Libro - L`Incontro di Sossella Renzo
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Libro - L`Incontro di Sossella Renzo
L’INCONTRO Desidero che il mio cuore il cuore di Gesù ed il vostro si fondino in un unico cuore di amore e pace Sossella Renzo 1 Dedico questo primo mio libro: alla Moglie Carla a Giulia mia figlia e a mia Madre Emma. Inoltre lo dedico a chi mi ha sempre aiutato, e sostenuto con la preghiera : Nessuno ha un amore più grande di questo: "dare la vita per i propri amici" (Gv 15,13) In particolare: a Padre Giampietro Mattiello a Don. Luciano Bozza a Don. Pietro Bianchi a Don. Adriano a Don. Pino a Padre Vitali a Don. Bellotto Antonio a Padre Renzo a Don. Beneamino. 2 Questa mattina suona la sveglia alla solita ora 6.30 nel mio appartamento sta entrando un pò di sole è bello, ben arredato, vivo comunque da solo in un grande letto matrimoniale, mi alzo vado nel bagno faccio una doccia veloce e squilla il telefono: "Ciao ben alzato" dall'altra parte della cornetta la mia fidanzata, bella ragazza, bionda occhi azzurri un viso da fata, tutti la guardano e mi scrutano con occhio d'invidia, si certo è bella , ma nella nostra storia non c'è mai stata quella passione travolgente, ci siamo conosciuti, ad un meeting, bella lei e carino io, tutti ci hanno visto come una bella coppia e stiamo insieme probabilmente perché gli altri ci vedono bene assieme, come due cocorite, ben assortiti, con questo pensiero che mi frulla per la testa, le rispondo "grazie amore" e tu come stai "molto bene, ci possiamo vedere a pranzo, dovremmo decidere per il regalo del compleanno del direttore generale, lo sai ci ha invitati al suo chalet nelle montagne rocciose, dovremmo prendere il suo aereo privato" onestamente non avevo nessuna intenzione di spostarmi, questo week-end, ma non volevo nemmeno dirle di no per cui " va bene, passo a prenderti per le 13.00 pranziamo assieme, e passiamo dalla gioielleria Bulgari che ne dici" "certo mi va benissimo, pensavo anch'io a qualcosa che possa essere importante visto la possibilità che mi ha sempre dato nel crescere a livello personale sino ad arrivare dove sono ora, che ne dici di un orologio d'oro " bene credo possa essere un bel regalo, anche se è un grande estimatore, e si può permettere tutto ciò che vuole! " un bacio a dopo, e la salutai , dopo la doccia veloce, due preghiere, bè per questo ero un caso 3 particolare tutti gli amici la stessa Manuela quando saltuariamente dorme da me, rimane sbigottita sul fatto che io sia un fervente cattolico, e la risposta a questo quesito è sempre stata " io credo!!!" non ho mai aggiunto altro, e tutti gli zittivo, nessuno mai ha provato a replicare, il pensiero che dovevo andare al più presto in ufficio per vedere come andavano statisticamente le vendite della nuova linea di calzature, avendo un nuovo stilista e la produzione aveva cambiato da poco linea, il tutto mi preoccupava, non avevo ancora acquisito le percentuali di crescita del mercato che avrebbero delineato il nuovo trend, dato nuovo ossigeno finanziario all'azienda di cui avevo quasi la maggioranza assoluta, la rimanente era di proprietà di Marco amico sin dall'infanzia avevamo studiato assieme sia alle superiori che l'università ci completavamo sia a scuola che al lavoro, io andavo bene nelle materie matematiche e lui in quelle letterarie quindi ci completavamo, come facciamo tutto ora io seguo le percentuali di crescita, i finanziamenti, il marketing, i bilanci e i direttori bancari spesso ero io ad andare presso le importanti banche a chiedere, lui invece era con il personale con la produzione vera e propria, con macchinari ma voleva sempre che l'uomo mettesse di suo, voleva sempre quell'ultimo tocco manuale o sulle cuciture o su stemmi che faceva applicare rigorosamente a mano, su questo punto più volte ci siamo trovati in contrasto, ma alla fine vinceva sempre lui, in fondo anch'io ne ero convinto, ma non l'avrei mai ammesso le cose comunque non andavano male anzi al contrario, potevo sinceramente anche vivere di rendita per 4 quello che mio padre mi aveva lasciato in eredità sia a me che a mia madre, ecco mia madre erano anni che non la vedevo, sapevo benissimo dov'era ultimamente, ma per molti anni ha girato il mondo, abbiamo vissuto in parallelo per molto tempo, io qui a New York e lei in Italia, Spagna, Grecia, Africa quest'ultimo continente l'ho cancellato dalla mia mente, perché mi trovavo a scuola una mattina nell'aula Universitaria di Matematica, quando qualcuno entra gridando a squarciagola il mio nome, mi avvicinai mi disse " la vogliono al telefono" la cosa mi bloccò, non riuscivo a capire cosa fosse successo, sapevo che papà era in Africa per un safari, la mamma a casa, quindi tutto normale, alzai la cornetta, "pronto" dall'altra parte " qui distretto di Nairobi Kenya, purtroppo le devo comunicare che suo padre ha avuto un grave incidente, come!! si mi sente, suo padre è venuto a mancare per essere uscito di strada questa mattina" era una botta tremenda allo stomaco, non riesci a descrivere ciò che ti succede passi da una situazione fisico normale a un coma psico-fisico, non senti più nulla vicino a te, presi con calma le mie cose, arrivai al parcheggio infilai le chiavi sul cruscotto ma non riuscivo a mettere in moto, le lacrime mi uscivano come un fiume in piena, ero stupito, non ricordavo da quanto tempo avevo smesso di piangere, mio padre me lo diceva sempre solo le bambine piango, gli uomini soffrono ma non piangono. Con questo pensiero cresci, ma ora non poteva più ricordarmelo, il mio cuore era stretto in una morsa, non so come arrivai a casa ma la mamma Emma intuiva che qualcosa era successo " cos'hai " avevo capito che non sapeva nulla, 5 "che fare?? " siediti" lei sbiancò, non sapevo come dirglielo, lei cosi attaccata a mio padre, in simbiosi, "cos'è successo?" non ce la feci e piansi, non parlavo ma piangevo, singhiozzando riuscii a pronunciare a bisbigliare "papà sta male" cosa? ripeti non ho capito!! Papà a avuto un grave incidente a Nairobi. Si alzò dal divano, come un fulmine, andò al telefono e chiese immediatamente l'ambasciata americana a Nairobi li aveva conosciuto anni addietro l'ambasciatore ed era stato nella nostra tenuta nel periodo estivo qualche anno fa, persona cordiale e disponibile, sentii al telefono con che calma e gentilezza dialogava con mia madre era rassicurante e disponibile a usare la sua influenza per poter permettere nel più breve tempo l'arrivo di mia madre, che aveva manifestato apertamente la sua intenzione di volersi recare in quel luogo e riportare eventualmente mio padre in America. Così la vidi partire all'alba, ci sentimmo il giorno successivo ma era evidente che più nulla si poteva fare, rientrò in patria riportandosi il corpo di mio padre, vestita di nero, era comunque una bella signora, la relazione con mio padre e la mia nascita avvenne proprio nella loro adolescenza, erano passati da giovani a genitori ma di questa cosa ne andavano particolarmente fieri, mentre molti loro coetanei si erano sposati ad una età, matura, loro avevano trovato il giusto equilibrio coniugale, lo dicevano sempre erano amici, amanti, fratelli, compagni di vita. Questo evento aveva modificato tutto il periodo successivo della vita di mia madre, non riusciva più a rimanere a casa, gli sembrava un carcere le mura della nostra villa, la chiuse, e si mise a 6 viaggiare prima per l'Europa ed in particolare amava la Spagna e l'Italia, la Grecia, e naturalmente l'Africa, questo era secondo il suo pensiero un continente che ti rubava il cuore un paradiso sulla terra. Ci incontravamo saltuariamente, una chiamata bastava per saperci vicini, io avevo la mia vita indipendente con il mio lavoro c'era stato un periodo che anche per un anno non ci siamo visti, era lei che preferiva così e per quanto mi riguardava lo trovavo giusto, anzi speravo che potesse trovare un' uomo, un compagno, ma lei faceva troppi paragoni e questo portava l'eliminazione di quasi tutti gli aspiranti, pur essendo sempre una bella donna, era di un'intelligenza non indifferente, e molti si spaventavano pochi erano in grado di avere una visione così ampia, la conoscenza delle lingue le permetteva di relazionarsi con tutti direttamente era veramente impressionante, dove c'era lei in breve ne diventava il personaggio principale a cui fare riferimento, le volevano molto bene in particolare in Italia, paese da cui proveniva mio padre esattamente lui era di Firenzuola la sua famiglia d'origine era di un casato nobiliare denominato "Contessa Pina" tutt'ora per quanto concerne la proprietà viene utilizzata quale azienda agrovenatoria, in quel luogo trascorse un paio d'anni, mi diceva sempre che sarebbe ritornata il mese dopo, ma gli anni passavano e adesso purtroppo era ricoverata nella clinica privata new yorkese " Casa di Maria" dove poter trascorrere gli ultimi anni della vita, pur essendo ancora relativamente giovane l'aveva colpita questa malattia che non le lasciava scampo e preferì trasferirsi in questa clinica che le garantiva assistenza eseguita da personale 7 medico e paramedico all'avanguardia, coccolata e viziata, quando siamo malati ritorniamo bambini lei era ritornata una bambina, mi chiedeva sempre quando le avrei portato dei nipotini, e la mia risposta era "mamma ma se non ho nemmeno una moglie come posso avere dei bambini" e la sua risposta "ricordati che il tempo passa come un treno, e se non lo prendi al volo non ripassa, questa è la vita su questa terra. "Accesi il computer per vedere il mercato come avrebbe risposto dopo il lancio pubblicitario, le email arrivavano copiosamente, non c'era tregua, le impiegate addette alle vendite le vedevo particolarmente attente, e in parte contente che le cose andassero bene, poiché avevo previsto anche per loro una percentuale di partecipazione agli utili, quindi avrebbero incassato mensilmente oltre lo stipendio anche lo scarto in percentuale di crescita aziendale, il tutto rendeva veramente molto competitiva la mia azienda rispetto le altre, e non solo loro avevano questo extra ma tutti nelle dovute proporzioni la base della mia filosofia di azienda era se sto bene io devono stare bene tutti quelli che lavorano con me, nessuna azienda era riuscita a portarmi via alcun dipendente, come si fa di solito cercano con una manciata di denaro di rubarti i migliori elementi ecco da me, nemmeno si sognavano di andarsene, si sentivano moralmente obbligati, quasi dei traditori. Quei pochi che avevano scelto di andarsene, poco erano rimasti nelle nuove imprese si vendevano sempre al migliore offerente, venivano considerati dei mercenari d'impresa, e questo per un imprenditore non produce ricavo anzi con il tempo ti porta a chiudere bottega. Mi misi con Marco a valutare 8 gli acquisti di materie prime per la trasformazione per rendere a ciclo continuo la produzione e mantenere gli stept, serviva in breve tempo della liquidità, grazie ai fondi personali a cui potevo attingere, rendeva l'azienda dinamica. Aveva prenotato il pranzo presso il ristorante italiano " Da' Franco" locale tipicamente italiano amava la cucina tradizionale toscana dall'acqua cotta, al cinghiale, al capriolo il nonno gli aveva insegnato da piccolo l'uso del fucile, ricordo che a tredici anni usavo nel ranch di famiglia il fucile per andare a tacchini selvatici, a pernici, a fagiani avevamo un labrador giallo bellissimo e bravissimo, scovava dove neanche pensavi, vedevi partire dei fagiani come missili e il nonno con molta pazienza facendo un suing riusciva a colpirli quasi sempre, mentre il babbo preferiva l'Africa lui sosteneva che per andare a caccia veramente si doveva provare un brivido che ti corre nella schiena: “la paura” e ciò ti faceva scorrere nelle vene adrenalina pura, ti sentivi drizzare i peli delle braccia dei capelli quando sentivi il ruggito del leone a poca distanza, come dell'elefante, del gattopardo, della iena, animali che come tu potevi colpire loro potevano ucciderti e quindi la lotta era quasi alla pari, lui usava sempre una doppietta fattasi costruire su misura dalla famosa ditta Bernardinelli Italia di Val Trompia, nel suo pensiero solo i prodotti italiani erano in grado di garantire qualità sicurezza efficienza e modernità di linea, era nato in America era un americano ma il nonno gli aveva inculcato sin da piccolo l'amore per il gioiello Italia, così il nonno usava ricordare il suo paese d'origine, sempre amato e orgoglioso delle sue origini nobiliari 9 toscane. Dopo aver pranzato con Manuela, la mia bella biondina, andammo da Bulgari e ci mostrarono una serie di orologi d'oro, prendemmo il rollex numerato catalogato e personalizzato per una linea esclusiva di clienti a cui potevo accede per il privilegio famigliare che avevo eredito, essendo stati tra i primi clienti annoverati nel libro della fondazione addirittura il nonno era citato con nome e cognome e il tipo di gioiello che si era fatto costruire all'epoca, e si pagava all'epoca con le lire in Italia, sempre considerati degli ottimi clienti proprio perché rientravamo tra i primi e più importanti. Nel primo pomeriggio c'era l'aereo personale di Eduard che ci avrebbe portato nel loro ranch per la festa del compleanno, ci avevano avvisato che l'abbigliamento adatto era blue-jeans stivali alla cow-boy camicia e cappello alla texana, quindi avevo telefonato ad un'amica per l'abbigliamento adatto, e lei con una serie di contatti mi ha fissato un' appuntamento presso l'atelier bobby famoso per essere specializzato nell'abbigliamento country, c'era veramente di tutto e sia io che Manuela ci siamo abbigliati secondo le indicazioni richiestoci. "Muoviti dai che l'aereo ci attende" era vero, all'aeroporto il paiper ci attendeva a motori accesi "dai nuel... era il mio modo di chiamarla, ci infilammo nella cabina e via, si alzò sembrava un missile , quasi in verticale, il pilota era un giovane e dal modo di parlare che dall'atteggiamento, più che un pilota mi sembrava un cow-boy da rodeo, sopra un toro, ."hei come ti chiami? sono Martines factotum del Sig. Eduard direttore generale della nasionalbank of America, mi ha chiesto di sorvolare la proprietà, 10 vuole che nei prossimi giorni passiate con lui e la sua famiglia dei giorni a cavallo, lui solitamente in questo periodo ama prendere moglie e figli, qualche amico ed andare fuori a cavallo dormire nel sacco a pelo e vivere come dice lui a contatto con la natura, per rilassarsi, non vi preoccupate comunque per il mangiare lo seguono a dovuta distanza la cucina da campo, si lui ama l'immergersi nella natura ma nelle dovute proporzioni. Arrivammo che il sole stava quasi tramontando, sembrava una palla di fuoco enorme rispetto il paesaggio, e vederlo scendere così velocemente tra le montagne era bellissimo il contrasto tra il cielo azzurro scuro quasi blue, il rosa che il sole dava ad alcune nuvole altre rosse, ed altre quasi gialle dal più acceso al più tenue solo chi ama la pittura più capite che per quanto bravo uno sia difficilmente riesce a riprodurre questa bellezza, il tutto lo commentavo non solo pensandolo ma a voce, Manuela era quasi stupita non si sarebbe mai aspettata da me, questo pensiero, rafforzai la situazione ancor più a mio favore dicendole che comunque nessun tramonto, per quanto fosse bello, avrebbe rasentato la sua bellezza, mi abbracciò e baciò intensamente, ero contento di averle fatto provare anche questo tipo di emozione. L'aereo fece una serie di virate, probabilmente il cowboy voleva farsi vedere come un bravo pilota, e poi scese facendo rullare su quella pista l'aereo e portandoci lentamente molto vicini alla Villa, certo era una villa tipica americana, somigliante a quella che tutti noi abbiamo visto nel film "Via col Vento", enorme, bianca, 11 con scalinata pilastri in marmo bianco enormi, all'interno ci aspettavano la famiglia.......... al completo i tre figli due maschi e una femmina più o meno coetanei, quindi erano nati nell'arco di pochi anni l'uno l'altro, una moglie bellissima, sembrava una modella l'atteggiamento cordiale ed elegante nel accoglierci, faceva sicuramente presagire la sua provenienza aristocratica, lui era persona autoritaria anche non parlando riusciva a metterti in imbarazzo, ti guardava con gli occhi ma nel contempo ti scrutava dentro, un grande carisma poche parole e tutti obbedivano alle sue direttive, posso dire grazie agli insegnamenti della facoltà universitaria di comunicazioni umane, e che il tipo di analisi e il mio atteggiamento lo incuriosivano, non era certo reverenziale come tutti gli altri, anzi credo proprio alla pari, creandogli quell' imbarazzo che qualsiasi dittatore prova nel non sottomettere la persona a lui davanti. Trascorremmo la serata assieme a un folto gruppo di invitati, non saprei dire quanti fossero ma i parcheggi utilizzati erano come due campi da calcio e completamente piene di auto, oltre un folto gruppo di aerei privati parcheggiati adiacenti alla pista privata, incontrai per la prima volta dei senatori e deputati americani, con loro si parlò dell'economia in genere, si riusciva a dialogare senza tante difficoltà ciò che in Italia a dire di mio nonno non era così facile, o avevi delle amicizie o altrimenti eri alla porta, alla mattina eravamo in piedi molto presto, a cavallo con sacco a pelo e via un'avventura doveva essere secondo ciò che mi era stato detto dal figlio della prima moglie Maikol, esperto 12 cavaliere e uomo da ranch, il padre gli aveva donato parte dell'azienda agricola e riusciva molto bene nell'allevamento di bovini, e sopratutto cavalli amava sia gli arabi che erano particolarmente nervosi che i puro sangue inglesi, e inoltre aveva mescolato questi due ceppi con l'indiano cavallo rustico, e adatto per questo territorio, la sella all'americana è comoda ma dura e dopo un quattro ore di cavallo, avevi la schiena a pezzi, e mi rendevo conto dell'immenso territorio di proprietà che il Sig. Eduard aveva ereditato e ampliato con gli acquisti effettuati negli ultimi anni dei ranch vicini creandosi così un territorio privato dove la natura incontaminata splendeva, vedevi animali selvatici da ogni dove, un puma, un' orsa con i cuccioli, un branco di lupi, tutto tranquillo nessun animale in cattivo stato, ci teneva che gli animali vivessero bene, faceva fare delle catture mirate sulla popolazione di cinghiali che qui erano giganti si parlava di animali dal peso di tre quattrocento chili, pensate che in Italia il sus-scrofa maschio arriva a mala pena ai cento chili, poteva essere un cucciolo di questi giganti, per poterne analizzare i parametri biologici e malattie infettive che potessero colpirli, per velocizzare le operazioni di controllo biologico si utilizzata generalmente l'elicottero, con due cow-boy a cavallo, fucile con sonnifero dall'elicottero colpiscono l'animale e dopo poco si accascia, i due a cavallo si avvicinano trovano l'animale dormiente e iniziano prendendo le misure scheletriche e la dentatura, prelevano un paio di provette di sangue, finito collocano nel retro orecchio dell'animale un micro-cip in grado di ricevere anche 13 successivamente delle informazioni via computerssatellitare e memorizzarle, oltre a contenere un rilevatore di posizione nel caso servisse conoscere dove esattamente l'animale in un certo momento si trova all'interno della proprietà, un monitoraggio molto avanzato che permetteva di conoscere l'incremento della popolazione di animali in quel determinato areale, posso dire che il metodo di controllo, lo trovai molto bello ed interessante capendo comunque che la cosa costava moltissimo, evidentemente era ciò che meno interessava al proprietario. Passammo due giorni in gruppo, ma nello stesso tempo potei conoscere Eduard mi colpì la sua domanda a bruciapelo che subito mi lasciò sbigottito “ma tu ami veramente Manuela??” Ed io, senza parole, imbarazzato replicai perché mi fa questa domanda? Ma,’ non vorrei sbagliarmi non vedo, onestamente quell’intesa di sguardi di ammiccamenti, di sensualità, che dovrebbero avere due innamorati, invece vedo due buoni amici, che si vogliono bene, che si amano, nulla più…ma forse mi sbaglio, e per questo che ti ho fatto questa domanda, mi aveva colpito al cuore, non volevo mentirgli e nello stesso tempo non volevo dirgli quello che effettivamente provavo per Manuela, così risposi che in quel periodo sia per lavoro che per vari impegni che avevamo entrambi ci eravamo un po allontanati, ma questo fine settimana aveva fatto provare ad entrambi e fatto riemergere il nostro amore, lui mi guardò negli occhi e mi disse mi stai onestamente dicendo la verità?? Non risposi, annuii con la testa, e lui ricordarti sempre, non ci sono compromessi in amore ..non sbagliare perché se non l’ami rovini la sua 14 e la tua vita, comunque passammo dei giorni molto belli ed interessanti che tutt'ora porto nel mio cuore. il ritorno in aereo ci aveva messo una tristezza d'animo che arrivati a casa decidemmo di trascorrere assieme anche gli altri tre giorni di ferie che avevamo preventivato di prenderci in più, per poterli trascorrere in un “tête à tête” senza nessun altro che ci disturbasse nell'attico dell'hotel Risolution nel centro di New York, dopo la doccia rinfrescante ci rilassammo con una serie di massaggi e il rilassamento durò moltissimo, la nostra partecipazione sentimentale ci portò ad una perdita della realtà che poche volte probabilmente riesce nella vita, avevamo impostato l'orologio elettronico che ci avrebbe dato il risveglio alla fine dei tre giorni. L'ultimo giorno uscimmo per prendere un po di cibo, avevamo terminato anche le ultime scorte, con c'era più nulla, non ci andava la cucina dell'hotel, al supermercato trovammo quanto ci serviva, volevamo trascorrere anche l'ultimo giorno asserraliati in casa, ma il cellulare che avevo disattivato sino ad allora come lo accesi iniziò a squillare prima per i messaggi che vidi provenivano tutti dallo stesso numero telefonico che nella mia agenda era sconosciuto, subito non gli detti importanza e quindi non aprii, per leggerli, ma ripensandoci qualche minuto più tardi mentre Manuela saldava il conto con la sua carta di credito, lessi " Clinica casa di Maria" avevo memorizzato un altro numero quindi il cellulare mi dava sconosciuto il nome della persona chiamante, "si metta in contatto al più presto con noi, grazie" la cosa mi mise in angoscia, lo feci vedere alla mia ragazza, che ne pensi le chiesi, e lei “chiama subito 15 quel numero”, lo feci e iniziò a squillare nessuno rispondeva al terzo squillo una voce "buongiorno, clinica casa Maria" buongiorno dissi anch'io, senta mi chiamo Renzo Cigni, mia madre è ricoverata presso la vostra clinica, è successo qualcosa??... ho ricevuto una serie di chiamate alle quali non ho potuto rispondere, mi trovavo fuori città!" dall'altra parte " guardi le posso passare la direzione e comunque mi informo, la voce molto gentile di una giovane donna, probabilmente da poco assunta, ma piena di speranze nel voler svolgere al meglio la sua funzione, mi mise in attesa, non trascorse molto e riprendendo la conversazione mi disse guardi telefonicamente non posso dirle nulla, venga al più presto in clinica, purtroppo sua madre ha avuto una lieve ischemia ed ora si è ripresa ma comunque è sedata, ha perso la conoscenza è la tengono in coma farmacologico. Avevo con me, poco denaro visto che l'idea era di rientrare immediatamente a casa, ma baciai Manuela presi al volo un taxi e mi feci portare a casa, il traffico dei giorni lavorativi è pazzesco a New York, non si faceva un metro e la mia tensione era alle stelle non riuscivo ad immaginare mia madre gravemente ammalata, lei aveva scelto di vivere in quella clinica per essere in una grande famiglia non poteva rimanere a casa da sola, lei estremamente attiva, aveva scelto quella specie di clausura, ma diceva di trovarsi bene in quel luogo, le amicizie che aveva instaurato le permettevano quando voleva di uscire, andare a cena o a pranzo anche rimanere la notte fuori ma doveva sempre informare la direzione della clinica, non ho mai capito in fondo perché avesse 16 scelto repentinamente questo modo di vivere, ma lei poteva tutto era un'artista, viveva al momento e se l'avessi contrariata all'epoca probabilmente avrebbe rinunciato ma facendomi pesare ogni volta che lo aveva fatto per me, e io non volevo in nessun modo modificare le sue scelte, ci misi qualche ora per arrivare ma ci riuscii finalmente, l'entrata della clinica, era stupenda molte piante ornamentali, delle piccole cascate d’acqua, alla reception due giovani e belle infermiere, mi accolsero con un sorriso, già il fatto di vedere qualcuno sorridente in una clinica, ti stupisce, tutte due bionde una occhi azzurri l'altra marrone verdi carnagione olivastra da abbronzatura mentre l'altra bianca lattea, bella altezza una bella scollatura non però volgare, si vede il pizzo del reggiseno, che a me sembrava estremamente attraente e sensuale. Buongiorno, le dissi, scusate sto cercando la stanza della signora Emma Cimbri, guardi controllando al computer, si trova al terzo piano, comunque lei salga con l'ascensore e troverà ad attenderla una infermiera di reparto che adesso sto chiamando e la accompagnerà nella stanza di sua madre, grazie le dissi, ma come fa a sapere che è mia madre, non glie l'avevo detto, guardi che noi abbiamo tutti i dati sia dei ricoverati che dei famigliari, lei essendo l'unico parente in America non poteva che essere il figlio, va bene dissi. Presi l'ascensore che era affianco al bancone della hall, salii sino al terzo piano, e come preventivatomi trovai quest'altra infermiera gentile, ma di una certa età, oltre i cinquanta, mi accompagnò nella stanza, subito non riconobbi mia madre, sembrava un'altra 17 persona molto più vecchia di quanto l'avessi mai vista, mi fece ricordare un pensiero che il mio professore di filosofia diceva, sul letto di un ospedale dimostriamo di essere più anziani di quello che siamo perché la sofferenza ti fa invecchiare…..pensai che le sue parole erano proprio esatte. Trascorsi la notte al capezzale di mia madre, era intubata e respirava con fatica, ricordavo che in questi ultimi anni pur vedendoci raramente ci sentivamo spesso al telefono, aveva trascorso un lungo periodo in Italia circa un paio d'anni ed al rientro la vidi particolarmente provata, cercavo anche insistendo di sapere qualcosa in più, ma lei era come un mulo non diceva nulla, anzi più chiedevi e meno sapevi, allora per me era importante sentirla, sentire che c'era e così fu, ora mi trovo qui, non sapendo nulla di quanto le sia successo, arrivò finalmente un medico " lei è suo figlio, mi chiese" "certo, risposi " guardi sua madre la conosco da quando sono entrato quale medico, ero giovane e lei mi ha sempre raccontato di suo figlio, mi sembrava che parlasse di un ragazzino non certo di un adulto, ma forse ho interpretato male i discorsi, mi scuso, comunque tornando a noi sua madre è molto grave, se riusciamo a risvegliarla che non sarà facile, rimarrà in pericolo di vita almeno per cinque giorni, superati i quali toglieremo la riserva e speriamo in Dio, ...........non avevo parole, non riuscivo nemmeno a muovermi, parlava della vita e della morte con una tranquillità spaventosa, pur essendo profondamente cattolico, convinto che questo periodo che trascorriamo sulla terra non finisca qui ma sia una passeggiata e che quindi la vita continua, il dolore per 18 la probabile perdita di mia madre era estremamente profondo, anche perché quale figlio unico, non avevo nessun alto parente in America, gli unici si trovavano in Italia, e la cosa mi lasciava un vuoto interiore, pur avendo la ragazza si... Manuela, non la sentivo legata a me come un futuro componente famigliare, bella, intrigante, sensuale, intelligente ma ..........c’era sempre quel qualcosa, che lasciava il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, credo pensandoci bene ci mancava quel feeling che è la base di ogni rapporto famigliare a mio parere. Ad un certo punto mi