giovani e droga

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GIOVANI E DROGA
Il sottosegretario alla sanità, on. De Maria, il 10 nove::mbre
1969, in seguito ad una interrogazione rivoltagli dal sen. Men·
c hinelli a proposito delle droghe allucinogene, ha dich iarato che,
in base a dati fornitig li dall'Ufficio centrale stupefa centi, il consumo degli " a llucinogeni » sta dilagando tra i giovani e giovanissimi: si tratta p er lo più di sigarette alla marijuana , di m iscugli
con hascisc e, soprattu tto da un certo tempo, d i "LSD».
Intervistati dal settimanale «Gente», il capo della Squadra
mobile di Roma, dr. Palmeri, e il capo della Buoncostume d i Roma, dr. Rotella, h anno affermato che il fenomeno sta assumendo
proporzioni estremamente preoccupanti: molti dei giovani arrestati sono in possesso di ricette falsificate; ragazzi di 14-15 ann i
vengono ricoverati per cure disintossicanti; ragazze di 13-14 anni
fuggono da casa e vengono trovate in preda a shock allucinogeno; nelle retate sono sempre più numerosi gli spacciatori di droghe giovanissimi. Il fenomeno, più o meno nelle stesse proporzioni, si ripete in molte altre città: Milano, Genova, Torino, Napoli,
Trieste (l).
Un dato inatteso e veramente sconcertante è la valutazione
fatta dal prof. Pietro Di Mattei, d irettore dell'Istituto di farmacologia e del Centro delle tossicosi da stupefacenti dell 'università
di Roma, s u lla diffusione della droga fra gli studenti romani:
circa il 30% di essi sarebb ero già iniziati alla marijuana o all'hascisc (2) .
L'aspetto più preoccupante del problema è il fatto che finora
nulla è stato intrapreso di concreto e di veramente efficace per
contenere e stroncare il fenomeno: l'espansione continua, silenziosa e penetrante, è coperta da uno strano atteggiamento di disinteresse e di tolleranza anche da parte dei genitori ed edu catori; i
giovani hanno perfino imparato a produrre le sostanze da sè, mediante metodi artigianali e primitivi.
Questo stato di cose r icorda quanto è avvenuto negli Stati
Uniti, dove fino ad alcuni anni fa il consumo delle drogh e era più
o meno nelle proporzioni nelle quali è oggi presso di noi. Non ci
(l) Cfr. M. NARDO NE (della questura di Milano), Polizia criminale e
preven.z ione della tossicomania, in Colloque internationaZ sur la sttjétion
anx drogues, Québec 23-28 settembre 1968, OPTAT, Québec 1969, Relazione F / 3; U. BauzzEsE. G·rido d'allarme: anche in Italia d1·ogati, In Gente,
24 dicembre 1969, p. 70.
(2) Cfr . G . BoNANNI, La dmga rossa, In Il Borghese, 11 gennaio 1970,
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si fece gran caso, e oggi il consum o risul ta aumentato deli'S00900%. L'amministrazione Nixon e l'agenzia Gallup annunciavano
nell'autunno scorso ch e almeno 10 milioni di studenti erano entrati in contatto con la droga: il 5% di tutta la popolazione americana. Il dr. Yolles, direttore de ll'Is tituto nazionale della salute
menta le degli Stati Uniti, parla d i 12-15 mi lioni, cioè del 30-40%
di tutti gli studenti medi e medi superiori (3).
DROGHE E ALLUCINOGENI
Non esiste un pieno accordo sulla defi nizion e di a llucinogeni
e soprattutto su lla loro prec isa collocazione nella graduatoria
della grande categoria delle " drogh e» in genere. Una delle distinzioni che più di altre aiu tano a chiarirne la nozione, e che oggi va
gradatamente imponendosi, è quella ch e divide le sostanze stupefacenti in << inebrianti» (det te an che « grandi droghe » o semp licemente "stupefacenti propriamente detti »), in «stimolanti»
(ch e si riferiscono soprattut to al gruppo delle amfetamine) e in
« allucinogene », di cui ci occupiamo in questo studio.
Poichè, solo premettendo una descrizione sia pure riassuntiva
delle a ltre d roghe, si può delimitare e precisare la nozione di sostanza allucinogena, ne passeremo rapidamente in rassegna le
caratteristiche più distintive.
Droghe inebrianti.
Le più conosciute sono la morfina, l'eroina e la codeina (ricavate dall 'oppio), e la cocaina (ottenu ta dalla foglia di coca) (4).
Anche queste sostanze hanno effetti all ucinanti, ma ques ti non ne
rappresentano l'effetto primario e più significativo. Ingerite o iniettate ndl'organismo umano vi provocano uno stato di stordi·
mento penoso e sconvolgente, poi una crescente accelerazione dei
ri flessi, via via sempre più agitati e incoerenti; la psiche del soggetto cade in uno stato di esaltazione incomprimibile in cui ogni
impresa appare facile; poi segue il letargo con visioni eccitan ti
d'intenso piacere erotico.
L'assuefazione è l'aspetto più temibile di ques te sostanze:
l'organis mo, in un'azione di difesa biologica contro il tossico immesso in circolo, eleva il suo potere di tolleranza; per cui il sog(3) Cfr. J. GOTTARD, Marijuana: the Law vs. 12 million people, ln L i fe,
novembre 1969, pp. 20 ss. Vedi anche: H . NOWLIS, Drugs on the College
Campus, NASPA Centrai Otnce, Detroit, USA 1967; Time, 26 settembre
1968, pp . 40 ss.; A. PINNA, Contro la droga, l ' info rmazione p rima di tutto,
in Panorama, 25 dicembre 1969, pp. 50 s.
(4) Cfr. A. PonoT, L es toxicomanies, Presses U nlversitalres de F rance,
Paris 1968; A. SIMEONE, Gli stupefacenti, Ed. Universo, Roma 1960; AA.VV.,
G li stupefacenti, in Fatebenefratelli, 10 o ttobre 1967 (numero m onografl·
co) . Vedi anche: G. PEnrco, A difesa della vita, Centro Studi Sociali, Milano 1965, pp. 261 ss.
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getto che voglia rigustare le sensazioni primitive è costretto a ricorrere ogni volta a dosi sempre più forti, portando il livello di
sopportazione fino al limite d i rottura. Siamo allo stato di «dipendenza »: la droga diventa pensiero fisso, crea la sete psicotica
e angosciosa; ben presto è la <<tossicomania» (5), che determina
il crollo di tu tte le capacità più elevate, mentre l'organismo viene
colpito da vere minorazioni: si tratta di un lento e totale sfacelo.
