ED_Truppa

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Concorso "Esercizi di democrazia"
Serena Truppa
STORIA DI UNA RAGAZZA COME NOI
Scuola media "Campioni Mascherpa"
Classe 3^B
Sara Mahmoud vive a Roma con la sua famiglia da ormai molti anni: un piccolo nucleo
composto da madre, padre,fratello minore e sorella maggiore. I genitori sono nati in Egitto
e si sono trasferiti in Italia circa 25 anni fa dove hanno trascorso i giorni più felici della loro
vita. Dopo essersi sposati, i coniugi hanno avuto ben due figli, un maschietto ed una
femminuccia i quali,essendo nati in questo paese, sono effettivamente italiani nonostante
professino una religione differente da quella cattolica e abbiano abitudini diverse rispetto
alle nostre.
Sara, la primogenita, è una ragazza molto intelligente e solare: ha sempre avuto ottimi voti
a scuola, splendide amicizie ed un fidanzato italiano, ma soprattutto non ha mai subito
episodi di razzismo a causa della religione e della sua abitudine di portare il velo, o almeno
fino alla fine del suo percorso scolastico alle superiori. Dopo essersi diplomata all'Istituto
professionale alberghiero,infatti, il desiderio della giovane studentessa era quello di
iscriversi all'università, ma la difficile situazione economica della famiglia ha costretto la
sorella maggiore a cercare un lavoro per pagare gli studi.
Purtroppo per Sara non è stato tutto rose e fiori poiché in realtà nessuno le ha permesso di
lavorare e non perché non ne avesse voglia: non ha potuto semplicemente perché professa
la religione musulmana la quale richiede alle donne di portare il velo. Le è capitato parecchie
volte, infatti,di presentarsi con un curriculum di tutto rispetto del quale nessuno ha tenuto
conto. Perché?
La giovane e volenterosa studentessa è stata più volte discriminata a causa delle sua fede
religiosa. Nei vari colloqui che ha tenuto la principale domanda che le è stata rivolta è:-" Ma
lei toglierebbe il velo sul lavoro"- o semplicemente:-" Siamo interessati a considerarla se si
toglierà quello straccio dalla testa-". Naturalmente un misero quadrato poggiato sulla nuca
non avrebbe impedito a Sara di lavorare in modo efficiente , ma non c'era stato verso: né la
determinazione della ragazza né la contrarietà dei datori di lavoro hanno prevalso e avuto
la meglio.
In realtà Sara non può togliere il velo, non perché le venga impedito da chissà chi o cosa,
ma semplicemente perché se lo facesse si sentirebbe fortemente in colpa verso Dio,
andando contro tutti i suoi principi e ciò in cui crede,gettando alle ortiche quanto di più
grande per lei esiste. La sua non è testardaggine, ma semplice fede.
Naturalmente, con un carattere determinato come il suo, la primogenita si è fatta sentire,
denunciando pubblicamente la situazione, partecipando al programma televisivo delle
"Iene", appellandosi all'articolo 8 della Costituzione, il quale dice che: "Tutte le confessioni
religiose sono egualmente libere davanti alla legge ed anche quelle diverse dalla cattolica
hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con
l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base
di intese con le relative rappresentanze".
-"Io non credo che tutti i cittadini italiani abbiano una mentalità chiusa ed intollerabile, forse
sono io ad essere capitata a colloqui di lavoro sbagliati, ma è importante abolire le
discriminazioni, farsi avanti e denunciare casi di questo tipo"-. Diceva la ragazza, la quale è
diventata famosa per il suo coraggio e l'eroina di quelli che hanno sostenuto la sua lotta,
tanto da essere diventata a tutti gli effetti il simbolo dell' uguaglianza delle religioni.
Inoltre dopo aver denunciato le svariate discriminazioni da lei subite non sono mancati le
innumerevoli lettere nelle quali le è stato manifestato tutto l'affetto di coloro che appoggiano
la sua causa, insieme a molte proposte di lavoro che hanno offerto finalmente la possibilità
a Sara di poter lavorare per pagare gli studi.
Sara per fortuna oggi frequenta l'università, riesce a pagare i costosi studi e ad aiutare
economicamente la famiglia. La sua determinazione, come anche il suo coraggio, hanno
continuato a persistere avendo la meglio, ma lei non è stata e non sarà l'unica ragazza
vittima di un esperienza del genere: nel mondo vi sono tante discriminazioni, per quanto
riguarda le religioni, la cultura , l'etnia, ma vi sono anche tante persone che hanno una
mentalità aperta e che si rendono conto che in realtà, per quanto possano differenziarsi le
confessioni religiose tra di loro, tutte sono accumunate da un unico e solo messaggio: ama
il prossimo come ami te stesso perché solo così sarai amato dal signore.