FORUM degli Ordini Regionali dei Geologi Consiglio Nazionale
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FORUM degli Ordini Regionali dei Geologi Consiglio Nazionale Geologi sul Rischio idrogeologico in Italia LE FRANE IN CASA La difesa del suolo come priorità tra fragilità del territorio, emergenze, incuria, superficialità ed ignoranza ROMA 16 giugno 2010 LA FRANA DI MAIERATO A. Guerricchio Dipartimento di Difesa del Suolo - Università della Calabria Un aspetto della facies dei calcari evaporitici del Miocene superiore, affioranti nella trincea della strada comunale coinvolta dalla frana del febbraio 2010. Il sottile livello argilloso ocraceo-rossastro (ossidato) è intercalato tra banchi calcarei debolmente cementati, talora pulverulenti, leggermente impastabili, che verso il basso a causa della DGPV sono frammisti ai sottostanti livelli argillosi. Un aspetto della parte bassa dei calcari evaporitici fortemente “infarciti” di livelli argillosi e siltosi di colore grigio e rossiccio, molto deformati dall’antica DGPV, affioranti nel tornante della strada comunale oggi interamente franato (da Google Earth Street View). Tale facies giustifica la presenza di acque in pressione nella fascia basale della formazione carbonatica. Siltiti molto diagenizzate del Pliocene medio-superiore, a giacitura sub-orizzontale, permeabili grazie a famiglie di fratture prevalentemente sub-verticali, affioranti nell’abitato di Maierato, al di sopra dei calcari evaporitici. Sabbie passanti ad areniti, intercalate nei silts del Pliocene medio-superiore, a giacitura sub-orizzontale, affioranti all’ingresso del centro storico di Maierato, permeabili. Curva di variazione del livello medio marino tra il Tirreniano e l’Olocene (da Cotecchia et al., 1969) Immagine da Google Earth dell’area di Maierato. Le frecce sottili indicano la rottura perimetrale dell’antica DGPV, il cui verso di movimento è indicato da quella più spessa. In alto a destra, il Lago dell’Angitola. Da notare, pure, l’alta scarpata (circa 150m) sub verticale generata da altra antica grande frana, individuabile subito a sud ovest del lago. Immagine Google Earth, antecedente alla frana del 2010, di una parte del territorio del Comune di Maierato. Le frecce bianche sottolineano le antiche rotture gravitative ascrivibili al terremoto del 1783, di cui solo la parte più a Sud-Ovest risulta molto sviluppata; quelle rosse indicano l’andamento della scarpata attivatasi durante la frana del 2010, mentre le gialle individuano un gradino di un’antica rottura anch’esso conseguente al terremoto del 1783 a probabile futuro sviluppo retrogressivo. Veduta aerea dell’intero corpo della frana di Maierato del 15 Febbraio 2010. Si evincono le aree di alimentazione della colata detritica e dei grossi blocchi dei calcari evaporitici prevalentemente laterali e quella delle sabbie plioceniche e dei depositi continentali pleistocenici rossastri più centrale. La porzione con ulivi e prato (zona A nella foto) ha subito una dislocazione orizzontale verso valle ed un innalzamento di una ventina di metri, mentre l’alveo del F.so Scuotrapiti e del tutto obliterato. Veduta aerea dello sviluppo complessivo del corpo di frana che perviene alla base del paese di Maierato seguendo lo sviluppo del F.so Scuotrapiti con una estensione longitudinale di circa 1100 m a partire dal coronamento. La differenza totale di quota tra il ciglio della scarpata e l’unghia della colata detritica a grossi blocchi, risulta di circa 110 m. Veduta aerea della porzione di monte della frana, da cui è visibile il laghetto da sbarramento (freccia rossa) al di sotto del gruppo di “Case Draga”. Si evidenzia pure il significativo “rialzo” del corpo centrale della frana conseguente al notevole approfondimento della superficie di rottura in località Giardini Veduta aerea della zona della scarpata principale e della testata, in cui si può osservare un leggero basculamento verso monte dei depositi rossastri pleistocenici con vegetazione e delle sabbie plioceniche grigie dislocate, a seguito dello scorrimento rotazionale. Alla base della scarpata, in corrispondenza del canale rettilineo in primo piano, impostato lungo una rottura sub verticale con qualche cavità da paracarsismo (figg. 20 e 21), si nota pure un piccolo specchio d’acqua. Sullo sfondo l’esteso lago di C. Draga, di lunghezza superiore a 400m. Inoltre, è da evidenziare la parziale riattivazione della scarpata di frana prodottasi col terremoto del 1783 (freccia gialla), alla cui base è presente un altro laghetto. Veduta aerea del corpo principale della parte medio-alta della frana. Sono visibili sulla destra i due “laghetti da sbarramento” (A e B). Nel corpo, malgrado lo scompaginamento è ricostruibile la sequenza delle formazioni coinvolte che vanno, a partire dall’alto, dai depositi conglomeratico-sabbiosi