La Saxe 6 luglio 2012
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La Saxe 6 luglio 2012
Assessorato opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica Dipartimento difesa del suolo e risorse idriche FENOMENO FRANOSO SUL VERSANTE NORD-OCCIDENTALE DEL MONT DE LA SAXE NEL COMUNE DI COURMAYEUR Courmayeur, 6 luglio 2012 Il settore 7 è caratterizzato dall’evoluzione gravitativa della scarpata frontale della frana; tale scarpata è estesa alla base del versante, sia a sud che a nord, ha un’altezza media di circa 100 m ed è generata dall’erosione operata dalla Dora di Ferret (e anche dalla lingua cataglaciale della Val Ferret); attualmente la scarpata non è più in connessione diretta con la Dora ma prosegue la sua evoluzione regressiva, questa evoluzione è comunque alimentata dal continuo ringiovanimento della scarpata operato dal movimento dei settori 4 e 5. I meccanismi di evoluzione sono rappresentati da processi di disgregazione fisica e crollo del substrato fratturato; il materiale così prodotto si accumula alla base della scarpata a formare una fascia di detrito più o meno potente. È probabile che la maggior velocità di evoluzione del settore 4, rispetto al 5, determini una maggiore instabilità di quel tratto di scarpata e una maggiore velocità di evoluzione della scarpata. Volume ca. 8.300.000 m3 Caratteristiche fenomeno franoso 7 4 6a 3b 5 6b 3a 2 Misure inclinometriche S5_2010: 75m S4_2010: 67m S4_2011: 55m DMS_S2: 54m DMS_S1_2011: 74m DMS_S7 : 92m S1_2009: S3_2009: 62m S6_2011: 22.5m S3_2011: 76m S1_2011: 50m 13m Meccanismi di deformazione Indagine geognostiche SI01: rottura a -50m da p.c. SI01: rottura a -50m da p.c. Indagine geognostiche SI01: rottura a -73m da p.c. Indagine geognostiche SI01: rottura a -67m da p.c. Indagine geognostiche Ubicazione indagini e reti di monitoraggio Spostamenti cumulati dal 2009 a oggi Interferometria radar (monitoraggio continuo). Si nota subito la prevalente attività del settore NNW Confronto tra spostamenti di giugno 2012 e giugno 2011 Nel 2011 non vi sono stati forti apporti di acque di fusione Interferometria radar (monitoraggio continuo) Giugno 2011 Giugno 2012 Confronto tra spostamenti di giugno 2012 e giugno 2010 Sono state entrambe stagioni di forte apporto di acque di fusione. Interferometria radar (monitoraggio continuo) Giugno 2010 Giugno 2012 Spostamenti della frana 2009-2012: accelerazioni stagionali Accelerazione Primavera ‘10 Accelerazione Primavera ‘11 Accelerazione Primavera ’12 Si inizia a intravedere un rallentamento Spostamenti della frana 2009-2012: trend costante annuale Si può notare comunque il movimento più lento delle stagioni invernali e autunnali Quadro delle deformazioni misurate Vettori di velocità e azimuth di ciascun punto di misura Sintesi evoluzione storica del versante (spostamenti superficiali) Velocità massime «primaverili» 0,5 mm/giorno 1,0 mm/giorno 7 mm/giorno Velocità minime «invernali» 8 mm/giorno 1,2 mm/giorno 7 mm/giorno 1,0 mm/giorno 1,1 mm/giorno Dal 2002 al 2008: misure topografiche manuali, 1 o 2 volte/anno Dal 2009: TCA automatica, GPS automatici e manuali, GB-SAR, piezo e meteo automatici Dal 2010: colonne inclinometriche automatiche Ruolo dell’acqua Bacino di alimentazione A B Drenaggio acque lungo fratture del versante A B A INVERNO – AUTUNNO CIRCOLAZIONE IDRICA DI BASE B A PRIMAVERA-ESTATE CIRCOLAZIONE IDRICA DI BASE + FUSIONE B Analisi dell’ evento di superamento della soglia di preallarme 2 Maggio 2012 Zona interessata dal superamento della soglia di preallarme Capisaldi rete monitoraggio topografica automatizzata Capisaldo 02-mag 03-mag 04-mag 06-mag 07-mag 1.3 1.45 1.01 0.75/0.79 0.6 0.8 0.70/0.76 B6 V (mm/h) B4 V (mm/h) 0.70/0.80 0.70/0.80 0.81 T8 V (mm/h) 0.70/0.80 0.70/0.80 0.87 0.67/0.92 0.70/0.76 GPS P8 ha registrato due superamenti di soglia fra l’8 e il 9/5/2012 Tale superamento di soglia di preallarme è rientrato nella mattina del 9 maggio e non viene confermato dalle corrispondenti misure del prisma della Rete TCA (T8), ubicato sullo stesso sostegno Stato del monitoraggio: velocità prismi mm/giorno Settore destro, alto Settore alto 2010 2010 Settore centrale, basso 2011 2011 2012 2010 2011 2012 2010 2011 2012 2012 Settore destro, basso Prismi B5-B6: velocità 3D corrette 5 0 -5 -1 0 velocità corretta (mm/g) -1 5 -2 0 -2 5 -3 0 Soglia preallarme 1 mm/h -3 5 -4 0 -4 5 -5 0 Soglia allarme 2 mm/h -5 5 -6 0 31/05/12 31/03/12 30/01/12 01/12/11 01/10/11 01/08/11 01/06/11 01/04/11 30/01/11 01/08/09 Confronto riattivazioni primaverili: GB-SAR: attivazione aprile/luglio 2010 Confronto riattivazioni primaverili: GB-SAR: attivazione marzo/aprile 2011 Confronto riattivazioni primaverili: GB-SAR: attivazione marzo/maggio 2012 Dettaglio riattivazione 2012 (settore laterale destro) Nuove evidenze di deformazione superficiale: strumentali e di terreno Instabilità recente del settore laterale destro PARTE ALTA: Degradazione delle scarpate e crollo di volumi limitati Instabilità recente del settore laterale destro PARTE CENTRALE: Apertura di fratture trasversali e longitudinali Instabilità recente del settore laterale destro PARTE BASSA: Apertura di fratture e scivolamento Instabilità recente del settore laterale destro PARTE BASSA: Apertura di fratture e scivolamento Evidenze di scivolamento «superficiale» recente a monte prisma TCA B6 Dislocazione complessiva plurimetrica scarpata principale : circa 1,3 m (10 maggio 2012) SCENARIO 1 B6 Volume 300 - 500 mc SCENARIO 2 B6 Volume 10 000 mc SCENARIO 3 B6 Volume da 50 000 mc a 100 000 mc Simulazione scenari 3 scenari presentati e considerati credibili sulla base dei dati disponibili in questa fase di emergenza Scenario 1) crollo di alcune centinaia di m3 di materiale Scenario 2) e 3) Crollo in massa di alcune decine di migliaia di m3 (10.000 – 100.000) Scenario 1 Fenomeno di caduta massi relativamente localizzato Crollo simulato come un fenomeno di caduta massi di blocchi non interagenti con volumetria variabile entro un range (0.5 – 500 m3): B6 •Ammasso disgregato •Blocco di grandi dimensioni Codice di calcolo 3D – Hy Stone: modello ibrido (es. utilizzato per analisi parete La Saxe) Volume 300 - 500 m3 Scenario 1 Fenomeno di caduta massi relativamente localizzato Arresto delle traiettorie entro alveo Dora di Ferret e/o contro sponda destra e rilevato Scenario 3 Fenomeno di crollo in massa Scenario più conservativo Da generazione superficie di rottura (ipotetica) : volume ca 50.000 m3 •Forte interazione blocchi B6 Codice di calcolo quasi 3D Risultati in termini di spessore e disposizione spaziale Volume 50.000 - 100.000 m3 Scenario 3 Fenomeno di crollo in massa Carata degli spessori iniziali e di deposito Area di invasione e transito Fenomeno di crollo del 25 maggio 2012 + + + ++ + + 30 APRILE 2012 26 MAGGIO 2012hh11.30 17.30 2 MAGGIO 24 MAGGIO2012 2012 h 17.30 + ++ Attività in corso e di nuova programmazione 2012-2013 CONCLUSIONI DELLA CAMPAGNA DI MONITORAGGIO E INDAGINE 2009-2012 • Il fenomeno franoso di Mont de La Saxe è un fenomeno in evoluzione continua con accelerazioni quasi periodiche in corrispondenza del periodo primaverile; • I movimenti sono in gran parte controllati dall’afflusso di acque in profondità, ciò è sicuro per quanto riguarda le accelerazioni primaverili, che sono controllate dalle acque di fusione del manto nevoso; • Per quanto riguarda il movimento costante, più lento, e che si rileva durante l’intero arco dell’anno, è probabile la correlazione con una circolazione idrica più profonda, rilevata a circa -90 m dal piano di campagna CONCLUSIONI DELLA CAMPAGNA DI MONITORAGGIO E INDAGINE 2009-2012 • L’analisi del monitoraggio strumentale e di terreno ha evidenziato che il fenomeno presenta dei settori in movimento più accelerato ed altri più lenti, ma ciò non permette ancora di determinare se alcuni settori si distaccheranno in maniera autonoma e se, al seguito di distacchi parziali di grossi volumi (di volume superiore a 100.000 mc), il resto della massa non verrà destabilizzato al punto da produrre un crollo totale. • Quindi, allo stato attuale delle conoscenze, per volumi superiori a 80.000-100.000 mc lo scenario cautelativo da adottare dev’essere quello del crollo di tutta la massa (8.300.000 mc) La gestione a fini di protezione civile • L’esperienza condotta a partire dal mese di maggio 2012 ha permesso di condurre un test reale sull’efficacia del sistema di monitoraggio e allertamento, in particolare: 1. Le soglie di preallarme e allarme sono realistiche e predittive (al superamento della soglia di 1mm/h) un evento si è verificato 2. Il sistema ha una ridondanza ed un livello di presidio tale da consentire la pronta rilevazione di anomalie INTERVENTI PER IL RALLENTAMENTO DELL’EVOLUZIONE DELLA FRANA 2012 Drenaggi suborizzontali 2012 Sondaggi a monte della frana 2013 Completamento quadro conoscitivo circolazione idrica e ulteriori interventi di drenaggio (pozzi) 2013 Rallentamento frana ha successo Con le conoscenze acquisite può partire la progettazione della galleria drenante OK CAMPAGNA DI MONITORAGGIO E INDAGINE 2012-2013 Sulla base delle conoscenze acquisite è ora importante mettere in atto una serie d’indagini conoscitive e d’intervento articolate su due linee d’azione principali: 1. 