chiesero di uscire, avrebbero tentato il risveglio forzato, entrarono nella stanza in tre, e dopo un quarto d'ora credo, sono usciti, il primo che si avvicinò era quello che avevo parlato poco prima, disse battendomi le spalle "guarda che la mamma si è svegliata" tra un'oretta potrai entrare e parlarle, mi raccomando fallo piano, a bassa voce!! se le parli!! e così attesi l'ok della capo reparto, donna robusta, sembrava un generale tedesco, molto alta e piuttosto rude, anche un uomo avrebbe avuto problemi fisici in caso di lotta, pensai, ma stranamente quando mi disse " Mister Renzo entri pure" lo fece con una voce così soave che mi lasciò stupito, tanto rude fisicamente quanto dolce nella voce "che strano pensai!!" vidi mia madre distesa sul letto con tutti quei tubicini, non si muoveva mi avvicinai ulteriormente e vidi che gli occhi erano aperti, le chiesi come va lei con un filo di voce rispose "ti devo dare questa chiave, la teneva tra le dita della mano sinistra, prendila e vai nella mia casa, ho una piccola cassaforte aprila e dopo..........si interruppe il filo di voce, mamma, mamma, .......... suonai il 19 campanello, accorsero gli infermieri presenti mi fecero uscire, arrivarono anche i medici, tutti correvano da una parte all'altra del corridoi, io ero sbattuto come un pezzo di legno sulla scogliera andavo da un lato all'altro senza guidare i miei movimenti, bensì portato dai flutti marini, mi squillò il telefono o meglio era un pezzo che squillava, un malato che si aggirava nel corridoi me lo fece notare, alzai meccanicamente il cellulare all'orecchio "pronto" dall'altro capo "pronto sono Manuela, come stai?? come sta tua madre?" " male" molto male "lei, arrivo immediatamente amore, non muoverti e vedrai che passa ce la farà!!" grazie le risposi e spensi il telefono ero arrabbiato con me stesso, per quante volte avrei voluto esserle accanto, passare qualche giorno con lei, e invece il lavoro, la ragazza, gli impegni gli appuntamenti ai quali non riuscivo a rinunciare, che comunque in fondo, in fondo sono quelli che ti fanno ricordare che sei importante" ma è solo un'illusione, mia madre è importante, e lo è quando stai perdendola, lo è sempre importante quando si sta per perdere qualcosa, dal cliente, al lavoro, all'amicizia. ......ti accorgi dell'importanza di ciò che hai perso quando non ce l'hai più…..!!Bella filosofia del poi…..!!! avrei picchiato la testa sul muro, se non fosse arrivato qualcuno a darmi un bicchiere di acqua, lo bevvi tutto d'un fiato, e dopo poco ero più tranquillo, annebbiato ma tranquillo, c'era probabilmente qualcosa in quel bicchiere d'acqua, il tempo passava ma nessuno usciva e la frenesia dei medici era scomparsa, finalmente una persona uscì, ricordo perfettamente sia la frase che disse, che il modo di dirmela sommesso e triste, di due 20 parole era formata : "mi spiace!!!" scoppiai a piangere, entrai nella stanza, avevano socchiuso le finestre, una luce tenue si espandeva nell'ambiente, quasi crepuscolare, non un rumore potevo sentire tranquillamente i miei passi mentre mi avvicinavo al suo letto, scricchiolavano sull'linoleum, il viso era tranquillo sembrava dormire, e molto più vecchia di quell'età che aveva, ecco questo è il particolare più brutto... la mamma te la immagini sempre giovane, ma in questo caso vedevi proprio una vecchia, nelle mani stringeva sempre quella chiave che poco prima voleva darmi, machè non fece in tempo a consegnarmi, la presi nelle mie e lentamente l'infilai nella tasca per non far rumore, o per rispetto non l'ho mai compreso………Non sentii entrare Manuela nella stanza, la vidi quando avvicinandosi mi dette un bacio sulla guancia, era un messaggio di dolcezza, che ricambiai con un abbraccio e un piccolo bacio, un cane bastonato lo vedi dagli occhi, probabilmente rispecchiavo, quell'espressione quell'abbattimento quella tristezza, si appoggiò alla mia spalla, e con la mano mi accarezza la testa lentamente come si fa ad un cucciolo, tutto questo mi dava una sensazione di protezione, come quando da piccolo malato con la febbre la mamma mi portava il latte caldo a letto, mi infilava il termometro tra le ascelle, ed aspettava accarezzandomi la testa, ritornavo mentalmente in dietro di vent'anni, il babbo che arrivava a casa, chiamandomi e io che gli correvo incontro correndo con le mani alzate, abbracciandolo mentre lui mi sollevava da terra, e la sua altezza mi sembrava di essere in giostra facendomi girare attorno a se per due tre volte, che bello pensavo, che 21 spensieratezza e che triste ora, nessun fratello o sorella con cui condividere o meglio dividere il dolore, un dolore senza parole, lentamente sollevai le lenzuola coprendole il volto, era l'ultima volta che avevo visto mia madre in questa vita. Uscimmo dalla clinica, prendemmo un taxi, gli indicai l'indirizzo di mia madre, tour bulvart n. 5, una bella villa, tenuta perfettamente come a lei piaceva, ogni anno doveva o arredarla oppure con un' architetto aggiungere, modificare, ridipingere l'esterno per renderla sempre più a sua misura ecco essa rappresentava il suo stile, il suo modo d'essere, sfiorava la perfezione, non c'era nulla fuori posto, aveva scelto lei stessa i giardinieri che avevano un contratto annuale di manutenzione lo stesso dicasi delle custodi, quest' ultime due donne, che seguivano i suoi ordini alla lettera, le aveva talmente abituate che neanche alla sua mancanza non avevano cambiato modo di lavorare, tutto doveva essere perfetto, e lo era........ suonai e vedendomi al video - citofonai aprirono il portone elettrico, entrammo con l'auto poiché aveva iniziato a piovere, quella pioggia che finemente scende e ti bagna non solo i vestiti ma anche le ossa, fredda, dura, ci aspettavano alla porta, dissi " buona sera" " buona sera signore, risposero" come mai da queste parti, sa che sua mamma è presso la clinica Casa di Maria" "certo, risposi loro, vengo proprio da laggiù, purtroppo questa mattina mi hanno chiamato con urgenza, perché la mamma stava male, ma purtroppo non ce l'ha fatta" " erano sbigottite, incredule non sapevano nulla" "mi abbracciarono e piangendo dissero che per loro mia madre, era una santa 22 donna, le aveva prese che erano povere ragazze in un quartiere malfamato di una città africana, le aveva protette dalla famiglia di provenienza, violenta, cattiva, che le avrebbe anche vendute pur di arricchire, mentre grazie a sua madre erano salve, avevano uno stipendio un lavoro, una tranquillità economica, una disse:" Quando dovremo lasciare la casa!! Probabilmente pensavano che il loro lavoro in quella casa, ora non ci sarà più " la mia risposta fu istintiva "nulla è cambiato con la morte di mia madre" "voi continuerete a svolgere il vostro lavoro, visto che qui ho deciso di venire a vivere" non vi preoccupate continuate a svolgere il vostro lavoro in questa casa "Manuela mi abbracciò, dicendomi, ci sarò anch'io!! amore!" non dissi nulla, salimmo le scale che portavano nella camera da letto di mia madre, presi dalla tasca destra, la chiave, non era quella della porta, l'aveva detto!! cercai la cassaforte, sapevo sin da bambino di averne vista una ad una parete della sua camera ma all'epoca era dipinta diversamente da oggi , provai a togliere dalle pareti i quadri che potevano celarne la presenza, finalmente spostando un piccolo armadio porta libri, trovai quanto animosamente cercavo aprii, con la chiave la porticina, fece un lieve stridulo metallico dovuto da anni di inutilizzo, un pacco al suo interno e delle foto di un neonato, tolsi i sigilli di ceralacca e all'interno di una busta polverosa trovai una lettera era scritta a mano da mia madre tanto tempo prima della sua morte e diceva "caro Renzo quando leggerai queste mie poche righe si aprirà in te, un mondo nuovo, strano modo di esprimersi non proprio da mia madre, comunque, sappi che quel 23 bambino fotografato è tuo fratello, alla morte di tuo padre sai che ho vissuto per parecchi anni in Italia, e in quel luogo particolarmente romantico ho conosciuto un uomo che mi ha fatto innamorare, e da questa relazione è nato Davide tu fratello, lui attualmente si trova presso una clinica austriaca ad Innsbruck specializzata in malattie oncologiche ha contratto questa grave malattia in giovanissima età, ora ti saluto aiutalo ..........e prega per me visto che se hai letto questa lettera, io non sarò più su questa terra. Le lacrime mi uscivano lentamente ma imperterrite dal viso, non potevo urlare, anche se lo volevo farlo con tutta la forza che avevo in corpo, Manuela continuava ad accarezzarmi la testa, onestamente mi dava fastidio, ora tutto mi disturbava volevo stare da solo dovevo pensare da solo, dovevo decidere il da farsi da solo, dissi Manuela ti chiamo un Taxi, lei, non serve rimango, no guarda preferisco che tu vada, guardandola capivo perché tanti uomini mi guardavano con invidia passeggiare con lei in centro, era bellissima piegata in avanti, lasciava intravedere dalla scollatura il suo bel seno, perfetto, ne grande ne piccolo, come dicevo perfetto le labbra morbide e vellutate non volgari non ricostruite, belle carnose che quando parlava esprimevano sensualità, tutto era bello in lei, ma in quel momento volevo restare solo con i miei pensieri, con queste foto per scrutare qualcosa che potesse assomigliarmi, qualche tratto del viso, il colore dei capelli, la carnagione, il colore degli occhi ed il loro taglio, sentii sbattere la porta era Manuela se n'era uscita senza parlare. 24 Aveva capito di non insistere, avrebbe peggiorato la situazione, si le foto erano il mio cruccio, questo bambino tra le braccia di mia madre a sua volta abbracciata ad un' uomo, chi era costui??? la foto raffigurava una felice famiglia italiana ad una gita probabilmente a Firenze, il sangue mi andava alla testa, aver saputo in quel modo ed in quelle circostanze di avere un fratello non era il massimo, il mio pensiero era di andare da lui, conoscerlo, ecco conoscerlo, sarei partito per la clinica austriaca non appena terminato il funerale di mia madre, era ormai buio fuori le luci della città riflettevano sulla parete della stanza, presi il cellulare chiamai in ufficio, l'unica segretaria rimasta mi rispose, le chiesi un favore, trovare un volo per l’Austria esattamente Innsbruck dove si trovava la clinica ospedaliera che aveva in cura mio fratello, si mio fratello una persona che ha il mio stesso sangue, probabilmente le mie caratteristiche o almeno alcune, che età potrà avere ba' circa dieci dodici anni e nello stesso tempo sfortunato malato ma forse posso aiutarlo?? ..........ho soldi a sufficienza per pagare qualsiasi clinica, vedo che non sono solo in questo mondo, la mia paura era quella. Dipartimento neurochirurgia, Lennart, specializzato nella cura dei tumori alla testa, ecco ciò che mi dibatteva nella testa per tutta la notte, non riuscii a dormire, continuavo a sognarmi il volo, il viso di mio fratello, era praticamente un'immagine non definita, non riuscivo a dargli un contorno, un'immagine, poteva essere di carnagione bianca, o abbronzata, il capello biondo, o nero, non sapevo...finalmente suonò la sveglia, il taxi mi aspettava 25 all'entrata dell'hotel presi le poche cose al volo e partii, l' aeroporto Newyorchese era sempre pieno di persone, che entravano e uscivano, mi sentii chiamare...Renzo ...volsi lo sguardo verso quella voce che sentivo e non vedevo la persona, era uno dei nostri tecnici che partiva verso l'Italia, avevamo i nostri stilisti seppur giovani erano italiani la nostra famiglia da sempre aveva mantenuto legami molto forti con il paese delle nostre origini, avevamo ancora una proprietà in toscana a Firenzuola, mi era semplice ricordare questo nome somigliante a Firenze, dicevo avevamo una piccola tenuta denominata " Contessa Pina" da parte materna di mio padre aveva origini nobiliari, forse in Italia sono quasi tutti di origini nobiliari, mi piace quel modo di esprimersi che sembra quasi una cantilena, non avevo mai perfettamente imparato l'italiano certo conoscevo qualche parola, ciao...arrivederci, come va.... ma avevo dimenticato il loro significato, sapevo che servivano queste parole per scambiarsi un saluto, non ricordavo cosa significassero. Buon giorno...:" favorisca biglietto" questa frase mi svegliò dal torpore in cui ero caduto, una bella signorina da lineamenti longilinei, con degli occhi verde-azzurri che rasentavano il colore del mare e un sorriso al quale non avresti mai risposto con una negazione di qualsiasi tipo fosse stata la sua richiesta, ho sempre amato le donne ed in particolare le belle donne, ecco ero di fronte ad una vera bella donna, porsi il biglietto che era infilato nel passaporto, Manuela sapeva benissimo quanto fossi distratto e lei pensava a tutto, non le ho mai chiesto di sposarmi, perché???... ma non lo so, lei era premurosa nei 26 miei riguardi quasi come una madre verso il proprio figlio, forse troppo e questo da un lato mi piaceva e dall'altro era troppo razionale, tutto a suo parere doveva essere pianificato anche il matrimonio, la nascita di un figlio, la casa, il lavoro, la sua vita era già pianificata, certo alle volte diceva se avremmo una bambina sarà con i miei occhi e la sua carnagione, ma tutto ciò mi legava a tal punto di sentirmi in una gabbia, ecco mi sentivo un canarino in gabbia, mentre volevo essere libero di volare dove volevo, di andare all'avventura con pochi soldi in tasca e tante idee... quando vedevo quella coppia di giovani che in moto con tutti quei zaini e borse attaccate da tutte le parti se ne giravano per le spiagge di .............ecco provavo veramente invidia, loro non avevano programmato nulla ma vivevano alla giornata...questo era il mio sogno e se avessi trovato uno spirito così cosa sarebbe successo, ....mi sentii spingere: "vai avanti per favore", erano le persone che con me salivano nell'aereo il viaggio sarebbe stato, New York Roma e cambiato l'aereo per l’Austria, Innsbruck, sedevo in prima classe avevo una poltrona molto comoda e potevo tranquillamente dormire, il viaggio pur essendo lungo ti permette comunque di muoverti all'interno dell'aereo, certo non sei in un ambiente spazioso, ma poco importa, sarei sceso a Roma, da piccolo ci andavamo per alcune settimane, a mamma piaceva il clima serale di Roma era il periodo della dolce vita, Roma era la città più frequentata dagli attori americani, molti si sono innamorati a Roma il lungo tevere, i bar con paparazzi e giornalisti, scandali, amori, liti furibonde per gelosie, poi 27 l'alta moda, le prime modelle e con esse le prime minigonne, dicevano se ci fermiamo troppo, non partiamo più da questa città, troppo bella ....arrivammo verso le prime ore del giorno successivo, ricordo il caldo che sentii appena sceso dall'aereo, sono partito che serviva una giacca in pelle, e qui si sudava con una camicia a maniche corte, l'altro aereo ci attendeva, salimmo velocemente in un’ora eravamo arrivati, dovemmo attende una mezzora l'ok per scendere a terra, tutt'altro ambiente climatico di Roma per mia fortuna, preferisco il fresco della montagna che il mare caldo, mi liberai dalla serie di incombenze, per uscire dall'aeroporto, capisco ora dicono degli austriaci, che sono molto rigidi nei controlli, posso affermarlo tranquillamente la sicurezza implica anche questo tipo di incombenze. Presi il taxi e indicandoli la clinica -Lennart non servì un'ulteriore precisazione del luogo e dell'indirizzo, mi fece capire, in un'inglese stentato, che il 90% degli arrivi, in aereo, avvengo per motivi medici, ecco fu sicuramente generico, ma capii che il tipo di malattia era sempre quello, una malattia difficilmente curabile.... posso dire che l’Austria è immersa in una grande pineta, l'ospedale , se vogliamo chiamarlo in questo modo, sembrava un grand' hotel a cinque stelle, nulla poteva far pensare a un'ospedale, c'erano scoiattoli nel grande giardino-parco situato all'entrata , oltre a conigli selvatici, a fagiani e pavoni, non puoi pensare in un luogo così bello si consumi la vita di tante persone, c'è un contrasto netto tra il bello fuori e la tristezza che si vive dentro, era il mio pensiero in quel momento, ma non avevo torto quando 28 vidi quella perfezione quei camici bianchi, quel silenzio spettrale che ti accompagna nell'attraversare corridoi sino alla camera dove mi indicano esattamente il letto dove dorme mio fratello, si esattamente in quel momento dormiva, provai un senso di pudore entravo nella stanza dove mio fratello dormiva, il mio sogno da bambino si concretizzava proprio in quel momento, non ero felice per la situazione della sua malattia, certamente mi rattristava enormemente , ma avere un fratello .....i capelli furono la prima cosa che ho visto erano biondi, si intravedeva appena il nasino la carnagione era bianca lattea, dormiva sopito nel fianco destro, non si sentiva quasi respirare, mi sentii toccare alle spalle, era un'infermiera venuta a controllare come stava, mi fece un cenno con le mani come a dirmi si sieda in quella poltroncina, e feci come desiderava, alzò lentamente pigiando un picco pulsante le persiane e così entrarono i primi raggi di sole, anche se era pomeriggio, il sole lucente e nitido entrava brioso attraverso le finestre, quella sensazione , si mosse lentamente, allungando le mani, e un leggero sbadiglio si sentì nella stanza, avevo sentito per la prima volta la voce di mio fratello, certo cosa potevo dire in quel momento se si svegliava…..?? velocemente la mia mente, cercava delle risposte che non trovavo, vidi il suo viso uscire dalle lenzuola, e scrutare la mia figura, e la sua voce pronunciare, in italiano:" buongiorno, dottore, sta aspettando il mio risveglio per visitarmi?? le sue parole non le compresi... allora in inglese chiese se sapeva parlarlo, e lui rispose certo, mia madre è americana, ecco non sapeva che era da poco venuta mancare, feci finta di 29 nulla e continuai la conversazione, Bene, possiamo comunicare, io non sono un dottore , sono un amico di tua mamma e sono venuto a trovarti perché lei qualche giorno fa me lo ha chiesto, come ti chiami?? mi rispose, Davide De Girardi, avevo sentito ancora questo cognome probabilmente la nonna che mi raccontava la storia delle varie parentele nobiliari alle quali eravamo legati, mi aveva accennato questo cognome, ne sono certo, era comunque un ragazzino sveglio, gentile e gli occhi erano quelli della mamma che in lui rivedevo fu una gioia immensa, come stai ?? gli chiesi, molto bene, mi sono sognato della mamma che mi ha chiamato dicendomi, fra qualche giorno avrei conosciuto una persona speciale, ma sei tu questa persona speciale, mi chiese?? certo risposi, hai proprio indovinato, ma perché sei speciale?? ho un segreto da farti sapere?' vidi nel suo viso diventato improvvisamente serio, una certa curiosità che solo a quell'età si può avere, guarda nulla di importante, ma io sarò per tè un amico speciale, sei il mio angelo custode?? questa domanda mi imbarazzò, si certo risposi ?? sarò sempre il tuo angelo custode, sarò un amico fraterno...non avevo il coraggio di dirgli subito la verità, inoltre volevo che mi volesse bene non perché ero suo fratello, ma anzi avrei voluto a un certo punto dicesse: " guarda non ho mai avuto un fratello, ma se lo avessi avuto lo vorrei come te" ecco questa era la mia speranza " mentre lo guardavo scendere dal letto, cappi la sua fragilità, dall'equilibrio imperfetto che aveva, sembrava oscillare come una foglia al vento, ti gira la testa?? chiesi.. no sai sono diversi giorni che mi trovo in questo letto, per le medicine che mi 30 hanno somministrato, ma va tutto bene. sei certo... sicuro... entrò in quel momento nella stanza un'altra infermiera , molto professionale, che mi chiese di uscire per un attimo, ...uscii.....vicino alla porta un signore enorme sulla cinquantina, mi fece un cenno con il viso, come ad indicarmi di seguirlo, e così feci, io ero dietro, arrivammo nella zona che ritenni riservata ai colloqui personali, entrò in una stanza con pareti completamente ricoperte di mogano, e l'arredamento dell'ufficio con una enorme scrivania in vetro, sedia in pelle nera, e libreria da cui potevi leggere i titoli dei testi a cui faceva riferimento, rilegati perfettamente, di diverso colore a secondo della scansia a cui volgevi lo sguardo, era impressionate ciò che voleva far capire, ancor prima di parlare io sono un luminare di questa materia e lo si vede da come ho il mio ufficio....mi complimentai del suo ufficio e gli chiesi se era lui che seguiva il decorso clinico di mio fratello, certo mi rispose, sono proprio io, ma lei è venuto per portar via suo fratello da questa clinica?? la domanda mi lascio un attimo sorpreso, ma questi pensano ai soldi?? il primo dubbio era questo...gli devo ancora parlare e chiedere della salute cagionevole di mio fratello, e già pensa se porterò via di qui mio fratello..?? la cosa non mi piacque ...ma proseguii, guardi se mia madre ha ritenuto di affidarsi a voi, sono certo si sia fatta consigliare per il meglio!! perciò continuerò anch'io a dar fiducia a questo ente ospedaliero, ed in particolare ai medici che ci lavorano e che seguono la salute di Davide!! intravidi in lui un mezzo sorrisetto, di soddisfazione, certo era contento probabilmente il suo prestigio non era stato 31 messo in discussione dalle mie parole, anzi era stato valorizzato per ciò il resto del colloqui fu molto cortese e gentile, mi disse: " guardi ,per suo fratello, posso dirle che abbiamo terminato tutto il ciclo di terapie ora direi se lei potesse portarlo in un luogo pulito, incontaminato, immerso nella natura, probabilmente la voglia di vivere, verrà accentuata da questo tipo di esperienze, che cambiano anche il modo di porsi verso la malattia....il suo ragionamento , non faceva una piega, lo trovai sensato, e gli chiesi, quando posso portarlo via.... guardi finiamo per domani gli ultimi controlli per dopo domani, può portarlo dove vuole, mi raccomando solo una cosa se nota dei sintomi particolari, stanchezza eccessiva, svogliatezza, sudorazione immotivata, e sopratutto delle piccole perdite di sangue generalmente partono dal naso, mi chiami. In qualsiasi momento e a qualsiasi ora,.. e porti immediatamente suo fratello all'ospedale più vicino , le lascio il mio cellulare, per qualsiasi evenienza.. lo ringraziai della disponibilità e dissi "non appena arriverò nella tenuta di famiglia in toscana , gli avrei inviato delle bottiglie di buon Brunello di Montalcino ideale per accompagnare un secondo piatto di selvaggina" avevo capito dalla fisico possente, che non disdegnava né il buon vino né la buona tavola, mi ringraziò molto cordialmente e ci salutammo.... Ritornato nella stanza di Davide, lo trovai che giocava con la PlayStation, non ho mai cercato di capire questi giochi, appartengono ad una generazione successiva alla mia, alcuni amici, la usavano e li ritenevo dei bambini cresciuti ma non adulti, "bamboccioni" perdere tempo con 32 dei giochini al computer ...mai... preferivo una passeggiata, un giro in moto, in barca ...in auto.... a cavallo tutto fuorché rimanere chiusi entro quattro mura, a mangiarsi il fegato per delle sciocchezze, non era per me..Davide mi indicò una sedia vicino a lui ... siediti, giochi con me...guarda che non so giocare... ti insegno io, adesso... prendi questa nuova “console car” , usi questo tasto e questo volante per guidare, dai facciamo una gara automobilistica che ne dici, "ok!!" proviamoci risposi ..giocavo per la prima volta con mio fratello, quindi massimo impegno, certo lui era un esperto, le prime gare le persi immediatamente senza speranza, poi iniziai a prenderci mano al gioco, sino ad appassionarci entrambi, non ci accorgemmo che ormai era sera, la chiamata di Manuela al mio cellulare aveva interrotto il divertimento, ciao disse: come và, non mi hai più chiamato... scusami, ma il viaggio in aereo è stato particolarmente lungo, mi sono fermato a Roma il tempo di cambiare l'aereo e via altro aereo austria il fuso orario mi ha distrutto, comunque ho trovato il figlio della Sig.ra Emma, capisco disse lei che tuo fratello deve esserti molto vicino, certamente risposi...ma guardi la devo lasciare in quanto ho un impegno imminente, la chiamerò io non appena avrò terminato, e chiusi la telefonata, Davide, che aveva sentito tutto mi chiese dalla voce mi è sembrata una ragazza, certo dissi, è la tua fidanzata?? .. si.. la posso conoscere? Certamente quando saremo in America , avrai modo di stare con lei... ma ti piacerebbe uscire da questo ospedale, sarebbe meraviglioso mi rispose... va bene lo chiedo ai dottori e fra due giorni ce ne andiamo ..bene.. 33 anche se non ti conosco da tanto tempo mi sei proprio simpatico..questa frase li uscì spontanea... e mi fece molto piacere.. bene ci vediamo domani...e uscii dalla stanza, e dall'ospedale... ormai era buio, dovevo trovare un' albergo per la notte, un taxi all'uscita dell'ospedale mi porto all' Grand hotel Europa situato nel centro storico di Innsbruck avevo prenotato con il volo anche l'albergo ed in particolare una suite, volevo nel contempo richiamare Manuela e così feci, ciao amore, mi rispose senza darmi tempo di accennare qualsiasi parola, puoi parlare ora? Certo, come hai trovato tuo fratello?? com'è fisicamente? Ti assomiglia?? credo che assomigli molto alla mamma gli occhi in particolare, ha un buon carattere, anche se l'ho visto molto debole fisicamente, devo portarlo via da questo posto e avrei pensato alla tenuta toscana del babbo, sono anni che non ci vado, potremmo trovarci lì a fine settimana, certo amore mi organizzo e vedo, queste furono le sue ultime parole prima di riattaccare, poche parole mi vedevo il tempo trascorrere e non avevo ancora realizzato una mia famiglia, anche se molti mi invidiavano avevo la fortuna di avere una ragazza bellissima, avrebbero fatto salti mortali ne sono certo molti non avrebbero sicuramente aspettato, sembrava per molti illogico, ma non provavo quel sentimento profondo, quel legame che ti prende prima l’anima e poi il corpo, ecco mi faceva piacere sentirla ma non avevo ancora fatto una telefonata quindi a me non mi mancava, che brutta situazione, speravo che col tempo l’amore, con la A maiuscola sarebbe emerso, improvvisamente, e allora 34 avrei fatto il passo definitivo della mia vita, ma per ora dovevo attendere. Sapevo che Davide la mattina seguente mi avrebbe atteso pronto, vestito lavato, era impaziente prima di ritornare a New York, ci saremmo fermati in una tenuta Toscana, per trascorrere alcuni giorni di caccia, la cosa lo esaltò a tal punto che avrebbe voluto scendere dall’ospedale per partire immediatamente nella notte stessa, ma lo rassicurai che nella mattinata seguente con un’aereo saremmo partiti per lo scalo di Firenze e da li nel tempo di mezz’ora saremmo arrivati a destinazione….la notte la trascorsi con sogni che mi fecero rotolare nel letto, l’avevo distrutto, mi alzai molto stanco, più di quando mi ero buttato nelle coperte, l’aria mattutina , era frizzante, fresca, assaporavo già il momento della colazione brioche e cappuccio, stile italiano, mi feci accompagnare dall’autista dell’albergo, Davide mi aspettava nella hool dell’ospedale, come era raggiante, a dieci anni negli occhi esprimi tutta la voglia di conoscere il mondo, un sorriso che ti lasciava spiazzato, i suoi grandi occhi azzurri di un azzurro chiaro , e i capelli biondi, che gli davano l’aspetto così longilineo di un principe, era vestito con giacca blue e pantaloni grigi, scarpe nere, elegante forse sin troppo per la sua età, ma avrei rimediato presto in Italia, avremmo visitato alcune boutique new-age e vestito come i giovani d’oggi, bene, dissi “ sei pronto? “ sono vestito già dalle sei, ti aspettavo, andiamo!! Ma prima voglio salutare il dottore di ieri, ci eravamo accordati, che prima di partire sarei passato nel suo studio, bussai alla porta, chi c’è?’ rispose , posso entrare era di spalle e guardava dalla 35 finestra verso il cortile, mi fece un cenno , perché mi