comunicato stampa emofilia: nuovo ambulatorio per i bambini al
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comunicato stampa emofilia: nuovo ambulatorio per i bambini al
COMUNICATO STAMPA EMOFILIA: NUOVO AMBULATORIO PER I BAMBINI AL POLICLINICO DI MILANO. L’ORSACCHIOTTO KOKKOLO INAUGURA UN PROGETTO DI GIOCOTERAPIA DEDICATO AI PICCOLI EMOFILICI Milano, 23 novembre 2007 – E’ stato inaugurato oggi al Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi di Via Pace il nuovo ambulatorio pediatrico di emofilia, donato alla Fondazione Irccs Ospedale Maggiore Policlinico Mangiagalli e Regina Elena da Bayer Schering Pharma. Sono una quindicina i piccoli emofilici che vengono curati ogni giorno presso il centro diretto dal professor Pier Mannuccio Mannucci, Direttore Dipartimento di Medicina del Policlinico, Università degli Studi di Milano e coordinato dalla dottoressa Elena Santagostino. L'emofilia è una malattia rara, congenita ed ereditaria, trasmessa dai genitori ai figli. E’ causata dalla mancanza di un fattore essenziale per la coagulazione che provoca gravi emorragie. L’unica cura è l’infusione per via endovenosa del fattore carente: il Fattore VIII. “L’emofilia colpisce circa un bambino su 7.500. In Italia si calcola che gli emofilici siano circa 3.000, ai quali si aggiungono persone con malattie della coagulazione affini all’emofilia, per un totale di 6.000 persone. Si riscontrano circa 30 nuovi casi ogni anno”, ha detto Pier Mannuccio Mannucci. “L’emofilia è una malattia in primo luogo dei bambini, non degli adulti. E’ da piccoli, da piccolissimi che s’impara a convivere con un ‘qualche cosa’ che ti accompagnerà per tutta la vita. Una ‘cosa’ che ti rende diverso dagli altri bambini con i quali giochi, studi, scherzi. L’emofilia è una malattia che può avere un impatto profondo sulla qualità della vita, l’autostima, la sfera psicologica”, ha proseguito Mannucci. “Sino ad oggi nel nostro centro i bambini venivano curati nelle stesse strutture destinate agli adulti”, ha ricordato Elena Santagostino. “Finalmente possono disporre di uno spazio a loro misura, realizzato secondo i canoni della moderna giocoterapia, adottata per aiutare i bambini a esprimere o esteriorizzare esperienze, sentimenti, problemi”. Protagonista della nuova struttura: Kokkolo, un tenero orsacchiotto, mascotte di un più ampio progetto nell’ambito della giocoterapia realizzato per i centri emofilia italiani, grazie a una collaborazione tra l’azienda tedesca, FEDEMO-Federazione delle Associazioni Emofilici Onlus, l’autrice e scrittrice Brianna Carafa Gargallo e Raffaele Landolfi, Direttore Servizio Malattie Emorragiche e Trombotiche e Centro Emofilia del Policlinico A. Gemelli di Roma. Il nuovo ambulatorio pediatrico di emofilia dispone di moderne apparecchiature e di una “sala d’attesa” a misura dei piccoli pazienti, con angolo giochi, televisione, cartoni animati: tutto in un ambiente rallegrato dalle avventure dell’orsacchiotto, intento a insegnare ai bambini a come convivere con l’emofilia. “Si può facilmente immaginare il trauma psicologico cui vengono sottoposti bambini di pochi mesi o anni - e i loro genitori, alla temibile diagnosi - costretti a cure ospedaliere continue, visite mediche, iniezioni 2-3-4, anche 7 volte la settimana”, ha spiegato Santagostino. “La giocoterapia permette di portare un messaggio positivo ai bambini emofilici e alle loro famiglie, insegnando loro ad accettare e a convivere serenamente con la malattia e con le cure mediche, attraverso il gioco e il sorriso”, ha concluso. “Quando l’eccellenza medico-scientifica ha un occhio di riguardo per l’aspetto umano del paziente affinché si possa diminuire l’impatto dell’ospedalizzazione e quando la generosità dei privati si concentra sui bisogni dei piccoli degenti, noi non possiamo che esserne riconoscenti. Non solo, quindi, un aiuto ai bambini ricoverati, ma anche strutture di accoglienza adeguate, come quella che si è inaugurata oggi”, ha dichiarato l’assessore alla Salute del Comune di Milano, Carla De Albertis. “L’attenzione si sta sempre più spostando dalla relazione tra medico e malattia a quello tra medico e persona che ha una malattia, fattore primario nelle situazioni di degenza e che sta molto a cuore all’Assessorato alla Salute”, ha spiegato De Albertis. La gravità dell’emofilia dipende dal tipo di difetto genetico e quindi dal grado di mancanza del fattore della coagulazione (grave, moderata, lieve). I problemi tipici della malattia sono le emorragie. Circa il 60% degli emofilici è colpito dalla forma più grave, che provoca sanguinamento dopo estrazioni dentarie, interventi chirurgici o traumi, emorragie interne che paiono spontanee o dopo piccoli traumi, emorragie articolari (emartri) ripetute, che possono portare a problemi cronici con perdita della normale mobilità articolare. Un quarto delle persone con emofilia, invece, soffre di una malattia lieve, che può anche passare inosservata, fino al manifestarsi d’importanti emorragie dopo traumi o interventi chirurgici. In queste persone, l'emofilia può essere diagnosticata casualmente in età adulta, in seguito ad esami del sangue eseguiti per altri motivi o dopo che la malattia è stata diagnosticata in un familiare. “Le uniche possibilità di cura – ha detto ancora Mannucci - sono affidate alla somministrazione endovenosa di concentrati del fattore carente, una volta derivati dal plasma, oggi ottenuti con tecniche d’ingegneria genetica: il cosiddetto Fattore VIII ricombinante”. Per informazioni. Alessandra Chiarello Ufficio Stampa Fondazione Policlinico Mangiagalli Tel.: 02 55038408 – 347 4856366 Mail: [email protected] Diego Freri Progetto Kokkolo Tel. 335 8378332 Mail: [email protected]