Trattamento dei dati genetici

Transcript

Trattamento dei dati genetici
Informazione medico sanitaria per l’Europa del 2000
PERIODICO MENSILE - REGISTRATO AL.TRIBUNALE DI ROMA N. 680 del 29/12/1997
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abbon. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 comma 2, DCB Roma - Pubblicità. 45%
Trattamento dei dati genetici
Roma, 7 giugno
''solo per circoscritte e tassative finalità di tutela della salute dell'interessain dirittura d'arrivo l'autoriz- to o di un'altra persona appartenente
zazione del Garante della pri- alla stessa linea genetica, di ricerca
vacy sul trattamento dei dati scientifica e statistica finalizzata alla
genetici, che stabilisce i limiti per l'uso tutela della salute della collettività in
di questa delicata categoria di dati.
campo medico, biomedico o epidemioSi attende il 'semaforo verde' del mini- logico, o come elemento probatorio in
stero della Salute a cui lo schema del un procedimento civile o penale''.
provvedimento è stato inviato. Dopo le È indispensabile il consenso scritto
valutazioni tecniche e il parere del della persona a cui questi dati apparConsiglio superiore di sanità, il dica- tengono, che va informato sugli scopi e
stero lo rimandera' al Garante per la sui risultati per cui si utilizza questo
pubblicazione. È quanto e' emerso al materiale e sul periodo di conservazioConvegno 'Data privacy nell'azienda ne dei dati e dei campioni biologici.
farmaceutica e sanitaria', organizzato Ognuno ha diritto di opporsi al trattaoggi a Roma nella sede di Confindu- mento dei propri dati genetici e, in ogni
stria.
caso, il consenso è sempre revocabile.
L'obiettivo è evitare l'uso improprio di I dati potranno essere diffusi solo in
dati e campioni
forma aggregabiologici e dita e l'autorizzaa ‘privacy’ sarà certamente arscriminazioni,
zione fissa parricchita delle nuove norme ansulla base di
ticolari obblinunciate per il trattamento dei
queste inforghi a garanzia
dati genetici.
mazioni strettadi sicurezza.
Continuano intanto i lavori del progetmente personaDestinatari del
to di ricerca della Comunità Europea
li, sul lavoro o
testo sono opesui problemi etici e sociali sollevati
quando si vuoratori sanitari,
dalle tecnologie di identificazione biole stipulare una
strutture sanitametrica che possono preoccupare per
polizza assicurie pubbliche e
la conoscenza di dati di identità persorativa.
private, laboranale fino a mettere in dubbio il princiI dati genetici
tori di genetica,
pio di una società basata sul rispetto
potranno essere
enti e istituti di
della privacy.
utilizzati, si
ricerca, farmaLa biometria, infatti, estende i meccasottolinea nello
nismi di identificazione agli elementi
cisti, avvocati e
schema dell'aupiù intimi: codice genetico, comportai nve s t i g a t o r i
mento, perfino il modo di pensare. Un
torizzazione
privati.
tema affascinante che continueremo a
messa a punto
seguire.
dal Garante,
(Adnkronos Salute)
È
L
ANNO VIII - n. 6
Giugno 2005
www.numedionline.it
Segnala la recente
pubblicazione in
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Eutanasia
Appuntamenti CNR di giugno
(medicina, salute, ambiente)
Medicina non convenzionale e
Ricerca scientifica
Industria farmaceutica in cifre
n. 6 • giugno 2005
Società Italiana Andrologia (SIA)
Chi cura il maschio italiano?
A proposito di infertilità e fecondazione assistita
"È necessario riconoscere il ruolo dell'andrologo nella diagnosi e nella terapia dell'infertilità di coppia"
Il 40% dei casi di infertilità di coppia è da ricondurre a patologie maschili.
Patologie che, in gran parte, possono essere prevenute con visite andrologiche compiute nella prima infanzia o nell'adolescenza e con la trasmissione
di alcune semplici nozioni comportamentali per evitare l'insorgere di problemi alla fertilità in età adulta.
Lo specialista di riferimento per il maschio è l'andrologo, eppure spesso la
diagnostica e la terapia del fattore maschile di infertilità vengono trascurate
a favore di un immediato ricorso alle tecniche di fecondazione assistita, anche perché quasi sempre le coppie si rivolgono in prima battuta al ginecologo.
Congresso Mondiale di Radiologia Toracica
L
a seduta inaugurale del Congresso che si è svolto a Firenze presieduto da Lorenzo Bonomo, Direttore del Dipartimento di bioimmagini e scienze radiologiche del Policlinico Gemelli di Roma ha
incentrato l'attenzione sulle nuove tecniche radiologiche.
Non più lastre, ma maneggevoli CD per le radiografie da consegnare al paziente, che potrà esibirle al proprio medico. Una autentica rivoluzione già
in uso in cento ospedali italiani che hanno installato il sistema PACS (Picture archiving and communication system), che permette di gestire radiografie in modo digitale, proprio come si fa con le fotografie.
FEDERFARMA
Siri confermato
Presidente
G
iorgio Siri è stato rieletto il 3 maggio scorso alla presidenza di Feder-
farma.
Sono state anche assegnate le cariche all'interno del nuovo Consiglio di presidenza, composto da
un rappresentante per ciascuna
Regione e Provincia autonoma.
Per la prima volta nel Consiglio
siede una donna, Francesca Conchiglia, consigliere Federfarma
della Puglia.
Giancarlo Visini e' stato rieletto
presidente Sunifar, l'associazione
che rappresenta le farmacie rurali
all'interno di Federfarma.
2
Congresso
Internazionale
Giornata Nazionale
del Sollievo
I
l 29 maggio, ultima domenica del
mese, è stata celebrata la IV Giornata Nazionale del Sollievo secondo quanto disposto dalla Direttiva
del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 maggio 2001.
Scopo della manifestazione è informare
e sensibilizzare operatori sanitari e cittadini sull’importanza di promuovere la
“cultura del sollievo” ed estendere la
consapevolezza che il sollievo non è solo desiderabile ma anche possibile.
In questa giornata si afferma la centralità della persona malata e l’affrancamento dal dolore inutile.
Viene evidenziata l’importanza non solo delle terapie più avanzate, ma anche
il sostegno psicologico e la capacità di
rapportarsi umanamente a chi soffre ponendo attenzione a tutti i suoi bisogni,
psichici, fisici, sociali e spirituali, in
modo di creare la migliore qualità di vita per il malato e per la sua famiglia.
www.numedionline.it
XII Congresso di
Cure Palliative
(abbonati in approfondimenti)
ACE
Reporter Award
Ostetricia e Ginecologia
a due giornaliste europee
‘N
V
uove tecnologie e tecniche chirurgiche’ è
il tema del Congresso
Internazionale che si svolgerà a
Roma dal 10 al 13 ottobre.
Il Congresso, sotto il patronato
del Presidente della Repubblica,
ospita anche l’8° Congresso internazionale della Società per le
nuove tecnologie in ginecologia,
riproduzione e neonatologia; il 4°
Congresso internazionale della
Società di riproduzione e neonatologia; il 3° Congresso nazionale
della Società italiana di medicina
materno-fetale.
Presidente è il Prof. Ermelando
Cosmi; sede dei lavori il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
iktoria Kun, ungherese, e
Ioanna Soufleri, greca,
sono le vincitrici dell'Ace (Awarding Cancer Enlightenment) Reporter Award 2005, il
premio voluto dall'European
School of Oncology (Eso) per incoraggiare un giornalismo accurato e informato sul cancro, rivolto
al grande pubblico. La Kun e la
Soufleri sono state invitate a partecipare all'European Cancer Congress di Parigi a novembre, dove
saranno premiate con un assegno
da 5.000 euro ciascuna. L'Ace Reporter Award e' aperto a giornalisti
di tutto il mondo che scrivono di
oncologia per quotidiani, riviste,
newsletter o siti internet.
n. 6 • giugno 2005
XXV anniversario della scomparsa del vaiolo
Da malattia eradicata ad arma di distruzione di massa
di Giovanna Scatena
el 25° anniversario della epidemiche parimenti gravi quali dell’uomo per la difesa della sua salute che ha permesso “l’eradicaziovittoria sul vaiolo la peri- peste e colera?