Si parla anche di gravi compromissioni genetiche a carico di una
eventuale prole. Così, non si può ignorare lo stretto rapporto che
si osserva costantemente tra tossicomania e crimina lità (6).
Droghe stimolanti.
Il gruppo più noto è quello delle << amfetamine ». Esse non
moltiplicano le energie, ma le chiamano a raccolta in un momento di stanchezza, mediante una stimolazione eccezionale sui centri di impulso. Il r endimen to immediato c prodigioso viene fatto
a spese di tutto l'organismo, per cui, passato il momento più
acuto dello stress, il soggetto cade in uno s tato di collasso. Sono
molto usate nello sport ( <<doping sportivo )», sotto esami o nel
sovraccarico p rofessionale.
Un ricorso sporadico alle amfetamine può anche risolvere uno
stato di indolenza, di paura o di torpore; ma se l'uso diventa sistematico per sfuggire allo sforzo e alle difficoltà, il ricorso, oltre
che smobilitare a poco a poco i centri di resistenza e di controllo,
finisce per creare nelle strutture di comando vere alterazioni che
vengono anche indicate col termine piuttosto improprio ma abbastanza sintomatico di <<tossicomania amfetaminica » (7).
Droghe allucinogene.
l. Vi sono quelle ricavate da piante, già conosciute molti
secoli fa; ad esse veniva attribuito il potere magico di elevare
l'uomo a stati di estasi sacrale; solo lo s tregone o il capo tribù
(5) Cfr. J.D. KEEHN, D épendance à l'égard des drog1tes, In Col!oque ... ,
o.c., Relazione A/1: E . Goar, Le tossicomanie, In Fatebenefratel!i, ottobre 1967, pp. 434 ss.; N. CANAL, La terapia medica delle tossicomanie, In Fatebenefratelli, ottobre 1967, pp. 456 ss.; K. MYERS, Toxicomanie à l'héroine, In Lancet, 13 aprile 1968, pp. 805 ss.; S. RADO, L 'asservissement à la dmgue. Th éorie générale de l'état de dépendance à l'égard
des stupéfiants, In Médecine et Hygiène, luglio 1966, pp. 724 ss.; E. PAROLI,
Stupefacenti e dipendenza fisica (relazione tenuta all'Istituto italiano di
medicina legale), Roma 1965.
(6) Cfr. J. ROLTN, Droghe di polizia, Morcelllana, Brescia 1951; C. VALLIE, G . STERN, Le trafic illicite des stupéfiants, In Cahiers Laennec, 1953,
n . 3, pp. 87 ss.; A. MANOPULO, Tossicomania e criminalità, In Polizia moderna, agosto 1969, pp . 8 •s.
(7) C!r. B. MANZINI, Gli amfetaminici, in Orizzonte medico, nn. 3-4,
1966, pp. 9 ss.; E. GORI, Le tossicomanie, cit., pp. 432 ss.; G. PERICO, /l
doping sportivo, In Aggiornamenti Sociali, (gennaio) 1966, pp. 61 ss., rubr.
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poteva conoscerne le qualità e le misture; per il resto del mondo
restavano mistero. Solo recentemente, attraverso ricerche e lunghe sperimentazioni, la scienza è riuscita a individuarle e a isolame i principi psicoattivi (8).
Uno dei Paesi piu ricchi di queste piante è sempre stato il
Messico. l testi di storia parlano di queste piante che venivano
coltivate in luoghi segr eti e che, m anipolate da speciali incaricati, servivano nelle cerimonie religiose. Il loro u so, per quanto avversato dai missionari, continuò segretamente anche tra gruppi
cattolic i. Le sostanze più usate erano il peyotl, il teonanacatl, l'ololiuqui e la canapa indiana.
a ) Il « PEYOTL » è d ella famiglia dei cadus, coltivato tuttora in zon e
asciutte del Messico e nelle regioni sud·occidentali degli Stati Uniti. Il
Lewin, ehe ne ha studiato parecchi campioni raccolti personalmente in vari
luoghi, ne descrive le qualità e l'u so in un saggio che resta tutt'oggi fondamentale in materia. Il principale alcaloide isolatone è la mescalina (9),
dotata di qualità allttcinogene piuttosto notevoli. Il p eyotl è ancora in u so
p resso molte trib ù indiane. E' conosciuto anche da noi, ma è poco diffuso.
b) Il << TEONANACATL » (<< fungo di dio o polpa d i dio») è richiamato
più volt e da gli storici spagnoli come cibo sacro, mangiato dagli indiani
messicani nelle loro solennità re li giose e u sato n ell'arte della magìa, ritenuto da essi capace di fa cilitare il contatto con la divinità e di far scoprire la natura e la terapia d elle malattie. I ncisioni e grafiti antichissimi raffigurano il fun go con la testa di una divinità (10).
Per molto tempo si pensò che queste notizie e immagini si riferisse·
•·o piuttosto a superstizioni e alla fantasia di popoli primitivi. Recentemen·
te i coniu gi Wasson (1953-1955), mediante la partecipa2:ione diretta a una
cerimonia notturna e segreta, riuscirono n prendere contatto con chi potè
loro svelare i segr eti ; mangiaron o della pianta sa cra, con statand one immediata me nte gli effetti irtconfondibilmente allucinogeni. Successivi espe·
rimenti diedero la possibilità di i solarne uno dei principi più attivi, la
« psilocibinn », con l'a lcaloide che l'accompagna la « psilocinn >> (11).
c) « OLOLIUQUI >> è nom e azteco dato a una pianta della famiglia delle
convolvulacee, che cresce nel Messico meridionale, e i cui semi vengon o
masticati a scopi ma gici e •·eli giosi. E' chiamata anche « serpellte verde>>
per la forma de l suo stel o fa tto a piccole spire. Viene tutt'oggi ridotta in
framm enti c polverizzata, per ottenere decotti e miscugli estasianti (12).
Solo nel 1955 lo psichiatra canad ese Osmond (13), dopo esperimenti su
(B) Cfr. O. RAnouco-THOMAS, Pha1·machologie générale des halluctnogènes, classiftcation et nomenclature, In Colloque ... , o.c., Relazione C/1;
J.R. BoiSSIER, Mode d'action des halluctnogènes, In Colloq-ue ... o.c., Relazione C/2 ; C. BENASSI (docente dl farmacologia all'università dl Ferrara),
I farmaci psichedelici, In Rivista del Rotary Club, dicembre 1968, pp. 4 ss.