rossastri con vegetazione del Pleistocene, alle sabbie e sabbie siltose del Pliocene, a luoghi “inquinate” da zolle marroncino-ocracee del Pleistocene ed infine, nella parte alta, a sinistra e a destra, dai calcari-calcareniti del Miocene. La foto dà la sensazione dello sviluppo del corpo di frana su un materiale fluidificato, o del tutto fluido, che deve averlo sostenuto alla base durante l’intero suo percorso. Possono essere identificate pure strutture del tipo “onde” Veduta aerea della parte medio bassa della “colata-detritica” a grossi blocchi che mette in evidenza come il riempimento dell’alveo del F.so Scuotrapiti, malgrado tutto, esercita una azione positiva di contrasto al piede del blocco su cui ricade l’abitato di Maierato. Blocco mobilizzato dalla grande DGPV, che in epoca pleistocenico-olocenica ha causato uno spostamento dell’alveo dello Scuotrapiti stesso. D’altra parte, però, il corpo di frana impedisce un rapido smaltimento delle acque che proven-gono soprattutto dal versante sinistro, per la qual cosa sono urgenti interventi per la loro canalizzazione e smaltimento. Veduta dal versante di Maierato dello scorrimento rotazionale multiplo evoluto in “colata-detritica”. Al centro della foto è evidente il grosso pacco roccioso (certamente superiore al migliaio di metri cubi) di calcari miocenici in basso e di sab-bie plioceniche al tetto, basculato e ruotato obliquamente rispetto al verso del movi-mento generale. Veduta dal versante di Filogaso della porzione in sinistra orografica del corpo di frana, da cui risulta evidente la vicinanza di alcuni fabbricati al ciglio. Questi potrebbero essere coinvolti da un possibile sviluppo retrogressivo del fenomeno franoso. Sulla sinistra della fotografia (freccia rossa), si nota una frattura, che si manifesta in superficie sotto forma di un “solco”, che, con andamento sub verticale attraversa tutte le formazioni costituenti il versante. Ietogramma medio (1922-2009) relativo alla stazione di Vibo Valentia, che evidenzia la grande piovosità dei mesi da ottobre a febbraio Confronto fra le precipitazioni medie mensili dei mesi invernali e quelle misurate negli ultimi due inverni. Si evidenzia come in tutte e due le ultime annualità le pre-cipitazioni nei mesi invernali siano abbondantemente superiori alle medie del periodo. Istogramma delle precipitazioni dell’inverno 2009-2010, che hanno preceduto l’evento franoso del febbraio 2010 individuato con la freccia rossa. E’ evidente il pro-lungato periodo piovoso che ha preceduto la attivazione della frana Precipitazioni cumulate dei mesi di Dicembre, Gennaio e Febbraio (2009-2010) con individuazione del movimento franoso al termine della loro fase di forte crescita Particolare dei canali “tubolari” lungo la frattura sub-verticale nei calcari evaporitici (“pseudo-carsismo”), oggi evidenti sulla scarpata di frana, che, dimen-sioni a parte, danno un’idea di quelli probabilmente presenti in profondità al contatto con la formazione delle argille. Differenza di quota fra la zona di infiltrazione e di deflusso Î pressioni interstiziali 500 – 600kPa Un tale carico idraulico può addirittura annullare il carico litostatico anche di circa 30m di calcari del Miocene e delle sovrastanti sabbie plioceniche. Considerando un peso di volume di detti terreni pari a 19 – 20kN/m3, si ha una tensione totale σ (carico litostatico) di circa 600kPa ed una pressione interstiziale u comparabile, dando luogo ad una tensione efficace pressoché nulla (σ’ = σ - u) e causando così la totale perdita di resistenza dei livelli argilloso-siltosi sottostanti i calcari. ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO LIDAR I LIDAR possono essere suddivisi in due categorie che, sebbene si basino su un principio di funzionamento simile, hanno in realtà delle caratteristiche ben distinguibili: • Nella sua versione terrestre, montato su treppiede topografico; • Nella sua versione aerea. Per quanto riguarda il monitoraggio delle frane è stata messa a punto una metodologia che si basa sull’impiego del laser scanner terrestre per la creazione di DTM di una medesima area in tempi successivi, finalizzati ad un confronto in termini volumetrici e morfometrici. STAZIONI TOTALI ROBOTIZZATE Le stazioni totali funzionano con o senza l’utilizzo di bersagli artificiali (prismi), possono costituire un sistema economico e di media precisione per il monitoraggio di fenomeni di dissesto. La versatilità di questa strumentazione consente all’operatore di individuare manualmente punti di interesse significativi e di monitorarli nel tempo mediante campagne di misure periodiche. CONTROLLO DEI MOVIMENTI SUPERFICIALI Estensimetri e Distometri CONTROLLO DEI MOVIMENTI SUPERFICIALI Estensimetri e Distometri CONTROLLO DEI MOVIMENTI SUPERFICIALI Estensimetri e Distometri CONTROLLO DEI MOVIMENTI SUPERFICIALI Il Global