colosità del virus è stata ri- Lo smallpox, nome inglese del vaio- ne del morbo”, la scomparsa, quincordata durante il convegno “Attua- lo, è una malattia esclusivamente di, di casi di malattia, la cessazione
lità del vaiolo e della preparazione umana le cui origini sono oscure ma della circolazione dell’agente patogeno e persino la fine
e risposta ad un’edella sua esistenza in
ventuale epidemia”
La lotta contro il vaiolo è iniziata nel 1959, quando l'OMS ha
natura.
svoltosi presso l’Acufficialmente posto come obiettivo il suo sradicamento. L'8
“Ceppi del virus si
cademia di Storia
maggio 1980 la XXXIII assemblea dell'OMS ha accettato il
trovano, oggi in due
dell’Arte Sanitaria
"Rapporto finale della commissione mondiale per la certificasoli laboratori, uno
(Ospedale Santo Spizione dello sradicamento del vaiolo".
americano e l’altro
rito). Nell’ambito
La sua eliminazione è stata conseguita tramite programmi di
russo – ha detto Waldell’incontro sono
vaccinazione internazionali, sorveglianza mondiale sulla mater Pasini – ma non
stati presentati anche
lattia e sistemi logistici per la salute pubblica.
esiste certezza assoi quattro volumi “Il
Dal tempo di questa certificazione, non è più stato riportato un
luta e poiché il virus
vaiolo e la vaccinasolo caso di infezione da vaiolo. Se il vaiolo non fosse stato
è relativamente stabizione in Italia” a cusconfitto, gli ultimi 25 anni potrebbero aver visto 300 milioni di
le e la dose infettiva è
ra dei medici Antonuove vittime e circa 100 milioni di morti.
piccola, un rilascio in
nio Tagarelli, Anna
Oggi esiste la preoccupazione che risorse e competenze relative
aerosol del vaiolo poPiro dell’Istituto di
ad armi batteriologiche siano divenute accessibili a gruppi tertrebbe disseminare
Scienze Neurologiroristici. Come risultato, i governi di tutto il mondo stanno verapidamente la marificando le proprie capacità di gestire il rischio di una riche (Cnr) e Walter
lattia” .
emergenza del vaiolo.
Pasini del Centro
Il
potenziale
impatto
di
una
contaminazione
da
vaiolo
è
apparIl vaiolo, inteso in tal
OMS per la Travel
so
nella
sua
interezza
durante
una
epidemia
simulata
a
Wamodo, si presenta coMedicine. L’opera
shington,
D.C.
nel
gennaio
di
quest'anno.
me una potenziale arcontiene 60 contribuDurante l'esercitazione 'Atlantic Storm', condotta dall'ex sema di distruzione di
ti preziosi per la cogretario di stato Madeleine Albright, politici e diplomatici in
massa.
noscenza e la compensione hanno avuto problemi a contenere la 'situazione'
Che fare allora? “La
prensione della comman mano che il virus si diffondeva nel mondo con previsione
sanità mondiale – ha
parsa e dello svilupdi 660.000 potenziali vittime, grandi sconvolgimenti politici e
concluso Giuseppe
po del vaiolo e, sucun collasso dell'economia mondiale nelle settimane successive
Ippolito, professore a
cessivamente, delall'evento.
La Sapienza – è chial’introduzione della
L'esercitazione ha trovato che oltre 30 paesi hanno alcune rimata ad una stretta
vaccinazione in Itaserve di vaccini come parte dei propri piani di allerta. Ad ogni
sorveglianza di ogni
lia.
modo, il National Intelligence Council statunitense ha conclucaso sospetto, all’inPer Angelo Cappaso che nessun paese è adeguatamente preparato.
dividuazione dei casi
roni, presidente delIMMEDIAPRESS (Gruppo Adnkronos)
dubbi, all’effettuaziol’Accademia di Storia
ne, nel più breve temdell’Arte Sanitaria:
po possibile, della
“L’opera può considerarsi enciclopedica. In essa si ri- perché, per circa 3000 anni, ha porta- diagnosi clinica e alla prevenzione
percorre la storia del vaiolo con la to morte, cecità e sofferenza, cicatrici della trasmissione ad altre persone
descrizione sistematica delle diverse indelebili e deformanti sul volto e sul attraverso l’isolamento dei malati e
aree geografiche, focolai dell’epide- corpo dei sopravvisuti all’epidemia, la vaccinazione ”
mia, della produzione del vaccino e e ha contribuito, per lungo tempo, a L’OMS ha predisposto da tempo un
delle strategie di educazione sanita- limitare l’espansione demografica piano di preparazione e di risposta aldelle popolazioni.
le epidemie provocate deliberatamenria e sociale”.
Il vaiolo ha destato, durante i seco- Fino alla scoperta della “variolizza- te con disponibilità di quantità sufficiente di vaccini da parte di tutti gli
li, un terrore incontrollabile rispetto zione” e del vaccino.
a quello suscitato da altre malattie Vittoria grandissima, dunque, quella Stati.
N
3
n. 6 • giugno 2005
Emofilia: la conosciamo davvero?
C
urare la persona e non la
malattia di cui è affetta è la
missione del medico. Un’
importante norma etica, ma che talvolta non è facile tradurre in pratica.
Così è, per esempio, quando non si
conosce il vissuto globale di un malato e della sua pesante malattia.
È questo il caso dell’emofilico, che
porta con sé il gravoso fardello di
una patologia definita “rara” e che,
proprio perchè rara, fatica ad ottenere
i giusti riconoscimenti e le dovute tutele, sia per quanto riguarda i mezzi,
sia per quanto riguarda i diritti, che
spesso danno accesso ai mezzi.
L’emofilia è una malattia ereditaria e
consiste nella mancata o deficitaria
produzione di un fattore della coagulazione del sangue, a causa di un difetto genetico. Le emorragie sono le
sue più tipiche manifestazioni.
Colpisce soprattutto individui di sesso maschile, le donne possono essere
portatrici dell’anomalia genetica che
è alla base della patologia.
In Italia sono circa 7000 coloro che
sono affetti da emofilia. Incurabile fino agli anni ’60, oggi sono stati ottenuti ottimi risultati in termini di qualità della vita, mediante la terapia sostitutiva, che consiste nella somministrazione endovenosa dei fattori della
coagulazione carenti.
Per meglio comprendere la realtà in
cui vive, ovvero dovrebbe vivere una
persona con emofilia, la Federazione
delle Associazioni Emofilici ha
commissionato un’indagine conoscitiva sulla qualità della vita degli emofilici, presentata a Roma il 18 maggio nella Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati.
Dalla ricerca, che ha coinvolto 150
individui di ogni regione d’Italia,
viene fuori il quadro di un’assistenza
medica specialistica quanto mai “a
macchia di leopardo”.
Non tutti gli emofilici possono giovarsi di un Centro Emofilia nelle
immediate vicinanze della città in cui
vivono. Eppure, tali Centri possono
davvero sostenere l’emofilico ed i
suoi familiari, non soltanto perché dispongono di personale sanitario spe-
4
cificamente preparato ad affrontare
le diverse problematiche mediche,
ma anche perché ci si avvale di un lavoro di squadra, che coinvolge ortopedici, fisioterapisti, immunologi e
psicologi; un team necessario per la
presa in carico globale della persona,
che qui trova un prezioso servizio di
informazione e di counseling per tutte le decisioni connesse alla propria
condizione.
Un emofilico su due, tra gli intervistati, vive in un paese dove non è
presente un Centro Emofilia, al Sud
il 22% deve percorrere anche 500 km
per raggiungere il Centro più vicino,
al Nord, invece, si concentra il maggior numero di Centri Emofilia. Per
valutare appieno la difficoltà rappresentata dalle distanze chilometriche,
bisogna sottolineare che il viaggio
verso un Centro Emofilia può essere
frequente, anche fino ad una volta al
mese per un malato su quattro, perché frequenti possono essere i traumi, gli interventi odontoiatrici, gli
episodi di emorragia.
Non sempre, purtroppo, i medici di
qualunque Pronto Soccorso o i medici di base sono adeguatamente preparati nell’approccio del malato emofilico, perché di emofilia poco si parla.
Lo stesso deficit riguarda il mondo
della scuola e più in generale l’opinione pubblica, che passa dal relegare l’emofilico ad una categoria a rischio AIDS, al costringerlo a vivere
in un mondo ovattato, nella triste rassegnazione di un’esistenza senza pericoli, ma anche senza sapore.