(9) Cfr. L. LEWIN, Phantastica, Narcotica and stimulating Drugs, their
use and abuse, Ed. Routledge and Kegan, London 1964. Vedi -anche: H.
MrcHAVX, A llucinogeni e conoscenza, Rlzzoli, Milano 1968, pp. 45 ss .; A.
SIMEONE - A. PEZZINGA, Il codice degli stupefacenti, Ed. La Tribuna, Piacenza 1970, pp. 34 ss.
(10) Cfr. C. BENASSI, cit., p. 4.
( 11) Cfr. H. MICHAUX, O.C., pp. 23 ss.; 0. BENASSI, cit., pp . 5 S.
( 12) Cfr. E. Goar, cit., p. 446.
(13) Cfr. C. BENASSI, cit., p . 7.
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se stesso, con statò ch e i semi dell'ololiuqui provocavano, dopo uno titato
di torpore, una sensazione di benessere con visioni fortemente col ora te e
notevoli alterazioni della percezione della realtà circostante. Ulteriori ricerche nei laboratori Sandoz condusser o a un sorprendente risultato: i
principi p sicoattivi dei semi erano alcaloidi dell'acido li.~ergico, ch e era
già stato scoperto nel 1943, negli stessi laboratori, come sostan za forte·
mente allucinante.
d ) La « CANAPA I NDIANA >> è originaria dell'Himalaya; venne portata in
Cina verso il 3000 a.C., poi nella Persia, n ei territori del Volga, nel Congo e finalmente n elle Americhe, da cui giunse all'Europa. I suoi principali
d erivati sono la marijuana e l'hascisc: la prima è l' insieme delle sue fo·
glie e d ei suoi fiori p reparati a modo di tabacco, il secondo, molto più at·
tivo della p rima, è il lattice ricavato d allo ste lo. Sembra che il termine
hascisc abbia dato origine alla voce « assassin o >>, o consumatore di h asdsc,
in quanto prima d elle azioni più violente i criminali sarebbero stati soliti drogarsi con questa sostanza (14).
Per quanto riguarda l'Italia, secondo dati comunicati dalla
Polizia e .dalla Guardia di finanza, la qua ntità di marijuana e
di hascisc, che viene sequestra ta alle frontiere e ch e è in circolazione nelle città, da qualche anno sta salendo rapidamente, con·
tro una notevole diminuzione dell'eroina e della cocaina. S i ha
l'imp ressione di essere alla vigilia di un'esplosione del loro mer·
ca to (15) .
2. Fra gli allucinogeni ottenuti per sintesi chimica il più im·
portante è certamente l'« LSD-25 , (o dietilamide dell'acido lisergico) . La sua storia incomincia nel 1938, quando i due studiosi
Hofmann e Stoll dei laboratori Sandoz di Basilea isolarono l'acido Iisergico come componen te essenziale di t utti gli alcaloidi della
segala cornu ta: uno di questi alcaloidi è precisamente l'« LSD-25 "•
dove il numero 25 indica solo che la sintesi è stat a fatta il giorno
2 del quinto mese dell'anno (maggio). E' insapore; l'assunzione è
in genere per via orale, stemperata s u zolle di zucchero o sciolta
nella coca-cola o in altre b evande; nel linguaggio degli iniziati è
chiamata anche semplicemente «acido ».
Le caratteristiche allucinogene del nuovo alcaloide vennero
scoperte quasi per caso. Nell'aprile 1943 Hofmann riprese e approfondì gli studi sul preparato. Mentre maneggiava la sostanza,
fu preso da uno strano stordimento, con estrema vivacità immaginativa e croma t ica. Attribuì l'effetto a ll'« LSD », e per sincerarsene ingerì. 0,25 milligrammi di sosta nza, pensando che si trattasse di una quantità minima, mentre in realtà la dose rappresentava una quantità 5-10 volte superiore a quella che in soggett i sani
genera disturbi.
La r euzione fu impressionante: solo dopo 40 minuti riuscì a scrivere
qualch e cosa . Durante l'acme della crisi i sintomi p iù caratteristici e rano :
( 14) Cfr. E . GORI, cit., p. 444.
(15) Cfr. L. SERRA, D r oga a gogo, In M ondo giovane, novembre 1969,
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vertigini, disturbi visivi, i volti dei presenti erano contraffatti e appari.
vano smorfie colorate. « Hofmant1 provava una forte irrequietezza motO·
ria alternata a senso di paralisi; testll, arti, l'intero corpo ogni tanto sem·
bravano pe.mnti, come pieni eli metallo; crampi ai polpacci, mani spesso
fredde e insensibili; sapore metallico sulla lingua, gola secca; senso di
asfissia; percezione alternativamente chiara e con/usa. [. ..J Sei ore clopo
il suo stato era alquanto migliorato L. ..1. Tutto sembrava oscillare ed era
deformato nelle sue proporzioni, come un'immagine riflessa da una su·
per/icie d'acqua mossa » (16).
Oggi si conosce con maggiore esattezza il potere psicoattivo
dell'« LSD ». La sua azione sull'organismo umano è di circa 5000
volte più energica della mescalina e 100 volte più della psilocibina. Un grammo di «LSD » può procurare il « delirio bianco »
(come spesso viene chiamata la reazione estatica e allucinogena
della sostanza) a 5000 persone. Data la loro dimensione microscopica, dieci dosi di << LSD " potrebbero essere inviate a destinazione nascoste sotto un francobollo (17).
ALLUCINAZIONE DA DROGHE
E SUE CONSEGUENZE
Non esiste ancora piena chiarezza intorno all'azione specifica
delle singole sostanze allucinogene in uso presso i giovani, anche
perchè le mis ture e i dosaggi con cui vengono somministrate vanno continuamente mutando. Se poi si tiene presente che ogni soggetto reagisce alla sostanza psicoattiva in maniera tutta personale, è pressochè impossibile stabilire con precisione le conseguenze per i singoli cas i. Tuttavia, è possibile indicare alcuni tra
gli effetti più macroscopici, comuni a tutte le sostanze a llucinogene.
l. E' sempre rilevante la distorsione delle percezioni: si alterano notevolmente i sensi della vista, del tat to e dell'udito; si ha
l'impressione che il corpo perda il proprio peso e le sue normali
proporzioni, assumendo forme assurde e stravaganti; la realtà
circostante appare fluida, scorrente ed evanescente, e com e presa
da una specie di turbinio si deforma e si disgrega; il soggetto vi
si sente inglobato senza avere piìt il senso dello spazio e del tempo; l'ambiente è quasi fosforescente ( 18).