Positioning System (GPS) Stazione GPS Leica 500 utilizzata per i rilievi di alta precisione CONTROLLO DEI MOVIMENTI PROFONDI Le misure INCLINOMETRICHE TECNOLOGIE AVANZATE A FUTURO SUPPORTO DEI SISTEMI DI PREANNUNCIO Ground Based Radar Interferometria Radar Differenziale da Satellite Utilizza almeno due immagini Radar complesse per derivare informazioni di distanza sfruttando la fase del segnale. Prodotti •Modelli Digitali del Terreno; •Mappe di Velocità di Deformazione del Suolo; •Mappe di Classificazione. Vantaggi • Possibilità di acquisire dati in qualsiasi momento del giorno, incluse le ore notturne; • Grande estensione spaziale fino a 400 x 400 Kmq; • Risoluzione a terra di 20 x 20 mq (i nuovi sensori fino ad 1mq); • Tempo generale di rivisitazione di 35 giorni (oggi anche 16 giorni). Interferometria Radar Differenziale da Satellite – Mappe di deformazione Il metodo si è dimostrato efficace per: - la localizzazione; - la caratterizzazione; - la quantificazione; - la valutazione morfo-evolutiva Area urbana di Vibo Valentia delle deformazioni. Timpa del Salto, Belvedere Spinello (KR) Zona portuale di Vibo Marina Area di Sant’Eufemia di Lamezia (Aeroporto) Esempio di approccio “Early Warning” per l’Interferometria Radar Differenziale da Satellite: il caso del Vulcano Montserrat (2000) – Local Reception. Montserrat è un isola vulcanica con attività di tipo esplosivo nel Mar dei Caraibi. L’attività del suo Osservatorio Vulcanologico è concentrata anche ad attività di previsione per cui l’analisi di dati DInSAR, potenzialmente, fornirebbe importanti informazioni sulle deformazioni del suolo e sui cambiamenti topografici tipici di processi morfo-evolutivi che possono portare a condizioni di crisi. I dati da analizzare dovrebbero però essere disponibili, quando necessario, in modo tempestivo. Nel 2000, dopo il pre-processing ESA, i dati SAR risultavano disponibili dopo tre settimane dall’acquisizione. Sistema di ricezione di BURS/RAPIDS ((Bradford University Remote Sensing Ltd/Real-Time Acquisition and Processing Integrated System) per la ricezione in “real time” dei dati ERS SAR ascendenti e discendenti e della loro elaborazione immediata come prodotti di InSAR. DInSAR Ground-Based (GB-DInSAR) I La tecnica dell’Interferometria Differenziale SAR mostra buone potenzialità a supporto dei Sistemi di Preannuncio solo nelle implementazione con stazioni fisse a terra (Ground-Based Platform). Tutti i principali limiti caratteristici derivanti dai sensori da satellite - Geometria di acquisizione; - Distorsioni geometriche; - Risoluzione spaziale; - Decorrelazione temporale; - Tempo di Rivisitazione ……………….. risultano fortemente ridotti Stazione topografica Track Antenna trasmittente Radar Antenna ricevente DInSAR Ground-Based (GB-DInSAR) II Quindi, l'uso di GB-DInSAR può costituire indubbiamente un valido supporto ai “Sistemi di Preannuncio” fornendo la flessibilità necessaria per investigare fenomeni di tipo gravitativo che tipicamente sono caratterizzati da estrema variabilità, in termini di estensione, meccanismi di movimento, tassi di spostamento, condizioni di attività. Ciò deriva dalla possibilità di variare facilmente i parametri di osservazione: - distanza dall'obiettivo; - ampiezza dell'apertura sintetica; La possibilità di rilevamento, a - angolo dell'incidenza cadenza significativamente periodica, permette di per adattarli ad ogni caso particolare. valutare, su soglie predefinite, il caso di anomalie significative e quindi la determinazione di un Ovviamente, nei sistemi di tipo “Early allertamento preventivo. Warning” un parametro fondamentale è la FREQUENZA DI OSSERVAZIONE DInSAR Ground-Based (GB-DInSAR) III Dati di deformazione proiettati su un modello 3D Civita di Bagnoregio, Viterbo Interferogramma (G. Luzi et al. 2004) DInSAR Ground-Based (GB-DInSAR) IV Mappe di spostamento della frana di Cortenova (Lecco) – Evoluzione dal Dicembre 2002 al Marzo 2003 con la stabilizzazione del movimento gravitativo La distribuzione continua dell’informazione interferometrica, ottenuta attraverso questa implementazione, migliora e semplifica l’interpretazione dell’evoluzione del fenomeno osservato, fornendo una visione globale della deformazione in atto facilmente utilizzabile per ulteriori utilizzazioni. (D. Leva et al. 2004 - LiSA©) Mappe di spostamento su DEM DInSAR Ground-Based (GB-DInSAR) - Sistema funzionante totalmente in remoto; - Misure derivabili in assenza di luce, presenza di nebbia e condizioni climatiche avverse; - I risultati possono essere disponibili pochi minuti dopo il rilevamento; - Estrema precisione delle misure dell’ordine dei decimi di millimetro; - Valida capacità di discriminazione dei cambiamenti morfologici in atto e di “zonazione della pericolosità; - Tempo di rivisitazione minimo dell’ordine della decina di minuti. GRAZIE PER L’ATTENZIONE