L’integrazione, infatti, è un altro
pressante problema per chi vive questa malattia. Non è infrequente che a
molti ragazzi affetti da emofilia venga preclusa la possibilità di praticare
un’attività sportiva, anche non agonistica. Un’esclusione che non sempre
ha delle giustificazioni mediche valide, almeno non da quando con l’avvento delle nuove terapie sostitutive,
si riesce a garantire una vita normale
a chi in passato era costretto a vivere
a metà. In effetti, sorprende il dato
secondo il quale il 15% degli intervistati pratichi sport alquanto traumati-
ci, come il calcio, lo sci, il karatè, segno che con le terapie giuste una vita
“non da diversi” è possibile.
Un'altra problematica rende ancor
più pesante il carico di chi è già affetto da emofilia, ed è rappresentata
dagli equi indennizzi previsti nella
L. 210/92 e nella recente L. 141/03
per quanti siano stati infettati dai virus dell’epatite o dal virus HIV a seguito di una trasfusione di sangue o
dell’utilizzo di farmaci plasma derivati ottenuti da sangue infetto. Purtroppo, non sempre la richiesta di indennizzo segue un percorso lineare
capace di garantire giustizia ed
equità e molte sono ancora le richieste rimaste inevase. I termini per la
presentazione delle domande, infatti,
sono spesso più corti dei tempi per
l’accertamento del danno. Inoltre,
non sono pochi i casi di cittadini infettati a causa di un’emotrasfusione
effettuata in passato e non adeguatamente informati della possibilità di
richiedere un legittimo indennizzo
nel momento in cui veniva accertato
il danno biologico.
La legge 210/92 si potrebbe forse definire obsoleta e, in effetti, sono in
discussione sia alla Camera, sia al
Senato disegni di legge che cercano
di emendare l’intero doloroso capitolo dei risarcimenti e dei diritti non riconosciuti.
Un problema, per la soluzione del
quale, si sta molto impegnando la Federazione delle Associazioni Emofilici, così come la Fondazione Paracelso, un braccio della Federazione,
con il compito di gestire progetti socio assistenziali a favore dei pazienti
emofilici e di reperire risorse economiche per sostenere gli stessi progetti, non soltanto nel mondo industrializzato dove, la disponibilità di cure
adeguate, nella gran parte dei casi,
non è più un problema, ma anche
nelle realtà terzomondiali in cui, per
gli emofilici, il rischio di perdere la
vita o di incorrere in una disastrosa
invalidità permanente a seguito di
un’emorragia è ancora troppo alto.
Serenella Corvo
n. 6 • giugno 2005
TV e Minori:
medici e psicologi a confronto
Seminari di studio organizzati dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
e dal Comitato di Autoregolamentazione per la tutela dei minori in tv
L
a televisione italiana ha bisogno di qualità e rispetto
dei piccoli telespettatori: è
questo il messaggio lanciato il 26
maggio con l'apertura dei lavori dei
seminari di studio dal titolo "TV e
Minori: medici e psicologi a confronto" che, grazie a una partnership
tra il Comitato per l'Autoregolamentazione e l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, con l'adesione del Comitato Nazionale di Bioetica, metteranno intorno a un tavolo professionisti
del piccolo schermo, operatori della
comunicazione, medici e psicologi.
Il calendario di incontri – tre al Bambino Gesù ed il quarto, conclusivo,
aperto al pubblico, ha lo scopo di trovare una lettura unica e condivisa del
rapporto "tv-benessere del bambino".
"Se è vero che – è stato analizzato nel
corso dell'incontro – ci si preoccupa,
giustamente, della dieta alimentare o
dell'attività fisica dei nostri figli o nipoti, perché non dedicare attenzione
almeno pari al menù mediatico che
essi consumano ogni giorno per ore
ed ore?"
Tra i temi in calendario "Realtà e
reality. Tra evasione e sradicamento";
"Desideri e sazietà. Cibo, divertimento, possesso"; "Violenze e paure. In
solitudine o nel branco".
Saranno Emilio Rossi, presidente del
Comitato di applicazione del Codice
di Autoregolamentazione per la tutela
dei minori in tv e Gianni Biondi, responsabile dell'Unità Operativa di
Psicologia Pediatrica del Bambino
Gesù a presentare le conclusioni nell’incontro finale previsto nel mese di
dicembre a Roma con l'intervento di
autorità, esponenti delle televisioni,
del mondo associativo scolastico, accademico e della stampa.
I minori – è stato appurato – corrono
dei rischi quando sono esposti a lun-
go e da soli alla visione di trasmissioni e spettacoli che possono turbarli e influenzarli negativamente. Occorre però considerare che in ogni
caso un eccessivo utilizzo della tv,
anche indipendentemente dal tipo di
programma, riduce il tempo dedicato
alla creatività, alla relazione con coetanei e adulti, alla lettura e alla attività ludica.
Dati statistici e casi clinici evidenzia-
no come le famiglie siano scarsamente attente a riconoscere i programmi più adatti all'età dei figli:
spesso sottovalutano i rischi ai quali
sono esposti, non controllano le trasmissioni che vedono, non ne discutono con loro, consentendo a quanto
trasmesso di influenzare, o compromettere, le dinamiche educative e di
comunicazione all'interno della famiglia.
Consigli degli psicologi al buon uso della Tv
per bambini e genitori
pubblicati sul Portale Sanitario Pediatrico
www.ospedalebambinogesu.it
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Considerare che alle ore di visione della tv si aggiunge spesso il
tempo dedicato ai videogames.
7.
8.
Considerare che la ripetitività di pubblicità e trasmissioni di intrattenimento induce all'aumento dei desideri, al consumismo, all'imitazione di modelli di comportamento superficiali o del tutto irreali.
Scoraggiare l'abitudine di addormentarsi davanti alla tv, in camera
o sul divano, favorendo la lettura serale di un libro o, ancor meglio,
un momento di dialogo.
Non consentire al bambino/ragazzo di utilizzare la televisione come
"sottofondo" allo studio ed alla esecuzione dei compiti, in quanto
può ostacolare la concentrazione e aumentare la sua stancabilità.
Non considerare la TV come un mezzo "per far star buono il bambino".
Tenere presente che il tempo dedicato alla televisione deve essere
limitato (come tutte le attività di tipo sedentario) e intervallato dal
gioco, dalla lettura, dallo sport, dal dialogo.
Condividere, quando possibile, la visione di spettacoli di intrattenimento, di informazione, di film, che, anche se adatti ai bambini,
spesso possono avere bisogno di spiegazioni, rassicurazioni, valutazione.
Scegliere trasmissioni di qualità che proteggano il bambino da
informazioni e materiali dannosi per il suo sviluppo.
5
n. 6 • giugno 2005
PROGETTARE
LA QUALITÀ IN SANITÀ
Prof. Ermanno Attanasio – Ing. Paola Di Giacomo (*)
S
copo del presente contributo è quello di analizzare e confrontare le diverse metodologie
sulla misura della qualità al fine di individuare un criterio di stima che permetta di valutare la
qualità nell’erogazione delle cure sanitarie con particolare riferimento, in questa prima fase di analisi, al
caso italiano.
La progressiva affermazione dell’esigenza di migliorare il livello qualitativo dell’assistenza sanitaria, infatti,
ha ricevuto in questi ultimi anni una legittimazione
normativa – anche in Italia – attraverso il Decreto legislativo n° 502 del 30 dicembre 1992 e successive modificazioni. In tale decreto, negli articoli 10 e 14, vengono previste “la verifica e la revisione della qualità
delle prestazioni come metodo adottato in via ordinaria”.
Questa semplice previsione assume una valenza significativa nel più ampio contesto della logica innovativa
introdotta dal processo di riordino del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Essa ha pertanto avuto una ripercussione, che seppur ancora incerta negli ultimi sviluppi normativi, al contrario, acquista maggiore ampiezza
e rilievo in un “mercato” della sanità, per quanto particolare ed imperfetto, in cui il cittadino ha libertà di
scelta tra una pluralità di soggetti erogatori delle prestazioni sanitarie e libero accesso alle stesse.
L’evoluzione dell’approccio alla qualità nel nostro Paese, fino al momento attuale, è tuttavia caratterizzato da
fattori decisionali di non semplice lettura; la qualità è
stata infatti introdotta ufficialmente nel nostro sistema
sanitario, ma non senza approssimazioni e persistenti
zone d’ombra in ambito applicativo.
Le indicazioni normative sono infatti poche, generiche
ed in fieri, mentre le scuole di pensiero e i metodi di
approccio alla qualità sono, invece, molteplici e talvolta contrastanti, o almeno non immediatamente applicabili.