( 16) V. TAVEGGIA, Il vortice deglt allucinogeni, In Panorama medico
Sandoz, marzo-aprile 1968, pp. 5 s. Vedi anche: A. HOFMANN, Die Geschichte
des LSD-25, In Triangel Sandoz, 1955, n. 2, pp. 117 ss.; D. PALLOTTELLI,
Quattm 1·agazzi drogati st confessano, In L'Europeo, 30 ottobre 1969, pp.
25 ss.
( 17) Cfr. V. TAVEGGIA, Cit., p. 6.
( 18) Cfr. H . MICHAUX, O.C., pp. 109 ss.; G. NOSAL, A bus des hallucinogènes, in Colloque ... , o.c., Relazione C/3 ; E. GoRI, Le tos sicomanie, ctt.,
pp. 445 ss.; P. DI MATTEI, Tutto sugli allucinogeni, In Cronistoria, dicembre
1968, pp. 118 ss. ; G.E. BERMAK, Conferenza sull'acido lisergico, In Gazzetta
sanitaria, 7 agosto 1968, p. 738.
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Le funzioni psichiche centrali perdono il loro potere normale:
si affievolisce la capacità di distinguere fra realtà e fantasia; la
elaborazione dei ricordi e delle impress ioni diventa assai caotica;
si fa intensa la fluttuazione dell'attenzione. Il soggetto si illude
di uscire dai fatti e dalle cose di ogni giorno per camminare verso un mondo nuovo: ha l'impress ione ch e la droga gli abbia spappolato il mondo e glielo s tia trasformando in a ltre dimensioni e
in altre luci, e ne desume un senso di strana potenza che gli dà
la convinzione di poter superare qualunque difficoltà.
Sono abbastanza recenti e noti a tutti alcuni fatti di cronaca
piuttosto significativi; si cr ede di poter volare e camminare sull'aria, e ci si getta dall'alto per posarsi a terra senza farsi alcun
male; si spicca un salto da una finestra per tuffarsi in una piscina
inesistente ( 19).
2. Il risveglio non è mai un passaggio netto dal torpore allo
stato di veglia; lunghi strascichi di assenza, di apatia, di depressione, di angoscia e di rifiuto della rea ltà seguono la consumazione della droga, detta comunemente "viaggio». In soggetti più
predisposti ad anomalie psichiche, i processi alterativi risultano
notevolmente accelerati; in ogni caso emergono immancabilmente
forme di squilibrio e di spersonalizzazione che giungono fino a l
quadro paranoico.
Avviene nel soggetto ciò che avverrebbe in una macchina es tremamen te delicata percossa da uno scossone improvviso: le
strutture della vita psichica restano scompaginate sotto l'urto di
impulsi eccezionali e disordinati.
« Sarebbe come .1e, per illuminare una casa, noi accendessimo un fulò
sul pavimento della stanza [. ..]. Lrt droga accende certi ormoni, come
l'adrenalinrt, la serotortina, la dopamina e sostanze analoghe che bruciano
sul pavimento del cervello, provocando clanni immediati e futuri . Perciò,
quello che ancora il pubblico non sa, è che dopo questo assaggio di droghe, uno può anche ~entir.~i in perfette condizioni. Ma sottoponetelo a uno
stress e fJOi vedrete il risultato. Sono cervelli che, dopo l'insulto della dro-
ga, [. .. l non sono più in grado di sopportare impunemente situazioni
stressanti. Come certi malati di cuore che vivacchirmo fino a che non succede nulla attorno a loro che possa turbare un equilibrio precario » (20).
3. Va aggiunto a questo sciu pìo di stru tture e di energie di
riserva il fatto che ogni allucinogeno, benchè non provochi uno
stato di assuefazione propriamente detto (come avviene nelle
grandi droghe), porta con sè una certa dipendenza psichica, per
cui il soggetto, che ha esperimentato l'estasi psichedelica, vi si sente attratto come a una forma d i soluzione radicale di tutto ciò
che lo può disturbare nei suoi impegni quotidiani.
(19) Cfr. E. GoRI, cit ., p. 445.
(20) C. Sartorl, Lo stmno fascino delle droghe, In Gente, 26 novembre 1969, p. 91. Vedi a nelle: A. VILLENEUVE, Aspects neuropsychiatriques,
in Colloque ..., o.c ., Relazione C/5; P. DI MATTEI, cit., pp. 136 ss ..
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Quando nell'esta te scorsa l'amministrazione Nixon post: il
blocco s ull'importazione della marijuana nello s tato di New York,
i giovani, quasi incapaci di sostenere il bisogno psichico dei << paradisi artificia li», si orientarono immedia tamente a lla ricerca di
quanto si trovava sul mercato, provocando così nel giro di pochi
mesi numerosissimi casi di intossicazione grave, con casi pure numerosi di morte da narcotici. Ecco perchè gius tamente si dice
che la piccola droga porta fatalmente a lungo a ndare alla grande
droga (21).
4. Finalmente, come ammoniscono i maggiori studiosi del
problema, non ci si deve lasciar sedurre dal fatto che gli allucinogeni possono risultare in alcuni casi un ottimo sistema di terapia.
Pur ammettendo ch e dette sosta nze possano fac ilitare l 'esteriorizzazione d i conflitti inconsci, risolvere blocchi psico-affettivi, guarire s tati di apatia, di aggressività e di incomunicabilità, precisano che la loro somministrazione, perchè possa vera mente aiu tare
il soggetto, deve essere sempre guidata dallo specialista, soprattutto trattandosi di giovani in età evolutiva che si trovano nella
epoca più delicata e decisiva del loro assestamento psichico e ormona le· (22 ).
PERCHE' l GIOVANI SI DROGANO ?
l. In genere, il primo accostamento alle sostanze allucinogene
a vviene per un semplice motivo di curiosità e per quell'ansia di
tutto provare propria dei giovani. Essi le ricevono dal compagno
di scuola o dall'amico, indotti dal racconto di esperienze m eravigliose e di sensazioni nuove e proibite. Per lo più si tratta di una
sigaretta a lla marijuana o di qualche miscuglio di acido lisergico,
d i piccole dosi di hascisc, di solventi, di colle e di altre strane
combinazioni, che solo la fantasia giovanile sa trovare.
