Bollettino Epidemiologico n. 80

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Bollettino Epidemiologico n. 80
Dipartimento
di
Prevenzione
E&P
ASL - Benevento
Bollettino Epidemiologico n. 80
Servizio Epidemiologia e Prevenzione - Tel. 0824-308 284-5-6-9 - Fax 0824-308302 - e-mail [email protected]
LE PARASSITOSI CUTANEE IN AMBITO SCOLASTICO
La frequentazione di una comunità, come quella scolastica, predispone al contagio di malattie infettive.
Le malattie più comuni sono quelle che si trasmettono per via aerea, come la
parotite o la varicella, ma sono frequenti anche alcune malattie trasmissibili per via
oro-fecale. Negli asili,ad esempio, per la promiscuità tipica nei comportamenti dei
bambini, si possono verificare epidemie di Epatite A, che a volte decorre asintomatica e viene scoperta solo se qualcuno, tra gli insegnanti o tra i bambini, si ammala
in modo clinicamente evidente. Ma le infezioni che creano maggiore allarme ed a
volte panico tra insegnanti e genitori, creando situazioni di emarginazione, sono due
banali e curabili infestazioni della cute: i pidocchi del capo e la scabbia.
Mentre i pidocchi effettivamente si trasmettono facilmente in ambito familiare e
scolastico, la scabbia si trasmette soprattutto nella famiglia e molto raramente nella
scuola.
Non è possibile prevenire con farmaci queste due infestazioni, ma siccome sappiamo che si verificano spesso negli asili e nelle scuole elementari è necessario
che insegnanti e genitori imparino a conoscerle, a sapere come si trattano e comprendano che è facile eliminarle. Il panico e gli atteggiamenti discriminatori sono il
maggiore ostacolo alla loro eliminazione. Infatti siamo portati ad associare queste
parassitosi, che comportano prurito, alla sporcizia e, al solo parlarne cominciamo
ad avvertire prurito, sicché la cosa più facile è perdere la testa e cercare qualcuno
con cui prendersela.
Durante ogni anno scolastico il nostro Servizio viene contattato da diverse
scuole elementari ed asili per problemi di pediculosi. Inoltre, negli ultimi anni, sono
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stati segnalati 5 focolai di scabbia: quattro di questi erano in famiglie con bambini
scolarizzati e ciò ha comportato un forte allarme delle scuole.
Questo bollettino è indirizzato alle scuole elementari per fornire informazioni
obiettive e suggerire comportamenti razionali, in quanto la vera arma contro queste
parassitosi è la consapevolezza.
Inoltre il bollettino contiene una messa a punto sui trattamenti più efficaci e più
accettabili.
Che cosa sono e come si trasmettono le malattie infettive
Le malattie infettive sono causate da germi come i virus, i batteri e i parassiti e
spesso sono contagiose, cioè si diffondono da una persona all’altra. Le malattie
infettive che comunemente si manifestano nei bambini, sono spesso contagiose e
possono diffondersi molto facilmente da persona a persona.
I bambini sono altamente suscettibili alle malattie contagiose:
essi non sono ancora stati esposti, nella vita, a molti dei germi più comuni e quindi non hanno una resistenza o una immunità nei loro confronti.
Inoltre i bambini piccoli hanno molte abitudini che favoriscono la diffusione delle
infezioni, per esempio, essi spesso portano le dita e altri oggetti alla bocca; in questo modo, i germi entrano oppure escono dal loro corpo e possono infettarli o passare ad altri.
Riguardo ai germi, affinché si diffondano da una persona all’altra, devono verificarsi tre condizioni:
- l’agente patogeno deve essere presente nell’ambiente, o tramite una persona
che è portatrice, oppure deve essere presente in un fluido corporeo come per
esempio le secrezioni degli occhi, del naso, della bocca, o nel tratto digerente;
o nell’aria o su una superficie.
- Ci deve essere un soggetto che non è immune all’agente patogeno e che
viene a contatto con esso.
- Il contatto o l’esposizione deve avvenire in modo da favorire l’infezione.
La trasmissione di un agente patogeno all’interno di un gruppo, quindi, dipende
in parte dalle sue caratteristiche, come modalità di diffusione, sopravvivenza nell’ambiente esterno, dalla frequenza di infezioni non conosciute o asintomatiche e
dalla presenza di portatori sani e infine dallo stato immunitario nei confronti del
patogeno.
