dallo StEalth al Fly nano

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dallo StEalth al Fly nano
novità
AERO 2011:
Aerovolga LA-8 anfibio: otto posti
con due Lycoming O-540 per 470
hp totali offerto a poco meno di un
milione di euro, metà del costo di
un C208 anfibio
dallo Stealth
al Fly Nano
Marco Tricarico
S
eppure con una discreta
contrazione di pubblico
e qualche importante
defezione tra gli espositori,
anche questa edizione di Aero
ha visto la presenza di diverse
novità, dal piccolo restyling
56 Volo Sportivo Giugno 2011
al velivolo totalmente inedito,
e passarle tutte in rassegna
dettagliata richiederebbe un
numero dedicato della rivista.
La Fiera si è inoltre ingrandita
nel senso fisico del termine: sono stati completati e aperti due
nuovi padiglioni che hanno
permesso di offrire agli espositori uno spazio più ampio (e
più dispersivo per il pubblico)
tra gli stand, e soprattutto di
avere un padiglione dedicato
agli elicotteri (non moltissimi,
per la verità, e principalmente
di forze governative tedesche),
al volo elettrico – ancora un
po’ spartano e comunque non
affollatissimo, anche perché
non contenente la totalità dei
produttori – e come nelle pre-
cedenti edizioni agli alianti,
settore tradizionalmente affollato, in tutti i sensi.
Gli italiani
Volendo cominciare con le
innovazioni made in Italy, e
non solo per orgoglio nazionale, non può non aver colpito l’originale Nexth di Aero &
Tech, correntemente nominato
“Stealth” da chiunque si incontrasse in fiera. In effetti il
richiamo al ben noto Lockheed
F-117 era quasi inevitabile dopo averlo visto, sia per la colorazione nero opaco – abbastanza insolita per un ultraleggero
– sia per la “spigolosità” del
velivolo, adottata anche per
facilitare la vita a chi decides-
se di autocostruirselo tramite
kit. Si tratta di un biposto ad
ala media equipaggiato con
un Rotax 912 S che dovrebbe
raggiungere addirittura i 285
km/h; la fusoliera è un traliccio in tubo d’acciaio ricoperto
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novità
Dallair ha scelto di presentare un
affascinante spaccato dell’acrobatico
FR01, un modo di mettere in evidenza
la splendida struttura
Nero, spigoloso, con carrello retrattile e ala media a sbalzo:
l’italiano Nexth ha fatto sensazione
con pannelli di alluminio. sviluppato da un fornitore di Formula Uno, che secondo i calcoli
di progetto reggerà carichi di
+9/-4,5 g. Il carrello è retrattile,
mentre il serbatoio carburante
– singolo – dovrebbe assicurare
un’autonomia di circa 1500 km
(o 6,8 h) con la sua capacità di
130 litri. Il prezzo di vendita,
sensazionale se confermato, si
dovrebbe aggirare sui 60.000
euro; il primo volo è atteso per la
fine di luglio e se ne sta conside58 Volo Sportivo Giugno 2011
rando anche una versione LSA.
Ben altra fascia di mercato per
il Blackshape Prime, costruito
a Bari e interamente realizzato
in carbonio, la ditta produttrice
afferma che sarà probabilmente
in grado di produrre il Prime fino a 100 esemplari all’anno che
partiranno da un prezzo base di
circa 135.000 euro. Una menzione va anche al lavoro particolare che sta portando avanti
la Flying Legend, una giovane
azienda siciliana specializza-
Blackshape Prime: tutto carbonio, è costruito a Bari con
investimenti importanti e capacità produttiva elevata
La certificazione tedesca del Trial ha regalato all’Ing. Groppo
grosse soddisfazioni con oltre 30 ordini in un solo mese
ta in lavorazioni metalliche di
precisione, frutto della collaborazione tra altre due ditte: la BARUM e la MGA, coinvolgendo
in questo progetto anche la già
nota Squadron Leader: in forza
di quest’ultima collaborazione i
primi due modelli che verranno
prodotti sono le repliche in scala dell’Hawker Hurricane e del
Tucano, l’addestratore prodotto
dalla brasiliana Embraer, a sua
volta già derivato dal Pilatus;
entrambi i velivoli sono interamente in alluminio e acquistabili sia in kit che pronti al volo,
con motorizzazione Rotax 912S.
