convegno gruppo cassa centrale banca verona – 13 ottobre 2016
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convegno gruppo cassa centrale banca verona – 13 ottobre 2016
1 CONVEGNO GRUPPO CASSA CENTRALE BANCA VERONA – 13 OTTOBRE 2016 Gentili Ospiti, Care colleghe e Cari Colleghi Presidenti e rappresentanti delle Banche di Credito Cooperativo-Casse Rurali, prima di tutto consentitemi a nome di tutti gli Amministratori e della struttura operativa del Gruppo Cassa Centrale Banca di ringraziarvi sentitamente per aver accolto con tanta partecipazione l’invito ad essere qui oggi. Consentitemi inoltre di rivolgere un saluto ed un ringraziamento particolare al Dott. Lars Hille , Componente il Board of Directors di DZ Bank, qui in rappresentanza dello stesso istituto a cui, nel corso del nostro incontro, daremo la parola per un saluto all’assemblea. Vi devo confessare che sono francamente impressionato a vedervi così numerosi. Per la cronaca , ricordo che sono rappresentate in sala circa 170 BCC-Casse Rurali (ndr: in Italia oggi ci sono 350 BCC, comprese le 49 Raiffeisen dell’Alto Adige – fonte Federcasse) alle quali si aggiungono una quindicina fra Banche Popolari e banche private. Complessivamente, tra questa sala e quella attigua collegata in video ed audio, sono presenti 750 persone. A onor del vero, e per pura trasparenza, segnalo che l’invito è stato rivolto 2 originariamente alle 130 BCC-Casse Rurali che operano con il Gruppo Cassa Centrale; successivamente sono pervenute numerose richieste di partecipazione da altre BCC alle quali abbiamo ritenuto doveroso dare un riscontro positivo. Sono numeri, quelli riferiti alla presenza in sala, che ci confortano e ci spronano a proseguire con determinazione ed entusiasmo nel percorso che abbiamo iniziato. Di questo percorso oggi condividiamo una tappa di fondamentale importanza per la storia del Gruppo Cassa Centrale Banca che rappresento in veste di Vice Presidente Vicario. Sono però convinto che la rilevanza dell’odierno appuntamento va ben oltre il perimetro del Gruppo, costituendo l’abbrivio di una nuova evoluzione e di un nuovo sviluppo dell’intero Credito Cooperativo Italiano. Nel breve contributo video che mi ha preceduto si sono intercalate una serie di date. Non sono messe lì a caso. Rappresentano un percorso temporale che ci ha condotti ad oggi, 13 ottobre 2016, lungo un cammino di condivisone e di confronto con le BCC-Casse Rurali e le Società che da un ventennio collaborano con il Gruppo Cassa Centrale Banca. Un cammino scandito da tappe tutte di eguale e spiccato rilievo per la costruzione del progetto del Gruppo Bancario Cooperativo che oggi il Direttore Sartori vi illustrerà nei dettagli, ma già noto a molti di voi nelle sue linee fondanti. 3 Negli otto mesi trascorsi dall’emanazione del Decreto di Riforma del Credito Cooperativo (ndr: emanato il 14 febbraio 2016), incontrando molti di voi, abbiamo colto e condiviso come vi sia tanta voglia di conoscere e capire come verrà costruito il futuro del Credito Cooperativo Italiano e quale ruolo potrà e vorrà giocare il Gruppo che rappresento in questa decisiva partita. Per questo motivo oggi parleremo solo di noi e del progetto che sta alla base del Gruppo Bancario Cooperativo , altri discorsi, francamente, non ci interessano . Il dialogo costruttivo con la base è stato essenziale per la traduzione operativa della Legge di riforma. Vogliamo perciò esprimere un sincero ringraziamento alle numerose BCC-Casse Rurali che hanno assicurato un fattivo contributo di idee alla costruzione del progetto. Ci attende una sfida assai impegnativa ed altrettanto necessaria. Costruire un nuovo Credito Cooperativo. Una grande responsabilità per tutti noi, se vogliamo che il Credito Cooperativo continui a recitare un ruolo strategico all’interno del mondo economico nazionale al servizio di imprese, famiglie, delle