avvicinassi, e mi disse, vedi quei conigli che scorazzano nel giardino?? Ce ne sono due, su quell’aiola, dove c’è parcheggiata l’audi grigia, certo … ora gli ho visti !! erano destinati al reparto sperimentazione, e ce ne sono sfuggiti un paio, be… veramente, più che sfuggiti, una sera ero qui sconfortato, da una serie di esperimenti che non davano alcun risultato, erano usati come cavie, e mi sono ripromesso che se la cosa avesse avuto una soluzione positiva, gli avrei lasciati liberi di vivere nei nostri parcheggi, dopo alcuni giorni, i risultati della sperimentazione diedero esito positivo, e come mi ero promesso li liberai…. Vede alle volte i miracoli avvengono, pur di raggiungere un obbiettivo, mi sono affidato alla sorte, o meglio a Dio, sono profondamente cattolico, e ho avuto circa due anni fa la mia conversione, il mio cambiamento di vita, prima credevo ma non partecipavo alla vita, della chiesa, ora dopo un viaggio a Medjugorie camminando sul monte krizevac, ho sentito dentro di me che sbagliavo tutto, non mettevo amore su quello che facevo, non mi interessava la guarigione della gente, l’unica cosa che mi interessava era il denaro, ora le cose sono cambiate, il mio obbiettivo non è più l’avere ma l’essere, essere come persona, lo ascoltavo stupito, non dissi nulla, e lui vede, ora suo fratello ha terminato l’ultima serie di terapie, lo tenga sempre sotto controllo, se vede qualcosa di anomalo, mi chiami a qualsiasi ora il mio numero è 333….45 62…bene, auguri, e a non arrivederci!!! “Me lo auguro, con tutto il cuore…” uscii dalla stanza… Davide mi aspettava, andiamo!! Usciti, 36 trovammo l’autista dell’albergo che ancora ci aspettava, forza gli dissi all’aeroporto!! Avevo acquistato i biglietti attraverso il mio computer portatile, e addebitato il suo costo direttamente nel conto aziendale, erano delle piccole furberie, sapevo che altri avrebbero addebitato tutto , ma la mia coscienza, me l’impediva. Il viaggio fu tranquillo e veloce, scendemmo a Firenze, all’aeroporto ci aspettava il fattore, termine che indica la persona che gestisce l’azienda , il capelli lunghi per un sessantacinquenne, praticamente bianchi, che contrastavano con il colore della pelle, quasi nera, l’abbronzatura non era quella da spiaggia, ma quella di un contadino, che lavora sempre sotto il sole, sia d’estate che d’inverno. Mi avvicinai poiché avevamo concordato che avesse con sé un fazzoletto di color giallo che lui sbandierava legato ad un bastone da passeggio, buon giorno gli dissi: ricordavo ancora alcune parole, in italiano, il babbo voleva assolutamente che imparassi ad usare questa splendida lingua, diceva che se sapevo scrivere e leggere l’italiano, avrei avuto la fortuna di legge direttamente la divina commedia del Dante Alighieri, oppure il Boccaccio, che trattava l’eros, comunque l’Italia a suo dire era la culla della cultura mondiale, dall’epoca dell’impero romano, ai comuni fiorentini, al romanticismo, mentre l’illuminismo è francese come la pittura che lui amava maggiormente l’impressionismo da Monet, a Van Gogh, per arrivare sino all’epoca di Picasso quindi al cubismo, e al futurismo, amava l’arte pittorica , e questa cosa iniziava a prendermi, lui voleva che mi innamorassi ma lo fece con troppa veemenza, al punto di rendermela antipatica solo 37 ed esclusivamente per il semplice fatto di avermela imposta, ora senza alcun intervento amavo visitare tutte le mostre che ritenevo interessanti, creandomi lentamente una passione travolgente nell’anima, poiché l’arte sublima la nostra anima… buon giorno disse, mi chiamo Walter sono il fattore dell’azienda Contessa Pina, il povero babbo suo, aveva lascito disposizione che io continuassi la gestione e facevo quattro cinque incontri anni con gli amministratori americani, venivano per capire se valeva la pena tenere la proprietà oppure venderla, molto spesso mi dicevano che sicuramente il proprietario visti i bilanci si sarebbe in breve tempo liberato della proprietà, non era attiva, non rendeva, queste erano le loro constatazioni, .effettivamente era così non potevo eccepire nulla, ma il panorama che si godeva in quella proprietà era impagabile, valeva un patrimonio solo quello, e molte imprese immobiliari avevano fatto offerte per l’acquisto ma ne suo babbo ne la mamma chiamata a gestire la fattorie non furono mai propensi ad incontrare alcunché per discutere di queste cose, … bene dissi Allora andiamo a vedere questa proprietà!! Si da piccolo ho trascorso alcuni giorni , ma onestamente ero un bambino e i ricordi erano molto vaghi, .quasi irrisori…la strada si fece ad un certo punto ripida e in poco tempo eravamo a metà versante e di fronte montagne anche innevate, mentre la villa , una bella casa, ma non certo assomigliante alle ville americane, comunque questa villa assomigliava ad una semplice casa, magari più grande delle solite che ho visto arrivando ma certo non eccezionale…sulla soglia della porta c’erano due panchine, e seduti sopra due personaggi 38 con barba e baffi, me li presentò il sig. Walter, sono i miei due bracci, disse senza di loro il lavoro in azienda non viene fatto, poi ho altri tre giovani , che seguono i due recinti per la caccia al cinghiale, cosa?’ dissi si certo sono le due persone che servono all’azienda agrovenatoria della Contessa Pina ha forse la sig.ra Emma non le ha mai detto che qualche anno fa, è stato deciso sia dal povero marito, pace all’anima sua che dalla signora di usare una settantina di ettari dell’azienda per farne due recinti il primo di circa cinquanta il più grande per dimensione è stato doppiamente recintato ed abbiamo introdotto alcuni verri e una ventina di femmine sufscrofa che hanno riprodotto nel tempo, creando una serie di piccoli branchi nell’ordine complessivo di duecento animali, mentre nel recinto più piccolo sono stati introdotti dei mufloni, dei daini, cervi e caprioli, oltre a un minuto branco di cinghiali, domani mattina ci alziamo presto e vorremmo essere accompagnati, per vedere il tutto, sia io che il giovane Davide, eravamo entusiasti, bene disse il Sig. Walter, sveglia alle sei, passate in centro a Firenzuola nel negozio della Giovanna, specializzato nell’abbigliamento e attrezzatura da caccia, salimmo a bordo della range rover sport e via in mezzora eravamo nel centro storico e da li al negozio in due passi siamo entrati, aprendo la porta, un piccolo campanello, dava il segnale che la porta d’entrata era stata aperta, buon pomeriggio dissi, è lei la sig.ra Giovanna certo, mi rispose, ma lei non è di queste parte, parla il toscano con un accento strano, probabilmente americano, ma ha dei lineamenti di una persona che conosco, non mi viene in 39 mente, e questo giovane, che è , risposi il figlio della sig.ra Emma proprietaria dell’azienda agro-venatoria Contessa Pina…ha certo, rispose, in cosa posso servirvi?? Vorremmo essere vestiti da cacciatori, domani vorremmo visitare i due recinti, ha quelli dei cignali, si quelli dei cinghiali, qui nel nostro dialetto sono chiamati cignali, bene venite avanti, ci introdusse nel secondo reparto del negozio, c’erano giacche più o meno imbottite, la maggior parte di color verde, oltre a quelle mimetiche, che comunque non mi sono mai piaciute, mi davano impressione di esaltazione, Davide si era già preso i pantaloni proprio mimetici avviandosi verso il camerino per provare di indossarli, io presi ad indossare comunque una bella giacca, alla quale si poteva staccare le maniche, così potevo portarla anche senza, la taglia mi andava a pennello, presi un paio di pantaloni, che provai nell’altro camerino e pure quelli erano della mia taglia, andavano comunque accorciati, la sig.ra Giovanna con due spille prese la misura esatta, gli dissi che per questa sera dovevano essere accorciate, mi rispose, che nel giro di una decina di minuti, il tempo di un aperitivo al bar , avrei trovato tutto sistemato , bene dissi e per gli scarponi, guardi quella parte del negozio è riservata ai scarponi da caccia, ce n’erano di diverso tipo e marca, allora gli dissi, quali sono i migliori, e lei i Crispi, bene ha il numero quaranta tre, sapevo dal babbo che per quanto riguarda i scarponi dovevano avere una taglia in più rispetto le scarpe che riportano normalmente, io generalmente usavo il quarantadue, e li presi il quarantatre, Davide aveva fatto prendere le misure dei pantaloni e quasi si arrossiva 40 vedendo la sig.ra Giovanna piegata ai suoi piedi, gli tirava i pantaloni per poter puntare la misura esatta della loro lunghezza, ma mostrava maliziosamente un bel balconcino, era inevitabile che gli occhi andassero a finire lì, ma probabilmente la cosa non dispiaceva troppo alla signora, mi sorrise, timidamente, Davide, aveva capito che lo avevo scoperto, tutto bene Davide, certo mi rispose, dai che andiamo a visitare il paese e ci prendiamo un buon caffè, per che ora sig.ra possiamo ritirare il tutto, guardi, tra mezz’ora al massimo, bene dissi e uscimmo….non ricordavo più questa bella cittadina, e Davide mi interruppe subito dai miei pensieri, ma la mia mamma è nata in questo paese?? Si !!gli dissi, probabilmente tuo padre è di queste zone, la mamma è comunque un'americana anche se le sue origini sono di qui, il sole era alto nel cielo, e il porfido rifletteva un bel caldo, la piazza sembrava una scacchiera, il marmo rispecchiava la calura, e il palazzo comunale con una torre al centro, assomigliava vagamente al Municipio di Firenze, entrammo in un bar trattoria ben curato e da poco ristrutturato, una signorina ci chiese cosa avremmo preso, mi girai verso Davide e dissi vorremmo sederci a quel tavolo per me mi porti un aperitivo crodino, e per questo giovane, lui disse un succo alla pera, ci stavamo accomodando quando entrò il sig. Piero, la ragazza gli disse “ehi, che fai da queste parti, è un po’ di tempo che non ti si vede?? Certo rispose, sono venuto perché devo accordarmi, con il fattore della Contessa Pina, domani con i cani esco nei recinti, dovremmo far correre degli animali, in quanto sono arrivati i padroni dall’america, e 41 quanti sono i padroni?? Mi disse Walter che sono due un ragazzino e un uomo sulla trentina, dall’accento americano…la signora smise di chiedere e fece un accenno con la testa al sig. Piero che non capì subito…be che hai un tic.?? Lei, “non capisci nulla”….si girò guardandoci, capì che probabilmente eravamo noi due, le persone descritte dal fattore, si fece consegnare al bancone del bar un bicchiere di vino, era scuro, lo prese in mano e si avvicinò, aveva in una mano il bicchiere, dall’altra si era tolto il cappello, e ci disse: Scusate ma siete voi i proprietari americano dell’azienda contessa Pina?? Non volevo rispondere, ma mi sembrava scortese, proprio perché all’indomani saremmo usciti assieme, tanto valeva dire la verità e soprattutto rispondere…certo dissi, e lui Ma lei è il figlio del conte…eravamo da giovani io e suo babbo molto amici, avevamo la stessa età le elementari in paese le abbiamo fatte assieme, poi lui è partito per le scuole svizzere e io sono sempre rimasto qui, ma d’estate per le vacanze, scorrazzavamo sempre assieme con un gruppo di altri giovani, lui era il capo banda, ne facevamo di tutti i colori, pensi che una volta abbiamo preso due belle tacchine, quelle bianche le abbiamo sepolte lasciando solo la testa fuori dalla terra, probabilmente avevamo guardato qualche film western con l’indiano lascito senza acqua sepolto nel deserto e con la testa fuori, ecco noi facemmo lo stesso, con i tacchini ma non volevamo lasciarli morire di sete, ci servivano come bersaglio per le nostre fionde eravamo esperti nel costruirle, bastava trovare un bel ramo fatto a V e nelle due punte legavi un’ elastico con al centro un pezzo di 42 cuoio per poterci inserire un sasso, e poi le collaudavi con le lucertole, solo che il tuo babbo aveva avuto quest’idea che ci sembrò geniale, facemmo le buche infilammo i tacchini e a una distanza di circa quindici passi iniziammo a lanciare i sassolini con le nostre fionde, niente non riuscivamo a colpirli, allora abbiamo ridotto la distanza sino a portarci a circa sette otto passi, da questa distanza iniziammo a colpirli, e loro a metter giù la testa, che non stava più diritta, erano intontiti e moribondi, allora ci rendemmo conto della cavolata che avevamo fatto, ma ormai era troppo tardi, seppellimmo il rimanete cioè la testa e via a casa, la moglie del fattore di allora, alla sera chiamava a raduno questi animali, con le anatre e le galline, lei le contava tutti per non perderne nessuno, quando si accorse che mancavano due tacchini, fece il giro delle famiglie, per sapere se qualcuno le avesse raccolte assieme alle loro, niente, già tutti noi vedevamo l’ora che il buio coprisse le nostre case e quindi ci fosse l’abbandono nella ricerca, non si vedeva quasi più nulla, ma la sig.ra Maria continuava imperterrita la ricerca, finché scoprì una delle due buche coperte da poco, e con badile e vanga riuscì ad estrarre i due corpi, si vedeva che erano stati colpiti da dei sassi rotondi, cercavamo i sassi più rotondi possibili…e uno più uno fa due, mi trovai nella mia casa la sig. ra Maria, che gridando a squarcia gola, verso babbo e mamma, voleva essere risarcita dal danno subito, l’avevo veramente fatta grossa, io e il tuo babbo quella volta prendemmo dei bei ceffoni, ci misero a dormire entrambi nel pollaio, e fu allora che divenimmo ancor più amici…avevamo preso le stesse botte, trattati 43 allo stesso modo, eravamo divenuti fratelli, in tutto e per tutto, da allora tutto era condiviso, quando più adulti andavamo a caccia di notte, a cinghiale, eravamo solo noi due che avevamo il coraggio di farlo nelle pozzanghere dove il cinghiale anche il più grosso dai cento chili, si avvicinava lentamente fiutando e griffando che ti faceva accapponare la pelle, ma noi duri non ci muovevamo, paura a duecento, le orecchie dritte, ma lo aspettavamo senza quasi respirare, pensavamo che il nostro silenzio doveva essere armonioso con l’ambiente che ci circondava, se c’era vento, dovevamo sentirlo in faccia, rispetto alla piscina del cinghiale, così non poteva sentire i nostri odori, avevamo escogitato anche la furberia di lasciare i vestiti da caccia notturna nella stalla delle mucche in quanto l’odore delle stesse, impregnava i tessuti, e avrebbe coperto il nostro, confondendo il cinghiale più esperto. Eravamo dei selvaggi all’età di vent’anni nessun cacciatore era più esperto di noi due…ci chiamavano :”Attenti a quei due..” le mamme erano sempre disperate, perché finita la caccia, agli animali iniziò quella alle belle ragazze, tuo padre disponeva anche della macchina, e quindi andavamo nelle varie feste paesane con quell’alfa duetto rossa, eravamo giovani belli , e felici…quando partì per l’America compresi che tutto sarebbe finito, pure lui lo disse, in questo modo: “Da oggi, non siamo più ragazzi, la nostra vita da questo momento cambierà , ti ringrazio amico mio….ci abbracciammo, e per qualche minuto restammo uniti per l’ultima volta.” Le lacrime dagli occhi gli uscivano copiosamente, prese un 44 fazzoletto, e asciugò le lacrime, e si soffiò il naso..poi seriamente disse, ho saputo dell’Africa, e dell’incidente che ha ucciso tuo padre, se ci fossi stato io non sarebbe successo…Mi era già simpatico, per quel suo modo schietto di parlare, non girava attorno ai discorsi, e questa era una bellissima dote, guardai nel viso Davide, che aveva accennato a un sorriso, sono certo che anche a lui gli era sembrato simpatico, bene dissi domani andremo assieme con i cani nei recinti, ”volete uccidere qualche animale?” Guardi , risposi, non ho mai sparato ad una mosca, bene è ora di imparate un Cigni non può essere che un cacciatore prima di tutto, e questo baldo giovane che sarebbe?? Questo è il figlio della Sig.ra Emma, risposi…e vidi il suo viso divenire serio, scrutò il ragazzino e disse “pure tu diverrai un cacciatore” in toscana non c’è uomo che non sia cacciatore, quindi bisogna iniziare da giovane. A domani, si alzò dalla sedia ripose il bicchiere vuoto sul bancone, e stava per pagare, quando feci alla barista che avrei pagato anche il suo, così gli disse tutto è stato offerto da quei signori, fece un cenno, e uscì. Rimasti solo noi tre, la barista intenta a fare delle pulizie, io e mio fratello, ormai era ora dovevo dirgli la verità, non potevo attende oltre, proprio perché avevo visto nello sguardo del sig. Walter che sapeva tutto di mio fratello, quindi a qualcuno sarebbe fuggita qualche frase strana creando un’imbarazzante situazione, “la cosa che più mi avrebbe fatto male, è che potesse dirmi tu sapevi tutto perché non me l’hai detto??” questo sarebbe stato estremamente imbarazzante, come dirglielo, bene dissi, ti 45 piace Firenzuola, certo rispose, abbiamo preso i vestiti per la caccia, poi andiamo a ritirali, ti posso chiedere qualcosa?? Certo ripose, ma la Sig. ra Emma tua madre non ti ha mai detto se avevi un fratello o una sorella?? No mi ha detto solo che lo avrei scoperto più avanti, la mamma era piuttosto anziana, vedevo le altre molto giovani, quando venivano apprendere i miei compagni d’asilo, era evidente la differenza d’età, ma non mi interessava, tu sai chi sono io ?? certo , un amico della Mamma ?? beh, effettivamente non proprio, io sono tuo fratello!!!non abbiamo lo stesso padre ma la sig.ra Emma è mia madre, quindi noi siamo fratelli, non potevo dirtelo all’ospedale, credo fosse prematuro, ma dovevo dirtelo qui,........prima che qualcuno, involontariamente, ti rivelasse questa cosa…era stupito, mi guardò con questi occhioni grandi, disse non avevo mai considerato di poter avere un fratello, e soprattutto un fratello molto più grande di me, ma mi fa molto piacere, mi puoi raccontare tutto di te sino ad oggi, certo dissi …e lo feci…partendo dagli studi universitari, al lavoro, alla storia con Manuela, che sabato dovrebbe essere qui, così avrai modo di conoscerla personalmente, parlando non feci caso che qualcuno era entrato nel locale, e al bancone del bar stava bevendo un bicchiere di vino, parlava con la barista, aveva capelli lunghi e grigi, quando si voltò per guardarci, sembrava avesse un’aria famigliare, come ci fossimo già conosciuti, ma non ricordavo quel viso, prese il bicchiere nelle mani e si avvicinò, posso sedermi?’ certo risposi… ma voi siete.. stranieri…si!! Risposi alquanto seccato, ma continuò, ma avete un’aria 46 famigliare, come vi conoscessi, in particolare tu, hai il viso uguale ad un mio vecchio amico che è andato a vivere in america, li si è sposato, e da allora non l’ho più visto, qualche anno fa ho saputo di un incidente in africa e non so se è tutt’ora vivo oppure passato a miglior vita, si chiamava Conte Cigni…siamo cresciuti assieme, sin da piccoli andavamo a nidi di merlo, poi i piccoli li tenevamo per farne dei richiami vivi nel periodo della caccia, portavamo via o lui oppure io un fucile ai nostri genitori, non avevamo alcuna licenza ma andavamo lo stesso, e quante volte le ho prese sia io che l’altro dai rispettivi genitori, perché si erano accorti della sparizione momentanea dei fucili, ma non mollavamo mai, poi ci fu il periodo della caccia al cinghiale fatta prevalentemente di notte, da fine agosto a marzo inoltrato non ce n’era per nessuno, dormivamo in piedi di giorno, ma la notte specialmente quelle di luna piena, eravamo presso gli insogli, e loro arrivavano in gruppi, cinque sei , anche dieci animali, di dimensioni notevoli, li sentivi arrivare perché griffando spingendosi emettevano quei rumori forti, che ti facevano accapponare la pelle, e la nostra adrenalina ci usciva dai capelli, era un mix di paura e voglia di superarla, quando arrivavano nessun rumore, quasi non respiravamo, questo era essenziale, e ogni volta, o ti sentivi indolenzita una gamba, oppure ti faceva male la mano su cui avevi il fucile, o prurito ma dovevi assolutamente non muoverti, e loro ci sentivano, sentivano parzialmente il nostro odore, avevamo imparato che potevamo nasconderlo mettendo i nostri vestiti nelle stalle, così si impregnavano dell’odor di mucca che a loro 47 non disturbava e si avvicinavano all’insoglio comunque sempre molto lentamente e i primi erano i giovani, loro si buttavano letteralmente e noi fermi vedevi delle ombre più scure che si muovevano all’interno di una pozzanghera grigia, si alzava lentamente il fucile, guardando bene che non toccasse qualche rama, e eri pronto pronto alla prima immagine visiva corretta, di premere il grilletto, alle volte succedeva e sentivi quel boato espandersi per la vallata, a volte nel più bello uscivano correndo via senza alcuna ragione, e non li vedevi più, rimanevi li ancora qualche oretta e poi via era andata buca…quante volte bruciavamo da scuola, ma questo periodo felice, vissuto al limite dei selvaggi durò poco, l’amico dopo un’ultima marachella venne portato dal padre in una scuola svizzera, e da là potevamo vederci solo nel periodo delle vacanze estive, ecco quel periodo lo ricordo con affetto, lui parlava oltre l’italiano anche altre lingue, e quindi i primi giorni ci servivano per riallacciare la nostra amicizia, ma alla parola vai ancora a caccia …di notte?? ed io certo, non ho più avuto un’ esperto come tè ma mi sono adattato ad altri, e lui, posso venire anch’io, certo, anzi questa sera usciamo assieme, ho una nuova zona, non ancora battuta e li ci sono parecchi animali, bene a che ora passo da casa tua…facciamo verso le nove… ci sarò…alle nove pontuale come un’ orologio svizzero era sotto casa mia, partimmo che la luna si era appena fatta vedere, era quasi piena, ma d’estate in collina arrivavano le luci della città e quindi ci si vedeva bene, servono alcuni minuti per vederci al buio, fare una camminata oltre che essere salutare, ci permetteva di 48 affinare la nostra vista, sentivamo il risveglio del bosco, non siete mai stati nel bosco di notte?? E noi due mai…molto male…ci sarà modo di portarvi…bene stavo dicendo che di notte il bosco, rinasce di una nuova vita, gli animali predatori iniziano a muoversi, sentivamo le volpi che tentavano di prendere dei cuccioli di cinghiale lavoravano in coppia , generalmente, una tentava di distogliere l’attenzione ai piccoli della madre mentre l’altra se riusciva a staccare dal gruppo un lattonzolo, poteva sperare di ucciderlo, il novanta per cento delle volte andava loro molto male, anche con il rischio di essere uccisa, a sua volta mangiata, la natura non perdona quando sbagli come in questi casi perdi la vita, avevamo proprio per ciò un’ estremo rispetto, e un’estrema attenzione, tanto eravamo superficiali di giorno nello studio e quant'altro, tanto eravamo scrupolosi ed attenti di notte, portavamo sempre un faro, una volta ci siamo trovati involontariamente in mezzo ad un gruppo di giovani la madre se n’era accorta la sentimmo arrivare come un treno, anzi meglio una valanga verso di noi, fu vostro padre che puntò immediatamente il faro verso quest’animale c’era praticamente addosso, la lo bloccò perché riuscì con la luce intensa puntata agli occhi a far sì che non vedesse più nulla si fermò a due metri da noi, io avevo il fucile puntato verso quel cinghiale, ma non mi sentìì di spararle, lei aveva difeso con tutta la forza senza badare al pericolo i suoi cuccioli fu una lezione …che non dimenticherò mai…Beh stavo dicendo, siamo arrivati dopo una lunga camminata, finalmente su quell’insoglio era enorme, un piccolo laghetto di pantano grigio, 49 sembrava un impasto di calce e sabbia, eravamo fermi in un angolo poco frequentato e questo lo si deduceva dalle poche tracce di passaggi lasciate sul terreno e dalle foglie sporche di questa alta grigiastra, arrivarono i primi cinghiali, sentimmo che giocavano tra loro per il rumore che facevano, si gettarono incuranti nella pozzanghera, e iniziarono a muoversi, c’erano quattro ombre e fu vostra padre ad indicarmene il numero con le dita della mano, poi cercai di individuare il collo e la testa di uno ma erano troppo in movimento, facevano volare letteralmente schizzi di fango da per tutto, finalmente potei inquadrarne uno e feci partire il colpo era mia consuetudine replicarlo e lo feci, vedemmo un mare di fango levarsi in volo e coprirci dal viso ai piedi, sembrava un film dell’orrore dal nulla un enorme massa indefinita che si muoveva, sembrava il film sul Vajont quando l’acqua mista a fango scendeva giù dal monte, ci sembrò un tempo interminabile alla fine tutto tacque, e noi fradici e puzzolenti che ci guardavamo, sbigottiti, tutto bene, chiesi a tuo padre, certo rispose, e lui dov’è l’animale che hai sparato, non so risposi, forse l’ho mancato, ma era veramente difficile che mancassi qualche cinghiale, avevo un’esperienza accumulata negli anni, in questo caso pur non potendo esattamente vedere ho seguito il suo rumore il suo ansimare lentamente nella boscaglia pochi metri da noi, gli risposi, guarda che non l’ho visto ma sentito pure io, l’ho sentito ansimare da quella parte, bene andiamo, era poco lontano da noi che si sentiva un respiro affannoso, a pochi metri gli indicai di accendere il faro, potemmo vedere la sagoma, era veramente grosso, ci 50 avvicinammo lentamente, dopo aver ricaricato il fucile, ma avevamo intuito che ormai era agli sgoccioli della propria esistenza, e lo sentimmo respirare profondamente per due o tre volte e tentare di muoversi , poi il silenzio..lo toccammo, prima con i piedi e poi non dando alcun segno di vita con le mani, velocemente guardammo l’entrata dei due colpi erano talmente vicini che sembrava un unico buco, l’avevo colpito al collo nella parte bassa e probabilmente uno dei due aveva colpito il cuore, lo girammo e lentamente dopo avergli legato una fune al grifo , iniziammo a trascinarlo verso casa, saranno state le due di notte, e con un’animale di novanta chili, avremmo messo circa un’oretta prima di vedere le nostre abitazioni, ma eravamo felici e contenti, avevamo battezzato questa nostra rinnovata amicizia che ci legava probabilmente per sempre sapevamo entrambi che sarebbe stata l’ultima cacciata che avremmo fatto, la nostra vita dal quell’estate, sicuramente avrebbe seguito strade diverse, anche il nostro livello sociale sarebbe cambiato, non il mio, lui aveva intuito tutto ciò, e mi disse: anche se la nostra vita cambierà per vicissitudini diverse, noi giuriamo su quest’animale, re dei boschi, che saremmo sempre amici, e se avremmo bisogno l’uno dell’altro non avremmo esitato ne per timore, ne per riguardo nel cercarci e darci una mano….lo giurammo con le mani posate su quell’animale.. pur essendo dei ragazzi , avevamo intuito entrambi l’importanza di questo giuramento, fatta con cuore aperto e libero, e per questo, ancor più solenne. Prese tra le mani il bicchiere, e alzatolo al cielo, disse al mio eterno amico, e bevve il residuo contenuto, io e 51 Davide non avevamo parole, stupiti ed immersi in quell’avventura,avevamo visivamente partecipato anche noi, e la cosa mi piacque, gli chiesi : ma che lavoro svolge?? Guarda, mi rispose, sono stato autista del pulmino della scuola comunale di Firenzuola, per circa quarant’anni, e mio padre sin ch’ero ragazzo mi aveva versato dei contributi ai fini pensionistici, come coltivatore diretto, ora accumulando il tutto da circa un anno e mezzo sono in pensione e svolgo la professione alla quale mi sono dedicato tutta la vita, la caccia, addestro dei cani miei per la caccia in battuta in particolare gli uso all’interno dell’azienda agro-venatoria contessa Pina, quando vengono quei ricconi, che voglio portare a casa un pezzo di cinghiale senza camminare troppo, in breve tempo gli facciamo uccidere un bell’animale e contenti se ne tornano, raccontando di aver fatto chissà che fatica, che tiri magistrali, sapete è diventata una moda, nelle famiglie benestanti, fare due giorni di caccia in battuta, anche se questa non è minimamente una cacciata, è semplicemente entrare in un pollaio e sparare ad un certo numero di polli a tuo piacimento, ma a me piace, piuttosto di nulla è meglio piuttosto… da queste