Vengono offerti come piccoli r egali, comt: dimos trazioni di
cameratismo ed esperienza di gruppo; vengono consumati generalmente insieme in qualche scantinato, nei ridotti dei b ar, durante le gite, durante serate di svago, in ritrovi clandestini. Il
rifornimento e la dis tri buzione avvengono ormai con una certa
facilità, mediante i più moderni sis temi di simulazione e di contrabbando.
Nei più grandi si aggiunge sempre una componen te di esibizionismo e di volontà di stare a l passo con tutto ciò che ha l'aspetto di nuovo e di avventuroso; s tampa, film, canzoni, notizie e
discussioni spingono in questa direzione. La droga n e esce com e
elevata a simbolo della giovane generazione, come una nuova ma(21) Cfr. Corriere UNESCO, maggio 1968; Tinte, cit.
(22) C!r. L. CANCRINI, Tutto sugli allucinogeni, In CI'Onistoria, dicembre 1968, p. 150; C. PALMISANO, ibidem, pp. 154 s.; M. 0ANIELI, L'« LSD »
può essere una medicina?, In Guarire, dicembre 1967, p. 12.
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niera di esprimersi, come manifestazione di élite, come una esaltante scoperta piena di possibilità.
Anche il basso costo delle nuove sostanze (la marijuana e
l'hascisc costano all'incirca 20-30 volte meno dell'eroina), la relativa facilità di trovarne presso gli amici e la rapidità della sua
preparazione e somministrazione, hanno certamente avuto la loro importanza nell'espansione del fenomeno.
2. Questa disponibilità alla droga come novità viene a collocarsi in un movimento di idee e di atteggiamenti giovanili appena
giunto in Italia dall'America, che tende a costituire la motivazione più convincente e più coagulante per i consumatori di allucinogeni.
a ) Dopo l'ultima guerra, gruppi di giovani insoddisfatti e irrequieti popolano le periferie delle grandi città americane; vestono stranamente, sono chiassosi ma non violenti; il «jazz» è il loro modo di esprimersi; dichiarano di voler cambiare la società
invecchiata; ricorrono all'alcool e alla marijuana; si tratta soprattutto di studenti, di artisti di avanguardia, di vagabondi e di squilibrati. Fra loro si inseriscono lo scrittore J. Kerouac (che passerà nel mondo letterario come « l'O mero dei beats >>),A. Ginsberg,
W. Borroughs, G. Corso, ecc., che daranno al movimento un senso e precisi traguardi: nasce così la «beat generation » (23).
Il movimento raggiunge la California, diventata in quegli anni
la culla di un movimento analogo, con il quartiere generale a S.
Francisco. Anche la società « perbene » avverte che qualche cosa
sta sor gendo accanto ai vecchi schemi. La grossa finanza vede nel
movimento una nuova e interessante fonte di guadagni e vi si getta sopra per sfruttarne commercialmente i bisogni. Il movimento
rifiuta questo <<vecchio» gioco, perchè in contrasto con le sue
tesi, e si sposta verso l'Europa; negli anni 1965-66 raggiunge
l'Italia .
b) Nel frattempo, e nel contesto di questo mondo giovanile in
effervescenza, il prof T. Leary e il prof. R. Alpert, dell'università
di Harvard (24), interessati a sapere quale incidenza potessero
avere gli allucinogeni su lla <<beat generation », avviarono alcune
sperimentazioni accademiche con l'<< LSD». Indubbiamente, dovette avere un grosso influsso su di loro la dottrina di A. Huxley
sulle droghe, intese come stru mento di penetrazione nel mondo di
Dio (25). Allontanati dall'università, essi continuarono i loro e(23) Cfr. G . BtsoL, Jack Kerouac. I « beats »: fatto di costume e fenomeno /.etterario, In Letture, aprile 1967, pp. 251 ss. Vedi anche: H.
SoLMS, La drogue et Zes jeunes, In Rééducation, agosto-settembre 1969,
pp. 61 ss .
(24) Cfr. T. LEARY, R . METZNER, R. ALPERT, L'esperienza psichedelica,
Sugar Editore, Milano 1969 (dove, sul modello del « Libro tibetano dei
morti», 11 lettore viene addestrato all'esplorazione Interiore).
(25) A. HvxLEY, inglese, morto a Hollywood Il 23 novembre 1963. Ver-
so l 50 anni scopre Il mondo sopra.terrestre, concepito però solo come sa.-
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sperimenti e le loro ricerche nellt: <<comunità beat», t: mediante
scritti, conferenze e discussioni diedero vita alla <<teoria psichedelica »,
Sostanzialmente essa si fonda su queste idee: la nuova socit:tà
non ha altra soluzione di vita se non il ricorso alla droga, la sola
capace di sottrarre l'uomo al puro tecnicismo e a uno stato di
psicosi generale; la sola capace di aprirgli nuovi orizzonti, fondati
su nuove percezioni e nuove intuizioni, emergenti dalle profondità
dello spirito. I <<viaggi» (trips ) metterebbero la persona in con·
dizioni di piena libertà interiore: agirebbero come << una chiave chimi ca, [che] apre la mente, libera il sistema nervoso dai suoi
modelli e dalle sue s trutture ordinarie, [dando la possibilità] di
afferrare le nuove realtà della coscienza dilatata, di servire da
mappa s tradale dei nuovi territori interiori che la coscienza moderna ha reso accessibili» (26). Essi la chiamano <<seconda partenza» verso mondi di maggiore ricchezza spirituale, e quasi di
ispirazione divina.
Leary, nella sua azione di propaganda, non tralascia m ai di
ammonire che la nuova dottrina s usciterà reazioni persecutorie.
Ma questo, egli spiega, è avvenuto all'inizio di ogni religione. Il
<<viaggio» è come un pellegrinaggio verso la Mecca: costerà sacrifici e fatiche, ma alla fine porterà la tra sform azione. Anche
lo spacciatore delle droghe psichedeliche, lontano dall'essere il
criminale che mina la società, è il << santone » che sfida gli interventi della polizia per edificare la nuova convivenza.
3. Era fatale che una dottrina e un movimento di questo genere, dal sapore di pionierismo e di contestazione liberatrice, dai
contorni quasi religiosi e profetici, polarizzassero l'interesse dei
giovani, che si trovavano in un momento particolare di in tolleranza verso la classe dei << grandi ••, secondo loro troppo invecchiata e ipocrita, e che soffrivano di una profonda crisi di identità e di sicurezza, alla ricerca aiTannosa di ciò che dovevano essere.
