli
imprenditori circensi.
Con la legge 30 aprile 1985 n° 163 viene istituito il Fondo
Unico per lo Spettacolo, che dà stabilità finanziaria allo
spettacolo ed è finanziato annualmente con la legge di
Bilancio dello Stato.
Il circo ottiene la sua definitiva consacrazione a spettacolo
d’arte, meritevole del sostegno statale, con la previsione che
una quota del Fondo Unico dello Spettacolo, sia destinata
al settore circense e dello spettacolo viaggiante.
In verità si tratta di un’aliquota molto bassa, circa l’1,5%
dell’intero Fondo, che varia di anno in anno in relazione allo
stanziamento del Bilancio dello Stato, e che negli ultimi anni
ha subito notevoli riduzioni.
Per il 2007 il FUS è stato reintegrato ai livelli degli anni
precedenti, così le risorse destinate complessivamente al
circo ed allo spettacolo viaggiante sono passate dagli oltre
8 milioni di euro del 2004 ai circa 6 milioni del 2006. Ogni
anno più della metà (in media circa 4 milioni e 500 mila
euro) viene destinata alle esigenze dei circhi. Del fondo
destinato ai circhi le risorse finanziarie più consistenti vengono
finalizzate all’attività circense in Italia. Va evidenziato che le
richieste di contributo per acquisto possono essere presentate
ogni 3 anni, requisito che determina un contenimento della
spesa annuale per l’acquisto di impianti.
Un’altra voce importante degli interventi statali a favore del
circo è quella per le iniziative promozionali ed educative che
concorrono allo sviluppo del settore.
Per il 2006 sono stati assegnati a tale titolo oltre 800.000
euro per Festival, pubblicazioni editoriali ed iniziative di
formazione quali l’Accademia del Circo di Verona, considerata
nazionale, la promozione di fondi di garanzia per l’accesso
al credito.
Un articolo specifico è riservato agli ausili finanziari indiretti
(interventi fiscali) a sostegno dell’economia dello spettacolo
dal vivo.
L’art. 12 della proposta di legge quadro per lo spettacolo dal
vivo disciplina specificatamente il settore circhi, spettacolo
viaggiante, artisti di strada e spettacolo popolare. In esso si
legge “La Repubblica promuove la tutela della tradizione
circense, degli spettacoli viaggianti, degli artisti di strada e
dello spettacolo popolare, di cui riconosce il valore sociale
e culturale”.
La Repubblica tutela e valorizza queste attività di spettacolo
nelle diverse tradizioni ed esperienze e ne sostiene lo sviluppo
attraverso:
- la produzione di spettacoli di significativo valore artistico e
impegno organizzativo, realizzati da un complesso organizzato
di artisti, con un itinerario geografico che valorizzi l’incontro
tra domanda ed offerta, anche con particolare riguardo alle
aree del Paese meno servite, in un’ottica di equilibrio,
omogeneità e pari opportunità per la collettività nella fruizione
di un servizio culturale;
- iniziative promozionali, quali festival nazionali e internazionali
e attività editoriali;
- iniziative di consolidamento e sviluppo dell’arte di strada
e della tradizione circense e popolare mediante un’opera di
assistenza, formazione, addestramento e aggiornamento
professionale;
- la diffusione della presenza delle attività circensi all’estero;
- il parziale risarcimento di danni conseguenti ad eventi fortuiti
occorsi in Italia e all’estero;
- l’acquisto di nuovi impianti, macchinari, attrezzature e beni
strumentali;
- la ristrutturazione di aree attrezzate.
Un altro importante punto della proposta di riforma normativa
è la previsione per i Comuni dell’obbligo di predisporre
periodicamente l’elenco delle aree disponibili ad ospitare tali
attività e di regolamentare le concessioni stesse.
Questa riforma normativa, unitamente alla previsione di sgravi
fiscali e di contributi a vario titolo per l’attività circense,
potrebbe contribuire sostanzialmente al definitivo riconoscimento dello spettacolo circense quale arte da tutelare come
patrimonio culturale della nazione e da sostenere nel suo
concreto svolgimento.
DIBATTITI
dovrebbe facilitare gli adempimenti burocratici degli utenti.
Nonostante la concessione dei contributi di vario tipo per le
distinte finalità, non sembra che l’intervento finanziario dello
Stato a favore del circo abbia risolto i problemi operativi della
categoria. Spesso sentiamo i circensi riferire che rinuncerebbero
ai contributi statali in cambio di maggiori facilitazioni per lo
svolgimento della loro attività, quali la disponibilità di aree
attrezzate non periferiche, agevolazioni fiscali.
Le leggi vigenti, in particolare la n° 337 del 1968, che pure
al momento della sua approvazione era all’avanguardia,
sembrano non essere più in linea con i tempi e idonee a
rispondere alle esigenze lavorative di questo importante settore
dello spettacolo quale è considerato il circo e ad allontanare
i rischi di crisi.
Così dopo varie proposte di legge presentate in Parlamento
negli anni passati, che prevedevano la separazione del settore
circense dallo spettacolo viaggiante, c’è attualmente una
proposta di legge di riforma organica di tutto lo spettacolo
dal vivo, che contiene i principi generali della disciplina del
teatro, musica, danza, circhi e spettacolo viaggiante.
Infatti con la riforma del Titolo V della Costituzione introdotta
dalla legge costituzionale del 2001 n° 3, è stata attribuita
alla potestà legislativa delle regioni la materia dell’organizzazione
delle attività culturali, per cui si rende necessario adeguare
le politiche pubbliche in favore dello spettacolo dal vivo a
tutela dell’interesse socio culturale della collettività.
La proposta della legge quadro che contiene i principi generali
per la disciplina dello spettacolo, è ispirata al principio della
legislazione concorrente Stato-Regioni, necessario per garantire
una visione unitaria della cultura e capace di valorizzare lo
spettacolo italiano e quel patrimonio di tradizioni regionali
e locali sempre più fondamentale nell’era della integrazione
e della globalizzazione dei popoli e delle nazioni, onde evitare
il rischio della perdita della propria identità.
La proposta di legge riconosce lo spettacolo dal vivo, nel
quale è compreso il circo, lo spettacolo viaggiante e popolare,
quale componente fondamentale del patrimonio artistico e
culturale del Paese.
Il primo obiettivo da perseguire è quello della definizione di
un programma per la presenza omogenea e diffusa dello
spettacolo dal vivo su tutto il territorio al fine di favorire
l’affermazione dell’identità culturale nazionale e regionale,
salvaguardandone il valore sociale e formativo della collettività.
Nella legge quadro di riforma dello spettacolo spetta alla
Conferenza unificata Stato-Regioni-Comuni definire, fra le
altre cose, gli indirizzi generali per il sostegno dello
spettacolo dal vivo, secondo principi di qualità,
progettualità, imprenditorialità ed economicità.
La proposta di legge prevede per le Regioni la promozione nelle scuole dell’insegnamento della storia
dello spettacolo (musica, teatro, danza e tradizione
circense), la tutela del patrimonio dello spettacolo
dal vivo attraverso progetti di catalogazione e di
conservazione audiovisiva in rete con l’archivio
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Le anime del clown
I Fratellini
I clown organici
di Massimo Locuratolo
Foto tratta da: Trois clown légendaires. Les Fratellini, di M. Serrault e P. R. Levy
Formatosi nel 1909, il trio dei clown Fran ois, Paul e Albert
Fratellini ha rappresentato per una trentina d anni la maggiore
attrazione comica del circo europeo, raggiungendo una fama
pari a quella di Grock nel Music-Hall.
Solo mezzo secolo dopo la prima apparizione assoluta
dell Augusto,attribuita per convenzione aTom Belling,Albert
Fratellini ebbe il merito di portare alla perfezione carattere
e aspetto del personaggio. Con lui l archetipo del paesano
balordo, invadente e sprovveduto vessato dal Clown si era
trasformato in quello del ridicolo furbastro in grado di voltare
le situazioni a suo favore, e di vendicarsi. Albert irrompeva
in pista per scombinare quanto Fran ois il Clown e Paul il
Controaugusto avevano gi impostato,portando la stravaganza
nella loro vita, il demenziale e la frenesia nella fantasiosa
atmosfera che avevano precedentemente creato per il
pubblico. Lo faceva attraverso l accumulazione di colori sul
volto e l utilizzo di accessori strampalati, e con l esagerazione
dei dettagli. Se Grock utilizzava un trucco che permetteva di
leggere le espressioni del volto — una scelta fondamentale,
questa, dato che Wettach giocava molto sulle smorfie e sulle
deformazioni facciali per ottenere gli effetti comici - Albert
Fratellini nascondeva invece le sue caratteristiche somatiche
sotto un trucco molto elaborato, che ne celava le fattezze
come una maschera. Una volta ritiratosi dalla pista,Albert
ha scritto Nous,les Fratellini (Grasset,1955),in cui ripercorre
i percorsi del trio. Di seguito, nella traduzione di Massimo
Locuratolo, alcuni brani da cui emerge il genere di lavoro
compiuto per dare forma a una poetica e a dei meccanismi
scenici che avrebbero fatto scuola.
questa, ma… tanto peggio!
Mi sento a disagio col mio volto quotidiano, dato che il mio
vero personaggio è quello che avete visto in pista.
Nell’applicarmi nella creazione di una maschera non ho fatto
che accentuare i miei tratti veri, dove il buonumore, la gaiezza
e la stessa scapestrataggine predominano. Non avevo niente
da nascondere: essendo il mio mestiere far ridere, credo che
la prima virtù di un clown sia innanzitutto amare ridere, sentirsi
bene nella vita e apprezzarne ogni gioia.