comunità e dei territori. Si tratta di un obiettivo che, a nostro avviso, può essere perseguito soltanto se si realizzano questi indispensabili passaggi: 1 ottimizzare quanto di meglio oggi il Credito Cooperativo esprime in termini di modelli di business al servizio delle diverse realtà locali, 4 valorizzando le migliori risorse professionali e le più significative esperienze bancarie, informatiche, assicurative e di servizi; 2 accrescere la competitività e la capacità di servizio nelle comunità delle BCC-Casse Rurali ; 3 potenziare gli strumenti per garantire la stabilità e la capacità autonoma di prevenire e risolvere eventuali situazioni di criticità delle singole BCC-Casse Rurali; 4 realizzare un’originale architettura di gruppo bancario e un modello di funzionamento del gruppo stesso che rafforzino le finalità mutualistiche e mantengano, nel rispetto delle emanande diposizioni attuative delle Riforma da parte della Vigilanza, i centri decisionali delle BCC-Casse Rurali nei rispettivi territori, vicino ai propri soci; 5 consentire, grazie all’adesione ad una Capogruppo mediante un "contratto di coesione" - che prevede un'autonomia correlata a criteri di meritevolezza - di superare la semplice logica del “sistema a rete” per approdare ad un vero e proprio Gruppo Bancario Cooperativo in grado di rispondere alle sollecitazioni delle norme dell’Unione Bancaria ed alle sempre più selettive regole di mercato. Siamo determinati nel realizzare un Gruppo che mantenga al centro le BCC-Casse Rurali. Questo sistema di piccole banche locali rappresenta un 5 bene straordinario per l’Italia e per questo ne vanno tutelati i valori fondanti quali: l’identità storica e culturale; il ruolo di banche del territorio e di motore economico e sociale; la centralità del focus operativo sulle famiglie e sulle piccole imprese locali; la funzione di laboratorio di formazione umana e di democrazia economica; la relazione e la conoscenza del territorio quali veri vantaggi competitivi. La valorizzazione della cooperativa mutualistica di credito rappresenta dunque il perno del progetto che oggi avrete modo di vedere dettagliato. In effetti, la nuova normativa, non ci impedisce di perseguire i principi mutualistici innanzi richiamati ma ci costringe ad assumere, alla base del nostro agire, criteri industriali e prassi operative coerenti con il nostro status di banche locali , operando all’interno di un contenitore, il gruppo bancario, dotato, questa volta sì, di tutti quegli strumenti idonei a mantenere solida, sicura ed efficiente la BCC- Cassa Rurale. In altre parole la nuova normativa mette la parola FINE ad un modello di credito cooperativo a rete in cui era la consociazione responsabile delle associate 6 ad intervenire nella soluzione delle criticità del sistema, attraverso onerosi interventi a chiamata, per dare spazio ad un modello a gruppo bancario, che coerentemente alla propria definizione, prevede ruoli, compiti e poteri ben definiti in capo ai vari soggetti . Ciascuna BCC-Cassa Rurale dovrà pertanto continuare a svolgere in modo il più possibile autonomo il proprio ruolo insostituibile di “banca di comunità”, operando integrata in un Gruppo Bancario Cooperativo che ne promuova la redditività, l’efficienza, la crescita e la stabilità. La conoscenza del socio, del cliente e dell’economia locale sono fattori determinanti che generano il vero vantaggio competitivo del nostro Sistema e gli consentono di contribuire in modo rilevante allo sviluppo dei territori. L’architettura del Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale Banca vuole avere la propria carica innovativa nella ricerca, non facile ma indispensabile, di un equilibrio fra i valori fondanti della cooperazione di credito e le logiche del mercato dei capitali, fra le prerogative tipiche di un gruppo bancario e la salvaguardia dell’autonomia “responsabile” delle