parti si dice così!! Gli chiesi sia il numero di cellulare che gli vedevo nel taschino della camicia , nome e cognome, lo avremmo sicuramente chiamato per una battuta, feci cenno alla barista che quanto aveva consumato il sig. ……sarebbe stato pagato da me… e così quando ci salutammo, e lui andò per pagare la barista glielo disse, e si rivolse a noi , grazie per il bicchiere, ma non dovevate, ed io era nostro dovere 52 ….in virtù di quel giuramento, scosse il capo, come per dire tuscè, e ci risalutò uscendo. Bene dissi dai Davide, andiamo a casa, ma prima dobbiamo riprenderci i vestiti da caccia con le dovute modifiche, certo, attraversammo la piazzetta di Firenzuola, era sempre uguale, ti sembrava enorme anche se piccola, in poco tempo eravamo sull’uscio del negozio e la sig.ra Giovanna ci aspettava con i vestiti in mano, aveva fretta, ma disse, se oggi li provate e c’è qualcosa che non va, portatemeli subito, certo !!! Salimmo sulla range-rover sport e via avevamo imbucato fuori paese una via stretta, una volta sterrata ora asfaltata, strideva con la bellezza dell’ambiente, ma era comoda, in pochi minuti eravamo nell’entrata della tenuta, ci attraversò un fagiano prima a piedi , e quando feci cenno di rallentare, si sollevò in volo, e nello stesso tempo , emise un suono, co, co ,co non gli mancava il fiato, qui i cacciatori non fanno fatica a prenderne uno gli senti cantare quando volano, guardi mi rispose, quello che sembra facile può essere più diffide!! Cavoli, dovevo stare molto attento come mi esprimevo, con due parole qui ti chiudono la bocca, pensai.. !! feci un sorrisino, e non parlai più sino alla porta dell’entrata, della villa… non era qualcosa di particolare, una semplice casa, molto grande per le dimensione dell’epoca in cui vissero i miei avi, ma a vederla adesso non faceva apparire nulla di particolare, entrammo il primo salone, era volto molto alla caccia, appesi alle pareti c’erano trofei di cervi enormi, con palchi bellissimi, stambecchi, caprioli, cinghiali, non mancava nulla riferita agli ungulati, ci accolse il gestore del ristorante perché oltre all’azienda c’era sia il ristorante 53 che gli alloggi per chi si portava dietro la famiglia, o gli amici…specialmente d’estate nel retro del fabbricato c’era una zona relax con una bella piscina, e un prato inglese lussureggiante, gli chiesi se potevamo pranzare, un certo languorino si faceva sentire, chiesi a Davide hai fame, e lui certo, moltissima….ci accomodammo nel salone era rustico, alle pareti c’erano appesi dei quadri raffiguranti momenti di caccia alle anitre, si vedevano ritratti di setters e pointer e sempre cacciatori con un fucile ed ai piedi delle grosse prede cinghiali cervi, mufloni, inoltre in una bacheca avevano una serie storica di coltelli sempre da caccia e una gigantografia dell’apertura alla caccia nei primi novecento si potevano contare le lepri superavano i cento animali, era per loro motivo di orgoglio, pochi fucili e tanta selvaggina , disse qualcuno alle mie spalle, ora ci sono tanti fucili ma poca selvaggina, mi voltai, era un cacciatore seguito da alcuni amici, disse dov’è Antonio il cuoco, voglio gustarmi una bella fiorentina, chiesi cosa fosse al fattore, è una grossa bistecca, ero abituato alle bistecche americane , quando le metti a cuocere sembrano enormi poi cote sono un quarto della dimensione originale, colpa degli ormoni, dicevano, una fiorentina pesa mediamente da un chilo un chilo e trecento grammi, deve essere di mucca chianina, rigorosamente con filetto la parte del filone delle braciole, la vedemmo arrivare su un piatto di legno, al tavolo dei cacciatori, e la divorarono assieme a della tagliata, carne pure quella, per noi tutto era nuovo , quindi ci aveva colpito con che avidità mangiavano quel pezzo di carne, e lo accompagnavano con del chianti, allora ordinammo 54 una fiorentina delle patate fritte le vidi passare e lo sguardo di Davide non abbandonò mai quel piatto, oltre dell’insalata, per il primo non prendemmo niente, aspettavamo e nel contempo arrivò il cuoco Antonio, era effettivamente un toscanaccio, se l’era presa con dei clienti che poc'anzi se n’erano andati, ci son citrulli che vogliono mangiare la fiorentina e quando la vedono sul piatto che dà un po di sangue, te la rispediscono in cucina perché la vogliono più cotta, bene queste persone prima me l’hanno rispedita quattro volte, alla fine sono uscito e gli ho detto se volevano una suola da scarpe, immangiabile io gliela cucinavo tutta ma poi non riuscivano nemmeno a piantarci il coltello, la fiorentina va cotta in un solo modo, un bel fuoco, delle ceneri ardenti possibilmente di rovere, vedere i ferri dove posi la fiorentina rossi allora la puoi mettere sul fuoco, quando la posi sulla parte superiore metti del sale grosso in abbondanza, sarà la carne stessa a prendersi quanto gli serve, poi la giri e fai la stessa cosa sul lato opposto, la rigiri un’altra volta da entrambi le parti e la fiorentina è cotta , nulla di più semplice disse Antonio, poi si avvicinò al nostro tavolo, so chi siete voi, sono più di dieci anni che lavoro in questa azienda, prima ero il cuoco dei lavoratori, ora sono il cuoco del ristorante, eppure non ho studiato, ma so fare i piatti tipici della toscana, grazie a mia nonna, amavo cucinare con lei, la mia cucina è conosciuta in tutta la Toscana ed oltre, vengono nel nostro ristorante il famoso sciatore slalonista campione Alberto Tomba, anche il Morandi famoso cantante, oltre che a De Andrè figlio, vedrete che piatti che faccio, salutandoci, 55 ritornò in cucina, il fattore intanto era ritornato dopo esser passato di casa, gli chiesi: domani come saprà vorremmo fare questa battuta al cinghiale, ma non ho porto d’armi non si preoccupi, per questa volta troveremo il modo, ma in breve se volete continuare a cacciare deve essere in possesso del porto d’armi uso caccia, per il fratello così giovane deve aspettare la maggiore età, quindi i diciott’ anni, cercherò di inserirla nel prossimo esame provinciale che ne dice, Si, certo, qui se non sei un cacciatore da quanto ho capito non ti considerano un uomo, arrivarono i piatti, con tutto quello che avevamo ordinato, Antonio uscì pure lui, voleva accompagnare il piatto, ci spiegò come andava tagliata la carne, e poi lo fece lui stesso, erano bocconi enormi, sembravano cubi di carne, quando la metti in bocca, disse il cuoco, senti che si scioglie, altrimenti non è bona, era esattamente ciò che avveniva, e ci guardava per carpire se ci piacesse quel piatto, Davide con un paio di bocconi, disse, sono pieno, mangio le patatine fritte, mangia ciò che ti senti di mangiare, non devi sforzarti, no! No! Mi piace moltissimo ma non ce la faccio più, avevo veramente fame, comunque mi sforzai per finirla, era enorme, anche per me, capisco perché i toscani sono grandi e grossi, e arrivò proprio ad hoc la battuta …caro figliolo, tu hai del sangue toscano, si vede dalla statura, ma ti mancava la buona cucina, sembri un’attaccapanni sai quelli con il bastone, troppo magro, devi rimetterti, in America, si mangerà pur bene, ma sono troppo di corsa, lavorano in posti lontani sia il marito che la moglie, poi i figli sballottati in questo genere di vita assurdo, nel giro di 56 pochi anni l’amore svanisce e tutto finisce, c’è poi il divorzio, molti sperano di costruire una nuova famiglia, ripartono con una nuova famiglia, ma non si preoccupano dei figli del primo matrimonio e pure gli altri sbalottati da un luogo all’altro, mi domando che genere di vita è… noi invece siamo molto più tranquilli nei rapporti affettivi e di lavoro, l’ora di pranzo è per noi indispensabile per incontrare attorno ad un tavolo tutta la famiglia, che si trova unita non solo per il cibo ma per raccontarci gli eventi della mattinata, e nel pomeriggio si riprende chi con il lavoro chi con lo studio, alla sera si guarda poco la televisione e solo se c’è un bel programma, poi a letto presto pronti per il giorno successivo..vede la nostra vita potrà sembrare monotona per un forestiero, ma guardi che qui non ci annoiamo mai…ero arrivato al caffè, mentre Davide non teneva quasi più gli occhi aperti, l’arrivo del fattore con il commercialista, lo risvegliò, invitai a sedersi vicino a me le due persone che aspettavo, mentre chiesi alla cameriera di accompagnare mio fratello nella camera da letto , per un sonnellino, si fece indicare dal fattore la stanza che avremmo occupato, se lo prese per mano, e parlando un po’ il francese riuscì a farli fare le scale, dopo alcuni minuti ritornò dicendo che come aveva visto il letto si era buttato letteralmente sopra e preso immediatamente sonno, avevo chiesto la presenza del commercialista per comprendere come stava economicamente l’azienda, era un giovane sulla quarantina, occhiali, vestito con giacca e gravata, capello corto e ben curato, estrasse il suo computer portatile, e iniziò a spiegarmi che l’azienda aveva trascorso alcuni 57 pericoli negli anni passati, non si sapeva che farne, riferito alla proprietà questa cosa mi incuriosì , ma come fai a sapere queste cose, visto che siamo quasi coetanei, si mi rispose, io non potrei saperle, all’epoca ero poco più che un’adolescente, ma allora era mio padre il contabile, quando lo sostituii mi raccontò tutto ciò che era indispensabile per avere una visione corretta di questa proprietà e della sua gestione, in effetti su suggerimento di mio padre e l’intuito del vostro nel progettare e realizzare l’agro – venatoria, il comune non voleva rilasciare le concessioni fu la testardaggine di suo padre e le amicizie romane a far sì che tutto fosse risolto nel migliore dei modi, ora l’azienda ha coperto tutti i debiti contratti con le banche per l’opera realizzata, certo che ora ci vorrebbe un po’ di marketing territoriale, guardi modestamente lavoro in questo campo da anni , visto che gestisco e ne sono proprietario al cinquanta per cento di una nota azienda che produce calzature sportive, quindi se questa è realmente la situazione domani nel primo pomeriggio vorrei un’incontro con i direttori delle banche con cui operiamo, per avere un’ulteriore panorama economico-finanziario quante sono , guardi esattamente sono tre, bene conto su di lei , rivolgendomi a Walter il fattore, quanto durerà la battuta domani mattina, credo che per l’una dovremmo aver finito, potremmo terminare anche prima se lo vuole anche in dieci minuti riusciamo a muovere un po’ di cignali, ma credo che ciò non sia rispettoso per l’etica della caccia!!!..certo risposi !! Domani ci vediamo qui dottore alle 16.00 il pomeriggio lo trascorsi parlando con il personale, volevo conoscerli 58 tutti, come ero abituato nella mia azienda tutti assieme facciamo l’azienda e tutti dovremmo dare il meglio per migliorarla, è ed era sempre la mia idea principale…rividi il signore del bar l’amico del babbo, si stava accordando con il fattore per l’uscita del giorno successivo, la nostra battuta, non mi avvicinai li sentivo parlare su che ora era meglio muoversi il giorno successivo, uno diceva le sei l’altro le sette, quanti cani usare, chi doveva accompagnarli, e da dove far partire i canai con la battuta, alla fine accordarono il tutto, mentre io ed il cuoco parlavamo di come aveva impostato la cucina i menù che proponevano erano belli tosti..probabilmente la cucina toscana utilizza molto le carni quale alimento base, poi le paste, e qui disquisivamo sulla differenza tra questa e quella emiliano-romagnola dove a farla da leone sono le paste, condite in tute le maniere e poi i tortelen o tortellini tipici romagnoli, le cose che si devono considerare nel momento in cui avviene la preparazione di un piatto, sono innanzitutto la qualità del prodotto e la sua possibilità di essere consumato in un breve periodo di tempo. Eravamo pronti per partecipare a questa battuta di caccia. Io e mio fratello avevamo indossato i vestiti acquistati qualche ora prima del negozio centrale di Firenzuola, si stavano un po' stretti ma l'entusiasmo che provavamo in quel momento cancellava ogni disagio erano ormai giunti i canai con le loro mute varie composte sia da cani segugi che da maremmani questi ultimi particolarmente adatti alle mansioni di caccia agli ungulati, salimmo sui fuoristrada per raggiungere il luogo in cui avremmo partecipato alla battuta, il cielo era grigio 59 e le nuvole si rincorrevano quasi un presagio per una giornata che volgeva alla pioggia. Vidi mio fratello Davide, che comunque era molto allegro e la sua carnagione aveva cambiato aspetto non era più pallida biancastra ma iniziava a prendere i colori naturali tutto ciò mi rassicurava e dava gioia a questo immenso e inaspettato piacere di essere fratello di qualcuno. Arrivati sul posto aprirono, i cancelli fecero entrare in auto e iniziò la preparazione alla battuta noi volevamo attendere l'arrivo degli animali sospinti dai cani lungo una stradina, non avendo ancora la licenza di caccia eravamo con un esperto cacciatore. Dopo il suono della tromba che dava inizio alla battuta, sentimmo i cani abbaiare prima singolarmente e poi ad un'isodo sembravano un'orchestra da camera ma la musica che emettevano ci faceva sobbalzare il cuore. Giungemmo così alla fine della giornata con alcuni cinghiali abbattuti, noi sfortunatamente non avevamo visto animali attraversare la nostra stradina quindi avevamo partecipato ad alcun abbattimento. Da cosa a me personalmente non dispiaceva anzi francamente ero contento che le cose fossero andate in questo senso, Davide comunque aveva assistito con molto interesse a questa giornata particolare, le prime gocce d'acqua scendevano copiose dal cielo creando una lieve nebbia che oscurava alla nostra vista le montagne antistanti, ogni tanto una folata di vento faceva correre più forte queste nubi, ci sembrava di essere sospesi tra il cielo e la terra. Raccolti i cinghiali abbattuti, gli trasportammo nel mattatoio presso la casa di caccia. Io non volli assistere al 60 loro scuoiamento, mentre mio fratello aiutava con entusiasmo tutte le fasi della lavorazione. Era arrivata finalmente la sera, Manuela si era fatta sentire prima con un messaggio, e successivamente con una telefonata, la sua preoccupazione principale “non capiva cosa pensavo di fare” dissi: “ che ne pensi di venire a Firenzuola, potresti passare una settimana qui in Italia”….. Lei, con un sospiro, rispose: “ verrei molto volentieri se non avessi questi impegni che mi obbligano, a rimanere in ufficio sino a tarda sera, amore mio, spero che con tuo fratello le cose vadano bene, soprattutto per quanto concerne la sua salute, ti amo con tutto il cuore, stai molto attento ci sentiamo al più presto un abbraccio… la telefonata si chiuse. Le cose non andavano poi così male, pensavo tra me e sempre più, mi rendevo conto che l'amore per Manuela stava sciamando, ero un po' arrabbiato con me stesso perché altri non avrebbero esitato a sposare una ragazza così bella, intelligente, ricca, famosa ma tutto ciò, non contava assolutamente nulla. Volevo che la donna della mia vita fosse una persona che per prima cosa mi avrebbe fatto sobbalzare il cuore e capire soprattutto che la mia vita non avrebbe avuto senso senza di lei. Se avessi trovato questa donna, non avrei esitato un secondo per chiederle di sposarmi. Ritornati a casa Davide mi continuava a ripetere che aveva visto quegli enormi animali correre e poi qualche ora dopo sul fuoristrada uno sopra l’altro pronti per esser scuoiati gli dissi che quella sera c’era una festa paesana a Firenzuola e volevo andarci “ tu ce la fai “ gli dissi e lui faccio una doccia e andiamo , no gli risposi “prima fai uno spuntino” sapevo che la 61 malattia lo aveva molto debilitato ma vedevo il suo viso prendere un po di colore, come pensavo quel clima lo aveva aiutato perlomeno era quello che pensavo… la signora Bianca che era la moglie del fattore gli aveva preparato un paio di tramezzini toscani, non li mangiò li divorò, e dopo partimmo per il centro cittadino, la serata era particolarmente tiepida e vedevo le nuvole che lentamente prendevano un colore rosato dove il sole tramonta, passai di fronte ad un’armeria e volevo prendermi dei vestiti adatti sia per me che per mio fratello ma non lontano dove avevo parcheggiato il fuoristrada c’era una farmacia, chiesi a mia fratello se aveva ancora delle medicine e lui rispose di sì, ma io avevo la ricetta sempre dietro e la paura di terminarle prima mi fece scegliere di entrare, non sapevo i tempi tecnici per poterle avere quindi entrando sentii quel sibilo di un campanello elettronico, di quelli che annunciano la presenza di un cliente ,prima di me c’era un signore anziano che con la sua corporatura copriva completamente la persona che lo stava servendo, dalla dolce voce si capiva che era giovane e molto gentile, aveva una riservatezza per quel signore perché lo fece spostare e ci disse di attendere un minuto, in quel preciso momento potei vederla, dentro di me dissi “che bella” bionda, occhi azzurri, una carnagione molto bianca un nasino perfetto le guance erano appena rosate, ma capii che quel colore lo avevano preso perché l’avevo guardata, e la mia presenza non le era indifferente , so di non essere brutto, la mia altezza la mia corporatura longilinea, i miei capelli ovviamente ereditati dalla madre un po ricci e lunghi la mia carnagione olivastra per la 62 lieve abbronzatura naturale che avevo preso in quei pochi giorni trascorsi all’aperto , si avvicinò e mi chiese “in cosa la posso servire” e un sorriso fece da accompagnamento alla frase, “guardi prenderei tutto quello che si trova in questa farmacia, per il suo sorriso così bello ” sono sempre stato sfrontato con le donne e questo mi aveva fatto conquistare alcuni cuori, ma questa ragazza non apprezzò la mia battuta, guardi non sono qui per divertimento sto lavorando, mi dica signore cosa le serve….” mamma mia che schiaffo morale avevo preso, “guardi le dissi, facendomi uscire dalla tasca interna della giacca una ricetta medica “queste sono le medicine, che dovrei ordinare per mio fratello, volevo sapere i tempi per la consegna dopo la prenotazione proprio perché la ditta produttrice è svizzera” e gliela posi con la mano destra, lei la prese, la lesse e quel sorriso di cortesia che prima aveva scomparve dal suo bel viso, guardò mio fratello Davide e le vidi gli occhi bagnati, era sensibile, mi disse mi scusi, tante volte entra qualcuno per semplice curiosità, e magari fare il cretino senza motivo, perché nel negozio c’è una donna, non si preoccupi ha pienamente ragione, anch’io ho sbagliato, e me ne scuso, ma sono pochi giorni che mi trovo in questa cittadina, anche se la mia famiglia da parte materna è originaria di qui, come mi rispose lei è originario di qui non è possibile io sono nata qui e non l’ho mai visto, inoltre il suo accento e il suo italiano sembra molto più americano, mi sta prendendo in giro!!…che permalosa …con questa donna devo stare ben attento a come parlo.. per fortuna Davide mi tirò fuori da quest’empasse, dai andiamo 63 nell’altro negozio per acquistare il cappello da cacciatore, la giacca e i pantaloni, mi scusi le dissi, devo accontentare mio fratello, la devo salutare, ma sarei felice di poter continuare la conversazione questa sera alla festa paesana, io vengo se mi assicura che la trovo ...non so se è fidanzata o sposata mi auguro di no, ma se non la trovo comprendo di non invitarla più …non si preoccupi non ho ne fidanzato ne marito, ma non so se questa sera esco.. quindi non le assicuro nulla. Uscimmo dalla farmacia e ci siamo recati nell’armeria, avevano un negozio ben rifornito e ci accontentarono ampiamente, siamo usciti con tutto quanto avevamo preventivato di acquistare solo i pantaloni erano rimasti in negozia per le dovute accorciature della sarta, ma ci avevano assicurato che l’indomani mattino avremmo avuto i nostri pantaloni sistemati, proprio perché la moglie dell’armiere era una sarta, pagai quanto avevamo acquistato e uscimmo, ormai il sole era tramontato rimaneva un rosso intenso nel cielo blue-nero del tramonto. Per riprendere il rang-rover passammo davanti alla farmacia, e potei rivederla ma non indugiai anzi proseguii senza dare troppo a vedere, mi sentii osservato e la cosa non mi dispiaceva proprio per nulla.. anzi.. nella casa della tenuta avevano già preparato la cena, non avevamo parlato della nostra intenzione di andare a cenare in paese, e per ciò ci scusammo con chi ci seguiva nella preparazione dei pasti, avevamo una cuoca a nostra disposizione una cameriera e il fattore che gestiva non solo la tenuta ma pure quanto avveniva in azienda. Dissi a mio fratello di muoversi se voleva uscire con me , ma dalla voce capii che per lui la giornata finiva lì, le sue 64 forze lo stavano abbandonando per quella giornata, bene gli dissi “domani sarà una giornata memorabile, andremo a pescare qualche trota, che ne dici Walter il fattore, lui annui con il capo era troppo occupato ad accendersi il suo sigaro cubano, ogni sera ne accendeva uno e se lo faceva durare per tutto il giorno successivo, mio fratello mi disse salutami Valentina la farmacista come sapeva già come si chiamava? Era molto sveglio, aveva parlato con la cuoca, conosciuta come il giornale del paese, lei sapeva tutto di tutti, mio fratello aveva parlato della lunga conversazione che avevo trattenuto con la farmacista, e lei aveva detto che i nostri nonni e i nonni della Valentina a suo tempo erano molto amici, e avevano gestito nei primi anni del novecento le vicissitudini del paese, essendo all’epoca gli uni proprietari terrieri e avvocati mentre gli altri erano notabili del paese e l’ultimo figlio di quest’ultimi aveva sposato una farmacista che per loro non era considerata di origini sufficientemente buone per cui quel matrimonio non fu mai visto bene, ora la pronipote che aveva circa una trentina d’anni, aveva avuto molte proposte da dei giovani con buona posizione sociale e culturale, ma non si era mai saputo di nulla su eventuali storie d’amore, proprio perché viveva molto riservata, e quindi di lei non si poteva dir nulla…Uscii, quei discorsi non mi andavano, non mi era mai piaciuto che qualcuno parlasse della vita di altre persone, pensavo che era sufficiente che guardasse prima alla loro e forse non rimaneva poi molto tempo per spettegolare su quella di altre persone.. parcheggiai l’auto al solito posto, poco lontano da dove nel pomeriggio l’avevo messa, andai 65 lentamente verso lo stand gastronomico, non amavo queste cose, ma dovevo in qualche maniera farmi conoscere dai paesani, e ho ritenuto che in questo modo avrei accelerato questa conoscenza, in effetti non conoscevo nessuno, per fortuna che c’erano alcuni canai che avevano partecipato alla battuta e vedendomi così da solo, si avvicinarono per salutarmi e commentare la battuta, queste persone amano talmente la caccia che ne parlano dalla mattina alla sera, anche quando il periodo è chiuso, allora si raccontano le vecchie storie in qualche maniera assomigliano agli appassionati di calcio, sempre a punzecchiarsi, sempre a commentare le varie partite, io parlavo con loro e mi stupivo che in così poco tempo riuscivo a comprendere la lingua italiana anche se ero ancora bambino quando me ne sono andato per l’America, e il confronto era sempre a favore del bel paese, aspettavo sempre con ansia che da un momento all’altro comparisse alla mia vista Valentina, ma più il tempo passava più mi rendevo conto della mia illusione, peccato pensavo sarebbe stata una bella conoscenza e una bella ragazza con cui parlare………..sapevo inconsciamente che mi sarebbe piaciuta ma non si può far nulla contro il proprio destino, ed il mio era di non conoscerla, allora la prossima volta che sarei andato in farmacia dovevo far finta di nulla ritirare i farmaci di mio fratello girare i tacchi e tornare a casa, avevamo terminato la cena ormai molti iniziavano ad andarsene salutavano più per educazione mista a curiosità, per me era molto pesante sopportare questo via vai …tornato spesso con lo sguardo nell’entrata dello stand, ormai ero deciso ad 66 alzarmi e tornando a volgere lo sguardo verso l’uscita, vidi questo angelo biondo avvicinarsi con passo deciso, aveva un vestito azzurro con sfumature chiare, era splendida e gli occhi azzurri sembravano studiati con il colore del vestito in una sfumatura più chiara, ormai l’avevo davanti a me, mi salutò baciandomi sulle guance, che bello, quanto ero felice, le dissi di accomodarsi, ci sedemmo vicini io mi sentivo quasi anzi sicuramente imbarazzato mentre lei sembrava fosse sempre stata al mio fianco, era tranquilla sorridente come l’avevo vista nel pomeriggio e dialogava con tutti, conoscendoli ad uno ad uno, lei dialogava aiutandosi con le mani, che erano sempre aperte sintomo di una personalità disponibile verso le persone con cui parlava, finalmente anche gli ultimi se ne sono andati eravamo rimasti noi due, la invitai ad andare nella caffetteria ancora aperta ormai si erano fatte le tre, lei accettò entrammo nel bar erano rimasti pochi clienti e tra questi un paio di coppie che si tenevano la mano, e con l’altra si accarezzavano il viso era un atteggiamento, un mondo di corteggiare una donna che da molto tempo non vedevo, è molto romantico pensai Lei mentre pensavo si era seduta vicino al caminetto, le accompagnai la sedia mi ringraziò con lo sguardo mi sedetti al suo fianco e guardandoci prendemmo un te , non riuscivo a distogliere i miei occhi dai suoi, qualcosa di forte mi attirava a lei, nelle vene sentivo il mio sangue scorrere più velocemente, e nella testa avevo perso la mia solita lucidità, mi ripetevo “quanto era bella” la ascoltavo con molto interesse era donna di una cultura immensa, si ripeteva che molto 67 tempo libero lo trascorreva leggendo dei libri, di autori della letteratura moderna, in questo campo ero una frana non potevo entrare molto in argomento, poco tempo dedicavo alla lettura, preferivo essere collegato con il mondo, internet era la cosa che più usavo sia per lavoro che per il poco tempo libero, quel poco che ultimamente mi era rimasto, avevo trovato un fratello che non sapevo d’avere, ero ritornato nella terra di mio padre e di mia madre, nell’azienda di famiglia e avevo trovato per la prima volta una ragazza che mi piaceva mi piaceva la sua bellezza la sua cultura il modo di porsi, come aiutava la gente era molto considerata in paese le era stato proposto di entrare in politica, per aiutare l’amministrazione del comune ma non voleva assolutamente schierarsi, era ben conscia che qualsiasi scelta avesse fatto avrebbe scontentato l’altra metà del paese, tutti sapevano che era di origini alto borghesi, con dei collegamenti parentali nobiliari, ma lei non lo dava a vedere era umile, e la cosa non mi dispiaceva, tutte queste considerazioni passarono nella mia mente mentre prendevamo quel te, e ci portò alle cinque del mattino, era ora di lasciare il locale, tutti s’erano andati, eravamo rimasti solo noi due, anche il proprietario era sparito probabilmente era andato a dormire, lasciai presumibilmente il doppi e anche il triplo più una cospicua mancia di quanto avevamo consumato, così tutti mi dicevano che non assomigliavo per nulla alla nobiltà generalmente tirchia, a me piaceva donare più che ricevere, e i soldi per me non rappresentavano nulla di importante, mi servivano come merce di scambio, non ne ero assolutamente mai stato legato, anzi quasi gli odiavo, 68 perché molti avevano rovinato la loro vita per possederne quanti più potevano, si erano schiavizzati per qualche soldo in più , e pensare che questa vita passa, siamo come un fiore che oggi c’è ed è bello e domani appassisce e muore non c’è più, oppure la consideriamo come una passeggiata che ad un certo punto si interrompe, e continuiamo la nostra vita con il padre celeste, ecco la mia fede, mai avevo pensavo che con le proprie forze possiamo risolvere tutto, ma gli avvenimenti che mi sono caduti addosso, hanno permesso di avvicinarmi più profondamente alla fede, attraverso la madre che perdona, la