Alla conquista del pubblico
La buffoneria è un dono di natura: è una certa maniera di
vedere le cose dal lato comico direttamente accessibile al
pubblico nel suo insieme, e rivelarlo attraverso mezzi che a
qualcuno potrebbero sembrare grossolani ma che, se trattati
finemente per chi ama gustare con aria da intenditore le
sottigliezze, non scatterebbero all’istante. Tra certi clown
parlanti (quelli che cercano di distillare goccia a goccia una
comicità che invece nasce da una visione grottesca, di cui
loro hanno stravolto il linguaggio) e me, c’è la stessa differenza
tra una foto posata, che non rappresenta altro che un
personaggio irrigidito, e una foto scattata invece a velocità
ridottissima. Non ho mai preteso la sottigliezza. Un diavolo
che esce da una scatola non ne ha. Innanzitutto
sorprende – e poi innesca un’esplosione di risate. Si
fa ridere senza preparazione preliminare, senza trucco,
istantaneamente. E mantenere questo stato di riso,
infallibilmente, fino all’uscita di pista, è ciò che ho
voluto: credo di esserci riuscito. Non da solo, comunque.
I miei fratelli, con mezzi diversi, e per gradi successivi
clown
La preparazione della maschera di Alber t
Il mio trucco era particolarmente lungo, durava almeno un’ora.
Innanzitutto applicavo del fondotinta più o meno evidente su
tutto il viso, a seconda dell’illuminazione della sala. Poi, in
certe zone attorno alla bocca e agli occhi, bisognava cancellarlo,
per far si che il bianco e il rosso potessero essere ben applicati.
Passavo quindi del sapone sulle sopracciglia, per incollarle.
A questo punto indossavo una delle mie parrucche. Fatto ciò,
iniziava il vero trucco, che consisteva nel disegnare in nero
sulla pelle e sulla fronte della parrucca i due archi delle false
sopracciglia, che eseguivo con tratti di identica dimensione.
Le labbra, esageratamente allungate, erano eseguite in nero
e vermiglio. Infine mi asciugavo il volto per attenuare la
brillantezza del fard, prima di passarvi uno strato di cipria.
Non mi restava che scegliere nella mia collezione di nasi rossi
in cartone quello che mi serviva, e fissarlo alle orecchie con
due cordicelle.
Tuttavia, quando esamino il mio trucco degli inizi, mi accorgo
che manca qualche cosa. Il naso a patata non c’era e la
linea delle mie false sopracciglia, ad ali di farfalla, mi allungava
il viso. La bocca non era abbastanza rossa e non avevo per
nulla l’aria dell’allegro ubriacone che avrei adottato in seguito.
In cima al cranio avevo una calotta da rabbino e le aree
bianche che circondavano la bocca non si riunivano: si sarebbe
detto che avevo baffi e barba come un vecchio. Il sorriso
sembrava un po’ forzato e il tocco finale definitivo dell’artista
ancora non c’era. Però in questo schema c’era in potenza la
maschera comica che avrebbe contribuito in buona parte
alla gloria dei Fratellini. Forse è meglio non dire cose come
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Albert, Francois e Paul
che però alla fine facevano sempre capo ad Albert Fratellini,
a me, vi riuscivano ugualmente con maestria, dal momento
che possedevano quei tesori inestimabili che si chiamano
gaiezza e invenzione comica – una gaiezza che rappresentava
oro colato per coloro che lo venivano ad attingere da noi e
che, cosa rara credetemi, era accessibile a tutti, a tutte le
classi sociali, al vecchio insensibile come al bambino. Per noi
era un gioco deridere i più recalcitranti e non tolleravamo che
tra il pubblico il divertimento non fosse unanime. Pensate
forse che, presi dall’atmosfera delle nostre “entrée”, le vostre
reazioni ci sfuggissero? Vi sbagliate. François e Paul mi
segnalavano discretamente lo spettatore che continuava a
leggere il suo giornale o che sbadigliava ostentatamente.
Questi atteggiamenti ci mortificavano profondamente e ci
facevano pensare che qualcosa, nel numero, non funzionava;
di conseguenza dovevamo modificarla. Una sera, al Medrano,
ho sentito un signore dall’aria severa che indicandomi diceva:
“Non è sicuramente quello là che mi farà ridere!” Ebbene,
toccato nel vivo, non ho lavorato che per lui, sorvegliando le
minime reazioni e andando alla grande. Nell’arco di un quarto
d’ora il suo viso si illuminò e il riso sgorgò. Prima di lasciare
la pista gli posi una mano sulla spalla e dissi: “Vi ho catturato!”
Lui convenne.
E’ stato al circo Busch che ottenemmo un vero trionfo con la
famosa entrée dei Pompieri, che fu in seguito uno dei numeri
di base dei Fratellini. Certo, non la presentavamo come al
Medrano. Ma va detto che nel nostro mestiere niente è
assolutamente prefissato, e che l’improvvisazione quotidiana,
i ritocchi, le rifiniture se si vuole, vengono compiuti ogni istante.
Il pubblico di Amburgo, Copenhagen, Lisbona o di Parigi non
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è sensibile ai medesimi effetti, e il sabato sera, da Medrano,
sebbene cambiassimo ogni giorno programma, facevamo
attenzione a non presentare le stesse entrée del venerdì,
riservato agli intellettuali e alla gente di mondo, che non
concepiscono lo stesso registro comico del pubblico popolare.
Allo stesso modo, i bambini hanno una visione ancora diversa.
Abbiamo dovuto rinunciare a certe fantasie macabre,
costatando che le loro reazioni erano opposte a quanto ci
aspettavamo. Non bisogna credere, d’altronde, che la semplice
vista dei clown basti a divertire i piccoli, suscitandone le
risate.
La grotta dei miracoli
Per penetrare nel nostro camerino non c’erano lunghi corridoi
da attraversare; dopo qualche gradino scivoloso vi trovavate
sotto le gradinate del circo in una stanza stretta, alta, ingombra
di oggetti come un negozio di cose usate. I visitatori ci
lasciavano poco posto, dentro questa foresta di costumi
ammucchiati ovunque, di innumerevoli accessori, di ciotole
col trucco, di fotografie, ritratti, ritagli di giornale, di souvenir
di ogni tipo. Ma, per ingombro che questo sottoscala fosse,
non conteneva tuttavia che una piccola parte dei nostri
strumenti di lavoro. Coloro che sono scesi nell’antro del
Medrano ricordano, senza dubbio, quello strano magazzino
in cui stavano tutti gli oggetti truccati. La nostra attrezzeria si
andava sempre più ammucchiando, perché il nostro repertorio
superava le centottanta entrée; avevamo inaugurato al Medrano
un ritmo di lavoro che ben pochi clown si erano imposti. Ci
tenevamo infatti a presentare ogni sera numeri differenti – e
non li sceglievamo seguendo le nostre fantasie, ma secondo
i pubblici che dovevamo affrontare: gli intellettuali non
avrebbero apprezzato le buffonerie, le farse grossolane, come
quella del pasticciere – dove arrivavo a mangiare un vassoio
con sessanta paste. Questo exploit non era il solo – ma si
trattava, di fatto, di meringhe fatte con carta di seta che poi
sputavo in quinta. Ho già parlato della testa di elefante, ma
il camerino era pure decorato con cinque teste di cavallo per
“La corsa dei tori” e di un toro completo (non in carne e ossa,
rassicuratevi!). In pista l’animale finiva la carriera sventrato,
e le sue budella si allungavano come una lunga striscia
rossastra. Non lontano da lì, sospese alle travi, pendevano
le spoglie di un cavallo, sotto le quali scivolavano i bambini
che l’animavano e facevano muovere le orecchie della bestia
nella parodia dell’addestramento. Tra il personale volante
posso citare uno sciame di mosche e uno di vespe. Questa
arca dell’alleanza era completata da un cigno, un asino, una
giraffa, una scimmia, un leone, un orso e un cane surrealista
fatto di tubi articolati. Delle grosse cimici strisciavano sui
bordi di uno dei bauli semiaperti di Francois, dove risplendevano
i suoi ricchi costumi, uno dei quali era opera di un sarto alla
moda, Paul Poiret. Il nostro ingegno a immaginare e a realizzare
nuove entrée rendeva indispensabile questo immenso
spiegamento di accessori.
Sono ben lontano dall’aver enumerato tutti gli oggetti, da noi
spogliati del loro significato originario, che usavamo.
Bisognerebbe sicuramente citarne ancora qualcuno, come
questo voluminoso orologio, che estraevo dal taschino quando
mi si domandava l’ora e che poi mi cadeva di mano e si
recava in quinta per conto suo. Come potrete ben capire, non
è che queste astuzie venivano inventate tutto d’un colpo,
tanto meno il meccanismo complicato di questa sveglia che
faceva giravolte, beccheggiava su se stessa e finiva per
esplodere tra il fumo dei fuochi d’artificio con cui l’avevo
riempita. “Alice nel paese delle meraviglie” avrebbe apprezzato
queste chitarre che si rompevano sulla mia testa o esplodevano
bruscamente, svelando agli occhi del pubblico i prosciutti e
i salami che contenevano. Avevamo pure confezionato una
mazza enorme piena di crusca, di cui comunque ci servivamo
raramente poiché anche il colpo meno pesante ci stordiva.
Naturalmente, non avendo più questi accessori sotto gli occhi,
si stanno sgretolando, arrugginiscono, o sono preda delle
tarme in fondo a una rimessa. Non riesco a descriverveli tutti.
Tuttavia non posso dimenticare la mia minuscola bicicletta
da bambino, che sprofondava sotto il mio peso e di cui non
riuscivo mai a rimontare i singoli pezzi sparsi per tutta la pista.
Ci sono pi cose fra il cielo e la terra
Per la scena del duello utilizzavamo una barella. Uno dei miei
fratelli fingeva di uccidermi con una pistola a tappo. E mentre
François con Paul, suo complice, portavano via la vittima con
la barella, io resuscitavo e con una corona tra le mani seguivo
la mia sepoltura versando lacrime amare. Mentre col cuore
spezzato eseguivamo questa parodia con la nostra solita
verve, una sera d’inverno queste lacrime sgorgarono sul serio.