Le principali vie di trasmissione degli agenti patogeni sono:
- Oro-fecale,
- Respiratoria,
- Tramite contatto con cute infetta,
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- Tramite contatto con sangue, urine e altri fluidi corporei.
Nel caso di bambini molto piccoli, in età di scuola materna,ma anche di bambini più grandi, disabili o con problemi di salute, la via di trasmissione più frequente
e quella orofecale e per contatto diretto con urine.
Questo significa che i germi lasciano il corpo della persona infetta con le feci ed
entrano nell’organismo di un’altra persona attraverso la bocca.
Ciò accade quando oggetti (includenti giocattoli, dita o mani) che sono stati contaminati con piccolissime quantità di feci, sono portati alla bocca. La trasmissione
orofecale può anche verificarsi se il cibo o l’acqua sono contaminati con piccolissime quantità di feci umane o di animali. Una preparazione inadeguata di cibi provenienti da animali (per esempio carne, latte ed uova) sono spesso la sorgente di infezioni con alcuni batteri (Salmonella, Campylobacter, E. Coli 0157).
Le infezioni che si trasmettono attraverso il sangue o altri fluidi corporei sono
dovute al contatto del sangue proveniente dalla persona infetta con ferite o mucose di un’altra persona o direttamente attraverso punture (con ago infetto).
Le parassitosi (scabbia e pediculosi) si trasmettono per contatto diretto,
tra la persona infestata ed una sana.
Pediculosi del capo
Che cosa è la pediculosi?
La pediculosi è una infestazione del capo molto comune tra i bambini in età scolare, dovuta a pidocchi adulti, larve e uova (pediculus humanus capiti).
Le uova vengono depositate sul fusto del capello a 3-4 mm dal cuoio capelluto,
si schiudono in una settimana e gli insetti raggiungono la maturità 8-10 giorni dopo
la schiusa.
Nei capelli si possono riscontrare pidocchi adulti o uova di solito dietro le orecchie o a livello della nuca.
E’ comune anche la presenza di escoriazioni e croste da grattamento e in qualche caso si possono riscontrare infezioni batteriche secondarie e linfoadenite satellite.
Il prurito è il sintomo più comune dell’infestazione ma la maggior parte dei bambini con infestazione lieve (da 1 a 5 pidocchi) non se ne lamenta.
Ci si può fare un’idea della durata dell’infestazione guardando la distanza tra
uova e superficie cutanea: se le uova sono molto vicine alla superficie l’infestazione è recente, se invece le uova sono distanti dal cuoio capelluto, allora il capello ha
avuto tempo di crescere e l’infestazione dura da tempo.
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Incubazione e contagiosità
Il periodo di contagiosità dura fino a che i pidocchi rimangono vivi sulla persona
infestata.
L’infestazione non è influenzata dalla lunghezza dei capelli né è segno di sporcizia. E’ un evento che si può verificare in tutti i gruppi socioeconomici, più raramente nella popolazione nera.
Modalità di trasmissione
La trasmissione avviene per contatto diretto con individui infestati oppure indirettamente mediante contatto con i loro effetti personali, come pettini, spazzole e
cappelli. Il sovraffollamento aumenta il passaggio dei pidocchi da persona a persona. I pidocchi in genere non riescono a sopravvivere al di fuori dell’ospite per più di
48 ore.
Trattamento
Il trattamento consiste in uno shampoo a base di permetrina o a base di piretro.
La permetrina è il trattamento più efficace, ha un basso potenziale di tossicità ed
un’alta capacità di cura.
Viene effettuato un primo shampoo e poi un secondo dopo 7-10 giorni. Lo stesso si fa con lo shampoo a base di piretro.
E’ opportuno, soprattutto per ragioni estetiche, asportare le uova con un pettine
a denti fitti applicando un asciugamano bagnato o imbevuto di aceto bianco, sul
cuoio capelluto per 30-60 minuti.
I bambini possono essere riammessi a scuola il mattino dopo il primo trattamento perché il rischio di trasmissione è ridotto immediatamente dalla terapia.
Gli abiti e le lenzuola possono essere disinfettati con lavaggio e asciugatura in
lavatrice a temperature superiori a 35,5 °C x 5 minuti (temperatura letale per i
pidocchi).
Il lavaggio a secco è pure efficace come anche la conservazione dei vestiti in
sacchi di plastica per 10 giorni.