Non possiamo prescindere, in questa ricerca, dalle responsabilità effettive della generazione adulta, che forse è mancata gravemente nella sua opera educativa a l dovere di preparare la generazione successiva con chiarezza di idee, con vivi interessi e
con maturo senso di responsabilità, all'impatto piuttosto duro
che i giovani avrebbero dovuto sostenere con la realtà in rapida
pienza !spirata alle filosofi e orientali . E' In quest'epoca ch'egli prende contatto con le droghe (soprattutto la mescallna) e ne esalta !l potere d! trasferimento nel mondo dell' incons cio e d! profonda scoperta dell'« Io ». Egli
parla delle droghe in molte sue opere, ma soprattutto !n : Le porte della
percezione, Mondadot·l, 1959; Paradiso e inferno, Mondadorl, Milano 1959;
Ritorno al mondo nuovo, Mondadorl. Milano 1961; L'isola, Mondadorl, MIlano 1963. Ved! In proposito : A. ScunANI, Il sincretismo religioso di Aldous
HuxLey, !n Lettur e, agosto-sett embre 1969, pp. 551 ss.
(26) T . LEARY, R. METZNER, R . ALPERT, o.c., p. 16. Vedi anche: J . SUSINI, A propos du « LSD », In Etudes, febbraio 1967, pp. 176 ss.
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Droga e giovani
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mutazione. Essi non hanno trovato intorno a sè forme esemplari
e ideali appassionanti, che sosti tuissero quelli che man mano sarebbero crollati con la trasformazione sociale.
L'esempio dei « grandi >>, apparsi troppo preoccupati della
propria sicurezza finanziaria, abituati a tollerare ingiustizie patenti in nome del quieto vivere, a permettere la fame nel mondo,
a non guardare a l di là della propria esistenza, ha innervosito i
giovani, U ha spinti alla protesta contro il sistema ingiusto e puritano, nello sforzo di umanizzare la società.
La droga, in questo mondo giovan ile insoddisfatto, costituisce,
in linea con i movimenti << beats >> e « hippies » di tutto il mondo
e in linea con le indicazioni dei grandi teorici del psichedelismo,
lo strumento di fuga dagli schemi di una moralità << borghese >> e
dalla società dei consumi; è il simbolo di un mondo nuovo; è
fonte di ispirazione e di libertà spirituale (27).
4. Non va sottovalutata, in ques to fenomeno di espansione del
r icorso a lle droghe, la componente <<propaganda», I produttori e
i distributori hanno il massimo interesse a che il lor o consumo
raggiunga i livelli più alti; è una nuova fonte di guadagni che va
sfruttata al massimo prima che inizi il suo periodo di ridimensionamento natura le o intervengano leggi penali a punire fabbricatori e spacciatori. Questi hanno grande fretta, e perciò pagano
corrieri e distributori perchè diano allucinogeni di vario tipo in
omaggio, in occasione di manifestazioni giovanili o a lle porte delle università e delle scuole medie; i responsabili di quest'azione
sa nno benissimo che lo studente dopo il primo a ssagg io difficilmente si asterrà da un ulteriore ricorso (28).
PRECISAZIONI E VALUTAZIONI
l. Ricorre molto spesso negli scritti psichedelici l'appel lo alla
droga come a strumento di dilatazione della coscienza e di contatto con il mondo dell'inconscio, dove potrebbero essere rintracciate e potenziate le virtù segrete dell'« Io >>.
La scienza psicologica più qualificata è piuttosto dura nel rifiuto di queste affermazioni e ripete che qualunque tipo di allucinogeno, e in modo particolare l'« LSD >> , costituisce una tecnica
di chimica cerebrale, ch e, fuori delle misure e dei congegni naturali, priva il soggetto delle sue capacità di giudicare; le folgorazioni estatiche dell'allucinogeno lo rendono assolutamente passivo e inoperoso. In quello stato di stordimento e di confusione
(27) Cfr. C. SOMERHAUSEN, Les jacteurs socto-culturels de l'expansion
de la d r ogue, Relazione al Congresso di Zurigo, 15-16 gennaio 1970 (testo
ciclostilato).
(28) Cfr. J. NEPOTE , Le trajic illicite des stupéfiants, Relazione al Congresso di Zurlgo, 15-16 gennaio 1970 (testo ciclostilato).
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mentale egli non riesce a scindere se stesso come soggetto attivo
dalle sue composizioni fantastiche.
In queste condizioni, più che condurre l'iniziati va di scelte, il
soggetto rimane travolto: nell'assoluta impossibilità perciò di gettare le premesse per il ricupero della società. Il suo stato menta·
le viene paragonato molto spesso, e giu stamente, a un caleidoscopio fortemente scosso, da cui è ben difficile trarre linee di certezza c di ragio ne (29).
Per l'obiettività dobbiamo aggiungere che una certa con·ente, anche se assai ristretta, pensa che gli allucinogeni, se dosati
dovutamente e trattati con misura, potrebbero in determinati
casi ottenere dei risultati positivi, quali: il distacco da forme di
egoism o e di narcisismo nella concezione del proprio mondo personale; un'interpretazione meno esasperata di situazioni persona·
li difficili; liberazione da forme di ansietà a favore eli atteggiamenti di m aggior serenità ed equilibrio generale; avvìo a una certa
creatività e a una facile ideazione artistica; una nuova maniera
di r apportare se stessi al mondo e alle persone.
Evidentemente tutto questo non è più possibile nel caso di
chi ricorre agli allucinogeni in tempi e quantità scelti a casaccio,
a seconda degli incontri occasion ali di gruppo.
2. Il carattere mistico-religioso attribuito all'esperienza psichedelica, e che costituirebbe, secondo i gran di teorici, le p remesse del " nuovo messaggio » , è semplicemente un grosso equivoco.
E' vero: in culture arcaiche e comunque prescientifich e, che ignoravano l'e sis tenza nel mondo vegetale di principi psicoattivi, venivano attribuiti ad alcune piante poteri divini di raccoglimento
e di contatto con la divinità. Oggi si sa benissimo ch e quelle esaltazioni sen soriali non erano che modificazioni psichiche da stimoli chimici.
Riproporre oggi la droga come preludio a l conta tto con Dio,
è ignorare i principi più elementari della teologia. L'esperienza
autenticamente religiosa ha premesse, contesti e reazioni radicalmente diversi: dr oga e grazia non sono dello s tesso ordine. La
conquista di Dio è un fatto d i lucidità e di attività spirituale in
piena coscienza; m entre l'escursione nell'irreale, dove tutto si è
dissolto in una realtà fluttuante e ina fferrabile, fatta di fantasmi
e di composizioni provoca te chimicamente, è uno s tato di a lterazione che non lascia alcun elemento di chiarezza; e di conseguen·
za è nell'impossibilità di assume re il carattere di un messaggio
di vita per il mondo in trasformazione (30).