La nostra cara mamma, “il mio gioiello”, era appena spirata
a casa di Paul, dove lei divideva l’esistenza con mio fratello,
sua moglie e i loro figli: Victor, Regina, Violette, Tosca e il
piccolo Emmanuel, che sarebbe morto prematuramente
mentre Paul si trovava in pista con noi.
I Fratellini al Dal Verme nel 1928 (Archivio Cedac)
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XXXI Festival di Montecarlo: l'Open Air Circus Show
Sarah Houcke e le
tigri di Flavio Togni
Si è svolta sabato 20 gennaio
a partire dalle 14:30 l'Open
Air Circus Show, una delle
manifestazioni collaterali del
XXXI° Festival International
du Cirque de Monte-Carlo.
Lo spettacolo all'aperto si è
svolto sulla darsena nord di Port Hercule, "alle piscine"
tanto per intendersi! Hanno preso parte allo spettacolo
il clown Francesco, i coloratissimi ragazzi-cagnolini del
Circo Nikulin, il giocoliere in "bouncing" Dustin Huesca,
l'equilibrista sul monociclo Steven Caroli, i ballerini
rumeni, l'equilibrista "in charlot" della troupe Voladas
e la donna proiettile Robin Valencia. La manifestazione
ha attirato migliaia di persone!
XXVIII Festival du
Cirque de Demain: il
Palmares
Queste le
medaglie
d'Oro, Argento e Bronzo
del XXVIII Festival du Cirque
de Demain che si è
concluso domenica
4 febbraio a Parigi.
Medaglia d’Oro
- Troupe di Shandong:
Icariani (Cina)
- Dima Shine:
Verticali (Russia)
- Sebastien Soldevila
e Emilie Bonnavaud:
“mano a mano”
(Canada)
Medaglia d’Argento
- Troupe della Mongolia interna:
Gionglaggio su monocicli (Cina)
- Ambassador: Verticalista (Russia)
- Mikis Minnier-Matsakis e Anne de Buck:
“mano a mano” (Francia)
Medaglia di Bronzo
- Mike Leclair: Giocoliere (Francia)
- Pavel Ruzhilo: Giocoliere (Russia)
- Erika Lemay: Cerchio aereo (Canada)
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La bella Sarah Houcke si
trova attualmente al Cirque d'Hiver per presentare
le tigri di Flavio Togni. Hans
Ludvig Suppmeier, che le
presentava fino a metà gennaio, è passato invece al
nuovo spettacolo di Arlette Gruss con il nuovo numero
di tigri del Circo Americano, presentato da Flavio anche
a Roma fino all'Epifania.
In uno Stadio dei Marmi chiuso agli estranei e vestito
a festa per la circostanza, 500 dipendenti della FIAT
provenienti da tutta Italia, che hanno partecipato alla
realizzazione della nuova auto, si sono dati appuntamento
per assistere alle prove dello spettacolo del
Cirque du Soleil che ha fatto da filo
conduttore alla sei giorni organizzata dal Lingotto a
Roma per la sua ultima
nata. Alla presentazione sono intervenuti il presidente
della Fiat Luca
Cordero di Montezemolo e
l'amministratore
a cura di Flavio Michi
delegato Sergio
Marchionne. Un po'
'tempi moderni', un po'
Marcel Marceau. Un po' circo,
un po' mimo, molto spettacolo. Così,
sotto un’enorme tensostruttura in grado di
'mettere a tavola' 1700 persone (fra cui 800 concessionari
e 800 giornalisti), il Cirque du Soleil ha rappresentato
la “nascita” di un’automobile.
B ra s i l e , c a gnetta adotta
cuccioli di tigre
In Brasile, Lilica,
una cagnetta bastardina, ha adottato due cuccioli di
tigre del Bengala
appartenuti ad un circo e rifiutati dalla madre. Ora è
stata comprata dallo stesso circo, il Circo Bremer con
il compito di allattare per due mesi i "figli adottivi".
Prima apparteneva ad un povero raccoglitore di cartone
nel paese di Casca (Rio Grande del Sud).
Tra funamboli e giocolieri
E’ stata in tournee in teatro
una troupe acrobatica cinese.
Si tratta di “The Peking
Acrobats”, un ensemble
composto da acrobati, giocolieri, funamboli, contorsionisti
e ginnasti della grande tradizione circense cinese, accompagnati sul palco da musicisti che suonano tradizionali
strumenti. Questo gruppo è diventato una compagnia
acrobatica professionale nel 1958.
L’addio alla pista di Susan
Lacey: “Time to say goodbye”
Grande festa il 31 gennaio scorso
al Krone-Bau di Monaco di Baviera alla conclusione del primo
degli spettacoli invernali a cui
erano presenti moltissime personalità del mondo del circo
internazionale. La serata è diventata ancora più speciale per la festa di addio alla
pista della bravissima addestratrice di animali feroci
Susan Lacey. Susan si è esibita con 8 tigri bianche davanti
ai tre figli Alex, Martin e Richard che le hanno reso il
giusto omaggio insieme a tutto il pubblico e a moltissime
personalità dell'ambiente del circo. I nostri complimenti
alla signora Susan per la sua lunga e bella carriera, anche
se ci dispiace non vederla più in gabbia: per fortuna ha
pensato bene di lasciarci una discendenza eccellente!
Susan Lacey ha lasciato la pista dopo 30 anni di lavoro
con le belve. Dal 1992 ha presentato le tigri bianche in
molti circhi in giro per il mondo. Martin ha salutato sua
madre in modo emozionale per i tanti bei momenti legati
alla pista ed ha anche ringraziato la direttrice Christel
Sembach-Krone per l'ingaggio dei tre Lacey per quello
che si può considerare un Festival degli animali feroci
nei tre spettacoli invernali del Circus Krone.
Circus Kuwait. È possibile scegliere tra due circhi
attualmente in Kuwait. Uno è l'Aqua Park Circus, sulla Gulf
Road accanto alle Kuwait Towers, che presenta principalmente shows con animali selvatici come tigri, leoni e
serpenti. L'altro, più grande e più tradizionale è l'International
Circus che si trova a Salmiya. Questo circo è popolare per
le famiglie e i bambini per i suoi shows ed è aperto durante
tutto l'inverno e la primavera. La tenda è riscaldata! Durante
le feste di Eid e il fine-settimana, l'International Circus
presenta tre spettacoli al giorno. La compagnia viene
cambiata ogni anno.
Tre tigrotti nati a Gozo Malta, al Circo Bellucci
A Gozo probabilmente è stata la
prima nascita di cuccioli di tigre.
Due femmine e un maschio sono
nati al Circo Bellucci. Uno dei
cuccioli è stato chiamato Victoria
mentre gli altri due Valletta e Malta.
I tre cuccioli sono l'undicesima
generazione di tigri nata in cattività al Circo Bellucci. La
loro mamma aveva già partorito altri due cuccioli circa
un
anno e mezzo
fa. I nastri azzurri e rosa saranno usati
Cannavaro
e "Alegria"
presto
di nuovo
circo giocatore
dato che due
tori scozzesi
due
"Cannavaro
è il al
miglior
di tutta
Europa" ehanno
titolato i sono
giornali.
Il bravissimo
difensore
della nostra
cammelli
in attesa
e ci si aspetta
che partoriscano
nazionale
di
calcio
e
del
Real
Madrid
ha
vinto
il pallone
nelle prossime settimane.
d'oro. Prima dell’assegnazione
IldelKrone-Bau
febbraio
prestigioso apremio,
Fabio
Un
ottimo
programma
anche
si è concesso un momentonel
di
mese
stato
svago die, febbraio
insieme èalla
suaprefasentato
al Krone-Bau
Monaco
miglia, ha
assistito addiuno
degli
di
Baviera. di
Ecco
gli artisti
che ne
spettacoli
Alegria
a Madrid.
fanno parte: I ROSSYANN, Clowns
(Francia), NIKOLAI TOVARICH,
Presentatore (Gran Bretagna),
PUYANG-TROUPE, "ruota tedesca" (Cina), ALESSIO, Pappagalli
(Italia), FLORIAN-RICHTERTROUPE, Volteggio sui cammelli (Ungheria), DUO BOBROVI,
Corda verticale (Russia), PUYANG-TROUPE, combinazione di
Pertiche fisse e Trampolino elastico (Cina), FLORIAN-RICHTER,
Cavalli in libertà (Ungheria), PEDRO-CARRILLO-TRIO, Funamboli
(Stati Uniti, Colombia, Lettonia), ALEX LACEY, Tigri e Leoni
(Gran Bretagna), JANA MANDANA, Elefanti (Germania),
ANTHONY GATTO, Giocoliere (Stati Uniti),DUO CARRILLO,
Trapezio (Colombia, Lettonia), FLORIAN-RICHTER-JOCKEYTROUPE, Jockey (Ungheria).
Allagamento al Circo di Saratov
Durante lo spettacolo del Circo Acquatico di Krasnodar
a Saratov si è rotta la piscina e 250 metri cubi di acqua
si sono riversati nella sala degli spettatori, inondando
parte del locale fino ad uscire nella strada. Due delfini
che si trovavano nella piscina sono rimasti coinvolti
nell'incidente. Gli animali sono stati portati fuori in barella,
e attualmente stanno bene, ha riferito a RIA Novosti il
direttore del Circo di Saratov, Iván Kuzmin. Sul luogo
dell'incidente si sono recati soccorritori e pompieri, ma
non c'è stata necessità del loro aiuto: l'acqua è uscita
dai boccaporti posti nel suolo del circo. Nei prossimi
giorni a Krasnodar arriverà una nuova piscina e gli spettacoli
riprenderanno.