madre che ti aspetta sull’uscio di casa quando fai tardi, la madre che sta in ansia per te, si la madre celeste “Maria” mi sono avvicinato a Lei oppure credo sia stata Lei a cercarmi comunque sia da allora sono stato nei più grandi santuari Mariani da Lourdes a Fatima ma mi manca Medjugorie, sì questa località così conosciuta dal popolo di Dio e non ancora riconosciuta dalla chiesa, con la storia che l’accompagna la guerra Bosniaca e i famosi segreti, che i sei veggenti comunicheranno sette giorni prima che avvengano, sarà la prova che la Madonna e con lei suo figlio Gesù effettivamente hanno scelto quel luogo per farne un santuario alle porte del grande impero Russo e del suo regime comunista che indicava la religione come l’oppio dei popoli. Ora anche in quei luoghi la libertà sia politica che religiosa, si è aperta al modernismo forse sin troppo sfrenato, bisogna comprendere che uno se da tanto tempo non beve alcolici perché gli sono stati proibiti non appena lo lasci libero, la prima cosa che fa è una grandissima sbornia, questo è ovvio. Con questi 69 pensiero ero ritornato in azienda, avevo fatto un percorso piuttosto lungo ero quasi arrivato a Firenze, tante volte mi trovato per strada ed in macchina a percorrere dei chilometri magari senza rendermene conto per poter ragionare su argomenti che non avrei mai affrontato stando in una camera , o in ufficio, io amavo concentrarmi guidando, comunque arrivai e mi buttai letteralmente nel mio letto, dormii sino alle 11.00 scesi dopo una doccia e preferii non fare colazione ma attendere il pranzo, chiamai la mia amica farmacista al telefono “ciao, come va? Hai dormito bene? Le dissi, “certo, rispose…come mai mi hai telefonato?...” volevo sentirti, volevo sentire la tua dolce voce….ti dispiace? … inoltre mi chiedevo se avevi impegni per pranzo che ne dici se passo a prenderti e andiamo da qualche parte , io e te?....ci fu silenzio dall’altra parte….un silenzio che mi fece pensare che forse stava con me per compagnia o per farmi piacere ma che magari lei non provava nulla verso di me…finalmente rispose…guarda possiamo andare fuori ma per le quattro devo essere in negozio, dimmi verso quale ora passo a prenderti e lei per le tredici, benissimo…a dopo” l’aspettai in auto quei cinque minuto prima dell’una, lei usci dal negozio aveva ancora il camice bianco con quella medaglia con la croce verde si avvicinò si tolse il camice e lo depose nel sedile posteriore, si sedette accanto a me , e senza che me ne accorgessi mi dette un bacio sulla guancia, che bella sensazione, non servivano tante parole per capirci, con quel semplice gesto aveva dimostrato che in qualche maniera non le ero indifferente non ero un potenziale amico, anzi, ma capìì che la strada che stavo 70 percorrendo era nuova e molto pericolosa è la strada che ti porta al matrimonio, anni fa una cosa così l’avrei liquidata con un pranzo un saluto e arrivederci, ma adesso era un’altra cosa una parte di me che mi diceva stai attento sbagli ti fai incastrare con le tue mani, sei cretino? Non capisci proprio nulla, e l’altra che mi diceva è la donna giusta per te, non ne troverai un’altra uguale in tutta la tua vita, non vale la pena perdere un grande amore, così grande, rischi ritrovarti ad accontentarti, quando ora hai tutto. Mi stupivo sempre del fatto che riuscivo a parlare e contemporaneamente a pensare tutto ciò era normale per me, riuscivo a leggere un libro e nel contempo ascoltare una persona parlare, potevo fare due cose in contemporanea , era sicuramente un dono, l’agriturismo che aveva scelto Valentina era tipico locale a conduzione famigliare la conoscevano molto bene, perché quando entrò la chiamavano per nome, “ ciao Valentina, come mai sei qui’? le chiese probabilmente il padrone …che rivolse immediatamente lo sguardo verso me, avrà avuto circa cinquant’anni si vedeva che svolgeva la propria attività all’aperto dall’abbronzatura che aveva nel viso, occhi neri e capelli neri, e baffi neri, mi fece un sorriso di compiacimento e mi disse ma io la conosco? …no gli risposi.. non ci siamo mai visti…mantenevo sempre quell’accento americano pur parlando correttamente in italiano, e lui il suo viso non mi è nuovo …sono certo di averla già vista ..da queste parti…ma come si chiama.. gli dissi sono il nipote della contessa Pina, ma certo ora ricordo quando lei era piccolo io e mio padre frequentavamo l’azienda di sua madre in quanto 71 collaboravamo nel taglio invernale del bosco, e nel mantenimento degli animali, portavamo loro ogni mattino il cibo, oltre ad accompagnare dei cacciatori alla battuta al cinghiale, mio padre grande cacciatore aveva una bella muta di segugi e spesso venivano usati per la girata, che bei tempi quelli , potevi stare tutto il giorno nel bosco, a muovere cinghiali e non avevamo nemmeno i soldi per prendere del pane, ora che invece abbiamo tutto non ci accontentiamo mai, comunque posso dire che lei assomiglia anzi direi è la controfigura del suo povero padre, pace all’anima sua, gran brava persona era sempre disposto ad aiutare chiunque glielo chiedesse e tutti gli hanno sempre voluto bene, cosa rara tra le famiglie nobili di allora, lui era sempre gentile e cordiale con tutti, e guai se qualcuno si permetteva di dire qualcosa su di lui, era di una correttezza unica, .scusate se mi sono dilungato vi ho lasciato libero un tavolo nella veranda, vi va bene?... certo rispose Valentina è proprio quello che speravo sentirmi dire, e rivolgendosi a me, vedrai un panorama mozzafiato.. effettivamente la posizione del tavolo permetteva di vedere molto lontano era panoramica, riuscivi intravedere dei paesini arroccati su delle cime, e tutto attorno un verde rigoglioso di boschi che lasciavano ad un certo punto intravedere le rocce e sempre più sù vedevi la neve, e con essa delle nubi di vetta, che le facevano scomparire e ricomparire, vi piace il panorama disse Pietro così si chiamava il proprietario, certo rispondemmo, e subito guardandoci negli occhi la nostra espressione si trasformò in un sorriso, sonoro, al quale si aggiunse l’oste, certo l’oste aveva tutti i requisiti per 72 essere un bravo cuoco, aveva una grossa pancia che a mio parere era sintomo che amava mangiare e probabilmente mangiare bene, avrei per primo dei maltagliati al tartufo e funghi per secondo una fiorentina patate e verdure e per dolce del tiramisù fatto da Lucia mia moglie, vi va bene?... era la prima volta in vita mia che non c’era alcuna scelta, o questo e salti il pranzo…non c’era alcun menù tutto era fatto ed impostato per una sana e pesante cucina toscana quella di una volta, gli dissi che dopo pranzo se aveva della legna da tagliere mi sarei fermato volentieri, e quello mi sarebbe servito per digerire un tale pranzo, Valentina disse guarda Pietro non per offenderti anzi ti ringraziamo ma vorremmo mangiare solo un primo e possibilmente la metà dei piatti singoli che fai, ma voi non mangiate niente, ci rispose, e lei insistendo disse vedi non facciamo la tua stessa vita, noi al massimo alziamo una penna ho un mouse e l’eccesso di calorie ci fa solo ingrassare, e lo sai quante medicine prendi perché mangi troppo ogni settimana ne prendi un carrello nella mia farmacia, devi stare attento anche tu …sei ancora giovane, e inoltre hai dei figli minori che vanno a scuola, non rischiare la vita…signorina lei è sempre così perfetta, che mi impressiona.. va bene vado da Lucia le spiego il menù e torno, finalmente eravamo soli…bene le dissi…come è andata stamani, guarda la giornata è iniziata molto lentamente, non riuscivo ad alzarmi, in effetti era da tempo che non rimanevo fuori alla sera così a lungo, che sia per la compagnia ? le dissi…probabilmente sì….rispose.. ma volevo sapere una cosa da te.. dimmi …ci siamo visti poche volte, ma queste poche volte ho 73 sentito dentro di me che la cosa di vederci mi piace sempre più, ma non vorrei illusioni e quindi vado al dunque , non voglio storie con uomini sposati, e o fidanzati, di te non so assolutamente nulla, so che mi interessi e spero che la cosa sia reciproca, ma il passaggio alla fase successiva lo voglio ponderare bene, ..scusami se sono franca ma così io vedo le cose della vita, …cavoli pensai.. che tosta …e pensare che mi sembrava fragile , quasi da tenere protetta e invece senti che grinta, ..ben anch’io voglio essere onesto con te, è vero non sono indifferente alla tua bellezza, da subito è la prima cosa che mi ha colpito, ma la cosa che più mi piace di te e la tua cultura la semplicità che hai nell’esporla, senza darne peso agli altri, sono loro stessi che se ne rendono conto, e ti apprezzano per quello che sei, …anche quando come ora sei estremamente diretta non giri attorno alle parole o alle frasi vai al punto …per quanto concerne la mia vita privata posso dirti che non sono sposato, ho un’azienda in America con un socio che per ora la sta facendo funzionare al meglio, e certo ho una fidanzata, da molto tempo, è un’americana, ma i nostri rapporti sono sempre stati cordiali perfetti, ci siamo messi assieme perché gli amici ci dicevano che eravamo fatti l’uno per l’altra, ci siamo anche amati, per un certo periodo poi è entrata la routine, per lei la carriera è molto importante, e quando ho saputo di avere un fratello sono partito per l’Austria e credo che allora senza dirci nulla, le nostre strade si siano separate, ogni tanto ci sentiamo al telefono, ma nessuno dei due ha intenzione di prendere un aereo per raggiungere l’altro/a ..questa in poche parole la mia vita 74 sentimentale… e la tua?... sino alla laurea in farmacia non volevo storie sentimentali, c’era stata qualche piccola relazione con un ragazzo universitario ma durata pochissimo, terminati gli studi e iniziato il lavoro nella mia farmacia di famiglia, ho iniziato a frequentare un ragazzo che aveva uno studio legale in centro, ma dopo qualche mese scoprii che aveva una relazione con la sua segretaria, …ma come ci riuscisti…io non ne sarei in grado…l’hai pedinato.. no non serviva in paese come vedi mi vogliono tutti un mondo di bene, e la donna delle pulizie conosceva mia madre e mio padre una mattina si è presentata a casa mia dicendomi che doveva dirmi una cosa importante… la feci entrare ci accomodammo in salotto e lei iniziò dicendomi che aveva sentito che mi ero fidanzata con l’avvocato Mattia, certo sono alcuni mesi che ci frequentiamo anzi si ricorda che domenica ci siamo incontrati in centro, mi sembrava lei ..disse.. le devo dire una cosa che non le farà piacere, ma lo devo in memoria della stima verso i suoi genitori, mi dica…ieri sera sono andata in ufficio dell’avvocato per fare le pulizie in genere ci vado alla mattina presto, ma poiché alla mattina dovevo essere a Firenze per un incontro testamentario, ho anticipato alla sera il mio lavoro, e come saprà ho le chiavi dell’ufficio bene.. sono entrata tranquillamente …e mi sono recata nello studio dell’avvocato…e nella poltrona ho visto sia lui che la sua segretaria avvinghiati e seminudi, non si sono accorti minimamente della mia presenza e lentamente cercando di fare il minimo rumore sono uscita, la scelta era di tacere o dirle la verità, onestamente avrei preferito tacere, ma la mia coscienza 75 non mi lasciava in pace, allora, mi sono fatta forza e le ho raccontato tutto, la ringraziai, ma il mio cuore era lacerato, e l’accompagnai alla porta. Non ho mai pianto così tanto…l’ho chiamato al telefono dicendogli e augurandogli una bella vita famigliare con la segretaria …non l’ho più rivisto e dopo qualche mese ha trasferito il suo ufficio a Firenze, da allora più nessuno ho voluto avere vicino …molti ci hanno provato.. ma nulla…per vari motivi non mi andava nessuno.. ora sei arrivato tu un americano di origine italiana, non voglio stare male un’altra volta.. allora ti chiedo di vedere in profondità il rapporto con la tua fidanzata e poi ci sentiamo se lo ritieni …non voglio storie …voglio una famiglia…cavoli, le dissi, non vai per il sottile, non giri certamente attorno al problema, ne vai direttamente al cuore, sono fatta così, prendere o lasciare, i maltagliati con tartufo e funghi erano buonissimi, ma i discorsi intavolati non mi lasciavano indifferenti, mai nessuna donna mi ha parlato così sinceramente, e mai mi ero espresso anch’io così ci conoscevamo da poco ma era come se ci conoscessimo da sempre, sentivo che la mia vita sarebbe cambiata ma stava a me sceglierla o perderla , non c’era via di mezzo, o tutto o niente, le americane erano diverse, loro coglievano l’attimo e via, qui tutto era ponderato, tutto era basato su una costruzione famigliare, rapporti duraturi, impegni per la vita, parole grandi ma concrete, parole che erano pietre su cui costruire una casa, mia madre spesso mi ricordava la mia origine Cristiana, nella parabola della costruzione della casa che solo se costruita nella roccia poteva resistere ma se costruita sulla sabbia sarebbe 76 durata poco, per questo che con la bella ragazza americana, non ci passava nemmeno per la testa di parlare di matrimonio, figli, casa, tutto si svolgeva nell’ambito di due vite parallele, quando c’era bisogno ci cercavamo, ma tutto finiva li, magari qualche fine settimana assieme ma nient’altro, nulla di più ora mi trovo a pensare di chiudere quel rapporto che fino a ieri mi andava benissimo e aprirne uno nuovo ma con aspettative chiare e completamente diverse, non dormii tutta la notte, quel pranzo si era concluso anche con un piccolo bacio, che non lasciava nulla di nascosto, ci piacevamo moltissimo e sapevo in cuor mio che lei era la donna della mia vita, l’altra metà della mela, ma come dirlo all’americana?... intanto la chiamo, pensai… feci il numero e poiché era ancora buio pensai che in America era ancora giorno, la trovai casualmente, come stai?...mi riconosci…e lei certo amore mio, era una frase fatta, nulla o poco centrava l’amore, ma eravamo abituati ad essere cortesi e la cosa faceva somigliare ad un vero rapporto, che non era effettivamente mai iniziato, ero più legato sentimentalmente a Valentina che non a……Manuela, ma così stavano le cose…ti vorrei dire che mi manchi …anche a me amore, mi rispose, quando vieni in Italia a trovarmi, guarda per il momento non mi è possibile eventualmente quest’estate, ma non ne sono certa, capii che dovevo dirle qualcosa, sai credo che la nostra storia stia terminando, anche se ci vogliamo un mondo di bene, mi sembra che le strade si stiano dividendo, ….e lei forse hai ragione….direi che dovremmo prenderci del tempo, la famosa pausa di riflessione?? …certo mi rispose…be’ 77 non serve che quest’estate tu venga in Italia, ci vedremo quando rientro, e quando pensi di rientrare, quando mio fratello sarà completamente guarito…allora direi che possiamo lasciarci liberi certo.. le dissi…e buona fortuna, ci lasciammo con queste parole, che chiudevano anni di nulla, non avevamo costruito nulla e nulla avevamo ottenuto da questo rapporto, coscienti che la cosa migliore per entrambi era finirla lì. E ora?...mi dissi…prendiamoci qualche giorno, vado a pesca con mio fratello Davide, che da qualche giorno che non lo vedevo, uscii in cortile dell’azienda erano arrivati i fornitori, per il ristorante mentre nei magazzini vedevo il fattore che si spostava da uno all’altro, aveva il solito sigaro cubano, e gesticolava probabilmente anche sbraitava ma la lontananza non faceva arrivare i suoni della sua voce possente, sarebbe stato un buon tenore, tutti lo temevano, era in grado di mandare a casa chiunque non facesse come lui voleva, e non posso dire nulla su come andava la fattoria, economicamente le cose andavano bene, lui riusciva a garantire lavoro a centinaia di persone, non lavorava in proprio ma amava talmente il suo lavoro che l’azienda la gestiva come fosse di sua proprietà, quando trovi queste persone che sono corrette e qui sta l’intuito del grande imprenditore, non devi mai perderle, attenzione che comunque non devono essere persone che si arricchiscono sfruttando gli altri, per fare bella figura con i proprietari, questo mai , devono essere un’unica cosa con gli altri dipendenti, anzi un leader si considera tale quando sono gli altri a riconoscerlo, sono gli altri dipendenti che vanno da lui a chiedere cosa 78 devono fare e in che modo, e lui deve avere la capacità di fare sempre scelte ed indicazioni corrette anche se a volte può sbagliare essendo anche lui una persona umana, arrivai ai magazzini e i produttori di mangimi per gli animali selvatici avevano appena consegnato la merce, ma Walter continuava a dire che non gli avrebbe pagati se prima non avesse visto gli animali mangiare quei prodotti, avevano cambiato da poco la linea e preparato dei mangimi innovativi che oltre all’alimentazione servivano come vaccino, di queste cose poco ne sapevo, li salutai, vidi Davide venirmi in contro, ciao, fratellino come stai?...benissimo fratellone, ieri non ti ho visto per tutto il giorno, ho trovato un amico con cui giocare, lui conosce perfettamente tutta la zona, mi ha già fatto vedere dove nidificano le anitre, i fagiani e da lontano fuori dai recinti dei cinghiali abbiamo visto una scrofa con i cuccioli, non gli avevo mai visti, hanno la schiena punteggiata, sono marrone chiaro, quasi, nocciola, che belli, quando ci siamo avvicinati alla rete una grossa femmina si è avventata addosso alla rete, per fortuna che eravamo fuori dal recinto, e come si chiama questo tuo amico..? Nicola.....poi deve venire mi ha procurato una bicicletta andremo con sua madre a fare un giro, bene, ma tu come ti senti?.. benissimo, guarda che domani andiamo dal dottore del paese voglio conoscerlo.. ma soprattutto voglio che ti conosca… e magari una volta alla settimana venga qui a trovarti… che ne dici?...certo fratellone…correva verso l’imbocco della stradina stava arrivando il suo amico, e l’aveva visto prima di me…con lui la madre, a grandi linee avevano la stessa età o 79 sbagliavano di poco, si avvicinò e allungò la mano per presentarsi cosa che feci anch’io, buongiorno mi disse mi chiamo Nicola ho undici anni e sono l’amico di suo fratello, miseria che personaggio pensai, piacere mi chiamo Renzo sono il fratellone di Davide ..dove state andando, o meglio dove hai intenzione di portare Davide, vorremmo fare un giretto per l’azienda, signore…lascia stare signore…mi chiamo Renzo e così puoi chiamarmi perché tutti gli amici di mio fratello sono amici miei quindi tu pure lo sei, ricordati di non fare salite troppo ripide e con grande pendenza per non affaticarvi troppo, nel contempo era arrivata anche la madre di Nicola la signora Paola, che mi disse presentandosi, io sono la maestra del paese, e mio figlio finalmente ha trovato un amico coetaneo è ben difficile ora trovare dei giovani ragazzi che giocano assieme tutti hanno impegni scuola, piscina, calcio, equitazione, ecc… nessuno più sa giocare, nessuno sa costruirsi ed inventarsi giochi, che brutto, spero non le dispiaccia se mio figlio viene qui a giocare con suo fratello, assolutamente no anzi trovo la cosa perfetta, così potrò dedicami di più all’azienda, le allungai la mano e le dissi a presto signora Paola, li vidi partire fischiando e cantando ero felice per il mio fratellino. Passarono alcuni giorni e una mattina il sig. Walter arrivò correndo nella zona bar del ristorante, buongiorno ci disse: ” scusatemi se vi disturbo ma è successo qualcosa di grave nel primo recinto, un lupo era riuscito ad entrare nel corridoio della doppia recinzione e gli uomini che collaborano con me come l’hanno visto lo hanno ucciso, sono andato a vedere era una femmina e da ciò che ho 80 visto probabilmente stà allattando dei lupacchiotti, cosa dice che dobbiamo fare? Se avvertiamo la forestale, probabilmente viene fuori un casino, lo sappiamo ora in cinque, e tutte persone fidate, non saprei risposi.. bene disse Walter se fossi in lei seppelliamo la lupa e tutto finisce li, e Davide e per i cuccioli di lupo, be senza la madre probabilmente in un giro di qualche giorno muoiono , non lo voglio, sbraitò Davide no non voglio che muoiano…non c’è altro da fare disse il fattore…no non voglio, non voglio ripeteva sempre più forte il mio fratellino, cavoli dissi, bene seppelliamo la lupa ed andiamo a cercare i cuccioli, c’è qualcuno esperto in questo , sì disse Walter conosco un cacciatore di pelli, credo che vada ancora di nascosto ad abbattere dei lupi per venderne le pelli a rinomate pelliccerie, provo sentirlo, se riesce a darci una mano, lo chiamò al cellulare, se andiamo a prenderlo ora è molto probabile che riusciamo a trovare il nascondiglio della cucciolata, ma dobbiamo sbrigarci prima che tutti si muovano, perché andrebbero a sporcare la scia di odore lasciata dalla lupa…. bene dissi andiamo, presi le chiavi del fuoristrada e partimmo, eravamo in tre io Mio fratello e Walter in quindici minuti eravamo a casa del bracconiere due grossi cani segugio alla catena ululavano la casa era vecchia e mal ridotta, e l’uomo sembrava quello delle caverne, ci presentammo e prese un cane dalla catena lo infilò nel mio fuoristrada e partimmo alla volta del recinto, gli uomini avevano caricato la lupa su un fuoristrada pick-up, il bracconiere fece scendere il suo segugio dalla mia auto lo alzò sopra il pick-up e il cane si mise a morsicare il 81 pelo della lupa, e ad annusarla, lo fece scendere e con una corda lunga una decina dimetri iniziò la ricerca, per prima cosa ci portammo all’esterno della recinzione, ed il cane intuì subito dove era passata la lupa, ed iniziò la risalita del cane, sapeva e aveva trovato la strada da dove era scesa la lupa e la stava ripercorrendo al contrario, attraversammo boschi, prati, e ancora boschi e boschi finalmente all’interno di quest’ultimo ci siamo avvicinati ad un tronco enorme di quercia che al suo interno era scavato e li sentimmo dei piccoli rumori, piccoli suoni, erano i cuccioli gli avevamo trovati, ora qualcuno doveva entraci, Walter chiamò al telefono uno dei suoi uomini indicò esattamente il bosco e la zona gli disse di prendere una sega a scoppio di quelle grandi con le lame più lunghe e di venire al più presto, nel giro di quindici minuti due uomini erano arrivati con il loro fuoristrada, il cane era stato legato da un tronco e caricarono le motoseghe di olio e benzina e iniziarono a tagliare il tronco, il legno era duro ma ci riuscirono ora bisognava spostarne la metà e non pesava poco, presero delle corde che avevano dietro, le legarono al tronco e poi al fuoristrada sul gancio traino, e lentamente ma inesauribilmente il tronco si divise in due, i cuccioli erano fermi a cinquanta centimetri dal taglio, e non si erano spostati minimamente poiché erano alla base del tronco ferma ancora con le radici nel terreno, bene si infilarono dei guanti in cuoio perché avevano paura, arruffavano il naso, e quasi ringhiavano erano due avranno avuto un mese, molto piccoli, li presero e li trasportammo dall’unico veterinario del paese, grande cacciatore, che 82 come li vide disse e di questi che ne facciamo? … gli diamo alla forestale…no disse Davide li tengo io, non è possibile rispose il veterinario non si possono tenere dei lupi in cattività e questa volta intervenni io, e chi lo dice, sono lupi nati nel mio terreno e quindi sono di mia proprietà come di proprietà di mio fratello e quindi ce li teniamo…certo non era facile far amare dei lupi a dei cacciatori, era praticamente impossibile come fare andar d’accordo un una volpe con una lepre impossibile primo o dopo la lepre ci lascia le penne, ma volevo essere un corpo unico con mio fratello, anche a costo di andare contro ogni etica naturale, dissi a Davide ci teniamo i lupi ma tu ne sei il responsabile, tu gli porti il cibo, certo non preoccuparti mi disse, bene risposi. Dovevamo trovare un luogo dove nascondere questi due animali, avevamo un garage poco utilizzato adiacente la fattoria lì si potevano mettere i lupi ma dovevamo adattarla non per ora ma per quando sarebbero diventati adulti, Walter conosceva un impresario edile e con lui venne concordato di costruire una recinzione in ferro battuto, con una porta centrale che si chiudeva con un lucchetto, bene nel gironi qualche giorno il lavoro fu iniziato e terminato, i lupi avevano il loro posto, l’unica cosa che Davide doveva tenere ben a mente era di non avvicinarsi ad animali quale cavalli asini, e quant’altro essi avevano una paura talmente forte che sembravano impazzire, ci capitava spesso di mettere a lavare i vestiti di Davide che erano impregnati dall’odore dei lupi e se qualcuno a cavallo passava di lì il rischio che venisse disarcionato era pari al cento per cento, tutti scendevano al volo dal cavallo e non comprendevano 83 perché l’animale aveva preso quell’atteggiamento, sembravano quasi impazziti, e allora Walter usciva dal suo ufficio e magari gli diceva vendi quel cavallo e fanne tante bistecche perché non vale nulla, lui si divertiva soprattutto con quelli che sapeva bene, avevano investito molti soldi su quel cavallo, come se la rideva sotto i baffi, e qualche volta era riuscito anche a comperare qualche cavallo in questo modo, pagandolo quattro soldi e poi rivendendolo a molti di più, erano cavalli con un pedigree lungo chilometri, e lui si sapeva come fare conosceva perfettamente gli animali, iniziava ad amare i lupi i mesi passarono e i lupi erano diventati fisicamente adulti, bellissimi, avevo scoperto che alle volte Davide entrava nel loro recinto per alimentarli e giocava con loro, lo coccolavano e lo proteggevano, non aveva detto a nessuno a scuola dell’esistenza dei lupi, anche se in paese le voci circolavano della presenza di lupi in azienda la cosa era circoscritta, andavo spesso anche dall’amica farmacista e tra noi la cosa fu chiarita una sera la invitai a cena nella nostra azienda eravamo solo noi due, mio fratello era fuori a casa dell’amico Nicola, così avevo fatto preparare una cena per due bastava solo passare in forno il cibo, lei arrivò scese dalla sua auto era sempre bellissima, e mi faceva sempre sobbalzare il cuore, perdevo la lucidità per qualche decimo di secondo, ma la presi per mano l’avvicinai a me e le detti un bacio sulla guancia, sussurrandole all’orecchio ben arrivata, lei era fredda dall’emozione e questo mi faceva enormemente piacere, entrammo in casa, ci spostammo nella zona ristorante il tavolo era preparato e perfetto, l’accompagnai 84 alla sedia e gliela posi perché si sedesse, aveva un vestito che lasciava ben vedere le sue belle gambe perfette, quasi atletiche, mi sedetti affianco e le porsi il primo piatto lei si alzò e mi servì, dicendomi che non poteva fare diversamente non era abituata ad essere servita se non al ristorante ma poiché questa era una cena famigliare lei voleva assolutamente distribuire le vivande, poi si risedette e iniziammo sia a mangiare che a dialogare, più che mangiare effettivamente mi resi conto che parlavo, le ho raccontato della telefonata tra me ed Manuela, la comune decisione di lasciarci, ed ora ero libero di frequentare una donna, intravidi nel suo sguardo un filo di compiacimento, che subito svanì, mentre per quanto lei mi aveva chiesto non ero in grado di darle una risposta proprio perché non avremmo avuto più modo di incontrarci, allora mi ero deciso affrontare l’argomento assieme e approfonditamente e questa sera era quella adatta, guarda le dissi per essere franco tu mi piaci moltissimo, non avevo sin’ora mai pensato ad un matrimonio, ma mi ero prefissato l’idea che se avessi trovato la persona adatta non avrei rinunciato a ciò, credo di essere molto preso da te, questo però non vuol dire nulla ora ci piacciamo e probabilmente spero la cosa continui, detto ciò, spero tu sia d’accordo con me di vedere di continuare la nostra relazione, magari approfondendola, lei si girò mi pulì le labbra con un fazzoletto e mi baciò non avevamo probabilmente toccato nessun cibo sentivo il gusto di menta ma sentivo pure che il mio corpo fremeva, e la cosa era sicuramente reciproca, la presi per mano lasciammo il tavolo salimmo nella mia 85 stanza e iniziammo