Si pensi, ad esempio, giusto per citare le più importanti metodologie di studio sulla qualità, alla certificazione ISO 9000, all’accreditamento di “eccellenza”
statunitense (JCAHO), a quello inglese (CPA) o a
quello olandese (CCKL), alle misure di “verifica e revisione della qualità” (VRQ) e di “miglioramento
continuo della qualità” (MCQ), all’ “analisi partecipata della qualità” (APQ), al Total Quality Management
6
(TQM), al modello europeo di qualità totale, sostenuto dalla European Foundation for Quality Management (EFQM).
In questo contesto, la reazione più diffusa da parte degli stessi responsabili ed operatori della sanità, sembra essere improntata ad un certo scetticismo in merito alla possibilità di applicare effettivamente tali metodiche nella prassi terapeutica ed assistenziale quotidiana, contraddistinte da un’inerzia non facilmente
superabile, alle volte, a trasformare i modelli routinari
di lavoro.
D’altro canto, è da ritenersi segno di maturità imprenditoriale, sociale e politica, proporsi il traguardo ambizioso, ma non velleitario, di progredire oltre la stretta
osservanza delle disposizioni vigenti, ponendosi l’obiettivo di una qualificazione destinata a rispondere in
modo soddisfacente alle esigenze dei cittadini.
L’orientamento di fondo del processo di riordino del
Sistema Sanitario Nazionale persegue il contenimento
dei costi, senza abbassare la qualità delle prestazioni (il
che implica la necessità di misurarla come enfatizzato
nel presente articolo), sviluppando una migliore efficacia/efficienza. Ciò postula l’implementazione di un
modello gestionale ed organizzativo tale da offrire precise garanzie di qualità e tale da soddisfare le esigenze
degli utenti, costituendo la principale variabile strategica di successo.
ANALISI e CONCLUSIONI
I metodi di valutazione e di miglioramento della qualità, già applicati operativamente in alcune realtà isolate, tendono a svilupparsi secondo diverse variabili in riferimento a quanto illustrato: diversità delle prospettive
dei soggetti interessati, carattere multidimensionale
della qualità, peculiarità delle aziende sanitarie.
Da un’analisi delle diverse metodologie, si evince che
ciascuna di esse, dalla MCQ all’APQ, dalle norme ISO
9000 ai sistemi di qualità totale TQM etc., focalizza in
misura prevalente l’attenzione su una dimensione ritenuta prioritaria, ma nessuna delle metodologie presenti
in letteratura analizza la complessità globale e più generale del problema, individuando di conseguenza un
insieme di variabili strategiche (di successo) che otti-
n. 6 • giugno 2005
mizzino il processo di controllo e miglioramento della
qualità in sanità.
Del resto, come abbiamo ampiamente evidenziato nel
presente contributo, come non può essere considerata
univoca la misura della qualità, parimenti non può essere considerato univocamente definito il concetto stesso di qualità in sanità, soprattutto, in relazione alla valutazione delle qualità delle prestazioni sanitarie e delle
cure erogate nei diversi regimi assistenziali previsti dal
SSN.
Le metodologie appartenenti al gruppo MCQ e TQM
considerano proritario l’accreditamento all’eccellenza,
in quanto tendono ad implementare un sistema dinamico ed un conseguente miglioramento continuo della
qualità, sia pure con metodologie e livelli in parte diversificati.
Una necessaria distinzione deve essere operata, a nostro
giudizio, tra “accreditamento istituzionale” ed “accreditamento all’eccellenza”, evidenziando innanzitutto
che il primo è un adempimento obbligatorio fondato
sulle norme vigenti (DPR 14 gennaio 1997) mentre, il
secondo si basa su un procedimento volontario.
L’accreditamento istituzionale si limita essenzialmente
ad eliminare le strutture inaffidabili e non promuove
necessariamente la qualità, come avviene invece nell’accreditamento volontario o di eccellenza.
L’accreditamento all’eccellenza, a sua volta si differenzia dall’attività a carattere volontario nota come certificazione strettamente correlata alle norme ISO.
Se, infatti, l’accreditamento volontario è un’attività di
valutazione professionale, sistemica e periodica, volta
a garantire che la qualità dell’assistenza sia appropriata
ed in continuo miglioramento, la certificazione è l’atto
mediante il quale un ente terzo, indipendente, dichiara
ad una struttura che la sua organizzazione (personale,
attività, controlli, etc.) e i suoi prodotti, processi, servizi etc., sono conformi ad una data norma di riferimento. Nell’accreditamento all’eccellenza prevalgono i caratteri dell’autoregolazione, con la partecipazione attiva dei professionisti e delle istituzioni controllate.
Nella certificazione prevale il controllo esterno ad opera di un organismo indipendente che certifica la
conformità a determinati standard e costituisce la fase
finale di un processo di riorganizzazione aziendale realizzato in conformità alle norme ISO. Tali norme sono
incentrate sull’implementazione di un sistema qualità
nel quale l’azienda assicura che un prodotto, processo,
servizio etc. sia conforme agli obiettivi prefissati e agli
scopi per cui deve essere impiegato.
In altre parole, il controllo del processo secondo le norme ISO 9000 consiste essenzialmente in:
• dire quello che si fa
• fare quello che si è detto
• dimostrare quello che si è fatto (audit interno ed audit
esterno)
• pensare a come migliorarlo.
In ambito sanitario, l’applicazione della norma ISO
9000 presenta il vantaggio di offrire una garanzia di
qualità del sistema aziendale nel suo complesso, costituendo una sorta di paradigma, in cui possono essere
inglobati altri aspetti e altre metodologie scientifiche,
come ad esempio il MCQ e il TQM.
Gli esperti del TQM ritengono che l’applicazione delle
norme ISO sia compatibile ed addirittura propedeutica
alla gestione manageriale della qualità realizzata nei sistemi di qualità totale. Ponendo a confronto le due diverse metodologie si evidenzia, a nostro avviso, che rispetto alla politica della leadership, nonché all’analisi
dei processi e dei risultati, le norme ISO analizzino solo una parte dell’attività di valutazione e miglioramento, trascurando la soddisfazione dei dipendenti, la soddisfazione dei clienti e soprattutto l’impatto sociale,
elementi che invece fanno parte e sono determinanti
nel caso del TQM.
In sintesi potremmo dire che il MCQ – VRQ analizza
essenzialmente i comportamenti professionali, secondo
un’ottica orientata agli esiti; le norme ISO controllano
gli aspetti organizzativi e manageriali; la TQM prende
in esame le varie dimensione della qualità, con una
prospettiva orientata al cliente; l’APQ rivolge l’attenzione al cittadino, di cui vuole rappresentare, forse forzatamente, il punto di vista.
Da queste indicazioni, sia pure molto sintetiche, si evidenzia che nessuna metodologia è di per sé esaustiva,
pur notando tuttavia tra le varie metodologie tentativi
di convergenza ed inglobamento dei vari sistemi di
analisi.
Orientarsi in questo contesto in rapida evoluzione non
è facile, ma attraverso la politica della gradualità e
l’attenzione ai riferimenti normativi, con l’auspicio
che questi ultimi siano universalmente condivisi, è
possibile intraprendere il percorso della qualità aziendale, con la consapevolezza che in fondo migliorare il
servizio vuol dire de facto raggiungere un solo obiettivo apparentemente banale: fare bene le cose giuste.
Ma quello che potrebbe sembrare un’affermazione ovvia, comporta sul piano operativo una vera e propria
sfida alla cultura imprenditoriale, all’organizzazione
gestionale ed al patrimonio delle professionalità nel loro complesso.
(*)Università “La Sapienza”
Il testo integrale dello studio è in
www.numedionline.it
nella rubrica ‘Documenti-Cultura’
(per gli abbonati scaricabile PDF)
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n. 6 • giugno 2005
Spigolando qua e là
di S. Cheli
L’appetito
e gli ‘interruttori molecolari’
I
n molte specie animali, uomo compreso, esisterebbero veri e propri ‘interruttori molecolari’
cerebrali, capaci di influenzare le scelte alimentari che spingono a nutrirsi in modo equilibrato. I nostri gusti sono dettati dalla nostra storia evolutiva: gli
esseri umani sono attratti da cibi grassi, dolci e salati
perché nell’ambiente primitivo nel quale la nostra
specie si è sviluppata erano piuttosto scarsi.
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Davis (California) e della New York University, coordinati da
Davi Ron, ha isolato in topi e lumache un particolare
enzima, la GCN2-chinasi, che si attiva quando nei suddetti animali manca almeno uno dei venti aminoacidi
essenziali per la sintesi delle proteine.