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“Artistes”
al Cirque d’Hiver
di Alberto Fontanella
23
Durante lo smontaggio della rete l’attenzione viene captata
da una ripresa di Fumagalli che esegue un numero di magiaclownerie, dimostrando di essere davvero poliedrico.
Sono di nuovo i giovani a prendere il controllo della pista,
con l’esibizione del giocoliere Ives Nicols dallo stile aggressivo
e con l’abito pieno di borchie anziché paillettes. Il numero
successivo è presentato dai fratelli Huesca, antipodisti dallo
stile molto simile a quello degli Errani, pur se di tecnica non
uguale.
Come dice Sergio durante un intermezzo, nessuno spettacolo
classico è completo senza un numero di cavalli, ed ecco
Regina e Joseph Bouglione in esercizi di alta scuola a tempo
di musica, che riesce sempre a sottolineare gli istanti cruciali
degli esercizi. Soprattutto quelli eseguiti da Joseph si distinguono
per eleganza e discrezione nell’impartire i difficili comandi.
L’entrata comica finale è la beffa di “Jolie petite abeille”, la
nostra “Ape dammi il miele” in cui il trio FumagalliDarix-Caroli dà il meglio di sé. Fumagalli, vero mattatore
della pista, si prende gioco del pubblico in maniera
molto confidenziale. E’ abile nel creare la sensazione
della pista come “Casa Fumagalli” e corona il finale
dello spettacolo presentandosi al pubblico in camicia
da notte e papalina, salutando i suoi “ospiti” e
annunciando “q’il va se coucher”.
Lo spettacolo è godibile e unitamente alla visita al
Cirque d’Hiver resta un tassello fondamentale per un
percorso cognitivo dell’arte circense nelle sue
espressioni classiche.
spettacoli
Una domenica pomeriggio come tante altre, a Parigi, ed il
Cirque d’Hiver apre i battenti per un pubblico numeroso che
in ordinate file attende all’esterno. Fortunati i parigini a poter
assistere ad uno spettacolo in un edificio che ha alle spalle
150 anni di storia. Già, un circo stabile la cui vita è stata
continua e prolifica dai tempi di Napoleone è cosa davvero
rara, è un vero e proprio monumento che tuttora “vive” e
produce. Entrando nell’edificio, salendo le scale in legno ci
si allontana dal mondo esterno e contemporaneo. E’ una
sensazione diversa da quella che si prova sotto uno chapiteau,
è tutto più solido e dà un senso di affidabilità.
Una volta seduti sappiamo cosa aspettarci, la gabbia circolare
preannuncia il numero delle belve, presentato da una giovane
domatrice molto abile considerato che le tre tigri sono di
razze differenti.
Terminato il numero c’è una breve gag di ripresa per dare il
tempo ai tecnici di smontare la gabbia, seguita da un rapido
stacco del corpo di ballo ed ecco entrare in pista il Duo
Yingling che presenta un numero di antipodismo con ombrelli
molto ben eseguito ed accompagnato in maniera egregia
dall’orchestra. Seguono due numeri di giovani artisti, uno di
portati e pose plastiche su uniciclo ed uno, presentato da
Sampion Bouglione junior, in cui l’artista miscela bouncing
con tip tap. Entrambi questi numeri hanno un’aria ancora
“acerba”, anche a causa dei costumi che finiscono per
sminuire gli effetti della tecnica, invece notevole.
Lo spettacolo procede con un’entrata di Fumagalli e altri due
numeri divertenti: Ingo Stiebner e la sua otaria Lola
ripetutamente si scambiano attrezzi, affettuosità, baci e
abbracci in pista lasciando poi il posto al ventriloquo Willer
Nicolodi, che presenta uno spettacolo differente ogni sera in
quanto la parte migliore del suo numero prevede la
partecipazione del pubblico, grande variabile che influenza
la riuscita dello spettacolo. Notevole l’abilità di Nicolodi.
Il corpo di ballo annuncia la fine del primo tempo, e durante
l’intervallo si possono incontrare tutti gli artisti nell’area ristoro
e scambiare tranquillamente due chiacchiere con lo storico
ringmaster Sergio (40 anni di attività) o con il clown bianco
Alberto Caroli (anche regisseur di pista).
La seconda parte dello spettacolo si apre con la troupe Flying
Michael al trapezio volante. Numeri di tecnica e tensione
come questo solitamente si riservano per il gran finale, ma
probabilmente la scelta è dettata dalla necessità tecnica di
montare la rete di sicurezza senza perdere tempo. Il numero
è classico, con tanto di orchestra che fa rullare i tamburi al
momento del triplo mortale eseguito bendato, ma prima di
abbandonare la pista l’agile si esibisce in qualche colpo di
scena come un rimbalzo dalla rete fino ad aggrapparsi
nuovamente al trapezio da cui si è lasciato cadere.
media
Era da molto tempo che senti(www.amicidelcirco.net) ha covamo l’esigenza di un nostro
minciato a prendere corpo,
spazio su internet. Ne
soprattutto con articoli
parlavamo insieme,
pubblicati su “Circo”
soprattutto con
negli anni preceFrancesco Modenti, anche
cellin e con gli
“molto” precealtri Amici in ocdenti, fino dalla
casione dei nostri
sua nascita nel
di Flavio Michi
1969. Abbiamo
incontri, dei concosì iniziato un lavoro
sigli direttivi e dei
molto laborioso a cui
raduni annuali del club.
dedichiamo parecchio tempo
Finalmente prendemmo una
ogni giorno, ma che non ci costa poi
decisione e la scelta per la gestione
tanta fatica. Tutta la passione che abbiamo per
cadde su di me. Ma la partenza non è stata poi
tanto semplice. Volevamo soprattutto dare visibilità al il circo, il suo ambiente, lo spettacolo, l’amicizia con i
nostro Club, farlo conoscere ai navigatori del web, circensi, ci aiutano e ci stimolano a dare sempre il massimo,
avere uno spazio in cui gli Amici, ma non solo, anche quando non ci sarebbero né il tempo né la voglia.
potessero ritrovarsi, reperire notizie utili, comunicati, Ma anche dopo una pesante giornata di lavoro interagire
col mondo del circo attraverso il nostro portale può essere
novità, materiale da consultare.
Così nell’estate del 2003 il nostro sito una valvola di sfogo. Anzi, lo è sicuramente. E poi lo
24
facciamo per i nostri Amici e i visitatori che sono sempre
più numerosi.
All’inizio abbiamo fatto un po’ di fatica a trovare il nostro
spazio. Bisognava farsi conoscere, far sapere che ci siamo,
far sapere agli altri il nostro indirizzo web. Fortunatamente
internet è sempre più presente nelle case e nei posti di
lavoro e le informazioni arrivano con sempre maggior
rapidità. Anche quelle di un nuovo sito sul mondo del
circo. Poi c’è radio-circo, il classico tam-tam tra gli appassionati italiani e stranieri, che questo funziona sempre. Ci
sono gli Amici che aiutano, che contribuiscono, che danno
una mano in molte cose. E sono preziosi, come tutti gli
amici veri dovrebbero essere. Con loro e per loro si va
avanti, ogni giorno. Ne voglio ricordare uno soltanto. Per
il suo contributo, la sua passione, la sua ironia, la sua
grande esperienza, il divertimento che metteva in ogni
cosa facesse: Roberto Pandini. In questi giorni sono due
anni che “non si fa sentire”, ma è qui con noi. Chiamava
il nostro sito “michi-circus” e naturalmente mi faceva
piacere. Ma voleva dire qualcos’altro. Quando un sito, di
qualsiasi genere sia, è troppo legato ad una sola persona
rischia molto. Rischia che il suo gestore si stufi, che non
abbia tempo, che perda l’entusiasmo per tutto il lavoro
che c’è da fare. E aveva sicuramente ragione. E per questo
è prezioso e fondamentale il supporto di tutti gli Amici.
Ogni contributo con notizie, foto, curiosità, articoli di
giornale e tutto quello che possa concernere il circo. Ed
il supporto, molto limitato inizialmente, è diventato sempre
più grande e ci dà veramente una mano. Anche gli addetti
ai lavori, gli artisti, le ditte che lavorano per i circhi dall’Italia
e dall’estero ci contattano, ci scrivono, inseriscono il loro
link nello spazio apposito. Già, i links. Sono uno dei nostri
vanti. Ne abbiamo 1350 tra circhi, artisti, clubs, portali,
compagnie, festivals, agenzie…E quasi ogni giorno ne
arrivano di nuovi. Una bella soddisfazione. Poi le telecamere
posizionate su “piazze” dove arrivano i circhi, soprattutto
all’estero. I video sono sicuramente il nostro vanto. Ce ne
sono ben 550 e molti altri sono già programmati per i
prossimi mesi. Ormai l’informazione deve essere, ed è,
multimediale. E’ interessante leggere una notizia, vedere
delle immagini, ma i video sono sicuramente il massimo.
Non tutti magari riescono a vederli, ma la tecnologia va
sempre più avanti insieme ai sistemi operativi, alla memoria
del computer, alla sua potenza. E allora bisogna aggiornarsi,
altrimenti rimaniamo indietro e non solo per vedere i video
che segnaliamo!. Aggiornarsi non è un optional, ma una
necessità. Abbiamo voluto dare molto spazio alla rassegna
stampa internazionale. Articoli da inglese, spagnolo,
francese e tedesco vengono segnalati e tradotti. Navighiamo
molto su internet sui siti del settore e dobbiamo dire che
l’Italia e la Francia hanno i siti più attivi del panorama
internazionale. “Circusfans” e “Club Amici del Circo” in
Italia, “Burguscircus” e “Aucirque” in Francia.