a spogliarci reciprocamente, era perfetta la sua carnagione riluceva alle luci soffuse i suoi occhi azzurri come il mare mi facevano impazzire, la sua bocca bellissima da baciare continuamente, facemmo l'amore come non mi era mai successo nella mia vita, e poi ci addormentammo abbracciati, lei era girata di fianco ed il mio braccio l’avvolgeva, eravamo tutt’uno, e così alla mattina ci svegliammo verso le sette rifacemmo una doccia, e ci vestimmo scendemmo al ristorante assieme come fosse una cosa normale, ci sentivamo molto osservati, anzi tutti erano quasi imbambolati, il cuoco mi chiese se volevo una pastasciutta, era in tilt la barista, non faceva altro che osservarci, con un sorriso stampato in viso da orecchio ad orecchio, le cose andavano per noi benissimo, terminata la colazione lei voleva prendere la sua auto e rientrare in farmacia, non ne ero capace di lasciarla, le dissi ti porto io al lavoro, presi il fuoristrada aprii la portiera e lei salì, per arrivare in paese ci volevano cinque minuti, ma alla curva dell’entrata in azienda c’è un piccolo boschetto, lì mi fermai per darle un bacio, e le dissi che l’amavo, lei rispose anch’io. La lasciai di fronte alla farmacia anche lì gli sguardi erano sempre su di noi, ma non me ne fregava assolutamente nulla, ne a me ne a lei. Il ritorno fu bellissimo tutto quello che vedevo era bellissimo, tutto era perfetto, e pensavo quanto sono brevi questi momenti di felicità, ma sono sicuramente intensi, arrivai in azienda e la cameriera si fece avanti dicendomi che voleva parlare con me, la mia paura era che sparlasse delle farmacista, ma non era questo lo scopo del volermi parlare, mi disse ho trovato qualcosa di strano nella 86 camera di Davide, come qualcosa di strano, che cosa di strano?... Si spieghi meglio, ho trovato nascosto una serie di fazzoletti bagnati di sangue, volevo dirglielo questa mattina presto quando è sceso dalla sua stanza ma non era da solo, e quindi ho aspettato che lei tornasse dal centro, la ringrazio, le dissi, chiamai la cucina e chiesi se avevano visto mio fratello, certo risposero sta qui di fronte a noi sta facendo colazione bene dissi, appena termina ditegli se può raggiungermi in ufficio, arrivò dopo una decina di minuti, dimmi fratellone andiamo da qualche parte? …no non andiamo da nessuna parte, perché non sei sincero non mi dici la verità, quale verità?.. spiegami come mai hai dei fazzoletti bagnati di sangue?...nella tua camera?.. chi te lo ha detto ..non ha importanza chi me lo ha detto devo sapere da dove viene quel sangue, delle volte tossisco e mi esce ma non ho male io sto bene….cavoli… e me lo dici ora e se non lo scoprivo non mi avresti detto nulla, ti sembra corretto?...iniziò a piangere....ho paura che per questo mi porti in ospedale non voglio tornare in ospedale voglio rimanere qui, preferisco morire qui che in ospedale…ma cosa dici…non puoi morire …bene ora telefono in Austria al Dr. Smitt quello che mi ha dato il suo cellulare, voglio sentire che mi dice....il numero era 333…. fatto squilla mi rispose immediatamente, buona sera Dr. Smitt ..la disturbo perché mio fratello ha iniziato a tossire sangue, io non so cosa fare, guardi le prescrivo via e-mail il farmaco tampone ma nei prossimi giorni deve venire da noi per un controllo dobbiamo capire a che punto siamo, solo con una risonanza magnetica potremmo 87 comprendere, va bene mi mandi a questa e-mail renzo…@yahoo.it bene, lo faccio subito, e domani si procuri i farmaci, guardi dottore se me lo fa avere in breve la farmacista che è mia amica e potrà ordinare le medicine, anzi parto già con la macchina e aspetto in farmacia l’e-mail, a presto, grazie…presi l’auto e andai in paese, ma prima ringraziai la cameriera per la cortezza nel svolgere il suo lavoro, e come aveva ben gestito, trovai Valentina che nel retrobottega controllava le scorte e preparava una lista di ordini, mi sorrise ma si bloccò aveva intuito che qualcosa non andava, le raccontai tutto lei disse hai il nome del farmaco? No dovrebbe arrivarmi un’e-mail e sentii il cellulare suonare, prese una penna e riportò quel nome, che era stranissimo quasi impronunciabile, telefono’ al suo fornitore rispose:” per domani mattino hai il farmaco ma guarda che costa caro, dillo al cliente andremo su mille euro” e lei va bene disse, nessun problema. Aspettai che chiudesse il negozio e la riportai in azienda prima però ci fermammo nella sua casa a prendere dell’abbigliamento ormai non volevo più starle lontano, e questa sera avremmo guardato in internet i principi attivi della medicina ordinataci, e lei ovviamente ne sapeva molto più di me, e volevo stare con lei di nuovo, l’amavo e volevo amarla, cenammo assieme io Walter, sua moglie Bianca il cuoco e la sua compagna, mio fratello, con i lupi si accucciavano uno da un lato e l’altra dall’altro lato della sedia, sapevo che non erano aggressivi ma facevano certamente paura anche solo il loro sguardo poteva intimorirti, ma erano giocherelloni anche se Walter aveva sempre con se una pistola carica, 88 per qualsiasi evenienza, Valentina entrando salutò cordialmente tutti, la tavola era imbandita, e questa volta non riuscivamo molto a chiacchierare, come si dice l’aria potevi tagliarla con il coltello Walter raccontò come la giornata era stata proficua per l’azienda in quanto nel pomeriggio erano arrivati dalla svizzera un gruppo di ristoratori con al seguito mogli e figli per passare alcuni giorni di caccia e relax con la famiglia al mattino erano già entrati in battuta e avevano chiesto a chi cacciava ed era già nel recinto più grande di partecipare con loro agli abbattimenti e che qualsiasi animale avessero abbattuto lo avrebbero pagato loro, la caccia nei recinti è a pagamento e ogni cinghiale viene pagato a pezzo e il loro prezzo varia solo per le dimensioni del cinghiale da un minimo di 600,00 euro ad un massimo di 1.500,00 sempre se parliamo di cinghiale e nient’altro, se passiamo a mufloni, cervi e daini le cose cambiano notevolmente in quel caso viene valutato il palco (sarebbero le corna) più grandi sono più l’animale è vecchio e più valgono, e li le cifre sono importanti, bene tornando a noi questa mattina sono stati abbattuti una cinquantina di cinghiali stanno ancora ultimando lo scuoiamento, tra un’ora penso abbiano terminato, le mezzene verranno congelate e un camion frigo passerà in settimana proveniente dalla svizzera per ritirare il tutto, pensate che con questa battuta loro si sono assicurati i freezer degli alberghi di proprietà pieni, e le carni verranno mangiate dagli ospiti degli alberghi, così oltre ad aver trascorso un periodo di relax hanno anche preso degli ottimi animali, che ne pensi Renzo, avevo ascoltato ma certo la mia testa era altrove, pensavo alle 89 medicine per Davide, che sarebbe arrivata la mattino dopo, a quando partire per l’ospedale Austriaco e quanto sarei rimasto la e soprattutto, mi ripetevo ostinatamente che dovevo salvare a tutti i costi mio fratello, lo avevo , avevo un fratello e la paura di perderlo mia faceva impazzire, pensare quanti si odiano, non si parlano da anni, per vari motivi, non si comprendono, magari sono lontani per interessi che possono essere famigliari, ereditari, e quant’altro, proprio quelli non li capisco…non capisco che senso ha la loro ostinazione a non trovarsi, a non parlarsi, a non fare il primo passo per avvicinarsi, tanto tutto quello che abbiamo rimane qui su questa terra nulla ci portiamo dietro di beni, di oggetti, quante volte mi viene nella mente un detto che è pure una preghiera che mi sono fatto propria “quante belle cose l’uomo ha inventato Signore, con il Tuo aiuto, e ti ringrazio per questo, ma ancor più ti ringrazio per avermi fatto comprendere che di tutte queste cose io posso farne a meno” che bello sembrerebbe uscire dalla bocca di San Francesco, “lascia tutto quello che hai, prendi la tua Croce e seguimi” ora sono messo alla prova Gesù per mezzo di mio fratello, mi ha donato una grande sofferenza una grande Croce, ma nel contempo mi hai fatto comprende cos'è l’amore, cosa significa amare una persona più di te stesso, fare un progetto di vita, proprio perché comprendo che la possiamo perdere in un attimo , una malattia, può togliertela, e allora mi chiedo che strada voi che io precorra, che strada stretta vuoi che segua, e anche tu che stai leggendo questa storia, qual’ è la tua croce, forse è più leggera della mia?... un giorno si presenta una persona 90 da Gesù che si lamentava guarda Gesù che croce pesante che mi hai dato, perché a me, potevi darmela più leggera, e il Signore bene, se vuoi te la lascio cambiare, prendi da quel mucchio di croci quella che più ti accomoda, senza pensarci due volte il buon uomo, lascia la sua croce sul mucchio e inizia a scegliere quella che più gli aggrada, finalmente ne trova una molto più piccola e a prima vista più leggera, bene dice Gesù hai scelto la croce che ti va bene certo Gesù l’ho scelta, e allora vai vivi la tua vita, ma dopo qualche centinaia di metri lo rivede ritornare e gli chiede c’è qualcosa che non va?.. e il buon uomo, Signore Scusami per essere stato così presuntuoso, vorrei riavere la mia croce, se possibile........... e il signore lo accontenta…cosa possiamo comprendere da ciò, che mai il nostro Dio ci da delle sofferenze o delle difficoltà che non possiamo superare, sta a noi accettarle e comprenderle, e amarle, perché le nostre croci vanno amate, come si dice dopo la croce c’è la risurrezione per noi Cristiani, non dobbiamo mai avere paura di manifestare la nostra fede, mai anzi è motivo di grande dono essere Cristiani, ed esserne testimoni, tornando a noi , dissi a Walter ora è meglio che andiamo a letto, e così andammo a dormire, buona notte dissi e prendendo per mano Valentina salimmo nelle nostre stanze, mi feci una doccia, e Valentina era già a letto e dormiva così serena che non osai nemmeno sfiorarla, ma le detti un bacio nella fronte, ormai sapevo che la mia vita sarebbe stata con lei, sapevo che volevo sposarla e avere dei figli lo senti nel cuore, questa cosa, è sciocco mentire a se stessi, quante volte non si ha il coraggio di ammettere di essere 91 innamorati, a volte magari la persona che ami la lasci andare, perché ti prende troppo, oppure non la cerchi ti accontenti, sai quanti si sono accontentati, oppure stai assieme a qualcuno perché è ricco/a e può permettersi tutto e farti permettere tutto, ma la tua dignità di persona, perché guarda che ognuno di noi nasce con la sua dignità, quando emergerà, perché emergerà prima o poi cosa succederà nella tua vita, cosa pensi succederà nella tua vita? …..che tristezza…che basso profilo, credo che andrai alla ricerca come un mendicante, peggio andrai nei cassonetti della spazzatura d’amore alla ricerca di qualche briciola buttata via da qualcuno, forse queste briciole le trovi a pagamento, ecco che come hai scelto di essere pagato/a anche tu devi pagare.. per un po di bene falso senza sentimento. Presi sonno alle sette la campana della chiesa mi svegliò, a New York non sarebbe mai successo, mi voltai e la vidi rannicchiata a me la sua carnagione con i raggi del sole che entravano dalle balconate sembrava luccicare era appena rosata, e le labbra carnose naturali appena aperte lasciavano intravede le sua perfetta dentatura bianca, era veramente una donna stupenda, i lunghi capelli biondi le arrivavano a metà schiena ma erano sparpagliati e sembravano coprire una buona parte del letto, si girò lentamente, e mi disse buongiorno Amore, mi dai un bacino.. cosa puoi dire certo e mi abbassai per darle un bacio sulle labbra, e lei ricambiò, ci alzammo dal letto e ci vestimmo, mi avvicinai e le dissi ad un orecchio “ti amo e voglio sposarti” che ne pensi? ….credo si sia svegliata in un botto, non si era ancora lavata la faccia, ma le avevo detto una cosa così forte, che 92 la lasciai senza parole….certo per qualche decimo di secondo, e lei “hai bevuto di mattino presto??.”...no non bevo mai, sai che sono astemio, e se bevo un bicchiere ad una cena o pranzo è per cortesia verso i commensali. Si lo so, mi rispose, ma mi hai preso in contropiede non mi sarei mai aspettata una proposta di matrimonio di mattino, certo hai ragione, in genere queste proposte avvengono durante una cena in un posto meraviglioso, ma come vedi non è il momento, e al cuore non si comanda, ed io ascolto sempre il mio cuore, va bene mi disse la risposta te la posso dare tra qualche mese quando ci saremmo frequentati meglio, ora siamo entrambi molto innamorati ma avremmo pure qualche cosa che dell’altro non ci va e sarà dopo aver smussato degli angoli allora e solo allora, potremmo pensare al nostro matrimonio, hai ragione in questo caso hai proprio ragione, sai il rischio che mio fratello possa perdere la vita, mi ha messo paura e non vorrei perdere anche te, non ti preoccupare io ti amo e nulla e nessuno riuscirà a farmi cambiare idea, se non tu, e adesso muoviamoci, che tra poche ore passa lo spedizioniere con le medicine per tuo fratello, aveva proprio ragione il tempo di arrivare davanti al suo negozio che c’era un corriere espresso che l’aspettava tutto vestito di rosso, firmò la fattura accompagnatoria e le fu consegnate questo piccolo pacchettino, le pagai la fattura e volevo aggiungere una somma per il suo servizio, ma lei se avessi insistito l’avrebbe presa male, chiamai Walter se poteva sua moglie portarmi Davide qui, in farmacia ?..certo, risposi, te la mando subito in cinque minuti erano lì, nel frattempo Valentina aveva preparato la dose 93 intramuscolare gliela iniettò e Davide in un arco di qualche minuto si addormentò, le medicine di questo tipo hanno bisogno di un lungo riposo. Lo sistemammo su una brandina nel retrobottega, che veniva usata d’estate da Valentina quando non tornava a casa, per un pisolino, e successivamente continuare la sistemazione del negozio, si era assopito anzi dormiva profondamente, richiamai nel frattempo il Dr. Smitt mi rispose subito, abbiamo appena fatto la prima dose quando possiamo venire, guardi oggi è venerdì non prima di lunedì ora le passo la mia segretaria per poter occupare la stanza, che ne dice ..a me va bene ci vediamo sicuramente lunedì parlai con la sua segretaria e terminata la conversazione prenotai il viaggio di andata Firenze Innsbruck avevo tre giorni per convincere Valentina di venire con me, magari poteva prendere qualcuno al negozio, temporaneamente, la giornata non era splendida, rimasi in negozio con lei, non entrando nessuno, le dissi che mi avrebbe fatto piacere se lei fosse venuta con noi in Austria ovviamente tutto sarebbe stato, a mie spese ??—guarda vedo cosa posso fare non posso chiudere in negozio proprio per legge, poiché le farmacie devono garantire il servizio, sento un mio amico farmacista se può venire lui a sostituirmi, ma se così non fosse devo rimanere a Firenzuola, lo capisci vero! Certo le dissi, lo capisco, proviamoci, e iniziò la composizione del numero, sentii dall’altra parte della cornetta pronto farmacia Bianchi con chi parlo..ciao lei disse sono Valentina, ciao Valentina è un bel po che non ci sentiamo, certo hai proprio ragione, e ti disturbo? ho bisogno di un piacere…dimmi se posso, dovresti sostituirmi in negozio 94 per tre giorni o forse quattro… puoi farlo??... dimmi che giorni?.. ha certo scusami, sono lunedì martedì, mercoledì e giovedì prossimi, bene, non sono proprio tre giorni sono quattro, . e sentimmo nel sottofondo un chiacchiericcio, qualcuno diceva no non devi e qualcun altro, certo lo devi fare , molto probabilmente erano i figlie e la moglie lui era veramente una brava persona pure la moglie ma lei non era portata ad aiutare il prossimo, probabilmente le sue esperienze di vita le hanno intaccato il carattere, comunque dopo poco mi disse va bene, ma guarda che devi rispettare i giorni perché non potrei proprio, ma sai che ha te non riesco mai a dirti di no, effettivamente le era sempre piaciuta la Valentina e subiva questa debolezza, probabilmente la moglie l’ aveva compreso, e le dava un po fastidio, ovviamente per il farmacista non c’era alcuna speranza, troppo bella e troppa differenza d’età. Possiamo prenotare l’aereo per domani e per tre persone, chiamai immediatamente un’agenzia viaggi non volevo stare a cercare il volo più conveniente volevo che partissimo l’indomani verso le dieci ed è quello che ho detto all’agenzia, mi risposero che nel giro di quindici minuti mi avrebbero chiamato per la conferma e per il costo, effettivamente così fu, c’era una partenza da Firenze per le 11,00 e il costo si aggirava sui milleottocento euro andata per tre, la signorina che mi contattò mi chiese di confermare immediatamente il volo perché erano gli ultimi posti, certo dissi confermi immediatamente…bene signore fatto ..mi rispose. Ora a casa preparare i bagagli e passare presso l’agenzia per pagare e ritirare i biglietti, ci 95 andammo verso le 19.00 e visto che eravamo a Firenze andammo a vedere il museo ….e la chiesa .. ed il battistero, ci fermammo a cenare in un piccolo ristorantino, vicino al ponte vecchio, e dopo un’altra passeggiata sul ponte vecchio, e in quel luogo ci sono le più famose gioiellerie di Firenze, entrammo in una così le dissi per passare un po di tempo, vediamo se c’è qualcosa che ci può interessare, effettivamente chiese se avevano qualche anellino con diamante, certo signore mi dissero ma guardi che costano cari, ne tirarono fuori due rotoli, ma non c’era nessuno che mi piaceva, mi avvicinai al titolare e gli dissi ma solo questi avete, no ce ne sono di ancor più costosi, ma già questi mi sembrano adatti per voi, guardi non ci siamo capiti a me interessano quegli costosi, e non sono un ladro, mia madre era la sig.ra Emma della famiglia Contessa Pina, credo che questo cognome a Firenze sia ben conosciuto??..Certo, rispose il proprietario, cambiando completamente colorito in viso, mi scusi ma non avrei mai pensato di avere un cliente così importante nel mio modesto negozio, non si preoccupi , risposi, non andiamo mai via con i titoli nobiliari stampati in fronte, mandò un commesso nel retrobottega dove probabilmente c’era un’altra cassaforte ben nascosta, e arrivò con un rotolo, quando lo aprì vidi la differenza di sguardo che Valentina aveva verso quelli anellini, il valore superava per ognuno i trentamila euro, vidi che uno la colpiva particolarmente, indicai al proprietario di prenderle le misure esatta del dito, e poi uscimmo, andammo avanti qualche centinaio di metri e trovammo un bar ci sedemmo ad un tavolino interno, e ordinai un 96 pezzo di dolce e due caffè, chiesi della toilette e fingendo d’andarci, uscii dal retro e ritornai in gioielleria il sig. Arturo proprietario aveva già preparato il pacchetto con all’interno il gioiello, staccai un assegno e ci salutammo, velocemente ritornai nel locale rientrai dalla porta di servizio e mi avvicinai al tavolo Valentina non si era accorta di nulla, mi fece un sorrisino, mi sedetti e le chiesi se era pronta per domani, certo rispose, ho preparato la valigia e domani alle 7 partiamo da Firenzuola, anzi sarebbe bene ritornare in paese, che ne pensi.. mi disse, certo hai ragione, pagai il conto, arrivammo alla macchina e via per il ritorno, ma per la strada le chiesi se l’anello “che ne pensi di quell’anellino, si quello ultimo ti piaceva?” certo era bellissimo, ma credo non vada bene spendere tutti qui soldi per una pietra, vedi, le risposi, se è un diamante vale per sempre, è un segno di amore eterno come lo è quella pietra??... va bene, ma per noi ora non serve…mi disse, rimasi zitto. Era ormai buio, quando arrivammo nell’azienda, entrati ci portammo nella zona bar del ristorante, prendiamo qualcosa prima di andare a letto, certo un tè…rispose.. bene ne prenderemo due, sorseggiavamo il te che avevo fatto poiché tutti erano già a letto, e così facemmo pure noi. La notte fu agitata per entrambi, alle sei ero sveglio e rimasi nel letto comunque per rimanerle accanto, volevo consegnarle al più presto l’anello ma non sapevo quando e come allora presi il pacchetto dalla tasca dei pantaloni che erano appoggiati al letto e lo misi sul tavolino con acconto tre rose rosse che andai a cogliere praticamente semi nudo, giù nel giardino adiacente la villa, ritornai a letto ed effettivamente mi 97 riaddormentai, quando mi risvegliai era seduta su una delle due sedie impagliate appoggiate al tavolino ed aveva nelle sue mai il pacchetto con le rose nell’altra mano, “Ciao amore le dissi” e lei cos’è questa cosa? Non lo so risposi.. ma presumo sia per te.. …come presumi.. certo presumo, per comprendere se è proprio per te lo devi aprire…be effettivamente hai ragione anche se ho un grave sospetto che sia proprio per me ….disse…e quale sarebbe il sospetto le tre rose rosse, non le ho messe io per te mi disse quindi le hai messe tu…non tagliare il capello in quattro apri il pacchetto …le dissi…e lei sta tranquillo lo sto aprendo…aprendolo vede che il contenitore era per un anello e mi dice cosa hai fatto …ma sei pazzo…aprilo…dai aprilo…e lei, lo voglio aprire con te, e ritorna nel letto, bene.. lo vuoi aprire…lo apre e vediamo entrambi il bell’anello di ieri sera, e mi dice ma tu sei proprio pazzo… sì le risposi.. sono proprio pazzo di te....e ci baciammo e facemmo l’amore. Davide per le dieci e trenta, era già pronto con valigia, la stava caricando nell’auto noi avevamo buttato quattro vestiti e quattro camicie e via chiuso tutto e pronti, andando all’aeroporto chiesi a Davide come stavano i lupi, bene mi disse, mi raccomando a chi hai dato il compito di custodirteli, sino al tuo ritorno, a Walter mi rispose.. è l’unico che può avvicinarli, ma deve stare attendo poi a non avvicinarsi ai cavalli, l’ultima volta è salito sul suo cavallo e sin li tutto bene, ma quando ha sentito l’odore dei lupi impregnato su Walter non è più riuscito a tenerlo e si che ha tanta esperienza ha così tanta esperienza che è finito a terra ma il brutto è che per terra 98 c’era un bel mucchio di letame, non ti dico quando si è presentato da sua moglie, ha preso tante di quelle parole, che per tre giorni non sentiva nulla da quell’orecchio, ha sempre detto che la Bianca quando apre bocca se arrabbiata è peggio di una cannonata. Ridemmo tutti come Davide aveva ben raccontato questa storia, facemmo il check-point e con il pulmino ci portarono alla scalinata dell’aereo, in due minuti eravamo sopra, seduti nei posti assegnateci, mentre la hostess ci spiegava nel caso di mal funzionamento dell’aereo tutta la procedura di sicurezza, iniziò il rullio e il decollo, e dopo poco la stabilizzazione dell’aereo, in circa un’ora e mezza di volo saremmo atterrati a Innsbruck e da li in trenta minuti con taxi eravamo in clinica, ci aspettava come da accori il Dr.Smitt .ci accolse con estremo affetto ci fece accomodare nella sala vicina, ci disse che avrebbe visitato Davide immediatamente, successivamente avrebbe fatto una risonanza e poi ci avrebbe parlato, e questa signorina?... mi disse… o è sua moglie?.. discretamente voleva sapere se poteva parlare apertamente se era una famigliare, risposi è la mia fidanzata…era la prima volta che usavo quel termine per indicare una persona che amavo moltissimo…erano ormai le 20.00 distrutti aspettavamo ancora, non avevamo più visto ne mio fratello ne il dottore…finalmente quella porta si aprì ed entrò il dottore, era rattristato, ci disse Suo fratello per ora riposa in una nostra stanza, rimarrà qui anche domani, per ulteriori accertamenti ma per quello che ho visto il male si è espanso su tutto il corpo, ha preso tutti gli organi vitali, possiamo solo con le medicine alleviarli il dolore che più 99 passa il tempo più lo sentirà forte ed insopportabile, sino a che arriveremo ad usare la morfina, e poi solo Dio sa cosa potrà succedere, dottore ma cosa ci consiglia di fare….disse Valentina… non ci sono rimedi in questo caso è inutile che rimanga in clinica, fateli vivere il più possibile una vita normale e come può esserci una vita normale, quando la fine sarà breve, proprio per questo perché non possa comprendere che avrà una vita breve, dovete rendergliela normale…dottore non sapevo di avere un fratello sino a poco tempo fa, ora che ce l’ho darei la vita per lui….ed il dottore lei è una gran brava persona mi disse, ma non può far nulla nè lei ne io…l’unica cosa sarebbe un miracolo…ma per questo solo Dio può darle una mano, ci salutammo con la morte nel cuore, e andammo nell’albergo prenotato dall’agenzia che era molto vicino all’ospedale, richiamai al cellulare la proprietaria e le chiesi se l’indomani poteva prenotarci il ritorno, volevo al più presto portar via Davide da quel luogo…andammo a letto, e abbracciai Valentina, le dissi voglio sposarti avere dei nostri figli al più presto, voglio farmi una famiglia, che ne pensi?? … mi va bene, rispose, mentre guardandola vedevo scenderle delle lacrime dagli occhi, piangeva… La mattina seguente, andammo in ospedale a prendere Davide, ci dettero la prescrizione medica la cura, il dottore attraverso la sua segretaria ribadiva la piena disponibilità a darci una mano se necessaria, lo potevo chiamare a qualsiasi ora giorno o notte, anche lui abituato a tanti casi di malattia mortale, ma anche lui aveva un cuore, una sensibilità e soprattutto l’avevano colpito le 100 mie parole, ci disse proprio così la sua segretaria, quasi con un viso stupefatto proprio perché non riusciva comprendere cosa avessimo detto, da rendere così tenero il cuore del primario, dopo averla ringraziata, e sistemato la parte economica, il taxi ci aspettava giù all’entrata dell’ospedale, in mezzora eravamo all’aeroporto e per le 16.00 sulla strada di ritorno dall’aeroporto di Firenze, eravamo allegri per strada, continuavamo a ridere anche per niente, avevamo la morte nel cuore io e Valentina ma ridevamo per non piangere e per non far comprendere nulla a Davide anche se avevo un grosso dubbio che avesse intuito tutto ma che anche lui sapesse in cuor suo, quando siamo arrivati già sapevano perché telefonicamente avevo parlato con Walter, era proprio lui e sua moglie che ci aspettavano e aveva una grande novità per Davide, lo prese da parte e gli raccontò che mentre eravamo via la lupa portandole da mangiare era fuggita, ed è stata via sino a ieri sera, credo gli diceva che avremmo dei cuccioli di lupo, avevo visto delle tracce di un grosso maschio che si aggirava attorno all’azienda, ma non ho pensato alla lupa, è stata più furba di me…mio fratello era tutto contento voleva andare a trovare i suoi lupi, lascia stare gli dissi, siamo tutti stanchi per il grande viaggio, domani mattina vai a vedere con Walter, e così fu alla mattina alle sette lo sentivo prepararsi e scendere a fare colazione mentre chiedeva alla Sig.ra Bianca moglie del fattore dov’era suo marito, andarono dai lupi, era evidente che la lupa era in dolce attesa perché molto aggressiva verso il fratello, in effetti quando scesi anch’io per vedere il Walter mi disse che dovevamo suddividere 101 gli animali, perché c’era il rischio che si attaccassero tra loro, gli dissi chiama il tuo amico e prepara un recinto più grande per la lupa e poi per i cuccioli, però questa volta portiamo tutti i cuccioli alla forestale, e loro sapranno cosa fare, ovviamente dopo lo svezzamento, e come giustifichiamo che abbiamo tre o quattro cuccioli, troveremo il sistema non ti preoccupare ora, comunque stai attento quando Davide porta il cibo alla lupa, che non lo attracchi, mi raccomando portati dietro sempre la pistola, certo…non si preoccupi mi arrangio io, ci conto..gli uomini che lavoravano in azienda questo periodo erano dediti al controllo delle nascite dei cinghiali, sistemavano le recinzioni e avevano deciso con il veterinario che dovevano cambiare sangue ai cinghiali del recinto più grande, e l’unico modo era di catturare il verro riproduttore dominante e spostarlo in un’altra azienda e inserire uno nuovo possente ma proveniente da altro territorio, e soprattutto che non avesse le stesse caratteristiche, questo scambio avveniva generalmente ogni tre quattro anni e avevamo due allevamenti di fiducia, per questa operazione, che non era assolutamente facile, proprio perché l’animale era estremamente attento e vigile dormiva generalmente in due luoghi ma forse proprio perché se lo sentiva aveva cambiato da poco, ma nel giro di due giorni con i cani l’abbiamo scovavo e sparato una serie di punture per renderlo innocuo e farlo addormentare , ci volle un bel trattore con traino per poterlo spostare dentro una grossa e robusta gabbia, quando si risvegliò sembrava un treno a vapore da quanto era cattivo, emetteva dei suoni da far accapponare la 102 pelle, volli che il giorno successivo fosse già in partenza per l’azienda agrituristica il Principe di Grosseto, i quali avevano da scambiarci il loro verro, che nella serata stessa era già libero nel nostro recinto per poter svolgere al meglio il suo lavoro, di riproduttore, avevamo delle belle femmine, che già avevano figliato tre quattro volte con relative sorelle cugine ecc, il Walter mi disse che aveva visto il maschio e che era veramente bello, un bel maschio maremmano, non enorme non superava i centotrenta chili, la taglia esatta di verro italiano. Seguii questa operazione per un paio di giorni. Non ci eravamo più sentiti con Valentina, dal ritorno austriaco, nel tardo pomeriggio decisi di andarla a prendere al lavoro, non la chiamai, mi presentai quasi all’ora di chiusura, e lei quando mi vide..disse “ho finalmente ti fai vivo, pensavo che ti fossi dimenticato di me”, amore mio le dissi,” non posso e non potrò mai dimenticarmi di te, sei troppo bella, e hai fatto prigioniero il mio cuore”, quanto sei ruffiano, bene principessa sono venuto a prenderla per una cena, che ne pensa??...e il cavallo bianco, dov’è? …purtroppo piove ho preferito 130 cavalli motore….non ci sono più gli uomini di una volta…”certo” le dissi …..ti devi accontentare di quelli d’oggi…e ci mettemmo a ridere….quando rideva si vedevano due fossettine nelle guance che mi facevano impazzire…era proprio bella. Al ristorante il cuoco aveva preparato una specialità, composta da quaglie ripiene alle erbette di bosco, condite con porcini, un piatto che meritava il nostro elogio, 103 parlammo di mio fratello, mi disse che una persona le aveva portato un depliant per un pellegrinaggio a Medjugorie il costo per cinque giorni era veramente irrisorio, si partiva presto alla mattina e per la sera saremmo arrivati, è un luogo che voglio visitare, ogni anno questa persona che fa pure la guida per il pellegrinaggio mi invita ad andarci e questa volta potremmo andarci assieme e soprattutto con tuo fratello Davide, chissà se quel miracolo che diceva il professore non possa avvenire veramente, ero stato in tutti i luoghi Mariani più importanti, Lourdes, e Fatima mi mancava Medjugorie anche se avevo letto parecchi libri da quello di Antonio Socci, “Mistero Medjugorie” ad alcuni scritti da Padre Livio fondatore di Radio Maria la proposta non mi dispiacque, anzi, le chiesi il periodo di partenza e lei “credo la prima settimana di Agosto, mi sembra aver letto ci sia il festival dei Giovani”, ed io “ma noi non siamo più giovani”, e lei “parla per te,” tremenda…a dir poco…ma questa sua forza mi piaceva eravamo in due a combattere in questa vita, e avevo al mio fianco una brava tenace e decisa combattente, allora prenota per tre….. “ma non ci conviene andare in macchina per conto nostro” le dissi… “no non possiamo andarci da soli, è un vero pellegrinaggio, dobbiamo prepararci e le ore che passeremo in corriera, serviranno per questo”.. va Bene..va bene… “e per la mia proposta ci hai pensato”… “quale proposta??”