Anche nell’uomo esisterebbe questo meccanismo: ma
il nostro stile alimentare – basato su cibi ipercalorici
– altererebbe la nostra chimica cerebrale ‘indebolendo’ l’interruttore molecolare. Gli studiosi USA stanno
ora cercando di trovare un modo per potenziare questa dinamica cerebrale: in tal modo l’uomo potrebbe
adottare spontaneamente un’alimentazione sana, senza bisogno di diete.
L’attività fisica
nell’ipertensione e nel diabete
I numerosi, irrinunciabili vantaggi comportati dall’attività muscolare si possono così sintetizzare.
Nell’ipertensione arteriosa doppiamente utile:
1) attenuando il tono del simpatico, induce una vasodilatazione sistemica con conseguente calo pressorio (si vedano i Club degli ipertesi in Germania);
2) il distretto muscolare che entra in azione aumenta
il suo fabbisogno di sangue che viene soddisfatto,
attraverso particolari mediatori biochimici, da
un’ulteriore vasodilatazione distrettuale.
Nell’obesità essa stimola gli adipociti bruni. Recenti
studi di microscopia elettronica hanno evidenziato
l’esistenza di due diversi tipi di adipociti: gli adipociti
‘bruni’, ad intenso metabolismo, che bruciano molto
e quelli ‘chiari’, a metabolismo lento, che bruciano
poco. La stimolazione degli adipociti bruni favorisce
pertanto il dimagramento.
Nel diabete la vasodilatazione distrettuale nei muscoli
8
in attività comporta un iperflusso ematico locale che
fa aumentare l’ingresso nei miociti sia del glucosio,
sia dell’insulina. Ne viene pertanto contrastata l’insulino-resistenza con vantaggio in particolare nei diabetici tipo 2.
BNP e disfunzione
diastolica ventricolare
I peptici natriuretici comprendono:
1) il P.striale ANP, derivato dai miociti cardiaci e correlato soprattutto con la pressione dell’atrio Sn;
2) il P.BNP (da brain) correlato soprattutto col volume del ventricolo Sn, dallo stiramento del quale è
stimolata la sua produzione;
3) il P.C.CNP, originato soprattutto dall’endotelio.
Questi peptici svolgono effetti benefici sul compenso circolatorio: sono vasodilatanti, natriuretici e inibitori sia del sistema RAA, sia del Sistema nervoso
simpatico.
Tutti questi dati erano noti. La novità è che ora il peptide BNP si è rivelato un marcatore precoce della disfunzione diastolica del ventricolo Sn, caratterizzata
da alterato rilasciamento ventricolare.
Marcatore precoce ed anche molto più sensibile delle
misurazioni elettrocardiografiche. Tale disfunzione
diastolica si sta rivelando molto frequente nella donna, specie se in soprappeso, diabetica e ipertesa.
Cerotto al DNA
contro la progeria
Ricerca USA – Italia. La dott.ssa Paola Scaffidi, che
da tre anni lavora presso il Dipartimento di Biologia
cellulare ed Espressione genica del nazionale Cancer
Institute di Bethesda, ha approntato un cerotto al
DNA che potrebbe curare la progeria di Hutchinson.
Si tratta di una rara malattia ereditaria (colpisce un
bambino ogni otto milioni di nuovi nati) che causa un
invecchiamento precoce. I sintomi più frequenti sono:
difficoltà di crescita, alterazioni articolari e cardiovascolari, osteoporosi, perdita di capelli, dimagramento.
Tale cerotto – che corregge il difetto genetico della
malattia – per ora è stato testato con successo ‘in vitro’ su cellule di paziente: la speranza è che analoghi
risultati si possano ottenere anche ‘in vivo’.
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n. 6 • giugno 2005
Dalle palestre agli stadi
una medicina dolce anche per gli atleti
da, mercificato dalle fredde, ma imprescindibili logiche di
mercato degli sponsor.
“Il doping nello sport non è un’emergenza” - ha affermato il dott. Suozzi, medico sportivo e Presidente dell’Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali – “perché un’emergenza non può durare decenni. È, piuttosto,
una triste consuetudine che coinvolge tanto lo sport di
vertice, quanto quello dilettantistico, nascosto dietro un
muro di ipocrisia e di immoralità di alcuni colleghi medici”. Gli atleti sono sempre più spesso chiamati ad affrontare sforzi fisici intensi, in prestazioni di lunga durata con insufficienti tempi di recupero: una simile attività
richiede sicuramente un aiuto da parte della medicina,
che può sostenere senza danneggiare un organismo in
salute. Le medicine non convenzionali possono essere
una via percorribile e sostenibile nella gestione medica dello sportivo. Questo, in sintesi, il messaggio che
giunge dalla Sala Gonzaga e l’obiettivo nuovo che i medici ed i rappresentanti delle politiche dello sport della
Capitale vogliono perseguire, per dare slancio ad un settore che, specie per quanto riguarda gli sport minori, è
ancora al limite inferiore delle sue reali possibilità di
crescita. Ma, soprattutto, per promuovere una cultura
positiva della preparazione “medicalmente assistita” degli atleti, ricorrendo, quando occorra, agli ausili più congrui, che non privino l’attività sportiva della sua peculiare capacità di garantire il
benessere psico fisico di chi
lo pratichi. Una cultura sposata anche dall’AISPORT,
associazione germogliata
dal sistema FITA-Confindustria, Federazione Italial diabete e le cataratte dell'età senile potrebbero essere efficacemente conna Industrie e Servizi Protrastate assumendo la variante biotech di una bevanda tradizionalmente
fessionali e del Terziario
diffusa presso diverse popolazioni asiatiche, composta da tè ed erbe officiAvanzato, nata con l’intento
nali poco conosciute.
di contribuire all’elevazione
Lo afferma Joe Vinson, ricercatore dell'Università di Scranton (Pennsylvania),
degli standard qualitativi
il quale ha recentemente presentato gli esiti clinici di uno screening alimentare
dell’attività sportiva, prosvolto in Oriente. "I risultati dell'indagine – afferma – ci hanno permesso di
muovendone lo sviluppo
appurare che solo un esiguo numero dei soggetti analizzati presentava alteraimprenditoriale, ma anche
zioni metaboliche degli zuccheri e difetti visivi gravi. Questo grazie alla costanla formazione degli operate assunzione di tè, spesso edulcorato con erbe officinali specifiche, in grado di
tori, per una cultura dello
ridurre costantemente i livelli di glucosio nel sangue. Riproducendo in laborasport che non dimentichi lo
torio il mix più favorevole con metodologie biotech, e somministrandolo a sog“spirito di Olimpia”.
getti campione – conclude – abbiamo dimostrato l'assenza di alterazioni significative al pancreas e ai cristallini, con una riduzione del rischio di contrarre
Serenella Corvo
diabete e cataratte senili".
S
i è svolto il 19 maggio scorso a Roma, nella Sala
Gonzaga del Comune, il seminario dal titolo
“Medicine Non Convenzionali, Sport e Impresa”, un’iniziativa promossa dall’AISPORT, Associazione
Italiana di Imprese per lo Sport, e dal Centro di Medicina Olistica “Lotus”.
Un’occasione di confronto e di interscambio per i rappresentanti del mondo medico e di quello delle società sportive, ma anche una sede privilegiata per un obiettivo e costruttivo dibattito sul fenomeno del doping.
La medicina tende sempre più a divenire la regina delle
performance atletiche, la discriminante tra il vincitore e i
vinti di una competizione, talvolta giocata disonestamente
sulla potenza di una tal molecola, piuttosto che sulle reali
capacità dei gareggianti. Uso illecito di sostanze farmacologicamente attive: questo si intende per doping nello
sport, l’utilizzo di molecole assolutamente utili ed indicate in specifiche condizioni patologiche, anche gravi, ma
che possono divenire assai dannose se scorrettamente assunte da soggetti sani, quali sono generalmente gli sportivi, al solo fine di migliorare le prestazioni. Una finalità
apparentemente banale, questa, ma decisamente necessaria, oggi, per un professionista dello sport, costretto non
di rado dalle stesse società a rendere, a produrre come lo
si può chiedere ad un investimento strategico di un’azien-
Mix biotech di te' e erbe officinali
per curare
diabete e cataratta senile
I
10
n. 6 • giugno 2005
SIOMIncontri
L
a Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata (SIOMI) annuncia il 1° Seminario interdisciplinare per un dialogo possibile tra
omeopatia, pediatria e medicina di famiglia.