“Cirkusskandinavia” per la Danimarca e “Circusnews” per
gli Stati Uniti per citarne alcuni. Poi ce ne sono parecchi
altri, in tutti i paesi del mondo, ma non sempre sono
costanti con l’aggiornamento dei dati. A volte rimangono
inattivi per qualche mese. Secondo noi è fondamentale
avere il sito internet attivo, sempre, anche quando non ci
siamo e non possiamo aggiornarlo. In questo ci aiuta
molto la programmazione degli articoli, che vengono
pubblicati automaticamente nel giorno e nell’ora stabiliti.
Anche così le visite giornaliere si “fidelizzano” e aumentano.
Sono diverse centinaia ogni giorno, rilevate statisticamente.
Teniamo molto ai dati. Si tratta di visite “effettive”, non di
numero di “click” come in altri casi. E se si parla di 180.000
visite rilevate da maggio 2004 possiamo essere molto
soddisfatti. Non solo: 550.000 pagine viste, 4500 articoli
pubblicati, 10.000 foto viste 430.000 volte. Ogni articolo
rimane sulla “home page” per circa una settimana poi
viene archiviato e può essere rintracciato tramite una
semplice ricerca, attraverso gli argomenti o proprio dall’archivio catalogato mese per mese. E’ incredibile constatare
quanti siti di carattere circense ci hanno inserito nei loro
links e quanti accessi abbiamo proprio attraverso loro. E
quante letture. Le sezioni dedicate alla rassegna stampa,
le Mostre, l’Ente Nazionale Circhi, l’Accademia, la fotografia,
il modellismo i festivals vantano dei veri e propri records.
L’articolo più letto tra le “novità” vanta oltre 1000 letture.
Ma anche gli altri, sui vari argomenti, non sono poi così
distaccati. Quello che più ci impressiona probabilmente
sono le connessioni dai vari paesi del mondo. A settembre
festeggeremo 4 anni di vita, ma quanta strada è stata
fatta. Ce lo dimostrano le connessioni da paesi come le
Isole Vergini, Corea, Taiwan, Antigua e Barbuda, Perù, Isole
Marianne Settentrionali (!), Giappone, per citarne alcuni
dei più “strani”. Le immagini e gli articoli dei raduni presenti
e passati hanno trovato un loro spazio e sempre più ne
troveranno. Ci vuole solo il tempo di inserire tutto il materiale
che abbiamo e che vogliamo “distribuire” a tutti. Essere
Amici del Circo, avere una collezione, non vuol dire solo
essere gelosi e custodirla quasi segretamente, ma anche
farne partecipi gli altri. Lo stesso vale per le novità, le
curiosità, le immagini. E’ l’evoluzione della nostra
“maniacalità” per tutto quello che è e che parla di Circo!
25
media
Il Circusfans soffia in questi giorni le sue prime otto candeline: dei primi collegamenti a Internet (magari lenti e ancora
un traguardo non da poco per un sito Internet che lo rende problematici) hanno trascorso serate intere e magari notti
probabilmente il più anziano dei portali dedicati al circo di attaccati al monitor. E ore e ore le ha passate anche Gaetano
tutto il web. Nel 1999, quando vide la luce per iniziativa di preso dall’entusiasmo di tenere aggiornato il maggior numero
Gaetano Pappalardo, Internet in Italia era ancora poco possibile di sezioni: le foto di tutti i complessi italiani, la
diffuso, quasi un privilegio per pochi. Sulla scia di altri portali, vasta galleria di programmi da collezione, la pagina dei
allora molto quotati ed aggiornati come Andi’s Circuswelt o modellini in miniatura e le tanto consultate news. Man mano
Circusweb.de, Pappalardo decise di fondare un
che cresceva il numero di contatti, aumentava la
sito che desse informazioni sui comquantità di sezioni e l’aggiornamento
del sito che cresceva con la
plessi italiani e aggiornasse,
settimanalmente sugli
stessa rapidità con cui una
spostamenti dei nostri
piccola pallina di neve
complessi. Probache rotola dalla cima
bilmente non imdi una montagna
diventa valanga.
maginava neanc
h
e
Attraverso il sito
lontanamente
sono nate amicosa stava per
cizie, si sono creati
creare e quale
rapporti
umani
di Dario Duranti
duraturi cementati
movimento avrebbe
suscitato quella sua
con gli anni, aldilà della
idea tanto spontanea
mera passione per il circo.
quanto geniale. Quelle pagine
E talvolta si è abbattuto il muro
dall’inconfondibile colore giallo-rosse
che separa “gaggi” e “dritti” favorendo
la comunicazione e lo scambio tra gli appassionati
coagularono attorno a sé in breve tempo un vero
e proprio pool di appassionati che trovavano finalmente un e i circensi. Con questo scopo nacque il forum () che divenne
modo per tenersi aggiornati, scambiandosi i recapiti, oltre un punto di incontro, una vera e propria piazza virtuale. Uno
che informazioni e notizie sull’Italia e sull’estero. Ricordiamoci spazio aperto e senza limitazioni di sorta corre spesso il
che allora (sembra passato un secolo anche se sono solo rischio di degenerare e dopo un primo momento critico in
otto anni!) i telefoni cellulari non erano ancora alla portata cui chiunque utilizzava questo spazio per lanciare accuse e
di tutti ed era ancora esperienza comune viaggiare per vedere diffamazioni coprendosi con l’anonimato, il forum entrò nella
un circo e scoprire o che aveva spiantato prima o che seconda fase della sua vita: una nuova interfaccia, più
l’indicazione era errata. Non c’era altro da fare che girare i controllabile e dotata di restrizioni permetteva di ammettere
tacchi e tornare mesti a casa, sgridando chi con superficialità (e di conseguenza anche bloccare) gli utenti attraverso una
ci aveva dato un’informazione fuorviante.
registrazione che di fatto ha elevato il livello degli interventi
Il Circusfans stava per influire sulle abitudini di molti e come e ha reso il sito più interattivo ai fruitori di questo spazio,
tutte le novità riscosse subito l’entusiasmo dei più nonostante sia ancora presente qualche intemperanza.
giovani. Ricordo di essermi più volte incollato al Abbiamo fin qui omesso uno dei fiori all’occhiello del
computer dell’università o di qualche Internet Point Circusfans: le Tournée. Non ci risulta che nessun sito europeo
che disponeva della tanto agognata connessione offra ai suoi utenti un servizio capillare e preciso come il
alla Rete per scoprire la nascita di un nuovo circo, servizio Tournée di Circusfans. Ogni settimana questa pagina
l’ingaggio di un numero straniero o l’uscita di una riporta in ordine alfabetico le piazze di circa un centinaio di
nuova pubblicazione. I privilegiati che disponevano complessi italiani, dalla più piccola arena all’aperto al circo
26
a tre piste, oltre a riportare informazioni su numerosi complessi
europei. Un servizio di monitoraggio affidato a Luciano Ricci,
uno dei primi ad aver colto la portata di questo strumento
e che quotidianamente mettono ore di lavoro al servizio della
community. Oggi è naturale clickare su Circusfans per sapere
dove si trovi un circo, ma solo otto anni fa si dovevano fare
svariate telefonate sperando di non fare un viaggio a vuoto.
Ci teniamo a sottolineare che un sito come Circusfans il cui
sterminato archivio oggi contiene centinaia di pagine e
diverse migliaia di immagini, non può essere il risultato del
lavoro di una sola persona. I meriti di Pappalardo sono
innumerevoli, primo di tutto l’aver concepito un sito con
questa struttura (inalterata negli anni), ma anche e soprattutto
di aver contagiato con la propria passione e il proprio
entusiasmo una vasta schiera di collaboratori senza i quali
il sito non sarebbe arrivato laddove si trova oggi. Ma abbiamo
parlato di “squadra” e questo non solo perché anche qui ci
sono dei colori (appunto il giallo-rosso), un inno (la ormai
celebre sigla di apertura di Sabato al Circo) e dei numeri (e
che numeri come vedremo più avanti!), ma perché c’è una
divisione di compiti e tutti i giocatori sono uniti da una stessa
motivazione e da un unico scopo. La promozione del circo
e la diffusione della sua cultura. Abbiamo già menzionato
Pappalardo e Ricci tra i più “anziani” collaboratori, ma a
fianco ad essi è doveroso menzionare chi dalle retrovie
fornisce e pubblica news e immagini a tutto spiano. A partire
da Antonio Vanoli, Stefano Bracchi, Maurizio Tramonti, Maurizio
Colombo e il sottoscritto. A fianco a questi collaboratori fissi,
ci sono gli informatori e coloro che con una “soffiata”, una
foto o una mail forniscono lo spunto per dare uno scoop o
un aggiornamento. Ecco perché si parlava di un lavoro
collettivo, perché se non ci fosse questa rete di collaboratori
non sarebbe possibile garantire una simile capillarità informativa. L’esempio più emblematico è lo “Speciale Natale”
che da alcuni anni informa non solo gli appassionati, ma
anche il cosiddetto “grande pubblico” della dislocazione di
tutti i circhi italiani sull’intero territorio nazionale. Di ciascuno
è possibile trovare il nome della piazza, gli orari degli spettacoli,
i recapiti pubblicati sulla pubblicità e magari la locandina
natalizia. Un servizio completo che viene sovente linkato
anche da siti non direttamente collegati con il circo. L’ultima
novità consiste nella possibilità per gli utenti di collaborare
alla crescita del sito inviando, attraverso delle apposite
caselle e-mail, news ([email protected]), tournée () e
fotografie () così da rendere ancora più pratica e aperta a
tutti la collaborazione al sito. Sarà poi cura degli amministratori
selezionare il materiale ricevuto, valutando cosa sia più
interessante e pubblicabile sia in base a criteri di attualità,
attendibilità e interesse, sia a seconda della qualità delle
immagini.
che quotidianamente suscita questa enciclopedia on line
del circo italiano. Se Barnum fosse in vita non esiterebbe
a far stampare un enfatico manifesto su cui imprimere a
caratteri cubitali le cifre che seguono: un gigabyte di spazio
occupato sul server, oltre 45.000 file (tra pagine, immagini
ed eseguibili), 13.222 messaggi nel forum, oltre 4.000 news,
un archivio delle tournée dei circhi italiani degli ultimi tre
anni divisi per settimana, le gallerie fotografiche di oltre 200
complessi italiani (attuali o del recente passato), una media
di circa 1300 visite al giorno, provenienti da tutto il mondo,
oltre 1200 links verso siti inerenti al circo di tutto il mondo.