I pettini e le spazzole vanno immersi in acqua calda per 10 minuti oppure lavati
con shampoo antiparassitario.
Gli insetticidi ambientali non sono utili per il controllo della pediculosi.
Cosa fare in una scuola quando qualche bambino ha i pidocchi in testa
1. Quando in una piccola comunità, come una classe scolastica, si trova che un
bambino ha i pidocchi, non bisogna allarmarsi: è facile eliminarli se si fa la cosa
giusta.
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2. E’ necessario stabilire se la pediculosi è poco o molto diffusa: se solo uno o due
bambini hanno poche lendini, allora la pediculosi è poco diffusa, se diversi bambini hanno lendini e insetti adulti, la pediculosi è presente in quel gruppo da diverso tempo e allora va considerata molto diffusa.
Se è poco diffusa si può praticare il trattamento lieve, se è molto diffusa, ci vuole
il trattamento forte.
3. Trattamento lieve
Si basa sulla cura dei bambini che hanno le lendini e sulla vigilanza.
La cura dei bambini si trova al punto 5.
La vigilanza si effettua passando in visita i ragazzi ogni 15 giorni per due mesi e
se per 4 volte non si trovano insetti o lendini , allora si smette.
4. Trattamento forte
Tutti i bambini della classe si curano, che abbiano o no lendini o pidocchi.
5. Come si eliminano i pidocchi
Bisogna che contemporaneamente, tutti i membri della famiglia facciano il trattamento, che è semplice e rapido: si basa su due prodotti: uno shampoo ed una
lozione alla permetrina all’1%.
a. Lavare i capelli con uno shampoo qualsiasi.
b. Con i capelli sciacquati ma ancora umidi, applicare bene, fine alla radice dei
capelli, una lozione alla Permetrina all’1%.
Lasciare agire per 10 minuti, risciacquare e asciugare.
c. Ripetere dopo 15 giorni e poi basta.
d. Con un pettine stretto si possono eliminare le uova rimaste attaccate, se no
piano piano se ne vanno da sole.
e. L’alternativa alla lozione alla permetrina è l’uso di uno shampoo al piretro.
Scabbia
Che cosa è la scabbia?
La scabbia è una malattia parassitaria della cute causata da un piccolissimo
acaro.
Questo si insinua sotto la cute scavando dei cunicoli che contengono le sue
uova. Raramente i cunicoli sono visibili perché sono mascherati dalle lesioni da
grattamento.
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La presenza della scabbia è rivelata dal manifestarsi di papule, vescicole e da
una eruzione intensamente pruriginosa causata proprio dal deposito delle uova
delle femmine adulte nell’epidermide.
In genere l’eruzione, essendo dovuta alla sensibilizzazione alle proteine del
parassita, è localizzata a breve distanza dagli acari depositati.
Il prurito è molto intenso, soprattutto di notte.
Le lesioni si localizzano in particolar modo tra gli spazi tra le dita, sulle superfici anteriori dei polsi e dei gomiti, nelle pieghe anteriori delle ascelle, intorno alla circonferenza addominale, sui genitali esterni nell’uomo e sui capezzoli nelle donne.
Epidemiologia
E’ una affezione largamente diffusa che colpisce tutti i livelli socioeconomici
sociali senza particolare riguardo per età, sesso, razza o condizioni di igiene personale.
L’unico serbatoio è l’uomo.
Gli animali domestici, soprattutto il cane, possono infettare con un tipo diverso
di scabbia (detta anche rogna). L’acaro che la determina si può insinuare sotto la
pelle e causare prurito e irritazione cutanea, ma muore in un paio di giorni e non si
riproduce. In questi casi non è necessario alcun trattamento.
Modalità di trasmissione
La trasmissione del parassita da un soggetto all’altro avviene per contatto diretto e prolungato cute-cute, infatti l’infestazione è facilmente trasmessa tra partner
sessuali e tra i membri della stessa famiglia. Fuori dal corpo umano il parassita
sopravvive non più di 48-72 ore. Quando infesta una persona invece l’acaro femmina può sopravvivere fino ad un mese.
Il trasferimento avviene tramite biancheria e lenzuola quando questi siano stati
contaminati da poco da una persona infestata.
Incubazione e contagiosità
E’ da 2 a 6 settimane prima dell’esordio del prurito in persone senza una precedente esposizione. Persone che sono state precedentemente infestate sviluppano i sintomi 1-4 giorni dopo la riesposizione.