Il Freccia della Pro.Mecc, del
quale leggete le impressioni di
volo su questo numero, è forse la
più interessante novità italiana
sia per le prestazioni che per la
fascia di prezzo nella quale va a
inserirsi. Il Trial di Nando Groppo non è una vera novità, ma lo
è la possibilità (attualmente in
valutazione) di equipaggiarlo
con un Rotax 912S da 100 hp,
oltre alle due motorizzazioni
già disponibili, cioè Rotax 912
e Jabiru 2200; la certificazione
tedesca, da poco ottenuta, ha
aperto le porte del mercato europeo a questo simpatico biposto
“bush” con oltre trenta ordini nel
giro di un mese, un vero successo per “l’Ingegnere”. Tecnam era
presente con ben due modelli
completamente nuovi: il P2010
(o Twenty Ten, com’è effettiva-
mente marcato sulla fusoliera),
del quale è già stato dato ampio
anticipo nell’anteprima, e l’inedito P2012 Traveler. Ad Aero
era presente un mock-up a grandezza naturale di questo 11 posti
versatile, sul folder di presentazione ne sono infatti proposte
sei possibili versioni: due per la
configurazione passeggeri, una
per la VIP, una per il trasporto
paracadutisti, una per emergenza
medica (Medevac) ed una cargo;
la motorizzazione prevista per
questo bimotore è il Lycoming
TEO 540. Un terzo modello
Tecnam è stato il P92 Eaglet
G5-LY: la sigla parla chiaro, si
tratta della quinta generazione
di questo classico biposto leggero, motorizzata Lycoming per la
gioia, evidentemente, dei piloti
americani, un’ulteriore possibilità di scelta per questo velivolo
diffusissimo in tutto il mondo.
Per chiudere la rassegna di casa
nostra, prima di passare al “resto del mondo”, ecco il Golden
Car F30/Brio: ultimo progetto
realizzato dal grande Stelio Frati
prima di lasciarci nel 2010, questa macchina era stata già vista
ad Aero 2010 e la versione a carrello fisso (il Brio) ha ottenuto la
certificazione tedesca.
Gli studi sull’ala Horten
proseguono con il DPlane, ma la bellezza del
PUL-10 è solo un ricordo
GLI STRANIERI
Il Savage Bobber, provato
in esclusiva assoluta da VS su
questo numero, ha sicuramente
catalizzato l’attenzione e stimolato i sogni di tutti gli “easy
rider” – reali o soltanto nei desideri – passati in fiera, ma vi
rimandiamo alla prova in volo
per i dettagli. Un altro oggetto volante inconsueto è stato
senz’altro il prototipo del monoposto finlandese Fly Nano, vero
scooterino dell’aria: dovrebbe
essere prodotto in tre varianti:
elettrica (serie E200), due tempi
(serie G240) e da ‘competizione’
(serie R260/300). Con una velocità prevista di 140 km/h al 75%
della potenza, l’autonomia teorica di volo è di circa 70 km e il
primo volo dovrebbe avvenire a
breve. Sempre in tema di oggetti
volanti non convenzionali, l’ala
volante D-Plane sicuramente
non passa inosservata: il velivolo monoposto con finitura baremetal, realizzato in Olanda, ha
già volato sui cieli europei allo
stadio di prototipo, spinto da
un motore Subaru 1.6 da 50 hp,
alla velocità di crociera di 220
km/h. Una versione biposto, il
D-Plane 2, è in corso di sviluppo
e dovrebbe volare prima della
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novità
TL Ultralight propone una bellissima versione anfibia del Sirius,
ala alta interamente in composito
L’ala dell’Ellipse Spirit propone
una sofisticata pianta ellittica
con slot integrati e aerofreni
d’estradosso
Diamond strizza
l’occhio alle piste non
preparate con il DA40
Tundra Star
Novità nel settore elicotteri il
Cicaré Spirit, monoposto con il
Rotax 912 S offerto in kit
incluso il motore a 69.900 euro
Il bimotore leggero quattro posti Shark, potenziato con due
Lycoming da 160 hp ciascuno per una crociera di 260 km/h
fine dell’anno, propulsa da un
Rotax 912S. Originalità anche