Oggi il Circusfans è raggiungibile oltre che dal dominio
“storico” anche dal “.net” in seguito allo spostamento su
un server più moderno e potente. Sovente viene contattato
da redazioni e testate giornalistiche (soprattutto nel periodo
natalizio) per effettuare servizi su giornali, televisioni e radio
o chiedere consulenze di vario tipo. Il sito ha costi di gestione
piuttosto alti che vengono sostenuti attraverso la vendita
saltuaria di locandine e programmi o l’inserzione di qualche
banner da parte di circhi, artisti e ditte che producono
chapiteau e attrezzature che danno così la possibilità al
Circusfans di coprire le spese minime.
Tutto questo è il Circusfans di oggi. Uno strumento che sin
dalla sua creazione in un lontano giorno del 1999 è cresciuto,
cambiato e maturato interrogandosi sullo stato di salute del
circo e sul proprio futuro. Oggi dunque ci godiamo (in
compagnia di centinaia di utenti che ci seguono con fedeltà
da anni) la festa di compleanno con un occhio al passato,
uno al futuro e un altro sull’inseparabile monitor che giornalmente ci tiene informati…
Numeri eccezionali
In comune col circo il Circusfans vanta numeri davvero
mozzafiato, cifre “virtuali” che danno un’idea dell’interesse
27
Brian Casartelli premiato dal sindaco di Montecatini (foto Flavio Michi)
FESTIVAL
Nel 2001 infatti è
Grande trionfo per
stata abbandola famiglia Canata la classica
sartelli e per il
statuetta a cui
nostro Circo
eravamo ormai
Medrano al Feabituati e affestival di Monte
zionati e che
Carlo 2007. Il
di Flavio Michi
nacque proprio col
XXXI, che sarà riFestival nel 1974.
cordato per un unico
Fa ancora parte delle
clown d’oro dopo 10
decorazioni dei palchi dello
anni esatti. Ed il nuovo
chapiteau di Fontvieille la bella
clown d’oro si va ad aggiungere
scultura di Paule Malè, ma il suo posto
a quello conquistato nel 1996 dai
Casartelli con la magnifica “Festa del Cavallo”, nella premiazione è stato preso dalla nuova statuetta.
l’insieme di alta scuola, cavalli in libertà, piramidi I nostri Casartelli vantano così un nuovo primato. Non
a cavallo e jockey che portò in pista tutta la nuova sono i soli italiani ad aver conquistato due statuette del
generazione di artisti della famiglia e meravigliò prezioso metallo ma con la Troupe acrobatica di Pyong
per l’entusiasmo che sprizzava da ogni parte. Un Yang e quelle provenienti dalla Cina sono gli unici ad avere
altro clown d’oro quindi, ed è anche diverso dal- i due clowns d’oro di diversa foggia!
Unici occidentali, unica famiglia circense europea, unici
l’altro!
28
Giacomo Niemen ( Bonfiglio )
E’ il caso di Peppino Anselmi, il vecchio acrobata e poi
clown che risiede da anni in Toscana e che ha fatto parte
della compagnia per più di 40 anni. Oggi, alla bella età
di 86 anni, può godersi il circo dai palchi e festeggiare i
vecchi amici applaudendo le nuove generazioni in pista.
Anche Giacomo Niemen, “Bonfiglio”, un po’ più giovane,
ha voluto essere presente in uno dei primi spettacoli al
“In carovana ci sono sempre tantissime cose. La
famiglia è grande, lo spazio un po’ meno, ma per
le due statuette non ci sono problemi. Sono al
loro posto una accanto all’altra anche se non
vengono ostentate”.
artisti italiani. Beh, c’è da essere ancora più soddisfatti,
no? Un po’ come noi appassionati, “maniaci” di tutto il
materiale da collezione circense “ce l’ho, mi manca”. Loro
li hanno, ma anche se ne hanno due sembra che non
vogliano cambiare il “doppione”! Ah, già è diverso dall’altro.
E’ vero.
In carovana ci sono sempre tantissime cose. La famiglia
è grande, lo spazio un po’ meno, ma per le due statuette
non ci sono problemi. Sono al loro posto una accanto
all’altra anche se non vengono ostentate. Ma chi non ha
potuto assistere al Festival monegasco vuole certamente
vedere l’ultima arrivata, un po’ come si fa per i neonati.
Ed è una festa, ogni giorno, di parenti, amici, ospiti che
vogliono essere presenti, far sentire il loro affetto e magari
bersi un buon caffè che “dalla Wally” non manca mai, a
qualsiasi ora!
ritorno in patria dei “nostri” dall’avventura monegasca.
Non c’è bisogno di vederli applaudire, ma basta guardarli
per vedere come brillano gli occhi davanti ai vecchi
compagni di lavoro, ma soprattutto davanti ai numeri di
cavalli, alla pantomima di Aladino, ai leoni dello straniero
della squadra (Martin Lacey Jun., naturalmente).
Un po’ di nostalgia per chi non può togliersi la segatura
dal sangue, ma tanto tanto entusiasmo.
Visite molto gradite dalla famiglia ricambiate anche con
un bell’omaggio in pista. Il vecchio artista viene ricordato
e presentato generosamente al pubblico che gli regala
ancora un applauso.
E’ un po’ come voler distribuire agli altri, alle persone care
che hanno passato una vita con te, un po’ di quegli
applausi ricevuti a Monte Carlo. Ma ce ne vorrà di tempo
per poterli distribuire tutti!
“I nostri Casartelli vantano così un nuovo primato.
Non sono i soli italiani ad aver conquistato due
statuette del prezioso metallo ma con la Troupe
acrobatica di Pyong Yang e quelle provenienti
dalla Cina sono gli unici ad avere i due clowns
d’oro di diversa foggia!”
E questa proverbiale ospitalità non poteva tener lontani
i personaggi che hanno gravitato intorno al “pianeta
Medrano” per anni e anni e che oggi si godono un po’ di
riposo dopo tanto lavoro.
I due Clown d Oro dei Casartelli (foto Flavio Michi)
29
festival
E’ diventata ormai una consuetudine: terminato il Festival meritatissimo. L’altro “K” d’Oro a 6 acrobati della Troupe
International du Cirque de Monte Carlo c’è solo il tempo per Acrobatica di Hebei alle prese con le “meteore”, uno dei
cambiare l’impianto luci, l’orchestra, che viene spostata in numeri classici dell’acrobazia cinese, arricchito in questo
basso davanti alla controporta, e via di nuovo con un altro caso da elementi acrobatici del tutto nuovi come un salto in
Festival. Meno di una settimana dopo il Festival più importante terza colonna dalla banchina, sempre riprendendo al volo la
del mondo prende il via la “Premiere Rampe” giunta quest’anno “meteora”! Molto applaudita, veloce ed originale l’esibizione
alla sua XIXª edizione.Ottime luci anche in questo caso, come delle due giovanissime contorsioniste mongole in versione
del resto l’orchestra, diretta da Carmino d’Angelo. La Principessa “tigrotto”. Un meritato argento anche per loro come pure per
Stephanie che segue con grande passione tutta la kermesse il giovane Alberto Atayde, giocoliere molto classico di buon
monegasca del Festival du Cirque, partecipa con lo stesso livello alle prese con cinque clave e otto cerchi, molto applaudito
slancio anche al Festival dei giovani under 18 organizzato dal dai suoi folkloristici familiari e amici arrivati dal Messico per
Kiwanis Club di Monaco, ma soprattutto, come sempre, da l’occasione. Belli anche i due numeri aerei delle due “Ekatarina”
Jean Claude Gondeau. L’edizione 2007 può essere considerata della Premiere Rampe. La Shoustova ai tessuti, già al Festival
come una delle migliori in tanti anni di attività. Il livello artistico di Latina, e la Kornyeva al cerchio aereo con esercizi di
medio degli artisti in gara era decisamente alto: un giudizio contorsionismo. Due bei numeri indubbiamente che sono
unanime di tutti gli addetti ai lavori che si sono dati appun- stati premiati con un “K” di Bronzo. Ancora “da Latina”
tamento allo chapiteau di Fontvieille lo scorso 3 febbraio. Clemence e Amaury, i due belgi al trapezio visti nell’ultima
Pubblico molto numeroso come sempre e a così poca distanza edizione del Festival lo scorso ottobre. Ovazione finale del
dal festival maggiore: un altro bel pienone! Peccato
pubblico a tutti i giovani artisti partecipanti. La “Premiere
che esattamente negli stessi giorni si
Rampe” non è solo un’occasione per
svolga a Parigi il Festival du Cirque
artisti molto giovani, ma anche
de Demain. Questo non inper chi assiste allo spettacide certo sull’affluenza
colo! Complimenti agli
del pubblico, ma siorganizzatori per
curamente sulla
l’edizione 2007 con
presenza di dil’augurio di manrettori, addetti ai
tenere e, perché
lavori e giornalisti
no, di migliorare
che frequentano
il livello artistico
da anni la madi quest’anno.
nifestazione padi Flavio Michi
rigina. La giuria
ErikNiemen
presieduta dal Dr.
Alain Frere comprendeva
tra gli altri lo svizzero Franz
Nock, Eugene Chaplin, Peter
Dubinsky oltre a personalità provenienti
dalla Cina, dalla Mongolia e dal Messico.