L’appuntamento è per il 22 ottobre 2005 ad Impruneta
(Firenze) e sarà realizzato dalla SIOMI in collaborazione con ACP (Associazione Culturale Pediatri), FIMP
(Federazione Italiana Medici Pediatri), SIMG (Società
Italiana di Medicina Generale) e con l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Toscana.
Il Seminario si pone l’obiettivo di indagare il rapporto
esistente tra la medicina ufficiale e la medicina omeopatica attraverso la conoscenza dell’interazione tra medico omeopata e medico/pediatra di famiglia e paziente che faccia ricorso all’uso di medicinali omeopatici.
I SIOMIncontri rappresentano una iniziativa a carattere interdisciplinare finalizzata al confronto e allo
scambio culturale tra i medici esperti in omeopatia e i medici appartenenti alle altre categorie professionali
che compongono la medicina cosiddetta "convenzionale".
Il tema di questo primo appuntamento nazionale nasce da una constatazione di importanza primaria: nove milioni di italiani utilizzano saltuariamente o abitualmente due sistemi di cura, la medicina convenzionale e la medicina omeopatica. Essi delegano, pertanto, la tutela della loro salute sia al loro medico o pediatra di famiglia che al
loro medico omeopata. Tuttavia il dialogo tra queste ‘diverse’ figure professionali è sporadico e ancora meno comune è la collaborazione.
Il convegno ha l'obiettivo primario di indagare il rapporto esistente tra la medicina ufficiale e la medicina omeopatica attraverso la conoscenza dell'interazione tra medico omeopata e medico/pediatra di famiglia e paziente
che faccia ricorso all'uso dei medicinali omeopatici.
Con questa iniziativa la SIOMI auspica una migliore collaborazione tra le due categorie mediche a tutto vantaggio dei pazienti utenti di entrambe le medicine e individua nel dialogo e nello scambio di opinioni a confronto il
mezzo attraverso cui chiarire gli intenti e la possibilità di cooperazione nel rispetto della libertà di cura espressa
dal paziente. La SIOMI ringrazia ACP, FIMP, SIMG e Federazione Toscana degli Ordini dei Medici per la fattiva
collaborazione.
''IldellaSabato
Samaritano''
Scuola Italiana di Medicina Omeopatica
Hahnemanniana
(S.I.M.O.H.)
U
na volta al mese, nella giornata del sabato, l'Equipe medica dell'Istituto omeopatico italiano si
riunisce per dedicarsi collegialmente ed in modo
gratuito ai disgenetici. I Medici, sotto la guida del Prof.
Antonio Negro, offrono ai malati la loro professionalità,
nonché l'esperienza di un Istituto che ha quasi sessant'anni di pratica nella medicina omeopatica hahnemanniana.
''L'omeopatia'' dichiara la Prof.ssa Maria Letizia Salvi,
Direttore Sanitario della S.I.M.O.H., ''è una medicina
pro-biotica, orientata alla valorizzazione delle personali
capacità costituzionali/difensive di ciascun paziente, riconosciuto nella sua originalità e nella sua individualità
irripetibile in ogni condizione clinica, anche la più grave.
In tal senso l'omeopatia guida il malato affinchè egli pos-
sa guarire e custodisce il sano affinchè si rafforzi in lui,
in termini fisiologici, il suo stato di benessere''.
''Come medici hahnemanniani formati in una visione clinica biotipologica neo-ippocratica'' aggiunge il Prof. Antonio Negro ''noi siamo dei clinici vitalisti che, con logica scientifica, preferiscono personalizzare in ogni malato
la terapia medica sulla base delle capacità biologiche
reattive di ciascuno, anche di chi è il più segnato dalla
sofferenza. Questo è il significato di una vera medicina
omeopatica; una medicina votata a ricercare in ogni condizione, anche la più grave, il terreno sano ed a privileggiarlo attraverso una terapia iscritta, secondo la legge di
similitudine, nelle potenzialità di difesa, ossia di salute di
ogni persona''.
11
n. 6 • giugno 2005
Introduzione generale alle MNC
Medicina, Metodologie e i Medici
Medicina Integrata e Sistemica
La medicina fonAssoL’attenzione
terapeutica
che
prende
in
considerazione
l’uomo
data sulla conociazionell’unità del suo essere nei piani fisico e psichico (governati
scenza e sull’espene PIdall’asse psico-neuro-endocrino-immunologico) può essere defirienza prim’ancora
NUS vede con
nita ‘medicina integrata e sistemica’.
che sull’evidenza
grande soddisfaL’Istituto Pinus che ha svolto a Ravenna il suo primo ‘Simposio’
(EBM), esige cauzione che, dopo la
sul
tema:
‘La
Medicina
e
i
Nuovi
Paradigmi
della
Scienza’
è
nato
tela e non ammette
posizione dell'Orcon
lo
scopo
di
promuovere
la
comprensione
delle
basi
antropolopregiudizi.
gano ufficiale di
giche, filosofiche, culturali e sociali che sono alla base del sapere
La Medicina non è
rappresentanza dei
una scienza esatta,
nell’arte medica partendo dalla riflessione delle diverse esperienze
medici italiani
forse neppure una
culturali e professionali, che hanno concordemente rilevato come
FNOMCeO che riscienza.
le cosiddette Medicine Non Convenzionali non rappresentano una
conosce come "atDove le scienze
alternativa in medicina, ma solo un diverso linguaggio nella lettura
to medico" alcune
esatte non sono
e precise "medicidell’uomo sofferente,
ancora arrivate, la
ne e pratiche non
Del medico-omeopata Mario Ravaglia l’introduzione generale
medicina a volte
convenzionali", è
arriva attraverso la
stato fatto un ultevia dell’esperienza
riore passo in
avanti per la tutela della salute, per la È un vociare sgradevole quando ser- e della sperimentalità, la cosiddetta
credibilità della medicina e soprattut- virebbe un rispettoso silenzio. L’in- via empirica.
quietitudine di tanti si fa intollerabito per la serenità delle persone.
Il titolo di questo Simposio, la Medi- le per l’assenza di risposte preventi- UN ESEMPIO:
cina e i nuovi Paradigmi della Scien- ve ai grandi quesiti sul senso della per combattere la febbre e i dolori
za manifesta l’esigenza di una rifles- sofferenza e della morte: le doman- muscolari l’umanità ha masticato per
sione sulle radici della medicina: es- de diventano ‘scottanti’ se necessita- millenni le cortecce del salice: solo
so ha l’obiettivo di contribuire al ‘ri- no di risposte immediate: molti ri- all’inizio del secolo appena passato è
posizionamento’ del paziente, al cen- spondono attraverso pregiudizi, trat- stato riconosciuto ed ‘isolato’, in
teggiati da rigidità e intransigenza, quelle cortecce, un acido ad effetto
tro della medicina.
In casi non rari sembra che, piuttosto senza la conoscenza di ciò che av- terapeutico: provenendo dal salice fu
chiamato acido salicilico, poi acetiladel paziente e dei suoi affetti, al cen- viene.
to per renderlo meno amaro: oggi l’atro della medicina vi siano la malattia
cido acetilsalicilico è ancora un faro, in alcuni casi, anche solo l’organo
maco di grande uso per le stesse indiLa
stessa
modalità
è
propria
dell’atammalato: l’interesse pare alcune volteggiamento di tanti sul tema che cazioni, ed altre ancora.
te circoscritto addirittura alla lesione.
La medicina era arrivata da millenni;
In altri casi i pazienti sono chiamati stiamo affrontando:
attraverso il nome della loro malattia. asprezza e rigidità sulle METODOLO- la scienza della riproducibilità e della
Anche questi elementi sono segni di GIE MEDICHE NON CONVENZIONALI, ponderabilità è arrivata recentemente.
sofferenza del rapporto terapeutico; comunemente ed impropriamente de- Come lo era la chimica di secoli fa,
sofferenza che si manifesta nella cro- nominate ‘medicine’, appartengono alchimìa, oggi, le METODOLOGIE MEnaca di tristi vicende di accanimento al medesimo problema: una insuffi- DICHE NON CONVENZIONALI, rappreo abbandono terapeutico, vicende cienza di riflessione di pensiero e di sentano un imponderato per la scientificità galileiana, sia da un punto di
che hanno a che fare con la medicina conoscenza.
solo in modo indiretto.
Chi non conosce, se non tace, si vista metodologico che biofisico.