per l’AiRector 120, che ricorda
le forme un po’ distorte e gommose degli aerei dei cartoni animati: monoposto interamente in
composito, pesa soltanto 120 kg
ed è spinto da un Hirth due cilindri a due tempi. La Skyleader
ha presentato la versione a carrello retrattile del modello 600,
lo Skyleader 600 RG, e anche
un modello nuovo, lo Skyleader
100. Quest’ultimo è un monoposto interamente metallico, con la
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possibilità di scegliere se essere
dotato di ala a pianta rettangolare o trapezoidale; si tratta di un
carrello fisso biciclo, propulso
da un Rotax 582 a due tempi, e
dovrebbe essere in commercio
per la fine di quest’estate. Sull’onda del crescente interesse
per il “bush flying”, anche Diamond ha presentato una versione
in tal senso del DA40, il Tundra
Star. Le modifiche più visibili
sono sul carrello, rinforzato soprattutto sull’anteriore e dotato
di pneumatici più grandi, sulla
cofanatura motore e sulle prese d’aria per il raffreddamento,
rimpicciolite per l’utilizzo nei
climi più rigidi. La C2P, slovena, ha presentato ONE, un velivolo tutto in carbonio 4 posti
equipaggiato con il solito Rotax
912S: il prototipo è stato portato
ad Aero in volo dalla Slovenia
a scopo dimostrativo, dato che
C2P spera di poter vendere il
progetto a possibili investitori.
La ceca A2 ha esposto l’Ellipse
Spirit, un biposto in compositi
con una bella ala ellittica con
slots integrati e aerofreni - diruttori di derivazione aliantistica. Il
motore è un UL Power 260iS da
107 hp. La tedesca Comco Ikarus ha proposto il C52, un’evoluzione più moderna e veloce
del già conosciuto C42. Sempre
dalla Repubblica Ceka, la società Aeropilot si presentava con il
Legend 540, un clone (o quasi)
del Cessna 175 con costruzione
in fibra di carbonio e l’onnipresente Rotax 912S.
in conclusione
Aero si dimostra ancora una
volta la manifestazione di riferimento del settore aeronautico
a tutto campo in Europa, ma i
dubbi più volte espressi sulla convenienza di passare alla
frequenza annuale da quella
biennale stanno cominciando
a rivelarsi fondati. Sono poche,
infatti, le aziende che possono
permettersi di produrre novità
significative con tempi così serrati, che giustifichino il sostenimento dei notevoli costi per
poter esporre in questa kermesse, nonché il fornire lo stimolo
al pubblico perché valga la pena di sobbarcarsi un discreto
viaggetto per vedere “cosa bolle
in pentola”. Se non si ottiene
un ragionevole ritorno, economico e d’immagine da questo
tipo d’investimenti, di solito si
comincia a tagliare, soprattutto
in momenti di crisi come quello
attuale: e non è ciò che serve al
nostro settore.
VS
Autogiro
FC Composites non ha presentato nuovi modelli: l’Arrow
Copter si era già visto lo scorso
anno; l’innovazione consisteva
nella possibilità (alla stregua
dell’FK 14) di installare un cu-
polino aperto al posto di quello
integrale chiuso. Rotor tec
esponeva tre diversi modelli:
Cloud Dancer II, il primo autogiro a posti affiancati con un
rotore a quattro pale pieghevole per agevolare le operazioni di
hangaraggio; il Cloud Dancer
Light, monoposto con motore
due tempi Hirth da 70 hp; il
Cloud Dancer I equipaggiato
di un nuovo tricilindrico Hirth
a due tempi da 85 hp. Magni
Gyro era presente con il biposto affiancato Orion M24 che
ha ricevuto da poco l’approvazione per la BCAR Section T da
parte della CAA inglese. Infine,
la tedesca Auto-Gyro ha esposto il Cavalon, un altro biposto
affiancato dalle linee originali
motorizzato Rotax 912S o 914.
La tedesca Auto Gyro si
converte al biposto affiancato
con il Cavalon, dotato di una
cabina estremamente
profilata
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