... “lo sai perfettamente a cosa alludo?”?..ha sì, e seriamente mi disse “ certamente anch’io voglio sposarmi con te, ti amo ma voglio aspettare qualche mese magari la primavera prossima, 104 maggio lo vedrei come periodo ideale” “per averci pensato ci hai pensato bene”… va ben le dissi, l’importante che tu abbia deciso per il Sì, e in un tempo ragionevole…anche se a mio modesto parere penso che, quando trovi la persona giusta e lo senti dal cuore, capisci che tutti i tempi le attese, ecc.. sono inutili.. ma “va bene, va bene così”. La serata si concluse con l’uscita ad una festa paesana ci aspettavano vedevi che dove passavamo le persone chiacchieravano subito tra loro, si avvicinò il vecchio amico di mio padre, quel signore con cuoi andavano a caccia di notte, e prendendomi per un braccio, cercò di spostarmi da Valentina, per dirmi io ho conosciuto bene tuo padre lui piaceva molto alle donne come vedo anche per te, ma ricordati che questa ragazza è come fosse mia figlia, è la più bella, dolce , affettuosa, gentile, intelligente, e caritatevole ragazza di questo paese, se sei furbo te la sposi non ne troverai altre così in tutta la tua vita, lo capisco Sig. Aldo anzi le posso dire in anticipo che il nostro amore non è una cosa da ragazzini ci siamo parlati molto bene, e vedrà che lei è stato profeta per quanto ha detto, inoltre la ringrazio di tutto ma soprattutto della sua onesta sincerità, di cui ne terrò sempre conto, e soprattutto della sua amicizia paterna, proprio per il legame che la legava a mio padre, ora la devo lasciare, mi scusi, Valentina si era fermata a parlare con un signore, avvicinandomi, mi presentò dicendomi: “questo è il sig. Francesco la guida che ti parlavo oggi, il signore che organizza viaggi della speranza come spesso li chiama lui, a Medjugorie” sono proprio felice di conoscerla Valentina 105 mi ha parlato molto bene di Lei, ma quando ha iniziato questa attività?..guardi per prima cosa non è assolutamente un’attività anzi credo proprio che nel mio caso sia stato un voto, un voto allora ha ricevuto una grazia…certo…ho ricevuto una grande grazia, se vuole le racconto la mia storia, certo…molto volentieri dissi…ci sedemmo sulle sedie esterne del bar provvidenza di li a poco arrivò una cameriera che ci chiese cosa prendevamo e tutti e tre prendemmo delle bibite, e iniziò il racconto, io lavoravo presso una grande azienda da molti anni avevo raggiunto la considerazione e la fiducia dei proprietari, ma purtroppo per raggiunti limiti d’età, il titolare decise di vendere l’azienda, e i nuovi proprietari erano inizialmente molto più disponibili dei vecchi, anzi ero convinto per quello che mi avevano detto, avrei raggiunto un ruolo ancor più importante, ma purtroppo le promesse sono parole al vento, anche se io avevo riposto molta fiducia in quelle parole, così un giorno i vertici dirigenziali mi chiamarono nel loro ufficio, pensavo fosse per darmi direttive nuove, nulla di importante, invece iniziarono ad inveire contro di me, a dirmi che dovevo andarmene al più presto dall’azienda, che mi avrebbero buttato su una strada e che i miei figli per vivere dovevano o prostituirsi o rubare, questo attacco verbale mi fece andare il sangue alla testa e dalla testa ai piedi, non mi sarei mai e poi mai aspettato un ben servito così duro e doloroso, che distrugge la persona la sua dignità, e in quel preciso istante nella mia mente si fece spazio l’idea di farla finita, era come un disco inceppato ogni due minuti si ripeteva quest’ossessione, ed ora era divenuta una scelta 106 irrinunciabile, si nella mia mente si era aperta questa porta, una porta che ti spinge come nel mio caso a prendere il fucile da caccia caricarlo in auto, prendere una sola cartuccia, perché serve una sola cartuccia, la mattina successiva con l’auto raggiunsi una zona del bosco qui vicino, ma poco conosciuta per farla finita, e così feci, presi il fucile e mi misi la canna sotto la gola, mentre con l’indice sinistro sul grilletto fermo e pronto per decidere l’attimo di spingerlo, ricordo, in quel momento, una leggera folata di vento, che quasi mi accarezzava il viso, e girando lo sguardo verso l’alto vidi solo alcuni rami di un rovere che si muovevano mentre gli altri stavano fermi, ormai ero fuori di me, successivamente una voce interiore dolce, che molto nitidamente mi dice “guarda”, io volto lo sguardo verso la stradina dalla quale sono salito a piedi da dove avevo lasciato l’auto, e vedo la forestale con una camionetta, vedo un gruppo di carabinieri, e vedo l’autolettiga dell’ambulanza e alla fine mi dice: “questa dolce voce” “quando vedrai tutto questo, allora e solo allora tutto sarà finito”, in effetti per farla breve sono arrivati per primi due uomini della forestale che casualmente avevano deciso di passare per quel posto, poi i carabinieri chiamati dai primi, ed in ultima l’ambulanza e mia moglie che a dovuta distanza mi supplicava di non fare quel gesto, ricordo vagamente che si avvicinò un mio amico dopo aver avuto il permesso dei carabinieri così mi spiegò più tardi, mi dette un colpetto alle spalle dicendomi che cosa stai facendo e con l’altra mano fu svelto a prendere la canna del fucile, e capìì che tutto era finito, da li un pianto dirotto l’abbraccio con mia moglie e 107 il ricovero presso il centro salute mentale per il gesto che avrebbe segnato completamente la mia vita, e quella dei miei famigliari, rimasi a casa qualche mese, un giorno mia moglie venne a casa con nella mano un foglietto che pubblicizzava un pellegrinaggio a Medjugorie che io persona all’epoca ben lontana dalla fede, l’ho considerata un’opportunità per fare una gita, a pochi soldi, visto il costo irrisorio, cosa che invece per me e successivamente per tutta la mia famiglia fu motivo di avvicinamento alla fede, ed inoltre alla pittura Sacra, pittura Sacra…ma cosa centra con Medjugorie??.... eppure c’entra quando tornai da Medjugorie la mia vita era cambiata, volevo fare qualcosa per gli altri, ma cosa???...nella mia famiglia c’era e c’è una vena pittorica, c’è nel nostro D.N.A allora decisi di provare a dipingere il volto della Gospa, cioè della statua che si trova a Thieljina e che è il simbolo della Gospa che in Bosniaco significa Madonna. Non ho voluto raccontarle cosa mi è successo a Medjugorie in quel primo viaggio le posso dire solo due cose, io sin da giovane ho portato in modo completamente errato le lenti a contatto e quindi ad un certo momento l’oculista mi ha detto se non vuoi rimanere cieco, smetti di usare le lenti a contatto perché hai bruciato le ghiandole lacrimali, non avrai più alcuna lacrimazione da oggi in poi, e lo vidi in effetti anche di fronte a grandi dolori, perdita di amici, io potevo soffrire di cuore, ma non mi usciva una lacrima dagli occhi e nel tempo, me ne ero fatto una ragione, quando arrivai a Medjugorie effettivamente il mattino successivo andammo ad una catechesi di Padre Jozo Zovko, era considerato il settimo 108 veggente perché anche lui inizialmente scettico alle apparizioni, anzi le aveva proprio contrastate,ma successivamente cambiò completamente opinione sembra che in più di un occasione ha potuto vedere la Madonna. Quel giorno parlava a più di cinquemila pellegrini ciò che mi stupì maggiormente era, che pur parlando a tutte quelle persone, lui parlava a me al mio cuore, alla mia anima lontana da Gesù e da sua Madre, e questo dolore sfociò in una continua perenne lacrimazione, provavo una vergogna tremenda, cercavo dentro di me, in tutti i modi di interrompere questo pianto ma non ci riuscivo, e più mi impegnavo e più uscivano lacrime…nel pomeriggio mi confessai , dissi al padre che ci accompagnava, padre in cinque minuti ce la caviamo, ma quei cinque minuti furono tre ore, ecco questo è quanto successo a me qualche anno fa, quindi vi auguro di provare una forte emozione, un forte coinvolgimento una grande chiamata, ricordatevi che tutti quelli che vanno a Medjugorie vanno perché la Madonna li chiama, a compiere una missione, sorseggiammo l’ultima parte delle rispettive bibite e lo salutammo, voleva assolutamente pagare ma glielo impedii proprio per la bellissima testimonianza di fede che ci aveva fatto…dissi: “che ne pensi Valentina??”...non saprei dirti onestamente, non possiamo criticare a priori, prima dobbiamo andarci e poi fare tutte le considerazioni possibili, ma prima andiamoci… “certamente”… “hai ragione prima andiamo prima comprendiamo quello che sarà della nostra vita, e di Davide”. 109 Eravamo pronti per la prima settimana di Agosto, festival dei giovani, mi ricordava questo nome una serie di serate di musica leggera, effettivamente non era proprio così e lo capimmo dai video che ci fecero vedere riferiti a precedenti festival, certo si vedevano ballare e sentivamo i canti, in piedi nelle rispettive panchine agitando mani e ballando, ma subito dopo finita la canzone c'era una testimonianza o di vita, o lavoro, o di coppia, dove le varie storie famigliari ed individuali si intrecciavano, mescolate a problemi di droga, di violenza, terminavano con la gioia di una rinascita, avendo incontrato Maria, che ha cambiato ognuno di loro, trasformando persone che erano ai margine della società e della legalità in persone capaci di gestire la propria vita, con un percorso personale, oppure grazie all’aiuto delle comunità sorte ed esistenti qui a Medjugorie e dintorni, quante vite per difficoltà vengono ricostruite in questo luogo, quante vite portate dal male sino all'orlo della loro fine, vengono salvate, e inizia per loro la conversione, tonano da Medjugorie e iniziano a frequentare la chiesa, i parroci, e a collaborare con loro, per aiutare la propria comunità, ora mancavano poche ore all'arrivo, ma Francesco la guida, faceva sempre una deviazione per Thieljina qui c'è una chiesetta dove con molti sforzi economici da parte di Padre Jozo Zovko, sì è riusciti anni fà ad acquistare una statua in gesso raffigurante la Madonna’ ed è stata costruita, secondo le descrizioni dei veggenti, e soprattutto le loro indicazioni per come la vedono, questa statua rappresenta nel viso il simbolo della Madonna di 110 Medjugorie, fotografato in diverse angolazioni viene stampato su qualsiasi oggetto, quale souvenir. Partecipammo alla prima Santa Messa del pellegrinaggio ufficiata da un padre di un gruppo ben più numeroso del nostro con loro c’erano parecchi padri accompagnatori, poichè nessuna parrocchia può organizzare un pellegrinaggio in quel luogo, in quanto la chiesa non ha ancora dato alcun parere sia in un senso positivo che negativo, a queste apparizioni mariane, per cui sono qui solo come guide spirituali, finita la S. Messa partiamo per l’agognata meta, solo venti minuti di corriera e saremmo arrivati in albergo, ci attendeva il proprietario persona particolarmente gentile ed affabile, ci diede ad ognuno le chiavi e potemmo sistemarci in due stanze io e Davide in una, mentre nell'altra singola c'era Valentina, qui il comportamento doveva essere corretto solo le persone sposate potevano dormire assieme, le coppie che vivevano da accompagnati e ce n'erano dovevano dormire in camere separate, nessuno disse nulla proprio perché si sentiva nell'aria che modi comportamentali diversi avrebbero influito negativamente sul pellegrinaggio. Erano quasi le dieci quando potemmo uscire dall'albergo per fare un giro, vedere la chiesa di San Giacomo con le due torri campanarie, e sentirci raccontare dalla guida , che quando è stata progettata e costruita questa chiesa era una cattedrale in mezzo al deserto, (e ciò lo potete vedere dalla foto allegata) 111 ora non riesce a contenere tutti i pellegrini che vengono giornalmente i questo luogo ecco perché dietro la chiesa sulla spianata si è costruito un grande palco permanente proprio per permettere a tutti di seguire le messe e le adorazioni, poi c'erano i confessionali, ci spiegava Francesco che qui vengono persona che da più di trenta/quaranta anni non si confessavano, e viene chiamato il confessionale più grande del mondo, e così decidemmo di fermarci anche noi tre , ultimi della lunga colonna che si creava di fronte ad ogni confessionale, 112 finalmente arrivò il mio turno, bussai alla porticina, entrai, salutai chiedendoli “ posso entrare” e con un sorriso lui mi rispose certamente, era un padre francescano minore italiano, mi capitò di trovare anche padri stranieri che comunque conoscessero la lingua italiana, mi inginocchiai e iniziai il racconto della mia vita, sino ad alcuni giorni fa, allora padre Raniero, così si chiamava e mi aveva ascoltato sin ora senza batter ciglio, chiese dove si trovava Davide e gli risposi qui fuori, “chiamalo” aprii la porta e feci cenno a mio fratello di entrare, fu un fulmine quasi se lo aspettava, lo fece sedere accanto a me e gli chiese se non aveva mai sentito delle apparizioni, della Madonna che appare a sei persone di cui tre ogni giorno, lui disse che il Sig. Francesco glielo aveva spiegato in corriera, e avevamo visto un video, il padre insistendo ma “hai sentito pure di alcune guarigioni da malattie,” certo disse Davide, ho sentito proprio che poco tempo fa una donna in carrozzina ha voluto farsi accompagnare da sua marito che abitano poco lontano da qui, e poi quando si è trovata di fronte alla chiesa ha bloccato la carrozzina dicendo a suo marito voglio camminare e da allora non la usa più, benissimo rispose padre Raniero ma tu che cosa chiedi alla Madonnina? Io le chiedo se possibile di potermi guarire, altrimenti di restare sempre vicino a mio fratello, e cosa intendi sempre vicino??...quasi stupito il padre ….intendo che se questa passeggiata dovesse terminare per me, possa sempre essere vicino al mio fratellone, per proteggerlo e vicino a Valentina la sua ragazza, e che possano avere una vita felice assieme....... 113 Il padre aveva gli occhi lucidi, e insistendo disse: “ma chi ti ha suggerito queste cose”...non lo so le sento nel mio cuore…..ancor più stupito disse vi voglio dare una benedizione speciale ad entrambi, e che la Madonna esaudisca i vostri desideri, anche quelli che non avete confessato e vi perdoni per tutto ciò che non avete detto, e per mezzo di suo figlio...io vi ...nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo...Amen, mi asciugai gli occhi prima di uscire, e ringraziai di cuore Padre Raniero, ci disse “ora andate in pace e buon pellegrinaggio”...grazie Padre...usciti non c'era più Valentina ..pensai sarà in qualche confessionale, in effetti una signora ci disse che era entrata dieci minuti dopo noi nel confessionale attiguo, allora la aspettammo seduti vicini nelle panchine della spianata, sentivamo le testimonianze susseguirsi ma mi colpì una di una giovane donna romana, lei raccontò che per il periodo della sua giovinezza dai venti ai venticinque anni era sempre per discoteche, con giovani ragazzi che pensavano solo alle belle moto e auto, era una vita senza significato alla lunga, una sera incontrò rientrando dal lavoro una vecchia amica che le chiese...vieni con me a pregare?....Pregare rispose?? ...ma non se la sentì di dirle di no, e per un certo periodo ogni sera si trovavano su questa chiesa a pregare, quando i famigliari iniziarono a vedere che lei usava mettersi al collo un rosario si insospettirono, e le chiesero cosa le stava succedendo e lei Vado solo a pregare ...i fratelli iniziarono a sfotterla chiamandola la suorina...ma poco dopo decise su richiesta della sua amica di recarsi a Medjugorie, ormai aveva abbandonato quelle amicizie 114 strane di prima, la prima cosa che chiese a Medjugorie alla Gospa di poter conoscere al suo rientro un ragazzo che la rispettasse per poi sposarsi ed avere una famiglia, lei si impegnò che sino al matrimonio non avrebbe avuto rapporti sessuali con lui, avrebbe donato la sua castità sino al matrimonio, in effetti quando rientrò a Roma, conobbe una persona che era anche suo vicino di casa e iniziarono a frequentarsi uscendo alla sera, la famiglia di lui era politicamente molto attiva e sopratutto di origine ideologiche comuniste, quindi lontano dalla fede e dalla chiesa, quando lei propose di non aver rapporti prima del matrimonio, lui le disse se era pazza, visto che l'aveva vista uscire la sera con vari ragazzi rientrando ad orari molto mattinieri e riportò esattamente la frase che lui le disse “e tu mi imponi questa cosa??”… “lei spiegò il voto fatto a Medjugorie”.... “certo se vuoi me, devi accettare le mie idee”, da quel momento iniziò anche per lui un percorso di avvicinamento alla fede, dopo qualche tempo decisero di recarsi assieme a Medjugorie, lì davanti alla Croce Azzurra, si promisero che non appena rientrati si sarebbero in breve tempo sposati, ed è ciò che fecero, ma non era sufficiente, all'incirca dopo un anno ritornarono a Medjugorie per chiedere un dono: “un figlio” alla Madonna ma questo non arrivava, si erano resi conto che l’orologio biologico iniziava a spostare le lancette troppo avanti, lei nel frattempo si accorse di avere un nodulo al seno e iniziò il periodo di cura poi l’intervento, la chemioterapia, e lei chiese la preghiera per se da parte dei genitori di entrambe le famiglie, ritornarono a Medjugorie e posero questa domanda alla Gospa “Se hai voluto che 115 noi ci sposassimo a questa età, vul dire che hai un progetto di vita per noi.....e ora ti chiediamo il dono di “un figlio”...e tutti i medici, a dirle che era impossibile con le cure con le kemio fatte. Ma quasi urlando disse al microfono “ noi tutti, sappiamo che nulla è impossibile a Dio”, e la folla che l'ascoltava, rispose con un boato di gioia...bene disse per farla breve questo è mio figlio ...e padre Danko lo alzò al cielo e altro boato della folla... era stupendo sentire queste parole quanto bene facevano al cuore... al mio.. ed io pensavo a mio fratello un ragazzino che per quanto concerne la scienza più nulla poteva fare, c'era la resa e solo un miracolo come quello appena ascoltato poteva cambiare le sorti della sua vita, finita questa testimonianza come tutte le altre ci si alza in piedi dalle panchine dagli sgabelli e il coro con il gruppo musicisti iniziano a cantare una canzone di fede, e tutti muoviamo le braccia i piedi al ritmo che le suorine dal palco scandiscono sempre in riferimento alla canzone , inizialmente mi vergognavo ad alzarmi e fare tutti quei movimenti, ma poi ti prende un entusiasmo dal cuore che non puoi fare a meno, e vedi persone di tutte le età in movimento, e guardando sembra un movimento solo di allegria di gioia e lo è ma nel contempo è un modo per comprendere che noi Cristiani di fronte a qualsiasi difficoltà siamo aiutati a comprendere che esiste una speranza, un Dio che ci ama per qualsiasi errore fatto, e ci amerà anche quando ne faremo degli altri errori, comprendiamo che basta avvicinarsi a Lui attraverso la confessione e la riconciliazione perché Cristo è sempre lì pronto a perdonarci, sta a noi andarlo a trovare 116 a cercare e possibilmente attraverso l'avvocata nostra che è sua madre sua madre che lo conosce, conosce bene suo figlio e sa come nostra mediatrice presentarci, come presentarci nel modo migliore a suo figlio. Passammo tutta la mattinata sotto un sole cocente ma non ci importava nulla, avevamo delle bottigliette di acqua e della crema protettiva da scottature, Davide nel frattempo aveva fatto amicizia con un gruppo di coetanei del nostro pellegrinaggio ma che erano in altre corriere ed in altri alberghi, quando ci trovavamo assieme eravamo molto uniti, così potei conoscere un medico americano, un medico che praticava aborti sino a poco tempo prima, mi raccontò la sua storia, mi disse: una mattina mi sono svegliato e come al solito sono andato a farmi la doccia e poi la barba, ma quella mattina non riuscivo a farmela, non riuscivo a vedere il mio viso rispecchiato, vedevo un viso di una persona che non ero io, una persona cattiva malvagia, mi fermai a fare colazione ed ero frastornato non capivo cosa stava succedendomi, la cosa si ripeté il giorno successivo e molti altri ancora, sino a quando domenica, come al solito andavo a pranzo da mia madre, le raccontai tutto, e lei mi disse: “partiamo per Medjugorie”, sapevo la sua grande fede ma a me non interessava, sì saltuariamente andavo in chiesa, magari mi confessavo e partecipavo pure ad una Santa Messa ma credo di non aver mai ascoltato con interesse, so che mia madre pregava sempre per me, in quanto sapeva benissimo cosa facevo, e cos’era il mio lavoro, se ora possiamo chiamarlo così, non so come e ancora oggi me lo chiedo, so solo che dopo due settimane eravamo su un 117 aereo per Medjugorie, quando arrivai dopo una notte tormentata,al mattino presto mi alzai e decisi da solo di andare sul Krizevac il Monte della Croce, ad un certo punto della salita non vedevo più né la stradina che si percorre a piedi in salita, né quella in discesa, mi sedetti su una pietra e in quel preciso istante vidi la mia vita, tutta la mia vita passarmi davanti agli occhi, e posso dirti che mi fece veramente rabbrividire per non usare altri termini, che sarebbero ovviamente più appropriati, e decisi che la mia professione sarebbe radicalmente cambiata, da una professione che produceva morte ad una che si adoperava in tutti i modi per mantenere la vita, scesi dal monte ed andai subito a confessarmi, il padre ricordo mi disse hai preso la giusta decisione, la Madonna ti ha chiamato qui perché tu potessi cambiare vita, quando ritornai al lavoro avevo come ovviamente avviene nei grandi studi dei soci, con i quali confrontarmi soprattutto per una decisione del genere, all'assemblea due dei cinque soci si sono alzati ed hanno detto che ero impazzito e che se ne sarebbero andati, io dissi loro che la cosa mi dispiaceva molto ma non potevo farci nulla questa era la mia decisione ed essendo il solo con maggioranza relativa e fondatore della stessa società, non avrei cambiato linea, posso dire che oggi trascorsi ormai parecchi anni, sono felice di quella scelta, prima avevamo sempre cause, problemi con le clienti che dopo lo shock dell'aborto andavano a finire in centri di salute mentale, con gravi problemi psicologici, mentre ora vengono nel mio ufficio con i bambini che sono nati a ringraziarmi, posso ringraziare mia madre che ora penso e spero si trovi in paradiso, proprio perché e 118 stata lei ad indicarmi la via della mia salvezza e della salvezza della mia famiglia. Che bella testimonianza quando una persona ti parla così a cuore aperto, capisci che ti trovi in un luogo speciale, così rimanemmo qualche giorno in più rispetto a quello concordato con il gruppo di pellegrini quando loro rientrarono noi avevamo prenotato il volo di ritorno da Mostar a Bologna e qualcuno ci sarebbe venuto a prendere, credo la moglie del farmacista che aveva sostituito Valentina, ed era piuttosto arrabbiata per la nostra prosecuzione di pellegrinaggio, ma tornado a noi , posso dire avemmo modo di conoscere Viska una dei veggenti, saputa la malattia di mio fratello impose su di lui le sue mani e fece, delle preghiere in lingua croata, e poi ci salutò, non disse nulla ci vide andare ma ci ricordò la parabola del chicco di grano che deve morire per dare la spiga, bisogna che sia seminato sul terreno buono non sul ciglio della strada, oppure tra i rovi, ma sul terreno coltivabile e lui darà una grande spiga con molti chicchi, subito non capimmo ma gli successivi avvenimenti ci fecero ben comprendere cosa intendeva dire con quella parabola. Tornati a casa mio fratello Davide, peggiorò notevolmente, le perdite di sangue erano più frequenti, e la medicina ormai non faceva più nulla per alleviarli il dolore, un pomeriggio domenicale che eravamo andati a Firenze io e Valentina rientrando a casa, vedemmo che tutte le luci erano accese , sentivamo i lupi ululare, non l'avevano mai fatto di pomeriggio e trovai mio fratello disteso sembrava assopito tra loro, e loro continuavano a ululare al cielo, lo strazio era così forte che dal dolore ci 119 inginocchiammo accanto a lui, lo accarezzavamo perché sembrava solo addormentato ma non dava segni di vita era morto. Non posso descrivervi, ne riesco a trasmettere minimamente il dolore che ho provato, ma posso dirvi che mi sembrava d’avermi strappato il cuore, ricordo che sul tavolo della cucina c'era un biglietto lo vide Valentina, nel momento che si era alzata per prendermi un bicchiere d'acqua e dei fazzoletti, lo lesse