La contagiosità permane fino a che gli acari e le loro uova non sono distrutte dal
trattamento, generalmente dopo 1-2 cicli intervallati da una settimana.
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Trattamento
Deve essere applicata una lozione o una crema contenente uno scabbicida su
tutto il corpo pulito, dal collo ai piedi.
Tutti gli abiti, gli effetti letterecci, le asciugamani usate dalla persona infestata nei due giorni precedenti all’inizio del trattamento, dovrebbero essere
lavati in lavatrice con un programma ad alta temperatura e asciugati con aria
calda.
Un secondo trattamento può essere necessario 7-10 giorni più tardi.
Vanno sottoposte a trattamento tutte le persone affette, i loro partner sessuali, i loro familiari. I membri della famiglia dovrebbero essere trattati tutti
contemporaneamente.
Il prurito può continuare per 2-3 settimane senza però indicare che la persona
sia ancora infestata.
Nessun nuovo cunicolo o arrossamento dovrebbe comparire 24 -48 ore dopo
aver ricevuto un trattamento efficace.
Dopo il trattamento possono persistere per mesi dei noduli cutanei rosso bruni.
Quali sono i prodotti efficaci?
A volte il trattamento fallisce perché è complicato, soprattutto quando le famiglie
sono numerose, i bambini piccoli. Il trattamento più efficace deve essere anche
semplice e accettabile.
1) Il farmaco più efficace è una lozione contenente permetrina al 5%.
Attualmente la permetrina al 5% non è in commercio in Italia, ma è ottenibile
come preparato galenico. La permetrina al 5% galenica (permetrina al 5% in
crema base fluida) permette un unico giorno di trattamento, ripetibile eventualmente dopo una settimana. Il Servizio Epidemiologia ha chiesto alle farmacie ospedaliere di approntare la produzione di permetrina al 5%.
2) Una seconda scelta è il benzoato di benzile al 20% in olio di mandorle oppure in pasta lassar, applicato su tutto il corpo escluso il capo dopo un bagno
caldo serale con spugna ruvida. Si ripete l’applicazione la sera dopo e l’indomani mattina si rifà un bagno caldo.
3) In gravidanza si può usare il benzoato di benzile al 10% o la pomata di
Helmerich, un preparato galenico costituito da una sospensione di zolfo precipitato al 10% in olio di vasellina.
Naturalmente non bisogna trascurare il cambio degli indumenti e delle lenzuola, e l’indispensabile trattamento contemporaneo dei conviventi.
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Cosa fare quando si verifica un caso di scabbia in una scuola
Quando in una classe di una scuola si trova che un bambino ha la scabbia, subito c’è un grande allarme. Basta nominare la parola e già inconsapevolmente cominciamo a grattarci da qualche parte. Ma non è un evento grave, basta che non
si perda la testa e si facciano le cose giuste.
Per prima cosa bisogna stabilire se il problema è piccolo o grande. Se c’è un
solo bambino o più bambini che appartengono allo stesso nucleo familiare, il problema è limitato. In questo caso bisogna tener presente che quando anche un solo
membro della famiglia ha la scabbia, tutta la famiglia deve fare il trattamento contemporaneamente.
Questa è la regola più frequentemente disattesa che fa fallire i trattamenti.
Invece se si esegue bene il trattamento l’acaro può essere eliminato in fretta.
Le cose da fare sono le seguenti:
1. il soggetto infestato viene allontanato fino al giorno dopo il termine della terapia,
2. viene distribuito materiale informativo alle famiglie e agli insegnanti,
3. la classe in cui si è verificato il caso viene tenuta sotto sorveglianza (un’insegnante attenta e discreta può svolgere benissimo questo compito) per verificare che non siano presenti altri individui affetti,
4. la biancheria, le coperte, gli asciugamani usati a scuola vengono dati a casa
per essere sottoposti a lavaggio caldo nelle comuni lavatrici domestiche (ciclo
a 90 °C) o a secco,
5. il personale ausiliario della scuola intensifica le normali pulizie che garantiscono l’igiene ambientale.
6. Il medico di sanità pubblica segue la famiglia e dopo 15 giorni controlla che
non ci siano altri casi.
7. E’ inutile chiedere la disinfestazione dei locali in quanto l’acaro è un parassita
solo dell’uomo.
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Via Mascellaro - 82100 Benevento
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