Un buon spettacolo condotto da Frederic Colnot, in “prestito”
dal Cinque Pinder, veramente ricco di buoni numeri provenienti
da Russia, Cina, Messico, Mongolia, Ucraina, Argentina,
Germania, Belgio e… Italia! Erik Niemen, del nostro Circo
Niuman, ha partecipato con il suo bel numero di filo “basso”
ed è stato molto applaudito e apprezzato. Il suo buon stile
e la tecnica, di tutto rispetto per la sua giovane età, gli hanno
fatto conquistare un “K” d’argento. Dato il buon livello medio
dei partecipanti il suo premio acquista un valore
ancora maggiore! La piroetta sul filo e il bel salto
mortale indietro, molto ben eseguiti, hanno colpito
la giuria. Una bella soddisfazione per lui, la sua
famiglia e per il circo italiano che a pochi giorni
dall’Oro dei Casartelli porta a casa, sempre dal
Principato, un bell’Argento. “K” d’Oro a due numeri
cinesi: Jin Ying, una straordinaria verticalista contorsionista di soli 13 anni che ha sbalordito tutti per
esercizi veramente incredibili! Un oro scontato e
30
Clown e pigmei
della foresta
Il riso nelle culture del messico.
di Marco Martini
Come già segnalato (Circo, agosto/settembre 2000, pp.
24/25), tra i popoli di interesse etnologico esistono figure
istituzionalizzate di pagliacci solo nel sud-ovest degli USA
e nel nord-ovest del Messico. Le origini di questo personaggio
affondano però le loro radici in società più primitive di quelle
dei sopra citati agricoltori amerindi, e troviamo figure di clown
già abbozzate sin dal livello dei cacciatori-raccoglitori, il più
arcaico sistema di vita della specie homo: nei popoli artici
(dalla Siberia agli Eschimesi) e tra i pigmei BaMbuti della
foresta equatoriale africana. Quest’ultima etnia è caratterizzata
da un elemento arcaicissimo: l’autorità non ha gerarchie
fisse, ma viene assunta di caso in caso da chi “dimostra di
possedere l’abilità di interpretare e soddisfare i desideri della
Grande Foresta” (Colin Turnbull, Wayward servants, 1966, p.
82), uomo o donna che sia. Già, perché il loro Essere
Supremo è proprio lei, la Foresta, l’unico ambiente in cui si
sentono al sicuro come nel grembo di una madre e dal quale
attingono ogni cosa di cui hanno bisogno. Piacere alla Foresta
significa anche possedere capacità tecniche, predisposizioni
ed abilità particolari a seconda dell’ attività da svolgere.
Tutti possono provarsi a risolvere le dispute e le questioni
che inevitabilmente insorgono in ogni gruppo umano, e
l’esperienza ha con il passare del tempo insegnato ai BaMbuti
che il miglior mezzo per venirne a capo è di stemperare il
clima, di polarizzare l’attenzione generale attorno a qualche
altro elemento. Si possiedono esempi di uomini e donne
qualsiasi che hanno seguito questa strada, tuttavia esiste
tra loro un vero e proprio maestro specializzato nel settore,
con capacità mimiche e teatrali superiori alla media: il clown.
Non viene investito di tale compito ufficialmente, non esiste
un termine della lingua indigena per definirlo, non è una
figura rituale, ma al momento opportuno compare. Generalmente, spiega Turnbull, è il più maldestro nella caccia che,
evidenziando capacità di ridere di se stesso e degli errori
che compie, mostra più di tutti questa inclinazione; e da
quel momento, all’insorgere di qualsiasi questione, accorre
a sedarla servendosi della comicità. Un’arma quasi sempre
infallibile. E pare che la sua abilità fosse ben vista, oltre che
dalla Sacra Foresta, anche dai monarchi degli antichi e
gloriosi regni africani dei Bantu, in alcuni dei quali sono stati
segnalati da storiografi e viaggiatori dei buffoni di corte
appartenenti appunto alla etnia pigmea.
Nella nostra società i pigmei hanno fatto invece solo fugaci
apparizioni, non arrivando mai a poter dimostrare queste
loro qualità. In Italia li vedemmo per la prima volta nel 1874,
come mostra la copertina di una rivista dell’epoca, ma furono
oggetto solo di studi scientifici (per lo più antropometrici)
e, semmai, di curiosità e meraviglia.
Siamo tanti
e veniamo
da lontano
Il “gruppo esotico”
di Ettore Paladino
Fantasia tzigana dei Casartelli (tutte le foto sono di: Centre de Presse/Charly Gallo)
suscita molta ammirazione. Un messaggio estetico e culturale
confacente alla nuova sensibilità nei confronti degli animali
nata proprio in quel periodo. Cerchiamo adesso di conoscere
meglio queste specie, cominciando col precisare che, se gli
animali che vediamo sono tutti, o quasi, esotici, nel senso
che vivono abitualmente nei paesi extra-europei, non tutti,
anzi pochi, sono selvatici. Molte delle specie addestrate nei
circhi sono addomesticate da secoli presso le loro terre
d’origine, al punto che non esistono più popolazioni allo stato
selvatico; per altre se ne è iniziato l’allevamento più di recente,
e spesso anche in Europa. Oltre allo stato di domesticità,
un’altra caratteristica importante da considerare è la diversa
intelligenza ed adattabilità delle specie. In molte di esse
prevalgono comportamenti istintivi, in quanto legati alle
caratteristiche genetiche; anche in natura il comportamento
è poco modificato dagli stimoli ambientali e quindi dall’apprendimento. Proprio la minore intelligenza, intesa come
capacità di associazione mentale, rende più difficile l’addestramento e meno eclatanti i risultati. Alcune di queste specie
animali non hanno abitudini sociali, e anche questo complica
i rapporti con l’uomo.
Facciamo adesso una carrellata sulle specie più tipiche dei
circhi. I dromedari, le navi del deserto, citati anche nella
Bibbia, sono stati addomesticati sin dal tempo degli Egiziani.
Originari dell’Africa settentrionale, furono e sono tuttora
importantissimi per le popolazioni indigene come indispensabili
animali da lavoro nelle zone desertiche, ma utilizzati anche
come fonte di carne e latte. Proprio per le sue caratteristiche
preziose, l’area di diffusione di questo animale si è allargata
ad opera dell’uomo in tutta l’Asia minore. Anche in Italia, in
Toscana, nel 1660 fu attivato un allevamento di dromedari,
che si mantenne fino alla fine dell’‘800. Sono animali
intelligenti, docili dopo l’addestramento, molto veloci e plastici
nei movimenti. Il cammello ha una diffusione limitata ad
alcune zone dell’Asia centrale; di corporatura più
massiccia rispetto al dromedario, ha caratteristiche
simili, ma di carattere è più pauroso, meno docile; è
più lento nei movimenti, più adatto su terreni impervi
di montagna. Più volte è stato usato nei circhi per
numeri di jockey; fra i vari addestratori ricordiamo
Romano Bellei, di origini italiane.
In Sud America vivono i parenti stretti dei cammelli:
vigogna, guanaco, alpaca e lama. Questi ultimi sono
animali
Degli attuali numeri dei circhi i gruppi esotici sono forse quelli
che più affondano le radici nell’antichità e negli spettacoli
dell’epoca romana. Se già presso le corti di Faraoni e Persiani
erano in voga le collezioni di animali, simili ai nostri zoo,
furono i Romani a creare veri spettacoli, eventi importanti e
destinati a un vastissimo pubblico popolare. A volte era solo
un mostrare gli animali catturati nei territori più lontani
dell’immenso impero, in altri casi erano lotte sanguinarie con
i gladiatori o invece esercizi presentati dai mansuetari, precursori
dei nostri domatori. Nel clima generale di decadenza e
austerità del Medio Evo gli spettacoli popolari più sontuosi
furono abbandonati, per ritornare in auge dal 1600 in poi.
Già nel ‘700 si hanno testimonianze di addestramento di
specie animali insolite (alla fiera di Saint-Germain, sobborgo
di Parigi, nel 1770 un addestratore presentò un numero con
varie specie di uccelli, lepri, topi e api). L’‘800 fu l’epoca d’oro
dei serragli girovaghi, che attraevano un folto pubblico per la
varietà di animali selvatici ed esotici, anche se venivano esibiti
soltanto all’interno dei carrozzoni-gabbia. Karl Hagenbeck,
spinto dalla sua passione per tutti i tipi di animali e per
l’addestramento, concepì una forma di spettacolo in cui gli
animali del serraglio venivano esibiti sotto uno chapiteau,
con esercizi più o meno evoluti o con semplici passerelle,
puntando sul fatto che anche solo il movimento libero di tanti
animali crea un quadro di eccezionale fascino e bellezza.
L’impresa si chiamò Zoo-Circo, nacque nel 1893 ma durò
poco. Le spese erano eccessive e presto si arrivò al fallimento.