Accanimento, abbandono, eutanasia esprime per sensazioni o per pregiu- Ciononostante, l’amore per la vita e
attiva – come spesso poste – appaio- dizi: ‘io ci credo’, o ‘io non ci per la conoscenza, nonché la passione che alimenta gli animatori di queno come disquisizioni antropologiche credo’.
sul senso dell’essere umano e sulla La medicina e le scienze che la so- sta manifestazione, non temono di
sua sorte, fatte in una sede del tutto stengono sono oggetto di conoscen- confrontarsi con ciò che è apparenteimpropria, il dramma esistenziale di za ed esperienza, ma non oggetto di mente ignoto.
(M.R.)
una persona.
fede.
L’
12
n. 6 • giugno 2005
Aperto a Guidonia (Roma) un centro di medicina cinese
Agopuntura per smettere di fumare
al 16 maggio a Guidonia, alle porte di Roma, la shiatsu, ormai pubblicizzato anche nell'occidente, ma è
clinica convenzionata Italian Hospital Group certo molto più complessa.”
(Ihg) ha aperto un centro di Medicina Tradizio- “La collaborazione tra la struttura sanitaria della Valle
nale Cinese per Prestazioni che trovano un supporto nelle dell'Aniene e il Centro Clinico Paracelso di Roma, Centro
linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, italiano per le Medicine non Convenzionali, va a compleche consiglia l'agopuntura per ben 42 patologie differenti tare una gamma di servizi per il territorio, senza per questo voler ambire a un ruolo preminente nel panorama sae in particolar modo per smettere di fumare.
Relatore del dibattito inaugurale di quello che diverrà un nitario territoriale”.
probabile polo attrattivo del
servizio sanitario locale e
multifunzionale nel territorio
Alla scoperta delle proprie
tiburtino è stato il prof. Aldo
Liguori, Direttore Sanitario
emozioni
del Centro Clinico Paracelso e
attraverso il respiro e
attuale docente universitario
la consapevolezza del corpo
alla Sapienza in merito al perfezionamento medico in master specialistici.
“I ritmi incalzanti della vita
moderna – afferma Liguori –
indeboliscono la capacità di
di Osvaldo Sponzilli e Enza Carifi
recupero e di equilibrio del
nostro organismo incidendo
fortemente sulla qualità della
l libro spiega come nel procesvita. Mal di testa, stanchezza,
so della vita e dell’esistere nelperdita di vitalità divengono
lo spazio-tempo tutto si muove
sintomi insistenti che spesso
come “informazione”.
ci portano a cercare sostegno
Gli atomi così come le cellule e gli orin scorretti comportamenti
gani comunicano attraverso processi di informazione; emozioni bloccate e
alimentari o nel fumo”.
non espresse nella vita fetale ed infantile sono quindi in grado di bloccare
Dietologia, tecniche preventii processi d’informazione a livello del sistema nervoso.
ve e curative per i fumatori, di
Il “Lavaggio Emozionale REM®”, tramite tecniche respiratorie e di stirivitalizzazione e miglioramolazione di punti corporei, permette il riaffiorare dell’emozione bloccata
mento agonistico per gli spore la riattivazione del processo di informazione, liberando la persona dalla
tivi, sono soltanto alcuni dei
gabbia caratteriale e dagli schemi ripetitivi che hanno caratterizzato fino
campi di applicazione della
ad allora la sua vita.
Medicina Tradizionale CineNella vita non esiste il bene e il male, ma l'amore e la paura. L'Ego fin
se, ormai riconosciuta a liveldalla nascita vive nella paura: paura di non farcela, di non essere all'altezlo mondiale anche da cattedre
za, di non valere, di essere insignificante.
universitarie Specialistiche
Lottiamo incessantemente per affermarci, riproducendo schemi energetici
come terapie che hanno conche ripetono le stesse situazioni, gli stessi errori, le stesse sofferenze, perquistato una propria dignità
ché inconsciamente ci crediamo!
terapeutica anche allo studio
Imparare a vivere nel presente abbandonando la lotta e la paura è la vera
approfondito dei migliori riconquista dell'essere umano.
cercatori medici italiani.
''La medicina tradizionale ciAutori
Sponzilli Osvaldo Carifi Enza
nese è una scienza medica a
tutti gli effetti, non stregoneEditore
Edizioni Mediterranee Roma
ria” afferma Aldo Liguori
Isbn
88-272-1737-7 - Data pub. Marzo 2005
“Non si ferma al semplice
Illustrazioni 65, di cui 39 a colori
D
Lavaggio
emozionale REM®
I
13
n. 6 • giugno 2005
www.numedionline.it/tempolibero
Uno spazio da condividere con i lettori e visitatori del sito internet. Non soltanto per trattare insieme argomenti seri o scientificamente
culturali, ma per riflessioni, svago, curiosità, segnalazioni, fatti, eventi e notizie utili per una pausa di lavoro e per interrompere la
‘routine’ quotidiana. ‘Tempolibero’ da assaporare dentro di noi o in compagnia delle persone che amiamo. Momenti di riposo, riflessione
e divertimento. Per ricordare, comprendere il prossimo, riprendere slancio, avere fiducia nel futuro, rinnovare la gioia di vivere.
Una vicenda incredibile in Ortopedia a Lucca
Intervento al femore fa rincontrare due
anziani commilitoni
N
on si vedevano da 62 anni, quando erano insieme
sotto le armi, e si sono ritrovati nella stessa stanza del reparto di Ortopedia dell’ospedale di
Lucca, dopo essere stati operati entrambi per una frattura di femore.
È l’incredibile vicenda capitata a
G. C., 84 anni, di San Marco e a D.
G., 85 anni di Nave.
Casualmente i due hanno scoperto
di essere stati commilitoni e di aver
partecipato insieme, con il 33esimo
reggimento carristi, alla guerra
d’Africa.
Agli inizi degli anni ’40 erano a
Parma, nell’antica caserma della
Pilotta, dove era di stanza il loro
reggimento.
Era poi iniziata la Campagna d’Africa e nel continente nero le loro
strade si erano separate.
Uno dei due nel 1943 era stato fatto
prigioniero in Tunisia: gli americani lo avevano “passato” ai francesi
e, dopo il suo rifiuto ad entrare nella legione straniera, aveva subito
diverse angherie. Per un lungo periodo era stato costretto a lavorare
nonostante una brutta frattura al
piede. Tra gli episodi ancora vivi
nella sua memoria anche una terribile punizione subìta: era stato sotterrato per molto tempo con soltanto la testa fuori.
L’altro aveva sofferto meno dal
punto di vista fisico, ma molto a livello morale: nello stesso periodo
era prigioniero in Algeria catturato
dalle truppe inglesi e poi consegna-
14
to agli algerini, che lo facevano la- more e a poche ore di distanza uno
dall’altro.
vorare in alcune fattorie.
Ricorda, come aspetto positivo, il Tutto questo prima di scoprire il lobuon rapporto creato con una fami- ro legame.
glia del posto per la quale lavorava Ora si sono ritrovati e continuerane con la quale riusciva a comunica- no a frequentarsi perché hanno tante cose in comune e tanti ricordi da
re in francese.
Il suo cruccio più grande è invece condividere.
quello di aver visto morire tanti
Sirio Del Grande
suoi compagni di avventura, con al(Addetto Stampa USL 2 di Lucca)
cuni dei quali aveva stretto un rapporto di amicizia.
Entrambi avevano dovuto fare i conti con la malaria, ma erano riusciti a
sopravvivere e a tornare
in Italia nel 1946, ma in
periodi diversi.
..."Se il troppo cibo
Il destino adesso li ha
o il vino
riuniti e ha permesso lonuoceranno
la mia salute
ro di rievocare – durante
o
l'equilibrio
i giorni di ricovero in
della mia poesia,
ospedale – tutti gli epida
te monarca astuto
sodi legati alla Campadispensatore di miele
gna d’Africa, al deserto
o di veleni,
sirtico, ai loro rapporti
regolatore
di sali,
con le altre forze armate
da te invoco giustizia.
e con la popolazione del
Amo la mia vita
posto.
sii mio complice
Molte le coincidenze lelavora!
gate a questo incontro
Non arrestare il mio canto
nel reparto di Ortopedia
di Lucca del professor
di Pablo Neruda (1904-1973)
Augusto Fornaciai: i due
pseudonimo di
ex commilitoni, che da
Neftali Ricardo Reyes y Basoalto
62 anni non si vedevano,
sono stati messi casualInviata da
mente in due letti vicini,
Dott.ssa Emilia Luciano
sono stati operati entrambi per una frattura al fe-
"Oda al higado"
n. 6 • giugno 2005
Quella calda sensazione
del gelato italiano
S
cioglievolezza.