2. 3. 4. Interventi immediati per captare, se possibile già dalla presente stagione, le acque di scioglimento in afflusso al corpo di frana in modo da “smorzare” le accelerazioni stagionali; Interventi immediati per risagomare la scarpata NNW e distaccare artificialmente il maggior quantitativo possibile di roccia instabile. N.B.: questa sarà un’attività che comunque non avrà effetti sul movimento annuale e stagionale della frana ma è tesa a limitare i crolli locali; Interventi per predisporre un sistema d’intercettazione della circolazione idrica sotterranea a monte della massa in frana in modo da abbattere la pressione dell’acqua circolante al suo interno; Con riferimento al punto 3 è chiaro che la soluzione ottimale è data dalla relaizzazione di una galleria drenante ma, essendo la sua relizzazione CAMPAGNA DI MONITORAGGIO E INDAGINE 2012-2013 3. 4. Interventi per predisporre un sistema d’intercettazione della circolazione idrica sotterranea a monte della massa in frana in modo da abbattere la pressione dell’acqua circolante al suo interno; Con riferimento al punto 3 è chiaro che la soluzione ottimale è data dalla realizzazione di una galleria drenante 5. La realizzazione di una galleria drenante presenta tuttavia alcuni punti critici: • Elevati costi di realizzazione • Costi di manutenzione • Tempi di realizzazione incerti vista la qualità della roccia • Necessità di avere un quadro della circolazione idrica sotterranea definito al massimo prima di iniziare il progetto 6. Pertanto è necessario: • Completare al massimo livello di dettaglio il quadro delle conoscenze idrogeologiche • Cercare, prima di avviare un intervento di tale portata, di realizzare interventi a più basso costo, rapidi tempi di realizzazione e bassa probabilità di fermo in cantiere: tali interventi sono costituiti dalla realizzazione di drenaggi e batterie di pozzi drenanti • Il vantaggio di tali interventi è che, in caso d’insuccesso, produrranno comunque conoscenze tali da aumentare enormemente le possibilità di successo della galleria drenante Criteri di intervento – Studio di Fattibilità L’IPOTESI DI INTERVENTO 1.Realizzazione di cunicolo, passante al di sotto della superficie di rottura, allo scopo di consentire la successiva esecuzione di batterie di aste drenanti disposte a ventaglio. Il cunicolo dovrà essere di diametro adeguato alla necessità di perforare aste drenanti di lunghezza 150-200m. Il tracciato del cunicolo sarà fortemente condizionato dalla scelta della tecnica di scavo (p.es. tradizionale, fresa, raise-borer) 2.Esecuzione di aste drenanti, perforate dall’interno della galleria e dirette verso l’alto in modo da garantire il drenaggio del corpo di frana evitando soprattutto le riattivazioni estive. Tali interventi saranno realizzati in due fasi: una prima serie, esplorativa, sarà definita a partire dal modello idrogeologico realizzato in fase di studio, la seconda serie costituirà l’infittimento della prima, e sarà definita a partire dalle misure di portata nei dreni e di livello nei piezometri. Criteri di intervento – Studio di Fattibilità L’IPOTESI DI INTERVENTO Completamento dei drenaggi in base alle indicazioni ottenute dalla 1° fase Scavo del tunnel ed esecuzione dei drenaggi di 1° fase in avanzamento Completamento del tunnel e dei drenaggi di 1° fase Criteri di intervento – Studio di Fattibilità L’IPOTESI DI INTERVENTO Rappresentazione schematica Sezioni Sezione longitudinale A-A Sezione trasversale E-E Sezione longitudinale C-C Sezioni tipo Sezione tipo G2 - Roccia scadente Classi Bieniawski IV-V Particolare di drenaggio Sezione tipo G1 – Roccia da buona a mediocre Classi Bieniawski II-III