Con il ‘900 e le due guerre gli spettacoli kolossal conobbero
una giustificata crisi; un po’ in tutta Europa i circhi, scampati
con pochi mezzi alla II guerra mondiale, investirono prima in
strutture e animali più tipici per lo spettacolo. Fu negli anni
’60 che, soprattutto nei paesi dell’area anglosassone, tornarono
in voga i numeri con animali esotici. Fra i precursori del genere
vanno ricordati i Knie, che si cimentarono per primi con una
giraffa, con un rinoceronte e con tanti e svariati animali, tant’è
che crearono un vero e proprio zoo di appoggio a Rapperswill,
sede del quartiere invernale. In Italia pionieri del genere furono
i Casartelli; Leonida investe molto nel parco zoologico del
proprio circo, e accanto ad animali destinati necessariamente
solo allo zoo, altri vengono affidati al figlio Heros che crea il
primo numero di gruppo esotico del circo italiano del dopoguerra. Si cominciò con cammelli, cavalli e zebre, e poi via
via arricchito da altri animali fino a giraffa e rinoceronte. Fu
solo all’inizio degli anni ’80 che il gruppo esotico divenne in
Italia un’attrazione di punta e diffusissima. Nascono numeri
importanti nei grandi circhi: Moira Orfei, Lidia Togni, il Florilegio,
ma anche circhi piccoli e medi acquistano parecchi animali
e creano numeri più o meno ricchi. Probabilmente il successo
di tali numeri fu dovuto a un meccanismo simile a quello
suscitato dai primi domatori dell ‘800. Se ormai ci eravamo
abituati a vedere lavorare elefanti, leoni e tigri, scopriamo che
anche zebre, giraffe, ippopotami, rinoceronti e quant’altro
possono essere addestrati, e quindi possono instaurare un
rapporto con l’uomo. Ovviamente il pubblico non vuole adesso
vedere nello spettacolo la supremazia dell’uomo sull’animale,
ma piuttosto la possibilità di superare ulteriori limiti, di poter
costruire un’intesa con specie ritenute intrattabili o addirittura
pericolose per l’uomo e fra loro stesse. Certo l’insieme di
animali così diversi che diventa in pista un insieme armonioso
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animali
usati soprattutto come animali da soma, hanno un carattere
docile, sono obbedienti, ma vanno trattati con molta dolcezza.
Li vediamo spesso nei circhi, anche perché si riproducono
facilmente; l’esibizione classica sfrutta i loro movimenti agili
e soprattutto l’abilità nel saltare. Più rari a vedersi guanachi
e alpaca, facili ad addomesticarsi solo da giovani; le vigogne,
celebri soprattutto per la lana pregiata, più che addomesticate
vengono catturate e allevate, ed infatti è raro vederle nei
circhi. Parecchi bovidi vengono spesso presentati nei gruppi
esotici. L’unica specie veramente selvatica è il bisonte, anche
se in America e adesso anche in Europa sono nati molti
allevamenti per la produzione di carne. E’ un animale timido,
pauroso, poco irritabile ma difficile da fermare se in preda
a un accesso di rabbia o di paura. I primi bisonti che arrivarono
negli zoo europei si spaventavano solo all’avvicinarsi di
persone; ma nel giro di pochi mesi si abituarono alla gente
e prendevano il cibo dalle mani dei guardiani. In Italia uno
dei primi fu presentato, legato, nel circo di Darix Togni in un
semplice giro di pista con altri animali. In realtà dai bisonti
non si è mai potuto ottenere molto di più che qualche giro
veloce di pista, anche se da liberi e non più legati. Le altre
specie esotiche sono comunque domestiche come yack e
zebù, preziosissimi nelle loro terre d’origine, e il bufalo
indiano, allevato già dai Persiani e oggi soprattutto
nel Sud-Est asiatico ma anche in Italia. Dalla mole
possente e dall’aspetto poco rassicurante, in realtà
è un animale docile, calmo e poco reattivo agli stimoli
dell’ambiente che lo circonda. Spesso sono stati
usati nei numeri di circo anche comunissimi bovini
presenti nei nostri allevamenti, o razze più insolite
come i pelosissimi e buffi Higland scozzesi. Dai primi
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numeri degli Hagenbeck a fine ‘800 arriviamo fino a quelli
di Monica Georgi, visto a Monte Carlo ’85, e dei Knie nel
simpatico numero della fattoria (1988). Spesso infatti i nostri
animali domestici vengono presentati insieme, a costituire
veri e propri “gruppi misti”; fra le specie più comuni le capre,
molto intelligenti e disponibili al rapporto con l’uomo, ed i
maiali. Il maiale vanta una lunga storia nell’addestramento:
Piovitt nell’‘800 presentò un maiale funambolo, Uwe
Schwichtenberg li fece lavorare con animali esotici, J.A.Hoppe
li utilizzò con le oche in un eccellente numero visto anche in
Italia. Animale intelligente ma irascibile, viene presentato
soprattutto in chiave comica; molti celebri clown lo ebbero
come loro partner: Billy Hayden, Giacomino, i Durov, clown
politici, con vere e proprie pantomime insieme ad altri animali.
L’addestramento in clown fu molto in voga nell’‘800 ma poi
divenne sempre più raro; in realtà è una presentazione che
dietro una cornice di allegria nasconde molta difficoltà. Tutto
ciò che sembra improvvisato deve invece essere ben preparato
ed avere un decorso fisso.
Parente del maiale, l’ippopotamo è molto più lento e molto
meno adattabile, anche se i Romani riuscivano a catturarlo
e trasportarlo a Roma per gli spettacoli negli anfiteatri. Dal
temperamento tranquillo, vive in branchi e trascorre la maggior
parte del giorno in acqua, preferendo muoversi di notte per
la ricerca del cibo. Si adatta comunque bene alla cattività.
Forse i primi addestratori ad utilizzarlo furono i Durov, che
riuscirono a fargli fare persino una capriola su se stesso!
Darix Togni ne portava uno nella pista inondata del suo Circo
nell’Acqua, semplicemente a bearsi di quel lago artificiale.
Il rinoceronte condivide lo stesso habitat dell’ippopotamo,
ma vive fra gli arbusti della savana. Poco sociale, non forma
branchi e tende a muoversi solo se stimolato dal cibo, anche
se nella corsa è parecchio agile. Cervellati nel 1961 lo definiva
“bestione stupido, feroce e indomabile”, ma già gli Egiziani
e i Romani riuscivano a catturarli e presentarli in spettacoli.
Ed anche il Brehm li considerava ammansibili se trattati bene.
Ed infatti nel 1966 arriva il primo rinoceronte in un circo
europeo, da Knie. Era un esemplare femmina, Ceyla, giustamente entrato nella storia; dopo soli due anni debuttò in
pista, con Fredy che gli saliva in groppa, e nel 1972 si esibì
in un numero con una tigre. Exploit incredibile e a tutt’oggi
non più ripetuto. Anche se il nostro Davio Togni creò un
esercizio simile saltando in groppa al suo rinoceronte tenendo
un leopardo sulle spalle. E Flavio Togni fu in cartellone da
Ringling con un quadro simile.
Altri animali africani sono le giraffe e le zebre. Le prime hanno
un carattere tranquillo, si abituano alla cattività e si riproducono
facilmente; animali sociali, instaurano un buon rapporto con
l’uomo. La loro particolare conformazione fisica limita certamente la possibilità di imparare esercizi e movimenti particolari.
In Italia il primo circo a possederne una fu il Medrano dei
Casartelli,nel 1972. Le zebre viceversa, pur vivendo in branchi
numerosi, anche insieme con altri animali, mantengono un
carattere restio all’addestramento. I primi a cimentarsi con
esse incontrarono parecchie difficoltà; Eros Casartelli nel suo
numero esotico doveva tenerle per ultime nella fila, perché
la presenza di altri animali alle spalle le rendeva troppo
nervose. Col passare degli anni, vuoi la maggiore esperienza
degli addestratori vuoi una certa selezione e abitudine delle
zebre allevate nei circhi, hanno portato a risultati sicuramente
notevoli, impensabili qualche decennio fa. Le antilopi si sono
viste in Italia solo al circo di Moira Orfei, sotto la guida sicura
di Stefano. Belle e armoniche in pista, docili nei movimenti,
anche se addestrabili solo con molto tempo e pazienza.
Dall’Australia arrivò in Italia il primo canguro nel 1897 al circo
Roussier; animali sociali, i canguri sono abbastanza docili
ma molto paurosi. L’addestramento è complicato dal fatto
che ogni stimolo nuovo tende a provocare stress, anche forte.
In realtà le esibizioni dei canguri più che da un addestramento
vero e proprio nascono dal seguire le loro inclinazioni naturali:
corsa con salto di ostacoli, o la lotta in posizione eretta che,
fatta con una persona, diventa la parodia di un incontro di
boxe. Numero parecchio in voga in passato, riproposto negli
anni ’80 al circo di Moira Orfei con notevole successo, e
comunque non privo di difficoltà perché il canguro tende
spesso a esagerare e grazie alla sua notevole forza fisica può
fare parecchio male al suo addestratore.
Dopo un decennio di grande fortuna dei numeri esotici, negli
ultimi anni il fenomeno si è molto ridotto; i circhi che mantengono il numero presentano meno specie, di solito le più
comuni e domestiche. Passati a miglior vita ippopotami,
rinoceronti, bisonti, difficilmente vengono rimpiazzati. In realtà
i problemi esistono, non solo per l’approvvigionamento, ma
anche per la detenzione: ci vogliono spazi e attrezzature
adeguate, difficilmente per le specie più rare si riesce a
formare un gruppo o almeno una coppia, venendo meno a
una necessità importante di tutti gli animali, quella di una
relazione sociale con i propri simili. Anche l’estetica dei numeri
tende un po’ a segnare il passo: al pubblico non basta più
la semplice visione dell’animale o qualche semplicissimo
esercizio. Nello spettacolo vogliamo vedere ormai una interazione sempre più stretta con l’addestratore ed un lavoro fatto
insieme, cose oggettivamente non possibili con alcune specie.
Per questo, seguendo la tendenza generale dei numeri con
animali, credo che nel futuro si dovrebbe puntare più che
alla quantità e alla rarità degli animali, a una sempre maggiore
interazione con l’uomo, utilizzando le specie più domesticate
e docili, da cui si può ottenere di più. Anche i nostri animali
domestici potrebbero essere una via da seguire visto che chi
vive nelle città vede sempre più raramente gli animali da
fattoria, che nel circo potrebbero trovare una nuova dimensione.
L’obiettivo è sempre lo stesso; con animali che ci sono vicini,
o con quelli di terre più lontane, ricreare con lo spettacolo
una dimensione, forse esistita ma sicuramente sognata, di
un mondo in cui animali e uomini vivono insieme.
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