Morbide sensazioni stimolano le papille ed i ricordi nel
lungo attimo in cui si assapora il
meritato gelato. Un alimento piacevole e pratico, adatto a chi va di
fretta, come a chi sostiene il mangiare slow ma, soprattutto, un pasto
bilanciato e dalle modulabili proprietà nutrizionali, potendo scegliere tra sorbetti, privi di grassi, e creme, più nutrienti, perché contengono latte, uova ed acidi grassi a catena corta, combustibile di pronto
utilizzo per l’organismo e, perciò,
in grado di sostituire un pasto, se
accompagnate da cialde o biscotto.
Un piacere per tutte le età.
Il 95% degli italiani se lo concede
da una a cinque volte la settimana,
più spesso a casa che fuori, e quasi
sempre è un pretesto per stare in
compagnia.
Le creme sono le più desiderate ed
in testa alla top ten dei gusti stanno
il cioccolato e la nocciola, seguiti
da limone e fragola.
Il gelato italiano, quello industriale,
sulla cui produzione e commercializzazione vigila l’Istituto del Gelato Italiano (IGI) con il suo codice
di autoregolamentazione, è anche
un alimento sicuro, con una bassa
quota di additivi e con solo coloranti naturali.
Una qualità, quella della sicurezza,
che gli esperti dell’IGI hanno voluto sottolineare in un incontro tenutosi a Roma il 19 maggio scorso,
occasione per presentare i risultati
di una ricerca condotta dall’Eurisko
sugli stili di consumo del gelato nel
Bel Paese.
Di gelato ce n’è per tutti i “denti”,
più consistente se fatto con solo
zucchero, più morbido tramite l’aggiunta di zuccheri semplici come il
glucosio, e per tutti i gusti, dai più
tradizionali, al colorato “gusto
puffo”.
Ma attenzione, perché se il gelato è
“alla frutta” deve contenere più
frutta (15% di succo o polpa) di
uno al “gusto di frutta” e se è “allo
yogurt”, questo, dovrà essere presente per almeno il 40% dell’intera
porzione e lo yogurt non sarà pastorizzato per non danneggiare i
fermenti lattici vivi.
Serenella Corvo
Salus TV
un programma
televisivo dedicato a
salute, sanità e sociale
P
Animali
negli zoo
I
l giardino zoologico cambia look per assicurare il
benessere degli animali
selvatici che vi risiedono.
È stato pubblicato sulla G. U.
del 2 maggio scorso il decreto
legislativo del 21 marzo 2005,
n.73 sulla custodia degli animali
selvatici nei giardini zoologici
che pone norme rigorose e requisiti severi per garantire la tutela della fauna e la salvaguardia della biodiversità.
Il provvedimento, attuativo della
direttiva 1999/22/CE, prevede
accurati check up veterinari che
accertino anche le situazioni di
stress. Stabilisce che recinti e
vasche debbano essere ampi,
ben areati, puliti e ben “arredati” con rami intrecciati, tane, nidi, piante, ecc. per permettere
un adeguato movimento ed esercizio fisico e per creare un habitat gradevole. Cibi e bevande
devono rispondere sia dal punto
di vista nutritivo che quantitativo alle esigenze di ogni singola
specie.
Al Ministero dell'Ambiente il
controllo del rispetto di standard
e regole.
rodotto e diffuso da
Adnkronos Audiovisivi
nasce il programma
“Salus TV” per informare l’opinione pubblica sui principali avvenimenti ed innovazioni del
settore “salute”, sui meccanismi
ed il funzionamento della sanità
in Italia, sulle iniziative a carattere sociale promosse sia dal settore pubblico che privato.
Questa la finalità, dichiarata con un comunicato ADNKronos-Salute che
ne annuncia la produzione, del programma che andrà in onda da giugno
condotto da Laura Cutrì, Ilaria Floris e Alessia Lautone.
La trasmissione comprenderà un servizio realizzato in studio sui principali avvenimenti della settimana e altri servizi realizzati in esterna.
Tre sezioni tematiche:
Sanità: servizi di approfondimento per far conoscere compiti e attività
di professionisti del settore e/o di strutture pubbliche e private;
Salute: dedicata all’informazione sulle principali innovazioni scientifiche, malattie stagionali e non, modelli di prevenzione
Sociale: iniziative sociali legate ad istituzioni e associazioni di pazienti.
Il programma, a cadenza settimanale, avrà una durata di circa 10 minuti
e sarà diffuso dalle emittenti televisive locali del circuito Adnkronos.
Sarà possibile rivedere le puntate di Salus Tv scaricandole dai siti
www.adnkronos.com e www.adnsalute.it
15
n. 6 • giugno 2005
www.numedionline.it/asmi/asmiinforma
L’
Organizzazione Mondiale della sanità calcola
che circa il 10% dei farmaci che circolano nel mondo siano contraffatti con un giro d'affari
che sfiora ogni anno i 35 miliardi
di dollari ed ha deciso di adottare
contromisure ‘on line’.
Si tratta del Rapid alert system
(Rsa): un “sistema web unico al
mondo” che, attraverso una sorta
di network globale, permettera' alle autorità competenti di seguire le
tracce dei truffatori e di stanarli.
il commercio di farmaci contraffatti raggiunge punte record nei
Paesi del Sud-Est asiatico.
Informazione medico sanitaria
per l’Europa del 2000
Registro Tribunale di Roma
n. 680 del 29/12/97
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MARIO BERNARDINI
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Finito di stampare il 8 giugno 2005
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chiedere la cancellazione dei dati trattati,
compresi quelli di cui non è necessaria la
conservazione in relazione agli scopi per i
quali sono stati raccolti.
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Università di Chieti-Pescara—Facoltà di Scienze Sociali
Roma 2 giugno
“L’Associazione Stampa Medica
Italiana (ASMI) collaborerà con
la Facoltà di Scienze sociali dell’Università ‘Gabriele D’Annunzio’ di Chieti-Pescara per le seguenti comuni iniziative:
• promozione e partecipazione ad
attività di formazione e ricerca;
• promozione e partecipazione ad
attività seminariali e di professionalizzazione;
• stipula di convenzioni di tirocinio e stage tra la Facoltà e l’ASMI;
• erogazione di contributi per Borse di studio e/o attività culturali
variamente promosse dalla Facoltà”.
Questo è il contenuto dell’articolo
1 del protocollo d’intesa siglato
ieri tra il Rettore dell’Università di
Chieti-Pescara Franco Cuccurullo, il Presidente dell’ASMI Mario Bernardini, e il Preside della
Facoltà di Scienze sociali Ezio
Sciarra.
Entro il mese di giugno l’Università e l’ASMI entreranno nel merito delle modalità, dei tempi e dei
contenuti delle quattro iniziative
contemplate nell’articolo 1.
A tale scopo verrà costituita una
commissione paritetica Università-ASMI per la promozione e il
monitoraggio delle iniziative.
Il protocollo è valido tre anni ed è
rinnovabile.
In tal modo l’Università di Chieti-
Pescara prosegue nella sua ‘politica’ di apertura verso la società e
verso le realtà professionali più interessanti.
È recente l’intesa con l’Ordine dei
giornalisti per far partire, con il
prossimo Anno Accademico, il progetto ‘Laureare l’esperienza’, che
consentirà a giornalisti professionisti e pubblicisti di accedere al corso
di Laurea in Sociologia, previo riconoscimento, da parte dell’Università, di crediti formativi sulla
base del curriculum e sulla base di
criteri oggettivi.
A giudizio di Franco Cuccurullo,
“è giusto che l’Università si confronti con le professioni, tutte. Ancora di più è giusto che lo faccia
con l’Ordine dei Giornalisti e con
la stampa medica, vista l’importanza assunta dall’informazione
nel campo medico-scientifico e nel
campo della ricerca, due settori
nevralgici e strategici, che devono
naturalmente tendere alla qualità”.
Secondo Mario Bernardini, “il protocollo d’intesa è il punto di partenza di un percorso che l’ASMI sta
perseguendo da tempo per la massima professionalizzazione dell’informazione medico-scientifica,
un obiettivo, questo, che è importante non solo per l’ASMI e per i
giornalisti, ma soprattutto per i cittadini che hanno bisogno di notizie
chiare ma scientificamente corrette.
Credo che Chieti costituisca un
esempio positivo anche per altre
Università”.