Ciò non togli e che in qualche caso b en determinato (e o ccorrerà es·
sere molto esntti su questo punto per non incorrere in rovinosi malintesi )
si possa affidare alla sostanza allucinogena il compito di una certct pro/i·
(29) Cfr. P . DI MATTE!, c it., pp. 134 ss.; A. VILLENEUVE, Les /l.aUuctnogènes: aspects neuropsychiatriques, In CoUoque ..., o.c., Relazione C/5.
(30 ) Cfr . E. MICHAUX, O.C., pp. 143 ss.; A. SCURANI, cit., p. 552.
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Droga e giovani
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L1usi psicolugiw in vi~ta di un sereno accostamento al problema religioso.
Sarebbe il caso di un soggetto rigidamente bloccato da prevenzioni nei
confronti del sacro: l'esperienza psichedelica potrebbe dissolvere mecca·
nismi di difesa inconsci, avviando il soggetto a una certa disponibilità
ve rso i valori trascendenti.
Ma anche in questo caso, ~i tratterebbe non di acquisizione religiosa
e spirituale nè di potenziamento ascetico, ma piuttosto di un ammorbidimento di condizioni soggettive di rifiuto. Siamo sempre nell'ordine della
terapia, che, stante la fra gilità dei centri superiori che vengono raggiunti
dallo stimolo della droga, dovrebbe essere guidata da persone qualificate,
capaci di dosare l'allucinogeno e di guidare il « rientro », in maniera che
lo sblocco non avvenga con danni eccessivi (31).
3. Se i rilievi fatti finora sulle cause e sulle motivazioni sociali del movimento psichedelico come atteggiamento di dissenso e
di evasione dal sistema hanno un loro obiettivo significato, non è
detto che nei singoli casi dei consumatori di droghe non vi sia
anche una buona dose di neghittosità e di fuga dai costi personali. E' troppo palese l'incongruenza fra le loro affermazioni di
riformatori del mondo e il loro atteggiamento di ricerca di ogni
più piccola soddisfazione che sia libera da ogni forma di impegno. Si è portati legittimamente a pensare che si tratti di poca
sincerità e di poco coraggio.
Infatti, non può avere altra interpretazione quell'atteggiamento passivo e assente, che si limita a criticare una società sofferente in molti settori della sua vita, che non propone alternative valide e che non fa nulla per migliorarla. Gli errori e le carenze, per
quanto gravi, non si eliminano con il disinteresse e con le soluzioni di indolenza. Ben diverso sarebbe il giudizio, se nei sostenitori de1lo psich edelismo vi fossero prestazioni di generosità e
di sacrifici p ersonali (32).
CHE FARE?
l. Nel luglio 1969, Nixon, preoccupato della paurosa espansione delle piccole droghe, aveva inviato al Congresso un messaggio ispirato al rafforzamento della repressione. Il Ministro della
giustizia aveva formulato un progetto di legge secondo cui il solo
possesso della marijuana avrebbe comportato 10 anni di reclusione. L'opposizione a questi propositi di aggravamento di pene contro i consumatori trovò immediatamente eco nel governo e al Congresso: " Come si possono mettere in prigione 10 milioni di giovani ?», si chiedevano.
Nel novembre dello stesso anno Nixon dichiarò di aver mutato parere: " Un tempo pensavo che la soluzione fosse l'intransi(31) Cfr. D.H. SALMAN, Le d r oghe psichede!iche e l'esperienza religiosa,
In Concili1tm, n. 9, 1969, pp. 137 ss.; D.H. S!ILMAN, L'« LSD >> e l'esperienza
religiosa, In Fatebenefratelli, ottobre 1967, pp. 468 ss.
(32) Cfr. H. SoLMS, cit., pp . 68 ss.
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gente applicazione delle leggi: più arresti, più condanne::. Ma non
è così. Quando ci troviamo di fronte a ragazzi di 13, 14 e 15 anni,
la soluzione non è il carcere; la risposta è "informazione"; la risposta è "comprensione .. , (33). Da allora i ministeri competenti
organizzano conferenze sulla droga nelle università e nei licei,
sul piano locale i governatori stanno potenziando i programmi di
riabilitazione dei drogati, e ci si orienta verso l'aggravamento delle pene per i produttori e gli spacciatori di droghe.
Anche sul piano privato si stanno costituendo negli U.S.A.
<< gruppi di azione comunitaria » che si propongono di arginare il
fenomeno <<droga"· A Lynbrook, presso New York, in una comunità di 200.000 persone, «un professore di sociologia di 24 anni,
John Imhof. tiene un corso speciale sui pericoli della droga a
3.000 allievi delle medie. Collabora con lui lo psicologo Rocco Cirigliano che organizza discussioni fra i giovani. A Mineola,
un'altra città-dormitorio presso New York, il procuratore distrettuale, William Cahn, ha istituito un corpo volontario di s tudenti
liceali per combattere gli stupefacenti. A Spring Greens, nel Wisconsin, è nato un "corpo di guardia comunitario " con lo scopo di
dare battaglia sia alla droga che alle ideologie radicali antisociali
che ne motivano spesso l'uso » (34).
Ormai tutti gli Stati che affrontano il problema si avviano
alle stesse soluzioni (35). La Francia, per esempio, mentre sta
promovendo iniziative d i legge per colpire più duramente le
fonti di rifornimento, va interessando vari organi di comunicazione sociale per influire sull'opinione pubblica; promuove forme di reperimento dei drogati e centri di disintossicazione; prevede programmi di informazione scolastica sulla natura e sulla
tossicità delle nuove sostanze e s ui danni immediati e a distanza derivanti dal ricorso ad esse.
Quale iniziativa strettamente privata, viene segnalato a Parigi e in altre città francesi «le comlté anti-drogue "• le cui finalità vengono spiegate dal suo responsabile con questa dichiarazione: «Se un gruppo di giovani si fossero dati da fare per individuare i compagni drogati, e invece di denunciarli alla polizia,
avessero offerto loro un appoggio, un consiglio e soprattutto un
ricovero in cliniche specializzate, si sarebbero ottenuti r isultati
migliori che con le leggi e con gli interventi autoritari» (36).