singole BCC-Casse Rurali . E’ già chiaro a tutti che l’elemento costitutivo ed essenziale del Gruppo Bancario Cooperativo sarà il “contratto di coesione” che rappresenta lo 7 strumento normativo fondamentale attraverso il quale, l’attuale “sistema a rete”, evolverà e si svilupperà in Gruppo Bancario Cooperativo. Dovrà essere chiaro a tutti, invece, che l’elemento distintivo del contratto di coesione dovrà essere l’articolazione del grado di autonomia di ciascuna BCC-Cassa Rurale secondo un principio di meritevolezza, ovvero secondo il principio del risk based. E’ evidente, e lo sottolineo con forza per non essere frainteso, che ciò dovrà avvenire nel rispetto e nel quadro di quelle che saranno le norme attuative che Banca d’Italia si appresta ad emanare nella loro versione definitiva. L’approccio risk based misura, per ciascuna BCC-Cassa Rurale, il grado di rischiosità complessiva e i relativi impatti sul patrimonio, sulla liquidità, sulla capacità di funding; analizza il modello di business e la sua capacità di generare valore mutualistico e redditività, valuta la qualità della governance, l’assetto organizzativo e il sistema dei controlli interni. Un modello qualitativo e quantitativo di monitoraggio è condizione necessaria per effettuare una valutazione preliminare che consenta di individuare le priorità di intervento della Capogruppo nelle fasi di attivazione del nuovo Gruppo Bancario. 8 Le metriche scelte per fare da base al modello “risk based” saranno necessariamente perfezionate con il contributo delle BCC-Casse Rurali ed attraverso il doveroso dialogo con il regolatore. La correlazione tra l’autonomia e il merito porterà al consolidamento delle migliori pratiche e ad un sempre maggiore radicamento nei rispettivi territori di riferimento delle BCC-Casse Rurali più meritevoli. Siamo poi dell’avviso che il successo del Gruppo nel suo insieme poggia anche su di un altro elemento che vogliamo caratterizzi in modo forte l’agire del nuovo Gruppo: la cultura di impresa. La Capogruppo in primis, così come tutte le società rientranti nel perimetro del Gruppo, devono preservare e rafforzare l’attitudine ad essere imprese competitive. Dovranno operare dando massima priorità al soddisfacimento delle esigenze espresse dalle BCC-Casse Rurali, ma dovranno anche dimostrare - nei numeri e nei risultati - di avere la capacità di aprirsi a nuovi mercati, a nuovi clienti. Non dovranno indugiare nell’ auto referenzialità, bensì gestirsi nella consapevolezza di essere imprese di mercato e che con il mercato devono competere ogni giorno risultando vincenti. Questo è l’unico modo, ne siamo certi, affinché il costituendo Gruppo Bancario Cooperativo possa rappresentare un’eccellenza nel panorama 9 complessivo del credito che giorno dopo giorno si fa più complesso ed estremamente selettivo. Rappresenta anche, a nostro avviso, l’unico modo per garantire alle BCC-Casse Rurali un futuro che le veda protagoniste nella scrittura dell’evoluzione delle comunità e dei territori di competenza. In ultima analisi, richiamando il titolo del meeting, la vera Riforma della cooperazione di credito potrà realizzarsi e rappresentare un valore per l’Italia soltanto nella misura in cui le BCC–Casse Rurali saranno il perno, il fulcro attorno al quale e per il quale il Gruppo nel suo insieme agirà. Il Leitmotiv deve essere “una Capogruppo al servizio delle BCC-Casse Rurali e non le BCC-Casse Rurali asservite alla Capogruppo”. Questo è il viatico per la Riforma e l’unica strada per un’ autentica Rifondazione. Se è vero poi che nella vita non contano i passi che si fanno, né le scarpe che si usano, ma le impronte che si lasciano, sono certo che quelle che rimarranno di questa giornata saranno capaci di tracciare per molto tempo il nuovo percorso del Credito Cooperativo. Grazie e buona continuazione dei lavori. Verona, 13 ottobre 2016