vicino a me, c'era scritto : “Caro Renzo quel giorno la veggente di Medjugorie aveva detto bene io ero il grano che doveva morire , ora aspetto da te e da Valentina i frutti di questa spiga, e saranno sicuramente buoni” in effetti posso dirvi che dopo poco ci sposammo e da questo matrimonio sono nati tre stupendi fanciulli, e credo che Marco, nostro primo genito, assomigli quasi come una goccia d'acqua a Davide. Concludo questa mia storia con una morale se c'è una morale, lasciamoci avvicinare da Maria, andiamo a trovarla nei santuari Mariani, quali Lourdes, Fatima e Medjugorie, in particolare quest'ultimo a cui sono particolarmente legato, e che considero la mia seconda casa, inoltre qui in questi ultimi trent’anni avvengono apparizioni a dei veggenti che all'incirca hanno la mia eta', penso sempre la differenza sostanziale tra le apparizioni di Medjugorie e quelle di Lourdes avvenute dalla meta' dell'ottocento, a Fatima primi decenni del novecento, ovviamente terminate, mentre qui avvengono ora, avvengono giornalmente, alle diciotto e quaranta 120 avvengono e se ti trovi lì senti una piccola campanella suonare, e ti viene spontaneo metterti in ginocchio, senti questa carezza del vento senti la sua presenza. Ricordatevi comunque che dove c'è la Madonna c'è anche il male, ho avuto modo di sperimentarlo personalmente nel penultimo mio viaggio, ricordo che dopo la Santa Messa, delle undici a San Giacomo avevo l'urgenza di andare alla toilette, chiesi a mia moglie, se anche lei veniva con me, ma mi rispose che voleva andare al Cristo Risorto, che si trova a cento duecento metri, da quel luogo, mi avviai ma quando fui vicino un signore che era posato alla parete dei bagni nella parte esterna, mi anticipò di qualche secondo, ricordo che entrai tranquillamente e mi avviai verso una turca, quella a parete, e in quel preciso momento, sentii delle bestemmie che ti facevano accapponare la pelle, tranquillamente finii e mi andai a lavare le mani, e ancora bestemmie, uscii dalla toilette e misi dei soldi nella cassetta ,non alzai lo sguardo mai, e quando fui uscito con passo veloce arrivai al Cristo Risorto dove potei ritrovare la mia tranquillità, vicino a mia moglie e ai miei figli. Ora non mi dilungo oltre voglio solo dirvi cari lettori, che questa storia, questo incontro come ho voluto raccontarvi si avvale di ambientazioni e nomi di fantasia di una vera storia, ma ambientata stranamente proprio perché nessuno possa esattamente essere riconosciuto, spero vi sia piaciuta. Il mio invito è che tutti Voi possiate andare prima o poi a Medjugorie, e ricordo a chi sostiene che è tutta una 121 montatura, di prendere cinque o quattro ragazzini addestrateli bene, facendo finta che vedano la Madonna ogni mattina tanto per cambiare, e poi abbiano dei messaggi e cadano tutti in trance contemporaneamente, e che inizino, a creare dei gruppi di preghiera, rinunciando ai giochi, ai cellulari, alle compagnie di divertimento ma ricordatevi che devono fare tutto ciò per trenta /quaranta anni ogni mattino di ogni giorno all'ora stabilita, inoltre, tutto ciò deve essere fatto in un bel paese con un regime duro come lo era nell'ex Jugoslavia, dove tutti i giorni la polizia di stato ti cercava per arrestarti, oppure come a chi in qualche modo ha cercato di proteggere questi ragazzini si è preso tante di quelle botte, da non aver più un dente, d'avere parecchi ossi rotti, e farsi un anno e mezzo di carcere ma di quello duro, e alla fine di ciò come ringraziamento ti diranno che è tutta una montatura, bene io non commento lascio a voi e alla vostra intelligenza cari lettori, la giusta valutazione. La Madonna ci apre il cuore e ci indica la via per incontrare suo Figlio ed abbracciare gli altri in una dimensione profonda. Nulla accade per caso e Medjugorie per molti è stato, ed è tuttora, il luogo della ripartenza, del fare verità nella propria vita. A Medjugorie Maria ha dato il via al mio cammino di conversione, trasmettere l’amore di Dio attraverso il dono che lui mi ha dato…..con l’uso di un semplice pennello e con dei colori, riuscire a creare delle “emozioni visive” per poter rappresentare la sua Divina Misericordia. Il viso della Gospa è al centro della mia produzione artistica, essa risplende anche oggi di luce in ogni angolo 122 della terra, come colei in cui pulsa il cuore della chiesa “Maria Mater Ecclesiae” il mio obbiettivo è di contribuire il più efficacemente possibile con le mie opere a indirizzare le menti degli uomini a Dio. Chi fa cose di Cristo, con Cristo deve stare sempre, così era solito ripetere fra Giovanni da Fiesole detto Beato Angelico patrono degli artisti "In lui la fede e' diventata cultura, e la cultura è diventata fede vissuta.......in lui l'arte diventa preghiera." Ho abbracciato da subito il suo pensiero e lo condivido con cuore intriso di speranza, proprio perchè le opere di Dio nascono così e continuano a portare frutto, nel tempo, per il carisma originario che le ha generate e per la semplicità evangelica che le accompagna. Opere d’arte, libri, concerti di musica sacra, iniziative e convegni culturali devono attingere sempre la loro linfa vitale dalle essenziali e “povere” radici del Vangelo: dalla quotidiana e affettuosa ripetizione del saluto angelico dell’Ave, nella ininterrotta e fervida meditazione dei misteri del Rosario; dalla frequenza ai Sacramenti; dal sostare silenzioso e orante dinanzi alla Eucaristia. Due uomini di campagna andarono per la prima volta ad ascoltare il profeta Giovanni il Battista. All’improvviso, Giovanni pronuncia alcune parole strane indicando un giovane che si allontana lungo il sentiero accanto al lago. I due uomini prestano attenzione all’indicazione del Battista, si alzano e seguono quel giovane, ma non si azzardano a chiamarlo. Il giovane si volta e domanda loro: «Che cosa volete?». «Rabbì, dove abiti?». «Venite e 123 vedrete». E loro andarono con Lui. E rimasero quel giorno con Lui: era l’ora decima. Quando ritornarono, appena uno di loro incontrò suo fratello, gli disse: «Simone, abbiamo trovato il Messia!». Due uomini avevano visto un altro uomo: erano stati a casa sua, erano rimasti con lui tutto il giorno. Sappiamo tutti quello che disse loro quel giorno perché intuissero che quell’uomo era proprio il Messia! Alcuni mesi dopo, in una sinagoga di Cafarnao, quando tutti lo avevano abbandonato, nel silenzio del pomeriggio, Gesù disse loro: «Forse anche voi volete andarvene?». Rimasero solo alcuni di loro. Erano proprio quei due, e Simone, fratello di Giovanni, e la loro risposta fu diversa: «Neanche noi capiamo quello che tu dici, ma se ci allontaniamo da te, da chi mai andremo? Solo tu hai parole di vita eterna». Quindi questo fatto, accaduto duemila anni fa, aveva la forma di un uomo, di un individuo. Quando la gente si univa a lui, si riuniva con lui e lo ascoltava, sentiva che stava diventando più umana, avvertiva un’umanità più grande. E questi uomini vedevano perfino cose dell’altro mondo, per esempio, vedevano che curava gli infermi, restituiva la vista ai ciechi, ecc. Ma soprattutto lui era diverso da tutti gli altri! Era un’altra cosa! Con lui era come se il cuore, alla fine, diventasse più umano. Infatti, non curava tutti i ciechi e nemmeno tutti gli zoppi; ma tutti i cuori che lo ascoltavano, sentivano che stavano diventando cuori umani. «Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo!»... «Lui sì che parla con autorità». Autorità, parola latina che 124 descrive un incontro con qualcuno che ti fa crescere come uomo. E così rimasero con lui, camminavano con lui, mangiavano con lui, non volevano lasciarlo più. Il frutto di quell’incontro era un’umanità nuova, tanto che chi stava con lui si sentiva finalmente uomo! Per questo, scoprire la verità dell’uomo vuole dire porsi di fronte a Dio. Non c’è niente di più bello e di più umano del rendersi conto di ciò che accadde duemila anni fa, e subito dopo la cosa più bella è sperimentare come quello stesso evento sia rimasto nella storia: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» dov’è? Dove dimora? Duemila anni ci separano da quel momento iniziale, quando Cristo esisteva come uomo tra gli uomini e grazie alla sua presenza, gli uomini si sentivano più umani, scoprivano la profondità della propria umanità. Ebbene, la sua stessa presenza si è protratta nel corso della storia attraverso una sorta di continuazione. È come quando io ero piccolo e mia madre mi diceva che ero bello; poi, con il passare degli anni, l’aspetto delle persone cambia, ma io sono sempre io. La forma che Lui ha preso, la forma che il suo corpo ha acquisito è la comunione di quelli che credono in Lui. Storicamente si chiama “Chiesa”, in altre parole, gente riunita. Teologicamente, è “il suo Corpo” perché rappresenta il dilatarsi del suo aspetto fisico, dell’aspetto fisico della sua presenza, è il segno della sua presenza, così come il mio corpo è segno della mia personalità. Da un punto di vista sociologico lo possiamo chiamare “popolo di Dio”. 125 Il cristianesimo di duemila anni fa aveva l’aspetto di un uomo e che si è dilatato nel corso della storia mediante la comunione di quelli che credono in Lui: «Ti prego Padre» disse nell’ora della sua Passione, «Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che Tu mi hai mandato». Capite che Cristo può essere riconosciuto solo in questo modo? Riconoscere Dio presente in mezzo a noi è una grazia, cioè, è solo il potere dello Spirito Santo che accende la luce della fede in ognuno di noi. E lo Spirito unisce questa grazia a una condizione esterna, che è l’unità tra di noi. Il cristianesimo si diffonde così nel mondo in virtù della “forza del sacramento” e il “sacramentum Ecclesiae” ha come segno l’unità “visibile” dei credenti. Dove non c’è unità tra i credenti non è possibile riconoscere il Cristo. Questo è l’unico insegnamento pastorale nel Vangelo di una chiarezza estrema. Perché la gente di duemila anni fa riconosceva che quell’uomo non era solo umano? Perché faceva dei miracoli. Questa parola così insolita è la parola fondamentale del cristianesimo. Il fatto che quei due, Giovanni e Andrea, che si sedettero ad ascoltarlo tutto il giorno, ritornarono pieni di una nuova certezza, è un miracolo! Molto più grande che raddrizzare le gambe. Cos’è più miracoloso? Spostare le montagne o che l’uomo si scopra veramente uomo? Oggigiorno si possono spostare le montagne da un luogo all’altro ma nulla cambia il cuore dell’uomo, nessuno cambia il cuore dell’uomo. 126 Il miracolo più grande che esiste, “signum elevatum in nationibus”, è che vi siano uomini che si sentano tra loro più uniti dei propri fratelli di carne e sangue; come è scritto nella prima pagina di San Giovanni, «a quanti però l’hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio, questa unità è impossibile fra gli uomini che non amano Cristo. L’immagine che descrive meglio la vita moderna è quella di una grande malinconia. La cultura moderna è favorevole al divorzio, a unioni tra persone dello stesso sesso, afferma, cioè, che nemmeno tra un uomo e una donna sia possibile un’unità sicura, stabile. Eppure, non solo tra l’uomo e la donna, ma anche tra estranei nasce un’unità totale, come se ci appartenessimo reciprocamente. In virtù di questo, pur non conoscendovi, mi sento una cosa sola con voi. Non vi ho mai visto prima d’ora, eppure darei la mia vita per ognuno di voi. Il miracolo più grande della storia è l’unità. Come la Chiesa, il corpo di Cristo, il popolo di Dio, giungano fino a me oggi. Come posso capire che cos’è la Chiesa?.... Pensate che il 98% dei cristiani che vanno a messa tutte le domeniche, non ne è consapevole. Come posso rendermi conto di questa realtà? Come posso fare esperienza di questa umanità nuova, di questa pienezza di vita diversa? Come posso arrivare ad affrontare i problemi della vita in un modo che non avrei mai immaginato prima? Come posso sperimentare che alla fine “sono nato”, che “sono rinato”? Come posso accorgermi che 127 effettivamente sono un uomo, un uomo nuovo? Occorre che l’unità dei credenti, la Chiesa, corpo di Cristo, popolo di Dio, mi raggiunga, mi commuova, tocchi il mio cuore, mi convinca, mi chiami a sé, mi sostenga… E come può accadere tutto questo? Capite bene che può succedere solo se questa presenza ti viene incontro, non più lì dove mangi, dove bevi, dove studi o lavori, ma nei grandi santuari, e spesso è una chiamata. Il cristianesimo deve arrivare a te personalmente attraverso la trama sottile delle circostanze della vita, in maniera persuasiva, perché sia possibile questo abbraccio. Usando un agire del Papa Francesco: questa modalità concreta con cui il fatto cristiano arriva fino a te in modo persuasivo, convincente ed esaltante si chiama “fede”. Sapete già quello che Giovanni Paolo II disse nel 1981: «La Chiesa stessa è “fede”». Per la maggioranza degli uomini è come se la Chiesa non esistesse. La Chiesa “non muove” la maggior parte dei cristiani; la Chiesa è ridotta a un insieme di leggi, di riti, o di persone più o meno simpatiche e basta! Eppure la Chiesa, questo fatto, deve agire – sin da ora e in questo momento – in ognuno di noi, personalmente, noi non crediamo nelle persone, crediamo in Gesù Cristo, ma non possiamo credere in Cristo se non mediante un' insieme di persone fedeli. È quest’uomo che camminava per le strade di Nazareth e che rimane presente, nel corso della storia, nell’unità dei credenti. L’unità dei cristiani, la comunione dei credenti, è un segno tangibile, potremmo dire “il Suo corpo”. Questa realtà ci tocca, giunge fino a noi, ci commuove attraverso l’insieme delle circostanze concrete della vita 128 che, con una parola bellissima per la sua etimologia, si chiama “fede”. «…noi crediamo in Cristo morto e risorto, in Cristo presente qui e ora, che solo può cambiare e cambia, trasfigurandoli, l’uomo e il mondo». Questa è la definizione più bella del contenuto della nostra esperienza. Cristo è resuscitato, e in virtù di questo vince i limiti del tempo e dello spazio, e rimane nella storia! Cristo è presente qui e ora all’interno della Chiesa ci tocca. Sta a noi verificare che questa esperienza ci cambia, e che, per mezzo del nostro cambiamento, trasforma il mondo intero. Modifica la mia vita e così il luogo dove vivo: diventa più umana la classe dove studio, la famiglia, gli amici, il luogo di lavoro; nasce una passione per fare della società, una società più umana.. Inoltre, questo cambiamento avviene senza togliere nulla, senza censurare nulla, ma trasfigurando tutto. Non si capisce cosa significa “trasfigurando tutto” se non si sperimenta, perché non si tratta di smettere di amare l’uomo o la donna, ma di provare un amore diverso, più autentico. Così la verità di Dio si rende visibile perché diventa la verità dell’uomo. Lo Spirito Santo, per continuare con l’uomo di oggi il dialogo iniziato da Dio in Cristo e portato avanti nel corso di tutta la storia cristiana, ha suscitato nella Chiesa contemporanea il fiorire di molteplici movimenti ecclesiastici. Sono un segno di libertà di forme, in cui si realizza l’unica Chiesa, e rappresentano una novità sicura, che deve ancora essere apprezzata in modo adeguato in 129 tutta la sua positiva efficacia per il Regno di Dio che agisce oggi nella storia. Per continuare il dialogo con l’uomo iniziato da Dio nella persona di Cristo, come possiamo incontrare Cristo oggi? Che cosa vuol dire “incontrare Cristo”? Vuole dire incontrare “qualcosa”, una realtà, una presenza che tocca il cuore, che colpisce il nostro cuore. Ma allora, quando è che rimane colpito il nostro cuore? Nel momento in cui qualcuno si imbatte in “qualcosa” che, pur non avendolo previsto, corrisponde alla sua natura autentica, corrisponde alla sua esigenza più profonda, forse fino a quel momento inconsapevole, inconfessabile.. Quando il cuore di un uomo rimane segnato da questo incontro, seppure in maniera confusa o passeggera, non può più tornare indietro! Può rispondere o non aderire, ma non sarà mai come prima di quell’incontro, perché, in quel momento, ha visto o sentito qualcosa, un accento autentico e vivo dal punto di vista umano, e ha intuito che la fede c’entra veramente con la vita. Quindi, come è possibile incontrare Cristo oggi? Il riconoscimento di Cristo presente in mezzo a noi e il desiderio di comprendere qual è il suo messaggio per la vita, il desiderio di capire cosa ci vuole dire per vivere meglio e cosa può portare Cristo alla società e al mondo. Cosa disse Cristo ai primi che rimasero colpiti da Lui? Disse loro: «Venite con me, seguitemi». La differenza tra quelli che avevano intuito che era un uomo eccezionale e il resto del popolo è che il resto della gente rimaneva 130 stupita, ma poi se ne andava. Mentre «alcuni rimasero con Lui». Se ti ha colpito un accento di umanità nuovo, quello che devi fare è seguire. Seguire significa impostare tutta la tua vita guidato dalle provocazioni, dai giudizi, dalle indicazioni e per arrivare a capire con certezza chi è Cristo, per giungere alla certezza della fede; per sperimentare una vita diversa, per verificare che la tua vita diventa diversa, nuova, per comprendere che la fede in Cristo ricolma la nostra vita di allegria. Altrimenti, l’allegria è impossibile. Anche l’allegria è un miracolo. Per comprendere tutto questo basta fare una cosa molto semplice e molto grande allo stesso tempo – semplice e grande – che sta solo nel seguire quelli che ti hanno colpito. Oggigiorno, in generale, perché ci sia allegria, bisogna dimenticare, ma quella non è vera allegria. Ciò che conta è solo una cosa, a cui si riduce tutta la pedagogia di Cristo: «Vieni con me», cioè, «Seguimi». Quando passò e vide Matteo seduto al banco delle imposte, si fermò lo guardò e gli disse: «Seguimi». E Matteo non poté fare a meno una pedagogia è tanto più intelligente quanto più è concreta e quanto più è implicita, cioè, quando agisce a livello implicito e, allo stesso tempo, è concreta, pratica. Per questo non esiste nessuna norma pedagogica più efficace, né più intelligente di questa: «Seguimi». Questa prima grande norma, questa prima regola fondamentale, ci introduce al fatto che la vita dell’uomo deve seguire Cristo. Qual è quindi la prima conseguenza che impariamo, e che è, allo stesso tempo, il primo 131 bisogno per una vita ragionevole, per una vita intensa dal punto di vista affettivo? ... Che non ci sembra più strano pregare. La preghiera è la prima caratteristica e qui la parola preghiera contenuto intimista e beato. Consiste soprattutto nel riconoscere la presenza di Cristo. Come nel caso degli apostoli che uscivano di casa la mattina per andare a trovarlo, ad ascoltarlo. Come si chiama il contenuto della preghiera che è tipico del cristiano? Si chiama “memoria”. La preghiera cristiana è diventare consapevoli della sua presenza, oh Cristo! Quindi, non occorrono pensieri o sentimenti particolari, parole particolari e neppure gesti particolari. Ma la coscienza della sua presenza diventa il contenuto della mia coscienza. Perché Tu sei tutto per me. Tu sei tutto per l’uomo. Tu sei la via, la verità e la vita. Tu sei la vita! È per questo che l’essenza della preghiera cristiana consiste nel riconoscere questa presenza. È pensare a questa presenza, cosa che uno può fare in autobus, in treno, a scuola, a casa. Questa memoria, d’altra parte, non può smettere di aprirci, totalmente, alla vera natura della preghiera di ogni uomo, alla comprensione della preghiera dell’uomo naturale. L’essenza della preghiera, comune a tutti gli uomini, è la domanda. L’uomo è un essere povero, che ha fame e sete di felicità. E, come gli affamati, mendica il suo nutrimento. Per questo la mendicanza è la natura stessa dell’uomo. E l’espressione della nostra povertà è la domanda. L’uomo non è capace se non di domandare. La ricchezza dell’uomo consiste nel “domandare” a colui che 132 crea, al Creatore. Così la memoria di Cristo, la coscienza della sua presenza, non può esprimersi se non come domanda. Quale domanda? «Vieni Signore!», in altre parole, «fa’ che possa conoscerti, ascoltarti, che io viva in te, che io realizzi tutto secondo la verità e l’affetto che vengono da Te». Anche quando uno si trova immerso nell’oscurità più totale, quando si è sbagliato un migliaio di volte, c’è una cosa che sempre può fare: chiedere, mendicare. E non esiste nulla che possa calmare il cuore dell’uomo, che rassereni l’uomo, come la preghiera. Sant’Agostino diceva che la preghiera è “ascentsio mentis in Deum” (elevare la mente a Dio), vale a dire, essere coscienti di Dio. E questo per il cristiano equivale al fatto che Dio si è incarnato in una presenza umana: Gesù Cristo. E davanti a Cristo, che cosa si fa? San Tommaso definisce la preghiera cristiana in una forma molto intelligente ed esistenziale quando afferma che la preghiera è “la richiesta a Dio di cose giuste”. Dovremmo domandarci allora quali siano queste cose giuste, l’unica cosa importante? La nostra felicità: capire, amare, compiere il bene… Perché fare il bene vuole dire goderne, essere più felici! Perché amare in maniera giusta implica difatti un sacrificio, ma che dà un gusto molto più grande! Una frase del Vangelo: «Chi mi segue avrà la vita eterna e il centuplo quaggiù». In altre parole, noi desideriamo il centuplo, una vita più piena sulla terra. Questo è lo scopo della nostra domanda. Per questo con grande facilità la nostra preghiera diventa un fatto normale e quotidiano, e così matura gradualmente. 133 C’è un gesto che vale di più di tanti altri, in cui Cristo ci viene incontro in maniera eccezionale. Un gesto che è, precisamente, memoria di Cristo, coscienza della sua presenza. Un gesto il cui significato totale è proprio domandare a Cristo. Questo gesto è il sacramento della Confessione e dell’Eucaristia, in particolare. La preghiera tende a diventare così importante come respirare, e i suoi pilastri sono questi due sacramenti. Della confessione e l’esercizio della semplicità profonda che questa comporta, equivale a lasciare che Cristo entri nella vita di ognuno di noi. Quando andiamo a confessarci, esprimiamo il bisogno che abbiamo di Cristo. L’ultima conseguenza di questo valore della preghiera – che tanti hanno capito e vissuto in modo semplice – è il valore supremo dell’espressione umana, che si chiama “offerta”. Perché “offrire” a Dio qualcosa, un gesto – e tutta la vita può essere offerta! – significa riconoscere che la sostanza di tutto è Cristo, e che tutto quello che si fa, in qualsiasi momento, è perché Cristo si manifesti in tutto. Il Destino ci è venuto incontro facendosi uomo: Cristo. Si impara a conoscere Cristo e, con il tempo, Cristo diventa una presenza familiare per noi. E si ama Cristo, anche quando ci sbagliamo più di prima! In secondo luogo, la conseguenza di questa relazione con Cristo è che la nostra vita acquisisce un’unità profonda, il cui respiro è la preghiera. La preghiera cristiana come memoria: «Fate questo in memoria di me». Che cosa significa “questo”? Tutto. La coscienza della presenza di Cristo mi spinge a domandare a Lui: la preghiera è domanda!… 134 chiedere che Lui venga. E tutto questo culmina nel sacramento. In questo modo, la conseguenza ultima è che la vita diventa un’offerta. È la suprema espressione dell’intelligenza. Offrire la vita significa riconoscere che la sostanza di tutto è Cristo. E Lui è anche il culmine dell’affettività, del cuore. Offrire significa desiderare, volere, domandare che Cristo si manifesti attraverso di noi in tutto ciò che ci circonda. Questo è l’inizio in cui l’amicizia di Cristo diventa gradualmente tutto. Ma quello che ho descritto è l’uomo nuovo. Un soggetto nuovo che è entrato nel mondo. L’uomo che riconosce che Dio è venuto al mondo ed è diventato una realtà a lui familiare. E questo è proprio quello che il mondo non riesce a tollerare: che Dio sia diventato familiare alla vita di noi uomini. Si tratta di farlo con il cuore, che non vuole dire senza sacrificio. Perché si può seguire con il cuore infranto dal dolore, ma il primo frutto è un uomo diverso, cioè un uomo autentico. L’uomo autentico è chi riconosce Dio perché Dio si è reso visibile, è diventato Uno in mezzo a noi: Gesù Cristo. Tuttavia, occorre domandarsi che cosa distingue la vita di un uomo rispetto al resto della natura? L’autocoscienza, la coscienza di sé, la coscienza della natura, del mondo e della realtà intera. Per questo, la memoria di Cristo diventa la coscienza che ho di me stesso. In ogni istante siamo fatti da Lui, da Cristo. E la memoria di questo fatto dona un’espressione autentica alla nostra natura, che non è nient’altro che la ricerca della felicità, l’anelito alla felicità, anelito alla verità e alla 135 felicità. È allora che la realtà che viviamo diventa meravigliosa, San Tommaso diceva che la bellezza è lo splendore della Verità, in altre parole, è la verità che ci affascina e tutto può trasformarsi in bellezza per mezzo dell’offerta. Perché persino un gesto banale come il mangiare, se offerto, diventa grande, acquista un valore infinito, e l’uomo non sta bene se non in rapporto con l’Infinito. La preghiera quindi non è più un gesto estraneo e formale, ma diventa familiare. Questa è proprio la caratteristica del soggetto nuovo, perché un soggetto è definito dalla coscienza che ha di sé e del mondo, delle cose e delle persone. Le conseguenze che derivano da tutto questo, nessuno mi è lontano, sento che nessuno attorno mi è estraneo. Se è così, se amo chi mi sta accanto (in classe, in metropolitana, in casa, ecc.) che cosa faccio? Gli comunico cosa sono la verità e la bellezza nella mia vita. Di conseguenza, il primo modo con cui contribuiamo a creare una relazione personale con chi ci sta accanto – la fede che viviamo, la certezza che abbiamo, lo splendore della speranza che è in noi. Questo “uomo nuovo” è veramente definito dalla speranza; cioè, dalla certezza che le cose e l’uomo possano cambiare, come noi abbiamo già iniziato a sperimentare in noi stessi. È impressionante: l’eliminazione dell’“estraneità” e il fiorire di un’amicizia, di una vicinanza, di un amore. Qual è dunque il cuore di questa relazione di amicizia con tutti? È la passione per il destino dell’altro. E sappiamo che il destino dell’altro è Cristo. Quindi gli diciamo: Vieni con me! Perché allora sarai più te stesso, sarai più contento, la 136 tua vita sarà più piena, più bella. Da qui scaturisce il desiderio di comunicare la tua speranza a chi ti sta accanto. La prima conseguenza è la relazione personale tra di noi, l’amicizia. Non ci può essere nessuno che non senta su di sé uno sguardo simile a quello di una madre nei confronti di suo figlio: questa è l’amicizia. Un abbraccio in Cristo. Renzo Sossella Renzo Via luppia Alberi 75 35044 Montagnana PD e-mail: [email protected] 137 Non abbiate paura, della Croce di Cristo. E' sorgente di ogni gioia di ogni pace. E' l'unico modo per Gesù di arrivare alla risurrezione e al trionfo sul male, ed è per noi l'unico modo per partecipare alla sua vita, ora e sempre. Dipinto Sossella Renzo 138 Dipinto Sossella Renzo 139 Il dipinto di Sossella Renzo si evidenzia profondamente per il messaggio intrinseco d'amore. "Lo sguardo diretto che ha la Madonna ed il bambino, verso lo spettatore" senza che quest'ultimo abbia possibilita' di fuggire, di distoglierlo, ti senti amorevolmente bloccato, capisci che loro amano, ma amano soprattutto te, anche se non gli conosci, loro ti amano. Pur prendendo spunto dall'opera di Raffaello "Madonna Sistina" qui la Madonna ti guarda, guarda la tua anima e ti chiede di aprire il tuo cuore al suo, e Lei avvocata nostra lo porge al Figlio, che ci accoglie per quello che siamo, accoglie i nostri peccati, i nostri errori, il nostro orgoglio, la nostra anima piegata, distrutta e li fa suoi, li porta nella croce la sua croce che è la nostra purificazione è il suo perdono, ma siamo noi che dobbiamo muoverci, avvicinarci, avvicinarci a questo quadro dicendo "SI". ECCOCI, MADRE GUIDACI: "A FARE TUTTO CIO' CHE LUI CI DIRA' " 140