2. Pensiamo ch e anche da noi si potrebbe attuare un piano
anti-droga più o meno su queste linee e secondo queste esperienze. Già il sottosegretario alla sanità, on. De Maria, ha fatto ac(33) Cfr. A. PtNNA, Contro la droga, l'injonnazione prima di tutto, in
Panorama, 25 dicembre 1969, pp. 50 s.
(34) Ibidem, p. 51.
(35) Cfr. R. KING, La répression est-elle une solution?, in Colloque ... ,
o.c., Relazione F/2.
(36) G. FARNETI, Meglio delle leggi i volontari dell'anti-droga, in Panorama, 11 dicembre 1969, p. 69.
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Droga e giovani
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cenni in questo senso; ma non si dovrebbe perdere tempo per
non arrivare troppo tardi e trovarsi nelle difficoltà in cui si dibattono oggi gli americani.
a) Nel quadro di un'azione preventiva di massa, andrebbe
favorita e concretamente appoggiata ogni iniziativa pubblica e
privata che tenda soprattutto all'informazione obiettiva: per esempio, n elle scuole, nelle società sportive, nelle associazioni giovanili, nelle caserme, nelle programmazioni radìofoniche e televisive, nelle attività pastorali. Il mi glior mezzo per aiutare la gente
a rifiutare la droga è dire loro chiaramente e convincentemente
che cosa essa è realmente e che cosa provoca nell'organismo umano, a carico delle s trutture più delicate della psiche e del comportamento.
E' necessario, cioè, mettere la gente in grado di compiere op:zioni coscienti e responsabili in faccia a questi prodotti di moda;
proprio come sì fa con il ragazzo fin dai primi anni quando lo si
vuoi distogliere da prodotti velenosi e da strumenti pericolosi. Vi
sar anno sempre soggetti spregiudicati e anormali che, nonostante tutto, vi ricorreranno; ma almeno sarà evitato il r icorso di
massa (37).
Rappresentano sempre un aiuto notevole, in queste iniziative
di pubblico servizio, le associazioni e i movimenti liberi e spontanei, soprattutto se disseminati a piccoli gruppi un po' dappertutto; essi sono più a contatto con il pubblico giovanile, sono
in genere più convinti e piLI coscienti del problema, più agili nei
programmi e nelle scelte operative. Un'azione più capillare e più
appassionata riesce sempre più convincente.
b) I n a ppoggio a quest'azione preven tiva dì chiarezza e di
responsabilizzazione, dovrebbe essere affrontata la riforma o, a
seconda dei casi, il completamento del nostro diritto relativamente al traffico e all'uso delle sostanze stupefacenti, in conformità
alle ultime convenzioni internazionali nella lotta contro gli stupefacenti (38).
Gli artt. 446448, 729 c 730 c.p., l'art. 153 T.U. delle leggi di P.S.
(18 giugno 1931, n. 773), gli artt. 148-160 T.U. delle leggi sanitarie
(27 luglio 1934, n. 1265), i decreti ministeriali 18 febbraio 1937 e 24
gennaio 1942, la legge 22 ottobre 1954, n. 1041, la legge 11 febbraio 1961, n. 249, e il decreto minis teriale 20 dicembre 1961 , che si
riferiscono sempre agli stupefacenti tradizionali, non possono più
rispondere alle esigenze attuali.
Infatti, la natura delle nuove droghe, le nuove maniere di
produzione, di rifornimento e di propaganda, domandano a lla
pubblica autorità di sorveglianza e all'autorità sanitaria nor(37) Cfr. J.L. BELLANGER, Les organes d'information, In Oolloque
o.c., Relazione F / 5; M. BuGIE, Méthodologie et principes de base d e la
p1·évention, In Colloque ... , o.c., Relazione F / 4.
(38) Cfr. A. SIMEONE - A. PEZZINGA, O.C., pp. 39 SS.
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me più adeguate. La droga tradizionale, per quanto ancora presente tra noi e temibile, non costituisce oggi il rischio più preoccupan te per la salute e l'equilibrio generale della comunità, anche
per il fatto che essa è in for t e diminuzione e l'opinione pubblica
stessa, giovani compresi, in genere la condanna.
La riforma del diritto per essere efficace dovrebbe, a nostro
parere, evitare la durezza nei confronti dei consumatori: questi
sono più da illuminare e da convincere che da castigare; la durezza in questo caso, soprattutto nei confronti dei giovani, facili
a lla r ibe llione e al gusto del proibito, potrebbe far nascere semplicemente una nuova categoria di criminali.
Invece, un'azione repressiva piuttosto dura dovrebbe essere
riservata ai p roduttori e agli spacciatori di droga, che vedono nei
nuovi gusti giovanili solo una fonte di grossi guadagni. Si eviterebbe così anche il rischio che, colpendo sopratt utto il consumatore e meno i fornitori, sopravvivano sempre la produzione e il
commercio clandestini (39).
Altrettanto andrebbe detto p er ciò che concerne i produttori
di stampa periodica o di romanzi o di film dove la droga appare
come elemen to esaltante di potenza e di avventure, che per lo più
si traduce in un invito all 'esperienza psichedelica.
INDICAZIONE CONCLUSIVA
La piccola droga, anche da noi, sta diventando un tutt'uno
con il dissenso giovanile: ne è diventata un poco il simbolo, lo
strumento di protesta, la formula di evasione. In realtà, è il risultato di una confusa aspirazione a migliorare la società e a
uscire dal sistema; le sue note s poradiche di radicalismo sono
unicamente i contrassegni dell'esuberanza e della inesperienza di
ogni giovane generazione, che non tiesce per lo più ad elaborare
con saggezza e con serenità le sue ansie e le s ue giuste obiezioni,
e s baglia nella misura.
Pensiamo che un maggior tatto dei << grandi » e un loro atteggiamento più franco e più disponibile nei confronti di queste forze di spinta, riuscirebbe nella maggior parte dei casi a creare un
dialogo sereno e obiettivo, che finirebbe per ottenere da ambe le
parti un maggior spirito di solidarietà, nel comune sforzo di trovare soluzioni a lla crisi di cui tutti u gualmente soffriamo. Siamo
convin ti che, una volta eliminate alcune sue fondamentali componenti di bisogno, anche il ricorso alla droga dovrebbe fortemente attenuarsi.
Giacomo Perlco
(39) Cfr. A. F ATTAH, L a p olìtique législattve, in Colloque ..., o.c., Relazione F/1; R. KING , La répression est-elle une solution?, In Colloque ... ,
o.c., R elazione F /2.
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